Un diavolo per capello?
Se non erano demoni, erano profezie. Certo, era indiscutibilmente un balzo avanti, non si era impegnato con nessuno in tal sorta, il che era di gran indubbio sollievo, si poteva spaziare, anche in addentellati sinistri, e non molto ortodossi, senza rischio alcuno. Le giovane ospiti avrebbero compreso? Era certo di sì. In fondo, era sempre stato mosso dalla convinzione che gli Studenti fossero quelli dotati di buon senso, e dell'estro necessario alla comprensione di quanto fosse minimamente indispensabile comprendere. Eppure, il compromesso era la ruota oliata che faceva scorrere l'intero meccanismo avanti, senza, che avrebbero fatto? Guerra civile? Bellum omnium contra omnes? C'erano possibilità di vittoria? In fondo, sì, c'erano. Ma era una faccenda terribilmente lunga, destinata a rimanere tale per lungo tempo, il logoramento sempre annidato dietro l'angolo, disperazione di ogni esercito. Era anche quella una profezia? Che qualcuna riguardasse l'intera situazione? Che potessero armarsi? O in fondo, il futuro era bello, anche per la sua pecualire essenza, di essere imprevedibile? Che rapporto poteva esserci tra una Profezia, un Profeta, il suo destinatario, ed il Tempo? Avevano un qualche rapporto di una qualche natura? Era presumibile che vi fosse. Darle peso? Non dargliene? C'era margine? Il libero arbitrio come poteva inserirsi armoniosamente in tutto quello? Dov'era l'equilibrio? Era presente?
Ed ecco che tutto quello che lo riportava indietro di diversi anni.
La stessa conversazione, le stesse perplessità, lo stesso luogo.
Quanto era passato? Che fine aveva fatto?
Non c'era più il Centauro.
Che fine aveva fatto?
Fiorenzo.
Che quella Profezia, in fondo, si fosse sempre e solo esclusivamente riferita a quell'unica tragedia? Che non fosse stata evidentemente sufficiente? Che la Verità fosse sempre stata lì, sotto gli occhi di entrambi, sottostimata, snobbata, misrattata, nella sua triviale banalità. Era una questione di Fortuna. Fortuna che doveva essere semplicemente aiutata. E non lo era stata.
Il tradimento?
No.
Non era stato un tradimento, una scelta obbligata, necessaria, dettata tanto dalle circostanze, quanto dalle necessità, quanto dal Tempo stesso. Terminato un ciclo, era indispensabile ne iniziasse uno nuovo, rimandare l'inevitabile sarebbe stato inutile. Se era andato bene per lui una vita prima, perchè non sarebbe dovuto andare bene ugualmente di nuovo? Eppure, non era andata come previsto. Il meccanismo si era inceppato. Qualcosa era andato storto. Una fatalità? Una tragica coincidenza? Tana libera tutti? Era davvero così?
Non era possibile.
Eppure, annichilente.
La tempesta perfetta.
Ecco, si era già perso via, un pezzo, cos'aveva detto? Interromperla? Era così palese che stesse pensando ad altro? Lo stava davvero facendo? Per certi versi il tema era sempre quello, solo in un'altra declinazione. Ma quindi? La giovane Serpeverde essenzialmente rimaneva scettica sulle Profezie, il punto quindi era se volesse davvero esserne convinta, o semplicemente soprassedere all'intera questione. Non era obbligatorio interessarsene. Se però si erano presentate per discuterne. Qual era il punto d'equilibrio, la chiave di volta dell'intero edificio? Ce n'era uno soltanto?
Le Profezie esistevano?
Servivano davvero a qualcosa?
Ne sapeva davvero qualcosa?
La Grifondoro allo stesso tempo sembrava già essere stata convertita a quel credo, quell'unica lezione doveva evidentemente aver fatto breccia, un'impareggiabile Ars Suasoria, unita ad una buona disposizione di spirito, ed alla giusta forma mentis, avevano partorito un mostro? Un'invasata? Lo era davvero? Il rischio, palese, era che si passasse da un estremo all'altro, e la mezza misura era la via, quanto meno che un Professore, ormai in pensione, di una Cattedra parecchio distante, potesse sentirsi in grado di consigliare. Quale fosse la verità, a patto che vi fosse, era tutta un'altra Storia.
