Fighting against the Dark, missione per l'es

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view post Posted on 19/5/2016, 16:16
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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Attese pazientemente per non destare sospetti vani e bastava ancora un istante che l'anziana donna sarebbe scomparsa alla sua vista.
Adesso non le restava che raggiungere l'unica casa presente nella vegetazione. Se fosse stata fortunata avrebbe trovato il marito della Veela.
Adesso che si ritrovava a camminare sola e in silenzio verso l'abitazione, c'era più spazio per i suoi pensieri. Si chiese se la donna era affidabile e non fosse spinta dal pregiudizio e dalle dicerie. Parlando con gli abitanti dei piccoli paesi capitava spesso che un topo venisse descritto come un elefante, eppure generalmente c'era sempre un fondo di verità e lei non voleva ignorarlo come avevano fatto tutti. D'altro canto "tutti" non erano giunti ad alcuna conclusione.
Si avvicinò alla porta d'ingresso e bussò nella speranza che il marito, o chi per lui, non fosse troppo esasperato dalle visite e dalla domande degli interrogatori di metà delle persone che contano nel Mondo Magico. Ora, come se Auror, Ministero e giornalisti non bastassero, c'era lei. Jen si chiese come si sarebbe presentata a quell'uomo. Non sapeva se effettivamente era innocente date anche le ultime rivelazioni, ma se lo fosse stato era un'altra vittima di quell'accaduto e probabilmente l'unico che soffriva davvero quella perdita.
Pazientò in silenzio davanti all'entrata della casa.


StatsPunti Salute: 156
Punti Corpo: 104
Punti Mana: 110
Punti Esperienza: 12,5
Punti Pozione: 363


Bacchetta Magica

Finto galeone d'Oro dell'ES

1 fiala Pozione Dissimulante
(quest disquisizione cavillosa)

1 fiala Decotto al Dittamo
1 fiala Pozione Mors Aparentis
1 fiala Pozione Rinvigorente
(pozioni apprese a lezione)

Cinturone d'Argento con:
Punto luce del Mana (+10pm)
Punto luce del Salute (+10ps)
Punto luce del Corpo (+10pc)

Orecchino della morte
(controlla una delle creature Non-Morte incontrate nella Quest per tre turni, ed è avvantaggiata nello scontro con le altre, che ne provano timore. Vampiri esclusi)

Scaglia di drago (+5pc +5ps +5pm)

Mantello della disillusione
(rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità. +8pc +5pm)

Copricapo egiziano
(Modello di origine egizia, protegge dall’ombra e dalle escoriazioni, favorisce la concentrazione a chi lo indossa. +7pm +7pc)

Completo artico
(Mantiene il calore e protegge dagli urti +5ps +5pc)

Tunica leggera
(Comada, ma non molto resistente. +3ps -3pc +6pm)

Bustino di Morgana
(Rigido e resistente agli urti, impreziosito da fili d'oro e crine di Unicorno che lo rendono elegante. Favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. +4ps +5pm)
 
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view post Posted on 5/4/2017, 19:25
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Il Fato

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La Gazzetta del Profeta non aveva mentito, non completamente. Lontana dal centro del sobborgo magico di Hogsmeade, la casa della nota cantante bulgara finalmente si stagliava nettamente allo sguardo dell'ennesima ficcanaso del paese. Per chiunque, infatti, Jenifer McLoen non sarebbe stata altro che una ragazzina tra tante, estremamente curiosa, forse un pizzico più ribelle e sfacciata delle sue coetanee per essersi spinta così avanti, oltre qualsiasi confine immaginabile, fino a raggiungere la stessa vera dimora della Strega di successo. Arrivata a quel punto, dopo le indicazioni dell'anziana e a tratti fastidiosa signora incontrata poco prima, sarebbe stato veramente utile procedere? Sarebbe stato davvero vantaggioso rischiare di presentarsi all'ingresso di una dimora dove il lutto più tetro aveva calato ormai da qualche giorno il sipario peggiore? Quanto tempo era concretamente trascorso dall'omicidio di Malala Wisk alla visita inaspettata della studentessa di Hogwarts, quella mattina? Ma altre domande avrebbero potuto colmare una visione d'insieme per nulla chiara: si era trattato davvero di assassinio? Il presunto colpevole, quel Mangiamorte già da un lontano passato sulla bocca di tutti, poteva definirsi autore di un'ennesima tragedia? Da quando Nicholas Black giocava allo scoperto, senza protezioni alcune, senza preoccuparsi di lasciare segni indelebili di un passaggio strettamente personale? Altri dubbi, forse di lì a poco qualcuno sarebbe stato dissipato, la risoluzione poteva essere davvero ad un passo di distanza oppure tutto sarebbe stato un buco nell'acqua, un altro e banale caso da archiviare senza risoluzione né certezze. Ma ad indagare, quel giorno, non era affatto il Ministero della Magia. Medimaghi e Avvocati della Giurisdizione Magica del Regno Unito avevano collaborato attentamente, basando ricerche ed opinioni valide e ben solide sulla scia di un reciproco rispetto, di un'unione per nulla scontata. Eppure, quale era stata la conseguenza ultima? Quale l'esito? Quale il contrasto fra le due parti chiamate in causa? Il Ministro non avrebbe avuto altro che scartoffie da leggere, supposizioni da mandare a memoria e tanto altro ancora, ma si riduceva drasticamente ad un nulla di fatto. Per il momento.

