Granny's Holiday, per Versus, prima, vagnard , poi.

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view post Posted on 28/6/2015, 17:57
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Era una giornata di sole quando Ekaterina era arrivata a Hogsmead.
I suoi nipoti le avevano tanto scritto di quel posto e allora lei aveva organizzato di andare a trovare il piccolino che stava ancora studiando.
Questa volta aveva il bastone.
Una lunga canna nera culminante con un manico in argento lavorato. Era un dono dei suoi figli. Figli ingrati, come fosse troppo vecchia per camminare.
Hell indossava il solito abito nero e lungo e sopra di esso una mantella color verde scuro.
Passò in rassegna tutti i locali del villaggetto. Troppo frequentati, troppo popolati di piccoli bambini curiosi. Orecchie ovunque. No, avrebbe dovuto trovare un luogo appartato. Avevano parlato, il nipote e lei, di un posto sudicio e frequentato da ubriaconi della peggior specie. Dove la feccia si riuniva scacciata dalle strade linde e orgogliose della cittadina: Quello sarebbe stato il posto perfetto. Si diresse pian piano verso il locale. Passò davanti ad un locale con una consunta insegna che ricordava una testa di cinghiale... ma non era certo quello il posto.

*Era " la testa di porco" non la testa del cinghiale... No? * tornò indietro a controllare. Era quello il luogo. Con fatica spinse la porta e, sempre appoggiandosi al bastone, assunse la posizione più nobile che potesse mai immaginare. Ritta in piedi, fissa come un merluzzo ad un palo.
Con voce rauca proclamò:
" C'è nessuno?"
Il locale era semi buio e non riusciva a scorgere nessuno. Magari invece era la cataratta che le impediva di vedere le duecento persone che aveva davanti...che brutto divenir vecchi, pensò.
Con passo lento e misurato andò a sedersi ad un tavolino semi nascosto, non osò togliersi i guanti per paura dei secoli di sozzura che si erano accumulati su quei tavoli.
*ho dato da mangiare a Jezabel e Mephisto?* si chiese ad un tratto. La risposta che si diede fu affermativa. Quei due gatti mangiano come re : Tre volte al giorni salmone di prim'ordine. Quegli ingrati dei suoi figli odiavano le sue piccole due stelline. E poi chi sa perché! *I miei gemelli* pensò carezzando la collana di perle che teneva al collo. Si guardò meglio attorno. Non era poi il posto peggiore in cui era stata. Ricordava ancora quell'orrendo pub in cui aveva incontrato Ravgand: un caro amico di sua zia Medeé. Quello era un tugurio, un vero e proprio tugurio!
 
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view post Posted on 28/6/2015, 21:29




Era la terza volta che cantava quella filastrocca inglese per ricordarsi tutto l'alfabeto perché sì, alla veneranda età di due decenni e un paio di anni non sapeva ancora andare a memoria e doveva cantare un pezzo di ritornello per capire se c'era prima la “F” o la “G”.
*Di...E... effe, gi. Gi di Goblingrappa che non c'è. Ovvio.*
Chi aveva spostato tutto? A quell'ora, solitamente, arrivava il suo “amicone” alcolizzato e non gradiva le attese. Dopo un minuto iniziava a brontolare, a far lievitare le sedie già occupate, insomma, una noia.
Eppure doveva sempre seguire quella sacrosanta regola: “Il cliente ha sempre ragione, quando paga, ci fa visita spesso e non rompe la mobilia. Se ti da troppa noia allora caccialo.”
Avere una numerosa clientela non era una delle prerogative di quel locale. Ne aveva poi? Come faceva ad andare ancora avanti sebbene non si facesse nulla per pubblicizzarlo o farlo apparire più interessante al pubblico? Forse era proprio quello il trucco: evitare l'affollamento, evitare i clienti migliori, quelli che erano lucidi e svegli, curiosi, fin troppo chiacchieroni. Era meglio che gli individui che avrebbero parlato (bene o male) di quel locale o di quel che si raccontava lì dentro con amici e parenti... stessero a casa loro. Proprio questo attirava la gente discreta, quella che voleva parlare di cose losche o molto private, in pace e in un ambiente tutto sommato silenzioso. Quando non c'erano gli ubriaconi canterini ovviamente.
Gli studenti poi, tutelati dal Ministero e dalla Preside, via via, meno erano meglio era. Quell'ammasso di ragazzini che si sentivano divi a ubriacarsi e a fumare, quando con un goccio di acqua di fogna e un po' di rosmarino avevano allucinazioni durature... il capo non ci teneva a dar spiegazioni o a nascondere corpi nella vicina Foresta Proibita.
Guardandolo, ogni tanto, la Grifondoro si chiedeva perché non ambisse a qualcosa di più nella sua vita, sembrava nascondere qualcosa silenzioso e sempre assente com'era. Probabilmente era solo alto, grosso e scorbutico e lei stravedeva per nulla.
E lei? Voleva di meglio che essere la garzona di un posto simile? No, per lei quel posto era il miglior luogo dove rifugiarsi, dove sentire racconti strani, dove cercare maledette bottiglie di Grappa magica.
Ed ecco che l'uscio si apriva lentamente portando con sé una striscia sottile di luce abbagliante, sufficiente a nascondere le fattezze di chi era appena entrato. A giudicare dalla quantità di luce fuori era ancora giorno, ogni tanto si rischiava seriamente di perdere la concezione del tempo lì dentro.
Una voce roca, era già arrivato, maledizione.
Arrivo Goblingr-
Alt, quella voce era sì simile a quella di quel tizio ma pur sempre femminile. Aveva portato la tanto triste famosa moglie con sé? (Era solito parlarne male dopo il terzo bicchiere di quella bevanda da cui aveva ereditato il soprannome).
Sono subito da lei!
Disse mentre ancora stava rovistando tra le bottiglie datate mille-non-si-capiva-più. Ripresa la postura eretta vagò con lo sguardo qualche secondo prima di individuare nel buio la nuova arrivata. I suoi anfibi logori percorsero la breve distanza che la separava da una delle postazioni più nascoste, mentre si sistemava alla buona il solito straccio logoro e sporco di chissà quali tipi di fossili, utile solo come scudo per proteggerle la parte bassa della tuta. Ovvero non serviva a niente. Pantaloni a tre quarti larghi, canottiera e calzari che nulla c'entravano, per nulla estivi. Un pugno nell'occhio per chi era abituato ai fronzoli del Madame Piedi di Burro, qualcosa totalmente nella norma per quel postaccio.
Buongiorno, vuole ordinare?
Niente blocco note, mani in tasca, non sembrava una cameriera ma una semplice passante, ma non era colpa sua, le avevano insegnato a far come le pareva, senza penna e foglietti però, quelli era per imbecilli. Non era una domanda dalla risposta ovvia, tanti si sedevano tanto per riposare e ordinavano dopo un'ora o due, non era certo lei a mettere fretta in quei casi, era solo lavoro in meno.
 