Vede, mademoiselle Von Eis, lei si sta avventurando lungo un sentiero abbastanza oscuro e periglioso, semplificare quando si ha a che fare con la Magia oltre ad essere riduttivo, è pericoloso, come saprà già. Esistono profezie e profezie, sempre limitandoci a parlare di Profezie autentiche, il che restringe già considerevolmente il campo, tra queste è poi necessario distinguere quelle false da quelle vere. Di per sè contestualizzare e comprendere una profezia è un affare estremamente delicato, il più delle volte una profezia si verifica a patto che si verifichino una serie di eventi, e si rispettino determinate circostanze, tutt'altro che semplici da comprendere per la natura criptica della Profezia stessa. Una volta compresi quali siano questi eventi, deve procedere alla contestualizzazione, per capire se effettivamente tale Profezia possa essere di suo interesse, se si riferisca ad eventi vecchi di 3000 Anni, o futuri dei prossimi 2000, ed anche questo non è scontato. Da ultimo, perchè non è ancora finita, qualora siano eventi futuri, e prossimi, deve comprendere se sia plausibile prima che probabile che si verifichino, collocando la Profezia nell'Albero. Mi segue? A fronte di tutto ciò, condivido parte del suo scetticismo, ma non si può negare che la sua collega abbia ragione, no? Prevedere il futuro, per così dire, può essere utile, può essere una difesa, a patto di riuscire a farlo, certo. Ma allo stesso tempo, può essere un'arma terribile, si può anche attaccare armati di Profezie, riesce ad intuire come? Probabilmente tra un profondo scetticismo, ed una convinzione troppo certa, una via di mezzo sarebbe ancora una volta la preferibile.
Sorrise, in fondo aveva del ridicolo che fosse lui a dover difendere le Arti Divinatorie. Non aveva nemmeno mai frequentato il Corso, era ben lungi dall'aver conseguito un Gufo, e seguiva basilari regole del pollice, che probabilmente il collega di competenza avrebbe reputato vecchie, fuori moda da almeno sette secoli, e del tutto inesatte. Eppure funzionavano, con il minore degli sforzi. Il che andava comunque benissimo, così. Non sarebbe passato alla Storia per illustre e rinomato Divinatore, non era nel sangue dei Peverell, non lo sarebbe mai stato, con ogni probabilità.
Era quasi tempo nuovamente di un sorso di The, la gola riarsa, la voce impastata. Un fiume in piena, che al fare delle prime nevi mostrava i primi segni di stanchezza, rallentando il flusso, gradatamente, piegandosi alla rigidezza improvvisa della stagione, al venir meno delle profonde e dolci acque, trattenute a monte da quell'inaspettata ondata di gelo. Era quasi tempo di un The.
Sì, un Grifondoro, curioso, non trova? Alexander Black, non l'ho più visto, io son partito subito dopo, e dal mio ritorno a lezione non si è presentato, immagino possa non essere remota l'eventualità che abbia raggiunto i MAGO, e terminato gli studi, magari l'avete conosciuto voi? Solitamente il risveglio di tali capacità avviene a causa di un forte coinvolgimento emotivo, in qualcosa, il più delle volte la prima visione è sulla propria possibile morte, o quella di una persona cara, o un evento particolarmente felice, il primo vero amore, magari. Nel caso di Mr Black non era molto felice, ma fortunatamente come da visione passavo di lì, a passeggio con Amalia, e l'ho salvato da un'Acromantula, molto semplicemente. Immagino che il collega Hawkins, o la Preside possano sapere qualcosa più di me di cosa sia poi seguito.
Ecco, il The.
Tornò a dar battaglia alla tazza, avevano stretto un'alleanza in tempi non sospetti, sarebbe continuato ad essere così. Ne era piuttosto certo. Tanto quanto il fatto che il Sole sorgesse ad Oriente, e che la zuccheriera avrebbe tentato un colpo nuovo colpo di stato, lo faceva sempre, ma lo zucchero non li avrebbe distrutti. Era pur sempre una certezza, magari poca cosa, magari scontata, magari non una rinomata scoperta nel campo magico, ma gli andava bene così. L'arte del sapersi accontentare, poteva anche funzionare.
