Ma la donna, sollevato con le mani il grande coperchio del vaso,, li disperse e preparò agli uomini tristi sciagure.

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view post Posted on 14/5/2016, 15:24
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Il Fato

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Sam era decisamente confuso.
Pur avendo palesato la sua - poco convinta - giustificazione sull'eventualità di uno scherzo, faceva fatica a comprendere il comportamento di Niah.
Avrebbe voluto ridere alla sua battuta e rilassare la mente ma poi la vide congedarsi in maniera così repentina che ogni possibile parola gli rimase incastrata sotto la lingua.
Poi lei si chinò, cercò di dire qualcosa, qualsiasi cosa che potesse cambiare le sorti di quel momento, aprì la bocca ma non uscì nulla.
Perchè se la stava prendendo in quel modo?
Perchè aveva deciso di scappare adducendo una ronda che sarebbe iniziata solo dopo cena?
Ok, qualcuno si era divertito alle loro spalle ma, alla fine dei salmi, per quanto la cosa potesse apparire fastidiosa, si trovavano lì insieme, il posto era pubblico e non vedeva pericoli all'orizzonte.
Dunque?
Alla fine, dopo essere stata accucciata per un tempo interminabile, Niah riprese posto. E dalle sue parole non fu difficile captare una sorta di diffidenza.


"Ehi, aspetta un attimo"

Non gli credeva?
Abbassò lo sguardo sul foglio che la giovane aveva fatto scivolare sul tavolo solo per contenere la sua indignazione ed evitare, così, di peggiorare la situazione. Lesse quelle poche righe quasi senza vederle fino a che una parola, una sola parola, non gli provocò un tuffo al cuore. Deglutì prendendo il foglio e girandolo prima a destra e poi a sinistra, lo portò vicino alla faccia e aggrottò la fronte, sembrava davvero che studiasse la calligrafia.


"Non l'ho scritto io. La gi ha troppa pancia e le mie enne sono diverse"

Poggiò di nuovo il foglio sul tavolo e carezzò con il polpastrello il contorno di alcune lettere.

"Probabilmente lo scherzo consisteva proprio nel farci perdere tempo per incontrarci. Dopo tutto questo paese non è gigantesco"

Evitò accuratamente di parlare del contenuto del messaggio e si alzò.

"Se non vuoi bere niente direi che possiamo andarcene"

 
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view post Posted on 31/5/2016, 14:37
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Non aveva sinceramente idea di cosa fare, non riusciva a schiarirsi la mente, a mettere in ordine i pensieri e non poter servirsi delle sue - seppur limitate - facoltà intellettive la spaventava.
Generalmente avrebbe fatto carte false per quella compagnia, ma quella sera? Non era presente a se stessa, i suoi occhi ancora scrutavano la folla del tardo pomeriggio nella via principale di Hogsmeade, scivolavano da un passante all'altro aggrappandosi alla sottile figura della donna.
*Maledizione.* Non lo avrebbe negato, ogni tanto il pensiero che prima o poi, inevitabilmente, una donna si sarebbe frapposta tra lei e Sam le aveva fatto mordicchiare nervosamente le unghie, ma quello... quello era un modo perverso di interpretare la questione; mai si sarebbe immaginata che sarebbe stata lei stessa a correre dietro alle gonnelle. Non in questo senso perlomeno. Non era affatto normale.
Torturò per un poco le labbra con i denti, non valeva la pena rischiare di incrinare il rapporto con Sam per una questione così futile.
*Non è futile.* Si ostinò a difendere una parte di lei; eppure era una questione insensata, stava rischiando per niente.
Si sgonfiò come un palloncino mal sigillato.
«Non volevo insinuare niente.» Lo rassicurò stancamente; la spaventava un po' il fatto di sentirsi in dovere di soppesare con cura le proprie parole, il loro legame non avrebbe dovuto essere più saldo di così? «Mi sei sempre stato vicino.» Bugia*, ma avevano ufficialmente superato quella "divergenza" e sempre ufficialmente Niahndra non gliene dava più la colpa; nella pratica, la paura dell'abbandono le si era ormai impressa nel dna. «E lo so che sembra folle, anche per i miei standard, ma sento che c'è qualcos'altro e che quella donna ha a che fare con questa storia.» *Tu non l'hai vista, non era come gli altri.* Fece una pausa tormentandosi ancora le labbra. La parte più razionale di lei - ovvero il 97% di lei - si ribellava per quell'insensatezza, eppure la sensazione persisteva. «È come da bambini.**» Aggiunse malvolentieri; le pesava sempre riportare alla memoria simili aneddoti, stranezze e stramberie che ancora le davano i brividi a ripensarci eppure sia lei che il ragazzo sapevano che non aveva mai sbagliato, neanche una volta. Perché quella avrebbe dovuto essere diversa?
«Non ti chiederò di appoggiare questa follia, ma non ti permetterò neanche di dissuadermi.» Voleva apparire più risoluta e determinata di quanto non fosse, e da parte sua voleva che fosse chiaro che niente sarebbe cambiato tra loro neppure se l'amico si fosse rifiutato di aiutarla. Aveva ripreso la lettera, pronta a lasciare il locale. Da sola o con Sam non avrebbe saputo dirlo.

