Un inizio movimentato, Violet Wilson, Karen Moss e Ace Foster

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view post Posted on 30/3/2015, 11:20
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Un inizio movimentato - La giornata inizia sempre con una buona lettura -
La giornata era iniziata bene e lei era davvero molto contenta. Era stata smistata in corvonero e sapeva che si sarebbe trovata molto bene, tutti erano molto gentili con lei inoltre nella sala comune si stava molto bene. C’era il giusto silenzio per lo studio, lo spazio per ognuno di loro. Non si aspettava che Hogwarts potesse essere così interessante, non per lei almeno che era abituata a vivere in un castello. Sorrise fra sé e sé mentre i raggi di sole che filtravano dalla finestra le accarezzavano il volto. Stava china su un libro e indossava la sua divisa scolastica con i colori della sua casata e lo stemma ben visibile sul suo petto. I capelli erano sparpagliati sul tavolo, intorno al libro, quasi a volerlo proteggere e a voler creare una tenda per concentrarsi anche se non aveva bisogno di certi espedienti per non essere disturbata. Quella biblioteca era grandissima, bellissima e sapeva che nessuno avrebbe distratto il suo studio. Improvvisamente sentì un leggero miagolio e vide la sua gatta salire sul tavolo e sedersi proprio davanti a lei.

«Silenzio Coraline, non disturbare gli altri…»


Con un sorriso l’accarezzò tornando china sui libri per poter andare avanti a leggere e studiare per le sue prime lezioni.


 
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Era una mattina calda e soleggiata, nonostante in quel periodo di giornate così se ne vedessero ben poche. Aveva appena terminato la sua prima lezione d'incantesimi e la prossima sarebbe stata difesa contro le arti oscure. Eppure aveva diverse ore buca prima che la sua presenza fosse richiesta in classe. Strinse a se il libro della materia appena assistita, rimuginando nei pensieri sul da farsi. Forse la biblioteca avrebbe fatto al caso suo, un posto calmo e silenzioso da quanto aveva potuto notare in quella prima settimana d'assestamento. A passo sicuro percorse quei corridoi polverosi, senza badare troppo alle persone che occupavano le lunghe tavolate. Non era ancora riuscita a integrarsi bene con la sua casata, nonostante la sua mente acuta avesse già fatto guadagnare in poco tempo diversi punti ai Tassorosso. La colpa doveva essere del suo carattere chiuso, sicuramente. Pochi giorni prima era stata pizzicata nella Sala Comune a giocare con il fuoco del camino e forse la vicenda non aveva del tutto convinto i compagni della sua sanità mentale. Ma nonostante tutto la colpa andava sempre a se stessa e alle sue difficoltà d'interazione, non riuscendo a togliersi quella malsana idea. Quel movimento veloce sopra le fiamme la rilassava, lo aveva sempre fatto anche nella sua casa babbana. Tutti sapevano che il fuoco non avrebbe bruciato la pelle, che c'era di male in un simile gesto? Il corridoio pieno di libri terminò e decise di svoltare a destra, dove giunse davanti a un'altra tavolata. Non c'era nessuno lì, a parte una ragazza che nella sua lunga cascata di capelli scuri si godeva le pagine ingiallite del suo testo. Avrebbe potuto tornare indietro e cercare un altro posto più isolato eppure non volle, si era trovata sempre bene in quel punto. Si mise a sedere qualche posto di distanza dalla tizia e dopo averle lanciato uno sguardo anonimo, aprì l'oggetto che aveva intenzione d'accompagnarla in quel momento di noia. Non aveva mai dovuto studiare eccessivamente per andare bene, le bastava seguire una lezione e già poteva ripetere nei minimi dettagli tutto ciò che era stato esposto. I suoi genitori adottivi le avevano detto che questo dono era prezioso: essere una buona uditrice significava anche conoscere particolarmente gli altri. Invece aveva constatato negli anni che non le era mai servito nel senso che intendevano loro. Talmente persa nei suoi pensieri e osservazioni, non si rese conto di sfogliare ripetutamente le facciate del manufatto, interessata piuttosto alle immagini che al contenuto. Il fruscio dei fogli erti, tipico dei libri antichi ripetuto in continuazione avrebbe messo a dura prova la pazienza di molti ma purtroppo la giovane Karen non era abbastanza lucida per accorgersi di un simile dettaglio. La mano aperta appoggiata svogliatamente al mento, gli occhi persi nei meandri dei contenuti più disparati, il ciuffo rosso accuratamente posto dietro l'orecchio e quell'espressione indecifrabile.

