Appearances can('t) be deceptive, for Nathan

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Arya Von Eis
view post Posted on 25/9/2014, 16:44




Dire che si era abituata alla sua condizione sarebbe stato decisamene eccessivo, era tutto così strano, ogni cosa assumeva un aspetto diverso ora, poteva guardarla da mille angolazioni diverse, percepirla con ogni senso, no, non ci si sarebbe mai abituata, ma, almeno, aveva deciso di non contrastarla più di tanto, era così e doveva accettarlo, far buon viso a cattivo gioco e, indubbiamente, alcune delle sue nuove capacità le tornavano, spesso e volentieri molto utili.
A dire il vero i turni di sorveglianza iniziavano a diventare noiosi, poteva percepire la presenza di qualcuno a notevole distanza, non le era più necessario girovagare per i corridoi, poteva tranquillamente sedersi e ascoltare, non che la cosa le dispiacesse più di tanto, occupava il tempo portandosi avanti nei compiti o intrattenendosi con letture non obbligatorie eppure, a volte, rimpiangeva quando era costretta a “pattugliare”, ogni tanto lo faceva ancora, più per passare il tempo che per effettiva necessita, ma non quella sera, avrebbe colto l’occasione per restare in biblioteca e, magari, fare qualche ricerca per sé.
Non era ancora l’ora del coprifuoco, aveva deciso di cenare preso per poi dirigersi in biblioteca, saranno state le nove e l’enorme stanza era deserta, nemmeno l’arpia della bibliotecaria era più lì, ma questo lo sapeva già.
Solitamente staccava prima di cena per poi non tornare più, la sera quasi nessuno frequentava quel luogo e dunque la sua supervisione non era necessaria, se proprio qualcuno la cercava l’avrebbe chiamata, non era convinta che la preside approvasse quella prassi, ma ormai sembrava la regola.
Le giornate iniziavano ad accorciarsi, il buio calava in anticipo rispetto alle settimane precedenti e questo le garantiva una sorta di tranquillità, di norma gli studenti preferivano ritirarsi direttamente in Sala Comune dopo aver abbandonato la Sala Grande, sembrava che, la mancanza di luce, li spingesse a rintanarsi
*Meglio per me, meno lavoro e meno confusione*
Era da un pezzo che non metteva piede lì dentro, lo ricordava un luogo tranquillo, apparentemente più antico rispetto al resto del castello, ma quello, forse, era dovuto allo spropositato numero di volumi datati al suo interno, ora, la prima volta che varcava quella soglia dopo “l’incidente” fu costretta ad osservare la biblioteca con occhi diversi, non aveva solo l’aria più vecchia, ma anche il suo odore sembrava più antico, già, ogni luogo, ogni persona, ogni oggetto, aveva un proprio odore, spesso appena percettibile e solo adesso riusciva a farci caso, imparando anche a riconoscerli, lì, decisamente, ciò che prevaleva era il profumo delle vecchie pergamene e d’inchiostro.
Anche il silenzio non sembrava più così padrone, anche ora, a luogo deserto, si rendeva conto che la stanza non era insonorizzata come aveva pensato, poteva sentire gli schiamazzi degli studenti che rientravano al castello dal giardino e quelli di chi ancora vagava per i corridoi, le parve addirittura di sentire alcune pagine di un libro sfogliarsi da sole sospinte da una leggera corrente d’aria.
Rimase qualche minuto a cavallo dell’ingresso, cercando di memorizzare tutto ciò che all’interno della biblioteca fosse normale, odori, suoni, ombre e luci, così da poter percepire ogni variazione per rendersi conto se qualcosa, durante il suo turno di sorveglianza, non fosse come doveva essere.
Si avvicinò al bancone, dove qualcuno, per la fretta, aveva lasciato il libro aperto che poco prima aveva interrotto il filo dei suoi pensieri, lo chiuse e andò a riporlo al suo posto prima di dedicarsi alla sua ricerca
Nulla che c’entrasse con i compiti, ora, era curiosa, voleva saperne di più sulla sua condizione, non si sarebbe mai azzardata a fare quella ricerca circondata da occhi indiscreti, non c’era nulla di male, vero, ma voleva evitare domande, così la biblioteca vuota sembrava l’ottimale.
Si avvicinò dunque allo scaffale che le interessava, di libri sull’argomento ce n’erano pure troppi, così ne scelse uno a caso, andando poi a sedersi accanto ad una delle finestre, iniziò a sfogliarlo, senza però leggere seriamente cosa c’era scritto, ancora distratta da chi, infischiandosene della scarsa luce, passava le ultime ore di libertà fuori in giardino.
Posò quindi il libro sulle ginocchia, rivolgendo definitivamente il suo sguardo verso l’esterno e concentrandosi sulle poche anime ancora in giro, poteva contarne una decina, anche se non era sicura che il numero fosse esattamente quello.
Finalmente, forse dopo una mezz’ora, tutti sembravano essere rientrati e la sua fonte di distrazione svanita
*Dai, hai ancora un ora abbondante prima di dover dividere la tua attenzione tra libri e i corridoi*

