As my wife command, w/ versus only || Biblio Magic

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view post Posted on 17/7/2015, 22:52
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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▲ BiblioMagic | Hogsmeade | Mood: mia moglie mi sfascia | Time: Afternoon ▼
Keiko Spencer-Churchill

Nella piccola piazzuola all'interno del villaggio di Hogsmeade, il placido silenzio estivo venne spezzato da un sonoro CRACK al quale venne accompagnata la comparsa di un ragazzo, la cui smaterializzazione viene conclusa con una mezza rotazione del corpo.
Un ragazzo? No, no fermi tutti. Fate zoom con quell'obbiettivo!
Ecco, appunto! Non è un ragazzo, idiota, è una femmina e anche abbastanza grandicella rispetto alla normale media di visitatori che camminano per le strade di Hogsmeade.
Si aggiusta la cravatta, lei, raddrizzando il nodo piccolo con le dita. Passa poi in rassegna su colletto, gilet, pantaloni e soprabito.
Tutto sembra apposto, non si è spaccata, i suoi abiti non si sono spiegazzati troppo.
Per sicurezza le mani andrebbero sui capelli, tastando l'accennato ciuffo all'estremità della capigliatura "pixie".
Annuisce, soddisfatta e poi comincia a muovere qualche passo verso destra, percorrendo con passi lenti il lastricato di pietra chiara.
Come già intuibile la figura di cui stiamo parlando veste con abiti decisamente poco consoni, per la comune concezione sociale, al suo genere. Ma beh, diciamo pure senza troppa umiltà che finché li sai portare con disinvoltura come fa lei, non ci fai nemmeno tanto caso che sia una donna, o almeno, se lo pensi .. li porta bene, no?
I tratti orientali, poi, nella sua morbidezza tendono a rendere natualmente più giovane il suo aspetto, facendola passare per una qualche anno più piccola, sebbene il portamento e il modo di parlare, poi, faranno intendere il perfetto contrario.
Ammettiamo senza problematiche e imbarazzo che ci commuove parlare di lei dopo tutto questo tempo.
Non v'è più la traumatizzata e impaurita ragazzina, imbandita di spille e con troppe responsabilità "da grandi" a interessarci, oh no! C'è Keiko Kuroame, prossima Spencer-Churchill, una moglie impegnata nel mondo del lavoro, autoritaria anche peggio di prima e incredibilmente più matura, pronta a sostenere battaglie finalmente alla sua portata di mano.
Una donna grande, forte, che con la sua bacchetta -attualmente riposta nella tasca interna del soprabito- potrebbe piegare a lei i più grandi ma-
"Isidore è stata molto chiara se torno a casa prima delle sei mi spezza in due".
Taglia! Ferma un attimo. Dobbiamo ricucire il copione qua e là.
[...]
Sì, dicevo! Capace di piegare a lei i più grandi maghi del suo tempo, ma.. a scappare quando sua moglie ha una crisi d'ispirazione artistica e ti caccia fuori dalla casa tua, che hai comprato tu, con i tuoi soldi.
Aaah.. l'amour! ~
Questo spiega perché non sia comodamente seduta sulla poltrona di casa, intenta a leggere qualche romanzo, o un qualche manuale. Oh no, niente di tutto questo, ci mancherebbe. Deve fare una passeggiata a forza per motivi logicamente inesistenti, solo per far piacere alla moglie.
Sospira pesantemente, prima di sentirla borbottare a voce bassa un.
- Un anno e mezzo di matrimonio e guarda te.-
Le mani affondano nelle tasche della giacca nera leggera, che va dilungandosi fino all'altezza dei glutei.
Il tono di voce è cambiato rispetto all'ultima volta in cui abbiamo avuto il piacere di descriverlo.
E' decisamente più basso, caratterizzato da una tendenza all'irrochirsi quando si esprime così a bassa voce. Decisamente qualcosa che non sembra corrispondere a primo acchitto con il suo aspetto, quanto con la sua personalità.
Le scarpe eleganti, dal tacco basso, creano un suono leggero, un ticchiettio che scandisce ogni suo movimento e che varia a seconda del peso del passo. Questo è rigido e pesante, come in una camminate marziale, tanto è composta.
Quando il rumore cessa è perché si trova davanti al negozio di libri "BiblioMagic", vi sosta davanti, contemplando l'ingresso e l'insegna lignea, prima di vederla decidere di muovere qualche passo als uo interno.
Lo stipite cozza contro un campanellino magico, sospeso a pochi centimetri dal soffitto, disperdendo un rumore cristallino che annuncia il suo ingresso. Lo sguardo si porterebbe verso l'uomo dietro il bancone, facendovi un cenno del capo in un cortese quanto silenzioso gesto di saluto.
- Buonpomeriggio.-
Beh se non può leggere nel salotto di casa sua, può provare a leggere qualcosa in un negozio di libri, no?
Comincia a camminare dunque, guardandosi intorno.
"Non vengo qui dai tempi di Hogwarts, per la barba di merlino Tutto uguale."

Uno dei miei compiti in quanto scrittore è quello di assalire le vostre emozioni e forse di aggredirvi – e per far questo uso tutti gli strumenti disponibili. Forse sarà per spaventarvi a morte, ma potrebbe anche essere per prendervi in modo più subdolo, per farvi sentire tristi. Riuscire a farvi sentire tristi è positivo. Riuscire a farvi ridere è positivo. Farvi urlare, ridere, piangere, non mi importa, ma coinvolgervi, farvi fare qualcosa di più che mettere il libro nello scaffale dicendo: "Ne ho finito un altro", senza nessuna reazione. Questa è una cosa che odio. Voglio che sappiate che io c'ero".

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view post Posted on 18/7/2015, 10:38




Era passato un bel annetto da quando si era accanita sullo studio per compensare quelle due settimane di nullafacenza, depressione, sfiducia in se stessa e abbattimento generale.
Quasi aveva pensato di lasciare il castello, tornare tra i babbani e ricominciare con quella vita fatta di nozioni noiose ma prive di figuracce. Se era riuscita a diventare una lettrice accanita di volumi scritti per studenti di secoli prima, non era più assurda l'idea di diventare una studentessa babbana quasi decente.
I libri per i ragazzini non maghi erano molto più semplici, trattavano cose normali, per lei noiose e che non necessitavano di ricerche extra, non l'avevano mai stimolata. Tuttavia, a parte qualche voto più basso rispetto alla media della classe, non si era mai mostrata impaurita, incapace di far altro che seguire gli altri, un'inetta insomma. Dall'alto della sua bambocciosità, non aveva capito che era l'inesperienza nei fallimenti ad aver permesso quei tentennamenti, non certo una qualche sorta di inferiorità rispetto a dei maghi che erano ovviamente più capaci grazie agli anni di studi che li separavano.
Quella, però, era acqua passata e tra amicizie, belle esperienze e un ambiente decisamente migliore rispetto a quello che l'attendeva a Caernarfon, quell'idea da pessimista senza speranza alcuna le era già passata di testa. Aveva conosciuto creature e individui strani, curiosi e incredibilmente interessanti ed era orgogliosa di esser rimasta e aver ripreso il controllo.
Lo sbollire la frustrazione al Testa di Porco e i risultati scolastici l'avevano fatta tornare quella di sempre, anche se più testarda e decisa a migliorarsi, il che non era poi un male, anche se a volte esagerava con le sue solite ricerche diventando un tutt'uno coi tomi scolastici o finendo sommersa da montagne cartacee che trattavano gli argomenti più disparati.
Spogliata la divisa, aveva indossato un normalissimo jeans nero, i soliti anfibi, una canotta bianca a caso e una felpa verde scuro con una scritta bianca stramba, che non aveva compreso ma era felice di indossare perché l'aveva "presa in prestito" dall'armadio del padre. Secondo i suoi racconti, la indossava durante i raduni con degli ex compagni di classe, dove giocavano a carte collezionabili a tema fantasy. Solitamente vinceva portando a casa gadget vari, come quell'indumento.
Tutte le belle storielle non le spiegavano il senso di quella frase: "I maghi hanno due bacchette. Hai ancora dubbi sulla loro superiorità?" Ok, lui di solito muoveva un mazzo pieno di maghi inventati e dai poteri assurdi ma ciò non le spiegava un bel niente.
Aveva rinunciato a sistemarsi i capelli, che quel giorno sembravano più vivi del solito e pretendevano di rimanere spettinati. Ormai erano una causa persa, così non le rimase che prendere la sua borsa ed avviarsi verso il pub per il turno serale.

