| Pessima scelta, pessima figura. A dire il vero Vincent avrebbe utilizzato ben altre parole per definire la propria figuraccia, ma un acuto dolore al costato gli impedì di formulare pensieri eccessivamente volgari e articolati. Sobbalzò quando, dopo un tonfo che fece tremare l'intera pedana, delle maledette schegge di legno saettarono verso di lui, colpendolo senza pietà alcuna e aggiungendo al classico danno l'ancor più classica beffa. Strinse i denti e tentò, per quanto possibile, di ignorare il dolore e fare mente locale. A giudicare dai tonfi e dagli ansiti, la sua avversaria era riuscita per la seconda volta a risalire dalla voragine in cui era stata nuovamente sospinta: di certo era affaticata e ferita, forse anche più di lui, ma sicuramente era anche combattiva come e più di prima. Vincent cercò di sgombrare la mente, di far spazio a un'eventuale intuizione geniale che gli permettesse di rimediare alla figura barbina di poco prima e di arrecare nuovi disagi alla Santos. L'immane lampadario in ferro precipitato sulla pedana sarebbe potuto essere un valido aiuto in questo, ma era la scelta più saggia da fare? Era affaticato e ferito, dunque probabilmente un Oppugno sarebbe stato ben più debole del previsto, soprattutto considerata la mole dell'obiettivo. Bisognava, come sempre, pensare in maniera originale: certo, se solo fosse stato semplice... L'evocazione di uno scudo o di qualche artefatto difensivo lo avrebbe potuto aiutare? O magari sarebbe stato meglio celarsi alla vista della Santos, assetata di vittoria e vendetta? Lo sguardo dell'uomo, come attirato da chissà quale forza misteriosa, corse a uno degli angoli dell'ampia sala dei duelli, precisamente a quello alle sue spalle sul lato destro. Armature, luccicanti e dotate di armi affilate e pericolose. Al loro fianco dei granitici gargoyle. La scelta dell'incanto fu repentina e, in un certo qual senso, dettata dal suo istinto di specialista in Trasfigurazione. Puntò lo sguardo sul brutto volto della statua, facendo suo ogni singolo dettaglio e immaginando quei rozzi lineamenti animarsi, esibire espressioni corrucciate e grottesche. Vita, pensiero e un solo obiettivo dovevano sbocciare tra le fredde membra del gargoyle: attaccare Claire Santos, danneggiarla il più possibile. Il braccio detentore della bacchetta magica si sollevò: il polso fermo ma non tanto da poter essere definito "rigido" fece sì che l'asticella di legno andasse a puntare con precisione il capo della statua, flettendosi poi lentamente per tracciare una circonferenza in senso orario, come a voler attivare inesistenti connessioni neuronali. Una mente primitiva ma reattiva, che rispondesse ai suoi ordini magici, ecco ciò di cui necessitava. Terminato che ebbe il primo movimento, Vincent abbassò rapido il braccio - rigorosamente teso e, almeno gli pareva, privo di fremiti o tremori - e puntò la sua fida bacchetta di ontano sul petto della pietrosa creatura. Il lato sinistro, esattamente al di sotto di un pettorale scolpito da mano esitante, fu il punto focale del movimento che di lì a poco, se tutto fosse andato per il verso giusto, avrebbe donato vita all'inquietante simulacro. Si figurò un cuore che batteva, anzi, tambureggiava contro la cassa toracica, pompando sangue e adrenalina e, di fatto, donando vita: stava solo immaginandoselo, o stava avvertendo il battito forsennato del proprio cuore? Le labbra di Vincent si schiusero e la voce, profonda, dura, come se stesse già comandando alla sua creatura di attaccare, ne fuoriuscì immediata. "Gargòllo!" Non attese di scoprire se la sua trasfigurazione avesse avuto esito positivo: era tempo di agire in fretta, senza commettere grossolani errori, ma comunque accelerando i tempi. La figura della Santos era appena visibile dietro le volute dell'enorme lampadario, e fu su di lei che si concentrò Vincent, su di lei che mosse la bacchetta magica, partendo dal petto del gargoyle e descrivendo una parabola discendente che portasse la creatura a levarsi in volo e ad attaccare l'ignara avversaria. "Oppugno!" Di lì a poco Claire Santos avrebbe avuto un'ennesima, sgradita sorpresa: l'ultima parola, comunque, andava come sempre al Fato.
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