Just take a breath, Ordinazione

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view post Posted on 19/10/2015, 16:53
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2vis1go

Mi fido di lei.
Vada, signor Brior, e conquisti il mondo.

La voce di Madama Hale, l'insegnante di Astronomia dell'immane scuola di Hogwarts, risuonava ancora nella mente del giovane Mago di origini Irlandesi. Quell'incontro di alcuni mesi prima aveva un posto speciale nel suo cuore e Oliver non avrebbe mai dimenticato l'emozione provata al seguito di quella frase quasi sussurrata dalla docente. Non seguiva la sua materia, essendo ancora al secondo anno del suo percorso di studi, ma Astronomia lo affascinava particolarmente, considerando la presenza di un astrologo nella sua stessa famiglia. Aveva stretto una sorta di amicizia forse leggermente migliore del rapporto tra studente-professore e pensare che Madame Hale avesse dovuto abbandonare l'edificio per motivi familiari o di chissà quale genere - doveva ammetterlo - era stato un colpo forte per la sua persona. Oliver non riusciva a spiegarsi quel senso di disagio, era una cosa mai sperimentata prima sulla sua pelle, eppure i pensieri viaggiavano e abbracciavano la stessa immagine da molti giorni, di preciso legandosi alla figura della Strega che serviva un infuso alla menta con biscotti alla cannella al ragazzo, mentre quest'ultimo accarezzava con passione il gatto color caramello della donna. Con quale altro o altra docente si sarebbe potuto sentire così a suo agio? Ed ora che la cattedra di Astronomia era vuota, chi avrebbe preso il posto di quell'insegnante cordiale e sempre con il sorriso sulle labbra? Aveva anche una cultura che spaziava in diversi campi, essendo l'organizzatrice nonché fondatrice del Club di Musica cui Oliver aveva chiaramente preso parte. Insomma, stelle e note si univano in un vortice perfetto fino alla settimana scorsa, quindi perché era arrivato un altro uragano a spazzare via il tutto? D'altra parte, la presenza di Madama Goodheart al The Wizard Voice non era affatto male, anzi Oliver nutriva una stima immensa per la sua Capocasa; avrebbe fatto grandi cose e sarebbe stata degna di sostituire di sicuro Argentea Hale, sebbene l'assenza di quest'ultima avesse lasciato un vuoto dentro l'animo del ragazzo. Con l'intento di prendersi una piccola pausa, Oliver aveva fatto in fretta le valigie ed era partito per casa, quasi come se l'uscita di scena di Madame Hale coincidesse con la sua. Aveva intenzione di far visita ai suoi genitori di nascosto, presentandosi sulla soglia d'ingresso con uno zaino in spalla e il desiderio di trascorrere un paio di giorni con loro. Come non detto. Oliver aveva dimenticato di fare i conti con sua nonna Adeline, la prima persona che aveva incontrato non appena giunto in Irlanda con l'ausilio di una Passaporta predisposta dal Signor Vinaccia, il gentile ma impiccione proprietario dello store musicale di Londra in cui lui lavorava. La Strega dedita al galateo da anni immemori aveva perso le staffe alla vista del nipote, accusandolo di non essere concentrato sui suoi studi e di preoccuparsi troppo di cose non di suo interesse, come l'assenza di una professoressa. Un rapido abbraccio con sua madre, qualche parola sussurrata e un'altra Passaporta avevano reso la fuga di Oliver dall'Irlanda rapida come non mai, al seguito di quella discussione con la nonna. Non era stato neanche un giorno intero nella sua dimora a Cork, anzi dopo la notte passata nel suo letto, di prima mattina dell'indomani, era giunto nuovamente ad Hogsmeade, pronto a tornare ad Hogwarts. Tuttavia, preso da un istinto più forte di lui, Oliver aveva articolato un pensiero quasi infantile: voleva riandare alla Testa di Porco, quasi come se quell'azione potesse infastidire sua nonna, che avrebbe di certo abolito un locale così poco incline alla lucentezza. Ne avrebbe approfittato per ordinare anche un bottiglia di Vino Elfico per la persona che avrebbe dovuto intervistare per la Gazzetta nei giorni seguenti, così da evitare di presentarsi senza omaggi. Zaino in spalla, cappellino con visiera calato sulla testa con tanto di occhiali neri da sole, Oliver si diresse velocemente al pub. Conosceva la strada, c'era già stato in un'occasione particolare, quale l'incontro con zia Linny. In generale, era difficile vederlo in quello stato, quasi come se fosse... un ragazzo normale. Scavalcò un fossato presente su quella strada dissestata, quindi trasse un respiro profondo e, di fronte alla strana porta del pub, la spinse e varcò il suo ingresso. Non si cimentò nell'analisi del posto o dei clienti di quel momento: per quanto volenteroso di infrangere il galateo e, in particolare, di ferire la nonna anche solo nella sua mente, Oliver non si sarebbe trattenuto più del necessario. Quel pomeriggio, in effetti, aveva anche un turno di ronda al secondo piano, in qualità di Prefetto, non avrebbe tardato e sarebbe rientrato al castello per pranzo. Si accostò al bancone e, sperando ardentemente di trovare nuovamente Versus, attirò l'attenzione di qualche cameriere con un semplice e forte: "Buongiorno"

