Casa Iscariot

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Yudah Iscariot
view post Posted on 11/8/2015, 22:25




casa



Magione di famiglia dall'evidente gusto non propriamente nostrano.
La Villetta era stata comprata da Iscariot Senior per il figlio, con l'intento di placare le sue smanie di grandezza, in giovane età.
Un'abitazione modesta che doveva servire al ragazzo come nido dove rifugiare dispiaceri e malumori che erano all'ordine del giorno, in quella famiglia.
La villa ha un ampio ingresso che da su una scala centrale, che porta alla camera da letto e alla Sala per gli allenamenti, tutto il pian terreno è adibito a soggiorno cucina sulla parte sinistra, e Sala da intrattenimento sulla parte destra, con una gigantesca biblioteca e divanetti dove prendere il thè.
Il colore predominante è il nero dell'ebano, materiale con il quale sono costruite le librerie, i tavoli e le sedie della casa, dove immancabile è inciso il logo della casata Iscariot.
 
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view post Posted on 12/8/2015, 18:59
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Che storia era mai quella, non si ricordava di nessuna casa comprata da nessun padre, Yudah non avrebbe permesso ai suoi genitori di avvantaggiarlo in alcun modo, men che meno accettando da loro, come dono, una dimora fissa nei pressi di Hogsmeade.
Per un po' camminarono fianco a fianco, in silenzio. Aveva le orecchie dritte e i sensi all'erta ma mantenne un contegno rilassato. L'idea che ci fosse qualcosa di preventivato in tutto quello non riusciva a togliersela dalla testa, benchè Yudah non la vedesse da anni niente nel suo comportamento lasciava credere che avesse provato un sincero piacere, abbraccio fraterno a parte. Si comportava in modo strano, ripeteva le stesse frasi e non aveva risposto a nessuna delle sue domande.
Procedevano piano, a causa dell'oscurità che li avvolgeva. Peraltro, lei, non aveva nessuna fretta.
Il sentiero curvò verso destra e la sagoma di una villa (?) si condensò davanti a loro. Si fermò di colpo lasciando il suo braccio. Si, era una piccola villetta immersa nella pece della notte, era difficile anche scorgere i contorni del tetto, non vi era alcuna luce ad accompagnare l'accesso.


"Uh ... ma che ridente posticino"

Rabbrividì stringendosi le spalle con le mani, la villa del Conte Dracula doveva essere di poco diversa, ne era certa.
Davvero quella inquietante dimora rispecchiava la personalità di Yudah?


"Magari un lampioncino ci sarebbe stato bene"

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 12/8/2015, 19:25




Il tragitto verso casa non fu lungo, ed entrambi si risparmiarono belle frasi di circostanza durante quella passeggiata del tipo: "beh a casa com'è, tutto apposto?"; anche perchè detta fra noi sarebbe stata la richiesta più idiota da fare al mago, dati i trascorsi non proprio felici con la sua famiglia.
Aveva dovuto impiegare numerosi incantesimi per rimettere in sesto la magione, se avesse dovuto affidarsi solo all'olio di gomito ci avrebbe messo mesi per riportare la villa a uno stato di decenza accettabile.
Il giardino ora era curato, e sembrava abitarci pure qualche strana bestiola magica, l'ingresso era elegante, un po' sfarzoso ma nulla di paragonabile a quello che di solito gli Iscariot erano in grado di fare, gusto arabo, gente particolare.
L'osservazione della strega cadde a pennello con il loro arrivo, dato che il mago si era un attimo perso fra i suoi pensieri, nulla di trascendentale, ma era un tipetto abbastanza solitario, e di solito non era abituato ad avere qualcuno vicino che lo destava dal suo torpore di asocialità dilagante.
E che bel risveglio soprattuto.
Voltò il capo in direzione della francese, e fece scivolare il braccio che sorreggeva quello della strega, fino ad agguantarle la mano e indicare con la stessa uno spazio indefinito li all'ingresso.

Meglio li?

e indicò un punto alla loro destra

o li?

E puntò con le loro mani mentre lei veniva mossa come un burattino inanimato, il punto diametralmente opposto a quello di prima.
Ovvio la stava prendendo in giro, e la strega aveva ancora una mano libera con cui poter sferzare l'aria per sfracellarsi contro la guancia del mago.
 