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view post Posted on 29/6/2015, 00:28
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È permesso fumare, immagino.
Asserì con tono vagamente imperioso, quasi non accettasse una risposta negativa.
Sempre tenendo una mano sui fili di perle che cingevano il collo secco e pallido guardò, da sotto il cappello a punta ornato di piume dalle tonalità verdastre, la giovane donna - o era un ragazzo dai tratti particolarmente effemminati ? -

cosa offre la maison?
Sembrava la Regina di Inghilterra momentaneamente approdata in un pub, vagamente spaesata e con il suo inglese perfetto a domandare cosa la maison offrisse. Non un accento, non una singola inflessione che non riconducesse d'impatto alla corte Windsor faceva capolino tra le parole della donna pronunciate con un volto inespressivo, secco e freddo.
Quel posto, si ricordò, era gestito dal fratello di uno dei maghi più potenti del mondo. Aveva incontrato il Mago una sola volta ed era sicura che lui sapesse tutto di lei. Un fremito le corse sulla schiena. Per dimenticare l'impressione si gettò goffamente in una conversazione con la ragazzina

Mi sembra giovane, signorina, per lavorare qui. Immagino lei frequenti la Scuola dei quattro fondatori.

Si guardò intorno con fare curioso, nessun avventore, nessun curioso, nessun vivente eccetto lei e la ragazzina.
*Chissà come - si chiedeva- i genitori di una ragazzina così giovane possano permetterle, a cuor leggero, di lavorare in un luogo così distante dalla sicurezza, dalla stabilità, dall'ordine e dalla decenza. *
Anche quando la povertà l'aveva colpita lei aveva mandato i propri figli dalla zia, aveva fatto in modo che crescessero con valori sani e severi all'insegna della purezza, dell'onore e dell'alterigia che il loro lignaggio reclamava. I suoi figli, infatti, avevano capito il loro ruolo, avevano scalato le vette dei rispettivi impieghi, avevano formato delle famiglie dai valori tradizionali. I nipoti erano, invece, cresciuti sregolati, feroci, indocili, viziati. Li avevano puniti poco: nella sua casa le punizioni erano sempre state dispensate con facilità, mentre i suoi nipoti erano cresciuti nella mancanza di paletti, di una guida salda. Ma ora che era tornata avrebbe ripreso la situazione con pugno di ferro e, Iddio lo sapeva, avrebbe rigovernato la nave in balia delle onde fino a condurla in porto tuto. E mai avrebbe permesso una tale sciatteria.
Gli occhi azzurri della Cariatide trafiggevano la ragazza con fare inquietante e forse anche un po' imbarazzante. Ma quando si è vecchi tutto è permesso.
Dalla manica, la maga , estrasse un portasigarette in coccodrillo contenente almeno una ventina di corte sigarette senza filtro. All'interno dell'astuccio trovava alloggio un piccolo bocchino da sigaretta in avorio lavorato su cui, con distratta, femminina, noncuranza la donna montò la sigaretta. Attendendo la conferma di poter fumare
.
 
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view post Posted on 29/6/2015, 19:51




Finalmente riusciva a veder con maggior chiarezza i contorni della cliente, la candela perennemente mezza sciolta ma dalla fiamma arzilla le permetteva di scorgere le piume del capello, i guanti, qualche contorno del collo, la collana di perle, una porzione di viso. Una vecchia signora? Non poteva esserne veramente certa ma, in un posto come quello, stranamente, non sarebbe stata una novità. Normalmente, quando si attardava in quel postaccio, riceveva le visite di qualche megera o strega particolarmente misantropa o sociopatica. Alcool, alcool, fumi strani e arrivederci.
Non capì se quella che le era appena stata rivolta fosse una domanda o un comando. Non le importò molto, era abituata ai folletti perennemente irati con qualcuno e qualcosa, agli elfi che cercavano due secondi di pace mentre i padroni dormivano, a maghi falliti che spendevano tutto in sostanze spacca-fegato e a strana gente con la faccia avvolta in turbanti che non parlava ma gesticolava o sibilava (quei casi umani le rubavano sempre un'ora a ordinazione). Non era molto abituata a quell'accento ma non poteva di certo permettersi di giudicare o far supposizioni. Il suo era un miscuglio per nulla omogeneo di gallese e inglese, con costrutti spesso errati, ma via, a furia di studiare avrebbe assorbito quello... no, venivano tutti da posti diversi e stava facendo solo più confusione.

Certamente, tutto quello che vuole.
Che razza di risposta era? Aveva un senso, forse non intuibile dagli altri. Non era la prima volta che qualche pazzoide le chiedesse il permesso per crogiolarsi con pipe magiche dalle fragranze bizzarre ma stranamente attraenti. Nei momenti di calma le capitava volentieri di osservare i fumi prodotti da lunghi tubi di osso o legno prendere vita nel vero senso della parola. Barche, animaletti, a stento si tratteneva dal chiederne una ai suoi genitori, ben consapevole che sua madre l'avrebbe avvelenata con le sue stesse pozioni solo per averlo pensato.
*Maison? Chi è? C'è una nuova garzona? Boh, rimango vaga che è meglio.*
Bene, abbiamo il tè gorgogliante, succhi di frutta, cioccolate o, se preferisce, molti alcolici e superalcolici. Di recente il capo ha introdotto dei drink speciali. Le consiglio il "Fiore di ciliegio" è indicato per le signore... sembra rallegrare le giornate. O considerando la giornata calda il "Salutista" fa sentire meglio per un certo tempo. Se preferisce far con calma le porto il menù.
*Speriamo di no, fa davvero schifo con quelle macchie maledette.*

Che fosse primo pomeriggio o sera inoltrata, mattino o notte non le importava, i clienti lì non sembravano curarsi della salute così come dell'igiene e di certo se ne fregavano di bere a stomaco pieno o di rispettare gli orari in cui era considerato perlomeno decente ubriacarsi tra amici.
Esatto, lavoro qui come garzona nei momenti di pausa o di vacanza.
*Non devo far domande, ogni volta che faccio domande finisco per dover dar risposte. Però chissà da dove viene. L'ultima volta che ho parlato con un adulto son finita nel medioevo a prenderle...*
Lei da dove viene? Se posso saperlo.

Risposta vaga, domanda precisa che le era scappata dalle labbra, se si trattava di evitare di esporsi e tentare di saper più cose possibili se la cavava la bamboccia. O meglio, fino a quel momento se l'era cavata, lividi e graffi a parte. La stava guardando male o era una sua impressione? Oh beh, si sarebbe stancata, era sicuramente una visione migliore e una compagnia migliore di un ubriacone con lo sguardo fisso pronto per vomitare.
 
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view post Posted on 29/6/2015, 20:34
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Con gesto rituale alzò il bocchino con la sigaretta già montata sopra. Quest'ultima emettendo un flebilissimo sibilo si accese.
Aveva iniziato a fumare quando aveva 15 anni, non aveva mai smesso. Inizialmente fumava le Aristocrat's che sua zia le regalava e che giungevano direttamente da Londra. Una volta chiusa quella fabbrica si affezionò alle nazionali senza filtro che fumava suo cugino. Ormai erano 66 anni che le fumava, sempre lo stesso bocchino in avorio intagliato che aveva ereditato da sua zia Medeé.
Il fumo salì lento e pomposo verso l'alto, inspirò con decisione e, dopo aver sentito quella ragazza sciorinare, con una una lingua incredibilmente variopinta simile a ciò che doveva essere Babele, tutte le bevande offerte, espirò il fumo con decisione. Alzò la testa guardando dritta negli occhi la ragazza.

Ho voglia di un bel bicchiere di whisky incendiario. Niente ghiaccio, chiaramente.
Sa, signorina, io non ho mai saputo tollerare coloro che mettono il ghiaccio dove non ci va. È un crimine, una violenza.