A dopo Mordicchio, non ammazzare nessun gufo, non mi va di fingere dispiacere coi padroni.
Salutato il Kneazle, che aveva risposto con un miagolio (che capivano solo loro due), si era avviata fuori dal dormitorio.
La sacca verde era finita sul lato destro, così da avere la parte finale del randello esposta quel tanto che le bastava per appoggiarci la mano dominante. Le dava una sorta di sicurezza, non che avesse paura di uscire dalle mura ma era quasi un antistress e le ricordava il suo primo successo in battaglia, manco fosse un veterano. Lasciamogli qualcosa di cui andar fiera, da depressona è insopportabile.
Un passo che percorreva quel tratto tra scuola e villaggio quasi in modo autonomo, ormai quella strada la sapeva a memoria e sembrava sempre meno lunga. Una passeggiata tranquilla e rilassante che la condusse davanti al pub prima del solito. Decise quindi di tirar dritto per osservare un po' le vetrine. Conosceva benissimo anche quelle ma ogni volta trovava qualcosa di nuovo che la incuriosiva.
Finì di fronte al BiblioMagic, un negozio di libri che aveva già visitato lasciandoci una manciata di Galeoni. Un posto strano dove erano custoditi certi elementi che per lei non erano totalmente legali. Insomma, aveva preso senza tanti problemi un volume in cui erano custodite le istruzioni per il Monstrum, un incanto che tanti dicevano essere puramente un'invenzione per mettere paura ai bambini, altri qualcosa di proibito o pericoloso, alcuni rimanevano con lo sguardo perso per poi rispondere di non averne mai sentito parlare. Al ricordo, recentissimo, di quella scoperta, la mano le era finita sulla bacchetta custodita nella tasca destra dei pantaloni. Chissà se a furia di esercitarsi sarebbe riuscita ad evocare dei veri demoni in miniatura?
Magari trovava qualcosa di nuovo, così decise di fare il suo ingresso, salutando con un gesto della mano sinistra l'addetto alle vendite per poi proseguire verso gli scaffali meno in vista, da quelle parti c'erano sempre titoli bizzarri.
Costava tutto decisamente troppo e non aveva idea di cosa fossero certi tipi di trasfigurazione, solo accennati l'anno prima. Era meglio non scherzare col fuoco... come no, ad aver abbastanza denaro avrebbe preso tutto finendo magari arrosto nel tentativo di sperimentare qualcosa non alla sua portata.
Superata una figura maschile, finì per condividerne la corsia, non era da lei disturbare le persone, quindi si mantenne ad una distanza tale da non violarne la zona vitale, finendo per guardare qualche volume dal titolo bizzarro.
Libri pelosi sui mostri, altri dalla copertina bucherellata sulle malattie... era meglio terminare la lettura di quella pila immensa che occupava il suo comodino.
Però... già che c'era, le sarebbe tornato utile qualcosa sulla mitologia norrena, la sua nuovissima fissa che quasi le stava facendo accantonare gli studi talmente l'aveva presa. Qualcosa sulle rune? No, le avrebbe studiate l'anno successivo era meglio non incasinarsi...
Sospirò leggermente spostandosi i capelli dalla fronte (un gesto inutile visto che le ciocche tornarono subito al loro posto) ma che l'aiutava a pensare o a scaricare la tensione.

*Forse è meglio tornare più avanti. *
 
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view post Posted on 18/7/2015, 21:48
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▲ BiblioMagic | Hogsmeade | Mood: mia moglie mi sfascia | Time: Afternoon ▼
Keiko Spencer-Churchill

Effettivamene quanto tempo era passato dall'ultima volta in cui era uscita da sola? Tralasciando le volte in cui si ritrova a fare avanti ed indietro per il Ministero della Magia per consegnare documenti e curricula.
Troppo tempo, effettivamente. Si era concentrata su se stessa, certo, ma più al fine di trovarle impegni e responsabilità, lavori e occupazioni varie, che per godersi un attimo la stabilità ritrovata.
Era successo tutto molto rapidamente: il ricevimento dei documenti dalla Flamel Académie, il ricongiungimento con Isidore impegnata ancora nei suoi studi e poi via, nuovamente impegnata con le pratiche, quella burocrazia che conteneva le sorti della sua vita adulta.
Il conto alla Gringott, gli spostamenti di denaro, la separazione per maggiore età dai conti familiari –poiché il tutoraggio di suo nonno era già scaduto da tempo–, la ricerca della casa e il successivo trasloco...
"Maghi ansiogeni che hanno fatto il botto!"
-Ma che ..?-
Accigliata la si vede aggrottare la fronte, dimostrando particolare perplessità nell'essersi ritrovata ferma proprio davanti a quella lettura così discutibile.
Torce il naso, arriccia le labbra: una smorfia di disapprovazione pura espressa con estrema espressività.
Il volume viene dunque superato, così come il suo scaffale d'appartenenza, passando ad una libreria adocchiata già da un altro studente, o meglio, studentessa.
Questa non viene inizialmente degnata di uno sguardo, ma non per questo non avrà modo di sentire il borbottato.
-Certo.- "Sure"
Che non vi sia fraintendimento di sorta in quella semplice parola. Non ha avuto alcuna intuzione, né tanto meno ha trovato un qualche tomo interessante, o almeno non per ora.
Definiamo questa come una frase fatta, un espressione che dice tutto e niente.
Un ironico modo per mandare gentilmente a quel paese il libro, senza ricadere nella volgarità, ma costringendoci a recludere l'espressione stessa ad una resa non proprio delle migliori.. ma ehi, anche il linguaggio parlato può avere dei limiti, specialmente se trasportato da una lingua ad un'altra.
Abituatevi all'idea delle stranezze del poliglottismo, ne potreste leggere ancora.
Lo sguardo si sposta a destra e manca, scrutando i vari scaffali presenti davanti a lei. E' nel farlo che finalmente pare accorgersi di Versus, non più tanto distante da lei, alla sua sinistra, distante ancora quel metro buono.
Sebbene l'Inghilterra sia una regione conosciuta per il suo clima fresco, l'estate non è così parsimoniosa per chi la abita, anche se si abita in un villaggio scozzese in altura come Hogsemade.
Il soprabito andrebbe rimosso, lasciandolo scivolare lungo la spalla e il braccio destro.
Mostra così un una camicia bianca sotto quel gilet nero, le cui maniche sono tirate, arrotolate con cura e rette da un gancetto di tessuto chiuso da un bottone a clip. Da una piccola tasca del gilet pende una catenina d'argento, legata ad un piccolo orologio da taschino non visibile.
Rigira la giacca, piegandolacosì che la zona interna sia rivolta verso l'esterno.
La piega e la poggia contro il braccio sinistro semiflesso per reggere il tessuto, mostrando così una tasca dalla quale fuoriesce una bacchetta. Questa è di colore Burlywood al centro, creando gradazioni di colore più chiare verso la punta, più scure presso il manico spesso, adunco e appena curvo verso il basso. Lunga tredici pollici ne fuoriesce quasi la metà dalla tasca.
Questa viene estratta, retta nella mano destra e puntata dietro di sé, verso il basso.
"Accio lista spesa"
L'incantesimo non verbale viene eseguito senza alcuno sforzo, portando un foglio a risalire dalla tasca posteriore del pantalone, solleversi e muoversi davanti a lei.
Normalmente lo afferrerebbe, se avesse una mano libera, ma in questo caso l'incantesimo è solo il primo che viene usato per accontentare la naturale pigrizia da mago-che-si-è-diplomato.
"Manor foglio"
Questo si spiega, mostrandosi piegato in più punti, rivelando una scrittura sottile in inchiostro nero, elegante questa riporta i titoli di alcuni libri, alcuni colori (accanto a questi viene riportata la quantità richiesta) e del tabacco.
Quando volta il capo verso la grifondoro, il foglio sospeso in aria (e non più puntato dalla bacchetta) va spostandosi lentamente, portandosi rispettivamente di fronte al profilo del suo volto, così da non ostruirle il campo visivo, ma permetterle in ogni caso di sbirciare con la coda dell'occhio il contenuto della lista, ora perfettamente visibile anche per la ragazza.
-Buon pomeriggio.-
Il tono basso viene modulato dalla cortesia con cui si rivolge. Un cenno del capo ad accompagnare le parole.
Semplicemente la saluta, visto che condividono la libreria in cui cercano entrambe dei libri, null'altro.
Come può diventare il principio di una discussione e chiaccherata, può semplicemente finire lì, tra i tomi e l'aroma di pergamena.

A book is good company. It is full of conversation without loquacity. It comes to your longing with full instruction, but pursues you never.

