Granny's Holiday, per Versus, prima, vagnard , poi.

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view post Posted on 12/8/2015, 19:04
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*Pettegolezzi? Noiosi? Lei mi prende in giro. Sono praticamente nel mio mondo!*

Pensò sarcasticamente quando l'anziana Signora rispose alla sua affermazione. A dire la verità, lei i pettegolezzi non riusciva a comprenderli molto, né capiva perché la gente si sforzasse di farne. Non avevano proprio nulla di meglio da fare, le persone? Da quel che poteva sapere, semplicemente guardandosi attorno per qualche minuto in un luogo affollato qualunque, alla grossa maggioranza degli esseri umani dilettava molto l'atto di chiacchierare di altri esseri umani, per chissà quale azione da essi fatta, in chissà quale periodo, e chissà per che motivo. Tutte quelle parole, tante parole, solo perché poi si potesse memorizzare quello che era stato detto dall'altro partecipante al discorso e magari riportare le sue parole, o le sue azioni, a qualche altro individuo. E il ciclo costantemente iniziava e finiva, per poi iniziare ancora. Notizie vere o false, precise o distorte, reali o inventate. Nessuno avrebbe mai conosciuto dove stesse la verità, o forse nessuno se lo sarebbe mai chiesto. Perché?
Ah, già, dimenticava. Non avevano niente di meglio da fare, le persone.
In realtà, ciò che non riusciva a capire era perché portare avanti quel tipo di chiacchiere se non per scopi subdoli o fini importanti. Lei avrebbe anche accettato di farne, se proprio si fosse reso necessario, e in effetti già il fatto che stesse "partecipando" in quel modo alla conversazione con quella donna lo dimostrava. Quello che il cervello si rifiutava di accettare era il chiacchierare fine a se stesso.

Talìa non sapeva bene, in verità, perché stesse formulando quei pensieri. La Signora in realtà non era stata esageratamente tediosa, era naturale che non volesse parlare con suo nipote di argomenti pesanti appena all'apertura della conversazione. Forse quei discorsi servivano proprio a questo: alleggerire l'aria prima e dopo un argomento più corposo. Sì, dovevano servire a questo.

- Oh, la prego Signora, non dica così. -

Disse alla donna con un sorriso, cercando di smorzare un po' la di lei (probabile) falsa autoironia. Non voleva piacerle per forza, ma un po' di gentilezza forse non avrebbe guastato. D'altronde, erano lì anche per i suoi interessi e mostrarsi antipatica o troppo fredda non avrebbe influito positivamente. Diplomazia, sì, la chiamavano così.

A quel punto, non era passato molto dall'inizio dell'incontro, tuttavia la Signora, con delle frasi semplici ma efficaci in risposta al nipotino, aveva già dimostrato un po' del suo carattere. La cosa iniziava a piacerle, almeno finché non si fosse trovata lei nel suo mirino. Per come stavano le cose, sperava che questo non accadesse.
Continuò dunque a seguire la conversazione, questa volta evitando di perdersi in pensieri sanguinosi. Voleva essere attenta, da quel punto in poi. Quella donna era tutt'altro che ingenua, su questo non c'era dubbio, e ogni passo falso avrebbe rischiato di far ricadere l'attenzione su dettagli inutili e privi di senso. No, dovevano concentrarsi sul discorso. Sperò che il momento della verità non tardasse troppo ad arrivare, comunque.
Nell'attesa, meglio gustarsi una bella tazza di thè bollente, così bollente che sembrava gorgogliare.


- Grazie mille, signorina. -

Nonostante l'apparente aspetto da maschiaccio, quella era certamente una ragazza. Lo aveva capito la prima volta che aveva rivolto lo sguardo verso di lei, al momento dell'ordinazione. All'inizio, appena arrivata, non aveva fatto molto caso a quella figura. Tuttavia, una volta rivoltale la parola, era entrata anche lei nel suo campo visivo e questo implicava due cose: la prima era la sua attenzione, la seconda era lo studio e la registrazione dei dettagli fisici. Tutto entrava a far parte della sua memoria perfetta. Erano tante fotografie che si imprimevano nella sua mente e non la lasciavano più. Ricordava tutto con una precisione scientifica tanto che la cosa, a volte, finiva addirittura per infastidirla.
Chissà, magari infastidita poteva essere anche la ragazza, in quel momento, per quella frasetta di ringraziamento. In fondo, una ragazza che si vestiva e si muoveva come un ragazzo poteva desiderare tutto fuorché sembrare, o essere definita, una "signorina". A Talìa piaceva rispondere elegantemente alle provocazioni, e quello era uno di quei casi. Non le erano sfuggite le piccole punzecchiate della cameriera, tuttavia la cosa non la infastidiva, tutt'altro. Era un altro modo per passare il tempo divertendosi un po'.

