~ Miss Nothing, Miss Everything., Privata.

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view post Posted on 13/7/2013, 20:57

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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Era la sua prima uscita ad Hogsmeade, quella: era un bel pomeriggio per uscire.
Era Prefetta davvero da poco, e aveva deciso di avvalersi del "privilegio" di recarsi fuori dal Castello pur essendo al primo anno solo quel giorno: aveva davvero bisogno di cambiare aria, di distrarsi, e, possibilmente, di tornare ad Hogwarts in uno stato d'animo diverso rispetto a quello in cui si trovava quando si era recata al villaggio.
Adesso, guardandosi attorno, non poteva fare a meno di sorridere: Hogsmeade era davvero adorabile, sembrava costruito a misura d'uomo.
A rallegrare il tutto, numerosi negozi, soprattutto di dolci e leccornie varie, si estendevano in fila su ambo i lati della strada.
"Da dove iniziare?", si chiese, indecisa: per natura, era una vera golosa, ma decise di contenersi - almeno per quel momento - e continuare a passeggiare, in una sorta di "giro di perlustrazione", visto che per lei quel luogo era del tutto nuovo.
E magari riflettere, già che c'era.
Mentre camminava per le viuzze del villaggio, si ritrovò a pensare a quanto la vita degli abitanti del luogo fosse diversa dalla sua: era una mentalità completamente differente. Hogsmeade era da considerarsi una "trappola per turisti", molto carino e confortevole come luogo, ma che in realtà, non aveva un vero e proprio motivo per cui andare avanti, se non il consumismo e il viso dei "forestieri" che ci mettevano piede per la prima volta.
"Che strani pensieri!", scosse la testa, sorridendo: era meglio concentrarsi sul villaggio, e iniziare a dare un'occhiata ai negozi.
Tra l'altro, presto sarebbe tornata a casa, finalmente, e aveva intenzione di riportare un piccolo regalo alle sue sorelle, a sua madre, e sì, anche qualcosa a sua nonna, sebbene l'anziana donna non amasse più di tanto quelle cose sofisticate che sovente si trovano in Inghilterra.
Poco male: si sarebbe limitata a prenderle uno Smudge Stick, con cui purificare la casa e chi vi viveva dai pensieri negativi, e ripristinare pace e armonia.
Salvia, lavanda, artemisia...cos'altro? Dell'incenso. Quello non poteva mancare.
Guardandosi attorno, corrugò la fronte, chiedendosi se avesse trovato negozi del genere in un posto come quello. Ne dubitava fortemente.
"Beh, vorrà dire che mi concentrerò sulla gastronomia", pensò, leccandosi le labbra al pensiero dei dolci che presto avrebbe finalmente addentato. Erano proprio il suo punto debole, i dolci: prima o poi sarebbe andata in astinenza da zucchero, se vi avesse rinunciato ancora per così tanto tempo.
Sorridendo, e sbirciando nelle vetrine di uno dei tanti negozi, pensò a come qualcosa di superfluo e non indispensabile alla vita, in fin dei conti, potesse rendere così felici.
"Padroni di niente, ma padroni di tutto. Basta così poco per rendere migliore una giornata!"
 
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view post Posted on 14/7/2013, 02:46
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Basta, bsta, basta, cominciava a non poterne seriamente più! In quell’ultimo periodo non aveva fatto altro che avere casini su casini che si erano accumulati sempre più senza darle un attimo di respiro. Oh, certo, c’erano state cose positive: l’incontro con Zahara, il ritorno di Vincent e l’edificante chiacchierata che aveva fatto con Persefone poco prima che lei partisse.. ma tutte queste cose finivano in secondo piano se paragonate al resto, in primis a quella sua maledetta età che sembrava non volerne proprio sapere di smetterla di cambiare. Anche se era un po’ che si era fermata a venticinque anni, forse sarebbe rimasta ferma a quell’età, chi poteva saperlo? Di certo non lei. Nonostante fosse stata e fosse orgogliosa di sentirsi tutt’ora una corvonero, sulle cose che riguardavano lei personalmente era un vero disastro. C’era anche da dire che tutto ciò che la riguardava non era mai semplice, a partire dalla storia dei suoi genitori. Sbuffò: com’era finita a fare quei pensieri? Era uscita di casa per rilassarsi e invece continuava a rimuginare, ma che poteva farci, Tosca impestata, era più forte di lei! Mandò indietro una ciocca di capelli, sbuffando, cercando argomenti più rilassanti e magari più “ludici”. In un altro momento si sarebbe rilassata entrando da Bibliomagic a vedere le novità, ma in quel momento era proprio l’ultima cosa di cui aveva bisogno, se avesse visto anche solo un altro libro avrebbe finito per implodere. E allora dove poteva dirigere la sua attenzione? Beh, c’era soltanto l’imbarazzo della scelta, sapeva bene che Hogsmeade pullulava di negozietti e pub.. ma i pub erano da escludere, non erano ciò di cui aveva bisogno. Improvvisamente seppe cosa voleva: fare una passeggiata per conto suo, magari sgranocchiando qualcosa di dolce. Presa quella decisione si mosse in direzione di uno dei tanti negozi di dolciumi, il più vicino al suo raggio d’azione. Anche se a dire il vero non era mai stata una grande patita di dolci… ma non aveva mai disdegnato prove varie. Si fermò ad osservare la vetrina ricolma di barattoli multicolor chiedendosi cosa sarebbe stato meglio scegliere. Mentre gli occhi si muovevano curiosi, una figura umana attraversò il suo campo visivo:non l’aveva vista subito, ma anche lei stava osservando la sua stessa vetrina, probabilmente preda della sua stessa indecisione. Era una ragazzina, su questo non c’erano dubbi… chissà come mai non si trovava a scuola, in quel momento… Ma non era compito suo occuparsi di simili questioni, non più. Non poteva negare, però, di essere curiosa. Fu per questo che le si avvicinò:
-Anche tu indecisa su cosa scegliere?-
 
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view post Posted on 14/7/2013, 21:46

