| C'era stato un tempo in cui l'attenzione, la brama di egoismo e di porsi al centro, il desiderio di non essere appendice di nessuno, alla mercé dell'immagine pubblica e splendida di sua moglie, avevano fatto breccia fin nel profondo del cuore di Albert, portandolo ad estraniarsi, poi ad inserirsi in contesti che non gli spettavano di diritto, infine ad allontanarsi di nuovo e poi riavvicinarsi. Avanti e indietro, fra l'uscita di uno studio di avvocati e il proprio ufficio, fra lettere che danzavano nei cieli fino ad atterrare alla presenza di Malala e poi indietro, a ricevere una sua risposta, qualsiasi sua risposta. C'erano stati momenti in cui marito e moglie erano stati avvinti da un collante perfetto, impossibile da dimenticare, complesso da spezzare; un passato in cui - fra litigi, incomprensioni, perfino scoppi furiosi apparentemente senza motivo - l'unione aveva sempre e comunque fatto la forza, dimostrando una coesione e un'intesa armoniosa di coppia che non aveva eguali. Così era giunta la fine, la morte, lo strazio e il dolore: e da ombra di sua moglie, Albert era diventato ombra di se stesso. Aveva gridato, aveva lottato contro la parte più profonda del suo spirito, aveva tentato - invano - di far luce su quegli aspetti legali, di fatto, di prove, che avrebbero potuto offrire una visione d'insieme giusta e duratura nel tempo, che avrebbero potuto dargli slancio verso la ricerca di una spiegazione. A distanza di più giorni di quanti potesse contarne per davvero, il signor Scottdale era ancora vinto da quella sete di vendetta: perché una cosa era certa - e sapeva più di quanto avesse lasciato intendere ai giornalisti che avevano maledettamente bussato alla sua porta -, sua moglie non era morta né suicida né per cause naturali. Un omicida era ancora a piede libero ed era esclusivamente una questione di prospettive circa la sua autentica identità, lo aveva pensato fin dal primo istante e lo credeva tuttora.
«Mi chiede... mi chiede cosa abbia spinto mia moglie a diventare cantante o cosa l'abbia spinta a diventare una cantante attivista? Perché mi creda, signorina...»
Socchiuse gli occhi, sollevando leggermente il capo per osservare meglio la ragazza che aveva accolto nel suo stesso salone. Aveva già rivelato il suo nome oppure era ancora un mistero? Non che potesse essere così importante, in quel momento l'intervistato era lui e qualsiasi cosa avesse detto, avrebbe avuto in conclusione la sua firma, la sua originaria testimonianza: giornalista o meno che fosse, la giovane Strega avrebbe soltanto raccolto informazioni, ottenendo forse gloria, forse riconoscimenti, forse chissà cosa. Non avrebbe restituito Malala all'uomo che sedeva scomposto su quel divano tanto macchiato. Si ritrovò a muovere pigramente la mano destra, avanti e indietro, come ad indicare di essersi interrotto quasi senza motivo. Riprese, sentendo o meno la presentazione dell'altra.
«Mi creda, entrambe le cose possono essere perfettamente compatibili. Malala non solo era un'artista eccezionale, e lo dimostrano i suoi testi migliori, la sua fama ormai mondiale. Malala era anche interessata alle cause benefiche, gestiva parte dei suoi fondi di concerti e varie attività per affidarle ad orfanotrofi, centri di recupero, ospedali e altro, tanto altro ancora. Hanno detto- hanno scritto cose prive di fondamento, hanno tratto conclusioni così azzardate... Anche qui, legga qui!»
Recuperò il primo giornale sul divano, attento, sicuro, come se la memoria già sapesse quale fascicolo considerare: e d'altronde, passare notti e notti insonne, perdendosi tra parole di offesa, altre di speranza, altre ancora di finta giustizia, avevano concesso al Mago una certa conoscenza degli eventi che tanto lo riguardavano in prima persona. La pagina che stirò tra le mani, sporgendosi avanti dal divano come a mostrarla meglio alla ragazza, mostrava nella parte superiore una splendida immagine a colori di Malala Wisk, che piroettava su se stessa in un candido abito bianco. L'articolo di un giornalista giovane, studente di Hogwarts, era piuttosto innocuo, ma sottolineata più e più volte di giallo, una frase attirava l'attenzione senza troppe difficoltà.
Perché suo marito Albert Scottdale non era con lei alle cinque di questa mattina? Inoltre, non sarebbe dovuta essere in viaggio per la sua tournée? Tante domande, ancora nessuna risposta - Malala Wisk uccisa da un Mangiamorte? 26 Agosto, il Profeta | x
Albert attese che l'altra leggesse, che prendesse il giornale del Profeta, che facesse qualsiasi cosa, prima di lasciarsi andare nuovamente sul divano, straziato ed affranto come non mai. Sospirò, la voce rotta dal pianto e dall'imbarazzo, lo sguardo rivolto verso il basso.
«Non ero con lei, dannazione, perché lei mi aveva chiesto di portare cinquecento Galeoni al San Mungo per i fondi che ogni anno stanziava per l'ospedale. Ma lei non è stata solo uccisa, non è stata solo uccisa...»
Eppure, nessuno ne era a conoscenza: il San Mungo era poi una fortezza di segreti o semplicemente le informazioni non viaggiavano così velocemente come immaginato? Il pianto iniziò in modo lento, poi crebbe, crebbe sempre di più, a dare sfogo ad un dolore impossibile da contenere. Poteva davvero quell'uomo essere giustiziere della sua stessa moglie? E le parole che il giornale più famoso del Mondo Magico aveva riferito pubblicamente erano in tutto fonte di verità? Non solo uccisa: mentre le lacrime solcavano il volto spento del Mago, la frase continuava ad essere ripetuta con un filo di voce. Cosa intendeva seriamente?
|