Una vasca di passione per Violet, Contest Maggio 2015 - Passione

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view post Posted on 30/5/2015, 10:40
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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passione
pas•sió•ne/
sostantivo femminile
Momento o motivo della vita affettiva caratterizzato da uno stato di violenta e persistente emozione, spec. in quanto riconducibile a un ambito erotico-sentimentale o in contrasto con le esigenze della razionalità e dell'obiettività: essere schiavo delle p.; è stata la sua prima p.; le p. politiche; spogliarsi delle umane p.


Una vasca di passione per Violet - Il problema della lettura -
Ormai stare in biblioteca e studiare erano diventati una terribile routine per la povera Violet che non sapeva più dove sbattere la testa. Aveva bisogno di riposo, di svagarsi e di stare un po’ sotto al sole per poter giocare con i suoi compagni. La cosa che più le faceva venire i nervi era propria che anche gli altri dovevano prepararsi per gli esami eppure non si vedevano mai in biblioteca. Che fossero dei super cervelloni? Oppure semplicemente erano sicuri di andare bene e si sarebbero fatti fregare dalle domande. Lei optava più per la seconda, trovando abbastanza disdicevole quel comportamento così poco adatto. Sospirò quindi tornando a guardare la sua pila di libri. Si stava dedicando alla trasfigurazione ma tra le classificazioni, le descrizioni degli incantesimi e gli appunti da rileggere, stava per diventare pazza. Lanciò un fugace sguardo verso l’orologio, mordendosi le labbra e sperando che il tempo fosse passato donandole finalmente un momento di pausa: la cena. Era in quella benedetta biblioteca ormai da tre ore e nemmeno lei sapeva come era riuscita a sopravvivere tanto. Sospirò, mancava ancora parecchio prima di scendere in Sala Grande e poteva dedicare ancora un po’ di tempo ai suoi libri, tanto avrebbe rivisto le sue compagne in dormitorio, di questo ne era assolutamente sicura. Provò a leggere nuovamente qualcosa dai libri di testo ma era davvero troppo per lei.

«Ho proprio bisogno di una pausa, di una lettura leggera. Cosa ne dici Coraline?»



Chiese con un sorriso verso la sua gatta che stava sonnecchiando tranquilla sul tavolo, proprio sopra al libro di “Manuale degli incantesimi volume primo”. La micia stiracchiò appena uno sbadiglio prima di tornare a dormire, il povero animale era rimasto per tutto il tempo con la sua padroncina, quasi a volerle dare manforte e la guardò, implorandola quasi di andarsene da quel luogo di tortura. Violet sbuffò davanti a quello sguardo pietoso, facendo spallucce.

«Se vuoi te ne puoi andare.»


La ragazzina non fece in tempo a pronunciare quelle parole che la gatta si alzò in fretta fuggendo di gran carriera da quel posto di torture dove era rimasta rinchiusa per tutto il pomeriggio. La giovane streghetta sbuffò a quella vista, era rimasta davvero sola: lei e i libri. Sbuffò, appoggiando il mento sul tavolo, completamente esausta e lanciando qualche sguardo ai tomi che rimanevano fermi, muti, in attesa di essere aperti e letti. Dalle labbra di Violet fuggi appena un gemito di disappunto prima di alzarsi dalla sedia per prendere il vocabolario che si era allontanato un po’ troppo da lei, spinto dagli altri libri.

«Ok, mi concedo una piccola distrazione e poi vado avanti a studiare.»


Si disse, aprendo a caso l’enorme librone e scorrendo le parole che si trovavano al suo interno. Gli occhi smeraldini si soffermarono su una parola in particolare: passione. Sapeva bene o male cosa voleva dire ma non aveva mai approfondito la conoscenza del termine. Lei si era sempre fermata su ciò che poteva piacere, per esempio la passione della musica, oppure per lo sport, lo studio…c’erano tante cose che quella parola le faceva venire in mente. Quindi cominciò a leggere, facendo scorrere gli occhi su quelle piccole lettere scritte fitte fitte.

«Sofferenza fisica o spirituale: nel primo senso sopravvive solo con riferimento al sacrificio di Cristo e a quello dei primi martiri della fede cristiana; nel secondo si associa all'idea di una profonda e tormentosa afflizione.»


No, decisamente quella era una cosa che mai le sarebbe venuto in mente associandolo alla parola in questione. Fece spallucce, continuando a leggere.

«Momento o motivo della vita affettiva caratterizzato da uno stato di violenta e persistente emozione, spec. in quanto riconducibile a un ambito erotico-sentimentale o in contrasto con le esigenze della razionalità e dell'obiettività.»


Il viso della giovane divenne tutto rosso e sentì la temperatura del suo corpo aumentare a dismisura. Non aveva mai pensato a quel genere di cose. Erotico? Cos’era? Per caso si riferiva a quei giornalini strani che leggevano gli adulti? Una volta le era capitato di vederne uno ma sua nonna l’aveva letteralmente strattonata via dal posto.