Le nocche colpirono a sufficienza la porta d'ingresso di una casa dalla descrizione non propriamente accurata. Forse era l'alone della Morte, della disperazione e della furia che ne aveva assunto i contorni in quel contesto specifico, forse si trattava davvero di una scelta, forse un'impressione; in ogni caso, la dimora di Malala Wisk - una tra le tante, essendo una Strega di fama certamente internazionale, spesso ai confini del mondo così come nella sua culla più accogliente e centrale - non dava l'idea di essere né una reggia né una villa né un'abitazione, per meglio dire, appartenente a benestanti veri e propri. Interamente di legno e pietra, dipinta dello stesso colore della terra, la struttura non era alta: due piani ne rendevano concreta la forma, le finestre erano poche e tutte circolari, sebbene al momento coperte da tendine bianche e spesse, così da nasconderne gli intenti; attorno, qualche sporadico albero cresceva in solitudine, certi di non poter ricevere cure sufficienti dalla cantante e dal marito, impegnati con le rispettive ma comuni carriere. Il signor Scottdale sarebbe stato lieto di ricevere altre visite? Da quanto erano andati via i fotografi? Da quanto i rappresentanti dei vari giornali del Mondo Magico? E pensare che quella casa, distante dal centro del villaggio, altro non sarebbe stata - per sempre, come da accordo fra marito e moglie - un ritrovo per vacanze dettate da tranquillità e distacco dalla frenetica routine. Era un ritrovo, proprio per questo non legato ad altri vicini per una scelta strettamente personale dei due soli abitanti. Dell'ormai unico abitante. Un rumore secco giunse dall'interno, un'ombra parve avvicinarsi alla finestra, lateralmente, sparendo subito dopo all'orizzonte. La figura era diretta alla porta? Avrebbe permesso al solito avvoltoio di planare in picchiata senza bloccare il suo invadente volo in alcun modo? Una voce profonda, bassa, a tratti spezzata, almeno all'apparenza, fu l'unica risposta all'appello della ragazza.

«Andate via, andate via!
Non c'è più niente da scoprire... non c'è più niente



Si riparte, Jenifer. Chiedo scusa per l'attesa, da ora si procede più celermente e senza freni. Per eventuali quesiti, da questo momento in poi contatta il Master Adepto. La situazione, comunque, è abbastanza chiara, quindi non resta che riprendere la missione per bene. In bocca al lupo!
 
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view post Posted on 19/12/2017, 12:44
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Jenifer
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oveva essere tutto estremamente folle e sbagliato. Forse quello non doveva essere il punto di partenza, forse stava cercando un ago in un pagliaio: ago che neanche il ministero era riuscito a trovare. Tuttavia la ragazzina era lì, difronte a quella casa armata con la sola esperienza che un anno ad Hogwarts ti poteva lasciare e le nuove conoscenze appena acquisite da quella lotta del mondo magico.
Era passata una settimana dalla morte della cantante e l'ondata di notizie sembrava già essersi esaurita: poteva mai essere che il ministero egli auror si fossero fermati così presto? L'ultimo articolo della Gazzetta accusava Nicholas Black della sua morte, poteva essere un vampiro così imprudentemente sfacciato? Aver fiducia dei giornali era come appoggiarsi ad un castello di carta, ma la richiesta di verità della ragazzina difronte a quella porta le fu negata. Come poteva quell'uomo essersi rassegnato se amava la donna che aveva sposato e aver abbandonato la speranza di trovare il colpevole in una sola settimana? Aveva davvero accettato in così poco tempo che la morta della sua amata restasse un mistero dal quale non vi era più nulla da scoprire? Jenifer non lo credeva possibile. Sua sorella era scomparsa da anni ormai ma il suo animo non le dava pace.

