|
La Coppa delle Case dopo un lungo ping pong tra Casate, fonte di astio e lotta fra gli studenti, era da poco tornata nelle mani dei Tassorosso, scintillante e lucidata di fresco nell’ufficio del professor Hawkins dopo essere passata di mano in mano tra i Tassini durante la festa per la vittoria. Per celebrare la tenacia, l’impegno e il duro lavoro portato avanti silenziosamente da ogni singolo membro dei Tassi, tra duelli, concorsi e ottimi voti sui compiti, era stata organizzato un piccolo party, quale meritato regalo dopo un anno di fatiche. Festa preparata alla perfezione, con bevande e cibarie deliziose, quasi migliori da quelle offerte durante il Ballo di Fine Anno. O almeno così le avevano raccontato, a colazione, tra un boccone di pane tostato e una sorsata di succo di zucca ghiacciato, con la tensione per gli esami ancora attaccata alla pelle, in parte coperta da segni rossi, sfoghi cutanei di natura psicosomatica o dovuti alle lezioni di Erbologia, tra il sole che iniziava a farsi cocente e piante poco disponibili a essere potate. Così le avevano raccontato perché lei non vi aveva partecipato. Non era stata tanto la sua riluttanza a buttarsi in eventi di natura mondana, con tutte le energie della forza di volontà sprecate per farle indossare l’abitino giallo ed entrare nella Sala da Ballo (la serata si era rivelata alquanto noiosa e lei si era ritrovata ad essere un ottimo quadro da parete, ad essere onesti), quanto un semplice colpo di sonno. Sarebbe stata anzi felice di scambiare qualche chiacchiera con le sue compagne di Casata, con la dolce Leah… o con Nianhdra che alla fine non era riuscita a conoscere durante la sua visita ad Hogsmeade, con suo grande dispiacere, ma la fatica, banalmente, aveva preso il sopravvento. Fatica dovuta soprattutto alla doppia mole di studio cui era sottoposta da settembre. Si era seduta ciondolando sul letto, con la testa ciondolante e gonfia di informazioni sulle frazioni… o erano i terremoti? Quindi si era concessa di sdraiarsi supina sul letto, dopo aver tirato indietro la coperta per non schiacciarla, aveva posato la fronte sul morbido cuscino, aveva chiuso gli occhi – solo per un minuto – e si era addormentata. Aveva sognato per undici ore filate e si era persa la festa, nonché lo strano avvenimento di cui tutti, chi più e chi meno, discutevano al Tavolo dei Tassorosso, chiacchierando con la testa bassa e con fare cospiratore. Qualcosa che riguardava la Coppa, già. Si mormorava di una misteriosa frase, di una citazione comparsa sul freddo metallo della coppa, dopo un suo improvviso contatto col fuoco. C’era chi usava l’inchiostro simpatico e chi la magia che reagiva al calore delle fiamme. Possibile che il Fato utilizzasse persino un’occasione come una festa per giocare con loro, poveri mortali, agli enigmi? Questo pensava Elhena, sbocconcellando un dolcetto – oh, il signor Gazza sarebbe stato furioso per la striscia di briciole che si lasciava dietro, suo malgrado – mentre si dirigeva in biblioteca. Fu abbastanza intelligente da far sparire ogni tratta di cibo prima di mettere piede nella sala, dove a volte si era fermata a studiare, sebbene preferisse decisamente la Sala Comune. Voci basse arrivavano alle sue orecchie, tra cui quella della bibliotecaria e, con sua sorpresa, quella di alcune sue compagne. Parlavano della Coppa o sbagliava? Buongiorno… sarei disponibile anche io a fare delle ricerche sulla citazione comparsa sulla Coppa esordì a sua volta, dopo che un’altra ragazza aveva mostrato le sue stesse intenzioni.
OT. Ho ritenuto che il tempo On Gdr fosse ancora il giugno/luglio dell'anno scorso
|