| Anche in quel caso, l’eterno ritorno? Per quanto tutto sembrasse banale, quasi triviale, e vi fosse annidato in uno degli innumerevoli cavilli quel retrogusto del già detto, e già sentito, veleggiavano sicuri verso quella che con un minimo di presunzione sarebbe stata scambiabile per Verità. Distillata e mantenuta tale dopo un lungo processo alchemico, che l’aveva spinta a mutare d’essenza, pur non facendolo. La Storia era sempre lì, eterna nei suoi valori, sicura di sè stessa, come solo il passato che era passato avrebbe mai potuto definirsi, eppure, allo stesso tempo soggetto al cambiamento, all’indagine, alle speculazioni più fantasiose per amor d’accademia. Tutto diveniva improvvisamente potenzialmente oggetto d’indagine, il come tramontava innanzi a Magia, piegandosi a più malleabili quando, e perchè. Un’indagine che fosse tale avrebbe dovuto rispettare i più ortodossi e stringenti criteri valutativi, come fregiarsi di tale epiteto, se poi era tutta e solo baruffe, e speculazioni eristiche? Che legge sarebbe mai stata formulata adatta a quell’unica circostanza che aveva richiesto la sua formulazione? Sarebbe davvero stata assunta come legge, una semplice osservazione empirica, priva di qualunque altro connotato che la rendesse degna di una pur minima attenzione? E come venire a capo di quel dilemma? C’era o non c’era una qualche soluzione di comodo per tutti? E la Giovane? Lo stava seguendo, era venuta a capo di qualcosa? Se non l’avesse fatto, ne avrebbe fatto una colpa? Per quanto cercasse una semplice soluzione, ad un problema quotidiano, l’intera questione sembrava essere sfuggita di mano. Cosa potevano mai legare la piana di Giza, con le leggi fondamentali della Storia? Leggi che man mano assumevano quel qualcosa del metafisico, si levavano alte, sempre più alte, sopra la pochezza delle generazioni, e degli uomini stessi, oppressi dai loro problemucoli, che tante energie fagocitavano. Eppure, tutto era destinato a dimostrarsi essere la stessa cosa. Quelle poche avare parole che legavano indissolubilmente il succedersi delle dinastie egizie, alla caduta di Bisanzio, e Napoleone. Certo, la Meraviglia era destinata a durare, l’inizio era e sarebbe sempre stato la Meraviglia, l’inizio di ogni indagine, di ogni nuovo addentellato di una Storia travolgente nei suoi eterni flussi, e riflussi, potenti, ineludibili, inarrestabili. Domata ed incanalata dai suoi Eroi, immersi ed allo stesso tempo sulla cresta delle loro epoche, dando prova di divina abilità nel cavalcare il tal cavallone. Piegavano le Leggi, le impugnavano per usarle contro Storia stessa, costringevano a formularne di nuove, ad emendare le precedenti, spingendosi oltre, emulando quanti di grandi già vi fossero stati, ed avessero dettato la linea ad un’epoca intera. Tutto era destinato a mutare, eppure ogni cosa sarebbe rimasta tale, sarebbe tornata in nuova guisa, a burlarsi nuovamente di tutti. Che il Demiurgo peccasse in creatività? O era proprio quella la genialità incommensurabile della Storia stessa? Una ricetta fissa, gli ingredienti immutabili, ma un eterno affastellarsi di novità, tanto vecchie, ed oliate da suonare nuove, e suadenti ad ogni giravolta di quella stessa giostra. E la giovane Tassorosso? Un sorriso, annuendo, quasi a svelare quell’arcano. In fondo, aveva ragione. Era quello, e non lo era, il punto dell’intera questione. Punti di vista. Come si poteva aver capito, pur non avendo capito? Era una disfida a singolar tenzone con le fondamentali leggi della Logica? Logica e Storia erano compatibili? Lo sarebbero state? Lo erano mai state? Che il problema fosse semplicemente mal posto, ed altrove?