« Tutto il mondo magico piange sua moglie mentre Lei si è già disinteressato delle cause della sua morte »

Le parole si districarono veloci e chiare, sufficientemente forti perché l'uomo le sentisse da dietro la porta ma senza urlare. *Misero* Che l'uomo avesse o meno qualcosa d'importante da dire, che fosse anche solo in parte colpevole, o che non lo fosse per nulla, in ogni caso l'acidità della ragazza lo colpì nella voce. Quella risposta impulsiva era una pietra gettata nell'animo di quell'uomo e, se anche quel tentativo si sarebbe rivelato un buco nell'acqua, lei non avrebbe cambiato la sua opinione o abbassato i sospetti su di lui. Sapeva che esistevano persone deboli difronte al dolore, ma il massimo che lei poteva provare nei loro confronti era pietà. Nonostante la sua giovane età era riuscita a vedere quali creature trascinano le carrozze di Hogwarts e non si era mai arresa in partenza. Sua madre non era una famosa cantante, il mondo magico si era disinteressato della sua morte, nessun articolo di giornale o perizia accurata di medimaghi nonostante le strane condizioni che si erano create. Chi l'aveva cercata? Nessuno le aveva teso la mano.
Chi rifiuta l'aiuto non lo merita. Avrebbe atteso solo un attimo davanti alla porta prima di dargli le spalle.

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Perdonate il ritardo.
 
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view post Posted on 25/12/2017, 17:21
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La porta serrata, la casa continuava ad essere inaccessibile. Al suo interno, non uno spiraglio di luce sembrava poter favorire una maggiore scoperta di dettagli da parte della giovane Corvonero; era forse il caso di agire in modo diretto, di far esplodere l'ingresso, di usare la forza per ottenere risposte che potessero dirsi concrete? Ne sarebbe tuttavia valsa la pena oppure l'uomo che rivestiva il ruolo del marito della vittima si sarebbe maggiormente allontanato, a quel punto chiudendosi a riccio tra i segreti, i pensieri e i sentimenti che da giorni lo governavano come una furia? Dalle finestre tonde e coperte da tendine poco spesse, quasi apparvero nuove figure ed ombre, le une che si increspavano verso le altre in una descrizione poco chiara, di certo misteriosa. Per un attimo, Jenifer avrebbe potuto notare due forme, due corpi dalle fattezze umane: c'erano due persone in casa, non solo il marito della famosa signora Wisk? Oppure si trattava banalmente di un gioco di luci e di illusioni, dettate dall'impossibilità vera e propria di avvicinarsi come sperato? Sarebbe stato molto più facile poter parlare direttamente con il Mago, ma l'accusa poco diplomatica che la ragazza aveva appena pronunciato poteva rappresentare la giusta soluzione per quel problema? Era quello il metodo migliore per affrettare i tempi? Pochi passi, un rumore forte contro la porta e quest'ultima si spalancò, quasi lasciando intendere di essere scardinata da un momento all'altro; sull'uscio, comparve improvvisamente un uomo di mezza età, ancora affascinante a dispetto di occhiaie profonde sotto gli occhi, di un sottile strato di barba che poco si sposava con la sua figura e, infine, con capelli ricci e grigi, sporchi, appiccicaticci e in totale disordine.

«Ripetilo e la Gazzetta potrà veramente accusarmi di omicidio.»

C'era astio e rabbia, insieme, nel tono della sua voce; non sarebbe stato necessario essere un genio per capire che la frase di Jenifer avesse toccato un tasto estremamente dolente per l'uomo di fronte. Il corpo slanciato, asciutto, poco muscoloso; un paio di jeans macchiati di caffè sulla gamba destra, a piedi scalzi, un maglione scuro e la cintura dei pantaloni slacciata, Albert Scottdale, marito della scomparsa Malala Wisk, non appariva al meglio del suo aspetto, eppure non perdeva quel fascino particolare che aveva fatto innamorare la Veela Cantante, con ogni probabilità. L'espressione corrucciata, una vena sulla fronte in tensione e la bacchetta magica stretta con vigore dalla mano sinistra, l'uomo non sembrava essere pronto al dialogo né ad ascoltare accuse di vario genere.

