Civetta

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Yudah Iscariot
view post Posted on 21/5/2014, 20:19




Il sibilo del vento tra le foglie poteva essere un'ottima colonna sonora per quella serata senza stelle.
La luna era scomparsa tra nuvole scure, che con se portavano un intenso odore di pioggia,forse già scaricata in qualche villaggio li vicino.
Di certo non avevano portato a termine il proprio operato, e il loro incombere stava allarmando i passanti,fuori per le ultime faccende o per una chiaccherata in compagnia.
Gli alberi si ergevano lungo i sentieri in terra battuta,ai margini del villaggio di Hogsmeade, sacrali e vagamente spettrali; tra le fronde un osservatore attento poteva scorgere di tanto in tanto qualche ombra passare scaltra da un ramo ad un altro.
L'attenzione del giovane mago fu però catturata da il luccichio di due occhi grandi che lo fissavano da un po',curiosi e attenti; una grossa civetta bruna era in attesa del via libera per la sua battuta di caccia, e fin che gli umani si aggiravano ancora per le strade, avrebbe avuto poca probabilità di successo nella sua ricerca di qualche ratto, o lucertola in cerca di cibo.
Gli occhi chiari del puro sangue non si staccarono da quelli dell'animale che cauto non lo mollava un attimo; le civette sono animali nobili, che difficilmente si fanno avvicinare.
Nelle comunità antiche l'animale simboleggiava la saggezza, ed era forse per questo che si associava un animale così sfuggevole, alla capacità dell'uomo di fare propria una dote rara, per persone intelligenti e lungimiranti.

-Hai vinto tu!-

esordì con tono pacato, sogghignando, cedendo a quella sfida all'ultimo sguardo.
Fu così che Iscariot si concentrò alla ricerca di un locale che faceva al caso suo per quella serata in solitaria.
 
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view post Posted on 27/5/2014, 12:59
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Hai vinto tu.
Una voce si mischiò al sibilo del vento costringendola a voltarsi.
Fu quasi un fastidio, un colpo di forbici che recise il filo dei pensieri nei quali stava annaspando.
Quella era una delle sue serate, il cielo cupo minacciava pioggia e i pochi maghi presenti sulla strada fuggivano come tante formiche, timorosi di terminare le faccende sotto al diluvio.
Anche lei si apprestava a tornare verso Hogwarts, dove avrebbe cenato e pernottato, ma la cadenza dei passi appariva tranquilla. Non desiderava niente di meglio che assaporare il profumo di erba bagnata alla fioca luce degli ultimi scorci del giorno, la luna era già al suo posto, di tanto in tanto nascosta dalle nuvole.
Hai vinto tu
Da sotto il cappuccio gli occhi ametista scrutarono le spalle di un uomo e di un uomo soltanto. Dunque, con chi ce l'aveva?
Era affar suo? No.
Le interessava? No. Forse.
Intanto si fermò. Dietro di lui. Guardando oltre la sua spalla non vide altro che una fugace ombra. Questa aprì le ali intorpidite e si alzò in volo scomparendo oltre la macchia scura.
L'uomo si svoltò e lo vide in faccia. L'espressione non mutò, i tratti del volto non le richiamarono alla memoria niente, sebbene i suoi ricordi non fossero attendibili era quasi sicura che si trattasse di un forestiero. Un forestiero che disquisiva con le civette.
Un lampo di imbarazzo le passò nello sguardo, non aveva palesato la sua presenza limitandosi ad osservare. Avrebbe dovuto giustificarsi?
Per quanto ne sapeva quell'uomo poteva essersi fermata nell'istante stesso in cui si era voltato.
Decise di non farlo e si scostò quel tanto che bastava a lasciargli libero il passo.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 27/5/2014, 21:44




