| Che infine la giovane ce l'avesse fatta? A modo suo era stata convincente il necessario, certo, il dibattito sarebbe potuto fluire gioioso, ed eterno, sino alla notte dei tempi. Chi avesse ragione, se l'avesse, era un affare sporco, incerto, la giungla del più forte? La voce più profonda, e tonante. Ma non era il caso di gettarla in bagarre, o in querelle, in fondo, a che pro farlo? Del resto, non avrebbe nemmeno potuto sequestrare la giovane per qualche mese alla vita del Castello, senza che nessuno sospettasse nulla, o notasse l'assenza prolungata di un Professore, e di una Studentessa. Certo, qualche incidente, era possibile, ma sparire nel nulla avrebbe sollevato interrogativi, e riapparire sempre dal nulla, ulteriori. Era quella un'elegante scappatoia? Infilarsi, imboccare la strada, accontentare tutti, e farla finita. La giovane avrebbe avuto inaspettatamente la serata libera, Minerva avrebbe avuto la sua ora d'aria, insieme ad Amalia, che non l'avrebbe certo disdegnata. Era ancora chiaro, una bella giornata. Intanto la giovane proseguiva, nel suo ragionamento. Il Golf, come l'avrebbe presa scoprendo che aveva praticato tale Sport, ormai diversi anni prima? Non si poteva certo definire un campione, anzi, ma tra tanti, rispetto al vorticare chiassoso di qualche Scopa, l'aveva sempre preferito. Nell'eventualità, con qualche aiuto extra, non molto ortodosso, ma cosa poteva importare? Perdere la giornata in cerca di una dannata pallina, quando era possibile evocarla in un soffio d'eolo? Restava della sua idea.
Ottimo, mademoiselle King, beneficio del dubbio, per il momento mi ha convinto, diciamo così. Domani mattina in Aula riavrà molto probabilmente il suo Saggio breve, e tra qualche settimana riceverà nuove da parte mia su Atene, i primi di Ottobre si terrà l'incontro, non c'è fretta. Magari il discorso potrebbe necessitare di una qualche revisione, tra qualche anno, ma ad un golfista come me, non è dispiaciuto. Diversamente dallo scritto, che lasciava adito anche a fraintendimenti!
Ciò detto, allegro, si alzò lesto dallo scranno, diretto ad aprire la finestra. Almeno una parte, lo spazio necessario, a che Minerva si portasse avanti, evitando il Castello. I corridoi non erano ambienti per una Fenice, non lo sarebbero mai stati, per quanto alti, e spaziosi. Il resto era tutto fatto, il giornale avrebbe atteso ancora, al ritorno una marea di posta, sì, quella andava evasa. Da dietro la seconda porta, apparve improvvisamente una piccola, velocissima, saettante, palla di pelo bianca. Aveva già intuito tutto, mentre la Fenice se la filava, giù, perpendicolare alla facciata. Un'altra cosa fatta. Tornò alla scrivania, sorridendo alla giovane, probabilmente perplessa, ma che ormai doveva aver colto, facendo scrivolare in avanti sulla scrivania, quello che aveva tutta l'aria di essere un tranquillo volumetto, scritto non troppo in grande.
Questo è per lei, un libello, non troppo pretenzioso, che potrebbe aiutarla, mi saprà dire che ne pensa. Le piacciono i libri, no? Ma venga, la accompagno sino al pian terreno, poi per i Sotterranei la via è veloce, e non è ancora tempo di coprifuoco. Come avrà intuito, è tempo della passeggiata per tutti.
Era ormai fatta. Ce l'aveva fatta. Una conquista insperata? Si avviò alla porta, con fare sicuro, rimediando per strada un elegante bastone da passeggio. Il mantello non serviva. Al più se lo sarebbe procurato. Ma non ci avrebbero messo l'intera serata, insomma, aveva anche altro da fare! Ricevi "A Spasso con Omero", di Ignotus Albus E. Peverell, ma non costituisce Mana aggiuntiva. Ti invito infine, a voler concludere tu la Role, direi che si sia detto abbastanza!
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