Chiedo scusa per l'attesa.
* riferimento a quando Sam è sparito dall'orfanotrofio, presumibilmente per frequentare la scuola di magia o ciò che piacerà al master, senza dire una parola a Niah ricomparendo anni dopo all'improvviso e assumendosi la sua tutela legale. Info qui (in fondo) e qui.
** riferimento a questa os, per farla breve durante l'infanzia ci sono stati episodi sporadici in cui le "intuizioni nefaste" di Niah si sono rivelate corrette.

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Avversaspecchio, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte man a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio, tasca dei pantaloni.
Anello "a miglior vita", con un leggero movimento della mano, inoltre, "dall'ospite" dell'anello, si libera uno spettro; questo ultimo effetto può essere ottimo per spaventare amici e non; anulare destro.
Collana fading in the dark, permette all’ individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest.


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view post Posted on 27/7/2016, 00:08
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No, certo, non voleva insinuare niente.
Ma le sue parole, quell'affermazione sospesa in aria, rimase lì a volteggiare come un foglio su cui era stato disegnato qualcosa di incompiuto.
NON le era stato sempre vicino. Non le era stato vicino quando Niah aveva avuto più bisogno di lui. Un anno intero, un lungo, interminabile anno da girovago, dove aveva fatto cose e incontrato gente. Lavorando nell'ombra, per lei. Per Niah. Ma come poteva spiegare? Aveva scelto la via più semplice, non aveva spiegato nulla e lei, bisognosa di ritrovare il legame che un tempo era saldo, l'unico legame davvero importante, era passata sopra la sua apparente insensibilità.
Come da bambini ...
Dannazione, non erano più bambini. Non erano più piccole, inutili bestioline alla mercè del miglior offerente. Se c'era una cosa che non aveva mai desiderato era tornare in quell'Orfanotrofio. Non c'era niente fra quelle mura degno di poter essere estrapolato se non il ricordo di loro due. Ma loro due erano lì, a distanza di anni, insieme.


"Non voglio dissuaderti"

Non l'avrebbe spuntata neanche se si fosse messo d'impegno e non soltanto perchè Niah era una piccola, adorabile, cocciuta donnina.
In quel mondo, dove niente era "normale", non vedeva alcun impedimento alla credibilità delle sue intuizioni, se prima vi era qualcosa di inspiegabilmente inquietante, tale da spingerlo a convincersi della potenza delle coincidenze, adesso l'avrebbe assecondata senza alcuna remora.


"Per lo meno è carina questa fantomatica donna?"

Tanto valeva sdrammatizzare.
E mentre drammatizzava, lasciando che l'inquietudine lo abbandonasse, attese che Niah si alzasse e la prese per le spalle, da dietro, spingendola dolcemente verso l'uscita.


"E' giovane?"

Si piegò appena di lato per sussurrarle all'orecchio.
Fuori non si era ancora fatto buio, il sole stava tramontando regalando al cielo tonalità rossastre tipiche di quelle stagione.
Sam incamerò aria, si era fermato di fianco a Niah godendo del fresco pungente della sera.
Entrambi poterono notare una figura scura, coperta da capo a piedi, che dava loro le spalle. Immobile, a qualche decina di metri da loro, osservava la facciata della Stamberga Strillante, si trovava a pochi passi dall'entrata. Poi la porta si aprì di poco, da quella distanza era impossibile distinguere bene altri particolari. La figura scomparve dentro con rapidità impressionante e sparì alla vista.
Il giovane aggrottò la fronte, colpito da uno strano senso di dejà-vu.


