Tutto ciò che importa

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view post Posted on 3/2/2015, 02:05
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Che infine la giovane ce l'avesse fatta?
A modo suo era stata convincente il necessario, certo, il dibattito sarebbe potuto fluire gioioso, ed eterno, sino alla notte dei tempi. Chi avesse ragione, se l'avesse, era un affare sporco, incerto, la giungla del più forte? La voce più profonda, e tonante. Ma non era il caso di gettarla in bagarre, o in querelle, in fondo, a che pro farlo? Del resto, non avrebbe nemmeno potuto sequestrare la giovane per qualche mese alla vita del Castello, senza che nessuno sospettasse nulla, o notasse l'assenza prolungata di un Professore, e di una Studentessa. Certo, qualche incidente, era possibile, ma sparire nel nulla avrebbe sollevato interrogativi, e riapparire sempre dal nulla, ulteriori. Era quella un'elegante scappatoia? Infilarsi, imboccare la strada, accontentare tutti, e farla finita. La giovane avrebbe avuto inaspettatamente la serata libera, Minerva avrebbe avuto la sua ora d'aria, insieme ad Amalia, che non l'avrebbe certo disdegnata. Era ancora chiaro, una bella giornata. Intanto la giovane proseguiva, nel suo ragionamento. Il Golf, come l'avrebbe presa scoprendo che aveva praticato tale Sport, ormai diversi anni prima? Non si poteva certo definire un campione, anzi, ma tra tanti, rispetto al vorticare chiassoso di qualche Scopa, l'aveva sempre preferito. Nell'eventualità, con qualche aiuto extra, non molto ortodosso, ma cosa poteva importare? Perdere la giornata in cerca di una dannata pallina, quando era possibile evocarla in un soffio d'eolo? Restava della sua idea.


Ottimo, mademoiselle King, beneficio del dubbio, per il momento mi ha convinto, diciamo così. Domani mattina in Aula riavrà molto probabilmente il suo Saggio breve, e tra qualche settimana riceverà nuove da parte mia su Atene, i primi di Ottobre si terrà l'incontro, non c'è fretta. Magari il discorso potrebbe necessitare di una qualche revisione, tra qualche anno, ma ad un golfista come me, non è dispiaciuto. Diversamente dallo scritto, che lasciava adito anche a fraintendimenti!

Ciò detto, allegro, si alzò lesto dallo scranno, diretto ad aprire la finestra. Almeno una parte, lo spazio necessario, a che Minerva si portasse avanti, evitando il Castello. I corridoi non erano ambienti per una Fenice, non lo sarebbero mai stati, per quanto alti, e spaziosi. Il resto era tutto fatto, il giornale avrebbe atteso ancora, al ritorno una marea di posta, sì, quella andava evasa. Da dietro la seconda porta, apparve improvvisamente una piccola, velocissima, saettante, palla di pelo bianca. Aveva già intuito tutto, mentre la Fenice se la filava, giù, perpendicolare alla facciata. Un'altra cosa fatta. Tornò alla scrivania, sorridendo alla giovane, probabilmente perplessa, ma che ormai doveva aver colto, facendo scrivolare in avanti sulla scrivania, quello che aveva tutta l'aria di essere un tranquillo volumetto, scritto non troppo in grande.

Questo è per lei, un libello, non troppo pretenzioso, che potrebbe aiutarla, mi saprà dire che ne pensa. Le piacciono i libri, no? Ma venga, la accompagno sino al pian terreno, poi per i Sotterranei la via è veloce, e non è ancora tempo di coprifuoco. Come avrà intuito, è tempo della passeggiata per tutti.

Era ormai fatta.
Ce l'aveva fatta.
Una conquista insperata?
Si avviò alla porta, con fare sicuro, rimediando per strada un elegante bastone da passeggio. Il mantello non serviva. Al più se lo sarebbe procurato. Ma non ci avrebbero messo l'intera serata, insomma, aveva anche altro da fare!