Le sue parole erano scandite dalle lunghe e lente boccate.
Se le gustava enormemente. Sapeva il rischio che correva fumando, suo cugino Cesare aveva avuto delle belle grane con quelle che chiamava " le sue biondine". Ricordava con divertimento la frase che, quando ancora non era stato accalappiato per bene, soleva ripetere:
*Queste, Hell, sono le uniche donne che si infiammano di passione per me! *
Cesare sarebbe stato anche un bell'uomo se non avesse avuto un carattere terribile ed una cicatrice che gli deturpava orribilmente il volto. Sepolto anche lui pochi anni prima. La moglie, Laudomia, ed i figli, Romano, Galeazzo e Letanzia, se li ricordava benissimo. Letanzia e Romano erano stati tante volte a Villa Von Kraus prima ancora che nascessero i suoi bambini. Ricordava un periodo in cui erano andati a San Pietroburgo nella sua casa di famiglia e si erano portati dietro i due ragazzini. Laudomia sarebbe poi diventata una donna bellissima, Romano si suicidò pochi mesi dopo la morte di Cesare, anche lui fumava.

Immaginavo, mi sembrava lei fosse troppo giovane per lavorare qui stabilmente... Ed i suoi genitori non dicono nulla?
Io di origine sono russa, ora come ora vengo da Londra. Lei invece? Dall'accento non mi sembrerebbe proprio londinese, o sbaglio?
Continuò a fumare.
Non era una linguista provetta. Ma sentiva gli accenti. Più che altro era abituata a coglierli per aiutarsi nel suo lavoro. Ex lavoro. Aiutava sapere di che origine fosse un interrogato, sapere la regione, per capire ciò che voleva.
Idem nelle conversazioni. Cercò di capire che cosa quella ragazzina disordinata e un po' arruffata volesse. I ragazzini sono così pieni di volontà e di promesse
.
 
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view post Posted on 30/6/2015, 00:46




Quella signora era una ciminiera degna di suo padre, probabilmente si sarebbero trovati bene assieme, a godersi sigarette in pace, riempiendo di nebbia una stanza. A farci caso l'odore sprigionato da quella nuvola di fumo era ben diverso da quello cui era abituata col padre.
Le mancavano quelle serate al parco, dopo una passeggiata e una partita a pallone, se ne stavano tranquilli su una panchina, un'ora, massimo due, lui si fumava le sue amiche fatte in casa, lei si sentiva grande perché stava fuori fino a tardi.
Il suo sguardo, perso leggermente in quel ricordo piacevole, ritornò velocemente alla donna, proprio nel momento in cui lei aveva alzato la testa.
Finalmente poteva vederla in faccia, per quanto concesso dalla luce sprigionata dalle candele. Un volto fiero, uno sguardo deciso. Non era una megera, non era un goblin gigante e nemmeno quegli strani tipi che gradivano gli abiti da nobildonna.
Si sentì stranamente a disagio, come se avesse a che fare con qualcuno un po' più importante delle solite vecchie bisbetiche. Quello sguardo non era da classica vecchia inacidita e annebbiata dal troppo bere. Era sveglio e concentrato.
Un mezzo sorriso fu trattenuto quasi per nulla nel sentire l'ordinazione.

Beh, è un sollievo saperlo, una delle regole del locale è che il ghiaccio non si mette dove non va messo, chi insiste può andarsene.
Regole, sentire quella parola lì dentro aveva un non so che di ridicolo, assurdo. Lì dove le norme sull'igiene, sul come accogliere e servire i clienti aveva tanto peso quanto le dolci parole sugli unicorni e la loro purezza d'animo, vi erano comunque dei regolamenti. Il primo dei tanti (in realtà pochissimi) era che chi chiedeva delle bestie servite con troppa enfasi, andava raggirato con risposte sempre più vaghe o fingendosi mentalmente tocchi. La seconda era quella del ghiaccio, le altre... non era quello il caso di pensare a tutta quella roba.
E poi eccola, una domanda leggermente personale, che metteva persino in mezzo i suoi genitori. Un allarme suonò nel suo cervello, niente di esagerato, innalzò solo il solito muro protettivo attorno alla sua sfera privata.
Sanno che me la so cavare.
*Pensano che me la so cavare.*
Russia? Non ci sono mai stata, com'è? Io sono del Galles, mi scusi un secondo, le porto l'ordinazione e mi può parlare del suo paese, se vuole, non ne so molto.

Ed ecco che, fregandosene del fatto che fosse una sconosciuta che magari voleva solo far la gentile per poi bersi il suo bicchierino pomeridiano, le aveva proposto un racconto di lande lontane.
Il whisky incendiario era tra le consumazioni più gettonate. Di conseguenza le bottiglie erano sempre tenute lucenti e i bicchieri appositi tra i più puliti. Aveva faticato non poco per renderli così, i più malmessi li aveva lasciati a bagno anche per una settimana prima di ottenere risultati decenti.

*Fiore... fiore.. il whisky ama i tulipani, ecco. Eccolo!*
Non si era improvvisata hippie ma stava cercando il bicchiere adatto, tra quelli più costosi del locale, anche se pagato meno che altrove. Non totalmente in cristallo, era comunque lucido, quasi cozzava col resto del locale. Così doveva essere e così li manteneva passando con Gratta e Netta quotidiani. Era facile ricordarne il nome, aveva proprio la forma di quel fiore, con la parte superiore più stretta. A quanto pareva andava servito così. Tenendo “il segno” con indice e medio, prese una delle bottiglie nella dispensa per versarne due dita. Niente ghiaccio, niente schifezze.
Reggendolo dal fondo appoggiato al palmo, si diresse a passo svelto verso la cliente, un passo che era andato a crearsi dopo un anno in quel ambiente: veloce, forse troppo deciso ma non le era mai caduto nulla fino a quel momento.
Ecco a lei.
Disse per annunciare il suo arrivo al fianco della cliente, prima di appoggiarle il tanto famigerato whisky senza violenze o crimini davanti.
Sono cinque falci, ma non c'è fretta.
Concluse, rimanendo in quel posto per palesare che poco prima faceva sul serio, voleva davvero sapere quelle cose ma, in caso l'altra non avesse dato risposte positive, avrebbe alzato le suole verso il bancone, non prima di aver riscosso il paio di monete che le spettava ovviamente.
Whisky incendiario - (5 falci) - risana 10 punti corpo (recupero, non aumento) tiè, Vecchia Despota <3
 
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view post Posted on 30/6/2015, 15:07
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Non ha idea di che sollievo sia per me sentire questo! Come le dicevo non ho mai tollerato il ghiaccio dove non fosse più che opportuno.
È come il filtro nelle sigarette!