 
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view post Posted on 26/9/2014, 22:37
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I giorni passavano inesorabili da quando accadde quell’incontro fatale, una notte che cambiò totalmente la sua esistenza. In realtà per lui il tempo non aveva più un valore, la sua immagine riflessa nello specchio non sarebbe mai cambiato, e da un lato la cosa non poteva che fargli piacere. Dall'altro, una vita eterna fatta di menzogna, di omicidi per poter sopravvivere, e a conti fatti doveva convincersi che nessuna poteva stringere un reale e duraturo rapporto con lui. Ora Lui era il male, e di solito le persone stanno lontane da esso, hanno paura, non voglio rischiare, tutti cercano delle sicurezze, non fanno altro che fare progetti senza uscire mai dal loro confine, mentre la vita gli scivola dalle mani.
Nathan era sempre stato un tipo impulsivo, programmare le cose non faceva parte di lui, ama il rischio, buttarsi in qualcosa di totalmente fuori dalla sua portata, come d’altronde il non rispettare le regole. Una fra queste era il coprifuoco. Non che lo facesse apposta, ma la notte era il momento in cui era del tutto se stesso, era reattivo, forte, un’energia da liberare ogni qual volta ve ne era l’occasione. Non poteva sprecare quelle ore con un’attività inutile come il sonno, odiava che il suo corpo l’obbligasse a dover dormire.
Non curandosi dell’orario, che probabilmente ancora rientrava fra i limite imposti, il ragazzo abbandonò il caos della Sala Comune, diretto verso quel luogo che era di gran lunga più interessante di tutte le persone che lo circondavano. *Con tutti questi studenti, perché quelli interessanti sono così pochi?* Nessuno fra quelle mura nascondeva tanti segreti come lui, e forse nessuno era altrettanto pericoloso, poteva essere questa una giustificazione al suo disagio?
Aveva trovato qualcosa di diverso in Caroline, lei era decisamente più bella di tutte quelle ragazzette, era adulta, e poteva far divertire davvero il ragazzo, ma dopo il loro ultimo scontro iniziò a credere che fosse il momento di strappare anche quell’ultima pagina di eventi. Come vampiro non provava reali emozioni, poteva ricordarle, imitarle magari, fingere, ma esse non nascevano più dal suo cuore, lui era solo istinto, solo passione fine a se stessa. Un’anima dannata come la sua non era facile da trovare, una che riuscisse a fargli perdere la testa, a non farsi dominare totalmente, qualcuna con cui divertirsi oltre i limiti.
Una maledizione eterna aveva anche i suoi lati positivi dopo tutto.
Distrattamente aprì l’immensa porta in legno della biblioteca, i suoi pensieri erano rivolti verso il sapere della sua razza, quanto poteva spingersi oltre, e quanto controllo potesse avere sulle altre persone. Non ci volle molto a sentire che qualcosa era diverso, appena attraversò la soglia, un odore lo colpì prepotente, non sapeva come classificarlo, era inebriante e totalmente nuovo. Cercò di non dargli peso, chiudendo la porta alle sue spalle, anche se la sensazione persisteva incessante o magari era solo una sua impressione.
I lunghi tavoli apparivano come ogni notte deserti, i libri ordinati sugli scaffali, ognuno per argomento, pronti ad essere letti ancora e ancora, da infiniti occhi curiosi e anime solitarie, proprio come la sua.
*Bestie notturne* Quel libro avrebbe occupato la sua notte, una lettura come le altre, tutte per conoscere e comprendere la propria natura, poteva immaginare che un’azione ripetuta decine di notti potesse sconvolgere la sua vita come mai prima d’ora?
Deciso, passava un banco dopo l’altro, scorrendo veloce gli occhi su ogni scaffale. Molti di essi fungevano da divisori, creando altri innumerevoli corridoio all’interno della biblioteca, potevi rischiare di perderti fra di essi. Immerso in quel desolato silenzio, il luogo appariva decisamente intimo, superando di molto anche la stanza privata del dormitorio.
Era vicino, uno degli ultimi scaffali in legno, anche uno dei più antichi, pareva la soluzione alla sua ricerca. Una sfilza di logori e vecchi tomi impolverati decoravano ogni spiraglio, alle spalle dell’immensa parete di libri una delle vetrate della biblioteca affacciava sul giardino del castello. A Nathan bastò liberare un libro dal suo posto, per aprire un piccolo spiraglio e far sì che i suoi occhi venissero catturati da una presenza, Lui non era solo.
Era la prima volta che vedeva qualcun altro dedicare un ultimo tempo alla lettura prima del coprifuoco, forse un altro non tanto amante delle regole. Decise di fare qualche passo parallelo agli scaffali, che piano piano lo portassero a terminare la divisione fra lui e l'altra persona, ogni passo che commetteva verso di lei amplificava la sensazione avvertita all’inizio, appena varcata la soglia.
Quel profumo, non poteva essere associato ad alcun ricordo umano, trasmetteva in lui solo qualcosa di profondamente legato alla natura. Quella sensazione ricordava vagamente l’attimo prima di un morso, quell’impulso terreno manovrato solo dal desiderio o non dalla ragione. Alla fine degli scaffali un altro tavolo di legno scuro era pronto ad accoglierlo, anche se i suoi occhi erano totalmente rapiti da quella figura. Una ragazza, dai lunghi capelli castani, lineamenti marcati, che mostravano un’età che non riusciva ad azzardare, di sicuro tiravano in inganno chiunque. Pelle curata, e labbra messe in risalto da un leggero trucco. Bellissima certo, ma aveva qualcosa di strano, di diverso, non etichettabile. Il ragazzo poggiò lentamente il libro sul banco, senza distogliere lo sguardo dalla sua compagna di lettura, erano distanti un paio di metri o forse più, l’uno di fronte all’altra. Lui incatenato da lei aveva messo in secondo piano il motivo della sua ricerca, Lei con un libro poggiato sulle gambe, non poteva immaginare quanto le bestie notturne fossero una realtà.. o magari lo sapeva eccome..
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 29/9/2014, 23:02