 
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versus zero
view post Posted on 19/10/2015, 17:51






15 Anni - Studentessa II Anno - Scheda () - Outfit

Non era stata una giornataccia, aveva dormito benissimo durante l’ora di Storia della Magia, svegliandosi più fresca che mai. Erano davvero poche le lezioni che non seguiva attivamente, solitamente la sua curiosità era talmente elevata che dovevano picchiarle contro per farla tornare seduta normalmente.
Aveva sempre avuto quel vizio di farsi più vicina a chi le stava dicendo qualcosa d’interessante, come se così facendo avesse appreso segreti non udibili da altri.
Quella mattina, invece, le avevano tirato la felpa per avvisarla che era ora di cambiare aula. Non le piacevano le storie incerte, basate su assurdità cristiane. Non apprezzava molto la loro tendenza di coprire i racconti tramandati nei secoli con della roba che nemmeno conosceva dato che, ogni volta che li nominavano, s’addormentava.
Quell’astio era derivato da una gita dove aveva testato sulla sua pelle la bontà degli uomini di fede. Fandonie: quei monaci erano un branco di pazzi.
Tutta quell’ignoranza e quei pregiudizi, per non parlare del fare di tutta l’erba un fascio, erano rimasti negli anni a causa del suo trovar difficili le ricerche in merito alla Mitologia Norrena.
Tutto il materiale era contaminato, trasformato e via via influenzato da quella cultura che non trovava ugualmente affascinante. Troppo lontana dalla natura, troppe distinzioni tra bene e male, troppe ipocrisie. Aveva bisogno di testi antichi, ma non c’erano perché, per l’appunto, ai suoi antenati andava di cantarle le cose, non dirle.
Forse al terzo anno avrebbe studiato qualcosa in più, c’era anche quella materia che sembrava interessante, Rune se ricordava bene. Non le conosceva però le avevano nominate l’anno prima a lezione.
Era seduta dietro al bancone, un angolo abbastanza buio. Il locale era praticamente vuoto, tizio collassato sulla sedia in disparte. Tra le dita aveva il ciondolo dell’ amuleto che ricambiava in modo impassibile il suo sguardo serio e perso chissà dove.

