Black_Shadow |
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| DAMIAN GRAY
Diagon Alley, 11/11/2015
Dopo aver pagato al vecchio Olivander quanto gli spettava ed essere uscito dalla sua bottega, Damian ritirò fuori la sua bacchetta dall’apposita tasca interna del giubbino in pelle nera che indossava. Nel farlo dovette inevitabilmente far scorrere la zip per più di metà, scoprendo la maglietta grigio scuro che indossava sotto. Immediatamente il freddo novembrino attraversò quel cotone leggero, arrivando al petto finora tenuto al riparo dalla giacca. Damian avvertì quello sbalzo di temperatura sulla propria pelle, ma nessun tipo di smorfia si disegnò sul suo volto. La destra sfilò la bacchetta dalla propria custodia e gli occhi di ghiaccio del mago corsero subito sul proprio strumento magico, esaminandolo con maggior attenzione rispetto a quanto aveva potuto fare nella bottega. La mano libera andò a sfiorare il legno di prugnolo della bacchetta, i polpastrelli che sentivano appena la sua consistenza ma che ambivano a toccare altro, forse la squama di Ashwinder che costituiva la sua anima. L’Ashwinder, che animale fantastico. Una vita molto simile a quella della fenice, la sua, poiché nel fuoco nasce e nel fuoco muore, dando vita ai figli deposti. *Finalmente di nuovo con me.* Aveva sempre amato la sua bacchetta. Fin dal primo giorno, quando, proprio nella bottega di Olivander, appena undicenne, venne scelto da quel magnifico strumento, si convinse che doveva esserci qualcosa di importante in serbo per lui. Di sicuro suo padre, all’epoca, aveva iniziato ad aspettarsi grandi cose da lui, tutte puntualmente scomparse nel nulla, sostituite da delusioni e frustrazioni. Damian piegò le labbra in una smorfia dura, disgustata, appena visibile dietro quella barba scura. Fece sparire di nuovo la bacchetta nella tasca interna, risollevò la zip e si incamminò in direzione Paiolo Magico. Fu proprio lì che lo vide: un manifesto con sopra la foto dell’insegna, riconoscibile fra milioni, della Testa di Porco risaltava sulla parete del famoso locale. Non ebbe nemmeno bisogno di capire di cosa si trattava, le parole “offerta di lavoro per adulti valorosi” bastarono a catturare la sua attenzione. Si fermò immediatamente di fronte a quel bando che, a giudicare dallo stato della pergamena, non doveva essere lì da più di qualche settimana. *Chissà se è ancora valido…* Si chiese mentre le iridi azzurre scorrevano le parole scritte in grande. Le labbra si piegarono in un mezzo ghigno nel leggere, probabilmente compiaciuto dall’ironia diretta e molto terra terra che scaturiva da quel manifesto. Ci si rispecchiava. *Domani andrò a sentire.* Pensò fra sé e sé, proseguendo oltre ed entrando nel locale.
Hogsmeade, 12/11/2015
Si era ripromesso di andare immediatamente quella mattina ad Hogsmeade per avere ulteriori informazioni circa quell’offerta di cui aveva letto il giorno precedente. Forse avrebbe potuto raggiungere il proprio obbiettivo ben prima di quanto si aspettasse e andarsene finalmente via di casa. Ritrovò il manifesto esposto all’esterno della “Testa di Porco” e questo non poteva che essere una conferma del fatto che non avevano ancora trovato tutte le persone di cui avevano bisogno. Fu con maggiore convinzione, quindi, che Damian varcò l’entrata del locale. Si guardò intorno velocemente. Non entrava lì dentro da un’infinità di tempo, ma nulla era cambiato in quegli ultimi anni. Non che si aspettasse il contrario, in effetti, avendo un’idea del personaggio che gestiva il posto. Si avvicinò al bancone e attirò l’attenzione della persona in servizio con un cenno della mano. “Buongiorno, sono qui per l’offerta del manifesto.”
Edited by Black_Shadow - 16/11/2015, 18:07
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