The Dark Side Of The Moon

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view post Posted on 14/7/2015, 09:49
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Alice Lastrange






5:30 pm
Alice era ancora totalmente immersa dalla lettura, stava studiando intensamente il quel periodo, nonostante fosse soltanto all'inizio del suo terzo anno ad Hogwarts. Le lezioni riprendevano e come al solito lentamente la stanchezza iniziava a farsi sentire sulle spalle della giovane Corvonero. Ma, dopotutto, questo era il sogno della sua vita, e niente, nemmeno la stanchezza, avrebbe potuto rallentare la lunga salita che l'avrebbe portata ai suoi tanto agognati traguardi. Era ambiziosa, Alice ne era pienamente cosciente, ma non le importava, non le importava qual'era il prezzo, niente l'avrebbe mai fermata. Infondo erano questi i grandi motivi per cui era una Corvonero, ed Alice lo sapeva bene. Ricordava ancora le parole che il cappello le disse più di un due fa: "Caparbietà, fierezza e ambizione" erano questi li elementi che avrebbero reso la dolce ragazza dai lunghi capelli scuri una degna adepta di Priscilla.



6.00 pm
I minuti fuggivano via, veloci e inesorabili, ma Alice stava bene attenta a non farsene sfuggire troppi. Da un pò di tempo a questa parte nella sua testa ronzavano una miriade di pensieri, causati da un unica lezione dell'anno appena trascorso. Alice non riusciva a capire quanto una sola donna arrabbiata e ferita potesse arrivare a tanto, per quanto malvagia essa sia potuta essere, Morgana per lei era quasi un idolo. Ovviamente la Corvonero non condivideva affatto tutte le sue scelte e le sue azioni che, nel corso della sua vita, aveva fatto. Per lei un potere così grande era sprecato se usato esclusivamente per atti di malvagità e di odio. Un potere incommensurabile nelle mani di una sola donna, il potere di distruggere e di creare.
Era per questa ragione che qualche minuto dopo la fine della prima lezione di Storia della Magia di quell'anno, Alice aveva chiesto al professore di Storia un appuntamento nel suo ufficio. Tutto ciò che aveva trovato nel libro di testo, o in altre fonti, non le bastava, voleva assolutamente conoscere e scoprire altri dettagli, ed Alice era convinta che nessun'altro al di fuori del Professor Peverell avrebbe potuto dissipare tutti i dubbi e le perplessità che aveva.


7.00 pm
Ormai aveva i chiuso i libri più di mezz'ora fa, l'ufficio del professore era al primo piano e se non voleva arrivare in ritardo doveva assolutamente sbrigarsi. Si era sfilata la tunica, e si era vestita in modo molto semplice, ma allo stesso tempo in modo curato e ordinato. Era la prima volta che aveva un colloquio privato con il professore di Storia, non riusciva nemmeno ad immaginare come poteva svolgersi tale conversazione. Ma ad Alice non importava, per lei era importante solo ascoltare, e rispondere, quando è il momento, nel modo più educato possibile. "L'educazione e il rispetto", per Alice non erano solo due parole, erano, e lo saranno per sempre, i due principi fondamentali che vengono tramandati di generazione in generazione dalla famiglia Lastrange, e lei di certo non poteva sottrarsi a questa tradizione. Erano quasi le sette, ora Alice camminava spedita per i corridoi del terzo piano, le torce illuminavano tutti i meravigliosi corridoi della scuola, creando un atmosfera quasi fiabesca. Subito dopo superò anche il secondo piano, e in batter d'occhio si ritrovò al primo piano.
Erano le sette in punto, Alice si trovava di fronte la porta dell'ufficio del Professor Peverell. Lentamente alzò il braccio, e con delicatezza bussò tre volte alla sua porta.