*Al negozio c’era qualcosa sulle rune, magari lei ne sa qualcosa in più. Se erano usate come i geroglifici…*
I suoi viaggi mentali furono interrotti dall’arrivo di un cliente, nascose la collana sotto la maglia, palesandosi.
«Oliv-»
Il suo concasato sembrava in incognito: occhiali, cappellino e zaino, era riconoscibile ma chi era lei per giudicare i travestimenti altrui?
*Io avrei preferito il cappuccio alzato e un paio di occhiali con baffoni.*
Ovviamente, travestimento perfetto il suo. Tornando al giovane, si vergognava di star lì oppure…
«Benvenuto! Si sta preparando a un viaggio?»
Chiese con fare garbato, come per mantenere al sicuro la sua identità o per fingere di non conoscerlo. La cosa la divertiva? Fin troppo.


❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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view post Posted on 19/10/2015, 19:10
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2vis1go

Effettivamente, sembrava proprio che Oliver avesse scelto di travestirsi, o meglio di celarsi a sguardi indiscreti di tutti i passanti presenti nel villaggio di Hogsmeade. O forse no? D'altronde, indossava un paio di occhiali scuri con un berretto color indaco con visiera, niente di allarmante o di perfetto per passare in incognito, ma d'altra parte quello non era il suo intento. Era stato molto felice di aver scorto il volto di Versus, dopo aver attirato l'attenzione di qualche garzone. Per un attimo, si chiese se in quel pub così particolare lavorassero altre persone, oltre la sua concasata; l'idea che Versus avesse parenti alla Testa di Porco si riaffacciò alla sua mente, ma il ricordo dell'incontro con la ragazza nello store musicale gli permise di riflettere su un dettaglio: come aveva detto la studentessa? Se non errava, qualcosa come "devo tornare a casa", quando lui le aveva proposto di fare un giro del negozio musicale. Questo poteva significare sia che la dimora della fanciulla fosse lo stesso locale in cui adesso si trovava sia, tanto per citare un'ennesima eventualità, che Versus lavorasse lì nel tempo libero come una normalissima garzona. C'erano diversi studenti di Hogwarts che arrotondavano la paghetta settimanale dei genitori con qualche posto in un pub o in un negozio di accessori, Oliver in primis, quindi perché sorprendersi più di tanto nel caso di Versus? La risposta si palesò nella mente dell'Irlandese sotto forma di domanda: perché proprio alla Testa di Porco? Insomma, fra tante opportunità e posti da poter scegliere nel sobborgo magico, la Grifondoro aveva optato per quella... cosa? Sovrappensiero, notò con piacere il tono quasi misterioso dell'altra, così decise di restare al gioco. Poggiò, pentendosene subito dopo, le mani sul bancone di fronte, alzandosele subito dopo alla vista e al contatto della polvere. O di qualsiasi altro strato potesse esserci.
"Esattamente, donzella" disse, scegliendo un tono di voce grasso e grosso, una versione macabra e giovanile del custode di Hogwarts. Eppure, l'idea di assomigliare o anche solo di imitare Mastro Gazza scaturì un brivido di terrore per tutto il corpo di Oliver. Tra l'altro, per quanto si divertisse a recitare un ruolo di un Mago rozzo, rivolgersi a Versus con l'appellativo "donzella" rovinava ogni sfumatura di anti-galateo. Trattenendo a stento una risata, fece sbattere una mano con un colpo leggero sul mobile che aveva dinnanzi, facendo attenzione a toccare soltanto la parte pulita, o meglio quella "precedentemente" pulita da se stesso. "Desidero..."
Che verbo modesto, dov'erano finiti gli anni trascorsi a studiare recitazione con sua madre?
"Portami una bottiglia di Vino Elfico e una zuppa di Plimpy, avanti!" fece, la gola arsa per aver tentato di parlare con voce rauca, come se si fosse buscato una tosse da fumatore di sigarette accanito. Abbassò gli occhiali con la mano destra, facendo un occhiolino a Versus e sillabando qualcosa simile a: "Bottiglia-da-portare-via-non-per-me"
Certo che era strano, oltre che matto. Immaginò il volto di sua nonna e scoppiò a ridere in maniera abbastanza silenziosa.