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"Cioccolata, gelatine, caramelle...da cosa incomincio?", si chiese, gli occhi che le brillavano davanti a tutto quel ben di dio.
Sentiva già l'acquolina in bocca, e pregustava il momento in cui i suoi denti avrebbero toccato il primo di quei dolci...
Poi, una voce femminile, che non le pareva di aver mai udito prima di allora, la ridestò dai suoi pensieri, facendola voltare. Apparteneva ad una donna sulla venticinquina, ma avrebbe potuto facilmente essere più giovane.
Non le sembrava di averla mai vista da qualche parte, così la squadrò in silenzio per qualche istante, piegando il capo di lato e socchiudendo gli occhi, come era solita fare quando rifletteva, alla ricerca di qualche dettaglio che potesse essere familiare.
No, nulla: la donna era una sconosciuta per lei.
Dai tratti somatici, riconobbe che era un inglese, o quantomeno, europea: in una terra che per lei era in parte sconosciuta, Zoey aveva imparato a riconoscere visi e tratti tipici degli abitanti. Inconsciamente, era una sorta di difesa, per lei.
Non capiva perché quella donna le avesse rivolto quella domanda; era probabilmente soltanto cortesia, ma per indole, la ragazzina era sospettosa e si fidava poco, e la sua mente la portava a vedere solamente il lato torbido delle cose, anche se, molto spesso, non c'era.
Fu quindi molto cauta nel rispondere, e solo dopo qualche minuto, disse:

- Sì, sono un po' indecisa...i dolci mi piacciono molto, e proprio non saprei da dove iniziare. -
Sorrise lentamente, continuando a studiare le espressioni facciali della sconosciuta; non sembrava affatto male intenzionata, soltanto...curiosa.
Avvertendo i sensi di colpa, si sentì in dovere di aggiungere qualcosa, per non passare per una completa maleducata e scorbutica.

- Vorrei anche trovare qualcosa da portare in regalo alle mie sorelle, ma non ho alcuna idea...e sì che pensavo fosse facile, con una tale varietà di negozi! -
Sorrise ancora, stavolta in maniera più gentile, tornando a guardare la vetrina; la bella signora avrebbe continuato ad ascoltarla, o se ne sarebbe andata senza prestarle più alcuna intenzione, confermando la teoria di Zoey secondo la quale l'inglese medio è gelido almeno quanto la prima neve di Gennaio?
 
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view post Posted on 21/7/2013, 17:14
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Santissimo Merlino, perché era così idiota? Non poté proprio trattenersi dal porsi, per l’ennesima volta, quella domanda. E a ragione. In quell’ultimo periodo aveva compiuto una serie di sciocchezze, l’una dopo l’altra. E quella era stata l’ultima di una lunga serie. Perché aveva rivolto la parola a quella ragazzina? Non erano coetanee, non era neanche una sua ex studentessa né qualcuno che poteva conoscere di vista… allora perché? A dire la verità, sapeva benissimo perché: noia. Era stufa marcia di non poter parlare con nessuno, di dover sempre misurare le parole e limitarsi a confronti con persone adulte su argomenti seri, pesanti e troppo impegnativi per quel momento. Non che disdegnasse le discussioni impegnative, anzi, le adorava, da brava ex crovonero, tuttavia anche lei ogni tanto sentiva il bisogno di distrarsi. E due chiacchiere con quella ragazzina avrebbero potuto essere un piacevole diversivo. La osservò: era più bassa di lei e aveva lunghi capelli castani e due occhi scuri un po’ a mandorla. Che non fosse di quelle parti? Di certo il suo aspetto non era quello che si poteva ritrovare nella classica inglese.. ma la domanda era quanto di più classico nelle ragazzine della sua età. Ok, in tutte le ragazzine tranne in quella che lei era stata
-Beh, credo che la prima domanda sia: cioccolata o crema? O altro? In base alle tue preferenze avrai già fatto una prima selezione. O anche in base a ciò che hai voglia di mangiare in questo momento.- Quello era un buon punto di partenza per fare una scelta, anche una scelta apparentemente stupida come quella. E a proposito di punti di partenza… lei non era proprio partita nel modo giusto. Coi tempi che correvano rivolgersi alla gente senza nemmeno presentarsi avrebbe potuto generare inutili allarmismi
-Scusami, non mi sono neanche presentata. Mi chiamo Caroline Dalton- Chissà se la ragazzina avrebbe associato il suo nome a quello della vecchia preside di Hogwarts? Non poteva esserne certa, ormai erano passati mesi da quando se n’era andata. Eppure, anche nel dubbio, aveva deciso di correre il rischio: preferiva presentarsi col suo vero nome e poi, in ogni caso, ora dimostrava molti più anni rispetto a quando aveva lasciato al scuola, avrebbe potuto inventarsi qualsiasi scusa.
 
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view post Posted on 29/7/2013, 21:05

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Per un attimo, la donna sembrò esitante, quasi come se si fosse pentita di averle rivolto la parola; ma poi si rivolse ancora a lei, dandole il suo parere.
Cioccolata o crema? Eh già, quello era un bel dubbio davvero; non era mai stata più indecisa in vita sua.
Per un attimo, si sentì sciocca: se non sapeva decidersi neppure sui dolci, che razza di punto di riferimento poteva essere per la Casata?
Deglutì, ma poi prese coraggio e scacciò dalla mente quei brutti pensieri, che di sicuro non l'avrebbero aiutata a scegliere; dopodiché, sorridendo, si rivolse alla donna:

- Credo di preferire di gran lunga la crema, anche se vado matta anche per il cioccolato; però, credo che con questo caldo sia meglio puntare sulla frutta...sui dolci alla frutta, intendo: decisamente più leggeri e freschi. -
Osservò di nuovo la vetrina, concentrandosi proprio sui suddetti frutti: escluse subito le fragole, visto che le avrebbero causato una reazione allergica non indifferente.
Mentalmente, collegò quei teneri e all'apparenza innocenti frutti rossi a un episodio della sua infanzia: ne aveva mangiato uno, e dopo qualche minuto, le palpebre avevano iniziato a gonfiarsi, e le braccia si erano coperte di bolle che prudevano e bruciavano. Rabbrividì; da quel momento, non aveva mai neppure più osato avvicinarsi alle fragole.
"E' come se fossero la mia kriptonite", sorrise; era un pensiero leggero, divertente, da ragazzina della sua età...il primo dopo tanto tempo. Magari era l'estate a farle quell'effetto.

- -Scusami, non mi sono neanche presentata. Mi chiamo Caroline Dalton -

Si voltò di nuovo verso la donna, osservandone l'espressione: che si aspettasse qualcosa da lei? Forse una reazione al suo nome?
Scrollò le spalle; doveva smetterla di essere così paranoica e sospettosa.
Era ora che vivesse in maniera più serena, o sarebbe impazzita prima di arrivare alla maggiore età.