Emise una risata stridula e gracchiante. La sua voce, che da giovane era stata paragonata al canto delle sirene, con gli anni era diventata bassa, dura e profonda. Manteneva, con l'intonazione e il ritmo, quel je ne sais pas di avvolgente ma sembrava più facile divincolarsene e assumere una prospettiva diversa. Una prospettiva che non fosse solo la sua.
La ragazza rispose vaga. Comprensibile, si disse Ekaterina, infondo stava parlando con una vecchia sconosciuta. Quel minimo di distacco ci voleva. La donna stava per incalzare quando la fanciulla si allontanò repentinamente. La bocca contornata da labbra sottili rimase bloccata sulla prima parola quando vide la fanciulla sparire. La chiuse lentamente.
Avrebbe deluso la povera ragazza perché la prima infanzia l'aveva vissuta in Germania, una volta cresciuta abbastanza da essere ammessa a durmstrang aveva fatto vela verso Novgorod e lì era rimasta per tutto il periodo di studi, anche nelle estati, all'interno della scuola. Poi so era trasferita nuovamente in Germania tornando solo qualche periodo nella casa della sua famiglia a Pietrogrado. Casa nella quale non andava dal 1989. Era periodicamente controllata dai guardiani e da un numero insignificante di elfi che la tenevano in ordine al minimo della decenza.
Il whiskey incendiario venne poggiato sul suo tavolo. Lei estrasse da una piccola borsetta in coccodrillo un borsellino.

Ecco a lei un galeone, mi spiace ma non ho tagli più piccoli.
Se volesse accomodarsi non mi offenderei affatto! Tanto mio nipote dovrebbe tardare di un po'. Così avrei modo di descriverle quel minimo di Russia che ho visto.
Le dico subito che non ne ho vista tanta quanta avrei voluto, ma ahimè nel mio periodo di studi non ebbi mai modo di uscire dalla scuola, e quando ne uscì ero sposata ed avevo altri doveri ben più gravosi.
La mia famiglia ed io abbiamo però passate ottime estati in quel di Pietrogrado.

Si accorse che la sigaretta era ormai finita. E oltretutto si accorse di aver sparso cenere ovunque, la cosa le diede notevolmente fastidio dunque infilò la mano nella borsetta ed estrasse un piccolo posacenere portatile con le iniziali "EvK". Lo aprì e ci spense la sigaretta.

Credo di aver sparso un po' di cenere. Sono proprio distratta!

La cortesia, le era stato insegnato, è il miglior modo per farsi strada nelle difese dell'avversario. Essa comunica sicurezza e, inoltre, lei aveva sfruttato l'età per sembrare molto più sbadata di quanto in realtà non fosse realmente. Armi, la mente umana ne è piena e solitamente ne sfruttiamo solo una minima parte. Il discorso è un'arma, e saperlo piegare al proprio volere affila quest'arma fino a renderla trasparente e mutevole come l'aria!
 
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view post Posted on 1/7/2015, 11:19




Il mezzo sorriso si trasformò in una risata sommessa, non che ci fosse poi tanto da ridere per lei ma era divertente constatare le somiglianze tra quella signora e il suo capo. Entrambi avanti con gli anni, un comportamento fiero, più accentuato in quella donna che oltretutto era mille volte più socievole. Eppure quello sguardo che metteva soggezione e quell'astio nei confronti del ghiaccio messo ovunque li rendeva simili ai suoi occhi. Suo padre, però, il filtro lo usava, non erano quei cosini bianchi... magari erano due tipi di sigarette diverse.
Aveva servito quel tipo di whisky fin troppe volte, praticamente ogni giorno da quando era stata messa in prova e spesso si era domandata che sapore avesse e perché si chiamasse incendiario. Bruciava la gola? Gli organi? Faceva sentire una sensazione simile? L'odore non la ispirava molto, come quello di tutti gli alcolici. Preferiva un succo di frutta, magari con pezzetti di cioccolato e altre schifezze, unioni assurde al limite del diabete. Perché gli adulti bevevano? Era così piacevole? Si ricordava ancora di quando, ben due anni prima, aveva provato un mezzo sorso della birra del padre. Era un sapore troppo amaro, troppo forte. Come facevano a bere quella roba? Perché lo facevano fino a star male?
Domande di una bambina che come tanti trovava il sapore di quelle bevande incompatibile con le proprie papille gustative più adatte a dolcetti e altri generi di cose spacca-denti.
Non era una novità che i clienti pagassero con Galeoni anche se di cose con quel prezzo ve ne erano davvero un paio, di conseguenza teneva sempre in tasca qualche falce che poi avrebbe, ovviamente, messo nel cassetto segreto. Perché sì, non vi erano lucide e splendenti casse magiche in quel locale e probabilmente non ce ne sarebbero mai state.
Poteva permettersi di rubare? Come no! Il Big Boss sembrava sapere esattamente persino quanti millilitri erano stati serviti e quanti zellini erano stati presi e dati. Che fosse un sensitivo o chissà cosa non sapeva dirlo, magari giocava semplicemente di soggezione, oppure veniva monitorata dall' Elfo che, per quanto molesto, rimaneva pur sempre un elfo domestico appartenente all'uomo.
Che fosse libero o schiavo non lo sapeva, pareva far sempre quello che voleva ma se lavorava lì doveva pur avere qualche legame con lo scorbutico.

Nessun problema. Se mi da un secondo le do il resto subito così non la interrompo più.
*Beh... un problema ci sarebbe quanto fa un Galeone meno cinque Falci? Allora un Galeone sono... dov'è Audrey quando serve... ah vero, non è il suo turno. Dunque... sedici, no diciassette Falci. Diciassette meno... cinque fa... sette meno cinque due... due più... mi son dimenticata... dodici? Per Merlino.*
Ecco a lei, dodici Falci.

Una volta presa una manciata di Falci l'aveva sistemata in una pila molto più comoda da passare. Non era da lei pregare, ma sperava vivamente di non aver sbagliato. Non esistevano calcolatrici magiche? Era uno strazio ad ogni ordinazione. Ci aveva messo qualche secondo a dare il resto, camuffando il tentennamento con una falsa ricerca del necessario nelle quattro tasche che addobbavano i suoi pantaloncini.
L'ascolto volentieri!
Aveva risposto senza pensarci due volte a quell'invito di accomodarsi accompagnato dalla prospettiva di un racconto su parti del mondo a lei sconosciute. Una volta preso posto su una sedia frontale all'interlocutrice, si era concentrata sulle parole della signora. Non aveva quindi fatto caso alla cenere sparsa sul tavolo, la sozzura era di casa lì dentro e nella penombra poco vedeva.
Non stava bene lasciare lo sporco davanti a una cliente che lo aveva notato o almeno così aveva pensato. Solitamente “puliva” una volta che liberavano il tavolo ma poco le costava passare... no meglio lasciare lo staccio lurido attorno alla vita, poteva usare quell'incanto che ormai usava decine di volte al giorno.

Non si preoccupi, non si offende nessuno e poi nessuno ha visto niente.
Un tono tranquillo, come di chi aveva visto di ben peggio su quel tavolo ed era proprio così, meglio non specificare in cosa si era imbattuta però. Il locale era vuoto, ma anche se fosse stato pieno nessuno si sarebbe scandalizzato per tale visione e, in caso contrario, se dava tanto fastidio a quel qualcuno poteva andarsene.
Estrasse la bacchetta dalla tasca frontale destra dei pantaloni puntandola verso l'obbiettivo. Il fine era sempre quello: rendere quanto più pulita possibile quella zona.
Il polso, ormai abituato a quel movimento ripetuto fino alla nausea, ruotò in senso orario compiendo un movimento dall'alto verso il basso. Un colpo di bacchetta, come a voler spazzare la cenere via dal ripiano. L'importante era non toccare la superficie di legno scuro e corroso dal tempo o avrebbe fatto la figura dell'impedita sbagliando uno dei primi incanti che aveva imparato.