 
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view post Posted on 30/3/2015, 14:45
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Era strano, ma le giornate scivolavano rapidamente dinanzi agli occhi del giovane Foster. Strano perché, in fin dei conti, aveva fatto tutto fuorché starsene con le mani in mano. Con sua enorme sorpresa il ragazzino aveva trovato particolarmente interessanti le lezioni ad Hogwarts, ma del resto qualsiasi cosa avrebbe potuto superare le noiose materie che si insegnavano all'interno delle scuole per babbani. Incantesimi, Trasfigurazione, Storia della Magia, tutto ciò lo affascinava, anche se il carico di compiti risultava alquanto pesante, specie per chi come lui non era abituato a studiare più di tanto. Ciò nonostante i risultati da lui ottenuti erano più che soddisfacenti, senza contare che proprio negli ultimi giorni aveva avuto modo di scoprire la propria passione per il Volo. Proprio lì aveva ottenuto i voti migliori, ma non vi era da stupirsene, dato che l'interesse che le scope avevano alimentato in lui l'avevano persino spinto ad affrontare letture di approfondimento, che andavano oltre il comune programma accademico del corso programmato per il suo anno. Alquanto bizzarro, per chi non aveva mai visto la lettura come un passatempo utile e interessante.
Quel giorno doveva recarsi in biblioteca per restituire, per l'appunto, un volume che parlava dell'evoluzione della storia del Quidditch e per ritirarne uno nuovo. Avrebbe cambiato argomento però, dato che a breve avrebbe dovuto affrontare la prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Quella materia riusciva ad affascinarlo anche solo con il suo nome e per questo motivo intendeva arrivare in classe perlomeno con una minima idea riguardo ciò che avrebbero trattato. Non appena si fu ritrovato immerso nel labirinto di scaffali e libri, i suoi occhi castani ebbero modo di mettere a fuoco i lineamenti di una figura che conosceva bene. Si avvicinò a lei con passi frettolosi, quasi come se non potesse aspettare oltre per parlarle. La verità non si discostava poi molto da questa visione del suo comportamento.

« Ciao Karen! » esclamò per attirare l'attenzione della fanciulla dalla chioma vermiglia, dedicandole poi un ampio sorriso, sincero e solare. « Non ci vediamo dal viaggio in treno, purtroppo, maledette lezioni. Come stai? » chiese con curiosità, in maniera naturale. In effetti durante l'ultima settimana i due non avevano avuto alcun modo di vedersi, a causa degli impegni e della velocità con la quale le lezioni si alternavano tra loro. Ace aveva avuto modo di scorgere la chioma di lei dalle ultime file, durante la lezione di Incantesimi, ma ahimè, non aveva trovato l'occasione giusta per avvicinarsi a lei.
Purtroppo il loro breve scambio di battute sarebbe stato interrotto dalla testardaggine di Fur. Fino a quel momento il furetto, che non amava rimanere da solo o in gabbia, era rimasto avvolto nelle calde vesti del giovane, ma proprio quando questo meno se l'aspettava la piccola creatura sgattaiolò fuori dal colletto e con un salto degno di nota atterrò sulla scrivania dove la ragazzina stava tranquillamente leggendo. Da lì in poi gli bastò fare lo stesso, saltando sui banchi vicini, per raggiungere un gatto che si trovava accanto a quella che, probabilmente, doveva esserne la proprietaria. Una volta raggiunto il felino, Fur non perse tempo e subito iniziò a infastidirlo, annusandolo e mordicchiandogli le zampe.
« Maledizione Fur, che combini? » esclamò con tono di rimprovero, afferrando al volo il furetto per poi metterlo fra le sue braccia. « Ti chiedo scusa, a volte non riesco proprio a tenerlo a bada. » disse rivolgendosi alla sconosciuta e incrociando per la prima volta i suoi occhi. Fu costretto a distogliere lo sguardo poco dopo, quando con un sonoro morso sulle dita della mano Fur riuscì ad esprimere quanto fosse contrariato per il fatto che Ace avesse posto fine al suo divertimento.

 
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view post Posted on 31/3/2015, 11:01
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Un inizio movimentato - Un piccolo furetto -
Poco lontano da lei, improvvisamente, arrivò un’atra ragazza, dalla sua divisa e dallo stemma doveva essere di tassorosso. Sorrise appena ancora memore di cos’era appena caduto in classe con una compagna di quella casata. Avrebbe voluto dirle qualcosa, salutarla, ma non era molto brava in queste cose quindi si limitò a tenere la testa bassa lasciando che i suoi occhi, apparentemente marroni nell’ombra creata dalla sua cascata di capelli che le coprivano appena il volto, rimanessero fissi su quel bellissimo libro di incantesimi, le piaceva arrivare in classe preparata, quindi preferiva studiare prima le lezioni che si sarebbero tenute.
Alla fine arrivò anche un altro ragazzo, un grifondoro. Alla vista dello stemma fece una piccola smorfia però almeno lui aveva un’amica a giudicare da come stavano tranquilli l’uno vicino all’altra. Sospirò appena alzando lo sguardo quando il furetto arrivò proprio accanto a lei. La gatta, sentendo le sue zampe disturbate, soffiò furente contro l’animale che aveva osato disturbarla e si preparò ad attaccarlo. Per fortuna la ragazzina fu più veloce e prese in braccio il suo animale tenendolo stretto nonostante in umerosi tentativi da parte della sua Coraline di liberarsi. Violet si limitò a sorridere appena scuotendo il capo davanti alle parole del ragazzo.

«Non preoccuparti. Di che hanno siete voi due? Posso studiare insieme a voi?»


Alzando lo sguardo su Ace la luce colpì i suoi occhi che, velocemente, scolorirono passando dal marrone al verde, chiaro, intenso. Divenne anche rossa quando pose la domanda e, anche se i grifondoro non le piacevano tanto, non era nella posizione di essere schizzinosa e, in fondo, non erano tutti uguali. Anche se si era nella stessa casa i caratteri erano diversi, inoltre era curiosa di conoscere la tassorosso…ecco oro le piacevano davvero tanto.
Accanto alla giovane, a terra, Ace avrebbe anche potuto intravedere la custodia di uno strumento musicale probabilmente, era nascosto a tratti dalla figura della giovane però, sbirciando meglio avrebbe potuto accorgersi che non era molto grande.



