There is nothing to save me from what I've become, per Arya e chiunque voglia aggregarsi.

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Lady Vengeance
view post Posted on 6/8/2013, 13:36




La piccola Lovecraft si aggirava per Hogwarts nei panni del suo alter ego, come sempre del resto. Indossava ovviamente la divisa maschile , i capelli medio lunghi tendevano a coprirle il lato sinistro del viso. Camminava con la mano destra in tasca mentre il braccio sinistro reggeva un libro del nonno, guardandosi in giro con aria di superiorità.
Quella prima giornata al castello era stata istruttiva: aveva girovagato fino all'ora di pranzo, esplorando gli spazi che poteva raggiungere come studente.
Si era notevolmente divertita, dopo aver accompagnato Kratos alla voliera dei gufi, scoprendo quanto grande fosse la scuola.
Era totalmente immersa in una nuova situazione giacchè mai dapprima era stata in una scuola. Suo padre ovviamente l'aveva rinchiusa in casa, così che ricevesse lezioni da un istitutore privato. In modo tale che nessuno avrebbe potuto starle attorno troppo da capire che non fosse un maschio. Si era dunque dovuto arrendere dinanzi alla lettera proveniente da Hogwarts specialmente rimembrando le ultime parole su letto di morte di suo padre, il nonno di Chris, H.P. Lovecraft.
Quindi, dopo le dovute minacce di morte se mai qualcuno avesse scoperto la verità, l'aveva lasciata andare.
Era piacevole non sentirsi più controllare ogni momento, vivere in un posto nuovo e essere in mezzo ad altri ragazzi anche se la maggior parte di essi era demenziale e totalmente inferiori. Era pur sempre una Lovecraft e le erano stati impartiti principi non troppo giusti.
Chrisalide varcò la soglia della biblioteca in silenzio, lucidando con la manica del maglioncino grigio il distintivo della sua casata e si incamminò nel corridoio centrale. Si guardava attorno in silenzio alla ricerca di un tavolo lontano da quel paio di ragazzine che non smettevano di fissarla. Scosse il capo e raggiunse un tavolo posto sotto una finestra, nascosto grazie a due grandi scaffalature.
Con educazione mosse la sedia e prese posto, poggiando sul ripiano dinnanzi a sè il libro prediletto.
"I racconti dell'incubo" di H.P. Lovecraft.
Finalmente avrebbe potuto dedicarsi alla lettura di quei capolavori senza suo padre in giro a ripeterle di smetterla di leggere le stupide congetture di un vecchio pazzo.
Un sorriso apparve sul viso della ragazzina, che si sentiva decisamente più libera, seppur l'apparente identità maschile che era costretta ad indossare.


Edited by Lady Vengeance - 11/8/2013, 11:07
 
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Melody Jackson
view post Posted on 6/8/2013, 13:53




Si può ? ^^
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 6/8/2013, 15:15




Come di consueto la giovane serpeverde aveva accantonato l'idea del cortile in favore di quel luogo a lei più congeniale, la biblioteca.
Non c'era posto più tranquillo dove trascorrere il pomeriggio senza rischiare di incorrere in coetanei troppo zelanti o studenti più grandi che tentavano di imporsi, era un luogo perfetto, dove chiunque poteva entrare, ma senza disturbare la quiete di chi vi risiedeva.
Quel giorno non si era portata nessun libro delle lezioni, aveva già svolto ciò che le competeva e poteva dedicarsi a letture più libere...
Da quando si trovava alla scuola non ne aveva ancora avuto il tempo, tra i compiti e la sua ricerca privata, aveva accantonato ogni sua passione, la scrittura, la lettura, sembravano un ricordo lontano, eppure in cuor suo non le aveva mai lasciate.
Varcò la soglia della biblioteca nel più doveroso silenzio, lanciando qualche occhiataccia a delle ragazzine che parlottavano sottovoce nel tentativo di non disturbare, ma suscitando più fastidio che altro, passò oltre e cercò un posto che potesse fare al caso suo.
Dopo qualche minuto, finalmente, ecco un tavolo libero, non era molto grande, si trovava in un angolo sperduto, forse dimenticato di quel luogo, ma era perfetto.
Solo un altro studente occupava un posto lì vicino, sembrava molto sulle sue, come se anche lui non volesse aver troppo a che fare con chiacchiere e cose simili


*Perfetto, io non disturbo lui, lui non disturba me*

Non prese posto, non ancora almeno, doveva ancora scovare la sua prossima lettura, ma iniziò a sistemare la sua postazione, estrasse dalla borsa una piccola lampada da lettura che portava spesso con se, le piaceva sedere con le spalle alla finestra e così facendo la luce sul libro arrivava scarsa, per non dover cambiare le sue abitudini utilizzava quel piccolo stratagemma e il gioco era fatto.
Posò sul tavolo altri tre oggetti, un foglio, la sua piuma e l'inchiostro


*Non si sa mai che trovi qualche spunto interessante*

Posò la borsa su una delle gambe del tavolo e si sfilò il mantello che appoggio allo schienale della sedia, ora che si ritrovava libera da ogni vincolo poteva iniziare la sua ricerca.
Si perse nella miriade di scaffali, non sapeva nemmeno lei che lettura la ispirasse in quel momento, così ne prese due o tre.
Tornò alla sua postazione e senza far rumore scostò leggermente la sedia e prese posto, posizionò davanti a se i tre tomi e iniziò l'ardua impresa della decisione


*Da cosa comincio? Mmm Poe...*

La raccolta che aveva tra le mani poteva uccidere un gufo, ma la cosa non la spaventava affatto, aveva tutto un pomeriggio davanti e si immerse nella lettura.
Ogni tanto però si lasciava distrarre da quel silenzioso ragazzino, era la prima volta che lo vedeva, così calmo, silenzioso, i capelli composti che in parte gli coprivano il viso, i lineamenti gentili e lo sguardo immerso nel suo libro, poi notò la cosa che più di tutte le colpì


*Un serpeverde, per forza, la divisa non mente...curioso, è il primo che vedo che non si comporti come un disgraziato, dai Arya magari è solo perchè sta leggendo, strano anche quello in effetti*

Durante uno dei tanti momenti di distrazione lo fissò più attentamente, non lui in se, ma la sua lettura, era curiosa di sapere cosa lo appassionasse tanto.
Nel tentativo di osservare meglio la copertina del libro scivolò un po' e la sedia si spostò rumorosamente, ma Arya fece finta di nulla e tornò a guardare il suo libro, almeno il tempo necessario per evitare che il giovane compagno di casa si accorgesse di essere osservato...
 