Era praticamente riuscito a focalizzare quale sarebbe stata la sua prossima tappa, ma mentre tra i suoi pensieri nuvolette prive di contorno andavano condensandosi in una forma ben definita ecco che "puff" tutto svanì sul più bello, ovviamente per colpa di qualche cialtrone che decise bene di avvicinarsi abbastanza da metterlo in guardia.
Si perchè lui aveva imparato a suon di bastonate in testa a tenere sempre l'attenzione sul "chi va la".
Suo nonno aveva la fantastica abitudine di tendergli degl'agguati in fase di allenamento, quando lui riceveva l'espresso ordine di lanciare incantesimi verso un punto ben determinato, il vecchiaccio lo coglieva alla sprovvista disarmandolo da dietro, facendo sempre seguire il suo incantesimo, a un bel colpo secco del nodoso bastone da passeggio, che andava a frantumarsi sul cranio del giovane nipote maldestro.
In quegl'attimi infiniti il mago aveva già appoggiato le dita sulla sua bacchetta.
Di quei tempi non ci si doveva fidare nemmeno della propria ombra, ed era bene non deludere il nonno.
Superò poi la figura incapucciata che si scostò quel poco per farlo passare, ma anche se i suoi lineamenti erano in parte nascosti, era difficile non identificarli.
Lasciò trascorrere quei pochi secondi che gli permisero di distanziarla di 3 passi, poi si girò di scatto, sfoderò la bacchetta, ma solo per puntare la persona in questione, in modo un po' originale, anche se effettivamente rischiava di essere schiantato contro un albero, dato il gesto travisabile.

-Pompadour!-

se ne venne fuori con voce glaciale ma squillante,scandendo il cognome del Ministro della magia, che stava improvvisamente colorando d'interesse una serata probabilmente volta a finire sul fondo di un bicchiere di buon whisky incendiario stravecchio.
 
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view post Posted on 28/5/2014, 13:04
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Accadde tutto troppo velocemente.
Il forestiero - o almeno così lo aveva battezzato - le passò accanto, le iridi ametista incontrarono quelle scure di lui per un breve, fugace attimo. Uno sguardo distratto, dettato forse dalla curiosità per un uomo che parlava con le civette. Ne aveva incontrata tanta di gente bizzarra e tanta ne avrebbe incontrata, l'episodio non la scompose, si voltò, pronta a riprendere il cammino.
Un passo, forse due e la voce del forestiero squarciò nuovamente il silenzio della via, Quella volta non vi erano dubbi riguardo il destinatario della sua esclamazione, a meno che non vi fosse qualche creatura notturna che si chiamasse Pompadour, quello si era rivolto proprio a lei mostrando di averla riconosciuta.
Fu una sensazione strana, sussultò prima di irrigidirsi. Il tono glaciale della voce non prometteva niente di buono, nessuna venatura cordiale, nessuna parvenza di complicità. Già svariate volte si era trovata in posizioni scomode, sapeva bene di avere molti nemici e sapeva bene che se Rhaegar le aveva appioppato due Auror alle calcagna un motivo c'era.
Si voltò trovandosi a fissare la punta di una bacchetta. Una bacchetta rivolta verso il suo petto.
Ottimo.
Poteva manifestarsi la possibilità che si fosse sbagliato?
Poteva dire di essere Riccioldoro che andava a trovare Babbo Orso?


"In carne ed ossa"

La sincerità denotava calma e tranquillità. Non era proprio proprio tranquilla ma non avrebbe mostrato alcun segno di timore.
Lentamente lo sguardo si spostò dall'arma al volto dello sconosciuto. Per quanto si sforzasse quei tratti somatici non le dicevano nulla.


"E' la forma di saluto in voga dalle sue parti o vuole davvero attaccare una donna indifesa?"