-GdrOff-

Alla fine ho optato per questo U_U mi piaceva di più come font XD ahahah

-GdrOn-


Edited by Misato Kojima - 31/3/2015, 13:54
 
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Non riuscì a trattenere uno sbadiglio, la giovane dalla chioma rossa che a stento aveva accumulato qualche ora di sonno. Stranamente non era successo nulla durante la sua permanenza ad Hogwarts ma la paura di commettere qualche errore durante la notte, la teneva sveglia e in ansia. Gli sguardi dei compagni di dormitorio erano già piuttosto sfuggenti e perdere anche dei punti per una camminata notturna, non la rasserenava proprio. Le raffigurazioni sul libro erano molto tecniche, le più interessanti si soffermavano a qualche disegno delle creature deboli a determinati incantesimi. Non lo aveva ancora terminato ma stava a buon punto con la conoscenza della materia, sarebbe bastato aspettare le lezioni per mostrare le sue capacità al resto degli studenti. In fin dei conti non poteva essere così inutile, anche lei avrebbe dato il suo contributo per vincere la coppa delle case. Una serie di passi veloci e una voce improvvisa interruppe il filo aggrovigliato dei suoi pensi. Il viso di Ace la rincuorò e non poté che ricambiare il suo solare sorriso con uno piuttosto impacciato e sbieco. « Il silenzio non è uno stato di quiete, ma una tensione, quella di un gorgo in cui i suoni si avvitano attratti verso il fondo. Ace tu sei il mio fondo » disse l'undicenne tranquillamente. « Anche tu sei stato a lezione? Il cappello parlante ha scelto bene per te? » pronunciò quelle parole con un moto di curiosità, cercando di non alzare troppo la voce nel rispetto dell'altra studentessa. Non aveva notato minimamente la sua presenza a lezione, quasi come se la sua attenzione si fosse totalmente focalizzata sulla materia spiegata. Stava per aggiungere un'altra delle sue frasi enigmatiche quando uno spettacolo più divertente catturò l'attenzione dei suoi occhi chiari. La piccola creatura acquistata dal Grifondoro rivendicò la sua libertà e il suo divertimento. L'animale aveva una personalità frizzante e già la ragazzina l'aveva notato da quando aveva iniziato a mordere freneticamente le sbarre della gabbia non appena era stato acquistato. Al contrario Hole poteva sembrare più calmo ma era molto dispettoso quando ci si metteva, ancora non era pienamente riuscita a stringersi un vero rapporto d'amicizia con il roditore ma Karen sembrava non avere fretta. I guai non si fermarono alla fuga del mustelide ma a chi si mise contro. Il gatto della ragazzina dei Corvonero da parte sua non accettò quell'invasione di territorio e dovette intervenire la sua padrona per calmare la bestiola. La fanciulla assistette alla scena immobile, tranquillizzandosi quando l'animaletto puzzolente venne catturato nuovamente dal suo padrone. « Immagino sia diventato sempre più difficile tenerlo a bada, curiosi i furetti » fece una piccola risata la mezzosangue. Le scuse del giovane vennero accettate immediatamente e con grande stupore di Karen venne integrata nel discorso dei due. « Primo anno Tassorosso » rispose la signorina Moss, indicando con l'indice dentro lo stemma sulla sua uniforme. « Studiare? La conoscenza richiede tempo, impegno, sforzo... cosa ti spinge a sacrificarti? » chiese con curiosità la rossa, osservando attentamente la nuova interlocutrice.

 
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Le parole dal significato criptico della fanciulla dalle ciocche vermiglie, per l'ennesima volta, lo lasciarono interdetto e con numerose perplessità. Una smorfia interrogativa rimpiazzò prontamente il sorriso che lui le aveva dedicato. Karen sembrava possedere una notevole influenza sul giovane, o perlomeno era fin troppo capace di lasciarlo senza parole, indeciso persino su cosa rispondere. Ecco, così si sentiva in quel caso, mentre ancora contemplava e rimuginava sui lemmi pronunciati dalla sua bella interlocutrice. *Cos'è un gorgo?* chiese tra sé, vergognandosi per un attimo per la propria ignoranza. Poi abbandonò quel pensiero, concludendo che forse era soltanto lei a essere fin troppo acculturata per la sua età. Doveva essere un'avida divoratrice di libri, del resto ne aveva dato dimostrazione già sul treno che li aveva condotti ad Hogwarts, quando aveva dimostrato di trovarsi a un punto abbastanza avanzato nella lettura del Manuale degli Incantesimi.. senza che le lezioni fossero cominciate. Mentre ancora si interrogava riguardo al significato della frase pronunciata da lei, "tu sei il mio fondo", fortunatamente il piccolo Fur riuscì a tirarlo fuori dai pasticci, anche se contribuì a crearne altri.
La ragazzina dalla chioma castana e lucente intervenì prontamente, seguendo l'esempio del giovane Foster e prendendo in braccio il proprio animale di compagnia. Fortunatamente, stando a quanto aveva risposto, l'inconveniente non sembrava averla disturbata più di tanto. Anzi, sembrava quasi che la Corvonero fosse assai entusiasta di quell'incontro, tanto che non esitò a cogliere al volo l'occasione che le si era parata dinanzi agli occhi.
« Anche io sono del primo anno. Piacere di conoscerti, mi chiamo Ace Foster. » aggiunse, dopo aver seguito la risposta della bella Karen. Evitò di porgerle la mano, dato che tenere a bada il furetto con entrambe gli risultava già complicato. Poi pensò a rispondere al quesito che gli era stato posto in precedenza dalla giovane Moss, al quale non aveva potuto pensare in precedenza a causa dell'euforia incontrollabile di Fur. « Non mi sarebbe dispiaciuto se fossimo finiti nella stessa casa, ma stare tra i Grifondoro mi piace. E poi diamine, dicono che il Cappello Parlante non abbia mai commesso un errore. Tu invece che mi dici? Come ti trovi fra i Tassorosso? » chiese, mostrandosi assai curioso. In quel modo sperava di chiudere il capitolo aperto dalla rossa riguardo al fantomatico "gorgo", per il quale la sua ignoranza gli impediva di continuare la discussione intavolata.
Quello toccato in seguito fu, però, un tasto assai dolente. Studio. Era vero che si trovava in biblioteca per ritirare un manuale che riguardasse la Difesa contro le Arti Oscure, ma di certo non era lì per studiare. Era sua intenzione rimandare alla sera, quando si sarebbe ritrovato comodamente disteso sul proprio letto nel dormitorio, la lettura del libro che avrebbe preso in prestito. Non era emotivamente pronto per puntare i propri occhi su delle pagine ingiallite, non con il sole che fuori illuminava il verde che circondava il castello.
« Già, perché sacrificarsi? » disse di rimando a quanto appena affermato da Karen, ma poi si interruppe. Si voltò per incrociare le sue iridi grigie, guardandola con fare criptico e perplesso. Sbatté le palpebre diverse volte. Qualcosa non gli tornava. « Aspetta.. ma non eri tu ad aver letto tutte quelle pagine addirittura prima dell'inizio delle lezioni? »