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Lady Vengeance
view post Posted on 6/8/2013, 22:42




ovvio che si :)
 
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Melody Jackson
view post Posted on 7/8/2013, 13:50




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Conosceva un posto fresco, un posto fresco dove allieviare il caldo torrido di quei giorni. Solo una volta aveva osato fare il bagno nel lago, e non osava ritentare, non con tutti quei professori in giardino, desiderosi di concedersi una pausa e riposare al fresco. In alternativa c'era sempre la biblioteca, oppure il posto segreto che divideva con un altro concasato. Sorrise, prendendo la borsa a tracolla e incamminandosi verso il corridoio, uscendo dalla sala comune per finire sulle scale e, in breve tempo, al quarto piano. Imboccò il corridoio lastrato, quindi si diresse verso quell'ampia sala da cui filtrava un leggero fresco e un breve mormorio allegro. Sorridente entrò, desiderosa di concedersi una pausa e, perchè no, un pò di fresco. Appena entrata, spostò il volto prima a destra e poi a sinistra, cercando un tavolo libero. Sfortunatamente non era l'unica vere avuto quella idea. I tavoli erano stracolmi, la maggior parte degli studenti fingeva di leggere, si godeva il fresco. Melody non potè far a meno di storcere il naso, dirigendosi verso la libreria, carezzando delicatamente le copertine dei libri. Chiuse gli occhi, lasciandosi guidare dal tatto. Aprì gli occhi a un certo punto, fermando nello stesso istante le dita. Non le piaceva scegliere i lirbi così, a caso, ma in quel momento voleva aprirne uno e concentrarsi sulle sue pagine ingiallte o bianche che fossero. Ritrasse le dita, prendendo il 'prescelto' tra le mani. Iniziò a sfogliarlo, delicatamente e lentamente, lasciando che l'odore inconfondibile di libro le entrasse nelle narici. Sapeva di antico, di nuovo, di ingiallito, di curiosità, di sapere. Si sedetta a un tavolo, il naso quasi incollato sulle pagine. Prese una sedia, muovendola il più silenziosoo possibile. Non si era accorta che quel tavolo era già occupato. Passarono i minuti, finchè sentì il rumore di una sedia vicino a lei. Quel tavolo era appartato, forse il più nascosto. Alzò lo sguardo, le parole inchiostrate di nero che ancora le passavano tra gli occhi. Si trattava di un libro di quidditch, la copertina rosso fuoco e le pagine ingiallite dal tempo. Narrava del quidditch in antichità, le narrazioni partita per partita, le durate, i falli, le rose dei giocatori, l'arbitro, il tifo, l'entrata in campo, il cielo, l'ora, le temperature, il meteo..Vabbè, tornando a noi. Melody alzò lo sguardo furtiva, quindi si accorse di essersi seduta in mezzo a due giovani. Sbattè le palpebre, focalizzando le due figure che aveva ai lati. Erano serpeverde, un ragazzo e una ragazza. Lui aveva i capelli lunghi, un ciuffo che gli andava vicino a un occhio. Gli occhi sembravano azzurri, o comunque chiari. Lei invece aveva i capelli ondulati, capelli marroni e .. forse Melody aveva sbagliato, forse doveva sedersi a un altro tavolo ma quale altro tavolo ? L'unico libero era quello. Sedersi per terra no ? O magari ispezionare il reparto proibito...

*Smettila. Non. Infrangere. Le. Regole. Nè. Pensare. Minimamente. O. Lontano. Un. Miglio. Di. Farlo. *

Si rimproverò la corvetta, distogliendo lo sguardo. Come avrebbe proseguito ? Se ne sarebbe andata ? Si, forse era meglio ma.. gli avrebbe disturbati ! E se stavano facendo un piano per conquisatre il mondo ?



*Stop, stupid. Niente pregiudizi. Sono primini, forse. Probabilmente sono innocui.*

Melody e la sua famiglia in generale non erano molto .. amichevoli con i serpeverde. Suo nonno era stato vittima per anni di blullismo by serpescemi, ma lei non doveva avere pregiudizi. Suo nonno si era difeso egregiamente. Poteva immaginralo, col bastone da passeggio che camminava impavido tra i corridoi. Jackson, il rispettoso ragazzo, cercatore nella squadra di Quidditch e quasi prefetto corvonero. Quasi ? Beh, tutti dicevano che da un momento all'altro gli sarebbe arrivata la spilla. Eppure quella spilla non arrivò mai. Chissà, forse era anche meglio così. Si sarebbe dato troppe arie e troppa.. superiorità. Si sentiva superiore, superiore alla sua età, superiore ai coetanei e superiore a quei bulli serpeverde. Ma non riusciva a essere superiore ai pregiudizi. Quello no. E per lui, tutti i serpeverde erano serpescemi, bulli montati. Anche se nei primi tempi era ammirato e osservato da ragazze ( dopotutto era un bel ragazzo, occhi chiari, carnagione scura e capelli ramati ), sopratutto serpeverde, iniziò a scacciarle, isolarle. E venne ben presto isolato. Il sorriso che per anni aveva portato sul volto venne sostituito da una maschera di freddezza. Forse sarebbe sato meglio tra i 'serpescemi'. Beh, tutto questo discorso per dire che Melody stava lottando contro i pregiudizi. Gli credeva inutili, doveva abbattere quel muro contro i serpeverde. Dopotutto le storielle raccontate da suo nonno potevano benissimo essere finte ! Cioè, chi si avvicinerebbe a una specie di robot umanoide che cammina impassibile brandendo un bastone dal pomello d'argento? Suo nonno era zoppo da un piede a seguito di un'esplosione nelle vicinanze della sua residenza. Non ne era uscito incolume, e portava una protesi fatta benissimo ma comunque non camminava perfettamente senza il bastone. Si udiva un lieve ticchettio noioso, quindi il ragazzo utilizzava la 'terza gamba' per non appoggiare il finto piede.