 
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view post Posted on 18/7/2015, 10:57
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Un oracolo.
Evidentemente doveva esservi un errore di fondo.
Tutti si sentivano la libertà di interpellarlo con puntualità.
Sul più, e sul meno, su questo, e su quello. Su Tizio, Caio, e Sempronio.
E per inciso non aveva mai vantato pubblicamente omniscienza. Un errore?
Dove si annidasse l'errore non era ancora chiaro, ma iniziava ad essere troppo.
Lamentarsi del mancato accadimento, e farlo in maniera tanto palese aveva quel qualcosa di fin troppo arrogante, per poter soprassedere. Se volevano conoscere il Futuro, che interpellassero quel fanfarone del collega di Divinazione. Quasi sicuramente un ciarlatano, bello e buono, ma almeno era il suo campo ufficiale. Scambiare un rispettato Storico, per un Oracolo era ben peggio. Ma per quanto ci stesse ancora di volerlo interpellare, per la sua lunga esperienza di uomo di Mondo, aveva del ridicolo il seguito di quell'appello. Predire il crollo dell'azionario quanto era veramente possibile che fosse preteso? Quanto doveva sentirsi responsabile di tali consigli? Lo sarebbe davvero stato? Non era sicuramente nulla di processualmente rilevante, come avrebbe potuto? Avrebbe tranquillamente anche potuto far perdere le sue tracce. Indubbia esperienza anche in quel campo, ma perchè avrebbe dovuto? Sarebbe stato decisamente meglio non rispondere più. L'avrebbero capita alla lunga? Essenzialmente la risposta sarebbe stata non far nulla? Indubbiamente più comoda che una campagna autunnale, sfiancante sotto il caldo del continente, ma decisamente più appagante. Sarebbe stato così? Sarebbe davvero finita così? Non era scontato, per quanto la prima fosse decisamente più razionale della seconda, non era scontato che andasse così. Tutto aveva un limite, e la pazienza non era infinita. Ma inutile guastarsi la cena, per postille e pinzillacchere di tal sorta. Era ridicolo.
Strofinava ormai da una buona mezz'ora, perso in una serie vorticante di elucubrazioni, uno straccio, imbevuto di un qualche solvente poco distante. Una lunga cassa di legno nero, stretta ma pesante, giaceva socchiusa innanzi al caminetto, acceso e scoppiettante come di consueto, in ogni giorno dell'anno. La finestra aperta sembrava voler invitare una solinga brezza ad entrare, in quel Settembre inusualmente caldo, o forse qualcuno ad uscire. Il Vecchio, poco distante dalla cassa, strofinava sovrappensiero la lama d'argento di un'alabarda, che galleggiava placidamente a mezz'aria. Quanto sarebbe potuta pesare? L'occupazione di almeno due individui, non troppo mingherlini, era stata facilmente soppiantata dall'intervento di un anziano Mago, con qualche cruccio di troppo per la testa. Se il lato ruvido della lama si mostrava ancora annerito, e scurito dall'inesorabile trascorrere degli anni, il lato liscio brillava già di un'intensa luce rossa, di rimando dal fuoco poco distante. In piedi, borbottante improperi, leggermente piegato in avanti sulla lama strofinava blandamente l'arma, dal lato sbagliato. Nonostante l'eventuale dedizione che vi avrebbe profuso ancora, ed ancora, quel lato era già tanto brillante, ed acceso, da risultare quanto mai improbabile un ulteriore miglioramento. Eppure l'Ufficio era vuoto. Si erano volatilizzati tutti? Per prima Minerva, poi Amalia, anche Winston aveva mollato la presa con incredibile perspicacia. Di assistenti più umani nemmeno l'ombra. Era solo? Solo con un'alabarda, ed un fuoco. Un'ampia tunica verde smeraldo, cangiante e cupa allo stesso tempo, sembrava voler mettere in guardia da ulteriori nuove lamentele. Come sarebbero state ricevute? Chi avrebbe vinto? La cordialità di sempre, l'irruenza del momento, o altro ancora? Un'espressione arcigna, e pensierosa. Che in fondo la soluzione fosse veramente a portata di mano? E poi l'imprevisto. Qualcuno alla porta. Chi poteva essere? Già problemi all'inizio dell'anno? O magari non erano obbligatoriamente problemi? Lo erano? Non lo erano? Lo sarebbero diventati? In potenza non potevano ancora esserlo. Quale processo alchemico avrebbe spinto a diventarlo? E se la reazione a catena non fosse avvenuta?


Avanti.

 
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view post Posted on 31/7/2015, 10:33
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Quando dall'interno udì una voce, Alice aprì dolcemente la porta, invitata ad entrare dal Professore stesso, che il quel momento sedeva dietro la cattedra del suo ufficio. Che fosse mai stizzito da questo colloquio privato che la giovane Corvonero gli aveva chiesto? Non era certo la prima che qualcuno lo faceva, forse temeva che iniziasse a diventare un evento abituale per tutti gli studenti. Che avesse peccato di arroganza supponendo che avesse del tempo da dedicarle? Poteva essere anche vero, ma lo era anche il fatto che davanti alla sua richiesta aveva accettato. Ma, forse, era solo un modo per non essere maleducati. Ecco, forse era quella la motivazione, aveva accettato solo per pura educazione, ed in quell'esatto momento Alice si sentì tremendamente imbarazzata, e decisamente di troppo in quella stanza. Cosa decisamente strana, poichè per quanto la riguardava era una specie di paradiso. Quando era entrata era rimasta stupefatta dalla moltitudine di libri e volumi che giacevano ordinati e perfettamente curati per tutti gli scaffali e mobili della stanza. Era la prima volta che ci metteva piede, non vi era mai entrata nei tre lunghi anni che aveva passato qui a scuola. Infondo, la ragazza supponeva fosse meglio così. Titubante fece qualche passo in avanti, mantenendo sempre il contatto fisico con la porta, a cui era ancora appoggiata. *Possibile che abbia scordato l'appuntamento?* pensò la Corvonero mentre con gli occhi cercava un qualsiasi segno di approvazione, o un invito a sedersi. Un altro passo in avanti ed Alice si stacco di poco dalla porta, portando le mani davanti a se, unite.
« Buonasera Professore, sono Alice Lastrange, Terzo Anno Corvonero. Le avevo chiesto un appuntamento privato per farle alcune domande inerenti alla sua materia, non so... se è un brutto momento posso ripassare un altra volta»
disse lei, nel modo più educato possibile, e, sotto un certo punto di vista, cercando di sembrare il più possibile sicura di se stessa.

 
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Ecco, era fatta ormai. Chiunque fosse, ormai era prossimo a palesarsi. Sempre che non perdesse l’impeto in quegli ultimi secondi residuali. Chi era? La ridda di possibili eventuali scommesse era già inesorabilmente partita. Chi poteva essere? Un collega era sempre da escludere, nonostante il madornale errore con il Collega venuto, anche se in fondo proprio Collega non poteva definirsi, risultava quasi folle ipotizzare che un ulteriore ne fosse venuto. Restava l’eterna disputa studentesca, certo, era verosimile fosse una donzella, per una semplice questione numerica, e probabilmente anche caratteriale. Quindi doveva attendersi una Studentessa del I Anno? Poteva essere, comunque dei primi Anni ancora una volta per semplici questioni statistiche, a logica era più verosimile a farsi avanti, e vincere le difficoltà iniziali fossero quelle più anziane, più avvezze ed esperte di quegli ambienti. Come quella Grifondoro, come si chiamava? Non era importante in quel momento. Sarebbe poi venuto a stretto giro la solita questione del nome. Con un po’ di fortuna si sarebbe potuto sperare si facesse avanti lei, nel qual caso il grosso sarebbe già stato fatto. Sicuramente un problema legato a qualche compito andato male? Quell’epidemia che sembrava falcidiare con regolarità le fila dei più e meno perseveranti? Era poi davvero quella la questione? O era solo un punto di scarso acume? Possibile? Erano tutti tonti, o c’era dell’altro sotto la superficie? Una generazione di tonti? Sembrava statisticamente quasi impossibile, com’era possibile in fondo, che gli individui di un’intera generazione fossero afflitti da una maledizione dei Numi? Di che peccato si erano andati macchiando nel corso dei loro pochi e brevi anni d’esistenza? Doveva esservi obbligatoriamente dell’altro, cosa fosse, era un’altra Storia. Ma ecco schiudersi l’uscio, una giovane Corvonero, con già alle spalle il II Anno. La conosceva, almeno di vista, era già qualcosa. In effetti l’appuntamento era stato puntualmente dimenticato, ma del resto non c’erano problemi al che avesse luogo. Erano lì entrambi, il The era praticamente pronto, che altro poteva servire? Un pubblico? Sarebbe potuto essere un problema, e piuttosto serio, che fine avessero fatto tutti era un mistero ma non era nulla di troppo irrinunciabile. Niente pubblico, e pace e bene. Sorrise alla Giovane, accennando con la pezza ancora in mano a farsi avanti. Avrebbe potuto tranquillamente proseguire in seguito.