Nel dubbio, la mano destra nascosta dal mantello si strinse intorno alla bacchetta.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 28/5/2014, 13:39




Un brivido di eccitazione percorse tutto il corpo del 27enne,che non appena ebbe conferma dell'identità della donna, mantenne a stento l'emozione.
Camille Pompadour, Ministro della Magia, un sacco di medaglie al merito fissate al petto (e che petto signori!), ex docente di Hogwarts e bla bla bla, ma prima di tutto...insostituibile migliore amica in un infanzia passata da Yudah in giro per il mondo con il nonno, celebre mago Inglese, membro del Winzegamot, fissato con la severa educazione dell'elìte magica, e che aveva preparato il nipote a quel mondo anni e anni prima della chiamata ad Hogwarts.
Fu infatti nella Francia di Camille che i due si incontrarono,in un lungo viaggio che portò nonno Iscariot lontano da Londra per faccende burocratiche 3 mesi, e che inevitabilmente lo costrinse poi a tornare con il nipote, che probabilmente aveva una gran cotta per la streghetta prodigio con la quale amava allenarsi, o meglio, fare tesoro dei difficilissimi testi di magia che avevano a disposizione grazie al prestigio della famiglia Pompadour.
Erano stati anni meravigliosi quelli, anni di spensieratezza, di affetto, anni in cui le faccende oscure del mondo ancora non toccavano le loro giovani menti, mai sazie di informazioni sempre alla ricerca di qualcosa di più.
Un sorriso sincero, più unico che raro, si stampò sul viso del mago letteralmente scioccato dalla facilità con la quale era riuscito a trovarla, dopo il suo ritorno in Inghilterra.
Il suo vagabondare l'aveva tenuto lontano dalla sua terra natia, e con essa da Camille, che aveva seguito le sue orme allontanandosi da casa, per mettere le radici proprio li dove Yudah non voleva stare.

-Una volta eri tu a salutarmi così "maschiaccio di una Pompadour"-

scandì le sue ultime parole con fare di scherno, era così che la chiamava ogni volta che voleva prenderla in giro, lei odiava quell'espressione con tutta se stessa, e non si difendeva come tutte le altre signorine piagnucolando o scappando dalla mamma, no, partiva con calci e pugni a raffica fino a che entrambi erano esausti.
Era felice, felice di averla ritrovata, e ansioso di vedere la sua reazione dopo così tanti anni passati lontani l'uno dall'altra.
 
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view post Posted on 29/5/2014, 12:56
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Così, immobile, apparentemente indifesa, sostenne lo sguardo dello sconosciuto.
Erano vicini quel tanto che bastava per consentirle di cogliere le strane espressioni del giovane volto che si susseguivano, sovrapponendosi l'una all'altra: sorpresa, incredulità ... gioia?
Aggrottò la fronte immersa in quell'istante di curioso studio. Non era mai stata fisionomista, capacissima di incontrare qualcuno il giorno prima per poi dimenticarlo il giorno dopo, sentiva il peso dell'aspettativa. Quell'uomo si attendeva qualcosa da lei, ma cosa?
Con i sensi all'erta si lasciò di nuovo avvolgere dalla voce venata di ironia trovandosi a fare i conti con una frase del tutto incomprensibile. Come, del resto, era quel tipo, incomprensibile.
Inclinò la testa di lato sforzandosi di coglierne il senso, istintivamente si mosse in avanti incurante della bacchetta ancora puntata verso di lei, era seccata. Lo era sempre quando il compito da svolgere riguardava "il prima". Avrebbe potuto esprimere a parole l'enorme punto interrogativo che sostava come una spada di Damocle sulla sua testa ma non voleva apparire superficiale.
Si avvicinò ancora, allungò la mano arrivando a sfiorare l'arma, pressò leggermente verso il basso, facendo intendere che non le piaceva recitare la parte del bersaglio. Avrebbe incontrato resistenza?
Da quella distanza i lineamenti del forestiero apparivano nitidi. Lasciò che la mente vagasse libera nel miasma di ricordi, li aveva relegati in una meandrica parte del cervello, non li amava e non li voleva fra i piedi, rappresentavano l'emblema di una parte della sua vita che avrebbe volentieri cancellato. Puff.
Riemerse dopo poco, annaspando. Era spossata. Solo una persona aveva l'ardire di apostrofarla in quel modo. Per essere precisi un biondino irriverente che aveva preso a pugni più di una volta ma con il quale aveva legato molto.
Per mille aculei di porcospino.


"Yudah?"