- Molto piacere, signorina Dalton. - Come doveva rivolgersi a quella donna? Era giusto darle del lei, come aveva appena fatto? E se fosse stata sposata, avrebbe preso quel "signorina" come un'offesa?
Troppe domande si stavano formando nella sua mente; le scacciò via, e preferì presentarsi.

- Il mio nome è Zoey Lesnicky, e come avrà già capito, sono una studentessa di Hogwarts. -
"Ma va', davvero? Pensa un po'!"
Si morse un labbro: forse era stata un po' troppo scontata, ma era sempre meglio specificare.
 
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view post Posted on 31/7/2013, 02:47
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Quella conversazione sembrava destinata agli stessi risvolti imbarazzanti e al limite del ridicolo che aveva assunto quella di mesi prima con il professore di Astronomia. Paradossalmente, forse le cose sarebbero state più semplici se le due se stessa che si erano rivolte a Spencer e alla ragazzina fossero state invertite: sicuramente, la giovane sarebbe stata più a suo agio con una diciottenne, più vicina alla sua età e Spencer si sarebbe di certo trovato meglio ad avere a che fare con una coetanea qual era lei attualmente. Ma quella era proprio l’unica cosa di tutta quella storia assurda che non poteva controllare: non era mai spettato a lei decidere con quanti anni svegliarsi in un determinato giorno e se continuava di quel passo non le sarebbe spettato mai. Ma quei pensieri, gli ultimi, almeno, erano decisamente fuori luogo, soprattutto perché, proprio lei, aveva introdotto un argomento volutamente semplice e leggero, nella speranza di introdurre una conversazione poco impegnativa. E dopo un iniziale momento di incertezza, la ragazzina sembrò darle corda, esprimendo la sua opinione sui dolci migliori in quel periodo: già, la frutta. Come darle torto? Erano sicuramente i dolci più adatti al periodo: freschi, leggeri e pratici. E poi c’erano tanti tipi di frutta. Ad esempio, lei andava matta per i frutti rossi di qualsiasi tipo, anche se non disdegnava gli altri, ma, se le avessero chiesto di fare una scelta avrebbe optato per ciliegie, ciliegie e ciliegie. Annuì alla risposta della ragazzina
-Ottima scelta, la condivido. Ora, non ti resta altro che scegliere e se proprio sei indecisa…. chiudi gli occhi e punta il dito a caso, di solito funziona- consigliò sorridendo leggermente. Aveva deciso di continuare quella conversazione, quella ragazzina non sembrava troppo intimidita dall’avere davanti una persona più grande e non erano in molti a presentare quella caratteristica. Non erano neanche in molti ad essere così educati, doveva aver incontrato una ragazzina veramente rara. Quel pensiero accese la sua curiosità, spingendola proseguire quella conversazione.
-Molto piacere Zoey, hai davvero un bel nome- si complimentò, regalandole un sorriso. Ed era la verità, non era solita raccontare frottole, quello della ragazzina era un nome insolito l’aveva colpita subito… un po’ come quello che Milla aveva scelto per sua figlia. Sorrise ripensando alla piccola Zahara e ripromettendosi di passare a trovare lei e Roxane quanto prima. Ma il nome di Hogwarts la riportò alla realtà: già Hogwarts ora aveva di nuovo degli studenti grazie al coraggio di Persefone. Sospirò, decidendo per una risposta rapida e diplomatica
-Lo avevo immaginato, non sembri ancora così grande da aver concluso gli studi. Posso chiederti a che anno sei e dove sei stata smistata? Perdona la mia curiosità, se preferisci puoi anche non rispondere- Era giusto lasciarle almeno una scappatoia. Ed ora tutto dipendeva dalla ragazzina: avrebbe approfittato della via di fuga offertale o avrebbe scelto di rispondere alla sua domanda?
 
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view post Posted on 2/8/2013, 12:36

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Zoey iniziava ad apprezzare la conversazione, soprattutto perché il ghiaccio, finalmente, iniziava a rompersi. Lei non era mai stato il tipo da farsi intimorire dalle persone adulte quando le rivolgevano la parola, come.accadeva a molti altri suoi coetanei; parlava solo con più rispetto e usava toni di voce più pacati. Da ragazzina tranquilla e beneducata quale era, raramente riceveva rimproveri sul suo modo di approcciarsi agli altri.
Così, non aveva riflettuto più di tanto se rispondere alla donna o no, quando questa le aveva rivolto la parola, e le aveva parlato naturalmente, senza farsi troppo problemi; adesso, si stava dunque chiedendo perché mai avrebbe dovuto andarsene, quando quella di Ms. Dalton era una domanda normalissima, e legittima, per giunta.
Le sorrise, e disse:

- Mi fa piacere che lei lo apprezzi, miss Dalton; non è un nome molto diffuso, in effetti, da queste parti. -
Poi si voltò verso la vetrina, a contemplare i dolci e tutte le altre leccornie in esposizione.
- Credo che punterò sulle albicocche. Mi piacciono moltissimo! - Le sorrise, e poi si accinse a rispondere all'ultima domanda posta da Caroline, valutando bene cosa dire.
- Andarmene? Sarebbe scortese da parte troncare sul nascere quella che potrebbe diventare una interessante conversazione, non crede? Risponderò molto volentieri alla sua domanda. Sono ancora al primo anno, anche se sto per dare gli esami che mi mancano per passare al secondo, e sono una Grifondoro. So che molto probabilmente si starà chiedendo cosa diamine ci faccia una primina da sola ad Hogsmeade, ma stia pur tranquilla: non sono una persona avvezza ad infrangere le regole. Sono una Prefetta, e in quanto tale, il regolamento prevede che io possa recarmi qui da sola anche se al primo anno. -
Sorrise, scrollando le spalle: le pareva giusto fornire alla donna una spiegazione dettagliata.
 