Nient’affatto Mademoiselle Lastrange, prego, si accomodi. Effettivamente ero dimentico del nostro colloquio, ma come vede non c’è nulla che non possa attendere una mezz’ora. Posso offrirle qualcosa? Magari un The?

Tra rotacismi, ed inusuali pause tra una parola e l’altra, ancora una volta stava cominciando. Procedeva spedito, e pacato allo stesso tempo, circumnavigando l’immensa scrivania, ingombra di questo e quello, badando a dove mettesse i piedi, e guadagnando lesto il suo posto, dalla parte opposta. Tutto era pronto? Probabilmente sì.

 
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view post Posted on 13/8/2015, 09:53
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Sorridendo Alice lasciò la porta alle sue spalle, che aveva dolcemente richiuso poco prima. Sotto invito del professore scostò la sedia che era posta troppo vicina alla scrivania, e una volta che fu abbastanza distante Alice vi si sedette, praticamente al bordo, come spesso aveva il vizio di fare.
« Non si disturbi troppo professore »
disse inizialmente la Corvonero. Non voleva certo approfittare della sua ospitalità. Ma era anche vero che un buon The non si rifiuta mai, perciò aggiunse subito dopo: « Un the andrà benissimo »
In famiglia il the è una tradizione, sia da quando lei era piccola, tutti smettevano di fare qualsiasi cosa stessero facendo per prendere tutti insieme una buona tazza di The. Persino sua madre, che a stento lo sopportava, aveva iniziato a prendere questa occasione come un modo per stare tutti insieme, e per farlo sopportava anche il gusto di quella calda bevanda. Alice invece era cresciuta a pane e the, quando sua madre era via per lavoro sua nonna glielo preparava sempre. Anche lei, come sua mamma, inizialmente non lo amava granché, benchè fosse una nobildonna francese, una volta arrivata qui in Inghilterra doveva adattarsi a tutte le nobili tradizioni inglesi che aveva ereditato sposando suo nonno, e quindi anche la nobile tradizione del The. La famiglia Lastrange era, e lo è ancora, una delle più importanti casate inglesi, ed Alice aveva sempre accettato tutto questo di buon grado. Lei adorava tutte quelle festicciole in giardino, i bruch della Domenica, o le sontuose feste che si svolgevano nell'immenso Salone delle Feste della loro casa. Alexandra invece, sua madre, era di tutt'altro parere, si sentiva tremendamente a disagio, e a volte fingeva addirittura di star male, o di correre a lavoro pur di evitare tali eventi. Ma Alice la capiva, e la amava, dopo anni di odio tra lei e i suoi suoceri, tornare li come se nulla fosse, doveva essere davvero difficile.
Ma non era certo quello il momento per perdersi nelle mille vicissitudini che distinguevano ogni singolo membro della sua famiglia. Così Alice decise di ritornare con la testa esattamente dove doveva essere, ovvero nell'ufficio del Professor Peverell.

« Professore, le ho chiesto un appuntamento qui nel suo ufficio poichè, da un pò di tempo a questa parte, non faccio che tormentarmi con un personaggio storico che ho studiato nella sua materia. Ovviamente, prima di venire qui ho cercato moltissime informazioni in molti altri testi, ma mi piacerebbe ricevere un suo parere personale, se possibile » esordì la Corvonero.

 
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view post Posted on 25/8/2015, 14:17
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Certo, era dimentico di quell'ulteriore appuntamento, ma probabilmente non aveva mai saputo il perchè fosse richiesto. O forse no? Era anche quello un dato noto, pronto ad essere impiegato in una nuova inedita equazione, pronta a risolvere quell'eterno rompicapo intorno alla sua permanenza al Castello? Che l'avesse davvero scordato? Quanto sarebbe stato cortese, andarsene o far cercare il carteggio? Più banalmente avrebbe vuotato lei il sacco, evitandogli l'imbarazzo? Del resto, il problema era quello di sempre, gli anni passavano, ed era sempre più difficile, quanto inutile, ostinarsi a voler ricordare tutto. Figurarsi, non vi era mai riuscito nel fior fiore degli anni, perchè avrebbe dovuto cominciare improvvisamente? Non ne aveva nemmeno mai pagato lo scotto, sarebbe capitato? O tutto quello sarebbe stato pacificamente perdonato, un giorno, quando sarebbe stato troppo tardi, per qualunque altra cosa? La tendenza a favoleggiare stava divenendo di anno in anno sempre più marcata, sembrava sempre più impossibile, quanto improbabile, distaccarsene. Per poi chiedersi Cui prodest? Il gioco era quello, e tale sarebbe rimasto. Era inutile, quasi infantile, sperare ancora una volta nella Divina Provvidenza. Il dado era ormai tratto, era quello, e tale sarebbe rimasto ancora a lungo, quasi nei secoli? Ma c'era qualcos'altro di cui occuparsi in quel frangente. Un The sarebbe davvero andato benissimo!