 
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view post Posted on 20/10/2015, 13:33






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Normalmente, qualcuno con il volto coperto e l’aria da poco di buono non ispiravano fiducia; a lei, invece, i tizi loschi divertivano e incuriosivano allo stesso tempo. Adorava la moda diffusa tra i suoi clienti di coprirsi il volto con stracci o cose strane. A volte intravedeva occhi dove pupilla e sclera si fondevano in un colore opaco, cicatrici malcurate, parti pulsanti, malformazioni.
Sembrava di vivere in un horror o qualcosa di simile. E le piaceva, ci si sentiva sempre più a suo agio. Tutte quelle stranezze avevano storie dietro e lei sperava sempre di conoscerle o sentirle “per sbaglio”, mentre passava tra un tavolo e l’altro.
Non era il caso del suo concasato, che semplicemente aveva indosso un completo da scampagnata. Che il Prefetto Rosso-Oro avesse in mente di allontanarsi da quel posto? Poteva chiedere, ma aspettava il momento adatto. Sarebbe giunto? Bisognava aver pazienza, prima aveva il suo dovere da garzona da compiere.
Se c’era una cosa che la divertiva era proprio il recitare un ruolo, aveva pensato di iniziare qualche corso ma preferiva imparare da sola sul campo, con personaggi diversi secondo ogni occasione. Inclinò leggermente la testa di lato in un cenno di cortese assenso.

«Certamente, arriva subito. Ottima scelta, non c’è niente di meglio per iniziare un viaggio. Dove va di bello?»
Il fare serio fu interrotto da un leggero sghignazzare. Serietà. Era un oste che stava servendo un cliente deciso e che non voleva perdere tempo, bisognava rimanere concentrate, anche se il tono con cui aveva fatto l’ordinazione aveva rischiato di farla ridere.
I rumori dalla cucina confermarono che la zuppa era già a scaldare. Non sapeva molto di quella creatura che veniva utilizzata. Aveva provato a chiederlo ricevendo un: “E’ un pesce con le gambe.” come risposta. La stavano sicuramente prendendo in giro.
Prese una bottiglia di quel vino corposo e molto forte, un pezzo abbastanza lucido, etichetta intatta e nessun segno di unto: un gioiello in confronto al testo del locale. Se stava per diventare un cliente abituale era meglio trattarlo bene, inoltre lo conosceva e lei era una da favoritismi non poco velati.

«Lei è fortunato, mi sono arrivate stamane. Quest'annata è pregiata, a quanto pare abbiamo alcune delle bottiglie provenienti 'dall'inebriante riserva dei grandi giardini' di Non-so-davvero-dove. Non ce lo vogliono dire! Sa, temono che vada direttamente dal fornitore. Che malfidati!»
*Possono giurarci che lo farei.*
«Lo metta in dei bicchier-»
Ricambiò l'occhiolino con un sorriso complice. Giusto, non era per lui.
«Volevo dire... suggerisca di metterlo in bicchieri piccoli, così sembra di più e non si esagera. E' buono da solo ma coi dolcetti dicono sia ancora meglio.»
Se prima, durante la sua infanzia, adorava fingersi un cavaliere, in quel posto stava diventando un soldato delle vendite. Di alcolici e pietanze non propriamente legali, ma evitiamo i dettagli.
Appoggiò sul ripiano un pezzo di pergamena tutto sommato intatto e si voltò a prendere (dalla fessura che collegava cucina e bancone) un piatto fumante di zuppa, mettendolo accanto alla bottiglia sulla tovaglietta poco elegante ma preferibile a quel legno polveroso.
Ci mise un bel po’ ma riuscì a trovare un paio di posate pulite, un’impresa. Il fatto che quasi nessuno le usasse lì dentro aveva aiutato, così come le ore di nullafacenza che passava pulendo cose a caso.