Scusate.. vi disturbo ?

Esclamò Melody in un sussurro, rivolta ai due serpini. Se li avesse visti prima gli avrebbe chiesto se poteva sedersi, ma ormai era già seduta e quella domanda non aveva molto senso in effetti.

 
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Lady Vengeance
view post Posted on 7/8/2013, 14:27




Gli occhi di Chrisalide divoravano le parole scritte sul tomo, famelici e avidi . Le sue eleganti e ovviamente curatissime mani accarezzavano le pagine con estrema delicatezza, quasi fosse preoccupata di poter recar danno al libro prediletto. Erano totalmente delle mani femminili, inaspettatamente piccole e delicate per un maschietto, ma la divisa, i capelli e l'atteggiamento dimostravano esattamente il contrario.
Quelle parole, chiare lettere su pregiata pergamena dorata, erano puro nettare per la sua giovane mente. Amava il modo di descrivere che suo nonno utilizzava, trasportando il lettore con sè all'interno del racconto.

Quello era il luogo perfetto per lei. In quell'atmosfera cupa, silenziosa e ricolma di mistero si trovava a proprio agio, coccolata in quel cimitero pieno di emozioni che sentiva appartenere soltanto a sè stessa, che nessun altro avrebbe mai potuto comprendere.

La biblioteca era immersa nel silenzio, tranne che per quelle sciocche ragazzini ciarlanti. Fortunatamente quel tavolo era abbastanza distante da tutti gli altri, e seppur lei avesse voluto leggere sottovoce, nessuno l'avrebbe udita .
Dopo qualche altra pagina sfogliata aveva intravisto qualcuno avvicinarsi, volse appena gli occhi e vide una ragazzina dai capelli scuri posizionare la propria roba sullo stesso tavolo, dal lato opposto.

* Perfetto. *

Chrisalide sospirò appena, contrariata della compagnia, seppur ora iniziasse a notare che quella ragazzina era della sua stessa casata. Questo tuttavia non cambiava le cose. Si sentiva quasi minacciata da quella presenza, come se non potesse più perdersi nel proprio libro liberamente, senza poter divagare, assaporare le descrizioni anguste e pallide del proprio avo. La maschera doveva tornare sul volto. Ma quelle parole, esoteriche come non mai, la richiamavano nel loro mondo. La finestra di fronte a lei ispirava molti pensieri. La mente le si perdeva in sconfinate dimensioni parallele, dove in ognuna di esse, Chris era libera di vivere lontana dalle imposizioni di suo padre.
I suoi occhi furono chiusi per qualche istante, immaginava la vera sè, libera di correre nel silenzio di un campo santo, attorniata da lapidi e silenti angeli di pietra a vegliare sul sonno dei defunti.

Fu un orribile suono a ridestarla dalle sue fantasie.

Creeeek

Le sopracciglia della giovane serpe si inarcarono, l'espressione assolutamente infastidita. Chi aveva osato disturbarla in quel modo ?
Riaprì gli occhi e pose il libro sul tavolo con lentezza estrema. La ragazzina che aveva notato poco prima, ora sedeva di fronte a lei, il viso chinato sul libro.
Accigliata, Chrisalide continuò a guardarla, aspettandosi almeno delle scuse per quel fastidiosissimo rumore che aveva interrotto il vagabondare della sua mente.
Ma l'altra serpe pareva fissare il proprio volume quasi ad ignorar il rumor causato, e la lingua velenosa di Chrisalide non potè trovar freno.

«È buona educazione chieder scusa quando si interrompe qualcuno con un rumore talmente molesto.»


Fredda come il ghiaccio, tagliente come una lama, continuò ad osservarla con quegli occhi di un azzuro glaciale e penetrante, attendendo ora che rispondesse.
Non aveva certamente notato che lei la stesse guardando solo fino a pochi istanti prima, persa com'era nel suo mondo cupo ma libero da quei mostri terreni. Le sue concezioni alquanto originali a proposito della vita e della morte, l' avevano da tempo indotta a tracciare confuse associazioni tra le fredde spoglie dei morti e quelli che erano stati i loro corpi vivi e palpitanti, cosicché immaginava che quegli immensi spazi desolati potessero offrire un luogo di riparo per qualcuno come lei, fragile e delicata sotto una corazza di edera a ricoprire il marmo di una lapide eretta da lungo tempo.

Mentre ancora aspettava la risposta della Serpeverde si rese conto che qualcun'altro ancora si era aggiunto al tavolo. Un'altra ragazzina, questa volta però si trattava di una Corvonero.
Chrisalide la sentì sussurrare qualche parola e volse il viso in sua direzione per poterla fulminare, giusto per mantenere alto il suo nome.
Disturbare ? Eccome !
Tutti sembravano volerla disturbare quel giorno, lei era stata la prima a sedersi a quel tavolo ed ora...?
Rumori molesti e voci moleste, ancora meglio.