Molto bene, allora un The.
Mi raccomando, parli chiaramente, o potrebbe essere... fraintesa!
Un The, e due di zucchero.


Il raffinato, ed insospettabile servizio blu e bianco cinese, poco distante, si animò. La teiera sbuffando prese a riempire una tazzina, già in movimento, con tanto di piattino, in direzione del primo grazioso cliente, inseguita a ruota dalla delicata zuccheriera, che mulinando un cucchiaino d'argento, sembrava ansiosa di portare a compimento il suo uffizio, stanca di quella forzosa quiescienza, stanca delle chiacchiere, ma obbediente agli ordini impartiti, almeno per quella volta. Compiaciuto, il Vecchio, sorvegliava l'operazione. Più d'un grattacapo, ne era già emerso! Insopportabile d'una zuccheriera. Era quasi giunta l'ora del The, o forse anche meno, il che non era di per sè comunque mai un male. Era la volta della Giovane. Giovani e The, un rapporto difficile? Cos'avrebbe deciso? Zucchero? Limone? Altro? Il Servizio era lì, in attesa, pronto anche a fraintenderla, come sempre.
Ed ecco che puntualmente l'ormai noto sacco, veniva svuotato.
L'aveva davvero saputo? O era qualcosa di tanto inedito, quanto prevedibile?
In fondo, non era plausibile una corsa all'inverosimile.
Presto o tardi sarebbero pur dovuti tornare sulla Terra.
Era quella l'occasione sperata? Predetta?
Un personaggio?
Una donna?


Ottimo, se l'abbiamo incontrato nel Corso della nostra Storia, immagino di poterla aiutare con una certa probabilità. O almeno in un certo qual senso. Se ha già condotto minuziose ricerche, probabilmente finirò con il ripeterle qualcosa di già sentito, ma mai dire mai.
Di chi stiamo parlando, dunque?

 
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view post Posted on 3/9/2015, 08:52
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Al tintinnio di tazzine e zuccheriere che si muovevano in direzione della scrivania del Professore, Alice iniziò a raccontare quali fossero i motivi che l'avevano condotta in quell'ufficio quel tardo pomeriggio, e mentre faceva ciò osservava il raffinato servizio da The che serviva diligentemente il suo proprietario, che poco prima aveva scandito chiaramente quali fossero i suoi desideri. Una volta servito fu il turno della giovane. *Fraintesa? In che modo potrebbero mai fraintendermi* si chiese tra se la giovane, che in quel momento non riusciva a capire in che modo potesse peccare di incomprensibilità o di ambiguità. Nonostante ciò, per precauzione, scandì chiaramente il suo ordine al meraviglioso servizio color blu e bianco, che giaceva in attesa:
« Un The, e una zolletta di zucchero»
come da sempre era solita prendere.
In attesa della sua ordinazione, se così si poteva chiamare, la ragazza iniziò a intraprendere il discorso che aveva iniziato poco prima, impaziente più che mai:

« Le sto parlando di Lady Morgana, professore» annunciò in primis la Corvonero, per poi continuare dicendo
« Come lei ben saprà è stata una donna leggendaria, e come lei stesso ci ha spiegato il primo essere umano a utilizzare la Magia Oscura. Ma la mia domanda, o meglio, i miei dubbi, si riversano su un altro fronte. Come può una sola donna racchiudere e creare un tale potere? Ma soprattutto, possibile che l'odio e il rancore possano far in modo che venga utilizzato solo e soltanto per atti di tale natura? »

Forse la sua mentalità era intaccata dal suo essere buona, ma la Corvonero non riusciva proprio a capire, il potere era, lo è tuttora, e sarà sempre l'elemento alla base di qualsiasi cosa. Basta solo capire in che modo usarlo, ma è possibile capirlo?

 
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view post Posted on 5/9/2015, 12:30
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Ormai era fatta.
Il momento fatidico era sempre più prossimo, e mentre già la Zuccheriera si affannava già intorno alla tazzina, ecco piovere dal cielo la richiesta della giovane ospite. Tutto procedeva secondo quanto preventivato, tutto secondo il programma, e tale sarebbe anche rimasto? Di cosa avrebbe voluto mai discutere? Il candidato ideale era quasi sempre Merlino, i giovani Maghi ne subivano ancora l'influsso, lo avvertivano presente, notevole, imprescindibile. C'erano poi le Streghe, più vogliose di conoscere Morgana, un approccio diverso, un'altra Storia, ma non troppo differente. Rigirando pensieroso il cucchiaino nel liquido ambrato, meditabondo proseguiva tranquillo, assorto. Quell'operazione meccanica, tanto usuale, quanto famigliare, non richiedeva più particolari meditazioni, aveva un che di automatico, un riflesso puro e semplice. Ed ecco la Zuccheriera correre dall'altro lato del tavolo, inseguendo la collega di un'esistenza, affannandosi intorno ad una nuova tazzina, mulinando il cucchiaino. Qual fosse il tasso di conversione tra zollette, e cucchiaini, non doveva essere qualcosa di così incredibilmente scontato. Dopo i primi, ne aggiunse un terzo, e di sottecchi un quarto, incerta se procedere ad un quinto. Troppo? Troppo poco? Abbastanza? Pensierosa, agitando il cucchiaino, afflitta da quel dubbio metodico, e sistematico, non riusciva a decidersi se andare avanti, o smettere. Ed il suo tiranno non sembrava prestarci troppa attenzione, un po' come la giovane ospite, o forse no?
Morgana, era il momento di Morgana.
Nulla di eccessivamente strambo.
Tutta una questione di definizioni.
Ricominciava il gioco.
La solita Storia?


