Sulle orme di Tosca

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view post Posted on 10/4/2014, 00:00
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La rossa notò che anche Elhena era rimasta sorpresa dal sentire che la natura di Cad Goddeu era molto diversa da come, suppose Eloise, entrambe se l’erano immaginata. Si chiese se anche la compagna stava elaborando supposizioni tanto assurde quanto le sue.
Dopo aver trasportato tutti i tomi indicati in modo approssimativo dalla bibliotecaria, si accasciò su una sedia e trascinò il volume più vicino direttamente sotto il suo sguardo. Lo aprì e uno sbuffo di polvere parve darle il benvenuto all’ingresso di quel nuovo mondo. Quei fogli così incartapecoriti sembravano trasmetterle il passaggio degli anni al contatto con sua pelle, come se con quel tocco volessero renderla partecipe di tutto ciò che avevano visto e passato.
Con un mezzo sorriso, Eloise constatò che quelle pagine ricordavano assurdamente la pelle della bibliotecaria. Fu colta da compassione al pensiero che l’antichità degli uni teneva compagnia alla vecchiaia dell’altra, in quella che doveva essere un’immensa solitudine. Si rispose che probabilmente era stata lei stessa a costruirsi quella muraglia di libri attorno e che, si vedeva, non aveva niente di più caro al mondo. Nonostante questa magra consolazione, non riuscì a scacciare l’amarezza.
Era passato qualche minuto da quando si era messa a sfogliare i libri e l’eccitazione di poco prima pareva averla già abbandonata. Era vero: Eloise Lynch si infiammava per poco e con la stessa velocità vedeva il suo entusiasmo smorzarsi.
Mentre guardava le pagine con aria febbrile, vide qualcosa che attrasse la sua attenzione. Una scritta noiosissima, confusa in mezzo altre mille parole noiose, che elencava libri e tomi probabilmente simili a quello su cui era chinata e ugualmente ingialliti, che però le fece scattare qualcosa in testa. Osservò il tavolo, individuando e prendendo il foglietto ereditato dalla tassa ormai fuggita. Lo accostò alla pagina e una parte di lei esultò nel constatare che entrambe le scritte parlavano di un certo “Libro di Taliesin”.
Spinse il libro verso Elhena con estrema delicatezza, timorosa di danneggiarlo in qualche modo.

«Guarda, Elhena. »
Disse alla compagna, indicando le due scritte. Ogni eccitazione sembrava essere tornata sulla sua pelle, ora che l’indizio sembrava così a portata di mano. Ma prima che una delle due potesse leggere mezza frase, il tomo si mise a fluttuare. Eloise fu così sorpresa che a stento trattenne un “oh” spaventato. Il suo corpo, al contrario, fu più veloce delle sue inibizioni, e si ritrasse indietro accompagnato dalla sedia, producendo un raschiare ben poco piacevole all’udito.
Eloise non sapeva dove guardare. Da un lato era terrorizzata dal perdere quell’indizio così utile, dall’altro temeva che la bibliotecaria potesse rimproverarle per quell’inaspettata “fuga di volumi”. Ma come avrebbero potuto immaginare che un libro così antico potesse prendere il volo nel momento in cui suscitava l’interesse dei suoi lettori?
Alla fine, la missione vinse sul rispetto del clima bibliotecario, ed Eloise si alzo di soppiatto, cercando di individuare e seguire il percorso del libro facendo il minor rumore possibile.

«C’era scritto qualcosa su quel libro di Taliesin »
Disse a Elhena, nel caso in cui la compagna non fosse riuscita a distinguere le parole in tempo.
«Non possiamo farcelo scappare!»
 
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view post Posted on 15/4/2014, 10:16
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Chiunque (o qualunque cosa) fosse Cad Goddeu e qualunque fosse il libro più indicato a rispondere al primo quesito, da una parte le due Tassine dovevano pur cominciare e, siccome la bibliotecaria non era sembrata disposta a fornire altro aiuto se non quello di indicare alcuni papabili volumi, la loro scelta era stata dettata più dall’istinto e dalla simpatia a pelle che non da un ragionamento logico.
Comunque…continuo a pensare che questo Goddeu sia una persona. O che almeno lo sia stato in una parte della sua vita. sussurrò Elhena, chinando la testa sul libro ancora chiuso, quasi a sfiorare con le labbra l’orecchio destro di Eloyse. Tolta dal contesto, sarebbe stata la tipica scena di due bambine intente a scambiarsi confidenze e segreti durante una festicciola; tuttavia, quello non era di certo un party e il luogo era il meno indicato possibile per quel genere di divertimento.
Prendendo un lungo e profondo sospiro, pur non eccessivamente rumoroso (le orecchie della bibliotecaria parevano addestrate a captare qualsiasi suono, sibilo, fruscio o altra fonte di rumore che superasse la soglia del perfetto e puro silenzio), di quelli di chi si sta per buttare in una piscina di acqua gelida (o in un’interrogazione, come accadeva più spesso alla Tassina), Elhena strinse tra le dita l’angolo ricoperto in pelle del tomo dal titolo dal saporo celtico e voltò la prima pagina, gialla e odorosa di pergamena.
Non c’erano dubbi che quello fosse un tomo antico, intriso di anni e di storia, da trattare con estrema cura, perché non si sbriciolasse fra le dita, le stesse che, sospese a pochissimi centimetri dalla carta per non sfiorarla nemmeno, ora seguivano il flusso delle frasi.
Frasi lunghe, complesse e noiose, dense di parole da tempo passate di moda, per il cui significato sarebbe servito un buon dizionario.
Spesso Elhena, per quanto fosse abituata allo studio, si ritrovò a leggere lo stesso paragrafo più e più volte, perché non appena arrivava alla fine, già si era dimenticata l’inizio.
Ogni tanto, più per pigrizia che per il reale desiderio di ampliare le sue conoscenze, gettava uno sguardo su uno degli altri volumi sparsi sul tavolo che aveva aperto ad uno ad uno, quasi che così facendo le informazioni in essi contenute sarebbero passate magicamente dall’aria alle loro menti.

