| Era passato un bel annetto da quando si era accanita sullo studio per compensare quelle due settimane di nullafacenza, depressione, sfiducia in se stessa e abbattimento generale. Quasi aveva pensato di lasciare il castello, tornare tra i babbani e ricominciare con quella vita fatta di nozioni noiose ma prive di figuracce. Se era riuscita a diventare una lettrice accanita di volumi scritti per studenti di secoli prima, non era più assurda l'idea di diventare una studentessa babbana quasi decente. I libri per i ragazzini non maghi erano molto più semplici, trattavano cose normali, per lei noiose e che non necessitavano di ricerche extra, non l'avevano mai stimolata. Tuttavia, a parte qualche voto più basso rispetto alla media della classe, non si era mai mostrata impaurita, incapace di far altro che seguire gli altri, un'inetta insomma. Dall'alto della sua bambocciosità, non aveva capito che era l'inesperienza nei fallimenti ad aver permesso quei tentennamenti, non certo una qualche sorta di inferiorità rispetto a dei maghi che erano ovviamente più capaci grazie agli anni di studi che li separavano. Quella, però, era acqua passata e tra amicizie, belle esperienze e un ambiente decisamente migliore rispetto a quello che l'attendeva a Caernarfon, quell'idea da pessimista senza speranza alcuna le era già passata di testa. Aveva conosciuto creature e individui strani, curiosi e incredibilmente interessanti ed era orgogliosa di esser rimasta e aver ripreso il controllo. Lo sbollire la frustrazione al Testa di Porco e i risultati scolastici l'avevano fatta tornare quella di sempre, anche se più testarda e decisa a migliorarsi, il che non era poi un male, anche se a volte esagerava con le sue solite ricerche diventando un tutt'uno coi tomi scolastici o finendo sommersa da montagne cartacee che trattavano gli argomenti più disparati. Spogliata la divisa, aveva indossato un normalissimo jeans nero, i soliti anfibi, una canotta bianca a caso e una felpa verde scuro con una scritta bianca stramba, che non aveva compreso ma era felice di indossare perché l'aveva "presa in prestito" dall'armadio del padre. Secondo i suoi racconti, la indossava durante i raduni con degli ex compagni di classe, dove giocavano a carte collezionabili a tema fantasy. Solitamente vinceva portando a casa gadget vari, come quell'indumento. Tutte le belle storielle non le spiegavano il senso di quella frase: "I maghi hanno due bacchette. Hai ancora dubbi sulla loro superiorità?" Ok, lui di solito muoveva un mazzo pieno di maghi inventati e dai poteri assurdi ma ciò non le spiegava un bel niente. Aveva rinunciato a sistemarsi i capelli, che quel giorno sembravano più vivi del solito e pretendevano di rimanere spettinati. Ormai erano una causa persa, così non le rimase che prendere la sua borsa ed avviarsi verso il pub per il turno serale. A dopo Mordicchio, non ammazzare nessun gufo, non mi va di fingere dispiacere coi padroni. Salutato il Kneazle, che aveva risposto con un miagolio (che capivano solo loro due), si era avviata fuori dal dormitorio. La sacca verde era finita sul lato destro, così da avere la parte finale del randello esposta quel tanto che le bastava per appoggiarci la mano dominante. Le dava una sorta di sicurezza, non che avesse paura di uscire dalle mura ma era quasi un antistress e le ricordava il suo primo successo in battaglia, manco fosse un veterano. Lasciamogli qualcosa di cui andar fiera, da depressona è insopportabile. Un passo che percorreva quel tratto tra scuola e villaggio quasi in modo autonomo, ormai quella strada la sapeva a memoria e sembrava sempre meno lunga. Una passeggiata tranquilla e rilassante che la condusse davanti al pub prima del solito. Decise quindi di tirar dritto per osservare un po' le vetrine. Conosceva benissimo anche quelle ma ogni volta trovava qualcosa di nuovo che la incuriosiva. Finì di fronte al BiblioMagic, un negozio di libri che aveva già visitato lasciandoci una manciata di Galeoni. Un posto strano dove erano custoditi certi elementi che per lei non erano totalmente legali. Insomma, aveva preso senza tanti problemi un volume in cui erano custodite le istruzioni per il Monstrum, un incanto che tanti dicevano essere puramente un'invenzione per mettere paura ai bambini, altri qualcosa di proibito o pericoloso, alcuni rimanevano con lo sguardo perso per poi rispondere di non averne mai sentito parlare. Al ricordo, recentissimo, di quella scoperta, la mano le era finita sulla bacchetta custodita nella tasca destra dei pantaloni. Chissà se a furia di esercitarsi sarebbe riuscita ad evocare dei veri demoni in miniatura? Magari trovava qualcosa di nuovo, così decise di fare il suo ingresso, salutando con un gesto della mano sinistra l'addetto alle vendite per poi proseguire verso gli scaffali meno in vista, da quelle parti c'erano sempre titoli bizzarri. Costava tutto decisamente troppo e non aveva idea di cosa fossero certi tipi di trasfigurazione, solo accennati l'anno prima. Era meglio non scherzare col fuoco... come no, ad aver abbastanza denaro avrebbe preso tutto finendo magari arrosto nel tentativo di sperimentare qualcosa non alla sua portata. Superata una figura maschile, finì per condividerne la corsia, non era da lei disturbare le persone, quindi si mantenne ad una distanza tale da non violarne la zona vitale, finendo per guardare qualche volume dal titolo bizzarro. Libri pelosi sui mostri, altri dalla copertina bucherellata sulle malattie... era meglio terminare la lettura di quella pila immensa che occupava il suo comodino. Però... già che c'era, le sarebbe tornato utile qualcosa sulla mitologia norrena, la sua nuovissima fissa che quasi le stava facendo accantonare gli studi talmente l'aveva presa. Qualcosa sulle rune? No, le avrebbe studiate l'anno successivo era meglio non incasinarsi... Sospirò leggermente spostandosi i capelli dalla fronte (un gesto inutile visto che le ciocche tornarono subito al loro posto) ma che l'aiutava a pensare o a scaricare la tensione. *Forse è meglio tornare più avanti. *
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