«Cosa diamine vuoi?»

 
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view post Posted on 24/2/2018, 17:51
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Jenifer
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O
sservava il percorso da cui era giunta dando le spalle alla porta, ma il suo pensiero era rivolto a qualche attimo prima: prima che si esprimesse scontrosamente guidata dall'istinto, mentre scrutava la casa le era parso di vedere delle ombre.. che il marito fosse in casa le era già chiaro, ma che ci fosse qualcun'altro con lui? Si morse il labbro del tutto incerta e fu proprio quel dubbio a spingerla a voltarsi nuovamente verso l'edificio. Avrebbe tentato nuovamente di osservare le ombre delle finestre ma un forte rumore la distolse. La porta si aprì violentemente quasi da farla sobbalzare. *Qualcuno ha deciso che le parole hanno rilevanza.* Puntò lo sguardo sul volto dell'uomo che le aveva risposto a tono. Era un bell'uomo con la cura di un barbone. Non le sarebbe spuntato un sorriso di cortesia neanche a pagarlo, d'altra parte la situazione non lo meritava. La rabbia può essere confusa con il dolore? Forse, succedeva spesso, ma nella sua risposta non ne trovava traccia: era possibile che l'astio potesse coprire un dolore così forte? Una persona addolorata per la morte di qualcuno prima di difendere se stesso da un'ipotetica accusa di un giornale avrebbe rivendicato l'importanza del legame che lei con la sua frase aveva sminuito. La corvonero era convinta che se avessero continuato così non sarebbe riuscita ad andare d'accordo con quell'uomo. Era consapevole di essersi intromessa con la leggerezza di un elefante, ma sembrava che lui fosse testardamente rivolto ai propri interessi: che fossero legati alla perdita o a qualcosa oltre non era dato saperlo. Il suo dolore? sicuramente sarebbe potuto essere la causa delle sue occhiaie, e come queste poteva dirsi una costante cornice nello specchio dov'era protagonista. Aveva bisogno di risposte e questo doveva tenerlo bene a mente, ma non se lo sarebbe fatto andare a genio per la sua condizione penosa o per mera socievolezza, altrimenti sarebbe stata smistata a tassorosso.

« Sapere, per esempio, perché si preoccupa più di quello che potrebbero dire i giornali di lei che dell'insinuazione di non interessarsi alla morte della sua amata.. »

Lo sguardo serafico della ragazzina non era certo più dolce di quello dell'uomo. Improvvisamente lo distolse. Non perché non potesse reggerlo, ma aveva necessità di scaricare la punta sempre più amara che provava verso quell'incontro. Aveva ben intravisto la sua bacchetta salda nella mano sinistra, ma non era quella minaccia ad intimorirla. Non guardandolo avrebbe potuto lasciar scivolar via il disprezzo per provare a cambiare tono e forse approccio. Il suo sguardo era andato casualmente verso le finestre per saziare il suo dubbio mentre continuava a parlare.

« ..Senta, non mi sono presentata alla sua porta con l'intento di accusarla di omicidio, e quasi mi ha stupita notare che sia proprio quello che teme »

È maleducazione parlare con la gente non guardandola negli occhi. La ragazza lo faceva spesso con chi non riteneva degno di nota, ma non era quello il caso. Doveva sembrare un movimento del tutto molto naturale, doveva essere chiaro anche a lui che non era il migliore degli inizi e distogliere lo sguardo per cambiare prospettiva era una cosa che le persone facevano; senza destare sospetti che quello fosse un modo per soddisfare il suo interesse rivolto a curiosare tra le ombre della sua casa; perciò dopo quel fortuito attimo ritorno verso l'uomo dall'aspetto dismesso. La sua espressione era più mite, non più piccata o accanita, ma chi la conosceva avrebbe potuto leggerci una vena di apatia o rassegnazione. Non era lì per farsi un amico né in veste personale. L'uomo non sembrava disposto al dialogo. Aveva evidenti problemi tanto da rivolgersi così a una tredicenne anche dopo aver spalancato la porta. Cosa poteva temere di Jenifer? Una ragazzina da qualche parola di troppo.