 
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view post Posted on 13/8/2015, 10:39
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Grazie mille, mia cara.

Rispose alla cameriera che gentilmente si era dichiarata a sua disposizione

Non avrò timore nel caso mi servisse qualcosa a chiederglielo! Comprendo che con le persone di una certa età si debba avere tantissima pazienza!

Non appena vennero portate le bevande riprese il discorso con la giovane seduta al tavolo

Lei è proprio gentile, mia cara Talia- posso chiamarla Talia, vero?- immagino che una così educata ragazza sia la gioia della sua famiglia! Mi lasci dire che hanno fatto un ottimo lavoro!

Probabilmente era vero, d'altro canto c'era anche la possibilità che fosse solo una certa aria intimidatoria che aveva la vecchia signora a rendere la giovane così cortese. Comunque fosse era piacevole, e lei non lo negava assolutamente.
Fu allora che il nipote le parlò come si trattasse di una stupida: pensava forse che una donna che aveva lavorato per cosi tanti anni nel ministero e che aveva seguito da tempo immemore la politica europea si lasciasse trarre in inganno da una panzana di un ragazzino? Forse, per un attimo, fosse stata una diversa famiglia in una diversa situazione avrebbe potuto anche credergli, però erano dei von Kraus e loro non si incontravano mai per il puro piacere di conversare, poi, il nervosismo con cui lui si era stretto al bastone e lei si era morsa il labbro tutto facevano pensare meno che si trattasse di un semplice e piacevole incontro familiare.
Decise di aspettare a rispondere come il nipote si sarebbe meritato solo perché le venne da lui rivolta una domanda.


La politica è ancora uno dei miei interessi, si. Perché sento che potrei essere ancora molto utile alla causa che in questi anni interessa il ministero e l'Europa tutta.

Fece una breve pausa per prendere fiato.

Comunque, se è vero che quest'incontro era per presentarmi questa splendida ragazza e per assicurarci vicendevolmente dell'ottima salute in cui navighiamo... Direi che abbiamo avuto modo di assicurarci che stiamo tutti bene e avete la mia benedizione!

Altra pausa durante la quale misurò bene le parole da proferire.

Mi ricordate molto Faustus e me quando eravamo giovani. Ci conoscemmo proprio in questo periodo... Spesso ci penso... Comunque

Prese il bastone e si alzò

Mi pare di capire che non abbiamo altro da dire, o, almeno, che non avete desiderio di condividere con me i vostri pensieri. Vero Vagnard? Non mi resta che salutarvi ed augurarvi il meglio.

Sapeva che l'avrebbero trattenuta o almeno sperava lo facessero. Loro avevano bisogno di lei, chiunque aveva bisogno di lei, non era nemmeno pensabile, nella mente di Ekaterina che qualcuno potesse non necessitare del suo aiuto, dei suoi consigli e della sua amicizia.
 
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view post Posted on 29/8/2015, 21:09
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Vagnard restò per qualche secondo in silenzio. Approfittò dell'interruzione della Garzona per poter prendere la sua burrobirra e assaporarne un sorso prima di pagare, così da assicurarsi che fosse di suo gradimento. Non sopportava le fregature, e di quei posti non c'era mai da fidarsi troppo.
Quindi, mentre prendeva il denaro e cercava i falci richiesti tra la marea di monetine, pensò come continuare la disquisizione.
Intanto le due Signore sembravano continuare a scambiarsi convenevoli.
Il ghiaccio era rotto, avrebbe messo le cose in chiaro.
Poggiò 5 falci sul tavolo e li spinse verso la Garzona.