Vede, probabilmente dobbiamo fare un passo indietro. Come spesso accade è tutta una questione di definizioni, in secondo luogo lei, ed i suoi colleghi del II Anno siete ancora comprensibilmente inesperti in molti ambiti, ed è consigliabile evitare nuova confusione, laddove possibile. Mi segue? Quanto abbiamo avuto modo di discutere a lezione, è frutto dell'incontro di esigenze della Scuola, del Ministero, vostre, ed in ultimo anche mie. Come avremmo avuto modo di discutere la prima lezione, del I Anno, in realtà, bollare come oscuro qualcosa è un processo che per quanto istintivo, il più delle volte non ha nulla di intelligente, o istruttivo. Anche il più innocuo degli incantesimi può essere il più oscuro, e la più terribile delle maledizioni non esserlo. Quale crede che sia il discriminante tra l'uno, e l'altra? Il che ci riporta inevitabilmente all'origine di ogni domanda: cos'è la Magia? Ha una buona risposta a queste due domande? A seconda delle risposte, tutto è destinato a cambiare, così come a seconda delle domande che si pone, troverà risposte incredibilmente differenti. Il che non significa matematicamente che le une siano migliori delle altre, o che esista sempre una risposta corretta, esclusiva di tutte le altre, ma solo che siano differenti.

Vortici di vapore, ed essenza, si levavano vorticosi dalla cheta superficie ambrata.
Tra un rotacismo, ed un improbabile vocalismo, proseguiva.
Un sorriso, un leggero accenno qua.
Un dito ammonitore là.
Business as usual.

 
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view post Posted on 9/9/2015, 08:52
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Diligente, il servizio di porcellana iniziò a preparare quello che la Corvonero aveva appena richiesto loro, e come avevano fatto con il loro proprietario poco prima, in poco tempo una piccola tazzina di porcellana era stata riempita da un iperattiva teiera. Teiera seguita da una zuccheriera, e a sua volta seguita da un cucchiaino alla ricerca di qualcosa da fare. Le sue ultime parole furono in completa sincronia con la preparazione del tanto agognato Tè, che ora mescolava lentamente ascoltando le parole del professore. All'interno vi era stata inserita una sola zolletta di zucchero, come da lei richiesto, e mentre piano si scioglieva, Alice ascoltava attentamente quello che il professore le stava dicendo. Parole ben studiate, sapienti, in cui perdersi ore ed ore. Seguiva attentamente il discorso che le stava facendo, riflettendo a ripensando a quello che già sapeva. Annuì leggermente all'interlocutore dinanzi a lei quando si fermò per porle la prima domanda. Seguiva attentamente senza perdersi nemmeno una parola. Due domande le erano state poste, e mentre Alice rifletteva iniziò ad intraprendere una specie di risposta mista di pensieri e parole.
« Se non ho compreso male le sue parole, a mio parere la differenzia sostanziale tra i due esempi che mi ha appena fatto è lo spirito con il quale i due tipi di incantesimi sono castati, o meglio, il motivo per il quale il mago o la strega li esegue. Non so, sarebbe un pò come dire che, anche un comune schiantesimo, se eseguito con l'intento di fare del male o di creare dolore fine a se stesso, può essere definito magia oscura, giusto? E che di conseguenza una maledizione fatta per, non saprei, difendere qualcuno (?) può essere vista come incantesimo buono? » il ragionamento non convinceva a pieno la giovane, avrebbe aspettato con ansia il responso del professore dinanzi a lei; ma prima c'era un altra domanda a cui rispondere, una domanda all'apparenza semplice: "Cos'è la Magia?"
« Infondo la Magia è tutto quel potere che ci permette di controllare la natura, cose, animali, elementi, persone persino; tutto sta nel "come" lo facciamo, ma a questo punto mi sentirei di aggiungerci anche nel "perchè" lo facciamo»

 
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view post Posted on 19/9/2015, 17:59
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Sorseggiava senza fretta il liquido ambrato, quando la Giovane riprese. Morgana era sempre lì, pronta, con tutti i suoi dubbi, e con poche certezze. Eppure, lì sarebbe rimasta. C'era una qualche soluzione all'arcano? Era davvero una domanda? Aveva davvero inventato qualcosa? La Bath raccontava fandonie? Poteva essere tutto semplificato e ricondotto a quel dato banale? Se così era, perché la Bath aveva sbagliato? L'avrebbe rifatto? Era un errore sistematico, o semplicemente casuale? Poteva essere facilmente risolto? Mentre si svelava la prima domanda, già la Giovane iniziava, diretta alla seconda. Avrebbe risposto? Era convinta della risposta? Non lo era? Lo sarebbe stata? Poteva succedere, in fondo. Nulla di troppo sconvolgente. Che non vi avesse mai pensato? Che in troppi raccontassero troppe fandonie? Perché lo facevano? Ne erano consapevoli? Sorrise alla giovane, mentre tornava a tacere, e la tazza di The tornava mansueta sul suo piattino. Che fosse tempo di proseguire in una qualche maniera? In fondo, in un qualche modo sarebbe stato inesorabile la necessità di farlo. Poteva esserci una ragionevole soluzione all'arcano? Vi sarebbe arrivata? Vi sarebbero dovuti arrivare?
La Magia era potere.
Sarebbe continuata ad esserlo.
Ed era già qualcosa.