« Sono solamente un membro del coro di Hogwarts. Organizzeremo una serata musicale in memoria di Malala... Avrei voluto porle alcune domande, ma se è un problema ricordare sua moglie proverò a rivolgermi a qualcun'altro »

Continuò guardandolo in viso. Non aveva mai fatto parte del coro, ma sarebbe stato più verosimile che una tredicenne che indaga sulla sua morte, per di più dato che l'identità dell'ES doveva restare segreta. Gli occhi caddero per un attimo su una macchia del maglione...

“Sei ingiusta con me Jennifer! Non sei l'unica ad aver perso una sorella, una madre e un nonno e non puoi pretendere che tutti reagiscano come te!”

La voce di Angie risuonò nelle sue orecchie come un sogno dal passato, come uno schiaffo, quello che quell'uomo probabilmente si era trattenuto dal darle. In quel momento come allora la sua posizione non era cambiata, ma gli occhi erano più tremuli. Tornò a guardare mr. Wisk, sempre che non si fosse già chiuso la porta alle spalle.

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view post Posted on 22/3/2018, 13:06
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C'era dolore nella voce del signor Scottdale; c'era sofferenza sul suo volto, simile in tutto e per tutto ad una maschera di malcelata indifferenza. Da quando sua moglie era morta, non c'era stata pace per l'affascinante uomo. Giornalisti da ogni parte del mondo erano comparsi come avvoltoi alla sua porta, cercandovi ingressi, dettagli, indizi, quasi come se soggiogati dal frenetico desiderio di scoprire chissà quale segreto nascosto nella vita del marito di Malala Wisk. Non era mai stato sotto i riflettori, non lui: era sua moglie la stella, la diva musicale, la regina indiscussa delle pagine del Settimanale delle Streghe, della Gazzetta del Profeta, del Mundo Magico e via dicendo. Non era lui, non lo era mai stato. E se Albert confidava nella tenerezza e nella diplomazia di tutti quei maledetti demoni assettati di gloria di carta ed inchiostro, nulla aveva fatto in modo di confermare quell'idea così genuina, ma mai certa. Albert era stato preda e vittima, insieme e per svariati giorni, di lusinghe, premi, perfino regali inaspettati; alla porta avevano bussato persone di ogni nazionalità e ciascuna di loro aveva portato con sé dei doni, di cibo e non solo, come a voler attenuare i morsi del dolore nel cuore del Mago. Albert era stato onesto con tutti loro, si era dimostrato un bravo marito, tutto sommato; ma quando quegli uomini, quelle donne, quei giovani addirittura si erano fatti beffa della sua gentilezza e cordialità, la rabbia aveva sostituito ogni buon sentimento e il dolore era scemato nel nervosismo, sfumando finalmente in una pacata indifferenza: al mondo, al giornalismo, alle visite sempre più frequenti, infine a se stesso. Sospirò, quindi, alla presenza di quella ragazzina così incuriosita. Se avesse detto di essere l'ennesima partecipante di un articolo di successo sull'omicidio di sua moglie, allora Albert l'avrebbe cacciata via anche in malo modo, più di quanto non avesse già fatto pochi attimi prima. Al contrario, Jenifer era stata furba ad utilizzare una scusa che, consapevole o meno che fosse,
effettivamente aveva un fondo di verità.


«Voglio solo essere lasciato in pace,
la prego, non chiedo tanto.»


Il tono di voce non era più vinto dall'astio, il corpo sembrava pervaso da una stanchezza immane,
come se il carico di un macigno pesasse sulle spalle già piegate dell'uomo. Sospirò per la seconda volta, ricordando di aver ricevuto più di una lettera che annunciava un corteo di candele e riconoscimento, nel villaggio di Hogsmeade tanto caro a sua moglie, in onore della stessa e della sua scomparsa. Ne aveva parlato anche un altro dei numerosi giornalisti del Profeta, ma quell'articolo aveva scaldato il suo cuore: non c'era accusa nei suoi confronti, solo gloria alla stella che era stata Malala, la sua Malala. Così annuì, finalmente più tranquillo, ponendosi di lato.


«Alla prima domanda personale, sul mio conto, se ne andrà via. Su mia moglie... su mia moglie potrà chiedere qualcosa, immagino.»