- Tenga pure il resto. -

disse, accennando un sorriso.
Da buon tedesco era solito lasciare la mancia ai garzoni, ma soprattutto era un modo per comprare la loro "fiducia". Un garzone ben pagato si sarebbe meglio comportato al lavoro e si sarebbe atteggiato in una maniera più opportuna. Avrebbe cercato di servirlo meglio per mantenere il privilegio e non avrebbe attirato su di se sospetti di sorta.
In quel raro momento di confidenza non avrebbe gradito la presenza di terzi incomodi.
Attese quindi che la garzona si allontanasse, quindi, si avvicinò con il busto alle due Signore.
Rivolgendosi alla Nonna, cominciò a spiegare il vero motivo dell'incontro in lingua madre, affinchè solo i tre presenti al tavolo potessero comprendere.


- Meine Herrin, ich wollte mich nicht in Ihrer Angelegenheiten mengen... -

si giustificò.
Prima la quiete, quindi la tempesta

- Wir wollen zwei Personen ermorden. Ganz einfach ja, aber Wir brauchen Hilfe, wir brauchen Immunität, verstehen Sie? -

era certo che avrebbe capito, quando si parlava di omicidi, corruzione e Dio solo sa cosa, i von Kraus drizzavano subito le orecchie.
Sapeva però anche che la Famiglia non faceva niente per niente, ma un nipote ad Azkaban sarebbe stata una bella gatta da pelare. Era certo che avrebbe fatto di tutto per fargliela fare franca, ma da bravo gentiluomo qual'era, aveva ben pensato di avvertirla sulle loro intenzioni.


- Ich weiss nicht, ob Sie jemanden hier in England schon kennen, oder wenn Sie uns persönlich helfen kann. Tatsache ist jedoch, dass wir Schutz brauchen. Was denken Sie daran, meine Herrin? -


Sorrise leggermente, incuriosito dalla risposta della Nonna e per evitare sospetti da parte degli altri presenti nel locale.
Sperava solo di non averla turbata eccessivamente. Non voleva tornare al Castello con segni di bastonate su tutto il corpo.
 
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view post Posted on 2/9/2015, 12:27
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Quando la donna fece accenno alla famiglia di Talìa, lei non poté far altro che mantenere, per quanto possibile, il sorriso costruito poco prima. Quello che non poté controllare fu il bagliore dei suoi occhi, che iniziarono a brillare di una luce famelica e colma di odio. Strinse un po' le palpebre, come se volesse sottrarsi a tutto quel rosso sangue che sembrava la stesse annegando. Ma era davvero così? Voleva veramente sottrarsi ad esso?

- Lo spero davvero. -

Rispose quasi in un sussurro, quando la Signora fece accenno a Talìa come la loro gioia. In realtà la speranza l'aveva già persa molto tempo prima e la sua rassegnazione ormai si era aggiunta a tutti gli altri sentimenti che l'avevano condotta alla sua conclusione. Sì, forse dopo aver agito e portato a termine il piano sarebbe diventata davvero la loro gioia. Ma soprattutto, sarebbe stata di se stessa, la gioia, una volta tanto.
Dopo quei convenevoli, comunque, la donna dimostrò ai due interlocutori che aveva intuito l'esistenza di un secondo fine e pretese l'arrivo del momento in cui potessero giungere al nocciolo della questione. Non erano certo andati lì soltanto per una tazza di thè e delle banali chiacchiere da locanda.
Fece addirittura per alzarsi e fu in quel momento che Vagnard portò alla luce la verità.
Talìa aveva appreso qualche nozione di tedesco grazie a lui, in precedenza, e fu in grado di comprendere i punti salienti di ciò che egli stava dicendo alla donna. Decise di non intromettersi nel discorso o avanzare qualche parola in quella lingua che, nonostante tutto, rimaneva ancora per lei come un'arma nelle mani di un neonato. Soprattutto, però, non voleva aggiungere troppa legna sul fuoco e lasciare che le informazioni principali giungessero gradualmente.
Si limitò ad ascoltare e comprendere meglio che poté e, quando il discorso di Vagnard giunse alla fine, le sue orecchie si rizzarono, pronte ad accogliere la risposta della Signora Obraztsova. Era curiosa di sapere come l'avrebbe presa e se avesse accettato o meno quella responsabilità.
Il cuore iniziò a palpitarle sempre più velocemente.