"Hai visto anche tu o me lo sono sognato?"

 
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view post Posted on 5/8/2016, 16:17
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L'espressione di Sam era cambiata veramente o se lo era solamente immaginato? Possibile che la coscienza ancora gli mordesse le interiora, di tanto in tanto? Niahndra era conscia di aver forzato la mano, di essere a pochi passi dalla meschinità, ma al tempo stesso le serviva sapere oltre ogni ragionevole dubbio se Sam si fidasse o meno di lei; non aveva mai messo in dubbio le sue parole quando da piccola, con le guance ancora paffute e la voce di bambina, gli confidava i sussurri che sentiva e fu con sollievo immenso – celato a stento – che appurò come quella fiducia fosse perdurata. Si sentì in colpa per aver dubitato.
«Ti ringrazio, significa molto per me.» In cosa si stava trascinando? Possibile che fossero solo allucinazioni da stress o frutto di un condizionamento? Vedeva ciò che voleva vedere? Non era da escludere e la possibilità di sbagliarsi la rendeva inquieta tanto quanto la possibilità di avere ragione.
Trattenne uno sbotto mentre le labbra correvano a piegarsi un sorriso che tentò vanamente di reprimere.
«Mi chiedo come abbia fatto anche solo a pensare che potessi rimanere serio!» La finta le venne pessima, la recitazione scadente; si alzò dal tavolo e subito sentì le mani del ragazzo chiudersi sulle sue spalle. Era un contatto strano, ma non oppose resistenza quando l'altro la spinse verso l'uscita. Non poté impedire di ridere e ritrarsi di scatto, come a voler proteggere l'orecchio e il collo, sensibili a quel soffio. «Pff mi fai solletico.»
L'aria della sera le punse il viso e le mani, ma non faceva ancora molto freddo sebbene gli ultimi raggi di sole stessero ormai tingendo l'orizzonte.
«Giovane, sì. Bionda e con uno sguardo inespressivo, come se volesse trafiggerti con mille spilli.» Schioccò la lingua sul palato reprimendo una scrollata di spalle. «Si distingueva tra la folla. La riconosceresti.» Ne era sicura, aveva un modo di incedere, di fendere la massa di corpi totalmente inusuale.
Era ancora rapita dalle sue stesse considerazioni quando le iridi cristalline vennero attratte da un movimento agli estremi del suo campo visivo, uno svolazzo nero, una persona interamente ammantata poco distante da loro; normalmente non ci avrebbe fatto caso dato che maghi e streghe avevano una strana concezione di moda e abbigliamento, ma la colpì il fatto che il figuro gironzolasse nei pressi della Stamberga Strillante, che Niahndra aveva snobbato poc'anzi mentre era in cerca della donna.
«Non solo l'ho visto, io sono passata proprio per di là mentre cercavo la nostra tipa; ero a quel bivio laggiù... ma poi ho preferito venire in qua.» Però, se le cose stavano così... «A questo punto, ritornerei sui miei passi.» Commentò ironica quando vide il misterioso individuo sgusciare all'interno.
Sebbene ad un livello più consapevole, Niahndra sapesse bene che le voci su quella casa spettrale fossero solo voci, intimamente avrebbe preferito tenersene alla larga; gettò un'occhiata rapida all'amico al suo fianco per capire se fosse intenzionato o meno a seguirla e armeggiò con la tasca posteriore dei pantaloni. L'avversapecchio aveva le dimensioni del suo palmo ed era decorato da deliziosi motivi floreali, ma non erano i ghirigori ad interessarla: se davvero avessero dovuto spingersi lì dentro, avrebbe voluto sapere cosa il futuro riservasse loro.
«Dai andiamo.» Se Sam l'avesse seguita, si sarebbe mossa con una certa urgenza, onde evitare che il loro obiettivo si allontanasse troppo e diventasse introvabile. L'ultima cosa che voleva era perdersi nella casa infestata.
*Sono solo dicerie, bimba.*
Sì, beh, ok.


Non so se ho sbagliato a considerare che quella fosse la direzione dalla quale proveniva Niah, visto che nel suo post non ne è stata fatta menzione; ho azzardato perché comunque dal bivio in cui si trovava prima si vedeva la Stamberga. Nel caso, ci metto tre secondi a modificare :3
E ah, provo ad usare l'avversaspecchio!

