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view post Posted on 30/1/2014, 22:25
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Su,giu,destra,sinistra,sopra,sotto.
Possibile che stava sempre in giro in quel dannato posto anche se non aveva nulla da fare???

*Cavolo*

Pensò tra se e se ,mentre con le gambe continuava a muoversi in ogni punto più remoto del castello.
Leggermente affaticato,il giovane Daddy quel giorno si trovava a fare dei giri praticamente inutili.
Dopo le lezioni,era sceso giusto per mangiare la cena dal dormitorio alla Sala grande e ora si ritrovava al terzo piano con l’intento di arrivare alla Torre di Divinazione,la più lontana di quel castello.

*Oh certo che la potevano pure mettere un ascensore qua*

Pensò mentre aspettava impazientemente, che la scala “mobile” tornasse nuovamente in quel punto del terzo piano per farlo salire al quarto.
Se c’era una cosa che odiava tanto,ma veramente tanto(oltre al guardiacaccia dalla flatulenza facile) era aspettare le scale che facevano come cavolo gli pareva in quel luogo.
Girando leggermente lo sguardo notò dei quadri fissarlo e deriderlo.
Oramai la calma stava per svanire,quanto mancava a che potesse ritornare a spaparanzarsi sul suo soffice letto ?


Edited by Daddy E. Toobl - 31/1/2014, 16:09
 
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Pscimmia
view post Posted on 31/1/2014, 15:48





Forse bisogna perdersi per ritrovarsi, ritrovarsi per perdersi.


Nathaniel uscì stiracchiandosi dal suo nuovo ufficio, il suo volto era serafico e tranquillo; aveva appena completato definitivamente il suo insediamento nella scuola di magia e il suo boscoso studio era in perfetto "ordine.
Aveva avuto poco modo di girare per la scuola durante il suo primo giorno di lavoro, d'altronde creare una mezza foresta in una stanza di pietra richiedeva tempo, ma ora, libero da compiti impellenti, poteva dedicarsi a un breve giro per ristuzzicare ricordi da lungo tempo sopiti.
Il suo ufficio era al secondo piano, luogo in cui si trovava tuttora l'infermeria, la quale, ai suoi tempi da studente, era una delle stanze da lui più visitate; alcuni lo avrebbero definito un ribelle scavezzacollo, lui avrebbe preferito un magnete per i guai.
Sorrise a quei ricordi e con passo deciso si diresse dal lato opposto rispetto alla stanza medica; perchè?
Semplice, prima o poi contava di tornarci e più riusciva a posticipare il suo rientro in quel luogo meglio era per la sua immagine di nuovo insegnante.
Certe volte si trovava a chiedersi come potessero convivere in lui il suo animo educato e galante con il suo spirito ribelle e spericolato; mai trovò una soluzione quanto meno razionale.
La mancina scivolò all'interno del lungo spolverino nero e ne estrasse un piccolo taccuino nero, il suo fantomatico "diario dei pensieri"; era ormai talmente abituato al suo camminare e leggere che oramai compiere una delle due azioni separatamente lo innervosiva.
Importante sottolineare come nonostante questa spiacevole abitudine lui riuscisse a non uccidersi ogni volta che usciva a fare una passeggiata; ma ad hogwarts si sa che alle scale non piace molto rimanere fisse.
Giunse alle scale per il quarto piano durante un passaggio piuttosto interessante dei suoi scritti e fu così che, a sua insaputa, quest'ultime si mossero abbassandosi e collegandolo al terzo e conducendo lo sbadato professore fuori rotta.
Quando, giunto sul pianerottolo del piano sbagliato alzò lo sguardo scorse un lungo corridoio per nulla simile a quello che nei suoi ricordi conduceva alla gigantesca biblioteca della scuola; sospirando richiuse il libro e si picchiettò la fronte con la copertina in pelle.


Me sciagurato, mi sono perso di nuovo...