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view post Posted on 12/8/2015, 20:09
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Naturalmente la sua voce si perse nel silenzio della notte, ci mancava pure che Yudah la degnasse, fosse anche con un semplice "uhm".
Cosa avrebbero fatto una volta dentro, si sarebbero guardati nelle palle degli occhi per minuti o addirittura ore senza pronunciare verbo? Non era una circostanza allettante ma, del resto, poteva mollarlo quando voleva e tanti cari saluti.
Con la coda dell'occhio lo vide voltarsi verso di lei, mantenne lo sguardo fisso sulla "bella" casa, almeno fino a quando lui non le agguantò la mano incollandola alla sua e muovendole entrambe da un'estremità all'altra, come un idiota.
Eh?
Questa volta fu lei a voltarsi verso di lui, l'espressione la diceva lunga su quanto avesse apprezzato il giochino di Mister Simpatia. Ridusse gli occhi a due, luminescenti fessure e alzò il piede schiacciando volutamente il suo, confidando che il tacco della scarpa riuscisse a prendere bene almeno il mignolo.


"Direi lì"

Si riprese la mano e avanzò di qualche passo, con il mantello svolazzante che le lambiva le caviglie.

"Viaggiare ti provoca disagi Yudah, forse faresti bene a fermarti da qualche parte"

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 12/8/2015, 20:26




Poteva andare molto peggio, si ricordava occhi neri, bernoccoli, e addirittura qualche arto rotto.
La Pompadour era una donna elegante, affascinante, ma aveva un lato "maschio" ben accentuato e quando si metteva sapeva colpire nel segno, in tutti i sensi.
Si guardò il piede, come se a fissarlo potesse in qualche modo far svaporare il dolore appena provocatogli, e a dirla tutta non funzionava tanto.
Ma se l'era cercata, e i giochi con lei erano ancora più divertenti ora che rappresentava la compostezza e l'ordine.
La Ministro della Magia, Camille Pompadour.
Suonava anche bene, peccato che Yudah e le regole, la morale, e tutte quelle belle cose che governano le società erano due mondi paralleli che non si sarebbero mai incontrati.
Voi direte quindi: come potevi andare d'accordo con Camille quando eravate giovani?
Non si andava assolutamente d'accordo per la barba di Merlino, ovvio!
Il loro era annichilimento puro, l'ordine che si creava dal caos, quale più soddisfacente manifestazione delle leggi che governano l'Universo intero.
Leggermente zoppicante superò la donna, facendosi avanti per aprire casa.
Bastò un tocco della mano di Yudah per far scattare le molteplici serrature magiche che separavano il suo microcosmo dall'incombere di qualsiasi estraneo.
Non appena furono dentro una voce tuonò nel silenziò più totale facendo sobbalzare entrambi.

CAMILLE, MIA CARA, SEI PROPRIO TU??!!

la voce proveniva da un quadro decisamente grande, affisso all'ingresso, nel quale si agitava un signore molto anziano, ben vestito, con un abito decisamente inusuale ma molto sfarzoso, tutto agghindato di spille e alti riconoscimenti della società magica.

Nonno, sei fortunato che sei già morto!!

rispose sgarbato Yudah, riprendendo a suo modo l'irruenza del suo avo, che ben conosceva la francese, e che a suo modo volle accoglierla di nuovo in famiglia.
 
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view post Posted on 13/8/2015, 00:01
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Il lieve zoppicare di Yudah le provocò una certa, perfida soddisfazione.
Tempo addietro, quando era ancora una giovane maga in erba e l'uso della bacchetta aveva umani problemi di rodaggio, riusciva a farsi le proprie ragioni comunque. E Yudah, almeno in quello, era un signore. Sapeva incassare con classe. Con l'esperienza aveva abbandonato le risposte fisiche, era dannatamente più facile e meno dispendioso puntare il bastoncino di legno e veder schizzare un corpo come una bambola di pezza. Tuttavia, visti i recenti, romantici incontri con la feccia di Voldemort, forse sarebbe stato il caso di rispolverare qualche colpo proibito.
Varcò la soglia quasi sovrappensiero, appena dietro di lui e per poco non ci rimase secca.
Una voce uscita dal nulla gracchiò il suo nome, sussultò aggrappandosi alla spalla di Yudah che la precedeva, seppur di poco.