Aveva appena portato dietro l’orecchio una ciocca di capelli, mentre con l’altra mano accarezzava la copertina del libro convincendosi ad aprirlo, forse un po’ temeva quello che poteva trovarci scritto, ma non aveva più scuse per temporeggiare ancora.
Quasi come una risposta alle sue preghiere i suoi sensi si attivarono, non si era ancora abituata nemmeno a quello, la più piccola variazione dell’ambiente circostante diventava una distrazione e quasi le era impossibile ignorare anche il minimo rumore.
Non era più sola, la porta della biblioteca si era aperta e richiusa, non vi era decisamente nulla di strano in quel suono, il luogo era pubblico, l’ora ancora consentiva a chiunque di vagare indisturbato, ciò che la mise in allerta fu tutto il resto.
Tendendo l’orecchio verso l’entrata si aspettava di udire un pesante rumore di passi, la goffaggine di qualche ritardatario alla ricerca di un libro, l’affanno di una corsa magari e, invece, non riuscì a sentire nulla di tutto ciò, come se la porta si fosse aperta e richiusa da sola, come se il suo udito si fosse sbagliato
*Impossibile*
Cercò di concentrarsi maggiormente, chiunque fosse entrato non poteva essersi dissolto nel nulla, un passo leggero, l’unica cosa che riusciva a tratti a percepire, non un fiato, non un respiro, nemmeno una minima palpitazione, come se, a dirigersi nella sua direzione, fosse qualcosa di inanimato.
Man mano che quel silenzioso passo si faceva più vicino, una nuova sensazione la pervase completamente, qualcuno avrebbe detto “istinto di sopravvivenza” ma Arya non poteva saperlo, l’udito sembrava tradirla e l’olfatto alimentava quella sensazione di pericolo, nulla di conosciuto, non poteva classificarlo, se davvero c’era qualcuno lì con lei, avrebbe fatto meglio a non abbassare la guardia.
Poteva ora sentire gli occhi di lui su di lei, fece finta di nulla, non mosse un muscolo, lasciò che prendesse posto, magari aveva lasciato troppo spago alla sua immaginazione, magari era solo uno studente qualunque e non una minaccia.
Già, quella fu la prima impressione, si sentiva minacciata, allo stesso tempo, però, era incuriosita, chiunque potesse farla vacillare così, chiunque riuscisse a depistarla in quel modo, non poteva che attirare la sua attenzione.
Socchiuse leggermente le palpebre quando il libro di lui entrò in collisione col tavolo, un tonfo leggero, ma decisamente il rumore più assordante percepito nella stanza, aveva preso posto a pochi metri da lei
*Un’intera biblioteca vuota e tu ti metti qui?* probabilmente non era un caso, ma, caso o no, aveva scelto di non ignorarlo.
Aveva deciso di non ignorarlo, si era addirittura messa in testa di fare la prima mossa, ma non poteva lasciarsi dominare dall’impulso di saltargli alla gola, metterlo con le spalle al muro e chiedergli chi fosse e cosa volesse, no, sarebbe stato decisamente poco umano, per quanto riuscisse a percepire che ci fosse qualcosa di diverso in lui, forse, non era un pericolo, forse sarebbe stato più saggio un approccio diverso.
Sollevò leggermente lo sguardo incrociando quello penetrante di lui, in circostanze diverse si sarebbe infastidita e non avrebbe perso tempo a far notare al fanciullo che non era carino fissare qualcuno, ma non in quel caso, nel momento stesso in cui gli aveva concesso quello sguardo aveva accettato di giocare con lui.
Rimase in silenzio, cercando di riconoscere i suoi lineamenti, non c’era nulla di familiare, uno sconosciuto come tanti e allo stesso tempo diverso da tutti, si domandava come avesse fatto a non notarlo fino a quel momento, non era di certo uno che passava inosservato, poteva ammaliarti con un solo sguardo e, data la situazione in cui si trovavano, doveva esserne conscio e, probabilmente, avere un certo ascendente sulle persone, doveva anche piacergli, perchè allora non lo conosceva? Uno così solitamente è sulla bocca di tutti, carino, affascinante, tenebroso, le ochette del castello non potevano non menzionarlo.
Nascondeva qualcosa, i suoi sensi l’avevano messa in allarme, le sue sensazioni anche eppure non aveva assolutamente intenzione di ritirarsi, qualsiasi cosa nascondesse, il suo segreto era più grande, almeno così credeva, non poteva ancora sapere come stavano le cose in realtà, lo avrebbe scoperto, forse a breve, ma, al momento, era sicura di trovarsi in una situazione di vantaggio.
L’idea che si era fatta di lui fu determinante nella scelta dell’approccio, due predatori nella stessa stanza non potevano coesistere, uno dei due si sarebbe sottomesso e di certo non sarebbe stata lei.
Scostò leggermente la sedia senza fare rumore, non voleva rovinare l’atmosfera e, lentamente, si avvicinò al ragazzo posando una mano sullo schienale della sedia di lui, favorendo così un lieve contatto e l’altra su quello di quella accanto