Ovviamente la notizia del suo smarrimento gli fece ignorare la presenza di una seconda figura su quel piccolo pianerottolo di collegamento.

 
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~Ignis.
view post Posted on 31/1/2014, 17:50




Ian Alexander Nicholas Lancester Black - Grifondoro
Studente - IV Anno - Narrato - Pensato - parlato © Hoperus

Alexander uscì dall’enorme portone in legno della Sala Grande, il suo volto soddisfatto e paffuto erano chiari segnali di una cena abbondante; aveva da poco finito il suo periodo di pausa, il suo momento sabbatico, e tornare alla scuola di Hogwarts fu un toccasana per la sua persona. Aveva avuto poco tempo di girare per i corridoi, per notare se qualcosa era cambiato, in fondo recuperare materie per terminare l’anno in tempo, gli portavano via tempo più del normale orario scolastico. La sua normale giornata era: colazione, lezione, recupero, cena, ogni qualvolta riusciva a ritagliarsi un po’ di tempo, lo impiegava a spulciare gli angoli e i lati più oscuri e meno conosciuto della scuola. Si diresse ad ovest, in direzione dell’enorme spazio occupato dalle scale ‘a cui piace cambiare’, in quale direzione? Il giovane Grifondoro, presa consapevolezza di aver un po’ di tempo prima dei compiti di Cura delle Creature Magiche, decise di girare un po’ per la Biblioteca, chissà magari avrebbe trovato qualche libro interessante su Creature Magiche. Aspettò qualche secondo, al piano terra, la scala che lo avrebbe portato direttamente al quarto piano, passarono secondi minuti ma la scala non voleva proprio aiutare Alexander a raggiungere il quarto piano. Il Grifondoro decise allora di rivolgersi al quadro accanto ad una statua in marmo sul primo pianerottolo del primo piano.
Posso gentilmente adoperare il passaggio dietro la sua impotente e celebre immagine?
Il dipinto era quello di un importante attivista nel mondo magico, dopo qualche momento di esitazione lasciò passare il ragazzo ma con la pretesa di non usare più quella scorciatoia perché non aveva voglia di fare il ‘gentile’ senza ricevere qualcosa in cambio. Passò attraverso ragnatele e pozzanghere fangose, ma riuscì dopo qualche minuto a raggiungere il pianerottolo dall’altra parte del quadro. Fatto qualche in avanti, poté accorgersi di non essere arrivato al quarto piano, quello era il pianerottolo del terzo piano, dove si trovava l’Aula di Incantesimi.
Per la barba di merlino, questo non è il quarto piano.
Per un momento lasciò via libera alla lingua che pronunciò quella frase di dissenso, guardando il lato positivo però, aveva accorciato di parecchio la distanza dalla sua destinazione. Solo dopo aver riflettuto su di sé, notò che in quel pianerottolo non era da solo. Vi erano due persone: due ragazzi, o forse un ragazzo e un giovane docente. Il ragazzo, su per giù poteva aveva la sua stessa età, ma l’altra persona non riusciva proprio a capire chi fosse. Nella mente di Alexander incominciarono a formarsi ipotesi sulla sua identità, una su tutte prevalse: forse faceva parte del nuovo corpo docenti che la scuola stava assumendo in quei giorni.

UwSBPeA
 
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view post Posted on 31/1/2014, 21:54
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*Maledizione,maledizione,maledizione*

Pensò il giovane che imprecava come un matto in direzione della scala che non dava cenno di tornare.
Aveva sonno,S-O-N-N-O, come glielo poteva spiegare?


*Per i capezzoli di Merlino*

Sospirò rassegnato,voltando le spalle alle scalinate per fissare quei dannati quadri che lo fissavano divertiti.