Queste sono le volte in cui rimpiango Internet e Google si lasciò sfuggire in un sussurro che somigliava più a un gemito, mentre si chinava per l’ennesima volta a confrontare la pagina 454 del libro X con la pagina 244 del libro Z.
Si sfregò la fronte, scostando un ciuffo di capelli ribelle, e tornò alla lettura del tomo principale, sbattendo più volte le palpebre per snebbiare la vista. Ad essere sincera aveva persino perso il senso del tempo, per cui non avrebbe saputo dire se stava studiando da ore o da pochi minuti.
Probabilmente la seconda ipotesi, per quanto l’idea del tempo relativo fosse affascinante e scientificamente provata.
Quando aveva ormai abbandonato la speranza di trovare qualcosa di interessante, vagando nella selva dei nomi astrusi e inutili, le balzò davanti un nome, l’unico nome che potesse far scattare nel suo cervellino una lampadina!
Il libro di Talesin.
Ricordava male o la citazione di Cad Goddeu derivava proprio da quello scritto, romanzo o poema che fosse?
Non ebbe il tempo di riflettere, perché – come sottolineato da Eloyse – il volume le era sfuggito dalle mani e stava letteralmente volando via, spinto da chissà quali incantesimi di protezione e altro ancora.
Rimpiangendo di non conoscere alcun incantesimo che potesse essere utile allo scopo – riacciuffare il libro -, Elhena, dopo un attimo di spaesamento, cominciò a correre dietro il libro, per poi spiccare un salto, come aveva spesso visto fare nei film, distendendo il corpo in avanti in tutta la sua poca lunghezza, nel tentativo di afferrarlo.
 
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view post Posted on 19/4/2014, 21:25
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La ricerca si era rivelata ostica sin dall'inizio, difficile quanto trovare un ago in un pagliaio e oltretutto proprio quando le due furono in procinto di raccogliere informazioni concrete si erano viste soffiare via da sotto il naso l'unica fonte attendibile trovata fino ad allora.
Che fosse un segno? O semplicemente il Fato, beffardo, amava deriderle? Mettere alla prova la Volontà delle fanciulle, testare la loro dedizione, avere la sicurezza di trovarsi di fronte niente di meno che due vere Tassorosso? Era quello l'intento? Forse sì, dopo tutto i segreti sono tali perché non divulgati al primo che capita, no?
Di certo né Eloise né Elhena si persero d'animo e sebbene con una certa iniziale esitazione si prodigarono nell'inseguimento del libro che imperterrito continuava a sfuggir loro; saettava per gli scaffali, si alzava ed abbassava di quota, svoltava, sbatteva le pagine... il tutto sotto gli occhi dell'ignara bibliotecaria che troppo lontana e troppo assorta nella lettura non si era ancora accorta di nulla, fortunatamente per le due studentesse ed il suo povere, povero cuore.
Svoltato un ultimo angolo, il tomo era scomparso e le due furono costrette a fermarsi; allora, nel silenzio dovuto alla fatica della corsa, una risatina sommessa giunse alle loro orecchie.
« Ihihih! » Guardandosi intorno non avrebbero potuto notare che libri, libri e ancora libri e da lì di certo la voce non proveniva. « Perdonate se rido... » E poi eccolo, un movimento che attirò l'attenzione: un quadro anonimo era appeso alla parete e ritraeva un vecchio vestito poveramente di un semplice saio logoro e sporco; il signore si copriva la bocca con una mano segnata dal tempo, ma negli occhi si leggeva ancora la risata.
« Non prendetevela, fa sempre così.. è piuttosto suscettibile credo.
E sempre sullo stesso argomento, incredibile!
» Scrollò le spalle ossute.
« Cercavate di Taliesin, vero? Quel vecchio burlone... »
Taliesin, chiunque fosse, e l'anziano uomo del ritratto, chiunque fosse pure lui, sembravano quindi conoscersi; una porta si chiudeva, ma forse un'altra era in procinto di aprirsi.

 
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view post Posted on 24/4/2014, 20:13
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I tentativi, perfino un poco acrobatici (più goffi che acrobatici, a voler essere proprio onesti), di recuperare il libro volante si rivelarono troppo presto assolutamente e irrimediabilmente inutili. Almeno per la Tassina. Sebbene dubitasse che l’altra avesse avuto maggiore fortuna. Inoltre ci aveva rimediato un paio di lividi sulle gambe che cominciavano a pulsare e che promettevano di virare in poche ore verso una brutta sfumatura di viola, in contrasto netto con la pelle pallida.
Per prima cosa, il salto, spiccato sulle molle della temerarietà e della disperazione, per afferrare quel maledetto volume si era concluso con una tremenda – nonché imbarazzante – facciata sul pavimento, qualcosa che aveva seriamente rischiato di distruggere in pochi secondi tutta l’autostima che Elhena si era faticosamente costruita durante l’anno. Pregò che nessuno se ne fosse accorto, che fossero tutti troppo impegnati a studiare. Aveva battuto le ginocchia, i gomiti, la pancia e, per pochi centimetri, non aveva sbattuto anche il mento. Prospettiva terribilmente dolorosa.
E di sfiorare il libro nemmeno a parlarne. Se già catturarlo sembrava impossibile, le sarebbe bastato toccarne la copertina, invece anche su quel frangente aveva fallito.
Poi, senza curarsi di Eloyse, certa che se si fosse girata verso la compagna il tomo ne avrebbe approfittato per sparire alla vista, si gettò in un furioso inseguimento per gli stretti corridoi della biblioteca, i quali non per nulla adatti a quell’attività. Più volte, infatti, la Tassina rischiò di sbilanciarsi nella corsa e urtare uno degli scaffali carichi di libri, enciclopedie, registri e chissà cos’altro. Fortuna che i mobili di legno antico erano molto robusti, altrimenti un leggero colpo sarebbe stato sufficiente ad innescare un disastroso e rumoroso effetto domino.
Giunta ad un bivio, fu sufficiente un momento, un secondo di esitazione da parte sua, giusto il tempo di riprendere fiato e studiare l’ambiente circostante, perché il libro scomparisse alla vista. Elhena, con la coda dell’occhio e le mani sull’addome per i crampi, lo scorse voltare l’angolo, in maniera quasi beffarda. Che oggetto geloso!

