| -Hai la fama di essere una delle migliori Occlumanti sul pianeta, ma non ci vuole un Legilimens di fama internazionale per capire cosa ti frulla per la testa-
l'arroganza stava portando Yudah a mantenere il contatto visivo con la donna da un bel po' ormai, ma non si era spinto fin troppo in la nel tentativo di carpire i pensieri della strega, gli bastarono pochi secondi per piombare nell'oblio più totale,come se Camille non avesse ricordi, come se fosse riuscita a cancellarli, fuggitiva dal suo passato. Erano molto legati una volta, intimamente per quanto fossero solo due ragazzini, il loro era un rapporto simbiotico, e ricordava bene le fitte al cuore ancora puro e privo di cattiveria, che provava ogni qual volta la Pompadour balzava nei suoi pensieri e lui era li in quella maledettissima Londra e lei persa nella sua Francia del nord. C'era qualcosa di strano, un velo sottilissimo di fredda indifferenza. Il suo cuore era in tumulto, anche se non lo dava a vedere,entrambi erano diventati maestri nell'arte dell'inganno, nella sottile abilità di nascondere le emozioni, arma letale contro i nemici in battaglia che non possono in alcun modo appellarsi a qualsivoglia forma di debolezza psicologica. Era fermo, sacrale, intangibile ma dentro...dentro era un vulcano in eruzione, un'eruzione devastante e distruttiva resa ancor più esplosiva dal fatto che non si sarebbe mai aspettato una reazione così di Camille che una volta amava come una sorella e forse qualcosa di più. L'aveva pensata tanto nei suoi viaggi; nella tasca destra dei pantaloni portava con se un piccolo oggetto,arcano e particolare, comprato in un mercatino della lontanissima Asia,terra di draghi e magia antica. Era un gingillo di forma ottagonale,simile a un minuscolo cofanetto,aprendolo si poteva scorgere un vetro che proteggeva qualcosa di molto prezioso,non era ben definibile, non era ne gassoso ne liquido, di un bianco latte,e galleggiava senza mai rimanere fermo. Un pensiero, un ricordo, estrapolato con maestria dallo stesso Yudah dal suo bagaglio di memorie. Se l'oggetto rimaneva aperto per un periodo, il pensiero materializzava in un ricordo nitido, prendeva forma e colore,quasi fosse un ologramma. Si trattava dell'ultima volta in cui Yudah e Camille si erano visti, finiti i M.A.G.O nelle rispettive accademie. Un frangente, un sorriso speranzoso stampato sul volto di una giovanissima Camille ancora carica di vita, ben lontano dallo sguardo stanco,severo, autonomo e imperturbabile che aveva ora la stessa persona proprio di fronte a se. Pregava quasi ogni giorno che nessuno o niente potesse aver tolto quel sorriso dalle sue labbra, ma forse così non era stato, ed ora più che mai aver abbandonato tutto e tutti, gli stava pesando come un macigno sulla coscienza. Era li davanti a se, ma non riusciva a vedere la stessa Camille che aveva lasciato tanti anni fa, tra promesse che forse lei aveva rimosso per sempre dai suoi ricordi. Un turbinio quasi incontrollabile di emozioni spinsero la mano di Yudah a stringersi ancor più forte attorno al polso della strega, per poi lasciare la presa di scatto quasi come fosse diventato incandescente.
-Anche tu......-
proferì quasi sussurrando,facendo cadere poi tra i due un silenzio tombale, rispettato anche dagl'animali della foresta che per lunghissimi attimi non vollero spezzare quella fase di stallo emotivo in cui lui non sapeva che fare, ma desiderava con tutto se stesso avvolgere quel corpo una volta conosciuto a memoria, in un abbraccio caldo, forte, che avrebbe tanto voluto dare prima di partire.
Edited by Yudah Iscariot - 30/5/2014, 16:01
|