Per quanto non si sia convinta della bontà di quanto vada dicendo, temo si sia già in buona sostanza risposta. Se è vero, come viene abitualmente ritenuto, che la Magia sia potere, e che quindi sia composta di questo stesso potere, le risulterà allora evidente che l'elemento base di un incantesimo sia lo stesso per ogni altro, no? Se la Magia è potere, nel senso di energia, allora sia lo schiantesimo, che la maledizione saranno essenzialmente composti da energia, e l'energia è neutra. L'aspetto qualificante è il potere, come potrebbe questo cambiare di natura in base semplicemente allo scopo di un incantesimo? Sarebbe come sostenere che un Assassino non sia umano, in quanto Assassino, o che un Mago ed un Babbano non siano entrambi umani, per via della Magia. Lo troverebbe possibile? Del resto, se qualcuno dovesse chiederle tutte le differenze tra Arti Oscure, e Chiare, cosa gli risponderebbe?

Quante differenze era possibile rintracciare tra una maledizione, ed un incantesimo? E tra un incantesimo, ed un altro incantesimo? Qualcosa di veramente pregnante si annidava nei meandri della Teoria, o semplicemente la soluzione era triviale? C'erano prove che dimostrassero il contrario? O non c'erano?

Altra questione è se effettivamente tale potere sia del Mago, nel Mago, o della Magia, e nella Magia. Fatto 100 il potere che potremmo arbitrariamente assegnare ad un incantesimo, in quali proporzioni Magia e Mago contribuirebbero al risultato? Nelle stesse proporzioni? Crede che vi sia un buon modo per determinarlo? O è tutto un Atto di Fede?

E Morgana?
La risposta era lì.
Terribilmente vicina.

 
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view post Posted on 3/10/2015, 10:38
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Quante nozioni fluivano qua e la nella sua mente, il ragionamento che aveva fatto non era del tutto sbagliato ma non era semplice da spiegare. Mentre parlava la Corvonero osservava il suo professore sorseggiare la sua tazza di the, che lei stringeva ancora tra le mani, e che ancora non aveva assaggiato. Ne bevve un piccolo sorso ascoltando attentamente quello che il il professor Peverell le stava dicendo. Domande, quante domande possono nascere da un argomento all'apparenza così banale. Alice era emozionata, adorava scoprire e imparare cose oltre alle semplici basi o lezioni che le venivano "imposte".
« A questo punto mi verrebbe da dire che non è sempre facile distinguerne le differenze » rispose inizialmente Alice alla domanda che il professore le aveva appena rivolto « Solitamente si pensa che le Arti Oscure siano l'insieme di tutti quegli incantesimi malvagi, mentre quelle Chiare ovviamente comprendono tutto quella magia buona. Ma come ha detto lei stesso la magia è neutra, o meglio, il potere, ciò che è l'incantesimo in sè, è neutro. Ora come ora mi sentirei di direi che le Arti Oscure non sono altro che le azioni, incantesimi o pozioni, che svolge un mago Oscuro, con la sola intenzione di fare del male. E che di conseguenza tutto quello che definiamo Arti Chiare è tutto il buono, o almeno tutto ciò che non fa del male a nessuno »
Quando la corvonero finì di esporre la sua risposta, subito ritornò a bere il suo the, delizioso, quasi quanto quello di casa. Ipotesi, supposizioni, tutto era vivo in quella stanza, e come il profumo che proveniva dalla teiera, e dalle due tazze ancora piene, Alice veniva circondata da questo turbinio di sensazioni.
« Le rispondo francamente, professore » disse infine la giovane dopo le ultime domande che le erano state fatte « Credo che sia tutto un atto di fede, ogni mago è diverso dall'altro, ognuno ha le proprie caratteristiche predominanti, come si potrebbe mai determinare una cosa del genere, date le infinite versioni di magia che esiste al mondo? La magia si presenta e basta, a volte tramandata da generazioni, altre volte inaspettatamente, sta a noi capire come usarla. »

 
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view post Posted on 24/10/2015, 15:15
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Le differenze.
Esistevano davvero?
O era tutta un'invenzione?
C'era alla base di tutto un imbroglio?
E chi l'aveva ordito, con quali eventuali finalità?
Assurdo? Impensabile? Incredibile? Inutile? Folle?
Qual era la risposta a tutta quella Storia? Esisteva davvero?
O era semplicemente e banalmente un Atto di Fede, ed arrivederci?
Come avrebbero potuto scoprirlo, era un'altra Storia, non vi sarebbero probabilmente mai arrivati, forse non contava nemmeno, semplicemente erano liberi di farsi una propria opinione, e tenerla da parte sino a quando l'intero sistema non avrebbe spinto verso l'impossibilità teorica della stessa, così da doverla scartare, in favore di una nuova brillante teoria. E così in avanti, galoppando follemente verso quello che era destinato a diventare il loro futuro. Quale sarebbe stata la fine? Ci sarebbe stata? La Storia aveva fine? Non l'aveva? Perchè? Da quale punto di vista? Ce ne sarebbe mai stato uno migliore di tutti gli altri? Il sapere assoluto, la Verità, l'avrebbero scoperta senza possibilità di smentita? Le Arti Oscure esistevano davvero? E di converso quelle Chiare? Era davvero possibile? Era tutto così semplice, o così complesso?
Un sorriso al The, uno alla Giovane, e via.
Ne sarebbero usciti?


Vede, ovviamente lei è libera di credere in quello che preferisce, credere di per sè è sempre un Atto di Fede. Ma personalmente reputo questa distinzione sufficientemente stupida, da non essere presa veramente sul serio, come forse saprà è una distinzione abbastanza recente, frutto della morale della nostra epoca. Processo che in realtà ha anche avuto serie ripercussioni sui nostri programmi scolastici. Se concorda con me nell'individuare un principio univoco del Potere, che è la Magia, e se concorda con me anche sul fatto che siano solo le intenzioni a qualificare tale distinzione, non potrà che convenire circa la stupidità della stessa. Semplice logica. Ma può comunque essere tranquilla, continuando ad operare la distinzione, in fondo quando la maggioranza concorda con noi, i nostri errori son destinati ad uscirne giustificati, almeno per diverso tempo. Il che, ci tengo a rassicurarla, non fa di me un temibile Mago Oscuro, ma semplicemente una persona in là con gli anni.