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versus zero
view post Posted on 19/7/2015, 09:57






12 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()
Una voce fuori campo che rispondeva alle sue domande mentali la raggiunse con un: “Certo”.
Una voce roca ma che le parve appartenere a una ragazza, il che era strano visto che non ne aveva viste lì attorno.
A farci caso non era un negozio affollatissimo, forse gli studenti prendevano tutti i libri necessari a Diagon Alley e rare volte si concedevano extra. Magari non era l'orario di punta, in effetti a quell'ora anche gli studenti più grandi o gli adulti tornavano a casa/castello per prepararsi alla cena. Chi se ne fregava poi? Che congetture inutili.
Si voltò leggermente verso la fonte di quello che sembrava più un commento che un rispondere a lei, che manifestazione di egocentrismo e che assurdità il solo pensare che si riferisse a lei, come poteva farlo? Le aveva letto nella mente? Piedi a terra e riprendi il controllo di quel cervellino bamboccia e se eviti di fissare la gente è meglio.
Abiti per lei eleganti, forse un po' caldi ma stavano bene nell'insieme, non che lei avesse qualche conoscenza o interesse in merito ma non le parve assurdo che dietro quell'outfit si celasse una donna. Insomma, lei era la prima a essere scambiata per un ragazzino.
Spostò lo sguardo sugli scaffali senza guardare veramente i libri presenti. Condivideva un piccolo spazio con una ragazza come lei! Forse non era senza speranze, poteva diventare come quella figura, elegante ma in modo maschile.
Un mezzo sorriso le era apparso sul volto mentre in cuor suo era felice che ci fossero persone simili, che se ne fregavano della moda corrente dove donna doveva significare abiti femminili, altrimenti era vista come stramba. Magari stava esultando mentalmente per nulla, poteva essere benissimo un giovane con la voce femminile. Quel taglio non era proprio maschile, aveva un non so che... arrossì leggermente quando si ritrovò la protagonista dei suoi ragionamenti incasinati accanto, vergognandosi di pensare al di tutto e di più su una perfetta sconosciuta.
Doveva solo tornare ai libri e smetterla di importunare le persone. Questo se non fosse stata una giovane fin troppo curiosa che era finita con l'osservare i movimenti dell'altra e quel foglietto tra le sue mani. Si era aperto da solo?
Un saluto educato la raggiunse prendendola alla sprovvista, si era accorta di quello sguardo? Era infastidita? Perché non la smetteva di martoriare quei due neuroni con domande inutili?

Buongiorno!
Rispose in modo automatico con un po' troppa enfasi dovuta alla sorpresa e all'imbarazzo.
Bene, ora zitta e torna ai libri o vattene.

Ce ne sono di libri assurdi, vero?
Domanda idiota, se per lei erano assurdi per la gente normale forse erano seri, con che diritto poi una come lei, che parlava con creature cose e animali, dava dell'assurdo a qualcosa? Era meglio se si tranquillizzava e spostava, prima di fare altre figure. Il problema era che il suo corpo se ne stava lì, imperterrito e controllato da quel cerebro fin troppo pieno di domande.

❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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view post Posted on 19/7/2015, 14:45
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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▲ BiblioMagic | Hogsmeade || Mood: bonsoir mademoiselle || Time: Afternoon ▼
Keiko Spencer-Churchill

La risposta che riceve è carica di isterismo, una certa rapidità ed eccessivo entusiasmo che lasciano intendere un po' troppo il nervosismo e l'imbarazzo che attanagliano la mente della Grifondoro. Solleva il sopracciglio destro in quella seriosa espressione di perplessità.
Rimane un attimo lì a guardarla, prima di vederla abbassare il suddetto e continuare ad osservarla un attimo.
L'ombra di un sorriso si aggiunge poco dopo: è sghembo, tendente verso sinistra, accennato.
Un espressione cordiale che insieme alle sue successive parole viene mostrato al fine di calmarla.
Non è mai ben chiaro se simili aspetti del suo carattere e comportamento siano dovuti alla cavallerie impartita, o semplicemente dall'accuratezza che ha nel rivolgersi con le persone in genere, mantenendo quello stato di "vedo non vedo" pieno di buone maniere e seriosità che non ti fanno mai capire a pieno come ragioni quel qualcuno, o se lo fai.. non sei poi più tanto sicuro di cosa sia vero o no in ogni caso.
E' una reazione costruita dall'educazione? Volere fare buona impressione e mantenere saldi i dettami di galanteria.
O forse no, forse non v'è un vero dettame, un vero fine. Forse è semplicemente fatta così.
Forse.
-Indubbiamente, madame.-
Bacchetta ancora alla mano va puntando questa verso destra, dritto contro una delle scaffalature di fronte a Versus.
Si sporge appena verso di lei, un semplice chinare del busto che la porterebbe a ridurre appena le distanze tra le due con il capo rivolto verso i libri.
Agita la bacchetta e la punta appena verso l'alto, accompagnata dal movimento del foglietto incantato -la lista- che si schiaccia contro uno dei divisori di legno, così da stare al sicuro dai tomi in movimento.
Sì, tomi in movimento, visto che uno di questi andrebbero distaccandosi dal suo scomparto.
Uno ad uno. Il primo viene richiamato mentalmente con un "Accio "A passeggio con i lupi mannari""
Proprio quel libro viene riportato all'attenzione di entrambe visto che arriverebbe rapido, fino a venire fermato dalla bacchetta stessa con un movimento di polso che porta il catalizzatore ad alzarsi di scatto, stoppando la sua avanzata tempestiva che avrebbe rischiato di farle venire un signor livido al viso.
Il tomo ricade verso il basso, accolto a fatica dalla mano. Aggrotta la fronte e torce le labbra.
-Una pessima idea non poggiare il cappotto, suppongo.-
Quest'episodio di autoironia ci permette di focalizzarci un attimo di più sul tema linguistico prima anticipato: non ha accento.
O almeno, è possibile comprendere come stia usando un inglese britannico, l'origine non mente, fatto sta che se fino a qualche anno prima poteva "vantare" (anche se non credo sia realmente normale farlo) un accento tipico dell'Oxfordshire, derivato da un'infanzia nella residenza dei suoi nonni, ora questo è scomparso, prima addolcito, poi smorzato ed infine soffocato dal francese del sud e del nord, nel periodo di Beauxbatons e nel periodo della Flamel Académie in Normandia.
Ma nemmeno di quella sembra esservi l'ombra, semplicemente.. il niente. Tutto soffocato al punto da annullarsi.
Non ha certo fatto dizione, per carità, ma come naturale conseguenza di un periodo molto recento passato all'estero, per ora l'accento britannico rimane neutrale.
Rischia di farsi venir su quello scozzese o londinese (se verrà assunta al Ministero), ma .. emh! Torniamo al discorso di prima, certe digressioni fan solo male alla salute.
Il celeberrimo (ahinoi) tomo di Gilderoy Allock viene indicato con la bacchetta dalla Kuroame stessa, invitando così Versus ad ossevarlo.
-Non rientra nella categoria, ma è indubbiamente uno dei romanzi di commedia comica più esilaranti della letteratura magica inglese.-
E il sorriso torna sempre storto, accennato, ma che trasmette pienamente il sarcasmo di cui fa uso.
Scuote appena il capo, prima di scuotere nuovamente la bacchetta e rispedire il libro lontano.
Non v'è bisogno dell'uso di un particolare incantesimo da parte sua, visto che quelli vanno allegramente a cercare il loro scomparto autonomamente. Semplicemente li aiuta a tornare indietro.
"Disdicevole che ad Hogwarts abbia visto così tante ragazzine del primo anno leggerlo. Per Diana, Isidore pensava fosse un libro di barzellette con uno strano umorismo all'inglese"
A quel pensiero scuote leggermente il capo, come a scacciare via il ricordo.
Lo sguardo tornerebbe nuovamente sulla ragazza, prima di vederla fare un cenno del capo come a salutarla.
Non che si stia congedando, però.
-Perdonami. Leggera euforia d'inglese.-
Da quando effettivamente non intratteneva una chiaccherata in lingua madre senza che si sentisse sotto esame?
Nessun documento, registro pomposo. Solo.. inglese.
Era alquanto piacevole come sensazione per una patriota dannata come lei.

Some say that the age of chivalry is past, that the spirit of romance is dead. The age of chivalry is never past, so long as there is a wrong left unredressed on earth.

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Edited by keiko~ - 19/7/2015, 16:22
 
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view post Posted on 20/7/2015, 10:07






12 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()
Sembrava non esserci bisogno di fughe salva-faccia o altri modi per dileguarsi da qualcosa di imbarazzante. Il viso dai tratti orientali, non molto diffuso in quelle zone ma nemmeno raro, mostrò prima un sopracciglio perplesso poi un sorriso di difficile interpretazione, almeno inizialmente. Era pena quella? O qualche sfumatura di “questa ragazzina è nevrotica?”. Probabilmente erano tutte sue impressioni, se l'altra era infastidita avrebbe fatto finta di nulla, proseguendo nei suoi affari, invece le rivolse delle parole gentili, che rivelavano tranquillità e gentilezza o così pareva a lei, non era molto brava a capire le persone.
Madame? Lei? Sul serio? La riconosceva come ragazza e le rivolgeva anche quelle parole più adatte a... qualcuno non come lei? Non si sentiva molto “Madame”, “Signorina”e via dicendo. A dirla tutta quando la chiamavano “Signorina” le veniva da ridere senza ritegno. Tuttavia non le veniva da ridere con quel epiteto e sul suo viso leggermente arrossato comparve solo un mezzo sorriso.
Si stava riprendendo in fretta, gli inizi erano sempre burrascosi ma poi la timidezza cedeva il passo alla curiosità e a un carattere sempre più abituato a conoscere persone di tutti i tipi.
La Grifondoro si spostò di mezzo passo all'indietro quando quella che, per lei, era senza dubbio una donna, puntò la bacchetta in una zona troppo prossima alla sua faccia. Un gesto automatico, dettato da un cervello ben consapevole di cosa potesse fare anche il più semplice incanto a un volto.
La mano era finita nella tasca destra dei pantaloni a stringere quel larice che le infondeva sempre un po' di fiducia, oppure era la consapevolezza di non essere completamente disarmata a renderla meno agitata, chi poteva dirlo con certezza.
Un libro si mosse letteralmente verso la mano di chi le stava accanto, un po' troppo accanto in effetti ma non si comportò come al solito, come se quella persona educata e garbata fosse in realtà un camino colmo di braci ardenti e scoppiettanti. Questo perché si era mossa senza movimenti bruschi o che rivelavano chissà cosa, evitando così di farla agitare ulteriormente.
Quel cappotto non sembrava collaborare, però tutto andò a buon fine.

