Talìa ascoltò tutto ciò che la donna sputò contro il nipote, senza però guardarla direttamente. Si limitò a finire di inghiottire quel sorso di thè che aveva iniziato a bere, dopo aver atteso la giusta temperatura perché la sua lingua non si scottasse. Appoggiò delicatamente la tazza sul tavolo, senza il minimo rumore. Sorrise lievemente. Ecco la risposta che si aspettava da una Signora come lei. Non poteva essere altrimenti. Una donna come quella, con quel polso e quel carattere con i quali si era fatta strada tra tutti gli uomini che affollavano il mondo magico, poteva soltanto avere una reazione come quella. Non avrebbe lasciato che due giovincelli inesperti arrivassero al fin della fiera a mettere in pericolo la sua reputazione o, peggio, la sua carriera. Provò un immenso rispetto per quella donna dalla mente tutt'altro che anziana e decise che, stavolta, avrebbe preso lei stessa le redini del discorso, senza nascondersi o mandar avanti da solo il suo amico.
- Signora Obraztsova, comprendo pienamente il suo disagio ed è per questo che Le chiedo di pazientare ed ascoltare per qualche istante ancora quello che vorrei dirLe io stessa. Non tenterò mai di fare un'opera di convincimento verso di Lei, poiché il mio stile non me lo consente e perché non mi permetterei mai di agire con la Sua persona in un modo così poco rispettoso. -
Fece questa piccola premessa senza guardarla, ma a quel punto si voltò e cercò gli occhi di lei. Voleva stabilire un legame visivo. Non aveva intenzione di sfidarla con lo sguardo, né voleva penetrare nella sua mente e manovrarla a suo piacimento, anche perché non avrebbe avuto alcuna speranza con lei. Avrebbe semplicemente parlato con sincerità, forse per la prima volta nella sua vita, e avrebbe lasciato che fosse invece la Signora a penetrare nella sua mente, per capire quello che lei, una giovane donna, stava cercando di comunicarle.
- Io ho soltanto sedici anni, sono poco più di una ragazzina inesperta, piena zeppa di ideali che qualcuno ha marchiato a fuoco dentro di me da quando ero una bambina. Non so ancora distinguere il bene dal male, il piacere dalla sofferenza, la gioia dal dolore. Io sono solo il risultato di un insieme di valori costruiti sopra il sangue di esseri umani, valori basati su una realtà che non ho scelto. -
Fece una piccola pausa, il tempo di raccogliere un po' i pensieri e riordinarli lungo una strada meno caotica di quello che era la sua mente.
- Con delle imposizioni indirette, sono stata condotta verso una via a cui mi sono abituata gradualmente, senza più pensare se fosse giusto o sbagliato che io vi camminassi. -
Non abbassò lo sguardo mentre parlava, ma un fuoco si accese dentro di lei, e sperò che la donna riuscisse a percepirlo.
- Ma adesso... adesso so cosa è giusto fare. Sono arrivata alla rivelazione: so cosa fare per giungere alla Verità. -
Il suo sguardo si accese come non mai, e una sorta di sorriso fece capolino sulle sue labbra, per poi scomparire subito dopo.
- Lei adesso si starà domandando perché io Le stia dicendo queste cose, e magari si chiederà anche che motivo ho di parlarne proprio con Lei, oppure non vorrà saperne assolutamente nulla. Il fatto è che io porterò a termine quello che mi sono prefissata di fare, con o senza l'aiuto di altre persone. Probabilmente sarà difficile, pieno di ostacoli. Molto probabilmente ci rimetterò la pelle, o la libertà. -
Era vero, ormai aveva avuto modo di rifletterci parecchio sopra, e aveva compreso tutte le possibili conseguenze di quelle azioni.
- Tuttavia, Le assicuro che nessuna prigionia mi porterà mai più dolore di quello che provo ora, rinchiusa come sono nel pensiero che loro mi osservano, mi giudicano, mi impongono dei doveri, nel pensiero che loro hanno scelto prima di me ciò che sarei dovuta diventare. Io ho bisogno di sapere se tutto quello che sono, il Bene o il Male, non fa differenza, che si cela dentro di me... ho bisogno di sapere se deriva da me stessa, oppure da loro. E non c'è altro modo per scoprirlo, glielo assicuro, se non... "accompagnarli alla porta". Sono disposta a rischiare tutto questo, pur di avere la mia risposta.-
Per ora non aveva ancora rivelato l'oggetto della questione alla donna, che rimaneva ignoto, ma magari poteva aver iniziato ad averne una vaga idea.
- E sì, ho bisogno di una vendetta. E' quel che resta del mio cuore a richiederlo. Non servirà mai a nulla convincermi che non sia così, ormai non posso più recedere da questa realtà. Non pensi male di me, se Le dico che non odio me stessa per come sono, perché ho imparato ad accettarmi e questo mi serve per sopravvivere. Ma nonostante non mi odi, non sono ancora soddisfatta, perché so che c'è qualcosa... qualcosa che non ho ancora mai provato, qualcosa che non ho mai espresso, che non ho mai potuto sentire. E non potrò farlo, finché loro esisteranno ancora. -
Il discorso si stava ormai snodando, ma c'era ancora qualche piccolo dettaglio che voleva mettere in luce. Per questo si alzò in piedi, continuando a guardare la donna dritta negli occhi.
- Signora Obraztsova, lo so che Lei non vuole avere nulla a che fare con tutto ciò, o con me, e va bene così. Ma se oggi siamo qui, è perché forse suo nipote ha pensato che Lei potesse... capire. Perciò, se lo avrà fatto per me sarà già una vittoria. Se mai deciderà di aiutarmi, poi, allora sì, ne sarò davvero felice. Ovviamente spetterà solo a Lei deciderlo, quindi io non oserò neppure chiedere. E' giusto che lei non metta in pericolo se stessa per una ragazza che conosce oggi per la prima volta. In effetti, forse sono stupida a pensarlo. Ma se sto facendo tutto questo, forse è perché credo... che per me esista ancora una speranza. -
Forse tutte quelle parole potevano sembrare prive di senso ad un'estranea, che con quella situazione non aveva niente a che vedere. Non si pentì però di ciò che aveva detto, sentiva che se c'era una persona che poteva comprendere, doveva essere proprio quella donna. Era certamente una persona intelligente, per essere arrivata fin dov'era, ma forse interessata soltanto alla propria sfera d'interessi. E come biasimarla?
- Non voglio più rubarLe altro tempo prezioso, Signora. Perciò giungerò al nocciolo della questione...-
In quel momento si avvicinò più che mai al viso della donna, e le sussurrò con un sorriso:
- Voglio ammazzare i miei genitori. -