Pronunciò il suo nome quasi timidamente, senza alcuna convinzione, del tutto stupita di ricordarlo ancora. Nonostante il volto del biondino si facesse via via più completo nella sua mente, nulla di lui era rimasto nell'uomo che aveva davanti. Era passato davvero troppo tempo. Una vita.
Rimase a fissarlo, con espressione ebete, come si fissa un ippopotamo che balla il Lago dei Cigni strizzato in un tutù rosa.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 29/5/2014, 20:45




Il suo fascino faceva ancora un certo effetto sul mago.
La bellezza di Camille era eterea, marmorea, sembrava un dipinto che mai invecchiava, eppure non gli risultava avesse amicizie con Flamel o qualche suo compare.
Lasciò che il gesto della donna si compisse per darle modo di capire che non aveva cattive intenzioni, ma fu proprio nell'istante in cui la sua bacchetta puntò il terreno, che la mancina libera di Iscariot andò ad agguantare un lembo del mantello della strega,afferrandole il polso della mano che ferma era andata a impugnare la bacchetta.

-Legno di Ebano, 11 pollici, crine di Unicorno, dura; vedi che alla fine era perfetta per te?-

un sorriso a mezz'asta si dipinse sulle labbra del mago.
Quella bacchetta andarono a sceglierla insieme e fu una delle ultime volte che vide Camille.
Lei si era fissata dicendo di volere una bacchetta flessibile, che l'ebano non era il legno adatto a lei, ma come sappiamo è la bacchetta che sceglie la strega o il mago e non viceversa.
Yudah doveva iniziare il suo percorso ad Hogwarts mentre la Pompadour non si sarebbe mai allontanata dalla sua Francia fino al compimento degli studi.
Si erano persi di vista, e vani furono i tentativi di reincontrarsi dopo aver terminato il M.A.G.O, Iscariot se ne era già partito lontano da tutto e da tutti, fuggendo da quella famiglia troppo oppressiva che come quella di Camille voleva decidere sul suo futuro.
 
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view post Posted on 30/5/2014, 13:55
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Non avrebbe mai riconosciuto Yudah se non fosse stato lui a riconoscere lei.
Mentre lo fissava ancora stranita e del tutto spiazzata si chiese se fosse davvero felice di rivederlo. Lui rappresentava il passato, un breve scorcio della sua vita che aveva faticosamente archiviato ed ora, quasi con prepotenza, un altro piccolo pezzo abbandonato ai ricordi si materializzava in una cupa serata senza stelle, fra gli anfratti di Hogsmeade, come se il Fato gioisse a sbatterle in faccia i legami indissolubili che neanche il tempo e la volontà erano riusciti ad arginare.
Sentì la sua mano fretta stringersi intorno al polso, il cappuccio del mantello le scivolò sulle spalle liberando la massa di capelli corvini, un lampo di sfida illuminò le iridi ametista e per una frazione di secondo ritornò bambina, il corpicino esile in pozione di difesa, i piedi ben piantati sul terreno ciottoloso, l'aria calda di luglio, il profumo dei fiori di campo e Yudah a qualche metro da lei, con l'espressione colpevole ma consapevole di averla nuovamente irritata.
E poi tutto ripiombò nell'oblio. Irrigidì i muscoli del braccio e fece forza nel tentativo di interrompere quel contatto.


"Non ho bisogno della bacchetta, posso sempre tirarti un pugno"

Davvero aveva polemizzato sulla scelta della bacchetta? Non lo ricordava. Istintivamente la guardò, l'ebano era un legno versatile, perfetto per le magie offensive. Sembrava davvero azzeccata come scelta, aveva passato la sua vita a combattere, dapprima con la rigida educazione e le arbitrarie aspettative di una famiglia ottusa, poi contro Voldemort e la sua feccia di scagnozzi. In effetti si sentiva un po' stanchina.
Difficilmente avrebbe ammesso che quell'incontro le stava provocando un inspiegabile terrore, odiava perdere il controllo e odiava le situazioni che sfuggivano alla sua gestione mentale. Cosa doveva aspettarsi? Probabilmente stava esagerando, forse Yudah si trovava lì di passaggio, forse dopo quella sera non lo avrebbe più rivisto. Si sforzò di celare i funesti pensieri che le frullavano per la testa, sedersi ai bordi del laghetto ad osservare la paperelle e a discorrere dei tempi andati era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.
Decise quindi di tagliare la testa al toro.