Diamo la colpa al libro.
Un tono ironico per quella manciata scarsa di parole, le capitava spesso di cercare un qualcosa che generasse complicità con l'interlocutore, aveva bisogno di quello per classificare le persone in “interessanti” o “va beh ciao”. Era sempre in cerca di qualcosa che garantisse una certa affinità o una scusa per un dialogo o che l'aiutasse a capire se si trovava in prossimità di una conoscenza generica o qualcuno con un potenziale. Di che genere di potenziale nemmeno lei ne era a conoscenza.
La sua attenzione era rivolta al titolo dell'opera, indicato da quella inaspettata compagnia.
“Gilderoy Allock”, un nome che non le diceva nulla, quel tizio doveva essere andato a passeggio coi... lupi mannari? Era idiota? O era una frottola? Un titolo ironico? Una frase scelta a caso per suggerire il tema di qualche tipo di trattato? Che diamine era? Esistevano davvero i lupi mannari?
Sua madre le aveva detto qualcosa a riguardo. Erano persone normali infettate da una malattia che li rendeva lupi che camminavano su due zampe, più o meno coscienti, niente a che vedere con le cavolate dei film. Ok, abbastanza terrificante pensare che girando per i boschi potevi incontrare cose simili. Boschi? Chi aveva detto che erano solo lì? E poi aveva visto di tutto l'anno prima, forse i mannari erano la cosa meno orribile. Forse. Non sapeva nemmeno come erano realmente fatti.
La risposta la raggiunse senza che avesse dato via libera ad alcuna domanda: era un comico, abbastanza divertente a quanto pareva da quella breve spiegazione. Per la precisione un mago comico, come quelli babbani?
Un attimo. Era sarcasmo quello? Era un po' confusa. Osservò la donna far tornare il tomo sul suo scaffale (o era tornato al suo posto da solo?), quasi con scherno, come se fosse pattume.

Non conosco questo riccone, era un buffone?
Una domanda posta per mettere in chiaro la situazione, prima che il suo cervello creasse una valanga di domande inutili o formasse nozioni sbagliate in merito. “Riccone” perché aveva confuso la parola “Gilderoy” con “Gilded” (coperto da un fine strato d'oro) generando un po' di casini mentali, niente di nuovo insomma, non per la Rosso-Oro.

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view post Posted on 20/7/2015, 11:22
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▲ BiblioMagic | Hogsmeade || Mood: bonsoir mademoiselle || Time: Afternoon ▼
Keiko Spencer-Churchill


-Ma ora che ci penso...-
Lo dice a fior di labbra. Probabilmente il fatto che possa tornare a parlare in inglese la rende un pelo più loquace (nei suoi limiti) del solito. Sia mai che non si apprezzi la propria lingua madre, figurarsi poi da una patriota come lei!
La bacchetta viene agitata e portata contro il cappotto il quale decide comodamente di allontanarsi dritto dritto verso il bancone e l'appendiabiti lì vicino.
Segue il tragitto della giacca mentre muove leggermente il catalizzatore. E' tutto un gioco di polso.
Usare il wingardium non è tanto facile, anche se si è maestri di classi inferiori d'incantesimi, rimane pur sempre un incantesimo che richiede campo visivo e controllo.. e lei rischia di non ricordarsi più tanto bene le planimetrie di certi locali e botteghe magiche britanniche, sebbene ci abbia passato adolescenza e periodo scolastico.
Privata della giacca, la mano torna libera di poggiarsi contro il fianco.
Sarà possibile notare, dunque, un anello d'argento all'anulare sinistro. E' molto semplice e ben lavorato, brillante e lucido privo di alcun accenno di annerimento. Sia mai che non l'abbia fatto incantare o pulire giornalmente per mantenerne la bellezza.
E' la sua fede nuziale.
-Ovviamente, madame. Ovviamente.-
Asseconda bellamente l'ironia di Versus, mostrando un sorriso appena più ampio, probabilmente per il compiacimento.
Diciamola pure senza mezzi termini: quella ragazza può benissimo passar per maschio e se lei sembra aver avuto occhio abbastanza da riconoscerne il genere, è solo ed unicamente perché fino a qualche anno prima avrebbero scambiato lei per giovanotto... un po' come succedere ora, a dirla tutta.
Lo sguardo era ricaduto d'istinto sul collo della Grifondoro, cercando un pomo d'adamo inesistente e una linea della mascella appena più prominente.
O era un ragazzo molto efebico, o era una ragazza mascolina.
Androginia portaci via. Keiko capisce, Keiko sa.
E questo faceva sorgere una piccola goccia di empatia -o almeno di comprensione- nei suoi confronti e se poi comprendeva e contraccambiava la sua ironia tanto meglio per lei!

"Mi chiedo se facciano ancora battute ad Hogwarts su cose di questo tipo. Probabile voglia ancora fare Mangialumache a O'Grien di Tassorosso per il mio primo anno."

Ed evidentemente lei quel dettaglio fisico non l'ha proprio vissuto al meglio.
Lo sguardo si sposta appena verso il basso, adocchiando la mano della ragazza che aveva brevemente trovato sosta nella tasca dove si trovava la bacchetta.
Dalla sua posizione vedere pure quest'ultima è un po' difficile, quindi prende il tutto come un naturale movimento della mano, magari qualcosa l'ha punzecchiata o forse no..
Poco importa parlar di libri l'alletta di più, parlare di libri inglesi in Inghilterra, poi, è tutt'altra storia.
-E' assurdamente vero, temo, che il signor Allock abbia ricevuto introiti considerevoli dai suoi libri..-
Lo sguardo per un attimo torna sugli scaffali, continuando la sua ricerca.
Il foglietto incantato non lo dimentichiamo di certo: questo si distacca dal legno e torna nuovamente a spostarsi, levitando con calma davanti al viso dell'orientale, strisciando contro il legno degli scaffali e la pelle delle copertine.
"Cooperazione Internazionale Magica"
Uno dei titoli recitati dalla lista coglie la sua attenzione, portandola a levare lo sguardo verso l'alto, 'si da cominciare a rintracciare il tomo.
Ciò che è scritto sul foglio incantato è, come sempre, alla portata d'occhio di Versus stessa che potrà -se vorrà- leggere ciò che vi è stato lasciato sopra.
Non per la ricerca abbandona la conversazione, per carità. V'è una mente ignorante di letteratura ( o almeno di quella pessima ) che va nutrito dall'esperienza di una traumatizzata Caposcuola che in Gilderoy Allock ha visto il declino del romanzo, la sconfitta dell'editoria magica e sopratutto..
-L'abberrazione. Signorina. Ammetto con una certa sicurezza d'esser convinta dai tempi di Hogwarts che facesse uso di qualche erba esotica per ispirare i suoi scritti. Indubbiamente si possono trovare infetti, Ibridi, o membri di altri ceppi razziali capaci di vivere civilmente, instaurare legami piacevoli con un mago o babbano che sia...-
Non parla troppo veloce, scandisce le sue parole con le giuste pause per evitare di rendere all'orecchio il discorso, già non propriamente breve, la morte del discorso stesso. Facendo crollare a picco l'interesse che la ragazza può aver sviluppato nei confronti della sua interlocutrice.
-.. ma andreste mai a spasso (sì, a spasso) con lupi mannari a quattro zampe nelle valli d'Irlanda durante una notte di Luna Piena? Parlare di scambi di coppa e confessioni di Lupi anziani e gioviali? Sempre durante una notte di luna piena.-
Rotea gli occhi verso l'alto, in una teatrale manifestazione di esasperazione cosmica.
Il tono si mantiene serio, calmo, deviando appena sullo scetticismo quando entra nei dettagli del libro.
In un modo o nell'altro che commenti qualcosa che non apprezzi, o meno, quella compostezza che ricerca e segue da anni viene tenuta stretta alla cinta.
Critica degli Allock targata © 2011-2015. Sempre uniti nell'odio comune e condiviso per i mentecatti letterati che scrivono senza cognizione di causa.
A Versus tirare le somme.

Some say that the age of chivalry is past, that the spirit of romance is dead. The age of chivalry is never past, so long as there is a wrong left unredressed on earth.