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view post Posted on 5/8/2013, 14:07
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Se gliel’avessero detto in una qualsiasi altra occasione non ci avrebbe creduto. Eppure era proprio così: il ghiaccio si era rotto presto, di certo molto più velocemente di quanto lei stessa si sarebbe mai aspettata. E di certo, il merito andava tutto alla ragazzina, lei si faceva fin troppe paranoie per poter aspirare ad un risultato del genere in così breve tempo. A quel punto, era ancora più curiosa di sapere di quale casata facesse parte. Ma prima era meglio esaurire gli altri argomenti. Si limitò ad un sorriso, quando la ragazzina la ringraziò per ciò che aveva detto sul suo nome: in fondo, cosa c’era da dire di altro? Quell’argomento faceva parte dei convenevoli dovuti e con quell’ultima affermazione l’avevano definitivamente esaurito. Così come esaurirono in fretta il successivo, sulla scelta del tipo di frutta: alla fine la ragazzina era riuscita a fare una scelta. Albicocche, ottimi gusti
-Ottima scelta, anche a me piacciono molto le albicocche… anche se sono sempre troppo piccole per i miei gusti… e a dire il vero, sono pochi i frutti che non mi piacciono- Sorrise a quell’affermazione, forse stupida, ma che rispecchiava la realtà. Forse solo i fichi le creavano qualche problema… e le noci, ora che ci pensava, ma per il resto non si era mai fatta problemi particolari. Stava per aggiungere qualcosa, quando le parole successive della ragazzina la zittirono: di che cosa stava parlando? Non aveva mai parlato di andare via, forse quella ragazzina l’aveva fraintesa… o addirittura le aveva letto nel pensiero. Provò di nuovo a parlare per spiegarsi, ma Zoey sembrava inarrestabile: rispondeva alle sue domande una dopo l’altra, anche a quelle che non aveva fatto. Ma l’ultima risposta l’aveva chiesta e le interessava. E così stava parlando con una primina, grifondoro, una prefetta, addirittura. Annuì, conosceva benissimo quel regolamento. Lei stessa aveva dovuto avvalersene, per un seppur breve periodo. Sorrise alla ragazzina:
-Una Grifondoro.. devi essere molto coraggiosa, allora. Ed anche molto diligente se ti mancano pochi esami per il secondo anno e ti hanno già nominata prefetta. Sai? Anch’io ho frequentato Hogwarts, ma stavo in Corvonero. Mia sorella, invece, era una grifondoro come te- Sorrise più apertamente, stavolta davvero tranquilla e rilassata. Era la prima volta che poteva permettersi di fare un discorso del genere con qualcuno senza dover stare a pesare le parole a fare calcoli temporali e tutto il resto. In fondo, quella che aveva di fronte era una ragazzina e lei aveva, apparentemente venticinque anni: era impossibile che avessero frequentato la scuola nello stesso periodo e anche che avessero avuto gli stessi docenti, per fortuna. Quella sarebbe stata forse la prima volta che avrebbe potuto raccontare a qualcuno del tempo trascorso ad Hogwarts unendo alle solite invenzioni una parte di verità. Era davvero curiosa, a quel punto, di sapere dove le avrebbe portate quella conversazione.

Edited by Caroline Dalton - 6/8/2013, 19:09
 
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view post Posted on 30/8/2013, 17:34

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Zoey sorrise, distogliendo lo sguardo dalla vetrina per concentrarsi su espressione e volto della donna con cui stava discorrendo; forse aveva fatto male a parlare senza sosta, come un fiume in piena, senza darle la possibilità di intervenire?
Si morse il labbro inferiore, in imbarazzo; a volte proprio non riusciva a contenere la lingua. Il soprannome "metropolitana di Paddington" affibbiatole da sua sorella Shayla certo non era casuale. Sorrise leggermente.

- La prego di perdonarmi, ma a volte parlo così tanto che sembra io stia recitando un monologo. Non vorrei averle impedito di pronunciarsi su qualcosa...-
Tornò a concentrarsi sulla frutta; sì, mangiare qualche fresca albicocca non sarebbe stato affatto male, e certo sarebbe stato più confortevole discorrere sedute ad un tavolo davanti a del cibo. Ma non voleva essere troppo frettolosa come al solito, stavolta sarebbe stato meglio lasciare che Ms. Dalton si esprimesse sull'argomento che aveva preso piede dopo il suo monologo forse inappropriato.
Ascoltò attentamente la donna parlare, sinceramente interessata: e così era stata una Corvonero. Zoey, ad eccezione della sua amica Melody - che, fra le altre cose, non vedeva dalla sera del Ballo di fine anno - non conosceva molti Corvi. Ne salutava qualcuno per i corridoi, riconosceva i volti a lezione, ma niente di più; si rese conto che non era questione di Casate, ma soltanto del suo carattere, schivo e un po' chiuso, che non le permetteva di socializzare come, invece, avrebbe tanto voluto fare. E la dea sapeva quanto avesse bisogno di amici.
Lo sguardo tornò su Caroline: quanti anni poteva avere? Certamente era molto giovane, probabilmente sotto i trent'anni, ma chiederle la sua età effettiva sarebbe stato maleducato da parte sua, così si limitò alle congetture. Comunque, non doveva essere passato molto tempo dal suo ultimo anno ad Hogwarts, dato il suo aspetto giovanile.
Sua sorella era stata una Grifondoro? Questo la fece sorridere; provò un moto d'orgoglio nell'appartenere alla Casata di Godric.

- Io faccio sempre il mio dovere, Ms. Dalton, e lo faccio con piacere; mi piace dare il meglio di me, in ogni occasione...quindi sì, immagino di essere diligente. E per quanto riguarda il coraggio...beh, sono pochissime le cose che realmente mi spaventano, ma mi domando se questo sia effettivamente coraggio, o semplicemente un sottovalutare il mondo circostante. Non va bene temere ogni cosa, ma d'altra parte, essere troppi sicuri di sé molto spesso ci porta a fare dei grandi errori. Non è saggio, credo. -
Si fermò un momento, chiedendosi se, dopotutto, alla donna interessasse davvero ciò che stava dicendo, o se si trattasse soltanto di cortesia; ma era molto che Zoey non discorreva così piacevolmente con qualcuno, e così non pensò neppure un istante di smettere.
- Anche lei ha frequentato Hogwarts? Non deve essere stato molto tempo fa...voglio dire, è così giovane! - sorrise, sperando che la donna non si sentisse offesa per quell'affermazione. - Corvonero, la Casa delle menti più brillanti...una bella Casata, non c'è che dire. A dire il vero, prima di varcare la soglia della scuola, non sapevo molto su Hogwarts...sa, vengo da lontano. Pertanto per me non era importante la Casata in cui fossi finita. Ma dopo lo Smistamento, dopo qualche tempo, ho capito quanto i valori e gli ideali della Casata di Godric mi rispecchino, e ora non potrei sentirmi più fiera e orgogliosa di appartenervi...come certo lo era sua sorella. Cioè, come lo è tuttora, immagino...certe cose rimangono in noi per sempre. -
Non aveva idea della ragione per cui avesse fatto un discorso simile a Caroline; le era venuto spontaneo, e certo non era impostato o modellato su conversazioni precedenti.
Le sorrise, sperando davvero che non la considerasse un po' fuori di testa.
 