 
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versus zero
view post Posted on 2/9/2015, 18:35






12 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()
Pagamento effettuato, il suo compito era ormai concluso.
Sperava di non aver altre noie e di poter tornare agli affari suoi.
Magari, prima che se ne andassero, avrebbe potuto chiedere a quella signora un'altra chiacchierata. Insomma, sperava in un arrivederci nel suo caso e non in quei clienti che apparivano solo una volta, per curiosità.
Alzò un sopracciglio a quella mancia che sapeva del ridicolo, non ne aveva bisogno.
Un falce, due... lei prendeva fin troppo, tanti Galeoni che si accumulavano e venivano spesi in libri.
Si notava che non era attaccata al denaro o agli oggetti costosi. Indossava vestiti scovabili in ogni outlet babbano di abiti sportivi, ornamenti composti da collane che di prezioso non avevano nulla. A parte l'amuleto, quello era costato un po' ma lo portava per ciò che rappresentava non per agghindarsi, nemmeno si vedeva dato che rimaneva nascosto sotto la maglia tutto il tempo.

La ringrazio, non ce n'è bisogno.
Rispose semplicemente con un tono quasi apatico, lasciando la minuscola pila metallica sul tavolo, davanti a chi gliel'aveva donata. Preferiva qualche altra nozione sul bene e il male di quella donna che un paio di monetine.
Si diresse così verso il bancone lasciando ai clienti la loro privacy.
Di tornare a leggere non ne aveva intenzione, così iniziò a ripulire il ripiano e qualche bicchiere sopravvissuto alle pulizie precedenti.
Ci mise qualche secondo a capire che le frasi incomprensibili che le arrivavano erano in una lingua sconosciuta. Si era anche sfregata l'orecchio come per sbloccarlo da qualcosa che rendeva le parole confuse.

Pluah. Fanny*.
Un verso schifato arrivò dall'Elfo delle cucine, non ci fece caso probabilmente stava litigando con qualche animale già morto e stramorto. Fanny? Divertente? No quello era funny... dialetto scozzese? Non lo conosceva, chissà che voleva dire quella parola.
Mannaggia alla mannaia, che gliene mandino.
Sarebbe stata una giornata di quelle strane, ormai lo aveva capito.

❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



Scusate il minipost, Versus torna a farsi gli affari suoi.
Ricordo che non è un png, quindi non muovetela per il locale, ci penso io. Grazie xD
*Fanny= parola scozzese che significa... : ) cattivo elfo molesto, non si fa.
 
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view post Posted on 4/9/2015, 17:59
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Un fremito di stupore corse per il corpo della donna. La tentazione fu di correre al bastone e colpirlo. Un dente o due sarebbe ancora riuscita a farli cadere tintinnando sul pavimento in legno della taverna. Una volta a caduto a terra la donna avrebbe proseguito, forse avrebbe compromesso l'uso di un occhio e della mascella superiore, forse avrebbe rotto il naso in modo significativo. In una folgorante visione immaginifica vide i capelli bianchi coperti degli schizzi di sangue, in un'altra si vide far scivolare la bacchetta che teneva nella manica e colpirlo con qualcosa che lo facesse tacere per sempre.
Era folle? Non aveva imparato nulla da quella famiglia incompetente in cui era nato?
*Maledizione* imprecò mentalmente.

In tutto questo il suo volto non aveva fatto nemmeno una piega. Si era seduta nuovamente e, parlando in inglese, rispose.


Nipote. Io sono sicura che tu stia scherzando, perché di questo si tratta. Dubito tu sia così folle da parlare seriamente di cose del genere in pubblico e pronunciando scellerate parole che per te non hanno significato.

Guardò i giovani eloquentemente.

Non puoi parlare di cose simili come si parla di disinfestare un prato a meno che tu non stessi scherzando. Scherzavi, vero?


Lo sguardo, diventato freddo, pratico, spietato in un batter d'occhio abbracciò la sala.
*Nipote degenere. Non ha idea di come complottare, come diavolo ha fatto a sopravvivere per tutto questo tempo. Ai miei tempi io non potevo permettermi di andare nei pub a chiedere se mi davano una mano ad uccider gente* la rabbia funesta non era ancora placata quando gli chiesero protezione. Temeva di rischiare un infarto. Era troppo giovane per morire e non era ancora diventata ministro.

Si definitivamente stai scherzando


Disse simulando, anche piuttosto bene, una risata. A quel punto a denti stretti, sempre con un sorriso divertito stampato sulle labbra, sibilò

Non so chi tu voglia... accompagnare alla porta ma sappi che non ho intenzione di coprirti se i tuoi movimenti saranno così goffi.