[size=1]Passione.Passione.Passione.


separatore



La stanza ora era cambiata, l’enorme biblioteca era completamente sparita e, al suo posto, vi era una stanza buia. Solo alcune candele accese rendevano l’aria accogliente, quasi come se lì dentro venisse nascosto un segreto, qualcosa da tenere nascosto. L’atmosfera sembrava particolarmente rilassante, strana, sensuale. Stando fermi sull’uscio si sarebbe potuto intravedere, senza troppi problemi, l’orlo di una candida vasca e da questa ciondolava fuori un piedi, troppo piccolo per appartenere ad un adulto, era sicuramente quello di un cucciolo d’uomo che si stava avviando verso l’adolescenza. Si potevano udire chiaramente dei gemiti, piccoli gemiti di piacere che si alzavano nell’aria, lenti, ma chiari e limpidi, come la voce squillante di una ragazzina vivace.

«L’ho sempre saputo che soltanto tu eri in grado di capirmi.»


Era poco più di un sussurro, proprio come quando si parla ad un amante, proprio come quando si assaporava il piacere carnale. Entrando più nella stanza si poteva iniziare a notare che l’interno della vasca era piena di un liquido scuro, denso, e la giovane aveva dei lunghi capelli castani raccolti in una crocchia, per non farli bagnare, gli occhi erano chiusi e spesso la ragazzina si portava le dita alle labbra, assaporando un po’ di quello scuro liquido che aveva l’aria di essere tremendamente gustoso. A migliorare la scena c’erano alcune candele rosse intorno alla vasca dove la ragazzina si stava facendo letteralmente il bagno, immersa dentro e continuando ad emettere strani gemiti contorcendosi con piacere dentro di esso.

«Violet…Violet…»


Per un attimo la ragazzina sentì l’eco di una voce, atona, asessuata. Rimase ferma, immobile, fissando per un attimo il liquido scuro che, da vicino, aveva tutta l’aria di essere cioccolata al latte fusa.

«Non parlare amore mio. Fai silenzio….è così bello…»


Sussurrò appena la corvetta. Purtroppo per lei, però, quella voce si faceva sempre più insistente, prendendo più colore nella sua mente e obbligandola quasi a smetterla di contorcersi in quel mare peccaminoso che aveva sempre amato, adorato, più di qualsiasi altra cosa esistente al mondo.

«Violet…ma che fai? Dormi?»


Dormiva? No…certo che non stava dormendo e se davvero quello era un sogno non voleva svegliarsi. Voleva rimanere in quella vasca, immersa in quel cibo delittuoso e non tornare più a scuola, da sua nonna o dagli insegnanti. Cercò di ignorare nuovamente quella voce ma, purtroppo, tutto intorno a lei iniziava ad avere contorni sfocati, quasi come se stessero lentamente sparendo. La ragazzina spalancò gli occhi, cercando di arraffare più cioccolata liquida possibile prima che questa sparisse del tutto.

«Aspetta…dove vai…no…resta con me. RESTA CON ME.»


Iniziò ad urlare tremendamente preoccupata ma quella voce era sempre più vicina, sempre più arrabbiata e iniziava anche ad assumere un tono, una sfumatura: sembrava quella di una ragazza.

«Violet Wilson. Svegliati! Ora!»


Bastarono pochi secondi e la giovane studentessa capì che doveva separarsi dalla sua amata cioccolata.

«È stato un piacere breve ma intenso.»


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Violet era riversa sul tavolo, con la testa appoggiata sul libro di incantesimi e una piccola scia di bava che stava bagnando non solo i suoi preziosi tomi ma anche il tavolo al quale era seduta.

«…shishi…mmm…ancora….mmm…bona…..cioccolata….»


Stava sbiascicando quando Sophia Daver la trovò nella speranza di andare a mangiare insieme in Sala Grande per la cena. La sua coetanea era rimasta piuttosto allibita, anche se ormai si aspettava qualsiasi cosa da lei. Quando Sophì la invitò nuovamente a svegliarsi con un ultimo strattone, Violet aprì gli occhi pigramente, smarrita, alzando poi la testa per guardarsi intorno. Troppa luce, troppo tavoli, troppo libri.


«Dov’è la cioccolata?»


Chiese la ragazzina mezza addormentata guardandosi in giro freneticamente. Non vi era alcuna traccia né di quella meravigliosa vasca né del liquido vizioso che stava al suo interno. Era sparito. Un sogno meraviglioso durato fin troppo poco.
Purtroppo la noncuranza con la quale Violet aveva dimenticato il motivo per cui era lì fece solo arrabbiare di più la sua coetanea che la guardò con aria severa incrociando le braccia sul petto.

«Ma quale cioccolata? Forza andiamo a mangiare, smettila di pensare alla cioccolata.»


Cibo. A quel pensiero la pancia di Violet brontolò, lamentandosi del fatto che la giovane non solo l’aveva stimolato sognando della cioccolata ma che aveva passato tutto il pomeriggio in quella maledetta biblioteca senza mettere nulla sotto i denti.
Cibo. Quella era la parola magica per farla muovere. Fu questioni di pochi secondi e la giovane streghetta raccolse tutte le sue cose, mettendo alcuni libri nello zaino, altri sottobraccio.

«Se lenta, forza andiamo.»


Come un fulmine fuggì via, fuori dalla biblioteca per poter portare tutto in sala comune e sperando, quella notte, di tornare a sognare quella vasca, lei immersa nel cioccolato.

Il suo piccolo sogno peccaminoso segreto.



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