Splendido, semplicemente splendido mia cara. Vede? Inizia a capire, a volte è meglio ribadire un punto per quanto possa anche sembrare scontato, che non correre avanti, senza aver compreso le premesse. Ovviamente è compito suo dettare le giuste e necessarie premesse, ad arrivare da qualche parte, senza di esse temo che il seguito possa solo anelare ad una mera questione d’eristica, il che non è quasi mai un complimento. Come si è facilmente resa conto, alla lunga il problema è di sistematica, come catalogare questo o quel fatto? Come mantenere costante il calibro nel corso dell’intera operazione? Cosa è A, e cosa è B alla riprova dei fatti? E cosa non è C, quella categoria residuale, omnipresente, sotto il nome di Caos? Il rischio, come intuirà, è che non capendo davvero tutto, o quote crescenti di esso, possano finire sotto a Caos. Così facendo l’inizialmente categoria residuale, finirebbe con il ghettizzare A, e B, senza tante cerimonie. La Storia è davvero governata dal Caos, o dalle sue Leggi? E cos’è il Caos, rispetto a queste? Se la Storia fosse connaturata naturalmente da un elevato grado di Caos, perchè darsi la pena di formulare tali leggi? Si potrebbe semplicemente concludere che essendo caotica, ed imprevedibile, sarebbe impossibile per definizione prevederla, o domarla, come però i fatti sembrano smentire. Ed in ultima battuta, essendo la Storia una creatura dell’uomo, è anch’essa razionale, soggetta alle sue logiche, delle due quindi l’una, la Storia è imprevedibile, e connaturata dal Caos, o non lo è. Mi segue?
Era tutta una burla? Non era possibile? Probabile? Lo sarebbe stato? Il tempo trascorreva, tutto quello sarebbe stato Storia, o lo era già diventato? Qual era il tempo di sedimentazione necessaria? Perchè era necessario aspettare? Per rispettare il Tempo? Per non risalirlo, gabbandolo? Perchè era stato posto saggiamente un limite a quelle scorribande? Non si poteva risalire il Futuro, nemmeno modificandolo? Sarebbe stato utile, o fattibile? Che razza d’indagine si sarebbe mai dovuta occupare del futuro? Così facendolo, non sarebbe divenuto immediatamente passato? Era forse quello il punto dirimente, di non ritorno? Eppure un’altra questione affine e prossima rimaneva sul tavolo, quali fossero gli adeguati strumenti d’indagine, perchè tutto quello fosse davvero fattibile, e non solo fanfaluche e pinzillacchere. Certo, ad avere fonti affidabili tutto si sarebbe mostrato più semplice, quasi elementare nella sua logica basilare. Eppure, come determinare l’affidabilità di tali fonti? Era davvero possibile? Gli uomini erano fallaci, e fallibili, i ricordi soggetti ad usura, e quasi mai disponibili ad essere analizzati. Come determinare se i ricordi fossero poi corretti, ed a che grado? Qual era l’oriente di un ricordo? Si poteva essere ragionevolmente certi di quel calcolo? Esistevano ricordi di alta, e bassa qualità? Fermo restando, che risalendo nel tempo era sempre più inverosimile averne a disposizione. Oppure era tutto più semplice, nella sua disarmante logicità? Toccare con mano quanto era stato riduceva drasticamente le probabilità che qualcosa nel viaggio di raccolta fosse andato storto. Tagliare l’infinito periodo di raccolta informazioni, condensandolo in pochi mesi, volto a corroborare quanto già appurato donava all’opera quel Quid in più, potendo destinare il tempo necessario alle reali questioni sul tavolo. L’intera operazione godeva ora di un’efficienza prima impensabile, il tutto sempre grazie a lui. Che fosse una nuova forma di schiavitù intellettuale? E se fosse stata tutta una truffa? Dov’era la certezza che effettivamente il Libro funzionasse? Certo, lo sembrava, ma qual era la certezza? Ci sarebbe mai stata una prova finale, e definitiva, inconfutabile? Poggiò la tazza di The ormai esausta nuovamente sul suo piattino, prima di tornare ad osservare la Giovane. In fondo, le doveva una risposta. Aveva gettato il sasso, come tirarsi indietro?