 
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view post Posted on 1/4/2015, 11:41
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Un inizio movimentato - L’inizio di tutto -
La ragazzina rimase ferma davanti ai due tenendo la gatta in braccio e stringendola forte al petto, non voleva certo che attentasse nuovamente alla vita di quel povero furetto. Violet, invece, sorrise appena, li trovava simpatici, buffi però quando le chiesero come sai sacrificasse tanto tempo per lo studio rimase un attimo interdetta e li guardò con aria vuota. Già, in fondo perché lo faceva? Perché

«Beh lo faccio perché se so tante cose non mi succederà mai niente di male. Se mi so difendere niente potrà distruggermi e poi vorrei diventare una famosa ricercatrice, mi piacerebbe davvero tanto…»


Sorrise. Per quel suo piccolo sogno ci voleva davvero tanto studio e avrebbe dovuto anche dimostrare di essere la migliore. Ma alla fine non lo faceva solo per quello ma anche per amor proprio, le piaceva sapere tante cose, le piaceva far vedere che lei era intelligente e le piaceva contare qualcosa per qualcuno che non fosse sua nonna. Anche se questo significava essere importante solo per un registro, un pezzo di carta o un professore. A furia di stare segregata in casa non aveva mai imparato ad avere rapporto con gli altri ma solo con i libri, dirlo però le avrebbe fatto abbastanza ribrezzo, l’avrebbe fatta passare come una povera sfigata.
Poi sorrise appena ridacchiando.

«Un Tassorosso e un Grifondoro. Interessante. Io sono di Corvonero, vedete com’è bella la mia sala comune e poi sono tutti molto gentili con me.»


Che lo fossero perché era stata brava nei suoi primi compiti o perché la trovavano carina poco importava, l’importante era non essere mandata via a calci nel sedere. Si voltò poi verso Ace sbattendo appena gli occhi, con fare quasi stupito e arrossendo appena facendo diventare le sue gote come due piccole mele.

«Eh si, si è notato tanto?»


Ridacchiò appena prima di ricordare di nuovo anche la lezione di difesa contro le arti oscure.

«Sono anche quella che ha colpito uno delle tua casata con il Flipendo. Io penso che essere bravi in qualcosa non vuol dire che tu debba approfittare di chi invece apprende meno in fretta. VA bene che ci sia rivalità tra le case ma non mi è piaciuto come ha preso in giro quel poveraccio di Serpeverde solo perché lui era stato più veloce con la bacchetta.»


E questa era una cosa nel quale lei credeva profondamente. Sapere era bene, essere in gamba anche, ma questo non dava a nessuno il diritto di poter sfuttare le proprie capacità per fare del male a qualcuno. Sospirò voltandosi poi verso la rossa che sembrava quasi sentirsi fuori luogo, un po’ in agitazione o forse era solo una sua impressione perché lei si sentiva così.

«Comunque il mio nome è Violet, voi come vi chiamate? Come vi trovate qui ad Hogwarts…lontano da casa?»


Chiese con un filo di rammarico, ritrovandosi addirittura a pensare che le mancava non solo sua nonna ma la loro cameriera, il loro elfo domestico…tutto. Lì era eccitante perché stava imparando tante cose nuove e meravigliose però aveva una tremenda nostalgia di casa, dei suoi libri, del suo letto, della sua camera. Di tutto. Forse, alla fine, aveva solo bisogno di farsi degli amici e da questo punto di vista poteva dire con sicurezza che era partita con il piede giusto. E non solo con i due che aveva davanti ma anche con quelli nella sua casata.