Ricevi "A Spasso con Omero", di Ignotus Albus E. Peverell, ma non costituisce Mana aggiuntiva.
Ti invito infine, a voler concludere tu la Role, direi che si sia detto abbastanza!
 
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<BloodyClaire>
view post Posted on 4/2/2015, 16:29




Non seppe in verità se essere piccata o meno dal giudizio del professore: da un lato le veniva detto che il suo parlare era giudizioso, dall'altro che lo scritto era poco soddisfacente. Avrebbe preso un brutto voto? O con quel breve dibattito aveva rimediato? Certo sarebbe stata immensamente preoccupata, non fosse stato per la buona notizia: finalmente era accetta, faceva parte della Scuola di Atene. Sorrise lievemente al professore, certa di averlo in qualche modo impressionato, ma nei secondi che seguirono fu lei a rimanere a bocca aperta: spalancata la finestra, infatti, l'enorme volatile dorato che per tutta la durata della conversazione era rimasto relativamente tranquillo aveva improvvisamente rivelato la sua maestosa apertura alare, prima di fiondarsi di sotto senza pensarci due volte. Meredith non potè che alzarsi e correre a una delle finestre, nel tentativo di scorgere ancora per poco quella creatura tanto maestosa: col naso schiacciato sul vetro la vide riprendersi dalla violenta picchiata e virare sulla foresta circondante il castello, un grido maestoso infondente coraggio che risuonava nell'aria della sera. E non fece in tempo a stancarsi di quella vista che un abbaiare improvviso la riscosse, costringendola a voltare lo sguardo all'ufficio; autore di quella improvvisa confusione era un semplice cagnolino, che ora girava attorno ai piedi del professore. Dalla mancanza di reazioni negative di quest'ultimo dedusse che la bestiola fosse sua, e tuttavia non riuscì a non provarne un certo timore, tipico delle persone cresciute senza alcun animale che le circondasse. Mordeva? Sembrava innocuo, certo, ma in fondo era creatura praticamente lei nuova, e ciò non era tanto insolito in una generazione cresciuta chiedendosi se gli yogurt crescano sugli alberi. Fortunatamente l'uomo si prestava a congedarla, liberandola dall'imbarazzo di scappare per la stanza con il piccolo animale alle calcagna: un libretto le veniva fatto scivolare sulla scrivania, prontamente afferrato con un misto di timore (per il cane) e curiosità famelica. Lesse il titolo, guardò la semplice copertina, poi l'autore, e spalancò gli occhi. "...lo ha scritto lei?" Gli occhi le brillavano, le mani aprivano cautamente la copertina, sfioravano le pagine scritte. Non aveva mai conosciuto uno scrittore di persona, questo cambiava le cose? Effettivamente alla luce di quanto successo le sue parole assumevano ora un'altra piega, come si era permessa tanta indisponenza nei confronti di una tale persona? Tanto era l'orgoglio che aveva dimenticato di trovarsi di fronte a un professore? "La ringrazio davvero... Lo leggerò di sicuro." Sapeva a malapena chi fosse, quell'Omero, purtroppo il programma educativo inglese aveva le sue limitazioni, e tuttavia sapere di star leggendo le parole scritte da una persona così reale, così vicina alla sua quotidianita rendeva l'intera esperienza certamente diversa. Lo stava ancora rimirando quando captò l'offerta di compagnia del professore. Poteva rifiutare? Non poteva rifiutare. Sorrise sinceramente. "Molto volentieri." Si avvicinò alla porta e lì lo aspettò, il libro gelosamente sotto braccio. Sarebbe stata una bella serata: non aveva altro da fare, e dopo un periodo passato in biblioteca a cercare informazioni su Atlantide e i suoi strambi rituali meritava proprio di leggere un libro, rilassarsi in Sala Comune, staccare quel regime stacanovista che si era autoimposta.

"Ha proprio un bell'ufficio, sa?" Sussurrò mentre uscivano dalla stanza.


-Conclusa-

 
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16 replies since 21/1/2015, 18:27   173 views
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