« Ah, ora comprendo. È una congiura quest'oggi la vostra.
Siamo in una biblioteca se non l'avete ancora notato, signorine, gradirei davvero un pò di silenzio »


Disse seriamente. O almeno questo era quello che suo padre si aspettava di sentirle dire.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 8/8/2013, 13:19




Ancora con gli occhi fissi sul libro si rese conto che il suo piano non aveva poi funzionato molto, far finta di nulla non era stata una grande idea, anzi...del tutto sbagliata, il giovane serpeverde palesava una notevole scocciatura, non si era accorto di essere osservato, ma il rumore molesto lo aveva infastidito parecchio, doveva rispondere qualcosa, ignorarlo avrebbe peggiorato la situazione, così si dipinse in volto l'espressione più disinvolta possibile e alzò lo sguardo da ciò che stava leggendo, ma non fece in tempo a proferir parola che qualcun altro si era già intromesso.
Una ragazzina, dai colori della sua divisa si trattava di una corvonero, si ricordava vagamente di lei, l'aveva incrociata un paio di volte in sala grande, ma non le aveva mai rivolto la parola.
Si era seduta proprio tra lei e il ragazzo e ora chiedeva se desse fastidio.
Arya non sapeva se essere più infastidita per l'interruzione o per la piega che stava prendendo quel pomeriggio.Nuovamente non ebbe modo di rispondere, il verde-argento aveva nuovamente preso la parola e nuovamente in toni poco amichevoli.
Si rese conto che a dir la verità non aveva tutti i torti, si trovavano in una biblioteca, luogo dove anche lei, per prima, ricercava pace e tranquillità, però quei modi non le piacevano affatto, così decise finalmente di parlare.


-Non ti preoccupare, la biblioteca è pubblica, puoi restare pure al tavolo se il tuo intento è di trovare un po' di quiete per dedicarti alla lettura-

Disse rivolta alla giovane corvonero per poi indirizzare il suo sguardo verso il concasato

-Mi dispiace per il rumore molesto, non era mia intenzione arrecare disturbo a nessuno, sono scivolata cercando di recuperare la piuma caduta, posso assicurarti che, come te, mi trovo in questo luogo alla ricerca di tranquillità, ti chiedo dunque di sorvolare sull'accaduto e di restare qui, se dovessi infastidirti ulteriormente sarò la prima ad alzarmi e a cercare un posto il più distante possibile dal tuo, ma fino a quel momento potremmo cercare di non farci la guerra, un incidente può capitare a chiunque, non credo sia il caso di giudicare dalla prima impressione, le apparenze possono ingannare-

Disse tutto d'un fiato, sapeva che se fosse stata interrotta avrebbe perso il file del discorso e non l'avrebbe più ritrovato.

-In ogni caso, come buona educazione vuole mi presento, sono Arya Von Eis-

Non attese risposta, non sapeva se le sarebbe arrivata, così dopo aver dato una rapida occhiata ai due compagni di lettura tornò al suo libro, nella speranza che l'aria gelida che si era creata si smorzasse un po'.
 
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Melody Jackson
view post Posted on 8/8/2013, 14:33




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Melody si sentì puntare gli occhi addosso, quattro occhi addosso. Abbassò la nuca imbarazzata, poi riconobbe di essere stata lei ''l'artefice'' di quella domanda, quindi alzò lo sguardo traballante. Fu il ragazzo a parlare per primo. Aveva un tono autoritario, severo e deciso. Uno che, sicuramente, era un purosangue, un nobile di famiglia. Per un attimo Melody riconobbe in lui suo nonno, quindi scosse la testa e alzò un ciglio al tono rigido del ragazzo. Era un tono superiore, parole sagge e un linguaggio non comune. Continuò la serpeverde. Il suo era un linguaggio più spigliato, comune. La corvonero sfogliò la pagina, concentrando gli occhi sul libro. Poi lei si presentò come Arya. Doveva essere anche lei una purosangue, quel nome non era comune. Ma perchè no ? Tutti erano liberi di dare i nomi che volevano ai propri figli. Non c'era nessuna lista che dicesse che i purosangue dovevano avere un nome più regale. Il ragazzo non proferì parola oltre quelle frasi autoritarie. Melody poggiò la testa fra i gomiti. Se entrambi erano purosangue forse non gradivano la compagnia di una corvonero.

*Basta. Smettila.*

Si sarebbe volentieri picchiata, ma così sarebbe apparsa come la pazza isterica di turno. Forse se ne sarebbero andati volentieri loro due, che volevano godersi la quiete e il fresco come tutti, d'altronde.

Melody Jackson

Asserì, guardando prima lui, prima lei.

Come tutti d'altronde, signor.. ?

Melody sfogliò un'altra pagina, lasciando che gli occhi mangiassero le parole


 
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Lady Vengeance
view post Posted on 9/8/2013, 08:23




Chrisalide tornò a guardare l'altra serpeverde, inarcando con sarcasmo il sopracciglio sinistro ed arricciando le labbra. La ragazza verde-argento invitava la corvonero a restare tranquillamente al tavolo, sottolinenando il fatto che la biblioteca fosse pubblica.
Stava per ribattere con qualcosa di pungente e velenoso, per mandarle entrambe via, ma dovette mordersi la lingua rimembrando or sono le parole di suo padre.

* Hogwarts sar?à il tuo ingresso nella societ?à purosangue. Dovrai farti conoscere da chiunque. Sei l'ultimo dei Lovecraft, nobile, purosangue, ogni mago e strega deve sapere chi sei, temerti, od adorarti.*

Non che lei fosse completamente d'accordo con quelle motivazioni. Chrisalide voleva disperatamente farsi degli amici, non era mai stata a contatto con così tante persone della sua et?à, ma era costretta a quell'orrido involucro che non le si addiceva minimamente. Dentro di sè vi era quell'eterno conflitto tra il figlio che Maxwell Lovecraft voleva per Chris e ciò che Chrisalide voleva per Chrisalide.
Strinse una delle mani a pugno, così forte che le unghie si conficcassero nella carne, tanto da lasciare segni rossi su quelle mani delicate.