Gratta e Netta.
Niente di che. Quella porzione di suo interesse risultò più pulita del resto del locale in quel momento, priva di polvere, croste, ceneri varie ed eventuali e via dicendo.
Rimessa la bacchetta al suo posto fece mente locale al discorso che era stato interrotto e al portacenere della signora, aveva davvero delle cose bizzarre in quella borsetta.

Com'è Pietrogrado?
Accomodata sulla sua sedia, schiena contro lo schienale avrebbe fatto compagnia a quella sconosciuta finché non fosse arrivato il fantomatico nipote. Chi era? Uno studente? Non se ne vedevano spesso. Magari era anche lui adulto o.. non umano. Ma che diamine stava pensando. Chiedere il nome della sua interlocutrice era qualcosa fuori discussione, il capo le aveva detto di evitare di farlo perché tanti avrebbero solo mentito e altri si sarebbero infastiditi se non addirittura insospettiti. C'erano davvero persone molto paranoiche in giro.
 
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view post Posted on 1/7/2015, 23:26
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IUna mano guantata simile alla zampa di un felino si tese verso il mucchio di falci che vennero spinte dentro il borsellino che a sua volta fu infilato nella borsa, repentinamente.
*Che ragazza carina*
Pensò la vecchia donna.
*Chissà se Vagnard la conosce. Quando avranno intenzione di darmi dei nipotini, è vero che sono ancora giovane... Ma non dovrebbero aspettare così a lungo*
Odiava i bambini. Era un odio viscerale. Quando aveva avuto Nicholaus, il più vecchio, si era comprata una elegante bastone da passeggio - non una robaccia da anziani come le avevano regalato quei figli ingrati che se avesse venduto al mercato nero ne avrebbe ricavato più soddisfazioni - una canna di bambù con il manico in ottone. L'aveva comprata per poter essere più incisiva con i rimproveri. Fino ai 18 anni ogni volta che disobbediva la bastonata arrivava impietosa. Dopo arrivarono gli incantesimi. Ricordava una volta, proprio durante una delle "gioiose" estati a san Pietroburgo, aveva portato a casa una sgualdrinella bionda con due occhioni da cerbiatta - Nicholaus perdeva la testa per gli occhi da cerbiatta. Mamma, disse, Olga è la mia ragazza ed io e lei vogliamo sposarci. Aspetta un bambino. Aveva faticato a non morire all'istante di infarto, cercò di essere comprensiva. Cominciò l'interrogatorio: È purosangue? Si. È di famiglia onorevole? No. Era degli accoliti di Grindelwald? No.
La bacchetta era scivolata dalla manica dove Ekaterina la teneva sempre, Nic aveva sguainato la sua ma non era ancora un mago decente.
Un lampo verde aveva invaso la sala. Le lacrime del giovane erano scaturite come un fiume in piena. La memoria del giovane fu modificata dai migliori agenti del Ministero e la donna, come il suo ricordo, scomparve per sempre. I suoi genitori vennero pagati più di quanto la figlia valesse e la ragazza non esisteva più.
Decisamente odiava i bambini. Pensano troppo eseguono poco.


Deve considerare che non vado più in Russia da più di trent'anni. Deve essere cambiata così tanto nell'ultimo periodo. Ho sempre amato passare le estati lì, quella casa non ha mai vissuto dolori, drammi o sofferenze. È un crogiuolo di amenità, ricordi lieti... Ormai così distanti.

Fece un rapido calcolo. Non dovevano esserci stati più di 4 omicidi. Una buona media per essere una casa di sua proprietà.
I bambini le avevano sempre dato grandi delusioni. Sua figlia Alexandra, per esempio, fuggita di casa che non aveva nemmeno vent'anni. L'aveva accusata di essere una donna spietata, priva di compassione, di cure.
Forse aveva ragione. Forse.
La cagna tedesca, vergine di Norimberga. Così la chiamavano. Ora era una cariatide. Avrebbe tanto voluto rivedere Alexandra. Avrebbe sempre sognato una nipote, una ragazza che portasse avanti le tradizioni della famiglia.

* Sono le donne che comandano nella nostra famiglia*
A favore di chi avrebbe abdicato? Di uno qualsiasi dei bietoloni che la circondavano? I nipoti la facevan ben sperare ma son cresciuti feroci, immoderati. Una donna ci vorrebbe cui passare il testimone. Adottarne una? No, è il sangue che conta. La mente si crea il sangue è ciò che distingue famiglia e famiglia, razze superiori da razze inferiori.
Ripensò al coltello che sua nonna le aveva lasciato in eredità. Un coltello con la lama in ceramica lavorata con inciso il motto di famiglia " Il diritto è nella mia destra - N.I.F. " Inciso da una parte e dall'altra della lama assetata del sangue di coloro immeritevoli di far parte della famiglia.

Ogni tanto, ricordo, fuggivo dalle strette grinfie della scuola e arrivavo fino alla vicina cittadina. Quando io ero a scuola non ci permettevano di uscire. Lì allora curiosavo in giro. Quelli però erano anni bui, mi creda, anni che non si scordano.

Dire di esser stata la nipote di una delle professoresse più influenti della scuola e che per lei c'era sempre un occhio di riguardo le sembrava poco poetico, poco melodrammatico. Fare riferimento agli anni bui come fosse stata una vittima e non un carnefice dava un tocco Dickensiano...

Edited by Katherine Lee-Carter - 5/7/2015, 14:11
 
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view post Posted on 3/7/2015, 20:44




Seduta non propriamente comoda e quasi per nulla composta, Versus aveva iniziato ad ascoltare le parole della sconosciuta che aveva di fronte. Come suo solito, si era portata in avanti, appoggiando le braccia conserte sul tavolo, come se stesse prendendo parte a una lezione importante. Forse lo era, forse stava solo perdendo tempo ascoltando le farneticazioni di un'anziana che parlava del suo passato, fatto stava che non si sarebbe persa mezza parola. Senza contare il fatto che lei aveva posto la domanda e aveva la possibilità di conoscere qualcosa che probabilmente non avrebbe mai studiato sui libri di Storia della Magia. Il passato dei volumoni cartacei, degli storici, era sì interessante ma, da quel che stava imparando ascoltando qualche cliente, la storia della gente normale era molto più interessante. Niente re babbani spocchiosi e ingordi, niente papiri su figli di figli di figli di non ricordava chi, che nulla avevano combinato se non portare altre leggi e ingrassare.
Come nei film che vedeva col solito re obeso incastrato sul suo trono. Non le erano mai stati simpatici quei tizi. Di solito trovava più divertente o interessante il tentativo del cattivone di turno di diventare più potente per poi buttare giù quelle grosse chiappone d'oro.
Trent'anni lontana dalla propria terra, dalla casa in cui passava volentieri le sue estati. Perché non tornava? Alla fine era una maga no? Si viaggiava facilmente quando si era maghi. Non ce la vedeva a prendere una di quelle maledette passaporte che lanciavano la gente stile salami nel vuoto, ma c'erano molti altri mezzi.

Perché non è più tornata?
Una domanda scortese? Che ne sapeva lei povera bamboccia che chiedeva tutto quello che le passava per la testa. Non le avevano insegnato qualcosa a riguardo un anno prima? Se lo ricordava ancora l'incontro con Peverell, giusto? Bisognava far attenzione a chi si ponevano certe domande, a come, quando... la sua curiosità aveva preso la meglio e tanti saluti alla discrezione.
Ascoltandola non poteva che vederla un po' simile a lei, che scappava dal caos della scuola, dai problemi a volte, per rifugiarsi in quel locale polveroso e buio, tra gente stramba e creature inquietanti, ad ascoltare fingendo di non farlo. Ne sentiva sempre delle belle sebbene capisse Folletto per Berretto e poco comprendesse di più della metà dei discorsi.