«Ecco a lei, tredici falci in tutto, se vuole le sposto tutto su un tavolo, com'è più comodo.»
Poteva smetterla con quel teatrino? Forse, non in quel momento però.

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1 Zuppa di Plimpy. (3 Falci) - risana 5 punti corpo. (Recupero, non accumulo).
1 Vino Elfico (10 falci la bottiglia)
Totale: 13 Falci.
 
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view post Posted on 20/10/2015, 19:58
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Per un solo attimo, il ragazzo si era posto una domanda abbastanza stupida, chiedendosi se Versus non avesse effettivamente compreso chi fosse. Un secondo dopo, invece, sentì le sue frasi e cancellò qualsiasi dubbio privo di fondamenta dalla sua mente. La commessa di quel pub ci sapeva fare, era un'attrice interessante e, ancora una volta, scoprire di avere un'altra passione con l'altra fu una bella rivelazione per Oliver. Non solo la musica, quanto anche la recitazione; certo, forse era solo un gioco o un modo per divertirsi, magari Versus stava tenendo semplicemente corda al Grifondoro, niente di più né di meno, eppure il tutto aveva assunto note da professionisti.
*Che parolona!* pensò l'Irlandese dopo aver elaborato una riflessione tanto profonda: esperti di teatro? E nel suo caso per quale motivo? Solo per aver finto di essere un viaggiatore di passaggio con il tono di voce brusco e gentile a tratti? Incapace di trattenere una risata, cercò di nascondere quel suono cristallino con un colpetto di tosse, mentre si calava maggiormente il berretto sul capo. Versus gli aveva chiesto la direzione del suo itinerario, cosa avrebbe dovuto rispondere? Tornava ad Hogwarts, ovviamente, ma la messinscena non prevedeva alcuna forma di verità. Sollevò nuovamente il volto leggermente accaldato, facendo scioccare le mani come un uomo vissuto, quasi un lottatore di sumo senza mutandoni. No. Davvero no. Avrebbe dovuto frenare la sua fervida fantasia.
"In Alaska, giovincella, me ne vado in Alaska a trovare parenti... ehm" - un altro colpo di tosse, poi riprese con la stessa cadenza da adulto fumatore accanito - "Parenti Mezzogiganti, eh già!"
In quel momento avrebbe dovuto sputare o almeno fare un gesto del genere, così da rendere tutto più realistico, ma la sola idea fece accapponare la pelle del ragazzo. Il teatro sarebbe stato libero e divertente, senza il galateo a frenarlo. Aspettò la bottiglia di Vino Elfico ordinata e quando fu posata sul bancone la afferrò con decisione e se la lasciò scivolare tra le mani fin troppo curate per poter essere quelle di un Mago rozzo. Si diede uno sguardo attorno, notando di non essere in molta compagnia, quindi produsse una sorta di schiocco con la bocca, come il suono di un tappo appena stappato. Come un cretino, poi, Oliver finse di deglutire rumorosamente mentre inclinava la bottiglia dall'alto verso il basso, sena toccare le labbra. Soddisfatto di aver assunto quel liquido invisibile, riposò il fiasco sulla superficie di legno e poi si passò un braccio sul volto, intendo a pulirsi. Stranamente, l'immagine di sua nonna era sempre vivida nei suoi pensieri e istante dopo istante sembrava esprimere un'espressione di puro disgusto. Ben le stava, dato il trattamento fatto subire al nipote. Peccato fosse tutto immaginario. Oliver ascoltò le parole di Versus, ma il ruolo che avrebbe dovuto interpretare lo spinse a muovere la mano avanti ed indietro, invitando l'altra a tacere con un "Shh" sussurrato. Alla vista della zuppa di Plimpy - che non sapeva neanche cosa fossero, avendoli visti soltanto sul menù di sua zia Brigitte ad una cena meno formale del solito - Oliver sembrò esaltarsi, avendo un certo languorino. Niente dolci quella mattina, bisognava ricordarlo. Pagò prima, passando un Galeone sulla tavola e dicendo: "Tieni il resto, ragazza" senza pensare che la mancia fosse soltanto di quattro Falci. Che brutta figura che stava facendo, non era di certo la miglior rappresentazione di sé... ma forse di un losco individuo sì, non era male. Fece un cenno negativo con la testa, un "no" semplice, all'invito della garzona di spostarsi da un'altra parte. Non sarebbe rimasto molto, in effetti. Prese un sorso del brodo del piatto con un cucchiaio trovato accanto la pergamena che fungeva da tovaglia, portandolo alla bocca e...
"Vers, ma che cosa... che cosa è?"
Adieu, teatro. Lo sguardo si era infiammato, perché la pietanza sembrava essere piccante, bollente e...
"Buona, non credevo che fosse così buona!" concluse, meravigliato di poter assaggiare qualcosa di tanto decente in un posto tanto sporco e poco lucente. Il Fato stupiva sempre. Libero dalla strana parte recitata fino ad un attimo prima, Oliver rise e si tolse gli occhiali da sole, piegandoli e infilandoli in tasca. Un'idea balenò nella sua mente e subito dopo indicò Versus con il cucchiaio, riprendendo la voce rozza per scherzo. "Ti andrebbe di rubare delle zucche?"
E via con un altro occhiolino.