Guardò la Serpeverde e poi la Corvonero, sospirando lievemente, richiudendo il libro e stringendolo con entrambe le mani, mostrando il titolo del volume in bella vista.
Ascoltò entrambe presentarsi ed i suoi occhi si posarono nuovamente su Arya, le era piaciuta la contro risposta della giovane, dunque accennò un piccolo sorriso e quando fu certa di non interrompere nessuna, proferì .

« Il mio nome è Chris Alide E. Lovecraft.
Nel caso ve lo stesse chiedendo, sì, quel Lovecraft era mio nonno.
In caso contrario... Peggio per voi. »


E sorrise, stranamente sorrise con disinvoltura. Dopo aver fatto udire quella sua delicata voce, che tranquillamente era quella di una femmina ma si sa che anche i maschietti prima di sviluppar la propria, non sembrano tanto gravi.
Ma doveva far pur sfoggio della sua conoscenza. Negli anni di solitaria istruzione forzata nella propria dimora, gli unici amici che aveva erano i libri, specialmente quelli di suo nonno, e di certo non era colpa sua se ci si ritrovava appieno .
Pose il libro sul tavolo, copertina sempre ben visibile e continuò con fare elegante.

« Ritengo che le biblioteche siano uno di quei pochi luoghi il cui silenzio possa rassomigliar la dolce quiete dei cimiteri. Sfido chiunque a sostenere il contrario... »

Un piccolo nuovo sorriso e proseguì in un sussurro

« Ne ho visitato uno proprio quest'estate, e mi è capitato di scoprire qualcosa di incredile... Ma non credo che questo possa interessarvi in alcun modo, dati gli sguardi che mi state rivolgendo. »

Fece spallucce ed attese una reazione.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 9/8/2013, 17:29




Arya ancora tesa ascoltava le risposte, la giovane corvonero si era presentata e, anche se palesemente dubbiosa sul da farsi, era rimasta lì accanto a loro.
Il giovane la stupì, si aspettava nuovamente quel tono rude, nervoso, al limite dello sgarbato e, invece, quello che udì fu tutt'altro, una voce che, se l'avesse sentita da dietro una delle librerie, avrebbe attribuito più ad una compagna che al giovane che le si trovava davanti.
Il tono ancora sostenuto, ma la sua presentazione attirò l'attenzione di Arya più di quanto avrebbe immaginato.
Non si era mai dedicata alle letture rosa o a romanzi per bambini, le piaceva l'avventura, il mistero, il brivido dell'oscurità e, anche se ancora non aveva letto nulla, conosceva perfettamente quel nome


*Lovecraft, è davvero il nipote del famoso scrittore?*

Non ebbe però il coraggio di interromperlo, ne di domandargli conferma, sarebbe sembrata stupida e ottusa, così ascoltò ciò che stava dicendo, sempre più interessata, ora parlava di cimiteri

*Ne ha visitato uno...*

Arya una volta ci aveva provato, vicino all'orfanotrofio era situato il cimitero comunale, ma la sua impresa fu interrotta e mandata a monte da un bambino rompi scatole che appena l'aveva vista uscire di nascosto era subito corso ad avvisare la direttrice e così, dovette rinunciare all'impresa, non ebbe poi più modo di ripeterla in quanto distratta dai preparativi per la sua partenza per Hogwarts.
Mentre ripercorreva quella serata il silenzio calò nella sala, ma non poteva assolutamente lasciare che pensasse di trovarsi di fronte ad una ragazzina paurosa, così prese la parola


-Piacere giovane Lovecraft, sono onorata di conoscere il nipote del famoso scrittore, se non ti sembro inopportuna mi piacerebbe molto leggere gli scritti di tuo nonno e magari ascoltare alcune delle avventure che possono esserti capitate tra le mani, immagino che, con un nonno così, tu non sia un tipo pauroso che si tira indietro.-

Aveva parlato tutto d'un fiato, senza nemmeno rendersi conto di ciò che diceva, era seriamente interessata alle storie che il ragazzo aveva da raccontare e leggere gli scritti del nonno la trovava un'idea allettante.
Ora temeva un rifiuto, forse aveva osato troppo a quel primo incontro, specialmente ripensando all'inizio della conversazione, ma ormai era fatta, non poteva rimangiarsi ciò che aveva detto


-Dunque, quando vuole e ovviamente se vuole, giovane Lovecraft, sarei lieta di passare del tempo con lei, sempre che la sua prima impressione non sia così indelebile dalla sua memoria da precludermi qualsiasi possibilità di riscatto-
 
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Melody Jackson
view post Posted on 9/8/2013, 20:17




Melody sfogliava le pagine nonostante le orecchie fossero attente a ogni movimento. Come previsto, dopo pochi secondi il ragazzino si presentò. Aveva un nome strano 'Chris Alide E Lovecraft' .. Chissà per cosa stava quella E. Non aveva mai sentito Lovercraft, anche se probabilmente Chris si aspettava che loro lo conoscessero, o almeno conoscessero suo nonno. Chissà chi era. Un'altra pagina girò, lasciando posto a un'altra e a un'altra ancora. Alzò lo sguardo, non appena il ragazzo ammise di essere stato in un cimitero e di aver visto cose curiose, che a loro probabilmente non interessavano. La voce era cambiata, adesso sembrava un faccino autoritario con una voce non ancora sviluppata. I ragazzi col passare del tempo assumevano un tono rauco e per niente dolce, al contrario delle ragazze. Ma lui era piccolo . Quanti anni aveva ? 11 ? Si, doveva essere un primino. Sentì la ragazza serpeverde parlare, ma qualcosa era cambiato nel suo tono. Le parole erano più rigide, non come aveva parlato poco prima. Melody alzò un sopracciglio, chiedendosi quanto dovesse essere importante questo Lovecraft per parlare al nipote con quel tono di rispetto e addirittura dargli del voi. Beh, se propio devi dare del voi a qualcuno, inizia a farlo da subito, non dopo che sai che ha un cognome importante. Bah, chi li capiva ? Non ci capiva troppo dalle parole e dalle frasi che si stavano scambiando i due, come in una specie di codice d'onore. Diede una sbirciatina al libro che aveva in mano il serpeverde, quindi tornò a scrutare la ragazza che si chiamava Arya. Melody riuscì a cogliere alcune parole, almeno da quelle che si comprendevano. A quanto pareva il nonno del ragazzo era uno scrittore, e non scriveva fiabe per bambini.