Non c'era cattiveria, nel discorso.
Procedeva tranquillo, sorridendo gaio.
DI qualcosa che evidentemente era solito trattare.
In fondo, i problemi con cui si era chiamati a confrontarsi, eran quelli.
Come in un labirinto, senza uscita, sempre quelli, e tali sarebbero stati.


In effetti ha ragione, ma anche in questo caso le dirò come la penso, il che potrebbe portarci a concludere il ragionamento, e risponderle. La Magia è il vero potere, e sin qui nessun problema. La differenza tra Maghi e non Maghi è proprio la capacità di interagirvi. I Maghi secondo molte culture sono esseri superiori agli altri proprio per questa capacità. Personalmente non lo credo, alcune delle persone più intelligenti che ho avuto l'onore di conoscere sono non Maghi. I Maghi hanno semplicemente una piccola scintilla di Vita in più rispetto agli altri esseri umani, una scintilla che altro non è che Magia. Liberandola danno il via al processo, dando luogo ad uno dei tanti incantesimi che ha imparato a conoscere. In realtà però il lavoro sporco è Magia stessa a farlo, compiendo azioni che per noi sarebbero altrimenti impensabili. Il nostro contributo in termini di potere all'intera questione è infinitesimale, e la dimostrazione è semplice. Al termine di una lezione di Trasfigurazione è particolarmente più spossata che non una di Pozioni? Fare incantesimi è più spossante che non fare manualmente le stesse cose? Il che ci riporta a Morgana, Morgana non aveva nessun potere particolarmente forte, nel senso più stretto del termine, e probabilmente non ha nemmeno inventato nulla. Aveva semplicemente delle conoscenze più sviluppate di altri, che l'hanno portata a riscoprire incanti orbati. Come crede che facesse un Mago del 2000 A.C. ad eliminare un avversario? E la tortura? Quanto è sostenibile che Morgana sia davvero la fautrice di tali maledizioni? Perchè avrebbe dovuto scomodare una parola aramaica? Ci ha mai pensato?

Un'altra lunga sequela di domande.
Soddisfatto tornò al The.
Una certezza.

 
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view post Posted on 9/11/2015, 11:55
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Alice ci aveva pensato moltissimo in realtà, Morgana era stata nella sua testa per mesi, e cercare informazioni su di lei era stato una delle cose primarie da fare. Si era chiesta molte volte quello che il professore le aveva appena chiesto, infondo la società magica esisteva da prima di Morgana, possibile che nessun uomo o donna che sia abbia mai fatto del male ad un altro attraverso la magia? Era per questo che era venuta proprio dal professor Peverell quel giorno, c'erano troppe cose senza senso, di cui puoi trovare una soluzione solo se ci rifletti con qualcuno, e se quel qualcuno è un professore di Storia ben venga. « E' questo che non riesco a capire, era Morgana ad essere troppo potente e quindi capace addirittura di sviluppare una nuova forma di Magia? O era un qualcosa che esisteva già, magari conosciuto da quei pochi maghi che volevano impossessarsene. Infondo Morgana la possiamo collocare verso il 500 d.C., possibile che nessun essere umano abbia mai ucciso attraverso la Magia? O comunque usato la stessa magia contro natura. L'indole umana è sempre stata buona, ma nei secoli si è sempre letto di grandi malvagi, ogni storia ne ha uno collocato nei secoli, come possiamo che credere che Morgana sia stata la prima? Che sia stata utilizzata più come un simbolo di inizio, che come un vero e proprio fatto storico? »chiese infine titubante « Mi spiego meglio. E' possibile che sia tutto inventato, che sia stata tramandata questa leggenda per secoli, per il solo scopo di mettere in piena luce tutto quello che di malvagio poteva nascere dalla Magia? Quasi a voler aprire gli occhi alla gente, un nemico invisibile è il nemico più temibile, perchè non sai come affrontarlo poichè non sai della sua esistenza »
La corvonero non sapeva se quello che stava dicendo era molto sensato, ma stava facendo ragionare il suo cervello, mettendo insieme tutto quello che era uscito fuori da quella discussione al sapore di tè inglese. Alice stringeva tra le mani la calda tazzina, che conteneva ancora qualche altro sorso di quella bevanda ambrata. Ne bevve un altro sorso e lo ripoggiò sulla scrivania. « Molti libri sui quali ho cercato informazioni riportano date, eventi, parlano della storia di questa donna, ma, come le ho detto all'inizio della nostra discussione, può una donna avere tutto quel potere? E se non fosse del tutto vero quello che abbiamo scoperto da queste fonti, nessuno potrà davvero scoprire la realtà dei fatti, o sbaglio? » la ragazza si fermò nuovamente, per poi aggiungere solo un altra cosa: « Come si suol dire di un imputato, innocente fino a prova contraria, o in questo caso, colpevole »

 
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view post Posted on 19/4/2016, 21:59
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Morgana.
Era sempre lì, in attesa di un cenno.
E lì sarebbe anche rimasta? Come avrebbero potuto svelare il mistero? Che margine vi sarebbe stato? Ma era davvero un mistero? Un semplice segreto? E di pulcinella? C'era dietrologia in tutta quella Storia? Era semplicemente frutto di un equivoco? Chi l'aveva messa in giro. Interrogativi che si alimentavano di loro stessi, dando origine a un vero e proprio dilemma, un amletico dubbio che non si sarebbe dovuto porre nemmeno in origine. Quanto era plausibile il solo congetturarlo? Da quanti anni non veniva più creato un incantesimo? Perché Morgana avrebbe dovuto costituire un'eccezione? Qual era la soluzione a quel quadro sempre più ingarbugliato? Erano lì, il tempo trascorreva, era già ora di un sorso di The. Le dita lunghe e affusolate che calavano sulla tazza, il liquido improvvisamente vorticoso sembrava quasi restio, scalciante a presentarsi così improvvisamente al suo fato ineluttabile. Venire ingollato, da un Vecchio, non l'aveva considerato. Eppure, era già capitato.
Un sorriso soddisfatto, mentre la tazza tornava a far coppia con il piattino, e già Lui si preparava a proseguire, lancia in resta, in quella Crociata. Perché era una crociata, lo era, o forse lo sarebbe divenuta? La soluzione c'era, era a portata di mano, perché non coglierla. Vivere nel dubbio, o nella certezza? Poteva fare la differenza. Chi ne avrebbe anche beneficiato? In primo luogo la giovane Corvonero.