L’abbiamo perso
Disse, sconsolata, rivolta ad Eloyse (sperava che nel frattempo l’avesse seguita nel suo zigzagare per i corridoi), per quanto fosse del tutto ovvio. In realtà aveva solo bisogno di rimarcare il concetto, quasi che ciò potesse cambiare la situazione. Magari in meglio.
L’unico aspetto positivo dell’intera faccenda fu che la lunga corsa le aveva condotte davanti a un quadro. Cioè, di per sé il quadro non avrebbe avuto alcun interesse, ma il suo soggetto aveva parlato. Anzi, si era rivolto proprio a loro due, accogliendole con una ben poco simpatica risatina. Soprattutto per Elhena, che sentiva ancora il dolore dei lividi e respirava col fiatone. Eppure le parole del dipinto riaccesero le speranze.

Sì… cercavamo di Cad Goddeu e… di... Taliesin spiegò, intervallando le parole con ampi respiri a bocca aperta. Diamine, che corsa! Udiva il rumore del cuore nel petto.
Aspetti, Taliesin è una persona? Credevo che fosse…
Non concluse la frase, ma si schiaffò una mano in faccia, con le cinque dita ben distanziate l’una dall’altra.
Certo! Ora capisco. Pensavo che Goddeu fosse l’autore e Taliesin il libro, invece è il contrario!
I pezzi del puzzle iniziavano ad andare al loro posto. Raccontò al quadro la faccenda della citazione comparsa sulla Coppa delle case.

 
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view post Posted on 25/4/2014, 09:53
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Lo sforzo di un inseguimento vincolato al rispetto del silenzio metteva alla prova la piccolo Tassorosso come nulla prima di allora. Lei era una persona rumorosa di natura, non potevano imporle di svolgere una missione con i piedi felpati. Ma doveva farcela, altrimenti le ire della bibliotecaria già nervosa si sarebbero abbattute su di lei come la mannaia di un boia. Ce la stava mettendo tutta per non perdere di vista il libro. Sgusciava tra scaffali, evitava tavoli, schivava sedie. Ma dopo poco Elhena la superò da destra.
Con uno slancio notevole, la ragazza dai capelli biondo scuro si era tuffata in avanti, nella speranza di poter acciuffare quel dannato fuggitivo. Eloise si chiese simultaneamente se nella vita avesse fatto atletica, o almeno corsa in biblioteca, vista la sua abilità di destreggiarsi in quell’ambiente. Vide il libro sgusciarle tra le mani, ma in quel momento era talmente piena di ammirazione per la precisione dello scatto per rammaricarsi del libro perduto. In una parabola perfetta, l’altra Tassorosso cadde a pochi metri da lei, sbattendo tutte le ossa e i muscoli che si potevano danneggiare nell’urto. Eloise si stava già sporgendo per darle una mano a tirarsi su, ma vide che, senza arrendersi per nemmeno un secondo, Elhena aveva già fatto da sé.
Niente da fare, il libro era sparito dalla sua vista.
Si mise a seguire la traiettoria ipotetica che il libro sembrava aver seguito, percorrendo questa volta corridoi stretti come cubicoli. In alcuni punti si dovette girare di profilo per starci – nonostante la sua corporatura smilza – quasi a emulare un ridicolo granchio nel modo di camminare.
Raggiunse un bivio a cui Elhena si era fermata qualche istante prima e le venne notificata la definitiva perdita dell’oggetto delle loro attenzioni. Cosa avrebbero fatto adesso? Si stava già per innervosire, quando una voce canzonatoria si rivolse a loro, affannate Tassine alla ricerca di un libro volante.
Eloise si voltò di scatto a destra e a sinistra per trovare la fonte di quella voce, finché non la individuò in un quadro appeso alla parete. Un tizio tutto rughe, dall’aria saggia e trasandata, sembrava prendersi gioco di loro. Sentì l’amarezza salire: si erano lasciate sfuggire un buon indizio, ora sarebbero dovute tornare a quella pila di libri che le attendeva dall’altra parte della biblioteca.
Mentre questi pensieri l’assalivano, Eloise misurava a piccoli passetti la larghezza del corridoio. Il tizio del quadro stava continuando a blaterare cose insensate, finché una parola – sempre quella – affiorò dalle sue labbra. Era sicura che, come minimo, se la sarebbe sognata la notte, tanto le tormentava.
Si voltò di scatto e tornò vicina al quadro con aria affannata.

«Cos’ha detto? Conosce Taliesin?»
Chiese un po’ a Elhena e un po’ al quadro. Gli occhi le brillavano perché sembrava quasi che un capo della matassa fosse lì, a danzare davanti a loro. Eloise si immaginò quel vecchio signore in compagnia di tale Taliesin, che ballonzolavano sottobraccio bevendo birra e cantando canzoni oscene.
L’acuta osservazione di Elhena la distrasse, benché fece in tempo a pensare che quel vecchio bacucco l’aria alcolizzata ce l’aveva davvero.

«Geniale, Elhena, dev’essere così!»
Disse alla compagna, guardandola ammirata per l’ennesima volta. E aggiunse, pensierosa:
«Certo, il modo in cui è scritto non aiuta… Cad Goddeu, Libro di Taliesin fa pensare le cose al contrario! »
E invece niente, la Coppa delle Case non aveva certo dato loro una mano. Si appoggiò al muro mentre l’altra Tassa raccontava gli eventi al quadro, sperando che tale narrazione non andasse a danneggiare una qualche segretezza che, magari, avrebbero dovuto rispettare. Non appena Elhena terminò, Eloise aggiunse:
«Lei sa qualcosa che potrebbe esserci utile?»
 
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view post Posted on 29/4/2014, 22:25
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Il Fato

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Il vecchino rimase a fissare le due fanciulle più o meno allibito, lo stupore poi raddoppiò quando vide la ragazzina più bionda spalmarsi una cinquina in fronte: se la conoscenza doveva essere così dolorosa...
*Quasi quasi è meglio rimanere ignoranti.* Eppure i loro visi si erano visibilmente illuminati quando nonostante l'età - o proprio grazie a questa - aveva dato prova di un intuito formidabile e soprattutto di utilità non trascurabile; quel libro suscettibile alla fin fine aveva svolto bene il suo compito lasciandole cadere dritto dritto tra le sue braccia, metaforicamente parlando. Capitava così di rado! In tutti quegli anni, che erano davvero davvero tanti, una manciata scarsa di studentelli era giunta dinnanzi a lui per simili vie, il suo vecchio amico aveva davvero fatto le cose per bene!
« Buon cielo, puoi scommetterci che sia una persona. » E per enfatizzare al meglio le parole, prese ad annuire rapidamente con il mento.
« Ma capisco l'errore, sembra piuttosto comune. "Cad Goddeu" sta per "La battaglia degli Alberi"... » Continuò ad annuire e borbottare qualcosa tra i denti, corrugando la fronte, sputando parole farfugliate.
« ... c'è speranza... » Emise un verso frustrato, consapevole degli evidenti limiti che la sua mente adesso gli imponeva. « Purtroppo la mia memoria non è più quella di un tempo, ma mi piacerebbe tanto rinfrescarla. Perché non provate a cercare due scaffali più avanti? Lo noterete, è un libro decisamente antico, rilegato senza troppa cura. Il titolo è ovviamente "Il libro di Taliesin". » Sorrise loro. « Portatemelo qua, lo leggeremo insieme. »