 
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versus zero
view post Posted on 21/10/2015, 10:32






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Il giovane sembrava altrettanto preso bene da quell'imitazione, non era l’unica a far certe stranezze dunque. Trovava la cosa divertente, non capitava spesso di poter inscenare un teatrino giusto per passare il tempo, a dirla tutta non le era mai capitato, forse qualche tempo prima ma non era sicura si trattasse di un gioco, non si era concluso come tale o forse sì?
Roba da lasciare al suo primo anno, ai suoi undici anni.

«Mi ha sempre incuriosito l’Alaska!»
Freddo, silenzio, non sapeva molto di quei posti, nella sua mente c’erano solo immagini prese dai vecchi testi scolastici babbani, dai cartoni animati, qualche film… non si era mai posta la domanda, ma se esistevano i Mezzigiganti, c'erano per forza dei Giganti, forse. Ormai era appurato che molte creature esistevano veramente, la cosa non l’avrebbe realmente sorpresa. Solo che… dove si nascondevano? Com’erano fatti? Voleva passare al terzo anno solo per fare Cura delle Creature, così avrebbe scoperto quali esseri erano nati da frottole babbane e quali avevano un fondamento nella realtà.
Sorrise a quel cenno da finto bruto e all’interpretazione da grande bevitore. A pensare che c’erano davvero clienti così lì dentro, non poteva aver scelto gesto migliore per spacciarsi da abituale frequentatore di quel posto.
Per un attimo pensò che l’Elfo avesse sbagliato spezie, drogando oppure avvelenando il giovane. Dopo qualche secondo, passato a cercare nella sua mente antidoti o spiegazioni, notò che l’altro ancora respirava.

«Penso sia una zuppa di pesce magico o tropicale.»
*Ecco, se mi dicessero gli ingredienti potrei evitare danni o figuracce, maledetti loro.*
«Davver- certo che lo è, il nostro chef è uno dei migliori.»
Aveva parlato con un tono un po’ alto, nascondendo la sorpresa iniziale e il sollievo.
Un rumore di pentole e qualche frase intraducibile arrivò dalle cucine. Probabilmente “qualcuno” stava origliando. Sapeva che quei complimenti lo avrebbero lusingato non poco. Era un pazzo sclerotico con vene omicide, scurrile e asociale, ma era pur sempre un elfo domestico e certe attenzioni lo mandavano in brodo di giuggiole, anche se non lo dava a vedere.