Capisco il suo punto di vista Mademoiselle Lastrange, ha perfettamente ragione, in apparenza potrebbe essere un Mistero, ma non ne sarei così convinto. Il più delle volte la soluzione più semplice, è anche la più veritiera, non è quindi il caso di scomporsi. E mi fa piacere che concordi con me nel ritenere altamente improbabile che per migliaia di anni non si fosse già pensato a come farlo, sarebbe indubbiamente strano. Quindi, quale soluzione al nostro apparente mistero? Per come la vedo, e non è detto che sia vero, ma solo altamente probabile, Morgana non ha sicuramente forgiato le Tre Maledizioni, come molto probabilmente nessun altro incantesimo. Ciò non la rende meno notevole ai nostri occhi, giusto? Probabilmente quale strega molto versata nelle Arti Magiche, in un periodo di stravolgimenti storici di primo rilievo, è stata ricordata nelle cronache attribuendole conoscenze che erano andate perdute, per ragioni del tutto comprensibili. Come forse saprà le Maledizioni senza perdono, al netto dello strascico penale che oggi possono vantare, come molti altri incantesimi non sono alla portata di tutti, e in un mondo quasi privo di bacchette, e una vera istruzione, maledire senza maledirsi poteva essere considerata un'impresa notevole. Mi segue?
Questa è solo una spiegazione parziale, e possibile, che ha lo svantaggio certo di smentire una teoria, ma allo stesso tempo di essere più realistica e semplice, considerato il contesto. Eppure potrebbero essercene molte altre, non crede? Vuole fare un tentativo anche lei?


Così come aveva esordito, tornò soave al silenzio.
Come un'orchestra esperta, e ben organizzata, quella gestualità pronunciata, quel dinamismo pur fermo nell'immobilità di quella cornice, e quello sguardo argenteo erano improvvisamente tornati a tacere. La quiete prima della tempesta, o semplicemente un altro momento dove tornare a riprendere fiato. In fondo, gli anni dovevano pesare a tutti, che fossero poche decadi, o qualche centinaio. Ma svelare arcani non era ancora impossibile, avrebbero continuato a farlo come sempre, certi della comprensione di quel Qualcuno più in alto, che si burlava di loro.

 
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view post Posted on 20/7/2016, 18:36
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Non sapeva se sentirsi delusa o appagata per quella che poteva essere una specie di soluzione al dubbio che da giorni la stava affliggendo. Delusa poiché infondo sperava che una donna così potente fosse stata capace di sconvolgere la storia, anche se negativamente parlando. Ovviamente erano tutte teorie, questo è vero, nessuno poteva confermare ne la sua teoria, ne quella del professore, poiché come lui stesso aveva detto ce ne potrebbero essere tantissime. Lei in quel momento non sapeva esattamente che pensare.
«Penso che alla fine dei fatti Morgana avesse comunque una base e delle conoscenze molto ampie, sempre rispetto ai livelli dell'epoca, ovviamente. Quindi potrebbe essere semplicemente una donna molto talentuosa che ha riscoperto questi incantesimi e ha saputi metterli in pratica. O magari che, partendo da una base, sia riuscita a creare quelli che sono gli incantesimi oscuri che noi conosciamo. Come ha detto lei, le teorie potrebbero essere infinite, purtroppo nessuno di noi potrebbe essere sicuro al cento per cento di quello che sia successo.» disse sconsolata la ragazza. Quello era uno dei motivi per cui la Storia la lasciava incompleta, gli eventi che erano accaduti e i motivi per i quali li stessi si erano compiuti era quello che più la emozionavano. Il processo per il quale una determinata azione era successa, però il problema principale era che molto spesso questo processo era fittizio e basato su prove che qualcuno aveva dato, ma si poteva sempre dare fiducia a queste prove?
In questo caso proprio no.
«Mi piacerebbe pensare che lei stessa abbia trasformato un qualcosa in quello che è adesso, non che sia una buona cosa, alla fine sono convinta che se non fosse stata lei, o se non lo è stata affatto, qualcun'altro lo ha fatto, prima o poi i maghi avrebbero trovato un modo per uccidersi a vicenda con la magia, o farsi comunque del male. »
Gli eventi che stavano accadendo proprio in quel periodo ne erano la prova vivente, il male è sempre esistito e esiterà sempre, e se non ci fosse stato Colui-che.non-deve-essere-nominato, ce ne sarebbe stato un altro.

«Troppi dubbi, pagherei per tornare indietro nel tempo e scoprire quello che è accaduto in realtà. Diamo sempre molta fiducia a quello che ci è stato trascritto, non le è mai venuto il dubbio che sia tutto ciò che ci è stato riportato sia solo una versione fantasiosa? Finestre sul passato, ecco cosa ci vorrebbe» concluse poi la ragazza, sperando di non essere sembrata stupida agli occhi del professore. Ma era davvero così stupido come desiderio? Per alcuni forse si, per lei sicuramente no.

 
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17 replies since 14/7/2015, 09:49   262 views
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