Era successo tutto in un tempo indefinito, così compatto che ebbe appena la percezione di viverlo.
Un momento prima era nel pieno del suo spettacolo teatrale, ovviamente architettato per far scattare la dolce Camille, e il momento subito dopo aveva ottenuto quello che cercava a una velocità che però lo colse impreparato, esatto sintomo che lui si era arrugginito, e che il Ministro della Magia era li per qualcosa, se no a quest'ora faceva la casalinga.
Perfetto, quadro quasi completo, situazione contestuale alle azioni, e alle dovute conseguenze.
Amalgama perfetta di ci sei o ci fai, e un pizzico di bacchetta puntata dritta allo sterno.
Ora partiva l'adrenalina al cervello.
Il suo sguardo chiaro, dagl'occhi di lei si spostò dritto sulla punta di legno, mirava giusto giusto al cuore, mica scema la bambolina che aveva davanti, e forse troppo abituata a stendere uomini anche più grossi di lui, con tutta l'intenzione di non farli più rialzare: eccitante!
Se la sua fronte avesse avuto un'estensione maggiore, le sopracciglia avrebbero continuato a salire, ma si fermarono giusto al formarsi della 4 ruga vicino all'attaccatura dei capelli.
Era così vicina che se partiva uno Stupeficium il battito cardiaco gli si sarebbe bloccato all'istante, non servivano quindi grandi incantesimi per fargli del male, la cosa era dannatamente elettrizzante.
La conosceva a tal punto che sapeva di poter rischiare quest'ultima casistica presa in analisi, come poteva mai quindi trattenersi dal continuare a infastidirla.
I suoi occhi piano piano, corsero lungo tutta la lunghezza dell'asticella, accarezzarono la sua mano delicata, valicarono il regno incantato che era il suo torace per poi incastonarsi fermi, freddi e schifosamente beffardi in quelli di lei.
Se non la abbassi ti distruggoil suo tono di voce era così tagliente, così provocatorio, così insopportabile che a prescindere dalla chiara mancanza di rispetto nei confronti di un' Istituzione, chiunque l'avrebbe ucciso.
La voce uscì greve, bassa, quasi sibilante e nel concludere la frase un cenno di sorriso schizzò come di sangue quel suo viso giovane e stanco.
Che bello giocare.
Che bello morire.