A quel punto, in tono più leggero e parlando con il tono usato nella precedente parte della conversazione, continuò

Ascoltatemi bene tutti e due. Ho vissuto abbastanza per vedere che certi giochi finiscono male. Questo non è né il luogo né la situazione per parlarne. Cautela. Chiunque potrebbe conoscere il tedesco in questa stamberga, chiunque potrebbe ascoltare. Ed io non appoggerò niente di simile. Come dicevo prima so che è uno scherzo di cattivo gusto quindi non mi arrabbierò più di tanto.

Mentiva... Era infuriata tanto che avrebbe gambizzato il nipote davanti alla signorina Blackstorm senza pensarci due volte. Gli aveva chiesto se aveva una carriera politica in modo che potesse frantumarla come in passato aveva fatto suo nonno? Cosa avevano i von Kraus contro la sua carriera? Perché ogni volta che iniziava a fare una breve scalata doveva esserci il von Kraus di turno che la abbatteva? Questa volta non avrebbe tollerato diserzioni, non ora che aveva un piano ambizioso da portare a termine. Per questo le fantasie rimasero fantasie: Perché suo nipote non l'avrebbe trascinata a Azkaban, né ora né mai.

Ora, spiegatemi cosa vi porta ad usare termini così melodrammatici.

Cercava, parlando con calma, di far capire ai due che se avessero fatto in altro passo così avventato non solo li avrebbe lasciati a bollire nel loro brodo ma, probabilmente, li avrebbe denunciati solo per sfruttarli per far bella figura, per segnare il totale distacco da quella famiglia di degenerati. *Nipote Vagnard, è politica e, sì, mi diverto ancora molto a giocarci *
 
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view post Posted on 20/11/2015, 17:11
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Talìa ascoltò tutto ciò che la donna sputò contro il nipote, senza però guardarla direttamente. Si limitò a finire di inghiottire quel sorso di thè che aveva iniziato a bere, dopo aver atteso la giusta temperatura perché la sua lingua non si scottasse. Appoggiò delicatamente la tazza sul tavolo, senza il minimo rumore. Sorrise lievemente. Ecco la risposta che si aspettava da una Signora come lei. Non poteva essere altrimenti. Una donna come quella, con quel polso e quel carattere con i quali si era fatta strada tra tutti gli uomini che affollavano il mondo magico, poteva soltanto avere una reazione come quella. Non avrebbe lasciato che due giovincelli inesperti arrivassero al fin della fiera a mettere in pericolo la sua reputazione o, peggio, la sua carriera. Provò un immenso rispetto per quella donna dalla mente tutt'altro che anziana e decise che, stavolta, avrebbe preso lei stessa le redini del discorso, senza nascondersi o mandar avanti da solo il suo amico.

- Signora Obraztsova, comprendo pienamente il suo disagio ed è per questo che Le chiedo di pazientare ed ascoltare per qualche istante ancora quello che vorrei dirLe io stessa. Non tenterò mai di fare un'opera di convincimento verso di Lei, poiché il mio stile non me lo consente e perché non mi permetterei mai di agire con la Sua persona in un modo così poco rispettoso. -

Fece questa piccola premessa senza guardarla, ma a quel punto si voltò e cercò gli occhi di lei. Voleva stabilire un legame visivo. Non aveva intenzione di sfidarla con lo sguardo, né voleva penetrare nella sua mente e manovrarla a suo piacimento, anche perché non avrebbe avuto alcuna speranza con lei. Avrebbe semplicemente parlato con sincerità, forse per la prima volta nella sua vita, e avrebbe lasciato che fosse invece la Signora a penetrare nella sua mente, per capire quello che lei, una giovane donna, stava cercando di comunicarle.

- Io ho soltanto sedici anni, sono poco più di una ragazzina inesperta, piena zeppa di ideali che qualcuno ha marchiato a fuoco dentro di me da quando ero una bambina. Non so ancora distinguere il bene dal male, il piacere dalla sofferenza, la gioia dal dolore. Io sono solo il risultato di un insieme di valori costruiti sopra il sangue di esseri umani, valori basati su una realtà che non ho scelto. -

Fece una piccola pausa, il tempo di raccogliere un po' i pensieri e riordinarli lungo una strada meno caotica di quello che era la sua mente.