"E' stata davvero .... come dire .... una sorpresa averti incontrato qui, non ricordo neanche l'ultima volta che ci siamo visti ma deve essere passato un bel po' di tempo"

Eoni per la precisione. Com'era quel detto? Le amicizie vanno coltivate. Evidentemente nessuno dei due aveva l'indole del contadino.

"Sei ... diverso"

Ma va?

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 30/5/2014, 14:29




-Hai la fama di essere una delle migliori Occlumanti sul pianeta, ma non ci vuole un Legilimens di fama internazionale per capire cosa ti frulla per la testa-

l'arroganza stava portando Yudah a mantenere il contatto visivo con la donna da un bel po' ormai, ma non si era spinto fin troppo in la nel tentativo di carpire i pensieri della strega, gli bastarono pochi secondi per piombare nell'oblio più totale,come se Camille non avesse ricordi, come se fosse riuscita a cancellarli, fuggitiva dal suo passato.
Erano molto legati una volta, intimamente per quanto fossero solo due ragazzini, il loro era un rapporto simbiotico, e ricordava bene le fitte al cuore ancora puro e privo di cattiveria, che provava ogni qual volta la Pompadour balzava nei suoi pensieri e lui era li in quella maledettissima Londra e lei persa nella sua Francia del nord.
C'era qualcosa di strano, un velo sottilissimo di fredda indifferenza.
Il suo cuore era in tumulto, anche se non lo dava a vedere,entrambi erano diventati maestri nell'arte dell'inganno, nella sottile abilità di nascondere le emozioni, arma letale contro i nemici in battaglia che non possono in alcun modo appellarsi a qualsivoglia forma di debolezza psicologica.
Era fermo, sacrale, intangibile ma dentro...dentro era un vulcano in eruzione, un'eruzione devastante e distruttiva resa ancor più esplosiva dal fatto che non si sarebbe mai aspettato una reazione così di Camille che una volta amava come una sorella e forse qualcosa di più.
L'aveva pensata tanto nei suoi viaggi; nella tasca destra dei pantaloni portava con se un piccolo oggetto,arcano e particolare, comprato in un mercatino della lontanissima Asia,terra di draghi e magia antica.
Era un gingillo di forma ottagonale,simile a un minuscolo cofanetto,aprendolo si poteva scorgere un vetro che proteggeva qualcosa di molto prezioso,non era ben definibile, non era ne gassoso ne liquido, di un bianco latte,e galleggiava senza mai rimanere fermo.
Un pensiero, un ricordo, estrapolato con maestria dallo stesso Yudah dal suo bagaglio di memorie.
Se l'oggetto rimaneva aperto per un periodo, il pensiero materializzava in un ricordo nitido, prendeva forma e colore,quasi fosse un ologramma.
Si trattava dell'ultima volta in cui Yudah e Camille si erano visti, finiti i M.A.G.O nelle rispettive accademie.
Un frangente, un sorriso speranzoso stampato sul volto di una giovanissima Camille ancora carica di vita, ben lontano dallo sguardo stanco,severo, autonomo e imperturbabile che aveva ora la stessa persona proprio di fronte a se.
Pregava quasi ogni giorno che nessuno o niente potesse aver tolto quel sorriso dalle sue labbra, ma forse così non era stato, ed ora più che mai aver abbandonato tutto e tutti, gli stava pesando come un macigno sulla coscienza.
Era li davanti a se, ma non riusciva a vedere la stessa Camille che aveva lasciato tanti anni fa, tra promesse che forse lei aveva rimosso per sempre dai suoi ricordi.
Un turbinio quasi incontrollabile di emozioni spinsero la mano di Yudah a stringersi ancor più forte attorno al polso della strega, per poi lasciare la presa di scatto quasi come fosse diventato incandescente.