Permise alla ragazza di entrare in casa, mentre lui già si dirigeva in salotto. Un lungo corridoio, intervallato da pareti di celeste pastello con quadri di Malala e Albert, di tanto in tanto in movimento in quelle cornici ormai appartenenti al passato; prima a Londra, poi a Parigi, sotto la Torre Eiffel come due teneri innamorati, poi su una candida spiaggia di chissà quale terra paradisiaca e via così, tanti scorci d una vita abbandonata, di una vita spenta senza ragione né giustizia. Guardando quelle fotografie, nessuno avrebbe potuto dire che la coppia non fosse stata felice. Albert si diresse infine al salotto, una stanza circolare e luminosa per via di finestre tutto intorno, in quel momento oscurate da tende pesanti. Non c'era luce, a ben vedere, ad eccezione di una lampada sospesa su un tavolino bianco, in marmo. Non c'erano fotografie alla pareti, solo un divano a forma di L, colmo di cuscini bianchi, riviste, articoli di giornale spiegazzati e diverse tazze sparse su più punti. Albert vi prese posto, portandosi le gambe sotto di sé, i piedi scalzi. Indicò una poltrona libera di fronte, pulita, solo con una tazza incrostata sul bracciolo. Non aveva offerto ancora nulla.

«Cosa vuole sapere?»

 
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view post Posted on 7/4/2018, 22:44
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inalmente il discorso rientrò nella convenzione. L'uomo le rispose ancora a tono, questa volta pacato, come adattandosi al suo atteggiamento. Era come se entrambi avevano lasciato le armi lasciandole però a portata di mano; Jen dalla sua si sarebbe minimamente discostata, come posando il peso sulla gamba più distante, presa dal ricordo vivido di sua sorella. *Alla prima domanda personale?!* Jen alzò le sopracciglia come se non avesse colto cosa alludesse ma s'impegnò per mettere a tacere qualsiasi tipo di sarcasmo. L'uomo si era fatto su lato della porta, era in procinto di farla entrare. La ragazza ne rimase sorpresa. Non aveva nulla da nascondere dietro quelle pesanti tende, e forse quelle ombre che aveva intravisto erano solo ombre. "Sospendi il giudizio ma ricorda di respirare" l'insegnamento più caro di sua nonna. Era forse quella che la conosceva più di tutti e l'unica ad averla sostenuta in quello che fosse: una maga. Doveva aver peccato spesso di superbia e pregiudizi perché era la frase che le ripeteva più duramente. Quei pensieri le tornarono in mente mentre si chiudeva la porta alle spalle. Il corridoio che le si aprì davanti presentava svariati quadri alle pareti, flash di vita della Wisk in cui la loro felicità era quasi tangibile. Inconsciamente più foto scorrevano sotto gli occhi della giovane più le mascelle si contraevano. Jenifer se ne rese conto soltanto quando, entrata nel salotto dismesso tanto quanto il proprietario, lui la invitò a sedersi e sulla poltroncina c'era una tazzina incrostata. Più caos di così lo aveva trovato soltanto nell'ufficio della Jackson, quando aveva dovuto dare il suo esame di trasfigurazione, donna intrigante anche lei. Si morse l'interno del labbro ma si accomodò esattamente dove l'uomo le aveva indicato. Non che vi fossero tanti altri posti disponibili, ma anche ci fossero stati Jen avrebbe sposato la tazzina incrostata come fedele compagna. Quasi. Infatti sedendosi la prese tra indice e pollice senza toccare i bordi e la posò a terra, perfettamente perpendicolare alla sua posizione originale. Non che non gradisse compagnia, ma non avrebbe rischiato di rompere nulla nell'atmosfera disagiante di quella stanza. Come tutte le case, era lo specchio della faccia di quell'uomo. Quasi non sembrava affatto lo stesso delle foto che aveva visto incorniciate; si era spenta una luce in lui e le tende chiuse o aperte non avrebbero contribuito a dargli un aspetto migliore. Scrollò le spalle per staccarsi di dosso tutto quel fastidio insieme all'odore impregnante di tè passato, dovuto da tutte quelle tazzine non toccate, neanche il Paiolo l'avrebbe potuta preparare a tanto. Lo stomaco le si chiuse e provò mentalmente a far lo stesso con il naso. Arrivato il momento delle domande era meno incline che mai a parlare, ma uno sguardo gettato al corridoio dal quale era arrivata una briciola di mobilità facciale che le consentisse di parlare.