 
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view post Posted on 1/4/2015, 14:10
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Ascoltò attentamente le parole di Ace e non poté trattenere un'espressione stupita nell'udire le sue parole. Sarebbe stato bello trovarsi nella stessa casa, studiare insieme in sala comune e poter confrontarsi con l'altro in qualsiasi momento ma il destino aveva scelto quella strada per loro, e dopotutto il suo carattere sarebbe sembrato così fuori tono in un posto del genere. Da quanto aveva avuto modo di notare, i Grifondoro non erano delle testi brillantissime, non quanto i Corvonero ma il loro spirito era qualcosa d'indomabile e sempre pronto all'avventura. Questa era l'impressione che si era fatta nelle sue prime giornate ad Hogwarts. Dopotutto ancora non riusciva ad avvertire quel fremito di gioia nell'essere messa tra i Tassorosso, non quanto la castana che emetteva energia da tutti i pori. Non aveva mai visto qualcuno essere così espansivo al primo approccio, non aveva mai visto qualcuno dire tutto quello che le passava per la testa senza farsi troppi problemi. A no, un pochino se ne vergognava, lo notò immediatamente dal colore differente che presero le sue guance. « Per il momento la mia casa mi è indifferente, l'importante è che riesca a raggiungere i miei obiettivi. Se riesco a fargli guadagnare punti mi sento in pace con me stessa, come se avessi svolto le mansioni che mi spettano, né più né meno. » disse riflettendo sul reale rapporto che aveva con i suoi compagni di dormitorio. Dirlo a voce alta era piuttosto strano, quasi come se avesse sbrigliato una matassa nel suo animo che teneva nascosta per nessun motivo fondamentale. Non si vergognava di quello che provava ma allo stesso tempo si sentiva diversa. Lo leggeva nei volti dei due presenti, nelle parole, loro erano riusciti a instaurare qualcosa di diverso. Provò a sorridere per non far preoccupare il signorino Foster e poi si rivolse direttamente a Violet. « Per essere così giovane hai le idee chiare. Io non so perché sono qui... » disse riflettendo sulle sue opzioni. « Forse cerco una parte di me stessa lontana dal mondo in cui sono cresciuta, forse volevo sapere perché facevo capitare particolari cose o forse semplicemente volevo capire a cosa ero destinata, mettendomi alla prova sfidando l'ignoto. A chi non affascina il mistero? » La domanda di Ace suonò alle orecchie della fanciulla solo come qualcosa di superfluo. Lei non aveva studiato il libro d'incantesimi per avvantaggiarsi, lei lo aveva fatto in un momento di noia e per tenere buona la curiosità. Di amici non ne aveva e sua madre non poteva permettersi sempre di chiedere giornate di permesso per lei. In fin dei conti non si trattava più di una pargoletta di cinque anni. « Se dovessi scegliere un colore sceglierei il nero e il verde... se dovessi scegliere un animale sceglierei il grifone. E' solo una questione di abbinamenti e apprezzamenti soggettivi. » commentò alle parole della Corvonero sulla sua casa. Sinceramente non si era ancora soffermata su simili dettagli... forse perché non erano abbastanza interessanti? Almeno non quanto le lezioni d'erbologia, incantesimi, e tutte le altre. Un po' le dispiaceva non avere più a che fare con i numeri, la storia babbana, la geografia... ma forse un giorno avrebbe potuto recuperare le materie perdute. Ace con stupore di Karen sembrava conoscere già la coetanea, anche se al primo approccio non l'avrebbe mai detto. Fissò i due enigmatica, riflettendo sulle parole della giovane. Non le sembrava poi così grave una presa in giro per aver saputo utilizzare meglio le proprie capacità sull'avversario. Rimase in silenzio, evitando di dire la sua a riguardo. In fin dei conti quella doveva essere una lezione che aveva coinvolto le altre due casate, come quasi sempre succedeva. « Karen Moss, piacere. Casa è quel luogo che i nostri piedi possono lasciare, ma non i nostri cuori. Basta pensare che ci sarà sempre qualcuno ad attenderci, per stare meglio » disse Karen alzando il suo sguardo anonimo verso le iridi verdognole della Corvonero.