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Anello "a miglior vita", con un leggero movimento della mano, inoltre, "dall'ospite" dell'anello, si libera uno spettro; questo ultimo effetto può essere ottimo per spaventare amici e non; anulare destro.
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view post Posted on 20/9/2016, 13:32
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Le dicerie che alimentavano l'alone di cupo mistero e rendevano fiera la Stamberga Strillante forse non erano solo dicerie.
O forse si. I giovani studenti tremavano anche solo a guardarla da lontano ma c'era da giurare che qualche stoico "anziano" vi fosse entrato.
Si narrava che vi abitassero le creature più spaventose, si narrava che dalle finestre, ad un certo orario del crepuscolo, si potessero intravedere i volti dei propri cari, ormai defunti.
Il maniero era disabitato e la bizzarra condotta della figura scura poteva destare qualche perplessità. Non si trattava di un comportamento normale, era pacifico che non aveva a che fare con un normale rientro a casa dopo una giornata di lavoro, la sagoma si atteggiava furtivamente, come se volesse sincerarsi che nessuno la stesse osservando.


"Andiamo??"

Fino a quel momento Sam aveva mantenuto lo sguardo fisso sull'entrata della Stamberga, proprio nel punto esatto in cui la figura ammantata era scomparsa, ma l'interrogativo lo fece voltare di scatto vero Niah.

"Andiamo dove?"

Il senso retorico della domanda aleggiò nell'aria e Sam sentì tutto il peso dell'inutilità di ciò che aveva chiesto.
Tornò a guardare dritto davanti a sè mentre l'avversaspecchio non rifletteva altro che l'immagine di Niah.
Forse era troppo lontana o forse il motivo era dato dal fatto che la figura non si era avvicinata a lei e a Sam ma, al contrario, si era allontanata. O forse, più semplicemente, non si trattava di un pericolo.


"Non credi che la tua smania di inseguire gente stia diventando un tantino ossessiva?"

In realtà la circostanza appena verificatasi aveva stuzzicato la sua curiosità ma l'idea di infilarsi in qualche pasticcio con Niah non lo entusiasmava molto. Ma lo entusiasmava ancora meno l'idea di entrare nella Stamberga da solo.
Senza preavviso agguantò la mano della Tassorosso e si mosse verso la strada che li separava dal Maniero.
Un rumore di passi si fece più nitido, si voltò verso l'origine dello scalpiccio, notando una signora di mezza età vestita elegantemente e con un cappellino color lilla con veletta.
La donna si fermò a un metro da loro, paonazza in viso e li guardò con disprezzo.


"Ma guarda. Ora capisco tutto"

Sam notò che era bionda ma dubitava che si trattasse di "quella bionda". Anche se era difficile non notarla, non era giovane.
E le stava antipatica a pelle.


"Ma non ho tempo adesso. Sto cercando la suora"



Va benissimo, ho considerato che il bivio è quasi di fronte ai Tre Manici. Uscendo dalla porta se si prosegue avanti si arriva alla Stamberga. Se si volta a sinistra si torna in paese.
 