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view post Posted on 1/9/2013, 02:25
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Quante volte le era capitato di avere a che fare con ragazzine dell’età di Zoey? Infinite. Lo era stata lei stessa e aveva insegnato per anni a ragazzini di tutte le età: una reazione come quella della giovane grifa non era affatto inconsueta, in fondo era ancora piccola, era naturale che fosse incerta sul come rapportarsi con una persona molto più grande di lei. Per sua fortuna, non sembrava timida come altre ragazzine con cui aveva interagito, forse aveva solo bisogno di prendere confidenza e smettere di preoccuparsi per ogni singola parola. Forse se lei fosse stata più giovane, Zoey avrebbe avuto meno problemi, chissà… ma su quello, purtroppo non aveva potere. Sorrise alla ragazzina, scuotendo la testa
-Non preoccuparti, mi fa piacere ascoltarti- rispose, sorridendo sinceramente. Ed era vero, da quando aveva subito quella stupida magia dell’età approfittava sempre di ogni momento che le era concesso di interagire con qualcuno, anche se doveva fare attenzione a pesare le parole. Ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non restare del tutto isolata, anche celare una parte della verità. E mentre restava in silenzio per dare il tempo alla ragazzina di rispondere alle sue precedenti domande, non poté fare a meno di fare una lista mentale delle sue conoscenze: Milla era una grifondoro, Brooke lo stesso, James idem, Persefone e Vincent avevano –anzi, Persefone lo faceva tutt’ora- guidato i grifondoro, la ragazzina con cui avrebbe duellato al torneo indetto dal Ministero era una Grifondoro…..e adesso anche Zoey. Santo Merlino, ma aveva la calamita per i grifondoro? Non che le dispiacesse avere a che fare con loro ma doveva ammettere che era quantomeno strano. Ovviamente conosceva anche membri di altre case, ma in misura molto minore rispetto ai corvonero e ai grifondoro. Stava iniziando a fare una cernita più precisa, per vedere se per caso avesse dimenticato qualcuno quando la ragazzina parlò nuovamente, spiegandole il suo punto di vista. E sì, aveva avuto una giusta impressione, quella ragazzina sarebbe diventata un’ottima Grifondoro, Persefone doveva essere fiera di lei… e probabilmente lo era, se l’aveva nominata prefetta così giovane. Annuì, approvando le sue parole
-Sono d’accordo con te, questo è un ottimo punto di vista, non abbandonarlo, mi raccomando. L’importante è che il tuo coraggio non si trasformi in incoscienza: possono succedere tante cose che mai immagineremo, soprattutto in un mondo come il nostro. Anche il tentare di aprire un libro chiuso può riservarti sorprese inaspettate- Sospirò: in un modo o nell’altro tornava sempre a quella storia, l’aveva condizionata fin troppo, non poteva proprio farne a meno.
-Con questo, spero di non averti spaventato, studiare e comprendere la magia è bellissimo, ma bisogna farlo con attenzione e con i giusti tempi, questo non scordarlo mai- Eccola lì, un’altra predica: possibile che non riuscisse proprio a farne a meno? Beh, pazienza, ormai era andata così e non aveva intenzione di rimangiarsi quelle parole perché era convinta della correttezza di ogni singola lettera. E fu proprio la ragazzina a fornirle un modo per cambiare discorso. E non poté fare a meno di sorridere: per la prima volta poteva parlare di sé senza mentire troppo
-Sì, anch’io ho studiato ad Hogwarts… ed è passato meno tempo di quanto tu non creda. Ho amato i Corvonero, sono stata bene tra di loro e sono stata ancora più fiera di diventarne la prefetta. Ed ora ti confiderò un segreto che nessuno conosce: speravo di poter raggiungere un giorno la nomina a caposcuola ma…- caspita, ed ora? Come le spiegava il perché non avesse mai potuto raggiungere quella carica? Doveva inventarsi qualcosa, in fretta. Per fortuna il suo cervello le venne in soccorso, suggerendole una risposta decente. -ma alla fine ho passato tutto il mio tempo sui libri, cosa che non faceva il caposcuola di Corvonero, all’epoca ed ho finito la scuola prima di lui. Pazienza.- concluse, sollevando le spalle e rivolgendo alla ragazzina un mezzo sorriso. Tra l’altro, non era nemmeno una bugia, non del tutto almeno: aveva DAVVERO concluso la scuola prima di Manuel anche se per un motivo diverso da quello che aveva detto a voce
-Io invece, speravo proprio di finire tra i corvi. Ma sono contenta che tu sia fiera della tua casata, vuol dire che il Cappello ha visto giusto ancora una volta. E di sicuro Pers… la preside Bennet sarà fiera di avere a Grifondoro una persona come te. Per quanto riguarda mia sorella… sì, ne era fiera anche lei, anni fa, ma ora non la sento da parecchio, non so se la pensa ancora così- Incredibile, si era confidata con una ragazzina sconosciuta! Ma cosa le era preso? Beh, in fondo, non aveva detto poi chissà cosa, solo che non sentiva da tanto Milla… e aveva rischiato di far capire alla giovane di conoscere Persefone più di quanto avrebbe potuto fare una persona esterna alla scuola. Sperò che la ragazzina non ci facesse troppo caso… e se così non fosse stato… pazienza, avrebbe inventato un’altra menzogna, magari mettendoci in mezzo qualcosa di vero.
 