 
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view post Posted on 2/5/2014, 20:41
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Non appena l’ipotesi di Elhena venne confermata, la rossa esultò mentalmente. Era stata un’intuizione geniale, questo andava riconosciuto. Ai suoi occhi, la bionda compagna appariva brillante e sagace.
Da come si era rivolto loro, Eloise riconobbe che quel gioviale ritratto non doveva essere così ubriaco come appariva. Probabilmente la vita in un buio e remoto corridoio della biblioteca non doveva essere frenetica, anzi, doveva riservare parecchi momenti di solitudine. E quindi molta frustrazione. Con un moto di stizza, la primina pensò che al suo posto lei si sarebbe sentita in gabbia. Avrebbe passato la maggior parte del tempo nelle cornici adiacenti a contarsela e fare baldoria con i loro ospitanti. O eventualmente sarebbe fuggita in altri quadri che la ritraevano. Era improbabile, però, che il buffo signore ne avesse: altrimenti non sarebbe mai stato lì, ad attendere gli studenti di passaggio.
La battaglia degli Alberi, quindi. Ecco cosa si nascondeva dietro quel nome misterioso: nessuna delle supposizioni che si era fantasiosamente immaginata. Si chiese quali furono gli eventi di tale occasione, quali le fazioni coinvolte e quale l’esito. Ma soprattutto: quale connessione con la nobile Casata di Tassorosso?
Le sovvennero alla mente i versi che stavano cercando. Nella citazione si parlava di alberi e querce. Lo sguardo corse veloce al foglietto ereditato, che era riuscita prontamente a prendere quando l’inseguimento del libro aveva avuto inizio e che ora teneva stretto in mano: che gli alberi fossero una delle fazioni, messa in difficoltà da incantesimi e litanie? Nel mondo magico ci si poteva aspettare di tutto.
Con aria ancora più interrogativa, guardò il quadro.

«…Per gli alberi»
Concluse lei, stupita di quanto fosse solida la memoria del ritratto. E proprio a citare uno dei punti che interessava le ragazzine! Che quello fosse un passaggio portante si era capito, ma come mai, di un intero libro, lui aveva citato proprio quello?
Senza tergiversare, Eloise si attivò per portare a termine la missione: trovare il libro di Taliesin. Si diresse verso gli scaffali indicati dal vecchio e iniziò a guardare le coste dei libri, mentre nella mente si ripeteva “Taliesin… Taliesin… Taliesin…”. Libri sottili, libri enormi, libri minuscoli e libri colorati: c’era di tutto lì in mezzo, ma la cosa certa era che erano tutti libri antichi.
Poiché non erano distanti dal quadro, Eloise si sentì autorizzata a porre una domanda a mezza voce:

«Ma dunque questo Cad Goddeu è un capitolo del Libro di Taliesin?»
Non che quell’informazione avesse una qualche rilevanza, ma non le pareva sconveniente chiedere.
Ad attrarre la sua attenzione fu un tomo disordinato che si trovava in uno scaffale poco più in alto di lei. Il vecchio aveva detto “rilegato senza troppa cura”, ma quello più che un libro sembrava un raccoglitore di fogli fatto male. Uno spago tirato a metà della sua altezza teneva unita tutta quella carta.

«Elhena…»
Sussurrò, indicando con l'indice il libro a cui si riferiva.
«Secondo te è quello?»
Nella sua ingenuità, però, non si accorse che proprio alla sua altezza, proprio davanti ai suoi occhi, stava un tomo che riportava le scritte dorate: Libro di Taliesin.
 
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view post Posted on 5/5/2014, 13:26
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L'uomo del quadro pareva molto divertito, di quella gioia nutrita del vino delle osterie, pur nella più completa lucidità, e delle vicende passate di una vita ricca e piena.
O almeno, così pensava Elhena, indecisa se sentirsi offesa per la risatina di poco prima o se al contrario prodigarsi in ringraziamenti. Dopotutto, se non fosse stato per l'intervento del dipinto, lei ed Eloise sarebbe state ancora impegnate alle caccia al libro tra gli scaffali pericolanti della biblioteca. Oppure avrebbero perso la vista sulle lettere piccole, storte e semi-sbiadite di un qualche volume dimenticato nella sua vecchiaia.
Invece la loro strana caccia al tesoro aveva fortunatamente preso una piega inaspettata. Alla Tassina tutto ciò ricordava uno di quei bonus che nei videogiochi a volte avevi la fortuna di trovare nel momento di maggiore bisogno. <i>
"Battaglia degli alberi?"
<i>
Ripetè, sorpresa e incuriosita al tempo stesso. Si voltò verso Eloise, per controllare la sua reazione, quasi stessero eseguendo l'esercizio teatrale dello specchio, mentre la sua mente veniva invasa da numerose immagini nutrite di libri mitologici, cultura pop e filmografia. Si immaginò tronchi intenti a parlare da uno squarcio sulla corteccia, muovendo i rami per accentuare la gestualità; sorrise al pensiero di pini e querce che si sgranchivano le gambe (pardon, le radici) nel bosco. Ebbe un brivido all'idea di alberi pronti alla battaglia, forti e pericolosi. Mettersi contro Madre Natura non è mai una buona idea.

"È una metafora o davvero gli alberi si misero a combattere?"