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view post Posted on 25/9/2016, 18:21
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Ne valeva la pena?
Era successo tutto così in fretta e lei si era sentita spinta da questa sorta di irrefrenabile impulso, che la domanda non le era passata neanche per la testa, eppure di solito si prendeva del tempo per valutare pro e contro.
*Ma non c'è tempo.* E neanche possibilità di ritrovare quella donna, insomma quante probabilità c'erano di trovarla quando ormai poteva essere ovunque ad Hogsmeade? Forse se si fosse avvicinata prima alla Stamberga...
I peli delle braccia le si rizzarono all'idea, ma avrebbe sputato sangue prima di mostrarsi impaurita; peccato che l'atteggiamento del ragazzo non le trasmise la tranquillità sperata.
Gli mostrò l'avversaspecchio prima di riporlo nella tasca come se il fatto di non vedere figure scure sulla superficie riflettente avesse il potere di fargli cambiare idea. Sapeva che potevano esserci decine di risposte plausibili, ma quelli erano solamente dettagli.
Strinse nervosamente la mano attorno alla bacchetta, ancora celata nella tasca, nell'illusione di trovare un certo conforto in quel peso familiare. Stranamente non trovò parole per ribattere alle provocazioni, chiedendosi se avrebbe avuto il fegato di entrare da sola, così come aveva affermato poc'anzi nel locale millantando una sicurezza che in quel momento non aveva.
Sussultò quando Sam le afferrò l'altra mano, persa tra i pettegolezzi riguardanti la Stamberga e incespicò nel tentativo di stargli dietro; no, non si sentiva più tanto certa di voler entrare, tutta la baldanza stava velocemente abbandonando il suo corpo.
«Ma guarda. Ora capisco tutto.» Le si seccò la gola quando si voltò per confermare i propri sospetti; era davvero la signora velettata che aveva cercato di maritarla o solamente una che le assomigliava molto e che ce l'aveva con lei? *Forse le probabilità di trovare pure l'altra non sono così basse, dopotutto.* Fu in quel momento che si accorse di avere ancora le dita intrecciate a quelle di Sam e in un lampo si ricordò di come il suo appuntamento fosse stato la scusa perfetta per scappare prima. Arrossì all'idea benché non avesse fatto niente di male e interruppe il contatto.
«Senta, mi spiace per Biagio..» Si morse la lingua. «Remigio--- Hambrogio! Mi spiace davvero ma anche io non ho tempo, devo trovare... una suora?» Le sue parole si erano accavallate a quelle della vecchia megera e non ci stava più capendo niente. «No, quella la deve trovare lei, senta magari possiamo aiutarci a vicenda, uh? Penso di aver visto la sua suora» Era una pessima idea, un bluff stupido, niente di buono sarebbe nato da quella collaborazione, la tizia era semplicemente di fuori. A che le serviva poi una devota? «Sìsì, l'ho vista entrare lì dentro.» Mentre indicava la Stamberga con l'altra mano cercò di dare una leggera gomitata a Sam. «Quella figura in nero, non l'hai vista anche tu? Era la suora!» Sperò che se la bevesse e al tempo stesso si chiese se avesse fatto bene a rivelare immediatamente l'ubicazione della monaca... anche se se l'era inventata: cosa obbligava adesso la signora ad aiutarla? «Lei ha per caso notato una donna bionda, piuttosto giovane e distinta? Era poco lontano da noi prima, quando mi ha strappato il capello.» Far leva sul senso di colpa probabilmente non avrebbe funzionato, ma tanto che alternativa aveva?


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view post Posted on 18/10/2016, 23:13
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Sam ritenne opportuno non proferire verbo mentre Niah comunicava in codice cirillico con la bionda velettata, limitandosi ad arricciare le labbra in un moto di disappunto quando lei tirò fuori il fantomatico coniglio dal cilindro che aveva inspiegabilmente assunto le sembianze di una suora.

"Uh?"

Non aveva idea di cosa c'entrasse Biagio ma, porco mondo, l'irruzione nella Stamberga stava diventando una sorta di viaggio comitiva.
Tuttavia, la dannata suora lo stava preoccupando. Si sforzò di afferrare il senso della sua inquietudine ma ne ricavò una gomitata.


"Eh?"

Forse poteva sforzarsi di più e far vedere che sapeva anche partorire una frase di senso compiuto.

"Ecco ... ero lontano ..."

Forza.

" ... era di spalle ... "

Dai!!!!

"Ma, effettivamente, posso affermare che era una ... suora?"

Togli il punto interrogativo!

"Era una suora. Si. Indubbiamente una suora. Una suora vera"

Squadrò la donna con aria di sfida, nessuno avrebbe potuto contraddirlo per il fatto che nessuno, a parte quella matta della sua comare, era presente quando quella cosa nera era scomparsa dentro la Stamberga.
Perchè quella donna cercava una suora? La domanda gli solleticava la lingua ma ritenne opportuno non esternarla.
E chi diavolo erano Biagio, Remigio e Hambrogio? Sembravano i cugini tonti dei sette nani.
La donna velettata spostò lo sguardo da Niah a Sam alla Stamberga, stava sicuramente valutando la situazione e Sam si sentì irrimediabilmente un creatore illegittimo di suore.