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view post Posted on 2/9/2013, 22:04
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Il Gufo Espresso
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Ancora un'altra consegna, per il zelante Gufo. Fortunatamente, erano già calate le tenebre.
Con l'avvicinarsi dei mesi invernali le giornate si accorciavano rapidamente, ed era una manna dal cielo per il pennuto che adorava quelle situazioni. Poteva dedicarsi al suo lavoro attorniato dalle luci accese delle case, dall'assenza di chiunque per le strade, dalla calma che impregnava ogni angolo del mondo magico.
Finalmente, un po' di calma.
Quel volo gli risultò un po' come una passeggiata. L'itinerario non era il solito: stavolta da Hogwarts nessuna chiamata: si sarebbe dovuto dirigere ad Hogsmeade.
Era da tanto che non vi faceva una puntatina, ma finalmente avrebbe rimediato.
Si insinuò nei vari vicoletti fino a giungere all'interno del villaggio, dove iniziò a setacciare i vari punti d'incontro presenti.
Se la memoria non lo ingannava, e se la fortuna gli avesse dato una mano, Miss Dalton, l'Abbonata cui consegnare l'edizione del Profeta, sarebbe stata a portata di artigli da un momento all'altro.
Ed infine, eccola lì, davanti a lui.
Gracchiò felice di aver risolto anche tale incarico, e si fiondò ad ali spiegate in direzione della donna, che sembrava stesse parlando con qualcuno d'età inferiore. Poco male, la Gazzetta doveva essere recapitata a lei, non ad altri.
A pochi metri dal di lei corpo, prese leggermente quota per trovarsi verticalmente ad un'altezza minima, per non spiegazzare ulteriormente il giornale.
Al che, lo lasciò cadere, calcolando precisamente la traiettoria grazie alla quale, se Miss Dalton fosse stata pronta, la Gazzetta sarebbe atterrata esattamente nelle sue mani.
Un altro incarico portato a termine. Che lavoro soddisfacente per sé stesso, quello di recapitare la Gazzetta.
In un attimo, dritti alla Redazione: non poteva far aspettare ulteriormente altri ordini. Da capo a dodici, altre pratiche.


Consegna del Gufo Espresso:
Articolo per Caroline Dalton

 
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view post Posted on 9/9/2013, 21:01

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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Zoey avvertì una nota di nostalgia nella voce della donna, o forse era piuttosto...rassegnazione? Forse stava ancora una volta correndo a conclusioni affrettate, cosa non nuova per lei; e quante volte si era sbagliata sul conto delle persone?
Troppe, malgrado avesse solo tredici anni (quasi quattordici, in realtà). E, le doleva ammetterlo, la delusione più grande era stato suo padre. Si era illusa che le cose sarebbero potute tornare le stesse, che avrebbero potuto ricominciare daccapo come una vera famiglia, ma, inevitabilmente, si era sbagliata. E la dea sapeva quanto ne aveva sofferto. D'altronde, non poteva certo pretendere che una persona le volesse bene.
"Dovresti, invece." , le sussurrò la vocina della sua mente che, ogni tanto, le parlava, sussurrandole cose che senza ombra di dubbio erano vere, ma che si rivelavano sempre troppo complicate da mettere in pratica; "facile a dirsi, difficile a farsi", come si soleva dire. "In fondo, è pur sempre tuo padre. E' suo dovere di genitore fare quello che è meglio per i figli."
"E se fosse meglio stare lontani?"

La vocina tacque. Era ovvio che era meglio per Zoey e le sue sorelle tenersi alla larga da Logan Lesnicky e tutto ciò che riguardasse Juneau e l'Alaska in generale; era meglio così davvero, ma faceva male.
Rapidamente come si erano insinuati nella sua mente, quei pensieri svanirono, e la ragazzina poté finalmente concentrarsi di nuovo sulla conversazione; qualcosa in particolare attirò la sua attenzione.

- E di sicuro Pers… la preside Bennet sarà fiera di avere a Grifondoro una persona come te. -

Dunque, la conosceva? Allora, forse, non era una persona così estranea a Hogwarts...

- Lei...conosce la professoressa Bennet? -
Si chiese perché le avesse posto una domanda del genere; in fondo, ms. Dalton avrebbe potuto anche risponderle che non era affar suo, perché, alla fine, era proprio così. Non era mica suo diritto impicciarsi.
Evitò di scusarsi ancora della sua impertinenza, per non sembrare un'idiota totale; rimase perciò ad ascoltare quello che la giovane donna aveva da dire su sua sorella. E così, non la sentiva da parecchio, eh? Si rattristò un po' per lei; per tutta la sua vita, aveva sentito sua nonna ripetere che il legame fra sorelle era indissolubile, che se c'era l'affinità e la complicità giusta, si poteva essere anche a conoscenza di dove fossero, e se si trovassero in pericolo. Ma poteva capirla: in fondo, era parecchio che non vedeva o sentiva Shayla ed Enya...e le mancavano moltissimo.

- Non le manca sua sorella? Io, di sorelle, ne ho due, e non vedo l'ora di rivederle...mi domando come reagirei se fossimo impossibilitate ad incontrarci per molto tempo. Ho sempre cercato di instaurare un legame forte con loro, sebbene a quest'età non siano rari i litigi, anche per cose stupide. -
Alzò le spalle, lasciando la frase incompleta, confidando che la donna avrebbe capito quello che intendeva. E si domandò di nuovo se fosse lecito impicciarsi.
Le sorrise, impacciata, non sapendo cos'altro aggiungere; e allora, decise di attendere la sua risposta.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 14/9/2013, 19:02




*Mi serve una pausa*

Il cervello ormai la stava abbandonando e i criceti smontavano la ruota pronti a partire per una lunga vacanza probabilmente senza ritorno, non poteva permetterlo, aveva bisogno di una pausa.
Aveva brillantemente terminato il primo anno ed ora era stata nominata prefetto, tra libri e incarichi vari non riusciva a trovare un attimo per se stessa, così decise che era il momenti di darci un taglio e di staccare, almeno per qualche ora da tutto.
Sarebbe andata a Hogsmead, ora poteva, abbandonò la divisa sul letto e indossò quei vestiti babbani che da molto risiedevano sul fondo del suo baule, non le interessava apparire, un paio di jeans, una t-shirt e un paio di scarpe da tennis sarebbero andati benissimo.
Arrivata al villaggio si sentì una stupida


*Cosa ci faccio qui? Ah già, volevo staccare, ma non cambia la domanda, cosa ci faccio qui?*

Non c'era mai stata, non la conosceva e probabilmente si sarebbe persa, inoltre da quello che aveva sentito si trattava sicuramente di un villaggio suggestivo, ricco di negozi e di opportunità di spesa