Lavoro volentieri qui perché mi permette di fuggire un po' dalla ressa di studenti, ci son molti individui dalla voce insopportabile sa... qui di sicuro i primini non possono mettervi piede. E gli altri non ci tengono. In che senso anni bui?
E dopo quella piccola rivelazione cui non diede né peso né importanza, decise di interrompere la parentesi su se stessa per tornare all'oggetto del suo interesse: storie sulla Russia e, dopo le ultime frasi, qualcosa sugli anni bui. Aveva già sentito quel termine in riferimento al Medioevo, che fosse così vecchia? Suvvia, di nuovo con i suoi pensieri assurdi. Forse era un modo di dire, c'era sempre qualcosa d'interessante dietro alla parola “anni bui”, racconti macabri pieni di violenza... ignoranza. Quell'ultima cosa non la entusiasmava ma almeno imparava a non comportarsi come quei bigotti che li avevano attaccati in Francia.
 
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view post Posted on 4/7/2015, 21:35
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La giovane sembrava interessata alla sua storia. A Hell piaceva raccontare storie, la sua storia non l'aveva mai raccontata a nessuno e, non sapeva perché, si sentiva in vena di raccontarla.

Non tornai per una questione di rispetto. Di educazione. Quando la mia visione e la visione del mio interlocutore non coincidono e, quindi si litiga, se non posso, e badi bene non posso proprio, risanare i rapporti io opero un taglio netto e sfrondo la mia vita di quel ramo che è diventato secco. Nello stesso modo tagliai i contatti con la Russia, dopo un nostro litigio. E dopo trent'anni , forse, siamo entrambe più mature e potremmo anche incontrarci nuovamente. Ma chiaramente, come con gli amici con cui si è entrati in un rapporto teso, è difficile rivedersi, riviversi, entrare di nuovo in comunione. La Russia in cui ho vissuto io, come i miei coetanei, è stata colpita duramente dal grande mago oscuro Gridelwald. I miei anni scolastici li passai col terrore.

Anche questa volta sarebbe stato meglio evitare di aggiungere che non aveva affatto paura di Grindelwald ma della sua sconfitta . I
La sua famiglia aveva investito tempo, vite e grandi capitali nella salita al potere di Grindelwald. Capitali che erano stati spazzati via nel 45 con la sua caduta ad opera del Mago il cui fratello teneva questo pub. E poi d'altro canto lei non aveva messo piede nell'Europa dell'est tutta dal grande scandalo: Quella era la vera e propria motivazione per il suo forzato esilio da tutti quei paesi che in quel periodo formavano l'est Europa.
Estrasse una seconda sigaretta e, seguendo il medesimo processo di prima la accese. Intanto fissava il bicchiere che le stava davanti ancora pieno, ancora intoccato.


Anche voi avete avuto problemi simili...

La sua voce diventò più fioca fino a svanire in un sibilo di fumo.

Quelli sono stati gli anni bui, anni che hanno ombre lunghe. Anni bui ma erano anni in cui si viveva e la vita aveva un prezzo ed un valore maggiore. Quando scappavo dalla scuola non sapevo se poi sarei tornata intiera
* sei una melodrammatica Ekaterina... Sei veramente una melodrammatica*
o se avrei veduto ancora la scuola. Senza le guerre, diceva un filosofo babbano, la storia registra solo pagine bianche: l'agone, la lotta, ci rendono tanto vivi quanto morti, ma il punto di maggior vita non è, forse, quando presentiamo la morte? Lei quanti anni ha? 10/15 anni, suppongo. Ebbene. È in questo periodo che si deve imparare a lottare. Dovrà lottare tutta la vita e ogni giorno qualcuno cercherà di strapparle dalle mani ciò che ha. Ci riusciranno e lei si dovrà rialzare. Sempre.

Era stata distante dai suoi nipoti per troppo tempo. Non aveva potuto dir loro queste cose, la guardò negli occhi e per un istante. Un singolo lunghissimo istante. Si rivide giovane. La colse una profonda malinconia e allora, facendo cadere la cenere nel piccolo contenitore posò la sigaretta e si bevve un sorso di whisky. Odiava quel beverone infernale. Lo odiava.
Tirò una boccata dalla sigaretta ed espirandolo disse:

Ha mai pensato di lavorare nel contro spionaggio, in futuro? Secondo me avrebbe delle incredibili qualità
 
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view post Posted on 5/7/2015, 20:40




Non capì molto della prima parte del discorso. Intuì vagamente che doveva aver qualche tipo di problema con quella terra. Un litigio con qualcuno? O non si trovava bene in quel posto? Un po' come lei e il suo paese di babbani nazionalisti tutti orgogliosi di quell'ammasso di pietre che chiamavano castello.
Hogwarts era un vero castello, qualcosa di cui andare fieri. Era un posto pieno di gente di tutti i tipi, eventi strani e al limite del legale ma... per la prima volta aveva preso interesse per lo studio, per le attività scolastiche e per le persone che aveva attorno.
A casa le capitava solo con gli amici di suo padre, degli amanti della musica e dei fantasy, anche se sembravano eterni bambini, forse per quello si sentiva a suo agio tra loro. Lo stesso non si poteva dire del paio di amiche streghe di sua madre. Forse non era l'essere mago o meno il problema ma il modo in cui erano cresciuti. Lei come sarebbe diventata? E chi se ne importava, non era quello il momento di pensarci.
Il mago oscuro, quel mago oscuro? Quello per cui sua madre era dovuta fuggire per anni? Non le sembrava si chiamasse così. Non la interruppe per chiedere chi fosse, sembrava aver altro da dirle. Quel “anche voi” la colpì direttamente, era proprio quello che stava pensando o meglio, che voleva chiarire. Dunque c'erano più maghi oscuri che terrorizzavano la gente? Chi era il secondo? Come si chiamava e perché aveva fatto tutto quello? Sua madre non voleva entrare nei particolari, diceva che meno se ne parlava meglio era. Acqua passata, il passato andava lasciato là, cose così. Ormai viveva felice e contenta con figlia e consorte nel suo appartamento babbano, nel paesino dove era cresciuta. La pace era per lei ormai ovvia, non c'era più niente da temere.
Versus era piccola ed inesperta ma il discorso l'aveva coinvolta emotivamente più di quel che era mai accaduto fino a quel momento. Sentiva che quella signora poteva spiegarle molte cose, così come un pezzo del passato dei suoi genitori che mai aveva compreso, mai le era stato svelato. Perché sì, lo sapeva bene, sua madre la vedeva sempre come una bambina, cosa che odiava e cosa che l'aveva spinta, mesi prima, ad accettare quella lezione anomala di Storia giusto per scoprirla da un punto di vista più maturo.
Sì aveva visto i soldati, sebbene la guerra vera e propria l'aveva persa, aveva però capito a cosa potessero arrivare gli uomini, non erano tutte storielle da film e racconti.
Rialzarsi, lo pensava anche lei, come quando si stava deprimendo per le sconfitte subite a Cluny e con la Serpeverde, si era sempre ripresa alla fine e così doveva fare.
Come diceva suo padre: “Chi non fa niente, non si fa niente" ma non otteneva niente se non una vita di fughe e di contentini, come la madre. E sì, era vero, quando aveva creduto di lasciarci le penne, aveva dato il meglio, correndo più velocemente, resistendo di più alla fatica, attaccando con maggiore velocità.
Imparare a lottare, vero, imparare sempre e migliorarsi finché non avrebbe raggiunto il suo sogno.
Si era fatta seria la Grifondoro, quella sconosciuta aveva colpito uno dei suoi punti più vivi, uno dei pochi sviluppati, anche se ancora superficialmente. Osservò la donna ricambiando lo sguardo, stranamente non le metteva più quell'ansia di poco prima.