« Gli scatti nei quadri sono davvero deliziosi, vedendola felice Malala sembra ancora più bella. »

Accennò sommessamente, forse per tagliare le distanze tra sé e il ruolo che si era scelta, o un modo come un altro per sciogliere il ghiaccio che non si riesce a rompere. Divisa tra mondo magico e babbano, avrebbe riconosciuto a stento la cantante, ma questo prima della sua morte; prima che tutti i media ne divulgassero foto, storie, canzoni e tutto ciò che potevano rendere pubblico. Non sarebbe stato facile chiedere quello che avrebbe voluto sapere dato la presentazione che aveva fatto da corista di Hogwarts, ma spacciarsi per l'ennesima fan del pellegrinaggio macabro non le andava, mentre una giornalista asfissiante non era convinta sarebbe riuscita ad avere tutta quella accoglienza. Avrebbe cercato il modo, le formule giuste. A volte era tutta una questione di modi e, nonostante quell'approccio iniziale scontroso, la ragazzina ne era ben consapevole.

« La ringrazio per avermi accolta dedicandomi tempo ma innanzitutto mi scuso per poco fa... Sa i giornali dicono così tante cose sulla morte di sua moglie, ma le contraddizioni e il non sapere effettivamente cosa le sia successo è quello che fa più rabbia. Sono venuta a bussare da lei perché non è solo una penna bramosa di fama come loro, »

Una brevissima pausa. Con lo sguardo percorse le decine di copie di giornali con gli articoli sulla cantante, tra cui un paio di testate che aveva riconosciuto e articoli che aveva letto. Quell'uomo adesso viveva di questo? Viveva le indagini attraverso le parole dei giornalisti che lui stesso scacciava? Cercava tra quelle righe chi lo compiangeva o se qualcuno lo accusava? Il dolore per ognuno si manifestava in modi diversi, forse era così.

« Lei l'ha vissuta davvero e meglio di chiunque dovrebbe poter parlare di lei. Era una cantante straordinaria e i suoi testi lo dimostravano sempre rivolti all'azione verso il prossimo e, non serve avere un distintivo per schierarsi a fare il bene, Malala è un esempio. Ci sono stati eventi in particolare nella vita di sua moglie che la hanno dato questa spinta? Episodi in cui ha voluto prendere posizione.. »

Non era certa che sarebbe bastata una tale domanda per avere risposte sul suo passato. Era morta, certo, e le voci come quella della vecchia megera che l'aveva accompagnata alla casa, adesso giravano indisturbate, insieme a TuSaiChi, morsi di vampiri e tanto altro; sicuramente ci sarebbe arrivata dopo, ma a volte partire con la prima e dal principio non guastava. Le canzoni della mezza-veela che avevano preso il sopravvento sulle radio avevano tutte argomentazioni forti della lotta per il bene; che la cantante avesse avuto anche un ruolo meno musicale e famoso, ma più attivo nella battaglia contro Voldemort? *Se canti quello che scrivi, e scrivi quello che pensi, dovrai aver vissuto qualcosa che ti abbia portato a tutto questo.. ma cosa?*

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C'era stato un tempo in cui l'attenzione, la brama di egoismo e di porsi al centro, il desiderio di non essere appendice di nessuno, alla mercé dell'immagine pubblica e splendida di sua moglie, avevano fatto breccia fin nel profondo del cuore di Albert, portandolo ad estraniarsi, poi ad inserirsi in contesti che non gli spettavano di diritto, infine ad allontanarsi di nuovo e poi riavvicinarsi. Avanti e indietro, fra l'uscita di uno studio di avvocati e il proprio ufficio, fra lettere che danzavano nei cieli fino ad atterrare alla presenza di Malala e poi indietro, a ricevere una sua risposta, qualsiasi sua risposta. C'erano stati momenti in cui marito e moglie erano stati avvinti da un collante perfetto, impossibile da dimenticare, complesso da spezzare; un passato in cui - fra litigi, incomprensioni, perfino scoppi furiosi apparentemente senza motivo - l'unione aveva sempre e comunque fatto la forza, dimostrando una coesione e un'intesa armoniosa di coppia che non aveva eguali. Così era giunta la fine, la morte, lo strazio e il dolore: e da ombra di sua moglie, Albert era diventato ombra di se stesso. Aveva gridato, aveva lottato contro la parte più profonda del suo spirito, aveva tentato - invano - di far luce su quegli aspetti legali, di fatto, di prove, che avrebbero potuto offrire una visione d'insieme giusta e duratura nel tempo, che avrebbero potuto dargli slancio verso la ricerca di una spiegazione. A distanza di più giorni di quanti potesse contarne per davvero, il signor Scottdale era ancora vinto da quella sete di vendetta: perché una cosa era certa - e sapeva più di quanto avesse lasciato intendere ai giornalisti che avevano maledettamente bussato alla sua porta -, sua moglie non era morta né suicida né per cause naturali. Un omicida era ancora a piede libero ed era esclusivamente una questione di prospettive circa la sua autentica identità, lo aveva pensato fin dal primo istante e lo credeva tuttora.