*Stupendo, se solo fossi amante dello shopping*

Non era il suo ambiente, non si era mai allontanata dall'orfanotrofio, mai visto dei negozi, se non in quelle poche occasioni in cui accompagnava la direttrice a comprare qualcosa per l'istituto e a dire la verità l'idea di spendere soldi non la elettrizzava, non aveva bisogno di nulla, o forse di così tante cose che non avrebbe saputo cosa scegliere

*Via Arya, basta, quella vita è passata, ora sei un'altra Arya, sei un'ottima studentessa e non hai motivo per essere triste*

Sapeva di averlo, ma scacciò via quei pensieri decisa a dedicarsi ad un sano pomeriggio all'insegna del relax e, se ci fosse stata l'occasione, dello shopping.
Ora le si presentava un altro problema, da dove partire? quanto sarebbe stato grande quel villaggio? e quante possibilità c'erano che la sua curiosità non la mettesse nei guai?
Proprio mentre meditava sul da farsi il suo stomaco brontolò


*Dannazione, forse avrei dovuto mangiare qualcosa*

Tra una cosa e l'altra si era completamente dimenticata di andare in Sala Grande per il pranzo ed ora si ritrovava con lo stomaco in subbuglio e un'idea le balenò per la mente, sarebbe andata a prendersi dei dolcetti.
Era consapevole che i dolcetti non erano un pasto sano, ma poco le importava, non li aveva mai mangiati ed ora che era libera di fare ciò che voleva si sarebbe rifatta del tempo perso.
Con passo sicuro e deciso intraprese l'unica strada percorribile per raggiungere il centro del sobborgo, per poi fermarsi bruscamente


*Bene Arya, dove pensi di andare? Magari ti farebbe comodo chiedere indicazioni*

Era restia, l'idea di importunare qualcuno non la metteva a suo agio, avrebbe preferito arrangiarsi, ma guardandosi intorno si rese conto che avrebbe potuto metterci tutto il pomeriggio in mezzo a quella miriade di vetrine, così si fece coraggio e cercò di individuare qualcuno che non la mettesse troppo in soggezione.
Poco distante, dall'altro lato della strada rispetto a dove si trovava lei vide due figure, una ragazzina, probabilmente doveva avere più o meno la sua età

*Strano, non l'ho mai vista a scuola...ma che strano e strano, a stento conosci i tuoi di compagni*

e con lei c'era una ragazza certamente più grande, ma sicuramente di molto al di sotto dei trent'anni, età che per aria equivaleva all'essere adulti. Decise che forse poteva domandare a loro, in fondo la sua coetanea non le avrebbe negato una mano e l'altra ragazza non le sembrava particolarmente minacciosa.
Si avvicinò con cautela e si accorse che le due erano intente in una conversazione, ma ancora non ne capiva l'oggetto, quando fu a pochi passi da loro sentì che parlavano di Hogwarts, non era sua intenzione interromperle, così attese un momento di pausa per intromettersi


-Scusate- disse sorridendo -non era mia intenzione ne origliare ne interrompere la vostra conversazione, è che se foste così gentili da darmi un'indicazione evitereste a questa povera studentessa di perdersi e di beccarsi una punizione perchè tornata tardi al Castello-

probabilmente a loro non sarebbe interessato, ma magari invece avrebbe fatto tenerezza alle due e sarebbe riuscita ad ottenere la sua informazione.
Non era per nulla sua intenzione quella di apparire come una persona bisognosa di aiuto, ma purtroppo l'essere completamente inesperta in tutto ciò che riguardava il mondo magico non la metteva certo in una posizione di vantaggio, anzi, le cose erano due, o metteva su una maschera strafottente cercando di nascondere la sua scarsa conoscenza o si rassegnava e cercava di imparare più cose possibili per colmare quel vuoto che la distanziava dal resto dei maghi e facendo ciò spesso appariva anche ingenua.


*Che figura...e ora che mi invento?*

Si era appena resa conto che si trovavano di fronte alla vetrina di un negozio di dolciumi, e ora che dire? non poteva di certo domandare dove trovarne uno, lo aveva di fronte, aspettò comunque risposta da una delle due ragazze, nel frattempo avrebbe almeno guadagnato tempo
 