Chiese per aggiungere un altro pezzo di quell'intricato puzzle, i cui contorni cominciavano a delinearsi. Una volta creata la cornice sarebbe stato tutto più semplice. Di solito funzionava così.
Tuttavia, l'uomo pareva avere seri problemi di memoria. Comprensibile, del resto, considerando il fatto che si trattava di un dipinto vecchio di....Quanto? Settecento anni, a occhio e croce, stando allo stile e allo stato di conservazione del quadro. Se non addirittura di più.
Sarebbe stato anche interessante conoscere chi quel l'individuo era stato in vita. Un mago, certo. Un amico di Taliesin, il poeta misterioso. Un amico anche intimo da come ne parlava. Però Elhena avrebbe voluto scoprire di più.

"Va bene. Proviamo a trovarlo."

Seguì la sua compagna di avventure che nel frattempo, mentre lei si perdeva nei suoi pensieri, aveva già cominciato la ricerca. Tra i tanti tomi rilegati con assoluta cura, un ammasso di fogli raraffazzonati in doveva passare inosservato. In teoria, già. Però quella era la biblioteca di Hogwarts e ad Hogwarts tutto poteva accadere.
La Tassina pregò sottovoce che il testo non si mettesse a fuggire anche questa volta.

"Credo di sì!"
rispose a Eloise. Gettò la testa all'indietro, molto all'indietro, tanto da avvertire collo e gola dolere. Perché i libri utili dovevano sempre essere posizionati così in alto? Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che somigliasse a una scala. Non le andava, sinceramente, di chiedere di nuovo aiuto alla bibliotecaria.
"Anche se, questo reca il titolo "Libro di Taliesin"
aggiunse, indicando un ulteriore volume.
"Ma potrebbe benissimo trattarsi di uno specchietto per le allodole."

 
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view post Posted on 12/5/2014, 14:27
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Il Fato

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Il signor-quadro era decisamente contento d'aver avuto l'occasione di incontrare le due ragazzine e rimembrare i bei tempi passati; apprezzava la curiosità e le domande che gli stavano ponendo, sebbene le specifiche richieste gli facessero capire quanto poco ricordasse.
« Oh sì, proprio così... un capitolo. » Nello specifico uno dei poemi contenuti nel libro. Rimase per qualche istante in silenzi, incerto; ancora non aveva chiesto loro perché fossero così interessate, non aveva posto domande limitandosi a sbrogliare alcuni dubbi: forse gli era bastato dare un'occhiata alle loro divise, forse pensava che avessero il diritto di conoscere.
« Sarà stato anche un burlone, mia giovane amica, ma non raccontava fandonie. » Una scintilla di malizia gli aveva attraversato gli occhi un poco opachi.
« Forse lo trovereste più attendibile se sapeste chi altri era presente, a quel punto non avreste più dubbi! No.. non su di lei, sono certo... » La voce sfumò pian piano nel nulla fino a diventare un indistinto borbottio tipico di chi è intento a sostenere brillanti conversazioni con se tesso; beh, no, decisamente la sua testa non era più così affidabile, gli anni lo segnavano senza pietà.
Probabilmente le due fanciulline stesse dubitavano delle indicazioni che aveva fornito loro, indecise su due diversi libri - o mucchi di pergamena; ma chi o che cosa impediva alle due Tassine di prenderli entrambi?
« L'avete trovato? »

 
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view post Posted on 18/5/2014, 21:46
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Il momento esatto in cui Eloise si era distratta era stato quando il quadro si era messo a fare osservazioni sull’attendibilità di una battaglia di alberi. Lei non aveva alcun dubbio sulla sua esistenza e non aveva ritenuto necessario farsi convincere.
Se solo avesse avuto le orecchie aperte, quell’allusione accennata non le sarebbe sfuggita. Su chi non avrebbero avuto dubbi, all’infuori della fondatrice della loro stessa Casata? Quella matassa così aggrovigliata le stava conducendo sempre più nel fitto del mistero.
Quando Elhena le fece osservare il tomo che stava proprio alla loro altezza, Eloise alzò gli occhi al cielo. Possibile che la sua eccessiva fretta incidesse sempre così tanto sulle sue azioni? L’ansia di trovare il fatidico tomo l’aveva fatta tuffare su un libro che poteva essere un cugino di quello descritto dal quadro, e non le aveva fatto notare quello che stava proprio alla sua mercé.
La frase che la sua compagna aggiunse la stupì. Se avesse visto prima il tomo intitolato Libro di Taliesin, non avrebbe mai considerato valido l’altro. Che l’altra Tassina non lo stesse escludendo solo per non contraddirla? Era palesemente sbagliato. D’altro canto, era gentile da parte sua, dire così.
Decise così che escludere l’ammasso di fogli sarebbe stato ingiusto, soprattutto se quel Taliesin fosse stato farlocco. Era meglio non eliminare nessuna delle opzioni e non dare per scontato nulla, proprio come aveva fatto intendere Elhena.
In quel momento il quadro le interrogò sullo svolgimento della loro indagine. Eloise inarcò indietro la schiena e guardò oltre Elhena, verso l’uomo ritratto. Si sentì in dovere di aggiornarlo su quanto avevano trovato.

«Sì, qui siamo indecise tra due opzioni, ora arriviamo!»
Tenere un tono di voce basso era sempre più difficile. Stare nel mezzo di una ricerca non aiutava per nulla a ricordare di essere in biblioteca, e così facendo si rischiava sempre più spesso di veder spuntare l’arcigna bibliotecaria da dietro uno scaffale. Correggendo il tono, si rivolse di nuovo alla ragazza.
«Li prendiamo entrambi, che dici? Magari vado a cercare una scala, non credo saremmo in… grado di arrivarci, sì, se non una sull’altra!»
Era buffo immaginarsi la bionda e la rossa, una sulle spalle dell’altra, mentre arrancavano con difficoltà nel tentativo di raggiungere un libro irraggiungibile.
Eloise si allontanò, nell’immenso tentativo di ridurre al minimo il fruscio generato dal suo passaggio. La prima scala che trovò era occupata da un Grifondoro assorto, mentre con la seconda fu più fortunata: era libera. Era di pesante legno, vecchia, di quelle piene di schegge assassine che si ficcano sotto la pelle, loro habitat naturale.
La sua bacchetta doveva essere persa nei meandri della borsa e non aveva alcuna intenzione di mettersi a cercarla. Con estrema attenzione alle schegge e alle oscillazioni pericolose, tornò al punto in cui si trovava il quadro.
Al suo passaggio, chi stava nei corridoi adiacenti si sarebbe fatto grasse risate. Doveva essere una bella visione quella di una scopa ondeggiante. Sperando che tra gli spettatori non ci fosse anche la bibliotecaria, arrivò allo scaffale dove si trovava l’ammasso di fogli.
Appoggiò la scala e iniziò a salirci. Le sue gambe ebbero un brivido: la sua mente fu sommersa dai ricordi della casa sull’albero che avevano costruito secoli prima, il cui accesso era disponibile solo con tale mezzo. Assurdamente, si ritrovò a pensare a cosa sarebbe successo se l’albero su cui stava la loro casa avesse deciso di prendere parte alla Battaglia.
La giovane Lynch distolse la mente da quei pensieri astrusi e prese quell’ammasso confuso di fogli. Con attenzione ed agilità scese la scala, l’abbandonò e tornò verso il quadro.
 