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view post Posted on 23/7/2015, 09:49






12 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()
Un'espressione perplessa apparve per qualche istante sul volto della Grifondoro. Pensava a che? Non sembrava riferirsi a lei, forse stava borbottando per gli affari suoi.
Osservò la bacchetta della donna venir puntata contro la proprietaria anche se non fu quello ad attirare la sua attenzione ma il cappotto che stava andando per i fatti suoi ad appendersi accanto al bancone. Dopo aver seguito il viaggio di Mr. Cappotto, lo riportò alla maga.
La Magia aiutava proprio in tutto, che incanto poteva essere? Come facevano certi maghi ad usarla senza formule? Sarebbe tornato utile nei duelli per non far capire a qualcuno cosa aveva in mente. A meno che l'avversario sapesse leggere nel pensiero, era possibile? Anche se lo era, in quel caso, i problemi erano ben altri. Chissà che cosa avrebbe scoperto qualcuno finito nella sua testa, si sentiva sempre così confusa e piena di domande, probabilmente se ne sarebbe pentito in breve tempo.
Madame... forse era il caso di presentarsi, no? Continuare a pensarla come “donna”, “signora”, “tizia simpatica” andava bene per i primi secondi ma, dato che ci stava parlando, forse... niente eh? Stordita di una bamboccia, era troppo abituata con le maniere del Testa di Porco, dove la gente arrivava per stare in tranquillità o per concedersi un momento di pace dopo fughe per il mondo magico, insomma, era meglio non far domande o dare nominativi.
Le sembrava una donna che non voleva comunicare? L'aveva salutata, le stava parlando e aveva ricambiato la frase scherzosa sul libro-colpevole di ogni problema. Suvvia, di quella manciata di sillabe.

Può chiamarmi Versus, se vuole.
Aleluja! Un nome che non diceva nulla agli altri ma che, a conoscere la sua storia, o meglio, quella dei genitori, avrebbe fatto capire qualcosa della sua famiglia e di quella stramba coppia che aveva dato alla luce quell'anomala Rosso-Oro. Ad ogni modo, mai avrebbe detto niente di così personale, non a caso perlomeno e non a persone appena conosciute.
A quanto pareva quel Allock Riccone si era ricoperto d'oro con i suoi scritti. Doveva essere davvero geniale anche se così non le era sembrato dai toni e dalle espressioni di chi le stava davanti. Forse non condivideva quel che vi era scritto? Il discorso non era finito, una breve pausa data dalla ricerca di chissà che volume aveva lasciato il posto a una spiegazione, più precisamente a un commento che rivelava, infine, senza possibilità di fraintendimento, che quel libro era colpo di cavolate, frottole. Avrebbe pensato di peggio a conoscere vocaboli più scurrili ma, per sua fortuna, ne era carente.
Non ne sapeva niente di lupi mannari se non qualcosa di tendenzialmente erroneo dato dai film horror babbani. Terrificanti bestie che si davano al massacro. E sto tizio...

Ci beveva anche il tè? Anche se di notte, forse, ci beveva qualcosa di più forte, un liquore?
Ed ecco che il suo lato leggermente strafottente veniva alimentato dalle parole della sconosciuta, rivelando quella sua parte che non veniva spesso messa in mostra, se non con qualcuno che non le andava particolarmente a genio o qualcosa che le dava fastidio. Non credeva per nulla che quello scrittore raccontasse il vero, forse era una fiaba per bambini? O era lei ignorante in materia e in realtà i licantropi erano creature potenzialmente pacifiche o avvicinabili dagli esperti? Forse, chi aveva di fronte ne sapeva qualcosa, insomma se criticava quel Allocco... che nome evocativo, ma mai giudicare la persona dal nome, giusto? Anche per gli uomini valeva la storia del libro e della copertina?
Mi scusi ma non avendoli ancora affrontati a scuola non ne so niente, come sono i lupi mannari? So solo che si trasformano in lupi che sanno camminare su due zampe ed è una malattia, almeno così mi han detto...
Già stava immaginando un lupo in giacca e cravatta far il suo ingresso al Testa di Porco per ordinare qualche distillato speciale o quel piatto immenso di carne. La parte “divertente” era che non sarebbe stato l'individuo più strano del locale.

❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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view post Posted on 24/7/2015, 00:32
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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▲ BiblioMagic | Hogsmeade || Mood: teacher mode || Time: Afternoon ▼
Keiko Spencer-Churchill


V'è una fila di libri viola in uno degli scaffali in alto, rilegati in pelle e uniti tutti da fili d'oro.
Una collezione che desta per un attimo il suo interesse, non fosse che la tematica trattata la deluda l'attimo subito dopo
Ha a che fare con gli incantesimi caslinghi, niente che possa interessarle, insomma.
"Poi rischio di offendere Rufus"
Abbassa la bacchetta, aiutandosi con questa per seguire con lo sguardo lo scaffale sottostante.
Gli occhi si portano a destra e a sinistra, mentre Versus continua a parlare.
Stringe le labbra tra di loro mentre riprende a scrutare la lista incantata che le svetta davanti.
Ruota appena il polso, descrivendo nell'aria un quarto di semi-cerchio con la bacchetta.
Un rumore secco accompagna la carta: questa si piega, mostrando meglio il titolo "Cooperazione Internazionale Magica" su cui si era interessata.
Scuote appena il capo e poi fa tornare normalmente teso il frammento, puntandogli contro il catalizzatore.
-Versus.-
Ripete, pensierosa, prima di passare al secondo titolo.
Evidentemente quella lettura non la convince così tanto. Vale la pena acquistare quel libro? Lo rileggerebbe con piacere o sarebbe solo l'ennesima documentazione stantia su arogomenti boriosi -anche se importanti-?
Non era una lettura da salotto, ma più da ufficio, per fare bella figura con un titolo scontato da cliché.
Ma lei un ufficio per ora non lo aveva e per quel che ne poteva sapere il suo colloquio futuro l'avrebbe potuta far assegnare anche ad uffici in livelli ben diversi da quelli a cui ambiva.
Mai giocare col Fato e tanto meno con i galeoni. La bacchetta viene abbassata e portata all'interno di uno dei passanti del pantalone, contro il cuoio della cintura e il cotone del capo d'abbigliamento.
La mano destra afferra il biglietto e con calma lo ripiega, riponendolo nella tasca posteriore.
Ma parla di ben altro, simili speculazioni mentali le lascia per sé, preferendo non annoiare con ragionamenti così torturiosi e stupidi una compagnia fresca come quella della studentessa.
Lo sguardo si porta a lato, a scrutarla con la coda dell'occhio per un attimo mentre le risponde:
-E' latino, giusto?-
Non ci stupiamo, non è così lungimirante. Ma la fortuna vuole che il latino sia la chiave di molte cose nel mondo magico, dalle pozioni agli incantesimi, rune antiche e astronomia. Davvero ovunque, insomma. "Versus" non è nemmeno un termine così raro da trovare negli scritti che riportano estratti in lingua antica. Considerando poi che ha studiato in Francia per quasi otto anni, il latino se l'è dovuto far piacere. Riconoscerlo dal suono è il minimo.
Specialmente poi se si è sposati con una donna che le letture classiche le mangia a colazione, farfugliando di come ci sia qualcosa di incredibilmente bello nello studio delle rune antiche, l'alchimia e gli incantamenti arcani
Non osa però abbozzare una traduzione per evitare di fare brutta figura là dove potrebbe avere delle notevoli lacune.
Si limita ad un piccolo frammento di soddisfazione nell'indovinare l'origine del nome.
Si volta verso la giovane, osservandola.

"Mmh. Chissà in che casa è stata smistata."