- Con delle imposizioni indirette, sono stata condotta verso una via a cui mi sono abituata gradualmente, senza più pensare se fosse giusto o sbagliato che io vi camminassi. -

Non abbassò lo sguardo mentre parlava, ma un fuoco si accese dentro di lei, e sperò che la donna riuscisse a percepirlo.

- Ma adesso... adesso so cosa è giusto fare. Sono arrivata alla rivelazione: so cosa fare per giungere alla Verità. -

Il suo sguardo si accese come non mai, e una sorta di sorriso fece capolino sulle sue labbra, per poi scomparire subito dopo.


- Lei adesso si starà domandando perché io Le stia dicendo queste cose, e magari si chiederà anche che motivo ho di parlarne proprio con Lei, oppure non vorrà saperne assolutamente nulla. Il fatto è che io porterò a termine quello che mi sono prefissata di fare, con o senza l'aiuto di altre persone. Probabilmente sarà difficile, pieno di ostacoli. Molto probabilmente ci rimetterò la pelle, o la libertà. -

Era vero, ormai aveva avuto modo di rifletterci parecchio sopra, e aveva compreso tutte le possibili conseguenze di quelle azioni.

- Tuttavia, Le assicuro che nessuna prigionia mi porterà mai più dolore di quello che provo ora, rinchiusa come sono nel pensiero che loro mi osservano, mi giudicano, mi impongono dei doveri, nel pensiero che loro hanno scelto prima di me ciò che sarei dovuta diventare. Io ho bisogno di sapere se tutto quello che sono, il Bene o il Male, non fa differenza, che si cela dentro di me... ho bisogno di sapere se deriva da me stessa, oppure da loro. E non c'è altro modo per scoprirlo, glielo assicuro, se non... "accompagnarli alla porta". Sono disposta a rischiare tutto questo, pur di avere la mia risposta.-

Per ora non aveva ancora rivelato l'oggetto della questione alla donna, che rimaneva ignoto, ma magari poteva aver iniziato ad averne una vaga idea.

- E sì, ho bisogno di una vendetta. E' quel che resta del mio cuore a richiederlo. Non servirà mai a nulla convincermi che non sia così, ormai non posso più recedere da questa realtà. Non pensi male di me, se Le dico che non odio me stessa per come sono, perché ho imparato ad accettarmi e questo mi serve per sopravvivere. Ma nonostante non mi odi, non sono ancora soddisfatta, perché so che c'è qualcosa... qualcosa che non ho ancora mai provato, qualcosa che non ho mai espresso, che non ho mai potuto sentire. E non potrò farlo, finché loro esisteranno ancora. -

Il discorso si stava ormai snodando, ma c'era ancora qualche piccolo dettaglio che voleva mettere in luce. Per questo si alzò in piedi, continuando a guardare la donna dritta negli occhi.

- Signora Obraztsova, lo so che Lei non vuole avere nulla a che fare con tutto ciò, o con me, e va bene così. Ma se oggi siamo qui, è perché forse suo nipote ha pensato che Lei potesse... capire. Perciò, se lo avrà fatto per me sarà già una vittoria. Se mai deciderà di aiutarmi, poi, allora sì, ne sarò davvero felice. Ovviamente spetterà solo a Lei deciderlo, quindi io non oserò neppure chiedere. E' giusto che lei non metta in pericolo se stessa per una ragazza che conosce oggi per la prima volta. In effetti, forse sono stupida a pensarlo. Ma se sto facendo tutto questo, forse è perché credo... che per me esista ancora una speranza. -

Forse tutte quelle parole potevano sembrare prive di senso ad un'estranea, che con quella situazione non aveva niente a che vedere. Non si pentì però di ciò che aveva detto, sentiva che se c'era una persona che poteva comprendere, doveva essere proprio quella donna. Era certamente una persona intelligente, per essere arrivata fin dov'era, ma forse interessata soltanto alla propria sfera d'interessi. E come biasimarla?


- Non voglio più rubarLe altro tempo prezioso, Signora. Perciò giungerò al nocciolo della questione...-

In quel momento si avvicinò più che mai al viso della donna, e le sussurrò con un sorriso:

- Voglio ammazzare i miei genitori. -

 
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