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view post Posted on 22/5/2014, 22:39
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Guardò in alto, verso l’ammasso di fogli di pergamena fascicolati alla buona con uno spago sfilacciato che doveva avere conosciuto tempi migliori, poi di nuovo in giù, concentrandosi sul volume molto più grosso e molto più elegante, la cui copertina presentava il titolo “Libro di Taliesin” vergato in lettere graziose. Da un lato qualcosa di ignoto e poco appariscente, corrispondente però alla descrizione fatta dal quadro, dall’altro un tomo tanto ovvio da poter essere uno specchietto per le allodole.
Elhena rimase incantata per cinque minuti buoni a studiare la parete di libri, come in attesa di un’ispirazione che scendesse dal cielo e la illuminasse. Spesso nelle fiabe l’oggetto più dimesso e brutto in apparenza, alla fine si rivelava il vero tesoro, mentre l’oro e i diamanti accecavano e basta, lasciando l’amaro in bocca al malcapitato che aveva seguito solo la propria avidità. Non è tutto oro quello che luccica, dice il proverbio. Inoltre, conoscendo la storia di Tassorosso e la personalità di Tosca, così come era stata tramandata di secolo in secolo, la sontuosità del presunto “Libro di Taliesin” sembrava totalmente fuori luogo.
Quale, quale dei due?
Propendeva per il fascicolo, non solo per l’aspetto, ma anche per la posizione: era stato messo in alto, difficilmente raggiungibile senza l’ausilio di una scala. La Tassina lo considerava un segno. Dopotutto nulla ad Hogwarts era lasciato al caso. E se l’imprevisto poteva intralciare la strada nei corridoi della scuola, di certo la bibliotecaria, severa com’era, non avrebbe permesso che i volumi fossero disposti sugli scaffali in maniera caotica. No, doveva esserci un ordine preciso.
Si riscosse quando udì la voce di Eloise, simile a un tocco gentile sulla spalla. Fu come essere tornata da un lungo viaggio, da un sogno ad occhi aperti. Raramente riusciva a raggiungere un livello tale di concentrazione, la stessa che trasforma le ore in minuti.

Sì, buona idea. Io comincio a portare questo “Libro di Taliesin” al signore del quadro, per quanto sia convinta che sia un… falso. È troppo vistoso. Qualcosa non torna. spiegò, afferrando il libro e dando uno strattone per liberarlo dalla prigione dei suoi fratelli, che lo stringevano sulla destra e sulla sinistra. Dovette infilare le dita tra le diverse copertine e fare forza, ma alla fine riuscì a creare un varco.
Ci sono! esultò a bassa voce, più a se stessa che alla Tassina dai capelli rossi, la quale si era già diretta alla ricerca di una scala. Ne avevano un urgente bisogno.
Nel frattempo, con il tomo stretto al petto minuto, con una serie di passetti leggeri tornò dal dipinto.

Scusi l’attesa. La mia amica – amica? Poteva considerare Eloise un’amica? L’aveva appena conosciuta, eppure quella parola le era uscita spontaneamente dalle labbra - tra poco porterà anche la seconda opzione. Nel frattempo io ho questa, ma non sembra molto nello stile di Tosca. È troppo… vistoso spiegò, un poco esitante come era suo solito. Sostenendo il libro con un gomito incassato nelle costole, ne sfogliò alcune pagine, sperando di non starnutire per la polvere. Dubitava che qualcuno lo avesse aperto negli ultimi mesi, per non dire negli ultimi anni.



Scusate il ritardo e il brutto post
 
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view post Posted on 30/5/2014, 13:15
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Non sarebbe riuscito ad aspettare ancora a lungo!
Ma d'altra parte le due Tassine erano sveglie ed abituate ad usare il proprio cervello e dunque impiegarono del tempo nel decidere quale dei due libri potesse essere quello vincente: avrebbero dovuto fidarsi delle parole del vecchio o far affidamento invece su una loro personale convinzione? Nessuno dopotutto aveva mai nominato esplicitamente Tosca Tassorosso e di certo se anche ella fosse stata coinvolta difficilmente avrebbe avuto desiderio di discutere su minuzie del genere, no?
mentre l'intraprendente Eloise si procurava una scala per raggiungere il plico di fogli che aveva catturato dall'inizio la sua attenzione, il vecchio quadro vide tornare Elhena che con lo sguardo dubbioso gli mostrava il libro.
« Oh sì sì... dovrebbe essere proprio quello invece. » Aveva detto senza troppa cura non "patchwork di cellulosa", ciò nonostante in quel caso la diffidenza si rivelò provvidenziale.
Sfogliandolo la Attwater avrebbe ben presto capito che da quelle pagine non avrebbe ricavato niente di concreto dal momento che le pagine antiche erano vergate da una scrittura svolazzante e ricca di fronzoli e come se ciò non bastasse... si trattava di un Gallese criptico, arcano. Poco male, si trattava di una copia del poema, null'altro: altre informazioni utili avrebbero potuto celarsi nei più disparati anfratti della biblioteca o forse... con un po' di fortuna.. nel "libro" che la Lynch recava con sé quando li raggiunse.
Una volta aperto, alla rossa sarebbe subito saltato all'occhio un post-it attaccato alla prima pagina, fortunatamente in un inglese decisamente più comprensibile seppur non proprio contemporaneo: il senso generale rimaneva comunque questo
‹‹ Il protagonista del poema Cad Goddeu (La battaglia degli Alberi) è il Mago Gwydion: tale poema è contenuto nel Libro di Taliesin ed è incentrato sulla battaglia tra lo Stregone e Arawn, divinità dell'Annwn, l'oltretomba celtico. Nel poema Gwydion anima gli alberi di una foresta affinché combattano al suo fianco. ››
Ecco finalmente il nome del misterioso mago capace di animare gli alberi! Un così grande potere per un uomo solo... era possibile? In che modo quell'informazione avrebbe potuto aiutare le due Tassine? Cosa c'entrava poi, con la Casata di Tassorosso?
Per il momento il quadro taceva, certo che l'arguzia delle due ragazze avrebbe fatto sì che s'avvicinassero alla soluzione di quel dilemma.