«Mi chiede... mi chiede cosa abbia spinto mia moglie a diventare cantante o cosa l'abbia spinta a diventare una cantante attivista? Perché mi creda, signorina...»

Socchiuse gli occhi, sollevando leggermente il capo per osservare meglio la ragazza che aveva accolto nel suo stesso salone. Aveva già rivelato il suo nome oppure era ancora un mistero? Non che potesse essere così importante, in quel momento l'intervistato era lui e qualsiasi cosa avesse detto, avrebbe avuto in conclusione la sua firma, la sua originaria testimonianza: giornalista o meno che fosse, la giovane Strega avrebbe soltanto raccolto informazioni, ottenendo forse gloria, forse riconoscimenti, forse chissà cosa. Non avrebbe restituito Malala all'uomo che sedeva scomposto su quel divano tanto macchiato. Si ritrovò a muovere pigramente la mano destra, avanti e indietro, come ad indicare di essersi interrotto quasi senza motivo. Riprese, sentendo o meno la presentazione dell'altra.

«Mi creda, entrambe le cose possono essere perfettamente compatibili. Malala non solo era un'artista eccezionale, e lo dimostrano i suoi testi migliori, la sua fama ormai mondiale. Malala era anche interessata alle cause benefiche, gestiva parte dei suoi fondi di concerti e varie attività per affidarle ad orfanotrofi, centri di recupero, ospedali e altro, tanto altro ancora. Hanno detto- hanno scritto cose prive di fondamento, hanno tratto conclusioni così azzardate... Anche qui, legga qui!»

Recuperò il primo giornale sul divano, attento, sicuro, come se la memoria già sapesse quale fascicolo considerare: e d'altronde, passare notti e notti insonne, perdendosi tra parole di offesa, altre di speranza, altre ancora di finta giustizia, avevano concesso al Mago una certa conoscenza degli eventi che tanto lo riguardavano in prima persona. La pagina che stirò tra le mani, sporgendosi avanti dal divano come a mostrarla meglio alla ragazza, mostrava nella parte superiore una splendida immagine a colori di Malala Wisk, che piroettava su se stessa in un candido abito bianco. L'articolo di un giornalista giovane, studente di Hogwarts, era piuttosto innocuo, ma sottolineata più e più volte di giallo, una frase attirava l'attenzione senza troppe difficoltà.

Perché suo marito Albert Scottdale non era con lei alle cinque di questa mattina? Inoltre, non sarebbe dovuta essere in viaggio per la sua tournée? Tante domande, ancora nessuna risposta
- Malala Wisk uccisa da un Mangiamorte?
26 Agosto, il Profeta | x


Albert attese che l'altra leggesse, che prendesse il giornale del Profeta, che facesse qualsiasi cosa, prima di lasciarsi andare nuovamente sul divano, straziato ed affranto come non mai. Sospirò, la voce rotta dal pianto e dall'imbarazzo, lo sguardo rivolto verso il basso.

«Non ero con lei, dannazione, perché lei mi aveva chiesto di portare cinquecento Galeoni al San Mungo per i fondi che ogni anno stanziava per l'ospedale. Ma lei non è stata solo uccisa, non è stata solo uccisa...»

Eppure, nessuno ne era a conoscenza: il San Mungo era poi una fortezza di segreti o semplicemente le informazioni non viaggiavano così velocemente come immaginato? Il pianto iniziò in modo lento, poi crebbe, crebbe sempre di più, a dare sfogo ad un dolore impossibile da contenere. Poteva davvero quell'uomo essere giustiziere della sua stessa moglie? E le parole che il giornale più famoso del Mondo Magico aveva riferito pubblicamente erano in tutto fonte di verità? Non solo uccisa: mentre le lacrime solcavano il volto spento del Mago, la frase continuava ad essere ripetuta con un filo di voce. Cosa intendeva seriamente?

 
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