-Vi prego fate ridere anche me! Di che cosa state parlando? Di quanto sono lunghi i vostri nasi?-

Esclamò,per poi esplodere in una fragorosa risata.Proprio mentre notava con gioia che quei stramaledetti quadri si erano calmati per soffermarsi a tastare i loro nasi egizi,sentì un esclamazione milleottocentesca provenire poco distante da lui.
Leggermente confuso -e la confusione era dovuta a quel “Me sciagurato” usato come imprecazione- si girò in direzione della voce per notare un esile signore con i capelli un po’ selvaggi poco distante da lui.
Osservandolo per alcuni secondi e appurando che non lo aveva mai visto domandò con aria leggermente sgarbata:


-Scusi ma lei chi è?Cerca per caso la Preside Bennet?-

Continuando a fissare con attenzione l’individuo,pur sapendo che non poteva essere nessuna persona venuta dall’esterno del castello date le mille protezioni magiche che vi erano state lanciate sopra, notò che un altro ragazzo si era palesato vicino a loro,probabilmente tramite un passaggio segreto.
Senza distogliere lo sguardo sul misterioso individuo,rispose con tono sarcastico alla sua ultima affermazione


-Eh no,non è il quarto piano-

Effettuando una smorfia, rimase in attesa della risposta del Mozart dei giorni nostri,tralasciando il discorso con il ragazzo della sua età.
Alla fine lui era un prefetto,conosceva tutti i suoi professori e quasi tutti gli studenti del castello,doveva sapere chi aveva davanti a lui no?

 
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Pscimmia
view post Posted on 31/1/2014, 23:02





La buona educazione non sta nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel non mostrare di accorgersi se un altro lo fa.


Sospirò di nuovo, era impossibile perdersi in meno di dieci minuti, doveva essere una qualche sorta di record ricompensabile con una gigantesca cartina o uno di quelli strani aggeggi babbani che aveva visto utilizzare per mostrare una via.
Si guardò attorno cercando di richiamare alla mente ricordi perduti per far coincidere quel corridoio pietroso con un qualche luogo visitato nella sua infanzia; purtroppo i vecchi castelli avevano tutti un'immancabile problema: i corridoi erano dannatamente identici.
Il suo sguardo cadde su un giovane a pochi passi da lui, la situazione fu divertente perché nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sullo studente quelli di quest'ultimo intercettarono la sua figura.
Come al solito il suo vizio analitico prese il sopravvento e la sua mente prese ad analizzare tutto di quel ragazzo; la sua postura rigida, il cipiglio irritato, il vestiario da studente e perfino la luccicante spilla da prefetto che se ne stava appuntata sulla divisa.
Un ragazzo per bene, pensò; almeno finché non aprì la bocca sbottando in malo modo una richiesta.
Inspirò profondamente, pensò di reagire come lo schiopodo sparacoda, il quale si infiammava subito per un torto; ma lui doveva controllarsi ed essere quantomeno educato con quel giovane dalla lingua lunga.
Si passò una mano tra i capelli riprendendo il controllo mentre la mancina, ancora saldamente incastrata nel suo immancabile taccuino, salì all'altezza del petto; con un gesto formale chinò lievemente il capo con fare educato.
Non un vero inchino, la disparità di ruoli e di età lo avrebbe reso inopportuno; più un lieve cenno della testa.


Il mio nome è Nathaniel Elend Venture, docente di cura delle creature magiche; per quanto riguarda il vostro indiscreto quesito, no, non sono alla ricerca della lady preside in questo momento.

Si volse di scatto udendo una nuova voce e prima che potesse dire qualcosa sentì il giovane al suo fianco farsi avanti con una voce simile a quella usata in precedenza con lui; che fosse una disarticolazione mandibolare a dare a quel giovane un tono tanto irritato?
Le sue sopracciglia si inarcarono lievemente mentre con lo sguardo saettava tra i due studenti, ovviamente ebbe un istinto di naturale simpatia verso quel giovane che, come lui, pareva essersi perso.


Mi sembrate discretamente informato giovane prefetto e, anche se temo per me stesso, dovrò chiedervelo: sapete in che ala del maniero ci troviamo?