*Stasera una certa garzona mangerà un piatto gratis!*
Cosa stava diventando. Nemmeno lavorasse in un negozio di dolci.
Alla frase sulle zucche, Zero non seppe se l’altro stesse ancora giocando o fosse serio. Rubare? Zucche?
Si portò su uno sgabello accanto all’altro, guardandosi in giro come se ci potesse essere chissà chi ad ascoltare. Se giocava avrebbe fatto altrettanto, se era serio…

*Ehi, parliamone.*
«Che hai in mente? Intendi quelle ‘Zucche’? Da dove?»

La voce era bassa ma tutto sommato udibile, ovviamente aveva capito tutt’altro, dimentica che chi aveva accanto non era lei, suo padre o qualche loro amico amante delle spezie speciali.

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view post Posted on 21/10/2015, 12:48
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Per essere una semplice zuppa di pesce, Oliver doveva ammettere che fosse saporita. Ancora una volta ebbe conferma del fatto che giudicare al primo impatto non fosse molto consigliabile, la circostanza di quel presente l'aveva dimostrato nuovamente. Credeva, in effetti, che tutto in quel pub trasudasse un aspetto rozzo, del resto polvere e mobili scrostati non erano frutto della sua immaginazione; quando aveva ordinato qualcosa da mangiare, per poco non aveva scelto di tappare la bocca, dimentico di trovarsi alla Testa di Porco e non di certo da Mielandia o da qualsiasi altra parte più lucente. Il menù aveva nomi fin troppo strani per i suoi gusti, tanto da far sì che Oliver non lo leggesse per niente, dando un'occhiata veloce soltanto alla voce "Primi", optando per una zuppa. Cosa poteva esserci di tanto anormale in un piatto del genere? Inoltre, il fatto che fosse così buona lo aveva stupito a tal punto da fargli perdere il controllo della scenetta che stava rappresentando. Ripensò alle parole appena pronunciate da Versus, mentre sorseggiava quel sugo dagli ingredienti sconosciuti, almeno per lui e non per lo Chef del posto. Il tono quasi spezzato della ragazza lo fece sorridere, mentre un pensiero sinistro attraversava la sua mente.
"I Plimpy sono pesci magici? Hanno effetti collaterali tipo visioni o... visioni?"
Aveva ripetuto due volte la stessa parola quasi senza accorgersene, poiché la sua mente era stata invasa da immagini purtroppo molto familiari per il giovane Mago. Rivide per l'ennesima volta la scena di Ulisse, l'eroe greco studiato ad una lezione del primo anno di Storia della Magia, che avvolgeva le sue grandi e possenti braccia attorno l'esile corpo di Oliver, tramutato in Circe, la Maga dell'Isola Eea che avrebbe avuto un posto eterno nella sua fervida fantasia, avendola impersonata. Non voleva replicare qualcosa del genere, assolutamente. Da tempo, infatti, aveva compreso che scherzare con le torte magiche di Florian Fortebraccio non fosse una buona idea, per niente; se solo pensava alle sue stesse labbra - o meglio quelle di Circe - posate con estrema e orribile dolcezza sul volto virile del prode eroe della mitologia greca...
"Okay, basta, basta, Oliver, basta" si disse a denti stretti, mormorando quei termini privi di logica per qualsiasi ascoltatore. Fortunatamente nella visione di cui era stato vittima si era preso la rivincita, puntando un coltello esattamente nel cuore di Ulisse e bevendo il suo sangue fino a sporcarsi bocca, guance e... L'appetito passò con violenza, lasciando che Oliver posasse il cucchiaio sul bancone di legno, la nausea improvvisamente forte. Fece qualche respiro profondo, notando con piacere che la zuppa fosse ormai quasi finita: almeno non avrebbe fatto la brutta figura di non mangiarla, non dopo aver lodato il gusto della pietanza. Si aggiustò il cappellino color indaco sul capo, rivolgendosi con riacquistata fermezza all'amica.
"Un giorno andremo insieme nella Terra di Nessuno, fanciulla" esclamò, ripristinando la voce rozza e accorgendosi in quel momento di aver appena chiamato l'Alaska "Terra di... Nessuno". Perché diamine Odisseo tornava nella sua mente?
"Intendo le zucche migliori in circolazione, ad Hogwarts ne troveremo molte, credimi" disse, normale, trattenendo un sorriso e portandosi un dito sul naso per fare il segno di "silenzio". Mistero o cosa? Si alzò dallo sgabello, prendendo la bottiglia di Vino Elfico e sistemandola nello zaino. Adesso era ora di tornare al castello, altrimenti avrebbe fatto davvero tardi. "Ci sei oggi pomeriggio alle cinque? Ti aspetto vicino le Serre di Erbologia, sembra che lì si nascondano le zucche più... stupefacenti" concluse, divertito. Dopo aver salutato Versus, se la conversazione fosse effettivamente conclusa, sarebbe andato via, senza dimenticarsi di ringraziarla e di replicare i complimenti per la Zuppa di Plimpy.