Camille, sei proprio tu u u u u

L'eco di quella voce le rimbombò nella scatola cranica per alcuni secondi, sbattè le palpebre frastornata e fece capolino da dietro l'ampio torace del padrone di casa in perfetto stile Capitan Coraggio.
Sir Parcival Iscariot la osservava dall'enorme quadro appeso alla parete dell'ingresso, tutto fasciato in spille, onorificenze e drappeggi vari.


"Uhm ... si ..."

Irrigidì il busto e mollò la spalla di Yudah, con un piccolo passo gli arrivò di fianco. Non gradì per nulla il commento del mago, aveva tutta l'aria di una provocazione bella e buona.

"Maleducato"

Sibilò fra i denti con voce che solo lui avrebbe potuto udire.

"I morti sanno fare gli onori di casa meglio dei vivi, impara da tuo nonno"

Prese i lembi del mantello e li tirò verso l'esterno flettendo le gambe in un appena accennato inchino. Non ricordava quasi per niente Sir Percival ma poco importava, di certo il vecchio avrebbe saputo tenerle compagnia con maggiore arguzia e vigore del nipote.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 13/8/2015, 00:16




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Mia cara, carissima, da quanto tempo, sembrano passati secoli, ma tu sei ancora così terribilmente giovane, come sta la tua famiglia? Ti ricordi quando ti port...

il nonno era partito in quarta, e avrebbe snocciolato di li a poco tutta la vita di Camille in 12 comodi volumi.
La mano di Yudah corse così lesta alla bacchetta, che era difficile pensare cosa potesse fare se si trovava in duello, tra la vita e la morte.
Le labbra di Iscariot Senior continuarono a muoversi, ma non ne usciva più alcun suono, e la casa ripiombò nel silenzio più totale.
Il mago si diresse nella sala di ricevimento degl'ospiti barra biblioteca, barra sala per il thè, barra unico posto oltre la stanza da letto dove l'arabo passava il suo tempo, per quanto fosse stato presente in quella dimora.

Come ben ricordo il thè non ti aggrada francesina.
Ho del Whisky Incendiario credo, forse qualche strano distillato aromatizzato in puro stile medio orientale, della Virginia da fumare, e un sacco di altre leccornie che non sto ad elencarti. perchè non sono un cameriere.


un ottimo padrone di casa insomma.
Fece gesto alla strega che poteva accomodarsi in una delle tante poltroncine in pregiata seta blu cobalto cucite sull'adorato ebano, materiale che componeva anche la bacchetta di lei, se la memoria non lo ingannava.
 
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view post Posted on 13/8/2015, 00:59
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E nulla, mai una gioia.
Si protese in avanti ma sapeva che l'amorevole affetto che Yudah nutriva per il parentado aveva ormai avuto la meglio.
Sbuffando contrariata lo seguì nella stanza degli ospiti, alias Bibioteca, alias sala per il thè, alias unico posto oltre la stanza da letto dove l'arabo passava il suo tempo.
Non era dato sapere a far cosa ma, del resto, non era neanche affar suo.
Si sentiva un tantino a disagio per come aveva lasciato Sir Parcival, l'affermazione sulla famiglia l'avrebbe messa in una situazione imbarazzante ma l'aveva trovata "così terribilmente giovane" e per questo si meritava la sua più totale indulgenza.
Nonnino batteva nipote uno a zero.


"Come ben ti ho ricordato ..."

Si sentì in dovere di precisare

" ... il thè non è proprio la mia massima aspirazione. Il Distillato aromatizzato che credi di avere andrà benissimo, grazie"

Disse guardandosi intorno. L'arredamento non era proprio il massimo e lo stemma della famiglia Iscariot capeggiava ovunque, come si trattasse di qualcosa da mostrare ad ogni costo. Le famiglie blasonate recavano solo danni ai propri rampolli, rappresentavano una sorta di prigione nella quale, più ci si dibatteva e più si rimaneva invischiati.
Seguì con lo sguardo la direzione indicata da Yudah ma ignorò l'invito. Lo lasciò libero di cercare il distillato che credeva di avere, forse, chissà e si spostò, invece, verso la grande libreria osservando la fila di volumi dalle costoline variopinte posizionati con sapiente garbo. Passò il dito sopra una di queste lasciando un'impronta sulla coltre di polvere.