 
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view post Posted on 1/4/2015, 19:30
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La domanda rivolta alla Tassorosso non ricevette alcuna risposta, ma in compenso la fanciulla dalle ciocche castane rispose immediatamente a quanto le era stato chiesto dalla rossa. Le parole che vennero partorite da quelle sottili labbra rosee lasciarono il giovane Foster a bocca aperta, facendolo riflettere. Violet, questo era il suo nome, aveva già le idee chiare riguardo al futuro che desiderava intraprendere, nonostante la sua età potesse far credere il contrario. Era venuta ad Hogwarts per apprendere, per ampliare e alimentare il proprio bagaglio di conoscenze; voleva diventare una rinomata ricercatrice e, ovviamente, impegnarsi a fondo negli studi magici era un requisito fondamentale per riuscire in un simile intento. Per un attimo, soltanto per un secondo, la invidiò. Lui perché si trovava lì? Per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare una soluzione a quel quesito, che adesso tormentava la sua mente ancora tutta da plasmare. Provò giusto un pizzico di conforto nel venire a conoscenza che, esattamente come lui, nemmeno Karen sapeva ancora cosa avrebbe voluto fare in futuro. Era una sensazione strana, ma al tempo stesso piacevole. Si era rabbuiato per un momento, ma adesso il sorriso era tornato a illuminare il suo volto, il viso di quello che in fin dei conti altro non era che un ragazzino. Un cucciolo che aveva ancora parecchio da imparare, prima di scoprire quale fosse la propria via. « Forse ti sembrerà strano.. ma io voglio scoprire chi sono. So come mi chiamo, so qual è la mia storia, ma non so ancora cosa mi riserverà la vita.. o qual è il mio posto. So solo che, se abbiamo questi poteri, un motivo ci dovrà essere. Forse serviranno a qualcosa, per rendere il mondo migliore. » sebbene il filo del suo discorso si discostasse leggermente da quello tessuto dal discorso della bella Moss, Ace si sentì parecchio più vicino a lei, come se adesso ci fosse qualcosa in più di un semplice incontro casuale tra le vie di Diagon Alley e consolidare il loro legame. Sorrise. « Devo solo scoprire a cosa possano servire i miei.»
L'argomento della discussione sfiorò poi la nostalgia di casa. Ace non sentiva più di tanto la mancanza del padre, del resto era sempre stato abituato ad essere abbastanza indipendente, merito sicuramente degli impegni lavorativi di Rian Foster, che spesso lo portavano lontano da casa anche per periodi abbastanza prolungati. « Non mi dispiace stare qui, poi posso sempre scrivere a mio padre. » commentò, anche se si chiedeva quando la sua lettera di risposta sarebbe giunta. La sua l'aveva spedita con un volatile della guferia diversi giorni giorni addietro, eppure nessun responso da parte dell'uomo era ancora gente. Com'era sempre abituato a fare, Ace lo giustificò pensando ai suoi fitti impegni lavorativi. Forse l'aveva letta, forse non aveva soltanto il tempo per sedersi su una scrivania e imprimere nero su bianco i propri pensieri.
Una smorfia incuriosita si dipinse poi sul suo volto quando Violet disse di essere stata lei a lanciare l'incantesimo Flipendo sul ragazzo della casata di Grifondoro che aveva infierito verbalmente sul Serpeverde che era riuscito a sconfiggere in velocità, con la propria bacchetta.
« Beh, ha parlato di te con fare infastidito, quella sera in Sala Comune. Mi è sembrato un tipo molto orgoglioso e non credo che ti abbia preso in simpatia, anzi.. però detto fra me e te, a me sembra soltanto una testa vuota. Hai fatto bene a dargli una lezione. » commentò con un tono di voce caloroso, trasmettendo enfasi e approvazione nei confronti del gesto altruista compiuto dalla bella Corvonero. Anche con lei, a quanto sembrava, aveva qualcosa in comune. Quel tizio non stava simpatico a nessuno dei due.. così come, in generale, coloro che abusavano e si pavoneggiavano delle proprie capacità, a discapito dei più deboli.

 
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view post Posted on 2/4/2015, 11:06
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Un inizio movimentato - La futura fabbricante di bacchette -
Erano tre persone sedute ad un tavolo a conversare tranquillamente e lei non riuscì a fare a meno di notare su quanto fossero profondamente diversi, non solo per il colore degli stemmi delle loro divise ma anche per il modo di fare. Karen, la più taciturna e, apparentemente, la più menefreghista, l’attirava particolarmente. Forse si chiedeva se anche lei appariva così davanti agli altri o magari no ma solo perché si stava sforzando di fare amicizie, si stava sforzando di smetterla di sentirsi così tremendamente sola e di avere come compagne solo la gatta e le pagine vuote di quei libri che lei aveva sempre amato con passione ardente. Sorrise alla rossa quando lei parlò della sua casata e rimase per un attimo in silenzio.

«Beh siamo appena arrivati, credo che con il tempo anche tu amerai il posto dove stai.»


Almeno per ora. Era meglio godersi subito quell’età ingenua dove non esiste bene o male, dove si è tutti amici e rivali allo stesso tempo. Era meglio cercare il proprio posto prima che le forze oscure o quelle del bene reclamino la loro presenza o le loro scelte. Lei non le voleva fare, lei voleva solo studiare e diventare qualcosa, fare qualcosa del suo futuro.

«Più che la ricercatrice mi piacerebbe diventare una fabbricante di bacchette come Olivander. Finita la scuola secondo voi mi prenderà a lavorare con lui per insegnarmi il mestiere? Sarebbe bellissimo, sono sempre rimasta affascinata dalle bacchette.»


E si vedeva che era la verità perché le parole le uscirono con un tale trasporto che era impossibile che non potesse contagiare anche tutti gli altri. Quelli erano i suoi due sogni più grandi e, come tali, richiedevano un grande studio, un grande coraggio e la forza di non cambiare mai strada. Un’altra cosa che aveva notato era che entrambi, al contrario di lei, erano quasi contenti di essere lontani da casa.

«Sentite avete voglia di raccontarmi qualcosa del posto dove siete nati e cresciuti? Mi piacerebbe tanto sentirlo.»


Sorrise sincera. Per lei che era sempre stata abituata a vivere fra quattro mura, vedendo la luce del sole dalla finestra e sentendo i suoi caldi raggi soltanto aprendola, era davvero entusiasmante volare con la fantasia e poter anche solo immaginare i posti dove loro erano cresciuti. Un po’ come faceva con i libri. Le piaceva sapere, conoscere, volare lontano con la fantasia e poter dire “Anche io sono stata in quel posto”. Alla fine però si rendeva conto che le sue erano solo illusioni mentre quei due ragazzi che aveva davanti davvero forse avevano vissuto più di lei. Decisamente più di lei.