-E’ libero questo posto o aspetta qualcuno?-

Glielo sussurò chinandosi leggermente per avvicinare le labbra al suo orecchio e, senza attendere risposta, occupò il posto vuoto.

 
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view post Posted on 7/10/2014, 22:17
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La rigida copertina del libro risuonò sensibilmente al contatto con il legno del tavolo, i sensi del ragazzo erano più acuti del normale, e miglioravano man mano che la notte si rendeva padrona del cielo. Quel silenzio assordante non poté che venir rotto da quel contatto, accompagnato da una strana tensione, Nathan fissava quella ragazza, come se stesse guardando un’opera di qualche famoso pittore babbano, un bellezza estasiante. Eppure diversamente da tutto ciò che faceva smuovere le sue emozioni, quella ragazza emanava una strana aura intorno a se, qualcosa di non catalogabile se non come pericoloso e ignoto. Per la prima volta dopo la trasformazione il ragazza si sentiva spiazzato, incatenato da quegli occhi scuri. Prese posto sua una delle tante sedie vuote, così come il resto dell’intera Biblioteca, dinnanzi a se la giovane Donna, perché definirla ragazzina di certo non le rendeva giustizia, lui non sapeva quanti anni avesse, ma sicuramente il suo fascino poteva rivaleggiare con qualunque Prof. del Castello, persino con la nuova di Alchimia. Forse non poteva sembrare tanto educato fissare qualcuno così intensamente, ma in fondo neanche tanto anormale visto che erano soli in mezzo ai libri, e Nathan aveva la capacità di distrarsi molto facilmente. Mosse leggermente il capo di lato, quasi in procinto di dirle qualcosa, oramai il libro si era del tutto oscurato d’importanza da quando l’aveva liberato dal posto sullo scaffale.
D'improvviso fu la ragazza ad azzardare, mantenendo uno sguardo sicuro e autorevole si alzò dal posto, sfiorando la sedia del Grifo, per poi accomodarsi vicino a lui. La sua voce arrivò come un calore fra i suoi organi freddi, forse era lo strano profumo, magari una qualche pozione inebriante appresa a lezione, ma quella ragazza era come se lo riportasse alla vita, e solo col muoversi e accennando poche parole. *Che diavolo mi sta succedendo* Pensò stranito dall’effetto che quella sconosciuta gli faceva, non la conosceva, e di rado perdeva la sua sicurezza e il suo ego di fronte a una donna, ma lei…era così diversa. *Chi diavolo sei* Sorrise seguendo la ragazza con lo sguardo, a primo impatto sembrava un’abile provocatrice che sapeva il fatto suo, chissà fin dove si sarebbe spinta con Nathan a neanche un metro da lei.
- Nessuno. Speravo di essere solo a quest’ora, un po’ come lei. Ma al momento non mi dispiace questo imprevisto -
Poteva giocare un po’ con quella ragazza, lo attirava talmente tanto, che conoscerla pareva inevitabile, chissà se anch’essa avesse la stessa idea. Due che vogliono divertirsi? La biblioteca è certo l’ultimo posto dove far baldoria, lì bisogna parlare a bassa voce, anzi stare in silenzio e dedicarsi alla lettura, ma in fondo quei due insieme erano così strani che qualunque contesto sarebbe apparso irreale.
- Licantropi, una bella seccatura è? -
Esordì posando un istante lo sguardo sul libro della ragazza, il suo tono vago non poteva aver nulla di velato, lui era all’oscuro di ciò che i suoi freddi occhi stavano ammirando, quella donna era tutt’altro che una preda. La sua bellezza poteva far male anche ad uno come lui, e senza la luna piena di mezzo. Poi quei lineamenti marcati e dolci, quei lunghi capelli castani riportarono il ragazzo indietro nel tempo, ad alcuni mesi prima della sua trasformazione. Un vicolo di Nocturn Alley, due giovani adepte, lunghi capelli castani e rossi che si intravedevano da cappucci neri. Voglia di potere, di conoscenza, e inebriate dall’oscurità. Quella notte in cui Nathan aveva condotto due compagne di Hogwarts al covo dei Mangiamorte.
*Pensa un po’.. è piccolo il mondo* Un tassello era stato fissato, anche se quella notte non percepiva quello strano fascino avvolgerlo come in quel momento, cos'era cambiato? Abbandonata al potere oscuro era a conoscenza di cose ignote al ragazzo? No, c’era qualcos’altro che la rendeva così… irresistibile, un’attrattiva innaturale, non umana. Poco importava quali segreti custodisse quella giovane adepta del male, l’unica cosa che il ragazzo si augurava era che nessuno entrasse in quella biblioteca per il resto della notte, e che lei non fosse un Caposcuola guastafeste o altro…
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 13/10/2014, 22:52