Piccola deformazione da studente. Voler distribuire qualcuno in gruppi.
Hogwarts è stata la sua casa del resto: sebbene abbia passato più tempo a Beauxbatons non può evitare di trovare naturale ragionare per etichette -almeno per ciò che compete l'ambiente scolastico.
-"Versus"... ha un suono piacevole.-
E snocciola un sorriso di circostanza, uno di quelli che non è né falso, né eccessivamente piacevole.
Non è forzato, è naturale, ma potrebbe risultare costruito all'occhio. Il suo modo di comportarsi così oltre-tempo forse risulta meno strano in un mondo "antiquato" come quello magico, dove si vendono ancora cappelli a punta e mantelli, ma per le nuove generazioni -specialmente quelle a stretto contatto con il mondo babbano- è ancora strano vedere qualcuno (figuriamoci poi donna e della sua età) rivolgersi in quel modo, seguire una certa etichetta e vestire in modo così ricercato.
Insomma se la cosa "facesse strano" sarebbe anche normale. Comprensibile, almeno.
Non ci stupiamo quindi se la si vede eseguire un breve inchino: flette il busto e porta la mano sinistra in alto, a sfiorare il petto.
-E perdonate la mancanza e la maleducazione: sono Keiko Spencer-Churchill.-
Quell'etichetta, una struttura ed una scaletta precisa di cose da dire, movimenti da fare per essere un "gentleman".
L'ha assimilata, apprezzata, amata tanto che tutte quelle frasi fatte le sorgono spontanee, riflessi incondizionati, quasi incontrollabili.
Pare proprio scappata da un romanzo, o un film in bianco e nero del cinema babbano.
V'è quella piccola, minuscola possibilità (ma davvero minuscola) che il cognome di Keiko possa suonare familiare, un piccolo deja-vù se si è di cultura britannica, interessati in qualche modo alla sua nobiltà, o cresciuti in un ambito patriottico prettamente babbano.
Sì, babbano, perché ironicamente la famiglia da cui proviene ha aquisito più potere in un mondo senza magia che viceversa, lasciando piccoli successi a quella che -nel caso del ramo cadetto da cui proviene Keiko- alla fin fine è solo una famiglia purosangue con un notevole conto in banca, ma niente di più.
-Spero potrà essere un piacere conoscerVi.-
Perché oh, educata certo, ma non si sa mai.
Ci si aspetta un po' di tutto.
Solleva nuovamente il sopracciglio destro a quell'accenno di sarcasmo e umorismo della Grifondoro.
Porta la mano sinistra sotto il mento, accarezzandolo lentamente con le dita con espressione pensierosa.
-Giuro di ricordare dello Scotch all'undicesimo capitolo.-
E lei le da corda, mantenendo però una serietà del tono che spezza un po' l'andazzo.
Mente spurodatamente, ovviamente. Anche se non ci si stupirebbe troppo se in quell'obrobrio di libro i due personaggi si fossero realmente ritrovati a scambiarsi
"Old fashioned con ghiaccio e scotch sotto la luna piena in mezzo ai cerbiatti sgozzati. Ugh. Sarebbe incredibilmente creepy se non trovassi comico tutto il libro."
Lo sguardo si porta nuovamente su Versus quando questa parla dei suoi insegnamenti.
Un'informazione extra sulla giovane.
-Mmh... se non erro è materia di studio tra il terzo e il quarto anno, la licantropia.-
E diciamo pure che non è nemmeno tanto sicura, perché ha letto in merito da sé in biblioteca, quando si scoprì che NIcholas batteva per l'altra squadra era passato al vampirismo, ma non l'ha mai realmente studiato ad Hogwarts perché lascio poco dopo il castello scozzese per la Francia.
-Per prima cosa v'è un errore nel lessico usato. Sarebbe stato più adatto creare un termine come "mannarite", o "malattia del lupo mannaro" e non licantropia. Con "licantropia" in realtà si definirebbe una malattia mentale: perché vi è qualche pazzo nel mondo che fantasizza di esser un lupo, o di riuscire a trasformarsi durante la luna piena. Sebbene non sia mai stato infettato, o entrato a contatto con un lupo mannaro.- Torce il naso in una smorfia di disapprovazione al pensiero. Poi prosegue -E' un argomento lungo, ma proverò a dirti un po' di tutto. Un lupo mannaro trasformato ti morde, la saliva e il sangue insieme diffondono un "qualcosa" nel tuo corpo, una sostanza che ti fa diventare per metà una bestia. Questo cambia le tue attitudini, il tuo comportamento e ti porta a costringerti a trasformarti in un uomo-lupo durante la luna piena. Da quel quei che studiai so che si perde il controllo in quello stato. Uccidi. Fine. E' un bene che gli ibridi che vogliono una vita civile possano usare la Pozione Anti-Lupo, o avremmo tante notizie i fasi lunari che vanno nascer come funghi mezzi-lupi, o di grossi lupi completi che si muvono per i villaggi durante la luna piena a far stragi. Credo vi siano dei libri con illustrazioni in merito, se t'interessa.-
E si guarda pure intorno, nemmeno possa riuscire a far sbucare fuori il libro ricercato con solo la forza del pensiero.
Massì facciamo discussioni piacevoli e tranquille in biblioteca il pomeriggio.
Che gioia.

If being a werewolf is really a curse, you've got to treat it honorably. If werewolves are going to carry on, there has to be an incredibly powerful force. There is the business of the craving, the hunger for the kill. It has to be deeply pleasurable and more than an appetite for meat. There has to be a sensual dimension to it.

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versus zero
view post Posted on 25/7/2015, 09:53






12 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()
La donna sembrava assorta tra incanti e libri. La stava disturbando o no?
Se così fosse stato, l'avrebbe evitata con qualche scusante. “Scusa ho dimenticato la pasta nel calderone”, “Devo stirare i fazzoletti di carta, a poi”, “No capire tua lingua”. Insomma, quelle frasi di convenienza campate in aria totalmente prive di senso.
La sua lingua la capiva benissimo e sembrava reggerle il gioco, forse doveva smetterla di farsi tante domande e cominciare a rilassarsi, sempre mantenendo un certo contegno.
Quella donna aveva modi a lei alieni, un'educazione e un portamento invidiabili. Era diversamente maschile, più un gentiluomo, non come lei: un maschiaccio sbizzarrito.
Sussultò in modo impercettibile quando sentì chiamare il suo nome, qualcosa non andava? Le stava per dire: “Vai a giocare sulle rotaie dell'espresso per Hogwarts cara, ho da fare qui”?
Alla domanda Zero rispose con un cenno di assenso e un mezzo sorriso, nessuno le aveva mai chiesto spiegazioni riguardo il suo nome, non che ce ne fossero poi molte e le poche erano abbastanza private. Per sua fortuna non aggiunse o chiese altro, ah no.
Arrossì leggermente spostando lo sguardo su dei libri a caso, qualcosa dalla copertina simil-metallizzata, chissà che roba era.
La stava prendendo in giro? Che c'era di piacevole? Stava mentendo giusto per commentare in modo carino? Che le importava? Beh per una volta che qualcuno faceva palesemente caso a quel nome anomalo, il complimento l'aveva presa alla sprovvista.
Dopo essersi passata una mano sulle ciocche sparse sulla fronte con finta disinvoltura (un tic che si manifestava sempre quando necessitava una distrazione o qualcosa per rilassarsi), si riportò alla donna con lo sguardo, giusto in tempo per vedere un inchino. Non era la prima volta che qualcuno faceva quel gesto, persino lei lo aveva fatto, ma il vederlo compiere da una donna era qualcosa di nuovo e leggermente più piacevole rispetto a quello eseguito da un concasato l'anno prima.
Non che fosse per cerimonie e Bon Ton, ma trovava il tutto stranamente divertente.
Due cognomi, bizzarro, non troppo in verità. O due nomi e un cognome? No, doveva essere decisamente la prima ipotesi.
Dopo aver piegato leggermente il capo quasi per ricambiare quel atteggiamento in un modo molto meno sinuoso ed elegante, ridacchiò al commento che aveva seguito le presentazioni.

Lo spero anche io Signorina Spencer-Churchill , altrimenti possiamo fingere di aver dimenticato il calderone sul fuoco.
Ed ecco che era stato introdotto quell'argomento su allocchi ricconi grazie agli allocchi spendaccioni. Sbagliava o le reggeva il gioco? A volte gli adulti sembravano capirla più dei coetanei, diventando stranamente divertenti.
Terzo o quarto anno? Sembravano lontani in quel momento, quasi irraggiungibili. Non si stava impegnando molto a scuola, consegnava i compiti all'ultimo e ci metteva una vita a farli, più interessata alle ricerche personali su specifici argomenti che sull'intero programma di studi. Non era cosa buona e giusta, non per il rendimento perlomeno.
Ascoltò la spiegazione senza un minimo cenno di distrazione, il suo cervello stava come suo solito prendendo appunti, rielaborando le informazioni per concentrarle in un qualcosa che si sarebbe fissato nella sua memoria. Immagini, nuovi concetti, a leggerle nel pensiero c'era da farsi venire un'emicrania bella potente. Quella mente funzionava in un modo tutto suo, creando caos in alcuni punti e idee ben delineate in altri.
Avrebbe senza dubbio approfondito il concetto, magari con qualche libro migliore rispetto a quello del falsario arricchito senza meriti.
Da quella spiegazione concentrata ma soddisfacente, aveva intuito che più o meno i film horror babbani ci avevano preso. Le mancava il concetto di “Pozione Anti-Lupo”, avrebbe cercato nel testo scolastico o poteva chiedere direttamente alla docente a fine lezione...

Non dev'essere facile convivere con una malattia simile. Comunque la ringrazio per la spiegazione. Ora so che è meglio non aggirarsi per la Foresta Proibita con una bottiglia di Scotch, in cerca di compagni di bevute al chiaro di luna piena.
Un commento ironico ma non strafottente, quasi per rendere il discorso meno pesante. Non aveva altre domande per il momento né voleva assillare la donna rubandole ulteriore tempo. Poteva comunque ricambiare le nozioni con un favore.
Posso aiutarla con la ricerca dei libri?
Che bravo omett- ah no vero, donnina, sembrava persa via ma a volte capiva che le stava accadendo a nemmeno mezzo metro di distanza.