"Non ti permetto di dispiacerti per Hambrogio, sai? E non ricordo nessun'altra donna bionda giovane e distinta. Ma se la suora è là dentro devo assolutamente andare"

Girò sui tacchi e si diresse verso la Stamberga. Niah e Sam poterono vedere la sua figura ferma sulla soglia. Rimase lì per qualche minuto ma, a differenza della precedente entrata, la porta non si aprì. La donna arretrò con il naso per aria, poi aggirò la parete d'ingresso scomparendo oltre l'angolo.

"Una suora eh?"

Sam la guardò accigliato.
Erano fermi, sul ciglio della strada. Se si fossero avvicinati di qualche metro e avessero prestato attenzione al maniero, avrebbero potuto notare qualcosa di scuro passare radente la finestra del piano superiore
.

 
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view post Posted on 14/11/2016, 18:31
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Una parte di lei si sentiva in colpa (e capirai la novità), non avrebbe mai augurato a nessuno di trascorrere dieci secondi con la signora velettata, figurarsi trascinare Sam nel fango con lei; un'altra parte, tuttavia, provava un malcelato piacere in quella inusuale forma di tortura: se il ragazzo non fosse stato tanto restio, molto probabilmente non avrebbero incrociato la vecchia megera. Il minimo che potesse fare era reggerle il gioco.
Le sopracciglia di Niah erano schizzate in alto mentre tentava di riservargli quello sguardo che significava "susu, dillo! So che lo sai, fammi capire che hai capito", ma non ottenne che monosillabi incerti.
*Andiamo, più convinzione.* Nella sua testolina, lei aveva già afferrato un martello da qualche tonnellata e l'aveva fracassato sul suo cranio.
«Era una suora. Si. Indubbiamente una suora. Una suora vera» Bingo! Era così difficile? Restava solo da vedere se la signora ci sarebbe cascata, nonostante la pessima performance di Sam. Approvò la poker face che sorprendentemente era riuscito ad imbastire sul finale e cercò di assumere l'espressione più affidabile che avesse per dargli man forte. «Ecco, come le dicevo.»
Peccato che non servì a niente, la suocerona la rimbeccò aspramente e mai come allora la Alistine si dispiacque per quel povero cristo che la doveva sopportare. E della donna misteriosa, neanche a dirlo, nessunissima traccia. Erano punto e a capo solo che ora forse aveva una leva in più.
«Gentilissima.»
Un'espressione colpevole le si dipinse in volto, non tanto per la bugia detta quanto più per aver costretto qualcun altro a mentire, era molto probabile che Sam non si trovasse propriamente a suo agio data la faccia che aveva.
«Dovevo provarci.» Non erano delle scuse in effetti, ma aveva già tergiversato a lungo: se davvero desiderava ritrovare quella donna doveva impegnarsi e, se necessario, per quanto le facesse male, lasciarsi indietro i pesi morti. «Andiamo con lei e se qualcosa va storto sappiamo chi sacrificare.» O forse no, visto che la scorbutica strega non era riuscita ad entrare con la stessa semplicità della figura imbacuccata; era forse a causa di un meccanismo di protezione? Occorreva un codice segreto? Significava che ci fosse qualcun altro lì dentro?
Si incamminò, questa volta risoluta, ripetendosi in loop che aveva affrontato cose ben peggiori di una casa dell'orrore; la paura ti blocca solo se tu la alimenti e la Tassina non lo avrebbe più fatto, o almeno ci avrebbe provato. Quando però, alzando gli occhi, notò un'ombra tremare al di là del vetro della finestra, un lungo brivido le corse lungo la schiena.
*Non essere sciocca, sapevi che qualcuno fosse entrato: lo hai visto oltrepassare la porta.* Indicò la finestra a Sam. «Chiunque sia entrato è ancora dentro.» Avvicinandosi scrutava le pareti in legno ridotte malaccio. «L'unica cosa di cui avere paura è che questa casa ci cada addosso.» Un attimo di riflessione. «E della signora velettata ovviamente.»


Chiedo TREMENDAMENTE scusa per il ritardo.

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view post Posted on 11/12/2016, 19:06
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Sam si stava ovviamente domandando cosa diavolo c'entrasse Niah con quella donna scortese che inseguiva una suora.
E glielo avrebbe chiesto se solo Niah si fosse un attimino soffermata a pensare che, FORSE, vista la calca, non era una gran bella idea entrare dentro la Stamberga.
Pericoli di crolli a parte, il biglietto che la giovane gli aveva fatto leggere, lo scherzo idiota e la suora rappresentavano, ai suoi occhi, tre deterrenti notevoli.


