"Figurati, per così poco" commentò Oliver, contento che l'amica avesse apprezzato quel semplice omaggio; si trattava solo di una cartolina dell'Italia, il luogo in cui era stato in campeggio, niente di particolare, eppure la ragazza si era dimostrata ancora una volta gentile. E Oliver amava la gentilezza, questo era risaputo. Parlare della sua Estate e della sua vacanza gli portò alla mente il viso di Summer che si illuminava di fronte i suoi racconti di Hogwarts, delle sue brevi ma esaltanti avventure e delle cose che aveva appreso. Allo stesso tempo, però, il suo cervello evocava anche l'immagine di Summer e Brian insieme: no, questo non poteva ancora accettarlo per davvero. Scacciò qualsiasi pensiero, ricordandosi di dover almeno chiedere, come dettava il bon ton classico, come fossero andate le vacanze per Violet. Stava effettivamente per farlo, quando la ragazza, ormai seduta di fronte a lui, pronunciò le parole magiche.
"Sono prontissima. Forza, spara"
Com'era quell'espressione tipicamente Babbana per dire di essere fuori di testa? Qualcosa come "la mente in pappa"? Oliver non ricordava esattamente, ma era certo che in quel momento non esistesse nessun'altra descrizione migliore: fece un salto sulla sedia, portandosi avanti come per un istinto ad alzarsi. L'adrenalina prese a scorrere in tutto il corpo del giovane Grifondoro, mentre alzava la bacchetta magica e la puntava verso l'ingresso della postazione della Biblioteca dove si trovava con Violet. Un attimo di concentrazione e pronunciò l'Incanto che gli occorreva: "Muffliato"
Un istante dopo, senza neanche sapere come controllare l'efficacia della magia evocata, posò la bacchetta magica sul tavolo e osservò nuovamente la Corvonero.
"Meglio non essere sentiti, almeno non per il momento" spiegò, tranquillo. Con rapidi movimenti delle mani, sistemò qualche foglio davanti a sé e poi finalmente recuperò quelli necessari al suo discorso. Un attimo dopo iniziò a parlare come un professorino abbastanza nevrotico.
"Dunque, non saprei da dove iniziare, quindi perdonami per la confusione"
Una leggera pausa.
"Ricordi il nostro discorso in Sala Grande sugli Elfi Domestici? Forse ricorderai la mia, ecco, rabbia nei confronti di tutti coloro che trattino male queste creature magiche. Prima di procedere, devo raccontarti un piccolo avvenimento, altrimenti non capiresti il motivo di..."
Di cosa? Dell'associazione CREPA? Della sua voglia matta di fare qualcosa per gli Elfi?
"Okay, scusa" riprese. "In passato mia zia Rose aveva un Elfo Domestico di nome Dalis. Era una creatura spettacolare, così dolce, gentile e molto educata. Rispettava il bon ton come richiedeva l'intera mia famiglia, era sempre pulito ed impeccabile ed era un... un vero amico per me. Per molti Maghi sembrerà strano, ma Dalis era davvero un amico: mi capiva, scherzava con me, andavamo perfino in campeggio insieme!"
Come dimenticare le risate fatte con quel piccolo omino dalle lunghe orecchie, il suo Dalis...
"Un giorno tutti noi fummo invitati da mia zia Rose per una sorta di cena di gala, chiamiamola così. Dalis doveva occuparsi di servire i vari ospiti, come aveva sempre fatto, spesso senza neanche ricevere un grazie in risposta"
Da lui sì, ovviamente. Se c'era una cosa che suo padre avesse insegnato fin dall'inizio ad Oliver, quella era il rispetto per qualsiasi creatura magica, umana o meno non importava chissà quanto.
"Dalis era affaccendato, aveva tantissimi ospiti da servire e, nel caos, dimenticò di salutare un invitato con il titolo di Messere" disse, fermandosi un'ennesima volta per lasciare spazio alle parole.
"Cioè, aveva salutato normalmente l'ospite, ma non aveva usato l'etichetta richiesta dal bon ton! Un piccolo errore, che... che...". Il volto del Grifondoro si rabbuiò, quasi come se un nuvolone fosse apparso sulla sua faccia.
"Dalis venne cacciato via da zia Rose, fu licenziato e gli fu vietato di avvicinarsi a qualsiasi membro della mia famiglia. Mio padre lo voleva con noi, così da dargli un posto dove stare in pace e in totale libertà, ma l'ordine di mia zia non ammetteva repliche. Per una stupida concezione del rispetto dei suoi padroni, Dalis non poté venire da noi, fu costretto ad allontanarsi. Provammo ad attirarlo da noi, ma ogni volta che ci incontrava, be', si picchiava o si faceva del male da solo... Morale della storia? Dalis si gettò da un ponte. Si suicidò, essendo quella, credo, l'unica soluzione ammissibile date le circostanze. Si suicidò per un solo errore, un maledetto ed idiota errore... per uno sbaglio, non aveva pronunciato quella DANNATA ETICHETTA!"
Il viso di Oliver era rosso, più rosso del previsto. Le sue mani tremavano, ma gli occhi erano asciutti, come se tutte le lacrime disponibili fossero state già ampiamente esaurite in passato. Non si era accorto di aver urlato, ma qualcosa gli fece capire di aver esagerato, quindi riacquistò in fretta il suo autocontrollo.
"Scusa, scusa Violet... è solo colpa di questa storia, scusami" aggiunse, veloce. Cosa avrebbe pensato la sua amica adesso? Che il Grifondoro fosse un pazzo furioso?
"La mia famiglia ruppe i rapporti con quella che ormai definisco ex zia Rose, troppo severa e attaccata alle regole del galateo per comprenderne i limiti e i doveri verso altre creature non umane. Ed è per questo che oggi mi trovo in Biblioteca: ieri ho scoperto un volume che parli di un'associazione a favore dei diritti e della dignità degli Elfi Domestici. Si chiama CREPA, sigla per Comitato per la Riabilitazine degli Elfi Poveri e Abbruttiti e sembra che sia stata fondata ad Hogwarts, proprio qui in questa scuola! C'era qualcuno, in passato, pronto a combattere per queste creature, pronto a far sentire la sua voce"
La luce tornò ad illuminare il volto di Oliver, che adesso guardava Violet con occhi sognanti.
"Violet, mi aiuteresti a riportarla alla sua gloria? Potremmo fare qualcosa anche noi, semplici studenti. Potremmo aiutare gli Elfi maltrattati, il CREPA è già fondato, dobbiamo solo ripristinarlo"
Per favore avrebbe voluto aggiungere, ma si zittì, aspettando la reazione dell'amica prima di procedere con altre spiegazioni più descrittive.