Che racconti scrive tuo nonno ?


Chiese, tralasciando ogni forma di formalità. Insomma, erano pur sempre dei ragazzini, loro probabilmente al primo anno, lei al secondo. Non potevano lasciarsi trasportare da certe regole. A meno che non gliel'avessero chiesto esplicitamente e con validi motivi, la corvonero gli avrebbe continuati a trattare da pari. Forse, come la maggior parte dei serpeverde, i loro comportamenti erano dettati da severe regole imposte dai famigliari. Sua madre aveva avuto la stessa educazione, anche se molto più tollerante. Ma che ne doveva sapere lei dell'educazione degli altri studenti ? Ognuno educava i figli come voleva. La cosa strana era che Arya aveva cambiato atteggiamento. Ma d'altronde, a lei cosa importava ? Tutti erano liberi di fare ciòc he volevano. E se la serpeverde voleva cedere a stupide ( almeno per lei) regole di formalità, che facesse pure. Lei non l'avrebbe fatto. Poi, almeno che avesse capito bene, sembrava che lei volesse apssare tempo con lui.. senza Melody. Certo, un figlio di un figlio di un noto scrittore è importante, una degna amicizia. Non certo una corvonero di cui si ignorano le origini. Potevano andarsene senza di lei. Non si sarebbe offesa, o perlomeno non l'avrebbe lasciato intendere.
 
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Lady Vengeance
view post Posted on 10/8/2013, 07:35




Chrisalide sorrise soddisfatta, aveva completamente attirato la loro attenzione.
Il suo alter ego maschile, era orgoglioso ripensando a suo padre ed al fatto che stesse gi?à conversando con qualcuno.
La vera sè invece si sentiva euforica nel pensare che quelle potevano essere le sue prime amicizie, ma ovviamente, doveva contenersi.
Quella maschera di austerità continuava a coprirle il viso, mentre la mano sinistra passava sulla facciata del libro come a spolverare della polvere inesistente.

Guardò in direzione di Arya e fece un elegante cenno del capo, estremamente appagata dal fatto che almeno lei sapesse con chi stava parlando. Ascoltò dunque quanto ella avesse da dire, e le porse il libro con fare galante .

«Posso prestarlo senza alcun problema Von Eis, ma ti prego, non c'è bisogno del lei... » disse pacatamente.

«Ovviamente. Mi è sempre stato ripetuto che assomiglio molto a mio nonno... E ne vado sicuramente molto fiero. Scriveva racconti gotici e dell'orrore, Jackson. »

sorrise, poi riprese

«Non ho nessuna difficoltà ad assecondare la tua richiesta, Von Eis, e... sarò più che lieto che narrarvi questa particolare vicenda. »

Si schiarì appena un po' la gola e si guardò intorno per un attimo, per esser certo che la lontananza dagli altri tavoli fosse abbastanza da non esser uditi.
Per fortuna era così , dunque se avesse bisbigliato nessuno avrebbe potuto udire la loro conversazione.

« Ordunque... Nei pressi dell'antica magione della mia famiglia vi è una piccola valle boscosa. Mentre mi aggiravo in quei prati che conosco da quando ero più piccolo ho scovato, solamente quest'estate, un piccolo cimitero... Vi ho visto poche lapidi, almeno una ventina... Ma ciò che più ha attirato la mia attenzione è stata questa singolare e solitaria cripta sulle pendici del colle.
Il sepolcro al quale mi riferisco è un'antica costruzione di granito, credo, corroso dall'umidità di generazioni e generazioni. L'unica parte che mi era visibile era l'ingresso, poichè la parte posteriore è scavata nel terreno collinoso.
La porta, una lugubre e massiccia lastra di pietra, ruota su cardini completamente arrugginiti, e secondo una macabra consuetudine di mezzo secolo fa, è tenuta socchiusa in modo misteriosamente sinistro per mezzo di pesanti catene...»


Fece una piccola pausa per esser certo di avere la loro attenzione sul proprio discorso.

«Quando finalmente, dopo essermi fatto spazio tra due selvaggi roveti, mi imbattei improvissamente nell'ingresso del sepolcro, non avevo la più pallida idea di cosa avessi scoperto, ma seppi dal primo istante che qualcosa di misterioso aleggiava nell'aria, e che quel sinistro portale richiamava la mia attenzione...
Pensai fin da subito ai racconti di Howard, mio nonno, e alle storie che egli stesso in prima persona aveva veduto e vissuto, in posti come quello. »


Si fermò di nuovo, per essere certo che le due ragazzine avessero seguito il filo del discorso e in caso avessero domande da porgli.
Aveva sempre pensato che qualora avesse trovato degli amici, avrebbe narrato le sue piccole avventure che gli piaceva andare incontro durante i periodi che suo padre non era a casa e i domestici la lasciavano andare dove voleva, libera di essere Chrisalide e non Chris.
Era incredibilmente triste per una bambina di quell'età non poter vivere il proprio essere come natura vuole... Ed era ancora più triste quando doveva giocare a giochi maschili, quando magari quello che voleva era una semplice bambola, od indossare abiti lunghi, gonne, fiocchetti...come tutte le ragazzine della sua età.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 12/8/2013, 11:27