Controspionaggio?
Non aveva idea di cosa intendesse. Lei? Una spia? Perché? Non era quella domanda però a rimanere sulla punta della sua lingua.
Scusi, non voglio cambiare discorso ma... non mi hanno mai parlato di Gridelwald, chi era? E c'era un altro mago oscuro da noi? Ho provato a chiedere a riguardo, ma son sempre stati schivi, è la prima volta che qualcuno me ne parla seriamente.
Domande, quante domande riusciva a partorire quel cervello quasi privo di accortezza?
 
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view post Posted on 5/7/2015, 22:09
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Si ricordava quando la prima volta le avevano parlato del "controspionaggio" era stato i suo primo caposezione. Lei aveva già fatto esperienza in altri campi, però le venne offerta quella possibilità. La prese al volo.
Il controspionaggio era un organo molto in voga anni ed anni fa. Le dicevo che sarebbe molto portata perché, come può notare, lei è brava a reperire informazione e giurerei anche che lei sia una persona molto discreta, vero?
Ecco che si giungeva all'argomento più spinoso: I maghi Oscuri. Non insegnavano niente in quel cumulo di rocce che era Hogwarts? *Gellert Grindelwald era un grand'uomo. Un genio delle arti magiche. Signore di tutto ciò che si trova sul continente. Eroe e maestro. Voldemort non vale un quinto di lui. *
Questo fu il primo pensiero che le corse in mente. Niente di ciò che pensava trasparì nel suo volto algido.


Grindelwald fu il più grande e terribile mago oscuro dell'ultimo secolo. Sua fu la costruzione di Nurmengard, la più grande prigione dei maghi in cui fu rinchiuso dopo esser stato sconfitti dal celebre Preside della tua scuola, nel 1945. Egli fu come me studente a Durmstrang ed imparò le più fini arti oscure. Terrorizzò il Continente per anni. Nessuno sapeva come sconfiggerlo.

Esalò l'ultima fumata, spense la seconda sigaretta dentro il piccolo posacenere.
Gridelwald. Suo padre non vide la caduta del mago, per fortuna: Si sarebbe ucciso vedendo la fine del suo maestro. Lei aveva intravisto solo una volta il grande mago. Era piccola e non poteva capire, lo ricordava alto, bello. Emanava da se un'aura di potenza, di rispetto, di paura. La paura era tutto ciò che, in vero, ricordava. Si era nascosta sotto il letto nella stanza di suo padre, lui era arrivato. Aveva visto la veste nera che si avvicinava al letto, una mano si tendeva verso di lei. La voce di suo padre " Eccellenza" gli aveva detto, in russo. Poi aveva continuato in tendesco. Forse era un ricordo, forse un sogno. Certi ricordi del passato che ritornano nei sogni o, forse, certi sogni del passato che tornano memorie!


Venne allora chiamato il più potente e poliedrico mago vivente al suo pari. La battaglia fu durissima e Grindelwald ne uscì sconfitto. Ancor oggi nei paesi interessati dalla sua espansione il suo ricordo giace negli incubi dei più anziani. Il secondo mago oscuro, fu proprio studente nella scuola dei quattro fondatori. Fu terribile e tenace, io in quel periodo lavoravo nel continente. Lui fu più subdolo dell'altro. E per certi versi più spaventoso ancora. Non voglio, anzi non posso, parlarne apertamente. Ancora oggi è una presenza viva e forte nella memoria di noi che abbiamo vissuto e veduto tutto.

Un brivido passò sulla sua schiena, la pelle cominciò a fremere per l'invidia di un nome così potente da non poter essere pronunciato. La potenza che sprigionava da quei ricordi era talmente forte che si bloccò per qualche istante con lo sguardo fisso lanciato a galoppare dietro le spalle della ragazza. Prese un secondo sorso di whisky. Dentro la sua mente, come seguendo una musica sbeffeggiante e claudicante, un fil rouge macchiato di sangue, cominciarono a galleggiare tutti gli orrori che aveva visto provocati da quei baroni della magia oscura. Capì il padre morto seguendo il suo dio, il marito che complottava nell'ombra tra j fedelissimi dell'oscuro, comprese se stessa, viva per essersi seguita.


Capisco chi non ne parla. Io sono tra essi. Per natura, per evoluzione e vita tendo a non parlare di ciò. Sa come si dice: Gli elefanti hanno buona memoria. È giusto sapere, necessario sapere. Volare oltre i blandi insegnamenti di una scuola che vi vuole buoni. Si apra, signorina, allo streben verso un sapere che non sia buono e non sia cattivo. Non son le armi che uccidono l'uomo ma solo l'uomo uccide uomo.
Lo ricordi, lo ricordi sempre.

Prese un'altra sigaretta. Questa non venne montata sul bocchino ma fu fumata in modo più "umano".
 
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view post Posted on 6/7/2015, 20:50