Ha ragione, più risaliamo il corso del Tempo, più è difficoltoso accertare la verità, e la nostra indagine diventa un mero atto di Fede, il che è indubbiamente poco ortodosso, per quella che ambirebbe divenire una Scienza. Cosa distingue la Storia dalla Religione? In teoria proprio la Fede, ed è oggetto del contendere degli storici quanta Fede, o meglio quanta non Fede vi si annidi, eppure non potendola scindere con nettezza dal resto, più si risale nel Tempo, più la Storia diventa Mito, e più il Mito diventa Leggenda. Come giustamente evidenziava la pluralità di fonti ci è spesso d’aiuto, i grandi fatti che hanno segnato il corso degli Eventi, e determinato la direzione della Storia vengono di frequente narrati, riportati, ed analizzati da decine di fonti, delle più autorevoli, l’oggetto del contendere diventa quindi capire quanti si siano copiati leggendosi, e quanti abbiano veramente assistito in prima persona agli Eventi. Capisce benissimo la sostanziale differenza tra fonti di prima, e seconda mano, no? Non è indispensabile essere dei vecchi bacucchi, e per giunta degli Storici. Se A scrivesse di B, trent’anni dopo il suo verificarsi, semplicemente leggendo le cronache di C, senza nulla togliere all’acume di A, avremmo indubbiamente un grosso problema da affrontare, prima di reputarlo una fonte affidabile. Anche C, in fondo, andrebbe preso in esame, come notava i ricordi si distorcono abitualmente, fa parte della nostra natura, ed anche il più oggettivo dei cronisti è in realtà partigiano e portatore di un soggettivo punto di vista. Innanzi a ciò l’intero lavoro di generazioni potrebbe rischiare di squagliarsi, come neve al sole. E quindi, gettare tutto alle ortiche, e darsi ai piaceri della vita?
Era qualcosa di definitivo? Si era arreso? Eppure un sorriso beffardo arrivò irruentemente a rompere quel volto di gesso. Che vi fosse speranza? Che non tutto fosse perduto? Che vi fosse una qualche via? Quanto era probabile? Tirandosi su, risalendo la china, le mani congiunte, e l’aria soddisfatta, di chi sia infine pronto alla rivelazione. Era davvero tutto pronto?
Eppure, non è il caso di disperare. C’è sempre un’altra via, la questione è solo trovarla. Certo, anche riuscire a metterla in pratica non è malvagia come idea, ma concorderà con me che senza l’idea, la messa in pratica è perfettamente inutile, un esercizio fine a sè stesso. Perchè vede, se ci limitassimo alle certezze che abbiamo, o almeno qualcosa di quanto più prossimo ad essere certo, e verificato, il rischio diverrebbe di confondere la Storia una serie quasi infinita di fatti, privi di un qualche senso, in prevalenza guerre, battaglie, con rari matrimoni, e diverse alleanze. Il perchè si sia poi di volta in volta giunti a questo o quello, sarebbe difficile a determinarsi. Le lascio intuire il perchè. Eppure, come le dicevo, c’è un’altra via, una soluzione ingegnosa quasi geniale, se mi consente. Mi crederebbe se le dicessi di essere in ottimi rapporti con la figlia di un fabbro del ceramico, nell’Atene del V secolo? Sono solito fermarmi da loro per cena, quando ho modo di passare di lì. O se preferisce qualcosa di meno distante, ho avuto il piacere di partecipare ad alcune sedute del Sant’Uffizio, che avremo modo di approfondire tra qualche anno, in merito alla caccia alle streghe, la cui retorica ancora ci assorda.
Tranquillo, procedeva con la consueta pacatezza, guidando il discorso in un mare che non sembrava essere poi così ignoto. Che avesse sbagliato a correggere il The? Che fosse caduto dal letto? O era vero? Non è mai un problema, ma nego tutto e vado avanti. Immagino avessi scritto la risposta dal portatile, come in questo caso, e IOS ha il pessimo vizio di correggere qualunque cosa non conosca automaticamente. Dev'essermi sfuggito di ricorreggere quel Grifondoro, una disperazione, ma questo idiota non collabora.
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