| Si fermò quando, all'improvviso, le venne afferrato il polso per farle notare che il suo comportamento non piaceva. Ascoltandolo, questa rimase in silenzio per un lungo momento, prima di rendersi conto di quello che aveva fatto qualche attimo prima. Tirò la mano indietro con un guizzo secco, per liberarsi dalla sua presa ed andò a nasconderla in tasca, a giocherellare con il fazzoletto in tessuto che vi era all'interno. Non lo avrebbe più toccato, avendo le mani allora occupate. La cosa la disturbò un poco, dato che per lei era una cosa normale o non importante, ma non lo diede a vedere più di tanto ed evitò di farne una tragedia, portando avanti la conversazione come se non fosse successo nulla.
"Mia madre è una... umh... babbana, sì. Mio padre invece è un mago, cresciuto in una famiglia di maghi."
Non le piaceva molto usare quei termini: "purosangue, babbano, mezzosangue". Era secondo lei una certa forma di discriminazione e non riusciva mandar giù una cosa del genere, ma era normale parlare in quel modo in un posto come Hogwarts, a quanto pare. La ragazzina rispose quindi alla sua domanda, ma non proferì altre parole sulle sue manie tattili e fastidiose, perché probabilmente offesa. Pian piano, i due stavano raggiungendo la fine delle scale che le erano prima sembrate interminabili... E la giovine si fermò senza preavviso, a fissare con insistenza un quadro in particolare. A quanto pare, pur avendo passato un bel mese in quella scuola, non riusciva proprio a farsi all'idea di vedere dei quadri muoversi e parlare e la cosa la sorprendeva ogni volta, soprattutto quando le rivolgevano la parola.
"Sogno oppure quel quadro mi ha appena salutata?"
Mostrò un'espressione stramba, spaventata, riprendendo a camminare dopo aver sentito un lungo brivido attraversarle la schiena. Ne era sicura, le aveva fatto un cenno, salutandola cordialmente. E non era la prima volta che la cosa succedeva, infatti alcuni compagni adoravano prenderla in giro per quel fatto, Lillianne aveva paura di quei quadri. Forse, inquietudine era la parola esatta, ma non riusciva a restare accanto a delle figure che, per undici anni della sua vita erano state immobili e che ora, ad Hogwarts, esprimevano le loro opinioni e mostravano persino, di avere un carattere più che personale e soggettivo. Ella si fermò alla fine del corridoio, quasi a chiedergli di seguirla.
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