-Anche tu......-

proferì quasi sussurrando,facendo cadere poi tra i due un silenzio tombale, rispettato anche dagl'animali della foresta che per lunghissimi attimi non vollero spezzare quella fase di stallo emotivo in cui lui non sapeva che fare, ma desiderava con tutto se stesso avvolgere quel corpo una volta conosciuto a memoria, in un abbraccio caldo, forte, che avrebbe tanto voluto dare prima di partire.

Edited by Yudah Iscariot - 30/5/2014, 16:01
 
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view post Posted on 31/5/2014, 15:58
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Le parole di Yudah le provocarono un brivido di fastidiosa impotenza.
Si sentiva indifesa e priva di barriere, probabilmente il cambiamento fisico l'aveva resa diversa ai suoi occhi, cambiata, irrigidita da esperienze spiacevoli. Ma ricordava molto del tempo che avevano trascorso insieme, episodi, avventure, situazioni che lei si era premunita di accantonare, preferendo condannarli all'oblio.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. La mente poteva controllarla, i sentimenti no. Sapeva che era occlumante, sapeva che si trovava a Londra, sapeva che aveva lasciato la famiglia, sapeva che la bacchetta aveva compiuto la scelta della vita.
E lei cosa diavolo poteva dire di sapere su di lui?


*Sei il Ministro della Magia, sei un personaggio pubblico, è naturale che la gente conosca i fatti tuoi*

Già, ma quali fatti? Quelli che scrivevano i giornali, così lontani dalla realtà da farla apparire un'altra persona? L'idea che Yudah potesse aver letto quella robaccia la irritò.

"Ah si? E che cosa mi frulla nella testa?"

Non sapeva dirlo neanche lei ma di certo qualcosa frullava e anche forsennatamente. Per un istante la presa si strinse come una morsa, non tentò di divincolarsi, se prima quel contatto le era parso inopportuno, adesso non ne era più tanto sicura. Ma fu lui a mollare, un ritorno di senno improvviso forse o la presa di coscienza di aver esagerato. Erano stati uniti un tempo, avevano trascorso le giornate immersi l'uno nell'altro con l'innocente ingenuità che il rapporto sarebbe durato per sempre.
Scrutò quegli occhi scuri striati di verde sorprendendosi di quanto avesse archiviato. Forse si era convinta che i ricordi, lasciati lì a muffire, si sarebbero dissolti in una nuvola d'aria stantia. In realtà quel fortuito incontro aveva riportato a galla più di quanto avesse creduto possibile.
Era un bene o un male?
Dovette avvicinarsi per riuscire a carpire il sussurro di lui e non seppe cosa rispondere. Difficilmente si era trovata in una situazione simile, così incerta da non trovare uno straccio di giustificazione da scaraventare contro due parole pronunciate con palpabile rassegnazione. Perchè il senso recondito di quella constatazione l'aveva inteso bene: che fine ha fatto la Camille che conoscevo?
Serrò le labbra e lasciò che l'ironia la sollevasse dall'impasse.


"Spero in meglio ..."

E come spinta dalla insopprimibile necessità di liberarsi, sorrise.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 31/5/2014, 16:31




Fase di stallo.
Quiete apparente, ognuno aveva mosso le sue pedine in modo esemplare, le difese erano alte, e la fase d'attacco ben predisposta qualora uno dei due si fosse preso la briga di avanzare.
Per quanto lontani da tempo l'uno dall'altra, mettici dentro la maturazione e un pizzico di identità intellettuale, i due erano praticamente cresciuti insieme, e involontariamente avevano influito sui gusti, la crescita, o qualsivoglia forma di definizione caratteriale.
E' come tenere abbandonati in una cantina un lucchetto e la sua chiave; anche se si arrugginiranno e non avranno più uno scopo reale se tenuti separati l'uno dall'altro, in qualsiasi istante verranno messi assieme l'uno sarà complementare all'altra.
Le sensazioni in gioco erano quelle, si stavano muovendo esattamente nello stesso modo anche se entrambi erano in fase difensiva e di studio.