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view post Posted on 25/7/2015, 14:19
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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▲ BiblioMagic | Hogsmeade || Mood: mia moglie mi ammazza || Time: Afternoon ▼
Keiko Spencer-Churchill


Aggrotta la fronte al riferimento del calderone sul fuoco di Versus.
Ha certamente compreso la battuta della ragazza, non v'è dubbio di sorta, quindi non è perplessa, quanto effettivamente colpita.
-E' effettivamente un incidente successo molte volte, ahimé. Ho deciso di sposarmi con l'artista sognatore. E' un problema quando si perde nelle tinture ad olio e si dimentica di dire al mio elfo domestico che ha lasciato sul fuoco qualcosa.-
Sospira pure, scuotendo il capo in un gesto sempre teatraleggiante che dovrebbe esprimere la sua esasperazione.
Conoscesse Isidore non si stupirebbe dell'accaduto. E' accaduto anche più volte che il calderone venisse appositamente lasciato sul fuoco a fondere solo per avere materiale di studio.
"Quanto volte mi capita di poter riprodurre così fedelmente le sfumature del peltro fuso?"
Aveva detto. Un brivido d'eccitazione nella voce, pennello alla mano e capitello a qualche metro di sicurezza dal calderone in fiamme.
Probabilmente avrebbe dovuto farsi fare una carta cliente da Mondomago, o passare un anno a incantare ogni pentolame in casa per renderlo semi-ignifugo, o qualche bizzarrìa simile.
E poi Versus si propone come suo angelo salvatore.
La mano si porta istintivamente alla tasca del pantalone, dove ha poggiato poco prima la lista, ma abbandona nuovamente l'idea di farsi aiutare da ciò che aveva appuntato tempo prima.
Annuisce una volta.
-Avete il diritto di sottrarvi quando volete. Non è facile.-
O nella sua testa non si spiegherebbe l'indecisione e il tempo sprecato allegramente tra gli scaffali, senza concludervi qualcosa di buono.
Non è da lei, del resto, ammettere bellamente di essere in difficoltà, figuriamoci a non sapere cosa fare per sua moglie.
A furia di far speculazioni, però, si è persa la possibilità di notare l'imbarazzo della grifondoro.
Un peccato quella vena sadica ne avrebbe potuto godere un po': niente di esagerato, ma trovava sempre particolarmente soddisfacente aizzare l'imbarazzo e la lusinga di una donna per i suoi modi di fare. [Hai capito sto prince charming, eh?]
-Diciamo che non so cosa cerco. Una parte pensa dovrei ampliare la mia libreria, ma non ho idea di cosa cercare per me. L'altra pensa che potrei sedare le crisi ispiratorie distruggi-matrimonio di mia moglie comprandole qualche lettura appassionante, ma o scorgo titoli già letti, o scritti deludenti.-
E' evidente come la presenza di Isidore abbia influenzato il suo modo di pensare.
Se l'avesse inontrata alla fine del secondo anno l'avrebbe probabilmente odiata, così particolarmente austera, presissima dalla sua carica all'interno della scuola e con il principio fisso di una crisi di nervi che la rendeva intrattabile, specialmente se si nominava la possibilità di stare con qualcuno e -in special modo- con una donna.
Era il rifiuto, il rifiuto reso umano e con tanto di bocca per parlare e piedi per muoversi.
Acidissima nei confronti della ragazza di cui si era invaghita e incredibilmente severa davanti alla prima trasgressione.
Volavano via punti che era una meraviglia.
Non si rendeva ancora conto di avere una fortuna immensa nell'aver già trovato, da allora, la persona con cui si sarebbe sposata.
La donna con cui è sposata.
E ora pare proprio buffo vederla parlare di quelle cose senza battere ciglio con la calma abbissale nel tono di voce e nemmeno un filo di preoccupazione nello sguardo.
"Mmh. E se invece di un libro le comprassi solo le tinture? O le portassi qualche dolce?"
L'unica cosa che la confonde ancora è la metodologia di comportamento da attuare quando si deve calmare una moglie pazza.
Almeno a scuola poteva distrarla con questioni come lo studio, il consulto della biblioteca, o una scagliata violenta di pluffe nel campo da gioco.
Ora rischiava di vederla picchiare con un pallone incantato le petunie del vicino, o disfare tutta la sua biblioteca per mettersi a leggere in mezzo ai libri, letteralmente.
-Ama tanto la cultura antica, la pittura e tutte quelle cose che uno studente medio della tua età odierebbe. Rune, alchimia, astronomia e materie simili.-
Ne mostra un alto di sorriso, quasi comprensivo, sebbene lei stessa si considerasse una gran patita delle rune antiche.
C'è un po' di nostalgia nella voce, diciamolo pure. Non le andrà mai a genio l'idea di aver perso i suoi migliori anni di Hogwarts per studiare in Francia, lei che ha sempre ostentato un nazionalismo quasi contorto nei confronti di ogni cosa che si trovasse e fosse nata nel territorio britannico.
Che poi lei dell'età di Versus che ne sa? E' già il massimo abbia capito che sia studente
-Tranne l'aritmanzia, quella temo possa piacere solo al Professor Perevell.-
E lo cità così a caso, presa probabilmente da un turbolento flusso di pensieri e ricordi a cui è particolarmente affezionata.
Sospira pure ad una certa, prima di tornare a guardare Versus.
-Perdonatemi, Versus. Attimi di nostalgia britannica.-.

My most brilliant achievement was my ability to be able to persuade my wife to marry me.

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view post Posted on 26/7/2015, 10:14






12 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()
Era sposata? In effetti la vedeva bene in un qualcosa di così serio... il matrimonio lo era, no? Suo padre lo descriveva come la tomba dell'amore ma anche come la cosa migliore che aveva fatto nella sua vita. Aveva decisamente le idee chiare come la figlia in molte cose.
Non c'era un vero motivo per cui non si stupì più di tanto, complice il fatto che molti adulti erano sposati. Tuttavia, qualcosa nella sua mente cozzava dicendole che no, non ce la vedeva come mogliettina che tornava a casa dal marito. Però se il marito era un artista, sì in effetti ci stava. Non che avesse pregiudizi sull'aspetto, ma una strana sensazione, forse dettata dal suo rivedersi in quella donna, le diceva che il partner doveva essere molto particolare.

Una volta mia madre ha lasciato in custodia il calderone a mio padre, aveva insistito tanto per aiutarla con una pozione. Per fortuna conosceva un incanto evoca acqua, non so come aveva appiccato un incendio nel giro di un minuto.
Un ricordo evocato dalle parole dell'altra che prese forma di parola senza che se ne accorgesse. Non le piaceva molto parlare dei suoi genitori, eppure qualcosa le era scappato. Pazienza, non era poi questa informazione di vitale importanza. A far caso al sospiro della donna, sembrava proprio di veder la madre dopo l'ennesimo disastro del consorte. Sorrise con uno sguardo un po' assente, pensando per qualche attimo a casa sua. Chissà che stavano combinando quei due.
L'aiuto nella ricerca di chissà che volume era stato accettato, Zero si mise in una posizione più composta. Bamboccia, non avrai intenzione di... non con lei... lascia perdere la tua fissa di assumere atteggiamenti teatrali per una volta.

Sissignora!
Ecco, andata, lo aveva detto, con sguardo serio per giunta, per poi rivelare che stava giocando facendo trasparire un mezzo sorriso sul volto.
Ascoltò il problema della signora Spencer-Churchill (cognome che finalmente capiva, uno dei due doveva appartenere al consorte), distraendosi a quella dichiarazione. Era sposata con una donna. Insolito ma allo stesso tempo la sua immaginazione trovò finalmente pace. Sì, ora la vedeva benissimo in una coppia con un'altra donna, artista.
Non seppe perché ma trasportò se stessa in quella situazione, per lei maschio o femmina non aveva mai fatto differenza, era cresciuta in un ambiente privo di pregiudizi in merito. Probabilmente i suoi genitori aveva intuito le varie tendenze della figlia e non le avevano mai creato stupide turbe mentali parlando male degli omosessuali o altro.
Era una coppia che era fuggita per anni, una maga e un babbano visti di malocchio, anzi disprezzati dai genitori di lei, quasi perseguitati da quei due vecchi ignoranti purosangue. Quell'esperienza aveva reso anche la donna, prima più rigida e seria, più aperta mentalmente. L'amore non conosceva origini o sesso e nemmeno la semplice attrazione. Una fortuna immensa che non fossero nemmeno religiosi, una grossa fortuna.
La figlia aveva seguito quelle idee, ritrovandovisi, non le avevano mai imposto molto se non il rispetto per il prossimo che comunque era naturalmente portata a mostrare (sempre se il prossimo le garbava).
Si rivedeva dunque in una donna che tornava a casa da qualcuno diverso dalle solite storielle alla TV. Rimase per qualche istante pensierosa, per poi ricordarsi che c'era una missione da compiere. Come poteva esserle utile? Cercò di elaborare quelle poche informazioni, non conoscendo nessuna delle due non sapeva come indirizzarla, non conosceva nemmeno i volumi lì presenti o quelle materie che venivano affrontate più avanti. Fece un gesto con la mano, come per dirle che non doveva scusarsi, quante volte capitava a lei di partire per la tangente, lo aveva appena fatto oltretutto.