Non riusciva a comprendere e, meno capiva, più i suoi sensi sembravano ingannarla, più quella situazione l’attraeva, non ci aveva pensato su due volte prima di alzarsi per prendere poi posto accanto al ragazzo, non aveva sentito la necessità di riflettere su che atteggiamento usare, si era semplicemente ritrovata a pronunciare quelle poche parole con un tono tanto provocante quanto provocatorio.
Si era recata in quel luogo per cercare delle risposte che, forse, avrebbe trovato tra le pagine di quei libri e, ora, si ritrovava nuovamente a lasciarsi pervadere da una serie di emozioni e sensazioni invece che trovare un modo per controllarle.
C’era qualcosa di strano in quel ragazzo, qualcosa che l’attirava al di là della semplice curiosità e voleva venirne a capo.
Sedendosi accanto a lui aveva posato il libro sul tavolo, poteva aspettare, la sua attenzione era rivolta ad altro.
Non distolse mai lo sguardo dal suo viso perfetto, sembrava nato apposta per ammaliare chiunque si fosse avvicinato a lui, troppo perfetto per essere reale eppure si trovava lì, di fronte a lei.

*Via Arya, è solo un ragazzo, un bel ragazzo, decisamente, ma solo un ragazzo*
Ricambiò il suo sorriso, forse un po’ imbarazzata, non tanto per la situazione che aveva contribuito a creare, ma più per l’assurda sensazione di pericolo che aveva provato sfiorando la sua schiena, era qualcosa che non sarebbe riuscita a spiegare, ma che, al momento, sembrava essere completamente fuori luogo.

-Se tutti gli imprevisti fossero così attraenti, probabilmente sarei l’ultima della classe-

Non poteva negare l’evidenza e, sicuramente, al giovane il complimento non sarebbe dispiaciuto.
Per un attimo, all’affermazione successiva, sentì il proprio battito accelerare
*Come diamine fa a saperlo?* era sicura di aver mantenuto bene il suo segreto, nessuno poteva saperlo, men che meno un perfetto sconosciuto che mai aveva visto prima, probabilmente se avesse riflettuto fin da subito sarebbe arrivata alla conclusione che fosse impossibile, ma sul momento si sentì scoperta.

-Come?- poi notò che lo sguardo di lui si era posato sulla copertina del suo libro e si sentì sollevata -Ah, questo- sorrise -Già, m’incuriosisce l’argomento, probabilmente poi passerò ai vampiri e poi troverò qualche altra creatura interessante-

*Falso allarme*
Lentamente riprese il controllo delle sue pulsazioni, ma qualcosa ancora non andava, aveva chiaramente udito il suo cuore, ma nella stanza sembrava esserci un unico battito, eppure erano in due.
C’era qualcosa di strano nel giovane che le faceva compagnia, qualcosa che aveva percepito fin dall’istante in cui aveva varcato la soglia della biblioteca e, ora, ogni dettaglio, sembrava confermarlo, forse la sensazione di pericolo non era poi così fuori luogo.
In ogni caso, decise di non mettersi subito sulla difensiva, si trovava in compagnia di un ragazzo attraente, erano soli, non voleva di certo liquidarlo per una stupida sensazione e, comunque, lei poteva essere molto più pericolosa di come appariva.


