Conosceva un posto fresco, un posto fresco dove allieviare il caldo torrido di quei giorni. Solo una volta aveva osato fare il bagno nel lago, e non osava ritentare, non con tutti quei professori in giardino, desiderosi di concedersi una pausa e riposare al fresco. In alternativa c'era sempre la biblioteca, oppure il posto segreto che divideva con un altro concasato. Sorrise, prendendo la borsa a tracolla e incamminandosi verso il corridoio, uscendo dalla sala comune per finire sulle scale e, in breve tempo, al quarto piano. Imboccò il corridoio lastrato, quindi si diresse verso quell'ampia sala da cui filtrava un leggero fresco e un breve mormorio allegro. Sorridente entrò, desiderosa di concedersi una pausa e, perchè no, un pò di fresco. Appena entrata, spostò il volto prima a destra e poi a sinistra, cercando un tavolo libero. Sfortunatamente non era l'unica vere avuto quella idea. I tavoli erano stracolmi, la maggior parte degli studenti fingeva di leggere, si godeva il fresco. Melody non potè far a meno di storcere il naso, dirigendosi verso la libreria, carezzando delicatamente le copertine dei libri. Chiuse gli occhi, lasciandosi guidare dal tatto. Aprì gli occhi a un certo punto, fermando nello stesso istante le dita. Non le piaceva scegliere i lirbi così, a caso, ma in quel momento voleva aprirne uno e concentrarsi sulle sue pagine ingiallte o bianche che fossero. Ritrasse le dita, prendendo il 'prescelto' tra le mani. Iniziò a sfogliarlo, delicatamente e lentamente, lasciando che l'odore inconfondibile di libro le entrasse nelle narici. Sapeva di antico, di nuovo, di ingiallito, di curiosità, di sapere. Si sedetta a un tavolo, il naso quasi incollato sulle pagine. Prese una sedia, muovendola il più silenziosoo possibile. Non si era accorta che quel tavolo era già occupato. Passarono i minuti, finchè sentì il rumore di una sedia vicino a lei. Quel tavolo era appartato, forse il più nascosto. Alzò lo sguardo, le parole inchiostrate di nero che ancora le passavano tra gli occhi. Si trattava di un libro di quidditch, la copertina rosso fuoco e le pagine ingiallite dal tempo. Narrava del quidditch in antichità, le narrazioni partita per partita, le durate, i falli, le rose dei giocatori, l'arbitro, il tifo, l'entrata in campo, il cielo, l'ora, le temperature, il meteo..Vabbè, tornando a noi. Melody alzò lo sguardo furtiva, quindi si accorse di essersi seduta in mezzo a due giovani. Sbattè le palpebre, focalizzando le due figure che aveva ai lati. Erano serpeverde, un ragazzo e una ragazza. Lui aveva i capelli lunghi, un ciuffo che gli andava vicino a un occhio. Gli occhi sembravano azzurri, o comunque chiari. Lei invece aveva i capelli ondulati, capelli marroni e .. forse Melody aveva sbagliato, forse doveva sedersi a un altro tavolo ma quale altro tavolo ? L'unico libero era quello. Sedersi per terra no ? O magari ispezionare il reparto proibito...
*Smettila. Non. Infrangere. Le. Regole. Nè. Pensare. Minimamente. O. Lontano. Un. Miglio. Di. Farlo. *
Si rimproverò la corvetta, distogliendo lo sguardo. Come avrebbe proseguito ? Se ne sarebbe andata ? Si, forse era meglio ma.. gli avrebbe disturbati ! E se stavano facendo un piano per conquisatre il mondo ?
*Stop, stupid. Niente pregiudizi. Sono primini, forse. Probabilmente sono innocui.*
Melody e la sua famiglia in generale non erano molto .. amichevoli con i serpeverde. Suo nonno era stato vittima per anni di blullismo by serpescemi, ma lei non doveva avere pregiudizi. Suo nonno si era difeso egregiamente. Poteva immaginralo, col bastone da passeggio che camminava impavido tra i corridoi. Jackson, il rispettoso ragazzo, cercatore nella squadra di Quidditch e quasi prefetto corvonero. Quasi ? Beh, tutti dicevano che da un momento all'altro gli sarebbe arrivata la spilla. Eppure quella spilla non arrivò mai. Chissà, forse era anche meglio così. Si sarebbe dato troppe arie e troppa.. superiorità. Si sentiva superiore, superiore alla sua età, superiore ai coetanei e superiore a quei bulli serpeverde. Ma non riusciva a essere superiore ai pregiudizi. Quello no. E per lui, tutti i serpeverde erano serpescemi, bulli montati. Anche se nei primi tempi era ammirato e osservato da ragazze ( dopotutto era un bel ragazzo, occhi chiari, carnagione scura e capelli ramati ), sopratutto serpeverde, iniziò a scacciarle, isolarle. E venne ben presto isolato. Il sorriso che per anni aveva portato sul volto venne sostituito da una maschera di freddezza. Forse sarebbe sato meglio tra i 'serpescemi'. Beh, tutto questo discorso per dire che Melody stava lottando contro i pregiudizi. Gli credeva inutili, doveva abbattere quel muro contro i serpeverde. Dopotutto le storielle raccontate da suo nonno potevano benissimo essere finte ! Cioè, chi si avvicinerebbe a una specie di robot umanoide che cammina impassibile brandendo un bastone dal pomello d'argento? Suo nonno era zoppo da un piede a seguito di un'esplosione nelle vicinanze della sua residenza. Non ne era uscito incolume, e portava una protesi fatta benissimo ma comunque non camminava perfettamente senza il bastone. Si udiva un lieve ticchettio noioso, quindi il ragazzo utilizzava la 'terza gamba' per non appoggiare il finto piede.
Scusate.. vi disturbo ?
Esclamò Melody in un sussurro, rivolta ai due serpini. Se li avesse visti prima gli avrebbe chiesto se poteva sedersi, ma ormai era già seduta e quella domanda non aveva molto senso in effetti.