"Vedo che ti piace leggere"

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 13/8/2015, 10:03




Diciamo che il mio iniziale approccio alla lettura, soprattutto quella della sezione dove ti trovi ora, non è stato totalmente volontario.Il mio adorato nonnino mi obbligava a stare su quei libri tutto il giorno.Non c'è da stupirsi se ho qualche problema a relazionarmi con le persone.

nel mentre parlava, con un tono di voce più che pacato, come se stesse spiegando a Camille delle cose normalissime, e non di come gli era stata rovinata l'infanzia, aveva trovato ciò che cercava in un lavoratissimo armadietto per i liquori.
Affiancò la francese, per poi fermarsi poco più dietro.
In mano teneva una vecchia bottiglia di vetro, particolare, con la parte finale del collo che rappresentava la testa di qualche animale, non si capiva bene se un drago, o qualcosa di simile.
La mostrò a Camille, all'interno c'era un liquido dalle sfumature lilla.

Alla viola, un vero toccasana

proferì per poi muovere un passo verso la schiena di lei.
Non seppe ben giustificare quel suo gesto, ma si appoggiò con le labbra sulla spalla di lei fissando i volumi che le graziose mani della strega sfiorava, e citò alla lettera il titolo dell'ultimo volume che aveva toccato.

Maledizioni senza perdono: segreti e occultamenti delle antiche arti magiche oscure
Teodor J. Rubinski

Lettura leggera per un 12 enne in vacanza


nel suo tono di voce c'era un velo di rimpianto, ben mescolato a una sottile vena di disgusto.
 
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view post Posted on 13/8/2015, 15:03
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Rimase davvero stupita per la lunga frase di senso compiuto che uscì dalla bocca del padrone di casa. Era la prima, vera giustificazione che lui le stava fornendo in risposta a una domanda del tutto innocua, pronunciata con crudo sarcasmo.
Sfregò il pollice con l'indice e il velo di polvere che le aveva rigato il dito si dissolse nell'aria.
Wow, notevole. La reticenza al dialogo le era parsa abbastanza evidente ma poteva esser dettata dal fatto che non si vedevano da un'infinità di tempo. In effetti, se si prescindeva da certe piccole e indelebili caratteristiche, era lecito definirli due perfetti estranei.
Sentì la sua presenza vicino e ruotò appena il viso di lato fissando prima lui e poi la strana bottiglia di vetro che teneva in mano, un affare piuttosto pacchiano.
Avrebbero bevuto a boccia? Sussultò impercettibilmente chiedendosi perchè le venivano in mente i pensieri più cretini in situazioni dove il suo cervello avrebbe dovuto produrre con lucidità.
Il liquido dentro il cimelio era del suo colore preferito ma non osò chiedere da quanto tempo fosse lì.


"Speriamo lo sia davvero"

Lo guardò dubbiosa prima di tornare a contemplare la libreria. Sentì una lieve pressione sulla spalla e, con la coda dell'occhio, registrò ancora la sua presenza, questa volta inaspettatamente incombente e davvero troppo vicina. La sua voce le arrivò a due millimetri dall'orecchio. D'istinto si irrigidì spostando il peso sulla gamba opposta, le mani corsero all'allacciatura del mantello tuttavia il contenuto del messaggio verbale riuscì a catturare la sua attenzione.

"Tuo nonno ti costringeva a leggere questa roba?"

Era incredula. Non tanto per il genere di lettura quanto per la confessione. Quello era un terreno minato.

"Perchè? Perchè non me l'hai mai detto?"