Raramente utilizzava l'appellativo più educato per parlare con gli uomini, era più una cosa legata alla figura femminile per lui e di certo poco adatta a una discussione con uno studente.

 
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~Ignis.
view post Posted on 2/2/2014, 20:26




Ian Alexander Nicholas Lancester Black - Grifondoro
Studente - IV Anno - Narrato - Pensato - parlato © Hoperus

Ancora un po’ intontito dal passaggio segreto, stretto e pieno di insidie, dietro il quadro, non appena uscì alla luce delle torce poste sul pianerottolo del piano, Alexander poté prendere coscienza di non essere giunto al quarto piano, ma un piano sotto, piano dell’Aula di Incantesimi. Stupido pensiero, ma per un momento pensò che quelle persone che aveva davanti non fossero studenti o appartenenti a nessuna categoria della scuola. La mente si illuminò sulla situazione quando vide brillare la spilla di uno dei due con il riflesso di un torica vicino, era il prefetto di Corvonero. Alexander non lo conosceva, ma era sicuro che due su tre fossero studenti in quel pianerottolo. Il terzo, doveva per forza essere un docente, anche perché nessuno studente, anche del settimo anno, usava un linguaggio così aulico e particolare. Che forse doveva chiedere l’identità a quella persona? Lo avrebbe fatto il prefetto, in fondo aveva più possibilità di non finire in presidenza per aver chiesto notizie su un professore di Hogwarts. Uno dei due, il prefetto, rispose all’esclamazione di dissenso di Alexander. Non gli rivolse neanche lo sguardo, il Corvonero era fisso su quell’individuo che, vicino alle scale, concentrava su di sé l’attenzione di tutti.
Beh, la mia era un’affermazione non c’era bisogno che rispondessi con tono sarcastico
Non era da carattere di Alexander attaccare o sottolineare l’atteggiamento della persona che gli si trovava davanti, ma quel Prefetto, con quel tono, non fece altro che suscitare e istigare quell’Alexander, che non era più il pacifico di una volta. Istigato, Alexander si calmò quando il Docente di Cura delle Creature Magiche, dopo essersi presentato, intraprese un discorso col prefetto. Bennet, cognome della preside nonché ‘capo’ della casata Grifondoro, si sentì quasi onorato che da tanti cognomi di professori e personaggi importanti in quella scuola, fu fatto proprio quello della sua Capocasa. Beh, ripensandoci era la preside di Hogwarts.
Questo è il terzo piano, riconoscono il quadro che ogni mattinata mi osserva quando vado in Aula Incantesimi
Quasi ironico, quasi volendo sdrammatizzare la situazione, rispose al docente, anche se la sua domanda ‘forse’ non era riferita direttamente a lui. Non appena concluse la frase si sentì quasi fulminato dal quadro nominato, che Alexander preferì ignorare per evitare morti improvvise dovute a scatti d’ira.

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view post Posted on 4/2/2014, 22:24
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*Oddio che sono ritornato nel milleottocento?*

Domandò a se stesso,mentre sentiva proferire da quello che doveva essere un suo professore parole particolari come miniero e quesito.
Quesito. Una parola che non aveva MAI usato, dato che era abituato a dire solo e soltanto “Domanda”.
Se c’era una cosa che non si poteva dire su Daddy Toobl era che non fosse un ragazzo imprevedibile, oltre che dai modi semplici.
Dopo aver scoperto la vera identità del signore,al contrario di molti suo compagni di scuola che avrebbero abbassato le penne,sorridendo al signore, fece un leggero cenno di capo,imitandolo ironicamente, per poi grattarsi il capo e dire ridendo:


-Ehm.. Scusi. Non avevo idea che lei fosse il nuovo professore,piuttosto pensavo fosse un ministeriale .-

Alla fine non si immaginava che quella persona potesse fare il nuovo professore di Cura delle Creature Magiche o CDCM.