-Sei invecchiata,questo è sicuro-

Yudah colse il tentativo di smorzare il clima che si era creato, partendo tagliente come una scheggia di vetro, tanto sapeva che sarebbe stato preso per le rime, la Pompadour aveva un carattere più duro del diamante.
Spontaneo e perfetto per un viso così sfacciato, un ghignò prese possesso della sua bocca,mentre la man dritta riponeva l'arma con la quale si era dilettato a indicare la strega.
 
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view post Posted on 3/6/2014, 15:26
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Sempre il solito sfacciato.
Lo aveva detto per ripicca o perchè, nonostante i suoi 27 anni, mostrava davvero segni di invecchiamento?
Per quanto potesse aver colpito nel segno, si strinse nelle spalle come se non le importasse.


"Mi sarei meravigliata del contrario"

Almeno non aveva dovuto sentirsi dire la solita frase inflazionata: oh, sei sempre la stessa. Anzi, sembri più giovane.
Esisteva tuttavia un muro fra loro, una barriera palpabile che nessuno dei due sembrava avere il coraggio o la voglia di prendere a picconate. Era colpa del tempo o era colpa della sua incapacità a lasciarsi andare? Aggrottò la fronte ma per quanto si sforzasse non riusciva a materializzare l'immagine di una Camille giovane e spensierata, certi momenti si fissano nella memoria ma quando tenti di richiamarli sfuggono lasciando in bocca il sapore amaro del tempo che passa. Era consapevole che se il confine immaginario fosse stato superato tutto sarebbe tornato come prima, almeno fra di loro. Ma non vi era molto senso in tutto ciò, avevano fatto esperienze diverse, compiuto scelte diverse e la scala di priorità era cambiata. Ritrovarsi completamente dopo tutti quegli anni sarebbe stato deleterio, per entrambi. Qualcuno avrebbe giudicato interessante l'esistenza di un legame importante che poteva riguardarla, la sua dichiarata ostilità verso il Signore Oscuro era stata possibile proprio per l'assenza di qualsivoglia "scheletro" cui attaccarsi per colpirla a fondo. L'unico rapporto che, scioccamente, si era creata aveva portato solo dolore e una morte che ancora la turbava nel profondo.


*Sono scuse*

La vocina interiore gracchiò con saccenza accusandola di farsi delle grandi pippe mentali.

"Anche se non posso dire che sia gratificante. Ma, del resto, non sei mai stato un gentiluomo"

Rispose con tono altrettanto graffiante. Non che le fossero mai piaciuti i gentiluomini.
Si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lo squadrò con palese curiosità.


"Se non mi reputi troppo invadente posso sapere cosa ci fai qui ad Hogsmeade? A parte parlare con le civette, s'intende"

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 4/6/2014, 16:54




La falsità del suo sorriso era proporzionale alla potenza dello schiantesimo che avrebbe scagliato volentieri contro la donna, senza paturnia alcuna.
Ma anche se fortemente impetuoso, arrogante, impulsivo e borioso Yudah aveva ricevuto una severissima educazione, quindi anche volendo, forse nemmeno sotto un Imperius si sarebbe mai permesso di fare del male a una donna, in quel caso a una tanto cara, meravigliosa e maledettamente stronza Camille.
Poco male, fece finta di pensare, per qualche secondo provò a ricostruire una risposta un po' alterata, magari condita con qualche bella bugia giusto per prolungare il loro istigarsi a vicenda, ma purtroppo il mago stava cadendo vittima di lei, della sua bellezza, e di tutti i sentimenti in ballo tra i due per quanto sembrava che la strega volesse estraniarsene.
Si grattò sotto il mento con fare disinteressato, poi la puntò con lo sguardo, e da li non potè più scollarsi.