Arya un po' stupita alla domanda della corvonero la guardò incredula, ma durò solo qualche istante, si rese conto che non tutti posso essere interessati alle stesse cose di cui si interessa lei, mutò subito la sua espressione in un sorriso, non era giusto penalizzare qualcuno semplicemente perchè non condivideva i suoi gusti.
Mentre ancora rimuginava su come fosse possibile non appassionarsi al "suo" genere notò il giovane compagno porgerle gentilmente il volume che qualche minuto prima era intento a leggere.
Il ragazzo, ora, aveva mutato il suo atteggiamento, probabilmente l'argomento lo appassionava ed entusiasmava a tal punto da sorvolare sul piccolo incidente successo prima dell'inizio di quell'interessante conversazione.
Arya ne era più che felice ed alla proposta di prendere il libro in prestito rispose con un sorriso ed un timido grazie, era stata colta di sorpresa e non era riuscita a trovare nulla di meglio da dire.
Spostò il suo sguardo sulla ragazza, li osservava, ma i suoi pensieri non venivano palesati, poteva notare solamente una certa espressione di perplessità mista a lieve disapprovazione


-Melody giusto? Se posso, cosa di questa conversazione ti rende così pensierosa?-

Ma la sua domanda si perse un po' nell'aria, il giovane Lovecraft aveva ripreso il discorso ed ora annunciava che era più che lieto di assecondare le richieste della serpeverde e che avrebbe iniziato subito col narrare la vicenda del cimitero menzionata poco prima...
Arya ascoltò assorta l'inizio del racconto, il ragazzo aveva completamente attirato la sua attenzione, probabilmente anche per il modo in cui riusciva a far sembrare la storia viva e presente, lì in quel momento, ogni pausa, ogni mutamento di tono, sembravano studiati alla perfezione per coinvolgere le due ragazze.
Quando poi si fermò per controllare gli effetti di ciò che diceva ci fu un attimo di assoluto silenzio, le due ragazze ancora assorte nelle parole che aleggiavano in quel piccolo antro della biblioteca, mentre il ragazzo per qualche istante si perse nei suoi pensieri.
Arya fu la prima a spezzare il silenzio appena creatosi e a riportare tutti in quel luogo sottraendoli da fantasie e ricordi.


-Immagino tu sia entrato giusto? Sì per forza o non avresti un'avventura da raccontare...Cos'hai trovato all'interno? E la cripta di chi era?-

La giovane serpeverde era solita leggere i libri tutti d'un fiato, non riusciva ad interrompere a metà, era curiosa e lasciare qualcosa in sospeso la logorava, così, anche in quel caso, non riuscì a trattenersi dal fare domande, voleva sapere come continuava e cosa di così tanto incredibile potesse essere successo, ma si ricompose e trattenne ulteriori domande, aspettando che fosse lui a riprendere da dove si era interrotto.
 
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Melody Jackson
view post Posted on 12/8/2013, 14:49




La mente della ragazzina ebbe una risvolta, e Melody iniziò a concentrarsi un po' di più a quella conversazione che definiva da 'aristocratici'. Chris la chiamò per cognome, ma la ragazzina non ci fece caso, troppo concentrata ad assimilare le parole del giovane serpeverde. Si mise su due gomiti, i palmi delle mani adagiati sul viso dai tratti giovanili e delicati, privo di imperfezioni. Con un sorriso comparso inconsapevolmente, la corvonero tornò a concentrarsi sul ragazzo, che sembrava essere più calmo e con le parole più 'normali' . Fu una vocina che richiamò ancora una volta l'attenzione della ragazza che stava per chiedere a Chris qualcosa riguardo suo nonno. Sollevò lo sguardo verso Arya, mentre il braccio mancino cadeva leggermente sul tavolo freddo, lasciando solo la mano destra a sostenere il viso della ragazzina. Arcò un sopracciglio quando la giovane serpeverde le chiese cosa non andasse per il verso giusto o, riportando le sue parole 'Cosa di quella conversazione la rendesse così pensosa'. Melody deglutì, immaginando quanto fosse espressivo il suo viso per lasciar trapassare tutti i pensieri di quel momento. Era lei che si faceva capire fin troppo oppure era la ragazzina ad essere una specie di indovina ? Beh, in ogni caso, sarebbe stato scortese non rispondere e anche se faticò un poco per mantenere il sorriso, Melody pensò che non ci fosse nulla di male a esporre ciò che effettivamente pensava.

Niente di che, solo ho trovato strano sentirvi parlare così.. darvi del lei, insomma, come due di alto rango che si rispettano. Solitamente questo linguaggio.. ecco.. non è molto comune dalle mie parti. Ma non è un rimprovero, anzi ! E' bene che vi rispettiate a vicenda .. sono solo le mie orecchie che non sono abituate a tutte queste formalità