Strinse i lacci del mantello e ruotò il busto di lato, così da fronteggiarlo. L'espressione indagatoria con la quale lo fissò si rispecchiò nelle iridi ametista, socchiuse le labbra come a voler aggiungere qualcosa, poi parve ripensarci. Avrebbe tanto voluto chiedergli se la lettura lo avesse appassionato ma decise, per una volta, di tenere a freno la lingua.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 13/8/2015, 23:45




Nonostante si stesse parlando di argomenti molto delicati, gli unici pensieri che in quel momento affollavano la mente del mago erano ben distinti, e concentrati sulla persona che aveva davanti.
Quanto gli erano mancati quegl'occhi, e quanto avrebbe voluto tornare prima, senza perdersi lo sbocciare di quella bellezza che ora era quasi insostenibile, difficile da gestire anche per uno sguardo impenetrabile come quello dell'arabo.
Dovette abbassare lo sguardo, stava per regalare alla strega il tempo necessario per provare a carpire i suoi pensieri, non propriamente come possono fare i babbani.
Quanti segreti c'erano nella vita di Yudah, quante omissioni, quanto potere, mescolato troppe volte ad ambienti sbagliati.
Non potè che sorridere alla domanda di Camille, sembrò quasi un ghignò per quello che poteva uscire dalla bocca del mago se doveva rispondere con sincerità.
Ma il suo modo di fare, quel sorriso, lo sguardò che lanciò alla burocrate furono più che eloquenti, e purtroppo non c'era nulla di bello da cogliere.

Quanto ne vuoi?

cambiamo discorso?
cosa ci sarà mai di così interessante a parlare della formazione di un giovane mago in merito a magia oscura e maledizioni?
Forse aveva parlato troppo, con la persona sbagliata.
Le possibili evoluzioni erano due, o un interrogatorio in stile Quartier Generale degl'Auror, o un minimo di umana comprensione, da parte di una amica, che per Yudah amica non era.
 
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view post Posted on 14/8/2015, 01:43
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Reticenza Vostro Onore. Reticenza!
Lo fissò con un pelino di disappunto. Anche lui la guardava, i suoi occhi verdi erano così vicini e magnetici che poteva coglierne le striature di grigio. Per qualche attimo rimasero così, inchiodati l'uno dello sguardo dell'altra, poi Yudah mollò e le sue labbra si incresparono in un sorriso che non aveva nulla di solare.
Fine, il discorso era chiuso.
Le dita che avevano stretto i lacci del mantello si rilassarono. Rispose alla sua richiesta limitandosi a compiere un gesto con la mano sinistra, come a dire: chissenefrega, fai tu, poi si lasciò scivolare il mantello dalle spalle e lo ripiegò poggiandolo sul bracciolo di una poltrona.


"Dunque ..."

Si avvicinò ad un'altra seduta, non c'era che l'imbarazzo della scelta, la stanza era piena di dannate poltrone di seta blu. Poggiò la mano sullo schienale della prescelta e lasciò che la stoffa le solleticasse la mano.

" ... non vuoi dirmi dove sei stato tutto questo tempo. Non vuoi dirmi perchè sei tornato. Non vuoi dirmi se hai bisogno di un lavoro, di aiuto, di soldi, di un animale da compagnia o di un golfino di cotone. In due parole, zero dialogo."

Aggirò la poltrona e si sedette.

"C'è un motivo particolare che ti ha indotto a farmi venire qui?"

Gli si rivolse con placida calma, come si sarebbe rivolta a un bambino per spiegargli che no, una puffola pigmea non era un pallone e non la poteva prendere a calci.
Ma intimamente era furiosa
.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 14/8/2015, 08:07




Con la stessa calma che stava mantenendo lei, si armò di bicchieri di cristallo; non appena lei scelse la sua poltroncina, un tavolino con base in vetro inizialmente centrato nella stanza si spostò, per avvicinarsi di più alla strega, e così fece una seconda poltrona.
Yudah poggiò i glutei, ormai duri come macigni dopo la lunga giornata di viaggio, e iniziò lentamente a versare il distillato di viole, il suo profumo era intenso, quasi distensivo, e invase subito la stanza mentre i vapori dell'alcool salivano al naso dell'arabo.
Il primo bicchiere andò alla strega, il suo una volta riempito invece venne poggiato sul tavolo.
Si rialzò, e frugò ancora tra le sue dispense.
Ne tirò fuori un cestino in vimini con delle sottospecie di bacelli di vaniglia a filamenti secchi, che avevano un odore misto tra la liquirizia e l'anice, cose che potevano avere solo dei personaggi strani come gli Iscariot.
Insieme a quelli pose sul tavolino tutto l'equipaggiamento per un accanito fumatore, che non era, ma doveva pur fare gli oneri di casa, e offrire tutto quello che aveva; mise così sul vetro una bellissima pipa elegante, stranamente di ebano, intonsa e intarsiata, del tabacco e dei fiammiferi.
Chiuse l'opera guardando quanto era stato bravo a preparare tutto quello, e si infilò subito in bocca un bastoncino, sedendosi poi e fissando la strega negl'occhi.