 
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view post Posted on 3/6/2014, 22:46
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T6fxXce
Quasi affannata per la premura di scoprire altri fatti dell’intricato mistero che stava loro dinnanzi, Eloise si affrettò a tornare accanto a Elhena. Mentre lei si arrampicava sulla scala, la compagna aveva iniziato a sfogliare il libro. Quello giusto doveva essere quello rilegato, ne era più che convinta. Perché piazzare lì un libro con un titolo in bella mostra, se poi il contenuto era diverso?! La bibliotecaria avrebbe fatto di tutto per evitare errori.
E se non fosse stato un errore? Se fosse stata una trappola in bella mostra? Se davvero era così, doveva essere un gran mistero, quello che dovevano risolvere. E qual era l’interconnessione tra quella Battaglia di Alberi e la buona Tosca Tassorosso? Sembravano ormai lontane anni luce dalla “strada principale” della loro ricerca. Ma, come tante volte succede, un sentiero nell’ombra avrebbe potuto avvicinarle alla meta.
Quando sbirciò da dietro la spalla di Elhena, dovette ricredersi. Le parole, vergate con una grafia precisa ed elegante, erano incomprensibili ai suoi occhi. Che la compagna avesse nuovamente ragione? Guardò il ritratto, chiedendosi quanto ne sapesse lui, in realtà. Dall’impressione che ne aveva avuto, molto più di quello che dava a vedere.
Al di là di tutti i suoi sospetti, il libro rilegato sembrava non aiutare. Era indubbiamente il Libro di Taliesin, ma a quanto pareva in versione incomprensibile. Imparare una lingua antica e ormai caduta in disuso era una richiesta troppo gravosa per risolvere un mistero. La soluzione doveva essere più vicina. Ad esempio, fra le sue mani.
Guardò il libro che stringeva con le dita e sospirò. Ennesimo tentativo. Lo aprì a una pagina a caso e iniziò a scorrerlo, cercando di cogliere parole o frasi che avessero un senso. Lo teneva sulla sinistra, staccato dal corpo, per permettere a Elhena di osservarlo. Quando arrivò alla fine, lo riaprì dall’inizio, e solo allora notò un post-it sospetto.
Le sue iridi color prato scorrevano veloci sulle parole scritte in un inglese un po’ arcaico, ma comprensibile. Bingo! La sua intuizione nel prendere quel libro non si era rivelata del tutto inutile e dovette ricredersi sulla sua natura. Effettivamente, aveva a che fare con Cad Goddeu. Era già qualcosa.
Lesse fino alla fine del foglietto, affamata di conoscenza. Quel nome, Gwydion, attivò dei campanelli nella sua testa, come ricordi spolverati e risvegliati. Memorie remote, di un passato lontano. O di un argomento di cui si è sentito parlare, ma a cui non si è prestata molta attenzione. O solo stupide suggestioni, che volevano autoconvincerla di saperne qualcosa a riguardo.
Alzò lo sguardo verso Elhena, mentre un’espressione interrogativa prendeva forma sul suo volto. Poi lo spostò sul quadro. Si sentiva in dovere di dire qualcosa, ora che era stata lei a scoprire l’importanza di quel volume di fogli. Si morse il labbro, senza sapere come comportarsi.

«Era un tipo tosto, questo Gwydion! Ma continua a sfuggirmi il suo legame con… Tassorosso.»
Alla fine aveva optato per formulare un’osservazione a caso. Una domanda è sempre meglio del silenzio. D’altro canto, probabilmente era troppo presto per mettere a fuoco un orizzonte così lontano. Un poco alla volta, ci sarebbero arrivate. Era fiduciosa.
 
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view post Posted on 9/6/2014, 12:13
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Attendendo che Eloise tornasse col suo prezioso bottino di carta e spago, tenne in equilibrio il pesante volume che aveva tolto dallo scaffale e, misto di curiosità e di desiderio di passare il tempo, cominciò a sfogliarlo. Con delicatezza prendeva gli angoli della pagina tra il pollice e l'indice, la sollevava, prestando attenzione a non allargare troppo la rilegatura, e infine la voltava del tutto. I polpastrelli sfioravano la pergamena e i caratteri accuratamente vergati da un'esperta mano amanuense. Il nome del copista si era perso nei secolo. O almeno così pensava Elhena.
 Senza accorgersene, si ritrovò seduta sul pavimento, con il tomo poggiato sulle gambe incrociate. Così era più semplice sostenerne il peso non indifferente. Peccato non poter dire lo stesso circa la comprensione del testo. Doveva trattarsi di un qualche dialetto legato al gaelico, data la frequenza di vocaboli che suggerivano la presenza di suoni gutturali e difficilmente pronunciabili, quasi sicuramente perduto o parlato ormai solo da una manciata di persone. 

Nel frattempo Eloise non solo aveva fatto ritorno, ma sembrava aver avuto più fortuna di lei.
Con attenzione, la Tassina chiuse il tomo, fece per poggiarlo a terra, poi, ripensandoci e sentendo nelle orecchie gli strilli della bibliotecaria nello scoprire uno dei suoi preziosi libri a contatto con la sporcizia del terreno, scelse di tenerlo stretto al petto, come un bambolotto da cullare.


“No, questo è illeggibile”
commentò tra sé e sé, abbastanza delusa, sebbene in fondo se lo aspettasse. 

“A quanto vedo, tu hai trovato qualcosa di interessante. La ricerca comincia a dare i suoi frutti”
aggiunse, alzandosi sulle mezze punte per sbirciare oltre la spalla di Eloise e leggere il biglietto da lei trovato. Con cautela lo prese, lo girò da ogni lato, lo studiò con attenzione, quasi credesse ci fosse un trucco nascosto o potesse incendiarsi da un momento all'altro. 