 
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versus zero
view post Posted on 21/10/2015, 14:17






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Quella domanda l’aveva colta di sorpresa, non conosceva la risposta, non sapeva nemmeno che forma avessero. “Pesci con le gambe”? No, dai, che cavolo mica poteva prendere sul serio quella sparata. Che c’era poi nel mondo magico? I porci con le ali?
Era assurdo. In teoria, non l’avevano messa in guardia per quella zuppa e lo facevano sempre, per il bene “dell’azienda”.

«Sembrano solo strani di forma, ma per il resto sono a posto, nessun effetto speciale.»
*Lo spero. Lui non sembra essere ok, che gli sia rimasto sullo stomaco?*
Osservò il giovane, perso via in chissà che pensieri, quasi borbottante. Finché non sveniva o si piegava in due dal dolore lei era a posto. Sembrava cosciente e in salute, suvvia, magari aveva le sue cose per la testa.
«Visitare la Terra di Nessuno eh, non male come idea.»
Ci stava pensando veramente? Ovviamente sì, nella sua mente il mondo l’attendeva e lei doveva solo crescere ancora un po’ come maga. Ce l’avrebbe fatta a coronare il suo sogno, anche se in quel momento non si sentiva molto in grado.
Là fuori, chissà dove e quando, c’erano creature non alla sua portata, esseri tremendamente pericolosi. Le servivano più nozioni, più soldi per il viaggio, più conoscenze. Era dannatamente frustrante.
Il discorso ‘zucche da rubare’ la distrasse completamente. Forse le cose si facevano di nuovo interessanti ad Hogwarts. Come faceva un ragazzino a sapere di quei circoli? Di quelle cose. Beh da Prefetto doveva aver girato molto per il castello, più di lei sicuramente. Tra lavoro e letture rimaneva tra quelle mura solo per alcuni pasti, le lezioni e basta. Che i Grifondoro avessero architettato qualcosa? Non c’era da stupirsi con quel branco di pazzi. Andavano fuori di testa solo cantando, forse c’era qualcosa di più sotto all’amore per la musica.

«Stupefacenti dici.»
Sul suo viso riapparve un’espressione complice, divertita. La cosa la elettrizzava. Che nascondevano in quelle serre tra Tranelli maledetti, Cespugli farfallosi noiosi e cacca di drago? “Zucche” magiche? Chissà com’era quella roba.
«Ci sto! Ci vediamo oggi pomeriggio per ‘studiare Erbologia’, intanto m’invento qualcosa.»
Accompagnò quello che si preannunciava essere un collega di malefatte all’uscita.
Quindi si ritirò a pensare ai modi per non farsi cogliere sul fatto e sul come smistare le ‘zucche’.

*Non c’è un Cappello Magico anche per quello?*

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