Lei, discreta? L'assillare di domande tutti lo era? Che significava discreta poi? Che si comportava in modo discreto quindi... bene? Quello sì, ed evitava di dir troppo di sé e anche su quello non ci pioveva. Una spia. Come quelle dei film e dei romanzi? Non era molto per quel genere e poco ne sapeva. C'erano spie famose tra i babbani, personaggi immaginari... cos'è che facevano? Si fingevano qualcun altro se non sbagliava per combinare qualcosa. A volte lo faceva, con Audrey per esempio, quando si spacciava per forte e tranquilla mentre dentro di lei si agitavano emozioni che non poteva ancora comprendere. Quando aveva paura fingeva, quando si sentiva debole fingeva. E quando parlava di sé, più che mentire evitava di dir troppo. Per quanto riguardava le informazioni, era brava nelle ricerche e finiva sempre per sapere qualcosa delle persone. Le avevano anche chiesto di spiare Nathan, o meglio, tenerlo d'occhio. Era portata per una vita simile? Non sembrava una bella cosa, insomma... mentire, spiare, fingersi qualcuno e dire agli altri le cose di chi la pensava amica mentre lei stava solo cercando qualcosa di utile... però se quella persona che spiava era un “cattivo” e lei poteva salvare qualcuno a cui voleva bene... lo avrebbe fatto? Probabilmente sì, ma ancora non pensava a quello che potevano davvero fare i veri “cattivi”.
Io? Davvero? Non ci avevo mai pensato, quindi non so dirle. Lei ha conosciuto dei maghi-spia? Esistono?
Se c'erano tra i babbani, con i loro mezzi pur sempre avanzati ma mai paragonabili alla magia, forse, anzi senza forse, c'erano anche nel mondo magico. Magispie, James Wizard Bond, 00bacchetta. Cose simili.
Ascoltò il racconto su quel tale, Grindelwald, aveva costruito una prigione e poi ci era finito dentro, perché? Non aveva molto senso. Ah ecco, sì, ne aveva. L'esagerazione portava sempre a dei problemi, troppa gentilezza, troppa cattiveria, si finiva sempre nei pasticci a quanto pareva. Lei si comportava bene e finiva per prenderle da Serpeverdi palestrate, si comportava male e finiva senza cena, un classico.
Cos'erano le arti oscure? Dovevano essere qualcosa che faceva davvero paura. Lei studiava Difesa dalle Arti Oscure, ma non ne sapeva molto. Fatture, qualche incanto che mutava il viso... c'era di peggio? Quante cose si potevano fare con la Magia? Ogni volta si stupiva.
Il fratello del brontolone aveva sconfitto qualcuno di quel calibro? E lui, invece, se ne stava lì a vendere schifezze e a sparire chissà dove. Come in quel momento, era andato a comprare non ricordava cosa.
Come? L'uomo che aveva spinto sua madre e molti altri alla fuga e alla disperazione era uno studente di quella scuola? Beh non era difficile pensarlo, tra i pochi studenti che conosceva c'era gente in grado di tener testa a un esercito di creature e di umani... nemmeno chi le stava di fronte sembrava volerne parlare, mentre dell'altro aveva citato vita, morte e miracoli. Che fosse ancora vivo? Non poteva parlarne apertamente... aveva paura di farsi sentire da qualcuno o non voleva dirle altro? C'erano cose che non si potevano dire a chiunque, quello ormai lo aveva capito fin troppo bene, inoltre loro erano sconosciute. Forse era meglio non insistere o le avrebbe dato noia o sarebbe parsa ancora più stupida visto che aveva appena detto di non voler dir altro.
L'uomo uccide l'uomo, come quel Jabib che aveva ordinato di uccidere lei e altri ragazzi, dei bambini, per nulla in condizione di attaccarlo e che, anzi, avevano cercato di parlare, comunicare. Non avevano ricevuto pietà, né da quei finti santoni dei templari, né dal monaco impazzito e tanto meno dagli altri. Solo De Molay si era mostrato incline al dialogo, eppure stava tra “i cattivi” o era il suo gruppo nel torto? Avevano invaso loro il paese con al seguito creature di ombra.
Un sapere né buono né cattivo... lei non era andata da Peverell perché aveva intenzioni cattive ma era finita per far qualcosa di cattivo come lottare e profanare abbazie con l'olezzo di letame.

Come si fa a capire se si è buoni o cattivi? Non intendo i dispetti, intendo come si capisce se non si finirà come quei maghi oscuri o come il Preside della mia scuola?
E se il Preside era andato nella terra di quel mago, a distruggerlo, non si era comportato come gli Ateniesi, che avevano “invaso” Cluny e ferito creature e umani per un semplice messaggio?
Prima di lasciare la parola all'altra, aggiunse un'ultima domanda.

Le arti oscure son dei cattivi? Alla fine noi studiamo incanti non oscuri ma che possono ferire, quindi non capisco la differenza.
Osservava l'altra fumare una sigaretta dopo l'altra, senza la parte iniziale sembrava ancora di più a suo padre, chissà cosa c'era di bello nel riempirsi la bocca di tabacco affumicato.
 
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view post Posted on 6/7/2015, 22:58
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... Certi ricordi del passato che ritornano nei sogni o, forse, certi sogni del passato che tornano memorie! ... Gli elefanti hanno buona memoria. È giusto sapere, necessario sapere...

Frasi che le echeggiavano nella mente rendendola distratta.
Esistevano spie magiche? Un tempo si. E lei ne era stato capodipartimento. Esistevano ancora? Non lo sapeva.


Beh un tempo esistevano. Quando lasciai l'est Europa. Erano temuti perché poteva trattarsi di chiunque, lavoravano in gran segreto e dalle loro orecchie passavano i segreti più importanti. Nessuno sapeva chi fossero. Io ne conoscevo una. Non era dotata particolarmente nella magia, ma era esperta nell'essere discreta, in quello vinceva.

Era stato quello il suo grande pregio? Non la forza, non la cattiveria o la brutalità? Non l'arte con cui compiva le sue "opere"? Neppure la pulizia dei suoi crimini per cui tanto era stata elogiata? La sua discrezione era il cavallo sui cui tutti puntavano?
Benissimo allora lei era la regina!
*sei stata* si corresse immediatamente. Ora cosa era, una vecchia senza futuro, una dimenticanza del pazzo che aveva scritto il suo capitolo. Una nota a piè pagina della storia. Chi studiava l'arte delle sue opere? Non era stata forse il Napoleone dello spionaggio? Il suo tratteggio non era forse stato d'esempio a tutti coloro che avevano cercata di prenderla? Più di mezzo secolo di attività e nessuno sapeva di lei.
Queste domande turbinavano con rapidità battente nella sua immaginazione come gettate dal cielo ingrato. Grandine, pioggia o neve non erano niente contro l'ostinazione di questi interrogativi. Vide nel bicchiere la risposta. Bevve. Le domande continuavano il loro volo straziante.
I maghi oscuri. Maledetti siano. Ingrati verso la loro patria. Fari per zanzare fanatiche che morivano a frotte nel seguirli. "Pregna d'un ideale che mi fa batter l'ale e che seguir non so". Gli ideali eran per suicidi. Nessun ideale valeva la vita. Non la sua.


Mia cara, la cattiveria e la bontà di una persona la decide la Storia. Sono i vincitori che danno questi titoli. Grindelwald aveva un motto: " Per il Bene Supremo" eppure è il più terribile mago oscuro. Noi viviamo costantemente sul filo del rasoio tra le due parti di noi.

* " son luce ed ombra angelica farfalla o verme immondo, sono un caduto cherubo dannato a errar sul mondo o un demone che sale affaticando l'ale verso un lontano ciel" *

Le nostre azioni son mosse da diverse spinte. La magia che usiamo è un mezzo per i nostri fini. Anche i fini migliori possono essere fraintesi. Naturalmente se i fini sono bassi, volgari ... Beh si potrebbe definire quella persona "cattiva" con più facilità.

Lei era cattiva? Non si era mai definita così. Sadica, forse. Rigida. Severa. Mai cattiva per esser cattiva. La vita era cattiva: Breve, piena di lotte, Ingiusta.
Non c'è tempo per fare ciò che vorremmo fare in una vita sola. In una sola giovinezza. La sua vita era morta molti anni fa quando la bellezza lasciava spazio alla vecchiaia, alle rughe, al pallore. Noi viviamo in morte. Ella arriva non appena noi veniamo al mondo.

" questa è la vita, l'ebete vita che ci innamora: Lenta che pare un secolo, breve che pare un'ora. Un agitarsi alterno tra paradiso e inferno che non s'accheta più."

Come le dicevo, mia cara, non è l'arma che uccide. È l'uomo che uccide l'uomo. Le Arti oscure sono seducenti, come un felino fiero e potente, sta a noi capire e esser forti per non cadere in tentazione di usarle con leggerezza.
A durmstrang ce le insegnavano, un minimo. Non sono dissimili da qualsiasi incanto. Richiedono solo sacrifici maggiori.

Il Demonio parla con voce melodiosa.
"Tale è l'uman librato fra un sogno di peccato ed un sogno di virtù."

Edited by Katherine Lee-Carter - 27/7/2015, 07:20
 
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