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view post Posted on 17/9/2013, 21:48
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Il tempo trascorreva tranquillamente e lei quasi non se ne accorgeva: era buon segno, stava a significare che la conversazione non l’annoiava. E di certo era un punto a favore della sua interlocutrice, di solito le ragazzine di quell’età non avevano molto da dire, a parte sciocchezze varie che finivano presto col farle desiderare di liquidarle in fretta. Ma ovviamente doveva rispettare il ruolo di docente, preside e capocasa e fingere che i loro discorsi l’interessassero, mentre non desiderava altro che giungessero al punto e la lasciassero al suo lavoro. In quel momento, però, nessuno la costringeva a fingere: se il discorso non le fosse interessato avrebbe potuto liquidare la ragazzina con una scusa qualsiasi e tornarsene a casa o infilarsi da Bibliomagic in cerca di qualche nuovo arrivo. Ma non aveva intenzione di fare né l’una, né l’altra cosa: Zoey sembrava una ragazzina sveglia ed acuta ed era piacevole chiacchierare con lei. Solo che, puntuale come la morte, era rispuntato il solito problema: quando si trovava a suo agio con una persona, aveva la tendenza a parlare troppo. Ed anche quella volta, immancabilmente, si era lasciata sfuggire qualcosa che non doveva. E la ragazzina non aveva potuto fare a meno di notarlo. Ed ora come avrebbe potuto cavarsela? Forse sarebbe bastata una risposta ovvia.
-Chi non la conosce? È la Preside di Hogwarts e la direttrice della Gazzetta del Profeta, il suo nome è sulla bocca di parecchia gente nel nostro mondo. A furia di leggerne, diventa una specie di vecchia amica- Si strinse mentalmente la mano, facendosi i complimenti, era un genio, non c’erano dubbi, come inventava scuse lei nessuno mai. E a proposito di Gazzetta, un gufo stava giusto planando a farle la consegna: ohibò, ogni tanto si ricordavano che aveva l’abbonamento anche lei… ma prima di vedere cosa si erano inventati per quella volta, avrebbe risposto alla ragazzina. Era semplice parlare di quell’argomento con lei, era così giovane non c’era il pericolo che arrivasse a giudicare.
-Sì, mi manca. Moltissimo. E non sai quanto desidero rivederla. Ma è stata una sua scelta andarsene senza farmi sapere nulla e per quanto mi faccia male è giusto che la rispetti. Tieniti strette le tue sorelle, mi raccomando.- Caspita, si stava davvero confidando con quella ragazzina. Forse era il caso di darci un taglio, non aveva la minima intenzione di rattristarla. Abbassò lo sguardo e improvvisamente ricordò la consegna appena arrivata: un ottimo modo per cambiare discorso. Chissà cos’aveva scritto la Gazzetta, quel giorno?
-Scusa un momento, mi è appena arrivata…- disse, mostrandola alla ragazzina e scorrendo rapidamente il testo dell’articolo in rilievo: parlava di Persefone, di un duello che aveva sostenuto contro… Shinretsu. Annuì brevemente, ricordando il volto di quel ragazzo, era stata la sua docente per un paio d’anni scolastici, se non di più. E finalmente era arrivato al quinto anno, traguardo che ultimamente sembravano aver raggiunto in parecchi. Ma l’articolo andava oltre, esaltava le doti di duellante del ragazzo e lo dava vincitore di un duello contro Persefone. Vincitore… a tavolino, a quanto sembrava, perché Persefone, a detta del giornalista, si era ritirata. Continuò a leggere l’articolo sempre più allibita da ciò che era stato vergato sulla carta: il giornalista non faceva che gettare fango sull’amica, mettendo in dubbio la sua capacità di gestire Hogwarts. Lo stupore aumentò leggendo il nome dell’autore dell’articolo: Toobl. Lo conosceva, eccome se lo conosceva, faceva parte della sua casata, era stata la sua docente per anni. Un moto di rabbia l’assalì come gli era venuto in mente di scrivere cose del genere? Innervosita, appallottolò il giornale, scaraventandolo dietro di sé. Non poteva certo sapere che, proprio da quella direzione stava venendo una ragazzina, ma la realtà le si palesò sentendo il rumore della carta sbattere contro qualcosa. Si voltò, trovandosi di fronte una ragazzina poco più bassa di lei, coi capelli castani e gli occhi verdi, che era, evidentemente stata presa in testa dal giornale.
-Scusami, non ti avevo affatto vista. Di cosa hai bisogno?-

Edited by Caroline Dalton - 21/9/2013, 15:42
 
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view post Posted on 26/9/2013, 20:44

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C'era qualcosa che non la convinceva nella risposta della donna; ne studiò l'espressione, ma poi si strinse nelle spalle e lasciò perdere. In fondo, non era affar suo; e poi, anche ammesso che la conoscesse, a lei non avrebbe cambiato proprio nulla.
Così, decise di accantonare l'argomento Bennet, subito dopo la risposta di Ms. Dalton; il tema sorella le interessava molto di più.
Vide tristezza negli occhi della giovane donna mentre ne parlava; doveva essere stata dolorosa per lei la separazione inaspettata dalla sorella. Ma aveva ragione: bisogna sempre rispettare le scelte delle persone. Se ami una persona, devi essere anche capace di lasciarla andare, se è questo che vuole. Certo, più facile a dirsi che a farsi.

- Farò il possibile; ma, come ha giustamente detto lei, quella di andarsene potrebbe essere anche una loro scelta. E se così sarà, io non le tratterrò. Se l'amore diventa una forma di egoismo, allora in un certo senso già non è più amore. Dobbiamo essere capaci di perdonare, e di lasciare andare chi amiamo, anche se questo ci fa soffrire. Meglio saperle lontane ma felici, piuttosto che tenerle vicine, ma scontente. - Concluse, facendo spallucce; non sapeva che se questo fosse il caso di Ms. Dalton, ma era così che Zoey la pensava.
Appena finì di parlare, arrivò un gufo con un articolo di giornale per la sua interlocutrice; attese pazientemente che lo leggesse, e, notando l'espressione stupefatta della donna, non poté fare a meno di chiedere:

- E' un articolo interessante? - Non era sua intenzione immischiarsi, magari non era neppure una faccenda che la riguardava, eppure la sua curiosità, come al solito, aveva avuto la meglio. Si morse la lingua.
Poi, la Dalton fece qualcosa che lasciò la ragazzina basita: appallottolò il giornale, e con gesto nervoso lo lanciò dietro di sé. Non se lo aspettava. Evidentemente, in quell'articolo doveva esserci qualcosa che l'aveva turbata e infastidita. Si chiese di cosa potesse trattare.
Ma la linea dei suoi pensieri fu interrotta da un avvenimento - l'ennesimo - inaspettato: il giornale aveva colpito una ragazzina, più o meno sua coetanea, che per giunta si era avvicinata loro e stava chiedendo qualcosa.

-Scusate, non era mia intenzione ne origliare ne interrompere la vostra conversazione, è che se foste così gentili da darmi un'indicazione evitereste a questa povera studentessa di perdersi e di beccarsi una punizione perchè tornata tardi al Castello. -

Zoey sorrise; era anche lei una studentessa di Hogwarts, era ovvio. Ora che ci pensava, il viso della ragazza le sembrava familiare. Era possibile che l'avesse incrociata nei corridoi di sfuggita, tra una lezione e l'altra. Ma aveva visto tante facce, specialmente nell'ultimo periodo, che avrebbe potuto facilmente sbagliarsi. Perciò lasciò perdere qualsiasi congettura, e ricambiando il sorriso, le disse:

- Cosa volevi chiedere? Anche io tornerò al Castello fra poco...se vuoi possiamo fare la strada insieme. Ammesso che tu voglia aspettare un po'...sai, è in corso una conversazione interessante, e non voglio troncarla. - aggiunse, sorridendo alla Dalton; si sentiva più tranquilla e serena, e, stranamente, decisamente socievole. - Magari puoi unirti anche tu al discorso...se ti va, ovviamente. - Aggiunse, rendendosi improvvisamente conto che magari poteva sembrare invadente e inopportuna. Ma cercò di non darlo a vedere, e sorrise, come se nulla fosse stato.
In fondo, simulazione e dissimulazione facevano parte della natura umana; e non era proprio il momento di mostrarsi come se fosse stata un'idiota o una babbea totale, anche perché era ben lungi dall'esserlo.
Doveva imparare ad essere più spigliata con le persone. Forse poteva fare un tentativo adesso; chissà che non fosse andato bene!
 
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