-Forse non dovrei, ma se lei promette di mantenere il mio segreto io manterrò il suo- ormai si stava facendo tardi e se il giovane fosse stato uno studente diligente, probabilmente, l’avrebbe salutata per rispettare il coprifuoco -Chiuderò un occhio se vorrà intrattenersi oltre l’orario consentito ma...- abbassò il tono di voce avvicinando il viso a quello del ragazzo -...lei non dovrà dire a nessuno di questa mia infrazione e...- si fece ancora più vicina quasi sfiorando le labbra di lui -...da bravo gentiluomo, potrebbe anche rendere meno noiosi i miei doveri-

Si sarebbe autodefinita scorretta, stava cercando di sedurre il compagno un po’ per noia, un po’ per scoprire chi fosse e come mai tanto mistero sembrasse aleggiare intorno a lui, anche se, in realtà, non poteva negare di essere in un qualche modo, realmente attratta da lui.

 
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view post Posted on 5/11/2014, 12:59
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*Chi diavolo sei veramente?* Pensò di getto fissando gli occhi della ragazza, il suo viso e il suo modo di fare lo affascinavano non poco, ma al tempo stesso una strana sensazione l’obbligava a mettersi in guardia; doveva stare davvero attento a quella sconosciuta? Forse non poteva dirsi del tutto abituato alla sua nuova natura e quel che sentiva era solo il frutto di un’illusione, di una situazione un po’ strana in cui due studenti attratti l’uno dall’altra si ritrovavano chiusi una notte in biblioteca.
Sorrise al complimento, mentre gli occhi chiari si persero nell’oscurità della notte, attraverso una delle finestre poteva ammirare il mondo che si offriva a lui. Per uno scherzo del destino non sarebbe uscito da quelle mura, anche se in quelle ore poteva vagare liberamente a dispetto del giorno, era sicuro che la ragazza seduta al suo fianco valeva molto di più di una semplice notte. Poi la domanda del giovane, espressa con non curanza, fece accelerare il battito della ragazza, lui poteva sentirlo chiaramente, era uno dei suoi poteri, quel cuore pulsante e il sangue che scorreva nelle vene. Di solito la frequenza cardiaca può variare in presenza di uno stato d’animo ansioso, o magari quando si mente su un argomento delicato, che la ragazza avesse una qualche relazione diversa dalla pura curiosità accademica su quelle creature? Magari poteva aver visto un licantropo dal vivo, un’esperienza che può segnarti nel profondo. Comunque per il momento decise di sorvolare, la notte era ancora lunga, e lui aveva la sensazione che non avrebbe perso di vista quella ragazza tanto presto, anche nei giorni a venire. *Scoprirò la natura di questa sensazione* Pensò tornando a fissare di nuovo quel viso, era assurdo che lo intrigasse in tal modo, era solo una delle tante ragazze del castello dopo tutto, con una passione per le bestie notturne, un po’ insolito per una della sua età.
- Vampiri.. più affascinante non credi? Ho letto di persone che scelgono di farsi mordere, magari perché un sentimento li lega a quella creatura, e alcuni ne traggono anche piacere -
Sorrise mostrando anch’esso un certo interesse per l’argomento, la cultura magica era sconfinata, dagli incantesimi Proibiti, alle Pozioni, passando per l’Erbolgia fino alle Bestie Notturne argomento che di gran lunga lo affascinava maggiormente e il motivo era ben noto a se stesso. Che avesse trovato una compagna di studi? Beh con una come lei vicino trovar concentrazione fra quelle pagine sarebbe stata un’impresa assai ardua.
- Ce ne di gente folle al mondo -
Divagò prima che la ragazza lo sorprese nuovamente, *Mantenere il segreto* La loro conversazione navigava su doppi sensi e parole che toccavano corde per nulla indifferenti, non sapevano la verità che si celava dietro le loro anime, dovevano mantenere il loro segreto, per una semplice questione di sicurezza, non sarebbe mai saltato in mente al ragazzo di rivelare la sua vera natura a quella sconosciuta, a meno che qualcosa di imprevisto fosse nato fra quegli antichi scaffali. *Certo.. il coprifuoco..* il segreto a cui si riferiva, un problema non difficile da ovviare, poco gli importava di violare quell’assurda regola, non aveva più dieci anni da un pezzo. A quel punto la ragazza si avvicinò lentamente al Vampiro, accompagnandosi dalle parole e dal suo tono di voce quasi ammaliante, di sicuro una ragazza che non ci pensava due volte ad uscire dal guscio, anzi forse non aveva alcuna catena a tenerla. Sicura di se si mostrava all’altezza di questa situazione, fregandosene di aver un ragazzo decisamente più grande di lei. Le labbra dell’incauta Prefetta giunsero al limite, era in grado di sentire il suo respiro, e per un istante la voglia di afferrarle il collo e annullare quei pochi millimetri fra le loro labbra gli infestò la mente, possibile che non sapesse chi era quel ragazzo? Una reputazione dilaniata nei corridoio sin dal primo anno scolastico, anche se una falsa diceria, era sempre un rischio.
Nathan rimase fermo ad ascoltare quelle parole, che pian piano svanivano in un suono soffuso ogni centimetro che quel viso si avvicinava al suo.. Perché avrebbe dovuto spostarsi? Non sarebbe stata certo una ragazza ad intimidirlo, per quanto bella potesse essere.
- Sarà mia premura mantenere il segreto, sono piuttosto bravo nel farlo -
Quella ragazza voleva giocare, e in quella situazione non si sarebbe di certo tirato indietro, alla fine è l’uomo a cedere, il potere di una donna va oltre la razionalità, possono farti commettere follie per averle, chissà se anche un Vampiro può rimanere ammaliato dal gioco della seduzione. Per un istante sembrò far sfiorare le sue labbra con quelle della ragazza, spavaldo e incurante delle ripercussioni del suo atto, ma perché rischiare così presto? Voleva divertirsi ancora un altro po’ con lei. Quindi sposto il viso di lato facendo sfiorare le loro guance, in prossimità dell’orecchio della giovane sussurrò la sua risposta..
- Io non sono un gentiluomo -
Sorrise per poi alzarsi dalla sedia e allontanare di nuovo i loro volti. Afferrò il libro sui Vampiri poggiato sul tavolo in precedenza e andò lentamente a rimetterlo a posto, quella notte sapeva che non sarebbe riuscito a leggere un bel niente, c’era qualcosa di meglio ad occupare quelle ore. Chissà quante storie e leggende erano scritte in quella biblioteca, quanto sapere, quanti antichi segreti, leggere tutti quei libri sarebbe stato impossibile ma la curiosità era talmente tanta che non poteva rifiutarsi di iniziare quell’impresa, sperava solo di non perdere le letture migliori.
- Vieni qui, non vorrei che entrasse qualcuno e ci vedesse seduti come se niente fosse –
Serata fra gli scaffali? Doveva ammettere che in quel momento di quasi completa solitudine, il silenzio della notte, Lui con quella ragazza e centinaia di libri a far da cornice, rappresentava uno dei momenti migliori che avesse mai vissuto quell'anno ad Hogwarts..
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 27/11/2014, 04:44