"Senti Niah ... "

Alzò lo sguardo verso il punto indicato ma non vide nulla.

" ... non credi di averne avuti abbastanza di incontri strampalati oggi?"

I tre deterrenti avevano preso a frullargli nella testa, cominciava a capirne il senso. Non aveva mai creduto alle coincidenze, se loro si trovavano lì significava che dovevano trovarsi lì, qualcuno li voleva lì. Perchè?
Non si fermò davanti alla porta ma percorse il lato anteriore del maniero fino ad arrivare all'angolo, quindi si sporse appena, timoroso di trovarsi faccia a faccia con la signora velettata ma questa pareva essersi dileguata.


"Fra l'altro l'unica persona interessante per te, ovvero la bionda sfuggente, non s'è vista"

Tornò sui suoi passi, questa volta fermandosi davanti alla porta.

"E non ho ancora capito cosa c'entrino questa bionda, la donna di prima e i tre sfigati, Brogio, Remagio e Ham ..."

Quasi con noncuranza poggiò la mano sul pomello della porta e lo girò in senso orario, arcisicuro che non sarebbe successo un piffero. E infatti non successe nulla.

" ... brogio. Uno straccio si spiegazione credo di meritarmelo. Comunque la porta è chiusa".

Ritirò la mano ma proprio in quel momento la porta si aprì dall'interno.
Sam balzò all'indietro, come punto da una tarantola


"Ce ne avete messo di tempo"

Una voce maschile li raggiunse, non era possibile capirne la provenienza, chi aveva parlato era coperto dalla porta.



CITAZIONE
Chiedo TREMENDAMENTE scusa per il ritardo.

Quoto.
 
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view post Posted on 21/12/2016, 21:21
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«Da quando ti sei trasformato in una suocera brontolona, Sam? Puoi in tutta sincerità dirmi che questa è la cosa più insensata che abbiamo mai fatto? No, quindi smetti di bubbolare.» Non era sua intenzione rispondere in maniera così brusca, ma davvero si stava stupendo del suo comportamento. Certo, anche da bambini Sam era sempre stato il più riflessivo dei due, abituato a sopperire alla mancanza di buon senso da parte di Niahndra, eppure le aveva coperto le spalle in ogni occasione. Perché non era più così?
Forse era invecchiato troppo precocemente a causa sua o forse sapeva più di quanto non volesse ammettere o forse era semplicemente spaventato, esattamente come lei; tuttavia, per la Alistine, la prospettiva di non riuscire a risolvere quel rompicapo era di gran lunga più paurosa: si trovava difronte a quel genere di dubbi che le avrebbe logorato il cervello fino a condurla alla pazzia.
*Ma sai che non ha torto.* E quella era la parte più rognosa. In effetti della sua bionda non c'era traccia e intrufolarsi in una casa infestata non era certo la più intelligente delle strategie, eppure qualcosa spingeva la ragazza a seguire quegli schemi, quelle briciole che il destino le riservava. Era una cosa che non faceva da tempo; all'inizio era così aperta nei confronti di quei segni particolari, di quegli indizi sussurrati dal vento, mentre adesso – col passare degli anni – il suo disperato tentativo di aggrapparsi alla ragione l'aveva portata a chiudere quella porta.
Era il momento di aprirla di nuovo, anche a costo di prenderla a calci. Letteralmente.
«Non lo so, la tipa mi ha strappato un capello e-- senti sembra più una barzelletta che una spiegazione, non ne vale la pena.» Aveva seguito con la coda dell'occhio i suoi spostamenti e continuò a osservarlo anche quando ebbe posato la mano sulla maniglia della porta; la Tassina trattenne il respiro, in trepidante attesa, senza essere sicura di sapere cosa si aspettasse di vedere... o cosa desiderasse vedere. «Oh...» Anche la signora velettata aveva trovato difficoltà ad aprire eppure Niah non poté che rimanerci comunque male. «Lasciami provar...» Il rumore di un meccanismo che scatta fece balzare all'indietro Sam e la ragazza lo seguì, il cuore saltato su fino in gola e la mano corsa istintivamente alla bacchetta.
Quando una voce maschile li apostrofò, gli occhi del prefetto corsero a Sam e poi alla porta.
«Non che avessimo un indirizzo, comunque. Cos'è, una specie di scherzo?» E recitando una breve preghiera provò a fare un primo passo all'interno per cercare di capire chi stesse parlando.