Fino ad oggi per te potevo anche essere morto, e ora mi riprendi perchè non rispondo alle tue domande?

il suo sopracciglio destro disegnò una bellissima curva, accompagnato da un'espressione di disappunto che penso in pochi potessero permettersi di rivolgere al Ministro della magia.

gpard
 
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view post Posted on 14/8/2015, 14:18
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La pazienza non era proprio la sua massima virtù, seguì i movimenti maniacalmente lenti del mago soffocando il desiderio di spiaccicarlo contro la parete con un movimento di bacchetta. Chiuse gli occhi imponendosi di concentrare i suoi sensi sul profumo di viole, quello almeno lo sapeva fare bene. Lo sentì armeggiare ancora e solo quando ebbe finito di riversare sul tavolino tutto il contenuto della dispensa, si sedette.
Nuovamente fece appello al suo buon senso per non fornire una risposta acida e portò il bicchiere alle labbra bevendo un piccolo sorso del distillato. Il liquido caldo le solleticò il palato e un piacevole calore si irradiò a raggiera diffondendosi ovunque dentro di lei. Le iridi ametista si fissarono su quegli strani bastoncini, non aveva fame e non amava i dolci ma era assolutamente necessario tenere l'alcool sotto controllo. L'ultima volta, con il Capo Auror, non era stata un'esperienza fantasmagorica e ancora oggi si arrovellava su certi particolari che non volevano mettersi a fuoco.
Lasciò per un attimo l'idea dei bastoncini e tornò a sostenere lo sguardo di Yudah. Aveva un bel coraggio ad essere contrariato.


"Non sono ancora sicura che tu sia vivo, trovo che al momento la differenza sia davvero minima"

Si rigirò il bicchiere fra le mani facendo attenzione a non versare il suo contenuto.

"E comunque dovresti sentirti lusingato dalle mie domande, l'indifferenza la riservo solo a chi non mi interessa"

Si protese in avanti prendendo fra le dita un bastoncino dolce, pregando che il sapore fosse migliore delle ciambelle di Rhaegar.

 
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Yudah Iscariot
view post Posted on 14/8/2015, 14:31




Il mago aveva fatto un grandissimo lavoro su se stesso.
Aveva imparato a gestire le provocazioni, e soprattutto i caratteri taglienti come quello di Camille.
In passato aveva steso più di una persona che si atteggiava in modo simile alla strega, non gli sembrava il caso di replicare, anche perchè a prescindere dal fatto che lei fosse una donna, anche solo puntarle la bacchetta contro avrebbe potuto regalare a Yudah un biglietto di sola andata per Azkaban.
Fu così che decise di allontanarsi per quanto poco dalla sua arma di distruzione di massa.
Portò una mano alla cinta, e sfilò la bacchetta dalla sua posizione per poggiarla sul tavolo.
Ci giocò un po' con le dita prima di abbandonarla del tutto, cosa molto rara.
Fece passare qualche secondo prima di tornare a guardare la francese, stavolta con uno sguardo serio, giusto per farle capire che non voleva più giocare al gatto e il topo.

Lo sono, lusingato intendo.
Però sarebbe bello abbassassi il forcone che mi punti sui genitali da quando ci siamo incontrati.
Forse allora ci saranno i presupposti per intavolare una bella conversazione


pane al pane, non distolse per un solo secondo gli occhi da quelle due ametiste incastonate alla perfezione in un viso meraviglioso, e si portò il bicchiere di liquore alle labbra sorseggiando in modo generoso l'alcolico, per farlo arrivare deciso al cervello.
 
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28 replies since 11/8/2015, 22:25   314 views
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