L’istante di panico che l’aveva pervasa mentre si era sentita scoperta scomparve così com’era venuto, si sentì anche sciocca per non aver compreso immediatamente a cosa si riferisse il giovane, lasciando forse percepire che ci fosse qualcosa di nascosto, ma la preoccupazione svanì ed era quasi certa che lui non si fosse accorto di nulla, come poteva comprendere qualcosa di impercettibile a occhio e orecchio umano? Non poteva, almeno questo era quello che credeva.
Per quanto la sensazione di pericolo non l’abbandonasse, per quanto continuasse a pensare che in lui ci fosse qualcosa di particolare, scelse di non ascoltare quelle sensazioni, scelse di dare spazio a ciò che, invece, la teneva lì, quella particolare attrazione che le permetteva di essere, forse, più disinibita del solito.
Era pur sempre una ragazzina, chiusa in una biblioteca con un affascinante ragazzo che, al momento, sembrava volerle concedere le sue attenzioni, sapeva difendersi, aveva tutte le carte in regola per farlo, quindi, perchè non rischiare? Perchè non tentare di ammaliarlo e di lasciarsi ammaliare?
Ascoltò le sue parole, forse sarebbe meglio dire che ascoltò il suono della sua voce, calmo, mentre, quasi affascinato, parlava di quelle creature che i più avrebbero temuto, forse, in circostanze diverse, quella tranquillità l’avrebbe inquietata, ma lì, ora, sembrava più che normale, entrambi a proprio agio, entrambi, seppur attratti da creature diverse, sembravano condividere uno stesso interesse, quello forse doveva suonare come un campanello d’allarme, invece suonò più come un invito ad avvicinarsi.
E così fece, lasciò che l’argomento andasse a scemare, per qualche motivo sentiva che non fosse il momento adatto per soffermarsi su quel loro interesse comune, avrebbero avuto il tempo e il modo di conoscersi, ma, prima, doveva incatenarlo a quella biblioteca, doveva dargli una buona motivazione per restare.
Era la più giovane, sicuramente si trovava svantaggiata in quella situazione, se non voleva soccombere doveva attaccare, si portò tanto vicina alle labbra del giovane che faticò a fermarsi, non era abituata a quel tipo di gioco, ma più ci si addentrava, più iniziava a piacerle, più resisteva all’impulso che le diceva “fallo”, più desiderava attendere il momento esatto in cui lui non avrebbe avuto modo di dirle di no e, come presto avrebbe constatato, quel momento non era ancora arrivato.
Il ragazzo rimase quasi impassibile, come se, in quella vicinanza, non ci fosse nulla di strano, non dubitava affatto che fosse bravo a mantenere i segreti, in fondo, ciò che l’aveva attratta, era anche quell’alone di mistero che lo circondava.
Sorrise alla sua affermazione, non era convinta l’avesse vista, per un attimo aveva socchiuso gli occhi, nel tentativo di reprimere nuovamente il desiderio di avvicinarsi ulteriormente, li riaprì sentendo il tocco leggero dalla sua guancia fredda sfiorare la sua e quelle poche parole, sussurrate con malizia, sembravano volerle dire che aveva accettato la sfida, che quel gioco lo avrebbero giocato in due.
Nessuno dei due ancora sapeva a cosa andava incontro, nessuno dei due sembrava avere idea di chi, realmente, si trovasse di fronte, eppure, entrambi, sembravano ignorare qualsiasi avvertimento.