*Cresci Dormi Curi e Muori*

Era troppo esile,troppo curato. Sembrava sprecato per dare pacche agli Ippogrifi.
Senza sembrare più cafone di quanto era stato fino a quel momento,allungò la sua mano verso il personaggio per affermare con decisione


-Io sono Daddy Ersol Toobl,studente del V° anno e Prefetto di Corvonero. Spero che la prossima volta che verrà assunto un nuovo professore sia inserita nella bacheca anche la sua foto.-

Sorrise nuovamente aspettando che gli stringesse la mano.
Proprio nel momento in cui si stava chiarendo con il professore- sorvolando la domanda del neo professore appositamente,dato che non sapeva in quale ala del castello si trovassero- girò lo sguardo verso il ragazzo che gli aveva risposto a tono.
Analizzandolo per alcuni secondi,notò sul suo petto lo stemma di


*Grifondoro *

Pensò il giovane sospirando.
Certo come si scaldavano facilmente i Grifondoro,non si scaldava nessuno.
Senza pensarci - e per mettere il dito nella piaga- rispose con tono deciso:


-So che la tua era una affermazione. Tranquillo caro.-

Il caro era stato aggiunto più per presa in giro che per altro ed era stato detto perché amava provocare le persone.
Sorridendo,notando anche che il ragazzo aveva proseguito a parlare per smorzare la situazione, chiese con calma:


-Ora che mi ricordo,tu giochi a quidditch vero? L’ultima volta credo di aver rischiato di essere preso da un tuo bolide.-

Ricordi vecchi come sua nonna apparvero poco nitidi nella sua mente.
Contro quel ragazzo sicuro ci aveva giocato già diverse volte.

 
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Pscimmia
view post Posted on 7/2/2014, 16:35





È nel ricordo che le cose prendono il loro vero posto.


Nathaniel inarcò un sopracciglio con un sorriso serafico che andava a dipingersi leggermente sulle labbra, non era abituato all'implicito rispetto derivante dalla sua carica; la sua attenzione per la mimica lo aiutò a cogliere l'ironia nel gesto del giovane, ma apprezzò il cambio di tono e il salto di registro verbale quindi decise di far finta di nulla.
Con un gesto educato, seppure vagamente sorpreso, strinse leggermente la mano del giovane annuendo con fare incoraggiante; non voleva stroncare la ritrovata educazione.
Ai suoi tempo i professori erano esseri temuti e con cui discutere era sinonimo di tentativo di suicidio; invece quel giovane sembrava totalmente non curante della differenza tra i due e,anche se ovviamente non poteva ammetterlo con se stesso, Elend gliene fu grato.
Si volse ritirando la mano e udendo le parole del giovane grifondoro; per la prima volta ne studiò il viso e i lineamenti immagazzinandoli nella sua enciclopedia mentale di volti.


Grazie per l'informazione signor...hem temo di non aver colto il vostro nome.

Si passò una mano tra i capelli scompigliandoli mentre il suo sguardo attento tornò ad osservare il prefetto; ora che non era più impegnato a discutere con lui sembrava avesse ritrovato l'ineducata spavalderia di poco prima.
Sembrava poco gentile nel rivolgersi al suo compagno, ma Nathaniel comprendeva l'astio tra case e decise di mantenersi al di sopra delle parti intervenendo solo nel caso si fosse rivelato necessario; il pensiero lo fece sorridere al ricordo del suo piccolo "incidente" con un bullo di serpeverde ai tempi del suo quinto anno.
Ricordava ancora l'adrenalina, la piacevole furia nell'abbandonare i canoni della sua educazione; purtroppo rimembrava anche come un pugno del suddetto ragazzo gli avesse lacerato un labbro e spaccato un dente.
Sospirò divertito per i suoi pensieri cercando di riconnettersi a quanto stesse avvenendo nel presente

 
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