“Secondo te era lì da molto o qualcuno ce lo ha messo di recente?”


Il mistero, più che schiarirsi, pareva complicarsi. Qual era il legame con Tosca? Perché quel misterioso messaggio era apparso sulla Coppa, durante il party per la vittoria? 


“Allora, vediamo di fare delle ipotesi”

Aprì la mano destra e comincio a contare sulle dita, chiudendole man mano che parlava.
“O questo Gwydion è stato allievo di Tosca Tassorosso a Hogwarts o la conosceva prima che la scuola venisse fondata. O forse si tratta di un alter ego di Taliesin. Oppure è vissuto secoli prima e nel suo poema dobbiamo cercare una sorta di metafora sul fatto di non arrendersi anche nelle avversità o qualcosa di simile.”
Si avvicinò a uno dei tavoli e depositò Il libro di Taliesin sulla superficie lignea. Le braccia, addormentate, ringraziarono, cominciando a formicolare in maniera fastidiosa. 
Lei cosa può dirci?
Tornò dal quadro, sventolò un paio di volte il post it, così da sottolineare la sua richiesta, e attese speranzosa. Se davvero aveva conosciuto Taliesin, avrebbe dovuto essere in grado di fugare i loro dubbi, almeno in parte. 
Una componente del suo essere si sentiva come una bambina in attesa di ascoltare una fiaba che si preannunciava particolarmente interessante.

 
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view post Posted on 13/6/2014, 15:21
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Il Fato

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Infine, nonostante gli ostacoli vari ed eventuali, Elhena ed Eloise erano riuscite a mettere le mani su un secondo pezzo di carta, casualmente o fortunatamente - le due eventualità si distinguevano? Tuttavia alcune persone sagge erano solite dire che non importa il numero di risorse in proprio possesso se non si sa come usufruirne; era questo il loro caso? Quei pochi scritti erano tutto ciò che avevano trovato, criptici, enigmatici, ermetici... la ricerca si faceva lunga ed estenuante, quasi infruttuosa, possibile che non avessero rinvenuto altro? Dopotutto una biblioteca non poteva celare ogni cosa, no? Alcuni segreti erano andati perduti col tempo ovviamente, altri non avevano mai raggiunto quelle mura scolastiche, altri ancora... chissà. Solo una cosa era certa: quella biblioteca non racchiudeva l'intero sapere.
E quindi? Quindi la ricerca continuava, non si esauriva tra quei libri, si trattava solamente di un trampolino di lancio per qualcos'altro, qualcosa che si celava ben oltre il luogo in cui si trovavano. Ma quale "
qualcosa"?

Il vecchio dipinto rise quando la giovane dai capelli color carota mostrò tanto spontaneamente il suo entusiasmo nel leggere di una parte minima delle vicissitudini di Gwydion.
« Tosto? Sì, gli piacevano quel genere di incantesimi naturali; è lui, insieme ad altri certamente, che dovete ringraziare per molte delle lezioni di... com'è che la chiamate? Erbologia? »
Non si espresse ulteriormente quando la giovane accennò ad un eventuale legame, lui ne sapeva poco, ricordava male, confondeva date e luoghi.... o così dava a vedere.
Si concentrò piuttosto sull'altra Tassorosso, gli pareva decisamente più pragmatica e razionale, forse aveva qualche anno in più sulle spalle, gli piaceva il metodo che stava utilizzando: formulare ipotesi aiutava a mettere ordine tra i pensieri e tra quelle caotiche informazioni.
Presto o tardi avrebbero risolto l'intero puzzle, magari non quel giorno, non lì, non nelle settimane successive ma ci sarebbero arrivate.

*Senza ulteriori suggerimenti...*
Strappato dalle sue considerazioni mentali, il signore abbassò lo sguardo sulla ragazzetta quando lei gli sventolò sotto gli occhi quel post-it che avevano ritrovato.
« Taliesin ha riportato ciò che sapeva, ciò che riteneva fosse la verità. Ma se fosse o meno presente a Cadair Idris non ve lo saprei dir- »
« Per Merlino ecco dove eravate finite! Mi sono distratta soltanto un attimo.. e voi siete svanite.. e quel libro volante! » Trafelata, in procinto d'avere un attacco cardiaco, giunse l'amata bibliotecaria, puntuale sul più bello con un tempismo da far invidia ad una giratempo; si stringeva il petto, povera donna, ad ogni respiro affannoso il chiaro segno di quanto l'idea di un libro volante la mandasse su di giri. « Quello scaffale doveva contenere libri totalmente innocui, non vi avrei mai lasciate sole, insomma, non è partito di gran carriera, vero? Quei Grifondoro... sempre a prendersi gioco di me. Ah ma ne canterò quattro alla Bennet, oh sì, possa arrugginirsi un boccino che lo farò. »
Contraddirla avrebbe potuto indurla al suicidio.
Quando pochi istanti dopo si fu calmata, raccontandosi mentalmente una versione del tutto diversa dell'accaduto giusto per rimettersi in pace con la propria coscienza, lei piantò i suoi occhi acquosi (e le spesse lenti) prima su una e poi sull'altra studentessa.
« Che fate, signorinelle? Non vi ho lasciate qui, io. » In quel momento, se le due Tassine si fossero girate verso il quadro, lo avrebbero trovato vuoto: il vecchio strampalato che lo abitava era scomparso, nessun testimone.
« Anzi no, non ditemelo... spero abbiate trovato quello che cercavate perché è ora che andiate.. prima che il mio povero cuore decida di schizzarmi fuori dal petto. »

La ricerca poteva dirsi conclusa? Di sicuro lo era, tra quei libri.
Ma cos'altro aveva voluto dire il signore del dipinto?
Cadair Idris. Era lì che proseguiva?
Come si muovevano i Tassorosso, in questi casi?
Due teste potevano anche aver "fallito", ma... più teste?
*Non è questo il vostro punto forte, Tassorosso? Il lavoro di squadra.*


Ci siamo, finalmente.
Siete state bravissime, fate un ultimo post a testa e decidete come agire ora che sapete quel che sapete.
Aggiungete entrambe 1 punto Mana alle vostre statistiche per le conoscenze apprese.

 
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31 replies since 2/9/2013, 20:14   601 views
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