-E io non sono una damigella in pericolo-

Riuscì appena a terminare la frase, prima che il giovane abbandonasse la sedia, prima che spezzasse quella tensione che si stava creando, probabilmente fu una mossa studiata, probabilmente aveva altro in mente, ma, qualsiasi cosa fosse, non gli sarebbe stato facile condurre i giochi.
Indietreggiò leggermente con la schiena, appoggiandola nuovamente allo schienale della sedia e incrociando le braccia al petto osservando i suoi movimenti, lo vide allontanarsi e sparire dietro uno scaffale e, per un attimo, pensò di essersi sbagliata, pensò che, forse, in fin dei conti, quel giovane non nascondesse nulle e, anzi, ora si sarebbe tirato indietro.
Un po’ delusa sollevò la copertina del libro che aveva scelto come lettura, sperando che almeno quello si rivelasse all’altezza delle aspettative, ma non lo scoprì nemmeno in quel momento, fu infatti interrotta dalla voce del ragazzo, sorrise compiaciuta
*C’è ancora qualche speranza per questa serata*
Non disse nulla, richiuse il libro, lasciandolo sul tavolo e si alzò per poi dirigersi lentamente verso il punto dal quale proveniva la voce ammaliatrice.
Gli passò accanto, ancora senza parlare, aspettando di guardarlo nuovamente negli occhi prima di dire qualsiasi cosa, la sua attenzione doveva essere solo per lei, alzandosi leggermente in punta di piedi per coprire, almeno un po’, la differenza d’altezza, sollevò la mano destra posando l’indice sulle labbra di lui, come a zittirlo dolcemente


-Shhh, non vorrai che qualcuno ci senta vero?-

Erano soli, nessuno poteva sentirli, ma lo pronunciò piano, come se corressero, effettivamente, qualche rischio, lasciò scivolare la mano sul suo petto, accompagnandosi così fino a posare nuovamente i piedi per terra, con l’altra, nel frattempo, sfiorò quella del giovane, ancora appoggiata allo scaffale dove aveva riposto il libro, sfilandolo nuovamente dalla sua collocazione

-Sembra interessante- forse era giunto il momento di riprendere l’argomento -Ti confesserò una cosa, sarei curiosa di incontrarne uno, sono sempre descritti come affascinanti e irresistibili, non devono essere poi così male- sorrise -Certo, almeno fin quando non tentano di dissanguarti, forse a quel punto diventano meno simpatici-

*Che cosa? Arya stai scherzando?*
Evidentemente no o, meglio, forse la ragazzina iniziava a sentirsi fin troppo sicura di sé, stava lasciando parlare la parte più influenzabile dalla luna, dimenticando completamente ciò che dovevano essere le paure di una persona normale, era conscia di non esserlo, era consapevole di ciò che era, ma doveva comunque ricordarsi che le apparenze andavano salvaguardate.

-Magari dovrei stare attenta a ciò che desidero o, magari, no- disse con un sorriso divertito e malizioso riponendo il libro dando leggermente le spalle al ragazzo -Avresti tutte le carte in regola per fare il bello e tenebroso- si voltò senza dargli il tempo di reagire avvicinandosi nuovamente al suo orecchio -Potresti essere il mio Vampiro per una notte-

Probabilmente avrebbe potuto prenderla per una ragazzina viziata senza il minimo senso del pericolo, una bambina che non sapeva di cosa parlava, si sbagliava, se solo avesse provato a guardare oltre l’apparenza, avrebbe compreso che, malgrado l’apparente superficialità, sembrava sapere, almeno in parte, di cosa parlasse.
Se quella confessione fosse vera o meno, non lo sapeva nemmeno lei, ma stavano giocando no? Perchè non farlo in grande stile? Se proprio dovevano essere due sconosciuti in una biblioteca, beh, potevano essere chi volevano.

 
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