-Cercavo te-

Boom!
Sipario caduto, fumo ovunque, commedianti in fuga, spettatori sbalorditi sul chi va là, incerti se appludire per gli effetti scenici o se andarsene a gambe levate mentre tutto il teatro cadeva giù.
La solitudine, e una buona dose di introspezione aveva portato Yudah a ricercare quello stato mentale e fisico che tutti chiamano: essere uomini.
Magari altri uomini avrebbero pensato di Iscariot il contrario, che avergliela data vinta così subito alla Pompadour non lo metteva nelle condizioni di essere considerato virile, aveva mollato l'osso.
Ma una cosa nella vita del mago era rimasta, intangibile e intatta: la convinzione che a lui, degl'altri, non glien'era mai importato un bel niente.
 
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view post Posted on 10/6/2014, 23:53
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Ah.
L'aveva fatto apposta? Non sapeva dirlo, certo è che quelle due parole la lasciarono un tantino spiazzata.
Ma pensa che fortuna, non si vedevano da anni, non si erano cercati, non si erano scritti, non si erano mandati i segnali di fumo ed in una fresca serata di primavera, in un ridente paesino qualsiasi, lungo una delle tante stradine tutte rigorosamente uguali, avevano cozzato l'uno contro l'altra. O meglio, lei era finita dritta dritta fra le grinfie del suo stramaledetto passato, lui si era limitato ad accoglierla come se lo spettacolo stesse andando secondo copione. Ma, visto che la verità sta sempre in mezzo, decise di concedere a Yudah il beneficio del dubbio.


"Se cercavi me potevi venire al Ministero. Era la cosa più sensata da fare"

Si pentì subito di aver detto quello che aveva detto, la persona che la stava fronteggiando era forse la più illogica dell'intero globo, difficile annoiarsi in sua compagnia ed altrettanto difficile compiere previsioni. Yudah faceva sempre il contrario di quello che uno si aspettava. Lentamente e con stupore prese coscienza di ciò che stava provando, diverse sensazioni considerate morte ed ora ridestate da un semplice confronto. Si meravigliò di ricordare così tanto di lui quando, appena pochi minuti prima, aveva stentato a riconoscerlo. Piccoli particolari, dettagli, episodi.
Scrollò le spalle sforzandosi di riportare l'attenzione lì, in un luogo privo di protezioni per lei.


"Ad ogni modo mi hai trovato ..."

Non aveva davvero idea del motivo di quella ricerca, era curiosa ma allo stesso tempo timorosa che lui potesse chiederle qualcosa che avesse attinenza con la carica che ricopriva. E si sentiva stranamente a disagio sotto il suo sguardo fintamente disinteressato. La cosa non le piaceva per niente, distolse le iridi ametista dal suo volto per guardarsi intorno, all'evidente scopo di non lasciar trapelare alcun turbamento. Quando tornò a guardarlo aveva recuperato tutto il suo autocontrollo. Tanto che decise di sostituire un sincero "Che vuoi da me?" con un più diplomatico

"Come posso aiutarti?"

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 13/6/2014, 20:18




"Se cercavi me potevi venire al Ministero. Era la cosa più sensata da fare"

*Che stupido non ci avevo pensato!*
Fu il primo ironico pensiero del ragazzo, che la guardò con disappunto, dato che lo conosceva bene, e conosceva la storia che aveva alle spalle.
Ministero per lui si traduceva in Nonno, e l'ultima volta non si erano lasciati proprio bene, ed era uno dei motivi per i quali era fuggito dall'Inghilterra.

-Guarda volevo proprio venire, ma ho giusto qualche problemino con uno dei tuoi funzionari anziani, nulla di particolare eh!-

sorrise placido,massaggiandosi le tempie con pollice e indice per poi sondare di nuovo gli occhi stupendi della strega.

-In realtà non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, soprattutto ora che ti hanno insignito con il massimo della carica istituzionale-

fece finta di venir percorso da un brivido, era proprio allergico a quelle cose.
Era diventata quasi genetica la repulsione verso qualsiasi tipo di ruolo importante all'interno della società magica.
 
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