Un libro per sedare le mogli? Per lei... mi scusi ma non conosco nessuna di quelle materie, per ora.
Cosa poteva servire a un'artista che necessita di volumi contenenti cose a lei totalmente sconosciute? Mancanza d'ispirazione, crisi... lei di solito risolveva molte cose mangiando o esercitandosi. Trovato.
Che ne dice di qualche dolce incantato? C'è un negozio qui accanto, non ci sono mai andata ma dicono che abbia di tutto dentro.
Ma che bella idea, come coi bambini, giusto? Porti un dolcetto salterino o che crea allucinazioni e vedi il cosmo. Oltretutto perché non ci aveva ancora messo piede? Da quando dava più importanza ai libri che ai dolci? Eresia. Sbagliava o aveva nominato Peverell? Quel Peverell? Beh, quanti Professori di nome Peverell c'erano nel mondo della magia?
Il docente di Storia della Magia ad Hogwarts? Lo conosce? E' un uomo particolare in effetti.
Quella donna poteva benissimo averlo conosciuto fuori dalla scuola o durante le lezioni, quanti anni aveva quell'insegnante? “Particolare” lo era di certo, non tutti mandavano bambini al massacro per insegnargli la storia da un punto di vista più “diretto”.

❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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view post Posted on 4/8/2015, 21:00
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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▲ BiblioMagic | Hogsmeade || Mood: mia moglie mi ammazza || Time: Afternoon ▼
Keiko Spencer-Churchill


Il piano "compra un libro" è fallito, comandante. Ripeto: il piano "compra un libro" è fallito, comandante.
Selezionare la quest "Accompagna Versus in pasticceria".
-Se vostro padre fosse francese potrei giurare in questo istante di aver incontrato mia nipote.-
Le labbra si torcono in un sorriso, qualcosa di molto più naturale di quello mostrato prima.
Niente di costruito, nessun espressione di circostanza, non v'è lo zampino dell'educazione dietro, ma solo un... sorriso, tale nella sua genuinità: particolarmente sghembo e rivolto verso sinistra, teso quanto basi per disegnare una fossetta poco profonda sotto lo zigomo.
*Erano pochi quelli simpatici ad Hogwarts.*
O a Beauxbatons. O semplicemente quella poco simpatica è lei, visto che a livello di amicizie e legami è stata fallimentare in entrambi i luoghi.
Difficilmente si è ritrovata col simpatizzare con compagni di corso, o con membri della stessa casa.
Diversamente dalla moglie, gioviale e cortese, creativa ed eccentica, con sempre gli occhi di qualcuno addosso e le risate di altri ad accomagnarla, Keiko è sempre stata una persona che celebrava l'individualità, non è aperta a confidenze, si tiene le cose per sé, pensa agli studi e preferisce sempre un buon libro ad una chiaccherata. Se Isidore parlava in cortile quando non dipingeva, Keiko se non leggeva la seguiva come un ombra silenziosa.
Decisamente lei non era una "bestia sociale", sebbene si stesse ritrovando proprio in quell'istante a conversare con una ragazza evidentemente più piccola senza alcun disagio da scacciare, o fastidi vari.
Versus ha fatto una buona impressione, non c'è che dire, ma considerando che chiunque può farle una buona impressione e stare antipatico il minuto dopo, lei non si spinge troppo. Si limita come sempre a cogliere ciò che l'altro interlocutore offre.
Non si espone, non tende a parlare troppo di sé, se non di dettagli, o di informazioni a cui non da troppo peso (come il fatto di essere sposata).
- Nessun problema, lo posso immaginare.-
Scuote leggermente il capo, prima di vederla ruotare il capo verso la porta d'ingresso.
Quella non è la giornata fortunata per le sue letture.
Fa spallucce, prima di distendere il braccio sinistro in favore della porta, incitandola a precederla.
*Dolci magici. Perché non ci ho pensato prima?*
Considerando che Isidore è quella che riuscì a riempire di cioccolata una tazza di cioccolata calda nel natale del secondo anno quella è evidentemente l'idea più intelligente che potesse avere.
- E questa è un'idea magnifica, a patto che mi permettiate di ripagarvi del disturbo offrendovi qualcosa.-
E sia mai che non se ne esce con qualche frase ad effetto. Se fossimo in un contesto babbano avremmo messo il filtro bianco/nero: antiquata come non mai.
E pensare che c'è chi dice che la cavalleria è morta!
E dunque avanzerebbe verso l'uscita di Bibliomagic, lasciando che la grifondoro la superi per farle strada.
Il cappotto la seguirà afferrato alla velocità della luce e portato sotto braccio.
Sbuffa, un sorriso che viene nuovamente mostrato e sì, è sempre un po' forzato: suonerà ancor più da stereotipo, ma solitamente non ride.
Fa smorfie, sbuffa, torce il naso, ma fragorose risate difficilmente le escono fuori così naturalmente.
-Ha dei metodi particolari per insegnare la sua materia. Ora so che non mi sarebbe piaciuto vivere a Troia, per esempio.-
Si, lo ha avuto come insegnante e anche se per poco ha lasciato un bel segno nella sua mente.
-Il Professor Perevell è un mago di indubbia sapienza, Versus. Godete del tempo che concede a voi studenti per apprendere di più. Il suo è uno di quei corsi di studio che vanno apprezzati a priori: la competizione tra case è più attenuata e puoi concentrarti su te stesso. Ad Hogwarts non è facile, la competizione è sempre dietro l'angolo. Specialmente per Grifondoro e Serpeverde.-
E a quelle parole va nuovamente viaggiando per i ricordi, sospirando con una certa nostalgia.

My most brilliant achievement was my ability to be able to persuade my wife to marry me.

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versus zero
view post Posted on 7/8/2015, 18:04






12 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()
Decisamente suo padre non era francese, forse era stato in Francia durante uno dei suoi vagabondaggi ma, da quel che ne sapeva, era Gallese al cento per cento. Un peccato perché le sarebbe piaciuto avere un parente particolare e simpatico come quella donna. Non aveva molti parenti in vita, da quel che ne sapeva solo i nonni materni e non li aveva mai conosciuti perché... non sapeva il vero motivo. Avevano bisticciato con Inav perché non approvavano le sue scelte né il suo consorte, così la strega era fuggita con quel matto, tornando nel paese natio solo perché i due vecchiacci erano spariti chissà dove. Doveva decisamente indagare meglio, magari un giorno la genitrice avrebbe smesso di trattarla da piccoletta e le avrebbe raccontato tutto. Sentiva che c'era dell'altro, qualcosa che le sfuggiva a causa delle sue scarse conoscenze sul mondo e la storia magica. Magari erano davvero solo e semplicemente due vecchi bigotti.
Peccato non essere parenti, lei e sua moglie sembrate persone simpatiche.
Ammise tranquillamente ricambiando quel sorriso contagioso, diverso da quelli precedenti anche se non seppe spiegarne il motivo, semplicemente era una sensazione come quella che le diceva che quella compagnia era piacevole e che sua moglie doveva essere interessante. Gli artisti erano sempre particolari, come quelli che vedeva alla TV, avevano quel non sapeva cosa in più. Zero non aveva problemi a socializzare, una volta che veniva rispettata e non trattata come una stupida o una bambina, si poteva andare sul sicuro con lei. Se la persona aveva anche qualcosa da insegnarle o di interessante da raccontare, difficilmente si sarebbe allontanata con qualche scusante.
Seguì il braccio dell'altra con lo sguardo, voleva che l'accompagnasse? Lei? A Mielanda? Di corsa, non se lo sarebbe fatto ripetere nemmeno mezza volta.

Non c'è bisogno! Ci vengo volentieri lo stesso.
Sei su di giri, piccola idiota? Che ti prende? Basta parlare di cibo e dolci e ti accendi. Ma non è l'unico motivo, vero? Il poter gironzolare per Hogsmeade con una donna la faceva sentire un po' più grande. Inoltre ammirava i modi di fare di quella Keiko e non le dispiaceva l'idea. Ammirazione era una parola grossa, ci voleva una conoscenza più approfondita per poter arrivare a tanto, ma già il fatto che avesse sprecato tempo per spiegarle qualcosa di nuovo e la trattasse quasi come una coetanea, per lei valeva più di tutto l'oro di quel Allocco raccattato a furia di raccontar cavolate.
Con la frase successiva capì che Peverell doveva aver spedito numerosi ragazzi in giro per il tempo a farsi massacrare. Troia? Quella dei film e dei racconti? Proprio quella? Non faticava a credere che avesse spedito lei e gli altri proprio durante la famosa guerra. Per... per capire cosa? Come si infilzava la gente che dormiva? Però era vero, durante quella gita non c'erano state divisioni tra casate, stemmi o altro, solo pura collaborazione e un mettersi alla prova.
Grifondoro e Serpeverde... non ne capiva l'astio reciproco, così come non capiva quel creare competizione tra le casate. Lei stimava i Verde-Argento così come si trovava bene tra alcuni Rosso-Oro. A dirla tutta si trovava quasi meglio tra le Serpi... ma era più una cosa del singolo che di Casata.

Come si è trovata lei ad Hogwarts?
Chiese d'un tratto mentre la seguiva verso il negozietto. Se aveva nominato proprio quel professore e quelle casate doveva averci vissuto o conoscere qualcuno che ci aveva passato del tempo.
Una domanda non propriamente casuale, lei cominciava ad aver qualche problema col conciliare interessi e piano di studi. Forse poteva trovare altre risposte.


❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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Via verso Mielandia e oltre (?) La seguo!
 
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13 replies since 17/7/2015, 22:52   182 views
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