 
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view post Posted on 2/4/2015, 14:27
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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« Potresti partire dal fatto... che i poteri servono per fare magie » disse la rossa prendendo in giro il compagno involontariamente. Da un lato la sua espressione poteva sembrare una battuta mal riuscita, dall'altro invece un piccolo consiglio ovvio ma allo stesso tempo utile. I suoi tratti facciali erano sempre così immobili che era difficile interpretare cosa stesse passando per la testa della giovane, ma ci stava provando a interagire. Chiuse il grosso e massiccio libro, portandosi entrambe le mani sotto il mento ed osservando lo scambio di parole condiviso nei quadretto. Anche lei faceva parte dello scenario ma sembrava piuttosto un narratore fuori campo. Eppure ascoltare era stata sempre la sua dote migliore, non si sforzava minimamente di viaggiare con la mente, nei ricordi di Violet ed Ace. Stavano trattando argomenti veramente delicati per essere la prima volta che s'incontravano. Da un lato apprezzava quello sciogliersi della lingua, dall'altro non si sentiva pronta per condividere con estranei i turbamenti della sua viva che tutt'ora non aveva risolto. Gli incubi, l'insonnia, voci nella testa, erano tutti dei piccoli tasselli che andavano a comporre un enorme puzzle. Alcuni tasselli erano stati perduti, altri completamente frantumati, eppure nonostante tutto Karen ancora tentava di completare l'opera che un giorno l'avrebbe resa fiera di quello che era. Sarebbe stato proprio quel posto ad arricchirla? Non lo sapeva con certezza ma la determinazione della Corvonero la fece sorridere. Forse quello che intendeva la castana si trattava di tutt'altra materia ma si sentì comunque grata per quelle parole di conforto. Ma l'argomento si spostò nuovamente ed andò ad illuminare il centro del palco, illuminato dalla bella undicenne. La sua grinta era qualcosa che ancora Karen non riusciva a comprendere, da cosa nasceva tutta quell'energia? Da un semplice sogno? Olivander. Ricordava perfettamente quel nome e come non avrebbe potuto? Era stato lui ad assegnarle la bacchetta che ora la seguiva verso ogni lezione o piccolo apprendimento. « Perché non dovrebbe? Sembra che tu ci sappia fare con le altre persone » disse pensierosa l'apprendista strega. Sì, effettivamente Violet ci sapeva proprio fare con gli altri al contrario di lei. Al contrario della sua nuova conoscenza, lei avrebbe mai potuto aiutare con le spese i suoi genitori con qualche lavoretto? Sicuramente un negozio non era un ambiente per Karen. Estrasse la sua bacchetta dalla tasca della divisa e la poggiò davanti a lei sul tavolo, osservandola attentamente mentre il legno di rosa faceva fatica a seguire una linea retta. « Non ti chiederò il tipo legno o il nucleo con cui è stata realizzata ma sarei curiosa di sapere la tua impressione riguardo questa bacchetta. Cosa riesci a leggerci dentro? » chiese con curiosità la rossa, mettendo alla prova la sua nuova conoscenza. « Ogni oggetto ci racconta qualcosa di una persona... e credo che uno di questi sia proprio la sua bacchetta. » Non poteva dire d'essere una ragazzina timida quando si trattava di qualcosa che le interessava sul serio. Le sue risposte, gli interrogativi ambigui, gli aforismi che spesso utilizzava per rispondere, tutto faceva parte di un qualcosa che la bloccava e la rendeva diversa. Sapeva anche essere dolce e gentile ma quel lato di se, era una porta sigillata dove al suo interno erano racchiusi solo i suoi genitori adottivi che ormai erano lontani da li. Lasciò rispondere al Grifondoro l'ultima domanda posta dalla fanciulla, perché lei era già persa nei suoi ricordi.

 
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view post Posted on 20/4/2015, 11:29
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La battuta di Karen contribuì sicuramente a smorzare la tensione, conferendo nuovamente vivacità a un contesto che stava stranamente tendendo a una serietà che poco si addiceva a dei ragazzini come loro. Quando tornò a guardare Violet, questa ammise di voler essere in futuro una fabbricante di bacchette, piuttosto che una ricercatrice. Un sopracciglio si inarcò sul volto di Ace quando questo constatò quanto incoerente e.. strana - sì, questa era la definizione migliore - la ragazzina che aveva davanti. Aveva cambiato idea nel giro di pochi secondi, ma il giovane Grifondoro pensò bene di non darci troppo peso. In fin dei conti nel mondo, ognuno era un po' matto a modo suo. Rimuginò piuttosto sulla scelta della Corvonero; il fascino di Olivander e della sua materia avevano colpito anche lui, ma al contrario si poteva dire che Violet ne fosse rimasta quasi stregata, a tal punto da pensare di poter vivere il resto dei suoi giorni dietro una scrivania, o in mezzo a scaffali traboccanti di scatole impregnate di polvere. Per un momento riuscì a immaginarla con una strana bacchetta ricurva in mano, mentre lo scrutava da dietro dei piccoli occhialini che ben si sposavano con le rughe e i capelli argentei, vecchi e anch'essi in perfetta armonia con la polvere. *No, direi proprio che non fa per me.* e al tempo stesso rimase perplesso nel constatare quanto anche la sua mente potesse essere bizzarra.
La domanda che lei fece in seguito lo lasciò leggermente perplesso. Si conoscevano da poco, eppure lei sembrava già intenzionata a conoscere tutto su coloro che aveva incontrato casualmente. Se da un lato la sua curiosità era da premiare, da un altro la fretta avrebbe potuto insozzare i suoi buoni propositi. Ace non aveva mai avuto problemi ad aprirsi con la gente, ma in quel caso il mondo in cui Violet aveva bruciato le tappe l'avevano fatto esitare. Per fortuna la bella fanciulla dalla chioma vermiglia riuscì ad eludere abilmente il quesito, ponendo all'attenzione della Corvonero la propria bacchetta. Le parole ch'ella pronunciò lo lasciarono affascinato, anzi riuscirono persino a convincerlo a seguire il suo esempio. Sfilò la bacchetta dalla tasca interna della propria divisa e delicatamente l'adagiò accanto a quella di Karen. Poi alzò lo sguardo, scambiando un cenno d'intesa con lei e incrociando infine gli occhi della Corvonero.
« Se non ti dispiace, potresti provare anche con questa? » evitò di accennare alla propria curiosità, anche se questa era palesemente dipinta sul suo volto. L'idea della Tassorosso era interessante e, inoltre, in quel modo entrambi avrebbero potuto constatare quanto la loro interlocutrice fosse portata per diventare ciò che sognava di essere. Nel frattempo Fur iniziava a manifestare il proprio desiderio di scendere dalle braccia del Grifondoro, mentre con parecchie difficoltà quest'ultimo cercava di impedirgli di balzare in direzione del gatto, sicuro fulcro del furetto, curioso esattamente quanto il suo padrone.

