| × Off-Game × × LegendaNarrazione«Dialoghi»Sarebbe venuto? Non poteva fare altrimenti: il dado era ormai tratto. Sospirando, Raven si sarebbe recato sul luogo leggeremente in ritardo rispetto al previsto. Non che avesse molto da fare, o che dubitasse della buona volontà del giovane; tutt'altro. E' che voleva vedere, se il giovane conosceva la virtù della pazienza, - la più importante per le tante imboscate e dei tanti agguati che avrebbe compiuto durante la sua vita, e una virtù che, come l'osservazione e il respiro, lo avrebbero aiutato moltissimo nel corso dei suoi primi passi (e non solo) sui terreni oscuri destinati, appunto, agli oscuri. Spesso è il sangue freddo che giocava un ruolo importante, spesso è la calma, la freddezza, il voler attendere, immobile, che giocava un ruolo fondamentale nei combattimenti e nelle missioni. Il saper prendere la decisione migliore nel più breve tempo possibile, e fare il balzo, oltre... Fare il balzo oltre ogni cosa, privarsi della propria vita precedente, eliminare ogni legame, elevarsi a Dio di sé stesso, splendere della propria individualità più pura. Messa la maschera, Raven sarebbe spuntato dietro a un angolo con la bacchetta alzata, come a voler dire al ragazzo di essere sempre pronti, che ogni errore potrebbe essere fatale, che ogni movimento sbagliato potrebbe portare a una morte certa. Inoltre voleva assicurarsi che quel ragazzo non si fosse portato dietro nessun altro, del resto... cosa se fosse stata tutta una trappola, organizzata dalla Bennet e dalla Bennet gestita? A quanto ne sapeva Raven, vi ci potevano essere degli auror li ad attenderlo, a braccia aperte. Però tutte le sue paure presto si rivelarono vane. Arrivato sul posto dell'incontro, trovò William Black solo soletto, sostare nell'ombra della Luna, lontano da ogni illuminazione, da ogni sguardo, da ogni umano. Dovette osservarlo per un po', prima di mettere a fuoco i lineamenti del volto giovane di quel ragazzo. Era davvero lui? Sì, non poteva non essere lui. «Incontrerai solo morte e dolore sulla strada che cerchi d'intraprendere, ragazzo mio.» – Disse, rivolgendosi al bambino, e stupendosi, di come fosse giovane, di come quel giovane prendesse decisioni così mature, di come crescesse in fretta. - «Rimarrai solo. Vedrai morire amici e parenti. Tutti ti gireranno le spalle. Non avrai un amore, e se l'avrai non sarò sincero. Servirai il Signore Oscuro fino alla fine dei tuoi giorni, e in cambio avrai sì del potere, ma anche molta tristezza a fare capolino nel tuo cuore. Forse impazzerai, forse ti suiciderai, forse non sopporterai di vedere tutto il dolore e il sangue che ti circonderanno. » "Ma questa è l'unica strada per cambiare il mondo". - Volle aggiungere Raven, ma si astenne. «Ti do ancora 10 secondi per pensarci, dopo di che la tua vita cambierà per sempre. » – Sorrise. - «Forse cambierai il mondo, come cerchi di fare. Forse morirai in battaglia e il tuo nome verrà dimenticato da tutti.» "Ma se non ci proverai affatto, il tuo nome lo dimenticherrano comunque, e della gloria di cui risplendevano i volti dei grandi maghi del passato, non ne avrai nemmeno un barlume di briciola, e invece così..." Indipendentemente dalla risposta, a sguardo sicuro, Raven lo avrebbe afferrato per una spalla, poggiandoci su la propria mano. «E se tu morissi?» – Gli chiese. - «Persino una goccia del tuo sangue sarebbe un'enorme perdita per il mondo magico.» – Disse. - «Forse il gioco non vale la candela?» "Ma se proprio vuoi...". Attese una risposta.
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