Concluse sinceramente. Ed era vero. In ogni caso, non sarebbe riuscita a mascherare tutto con un 'Niente, sono solo stanca', perciò aveva preferito dire la verità. E la sincerità era la cosa migliore per tutti e per tutto. Intanto, Chris iniziò a raccontare. Melody concentrò il suo sguardo su di lui, mentre la mente si perdeva nella parole, immaginando il giovane ragazzo che si avventurava nei prati, scopriva un cimitero, un piccolo cimitero e 'esplorava'. Lei amava le avventure, allo stesso modo i libri. Vivere le avventure di prima persona o viverle attraverso un racconto ? Sotto sotto preferiva la prima opzione, ma non le dispiaceva per niente un sano racconto. Melody, si vide difficile nei panni del ragazzo. Se si fosse trovata davanti a una cripta più grossa che probabilmente scendeva sottoterra e con la porta che sibilava qualcosa tipo 'Non aprirmiii'.. sarebbe scappata ? O sarebbe rimasta, per vivere una nuova, emozionante avventura e magari raccontarla ? Non lo sapeva, ma si lasciò trasportare dalle parole così esposte bene e dettagliatamente, come d'altronde avrebbe saputo fare uno che normalmente e giornalmente parla perfettamente il linguaggio inglese. La corvonero restava in 'apprensione' a ogni pausa, ogni virgola e ogni segno di punteggiatura evidenziati così bene. Non era di molte parole quel giorno, quindi si lasciò trasportare dall'ennesimo silenzio, più lungo, che concesse alla serpeverde di esporre le sue domande. Ed erano davvero tante e interessanti. Interessanti quanto le risposte, che non sarebbero tardate a venire. Ringraziò mentalmente la ragazza e tornò a concentrarsi sul volto di Chris, spronandolo a continuare. Era curiosa, bramava il continuo. Ora il libro poteva aspettare. Il libro le si stava creando nella testa, e Chris era il bravissimo narratore.

*Molti gli dicono che somiglia al nonno. Secondo me è vero. Sarebbe fantastico come scrittore*
 
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Lady Vengeance
view post Posted on 13/8/2013, 15:23




Chris sorrise con disinvoltura mentre faceva un cenno con il capo, galante come sempre le era stato imposto di essere con le donne. Fu felice che Arya accettasse il libro, quello poteva essere l'inizio di una buona amicizia. Saldamente connessa da interessi comuni.
Osservò Arya chiedere a Melody cosa la rendesse pensierosa, e pensò che probabilmente la corvonero era annoiata da quei discorsi. Se lo era , poteva cambiar tavolo ad ogni istante, lei di certo non si sarebbe offesa.
Poi finalmente la corvonero si espresse, e Chrisalide inarcò un sopracciglio quando questo accadde, poiché la ragazzina lamentava di non essere abituata a quel tipo di eleganza nell'interloquire. Lei non disse nulla, semplicemente riprese il filo del discorso fino a che Arya le pose mille domande, sorrise nuovamente avvertendo quanto la serpeverde fosse stata coinvolta da quella discussione dai gusti tipicamente gotica. Probabilmente la Corvonero non ci capiva neanche un H in tutto quello che stavano dicendo.
Area la invito ad andare avanti, così che lei volse lo sguardo attorno a sè , per controllare che non stesse disturbando nessuno e poi riprese :

«Prima di recarmi in quel cimitero conoscevo già diverse cose su tombe e sepolcri, e conoscevo al medesimo tempo la storia di un'antica famiglia che dimorava poco distante, in un lussuoso maniero, che sfortunatamente cedette alle fiamme di un grosso incendio. Gli Hyde. Sapevo anche che la suddetta famiglia era considerata maledetta da molti, ma questo non faceva altro che accrescere la mia curiosità , una volta che ebbi letto il loro cognome su di una levigata lastra marmorea, bianca come neve appena caduta. Nessuno osava portar fiori al loro ossario, nessuno era tanto impavido da osar guardare a quella casa della morte.
Da subito mi sentii incitato da una voce che doveva giungere dalla cripta stessa, dicendomi di forzare quel corroso chiavistello e far il mio ingresso in quel silente luogo di riposo eterno. Soggiogato come da un incantesimo il mio cuore pulsava ad un ritmo frenetico, mentre le mie mani tremanti tanta l'emozione, forzavano il lucchetto con l'aiuto di coltellino che portavo sempre con me durante codeste esplorazioni. Finalmente udii il rumore della serratura aprirsi a me, ed entrai. Richiusi la porta alle mie spalle e giovandomi del chiarore dell'unica candela che avevo con me, presi a discendere i gradini stillanti umidità. Mi pareva quasi di conoscere la strada, e sebbene la fiamma tremasse all'alito soffocante delle esalazioni putride di quel luogo, mi sentivo straordinariamente a mio agio nell'aria ammuffita di quell'ossario. »


La giovane fece una pausa, puntando le mani sul tavolo.

«Mi guardai attorno e il mio sguardo cadde su molte lastre di marmo che sorreggevano file di bare, o resti di esse. Alcuni dei feretri erano intatti e sigillati, mentre altri si erano pressoché dissolti, e ne restavano solo le maniglie e le piastre d’argento, isolate tra certi curiosi mucchietti di polvere biancastra. Una delle targhe recava il nome di Sir Geoffrey Hyde, giunto dal Sussex nel 1640 e morto qualche anno dopo. In una nicchia posta bene in vista c’era invece una bara vuota e ben conservata. Recava solo un nome di battesimo, la cui lettura mi causò un sorriso, e nello stesso tempo un brivido. Un bizzarro impulso mi indusse a montare sull’ampia lastra marmorea, a spegnere la candela e quindi a sdraiarmi nella cassa vuota.
Questo mio gesto potrà apparire assai strano, ma in quell'istante era la cosa più giusta da farsi, credetemi. Quel che vi trovai all'interno fu sorprendente.. Vi era una pergamena..che riportava con estrema precisione le volontà di qualche defunto, e non troppo distanti, preziosi oggetti, posati su di un pesante ed all'apparenza antico invero , ricoperti di polvere.
Inutile dire che lessi d'un fiato la pergamena, quei tesori erano ancor lì poiché nessun osava profanar la tomba maledetta degli Hyde.
Orbene, le parole ultime del defunto mi han reso nientemeno che loro ultimo erede, erano destinate alla prima persona che le avesse lette, assieme a quei tesori ed il libro. Grandissima era la mia emozione dinanzi tal scoperta e tale onore... »


Sospese il discorso ancora una volta, giusto per crear la giusta suspence.
 
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44 replies since 6/8/2013, 13:36   1000 views
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