 
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view post Posted on 21/4/2015, 14:52
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Un inizio movimentato - Il cuore delle persone -
Ridacchiò quando Karen smorzò la tensione facendo la battuta al suo amico, era diventato tutto così serio che ci voleva proprio qualcosa per smorzare un po’ l’aria.

«Potresti usare la tua magia per fare la pedicure ai troll…so che è un lavoro abbastanza complicato.»


Ridacchiò per un attimo, cercando di rimanere sul filone di risate che Karen aveva fatto partire. A quanto pareva nessuno sembrava pronto a rispondere alla sua domanda, forse era stata troppo irriverente, forse voleva così tanto farseli assolutamente amici da dimenticare le buona maniera e la privacy, però i due sembrarono prendere sul serio quel suo desiderio di diventare una fabbricante di bacchette come Olivander. Senza alcun indugio la rossa fu la prima ad estrarre la sua bacchetta per fargliela “leggere”, Violet trovò la cosa strana perché fare una cosa del genere era come penetrare nell’intimo delle persone che ti potevi trovare davanti, era come scoprire i segreti e le mille sfaccettature del loro carattere. Certo non sapeva andare oltre il legno ancora però poteva provarci, in fondo aveva letto un sacco di libri e quando la nonna la portava da Olivander lui le spiegava sempre un sacco di cose. Alzò gli occhi titubante verso Karen prima di prendere la sua bacchetta. Subito il cuore le balzò in gola, era emozionata, tenere in mano la bacchetta di qualcun altro le dava una sensazione strana, era un po’ come tenere in mano la sua anima. La osservò, la guardò attentamente, passò le dita sulle venature del legno concentrandosi e cercando di ricordare ciò che aveva studiato e ciò che le aveva detto il gentile Olivander. Osservò con attenzione riconoscendone il legno e spalancando gli occhi.

«Per caso è legno di rosa? Da quanto ne so è una bacchetta particolarmente rara. Il suo significato è molto ambiguo e non ne so molto, in teoria dovrebbe scegliere le persone che hanno una bellezza interiore impareggiabile, si lascia affascinare da maghi o streghe che celano un segreto profondo, qualcosa che a volte nemmeno loro conoscono.»


Disse continuando a rigirarsela fra le mani affascinata, prima di provare a sentire la sua flessibilità.

«Parzialmente rigida. Beh, quando avrai conquistato la sua fiducia difficilmente cambierà la sua lealtà, potresti perderla in duello solo se chi hai di fronte nasconde un segreto e una bellezza più grande della tua.»


Sorrise porgendole nuovamente la bacchetta tremendamente curiosa di cosa potrebbe nascondere Karen sotto la sua matassa di capelli rossi. Volse poi lo sguardo su Ace prendendo la sua bacchetta e studiandola di nuovo, controllando le venature, il colore e la sua flessibilità passandola fra le sue piccole dita.

«Correggimi se sbaglio, pioppo giusto? Beh Olivander mi ha sempre detto che chi possiede questa bacchetta ha un’integrità morale fuori dal comune, ci si può sempre fidare di chi possiede un simile legno. Difficilmente tradisci i tuoi amici, probabilmente nemmeno sotto tortura. Però è particolarmente elastica, questo vuol dire che devi stare attento, la bacchetta ti abbandonerà al tuo primo errore, appena le dimostrerai di non essere più degno di lei dovrai cercartene un’altra temo.»


Gliela riconsegnò con un sorriso e sperando di non averlo spaventato, questo però era tutto ciò che sapeva dire, chissà se su qualcosa di aveva azzeccato. Purtroppo però la bacchetta di Ace non aveva attirato la sua attenzione, non come quella della giovane Karen, chissà cosa nascondeva e chissà se lei ne era al corrente. Si allungò per un attimo verso di lei tenendo gli occhi verdi in quelli della giovane Tassorosso.

«Non vorrei essere invadente quindi puoi non rispondermi ma…sono terribilmente curiosa di conoscere il nucleo della tua bacchetta, posso saperlo? Potrei darti un responso più preciso sai?»


Sorrise appena cercando di apparire il meno sfacciata possibile e rimanendo poi in silenzio con gli occhi incollati sulla giovane.
Attese alungo senza ottenere risposta. I tre rimasero fermi a uardarsi e, alla fine, la ragazzina si alzò raccogliendo il suo violino.

«Scusate ma per me è davvero ora di andare. Ciao, ci becchiamo in giro!»


Con un ultimo sorriso uscì dalla biblioteca per tornare alla sua sala comune.




-GdrOff-

Giuro non è meta, le hanno scelte proprio bene le bacchette dei vostri personaggi, il significato del legno è quello che vi ho detto….cavolo su questo forum fanno proprio le cose seriamente

-GdrOn-
cff

Edited by Misato Kojima - 8/1/2016, 22:37
 
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