Con altrettanta irruente prepotenza Atene si faceva largo, calamitante sull'attenzione di quegli sventurati che avessero l'ardire di varcare la soglia, sembrava ormai voler imporre la sua classica egemonia, sulla perdente Sparta, e sulla sognatrice Tebe, vinte dopo un millenario scontro, di colpi di ingegno, piegate infine dalla subdola Arte oratoria. Possibile? Atene, sempre Atene, Atene qui, là, su, giù. Perchè, perchè no, perchè sì. La cagione, l'essenza, il Quia. Poteva, o non poteva? Il nuovo pomo della discordia? Eppure, chi ne capiva ed afferrava veramente l'essenza? Era possibile? Ovviamente, la parte pratica. Beata gioventù? Erano davvero già giunti al punto? O era sempre stato quello il punto? O c'era un altro ulteriore punto? Via il dente, via il dolore? Certo, acqua al proprio mulino, perchè non avrebbero dovuto? Avrebbe potuto in tutta onestà pretendere o anche solo chiedere il contrario? Si andava dagli approcci più diretti, ai giri più ondivaghi, ai tentativi più fruttuosi, a quelli meno. Ingoiare una parte del manuale della Bath poteva essere considerato un tentativo di successo, seppur sbalordente? Aveva sicuramente sbalordito l'infermiere, e valso al mal capitato un posto in infermeria, ed una punizione di un mese, non proprio come previsto, ma era stato indubbiamente sbalorditivo. Annuì, tornando ad appoggiare la tazzina, la miscela a metà, in fase calante. Ma c'era tempo, quello sì.
Il programma di Storia temo sia più lacunoso e bucato di un buon gruviera, ma sicuramente ottimo al gusto. Per quanto abbia più volte proposto alla presidenza un corso di sei ore, triplo rispetto all'attuale, sbarazzandoci di qualche altro Corso decisamente inutile, temo che per vostra, e mia, fortuna nessuno abbia mai voluto darmi retta. Non che in realtà ci contassi più di quel tanto, badate, ma era bene proporlo. Sì, immagino che la fumosità di Atene abbia il suo fascino, l'idea della pratica, unita inaspettatamente a Storia, magari anche il nome, qualche rischio abilmente accantonato, ed il gioco è fatto, no? Atene è una Scuola, un Gimnasio, può essere tutto e nulla, dipende principalmente da voi, ma nonostante le voci, è in primo luogo qualcosa di teorico, complesso certo, imbevuto di Storia al massimo grado, il suo precipitato stesso, frammisto ad un minimo di pratica, ma non tale da mutarne l'essenza teorica. Riuscite anche ad intuirne la ragione per cui sia prima teorico, che pratico?
Eppure, tutto muoveva da una solida premessa.
Che sapessero già tutto, ed avessero tratto le errate somme.
Il che era vero? Se non sapevano, avevano semplicemente mal concluso?
Le solite, mitiche, rinomate, infallibili, voci di corridoio? Eterne ed immortali, misteriose nel loro alone celeste, cadute dal cielo, nel momento del bisogno, di dubbia paternità, incerto fondamento, ed inverificabile autenticità. Una voce di corridoio era la manna per i disperati? Erano disperate? O semplicemente tentavano di racimolare informazioni, in vista dell'inevitabile piano diabolico? C'era altro? Avevano fonti sicure? Che fine aveva fatto la Miwako? Dove si era cacciata? Vi era dietro Scott? Era lui la fonte? O qualche piccione dalle idee poco chiare? Possibile?
Probabilmente è necessaria una premessa, davo per scontate conoscenze che non è scontato abbiate. Ma tenete a mente la domanda, è un punto molto importante. Gli Ateniesi essenzialmente risalgono l'Albero delle Profezie, per vivere esperienze ad alto contenuto storico, in un ambiente quanto più originale possibile. Immagino che privando l'idea di buona parte del suo fascino retorico, si possa anche più semplicemente affermare che gli Ateniesi viaggino nel Tempo, anche se non sarebbe esattamente corretto, e forse meglio, nei Tempi, ma è una postilla. Ovviamente ci sono dei rischi nel fare ciò, anche piuttosto seri, ma non c'è mai niente di facile, in fondo, no?
Il Sasso, increspata la superficie dello stagno, affondava, mentre cerchi concentrici si diramavano, squassando la quiete delle ninfee, e della vita acquatica, scossa nella sua apatica serena esistenza. Affondava, toccando il fondo, immergendosi nella fanghiglia, inumandosi nel fondale, quasi a voler celare sè stesso, timoroso della vista indagatrice degli altri, sinistri corvi, predatori del suo segreto.
Poteva tornare al suo The?
Avevano una serie di domande in agguato, poco tempo per riflettervi, e dipanare l'oscura e contorta matassa.
Eppure, non avevano fretta, il che era ben augurante.
Se non altro.