Cadair Idris.
Il nome di quel luogo evocava scenari mitici, foreste nate col mondo, isole coperte di verde brillante le cui scogliere si tuffavano nelle acque color acquamarina, infinite brughiere spazzate dal vento. Il nome suggeriva che si trovasse - o si fosse trovato una volta - in Scozia, al nord, patria dei quattro fondatori di Hogwarts.
Non poteva essere un caso. Oppure in Irlanda, prima che l'isola venisse invasa, quando era ancora densa di leggende e gli antichi dei camminavano fra le sue colline.
"Dunque, sappiamo che un certo Taliesin ha scritto un poema su una battaglia svoltasi a Cadair Idris, ma non sappiamo se fosse presente o meno. Gwydion ne fu l'eroe, con gli alberi cui diede vita."
Giusto nel momento in cui completava la frase e forse sarebbe anche andata avanti, non solo arrivava trafelata la bibliotecaria, con un tempismo perfetto, ma il vecchio del ritratto ne approfittava per svignarsela.
Elhena si morse le labbra, magari un poco più forte del solito, quasi volesse trattenere un commento pungente che, comunque, mai sarebbe uscito dalle sue labbra. Tuttavia, si sentiva delusa ad aver perso la loro unica fonte d’informazioni, per quanto abbastanza confusionaria. Era pur sempre meglio di niente.
Chissà se il dipinto sarebbe tornato alla sua collocazione originaria se si fosse piazzata davanti al quadro, senza spostarsi di un centimetro per ore e ore. Purtroppo il desiderio di fare un appostamento in biblioteca si scontrava con una serie di regole scolastiche per superare le quali avrebbe avuto bisogno di una sfilza di permessi.
No, affidarsi alle conoscenze già accumulate come trampolino di lancio per una ricerca più approfondita, pareva un metodo infinitamente più semplice. Magari più lungo, ma più semplice.
Strinse sovrappensiero il post-it che ancora teneva nel pugno, piegandolo poi con cura e infilandolo nella tasca della gonna. Lo spinse sul fondo per evitare che uscisse a causa dei sussulti che ogni corpo produce quando si trova in movimento. Avrebbe camminato a larghe falcate, di sicuro. Camminava sempre così quando qualcosa la preoccupava o accendeva la sua curiosità.
Seguendo il consiglio – o, per meglio dire, l’ordine – della signora, s’incamminò verso l’uscita, sebbene una parte di lei bramasse per rimanere ancora in biblioteca. Voleva immergersi in tutti i volumi esposti e trovare delle risposte. L’identità di Gwydion era il mistero che più le premeva risolvere. Nella sua testa si figurava l’uomo come un guerriero giovane, bello e aitante, ma conoscendo Tosca e la sua storia, nulla vietata che si fosse trattato di un mago ormai in là con gli anni, saggio ma rugoso.
“Sì, ce l’ho io, tranquilla!” rispose, non appena furono di nuovo sole con i loro dubbi e le loro domande. Ci volle qualche secondo per riabituarsi a parlare con un tono di voce che superasse gli 0 decibel.
“Non sono sicura che Cadair Idris esista ancora, ma se così fosse, potremmo chiedere al Capocasa di organizzare una… gita.” propose, sperando che un sopralluogo sul campo potesse aiutare a togliere un altro dei tanti veli di Maya che avvolgevano la faccenda.
“Nel frattempo direi di concentrarsi su Gwydion. Qualcuno oltre a Taliesin deve pur aver scritto su di lui!” esclamò, con le braccia che si allargavano improvvisamente per l’enfasi. Fortuna che a quell’ora il corridoio era praticamente deserto, altrimenti la Tassina sarebbe arrossita e si sarebbe pietrificata non appena si fosse accorta degli sguardi che aveva attratto con il suo gesticolare. Insomma, fortuna che in quel momento non c’erano sguardi da attirare.
“In effetti ho un certo languorino. Pranzare insieme mi sembra un’ottima idea” acconsentì alla proposta di Eloise, chinando appena la testa, come a cercare sul pavimento un pensiero caduto, e abbozzando il mezzo sorriso di quando qualcosa le faceva piacere.