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Collana fading in the dark, permette all’individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest.
 
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view post Posted on 21/1/2017, 17:11
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In quel momento Sam non riusciva proprio a mettere in ordine quello che gli aveva risposto Niah nè, tanto meno, ad articolare una qualche forma di difesa che avesse un senso logico.
L'unico impulso che il suo cervello gli comunicò fu quello di una ritirata in grande stile, di puro istinto, dettata non tanto dalla paura quanto da una circostanza del tutto inaspettata. Aveva provato lui stesso ad aprire la porta ed era chiusa, poi quella si era aperta e contemporaneamente qualcuno - di umano, senza dubbio - li aveva redarguiti per averci messo troppo tempo.
Toppo tempo per fare cosa esattamente?
Sperava davvero che nessuno si fosse arrabbiato per un capello. Ah giusto, non era stata Niah ad averlo strappato a qualcuno, quel qualcuno, forse invidioso, lo aveva strappato a Niah.
Impallidendo per le parole di rimando della giovane, si voltò verso di lei nel momento esatto in cui la Tassorosso si mosse verso l'entrata. Il braccio si allungò automaticamente e la mano tentò di afferrarne gli indumenti ma senza esito.
La zona appena dietro l'entrata rimaneva in penombra, Niah potè sentire un forte odore di umido e muffa, poi una chioma di riccioli corvini spuntò da dietro la porta e due occhi altrettanto scuri la fissarono con una punta di curioso attendismo.


"Ma siete arrivati comunque. E' un onore averla nella nostra umile casa, Milady"

Ora Niah potè osservare una figura maschile alta e slanciata, il giovane si prodigò in un inchino con perfetta padronanza del bon ton. I suoi movimenti erano fluidi e delicati, solo la pronuncia sprezzante dell'ultima parola tradì l'ironia e la poca spontaneità di quel gesto.
Anche Sam, appena più indietro di Niah, riuscì a inquadrare il ragazzo, constatando che dovesse avere si e no la sua età o forse qualche anno in più. Era assolutamente certo di non averlo mai visto prima.
Dal piano di sopra giungevano voci femminili sommesse e di incomprensibile contenuto.

"Ylian Morton, per servirla"

Il giovane si tirò su e dopo una rapida occhiata a Sam e un'occhiata ben più attenta al nulla dietro la spalla di Sam, tornò a fissare la Tassorosso, pronto a godersi l'effetto sorpresa.
Presto si sarebbero accorti da soli che nessuno, lì dentro, aveva la benchè minima voglia di scherzare.


"Mia sorella sarà in brodo di giuggiole"

Dal piano di sopra, una delle voci femminili si alzò di tono e giunse, stridula, alle orecchie del trio di sotto.

"E' colpa tua!"

Ylian ridacchiò.

"O forse no? Lo sapremo presto, seguitemi"

 
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view post Posted on 30/1/2017, 16:58
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Niahndra non aveva più voglia di scherzare benché niente in quella storia avesse senso e potesse definirsi serio. Forse era questo a infastidirla, per quanto si sforzasse di ragionare niente di tutto ciò seguiva un filo logico e lei aveva bisogno di logica e razionalità, ne aveva bisogno come dell'ossigeno. Più di ogni altra cosa odiava essere manipolata e invece la sensazione di essere un mero burattino le si era ormai appiccicata addosso e non voleva saperne di lasciarla andare; per tutta la sera qualcuno aveva giocato con le sue emozioni, con Sam, con qualcosa di intimo e segreto che apparteneva a lei e a lei soltanto. Basta.
Il nervosismo che le percorreva le membra aumentò e lei dovette mordersi la lingua per ricordarsi che non fosse il ragazzo il nemico, no, il nemico – se così lo si voleva definire – era chiunque avesse tirato i fili da dietro le quinte, l'architetto, il burattinaio. E lei c'era cascata, si era lasciata condurre docilmente e senza opporre resistenza, attratta forse da quel richiamo arcano che era rimasto sopito in lei per troppo tempo. Aveva tentato di reprimerlo in ogni maniera e alla fine c'era riuscita anche se di tanto in tanto qualche nota del canto sfuggiva alla sua presa e lei si ritrovava a rincorrere questo o quel significato, nel disperato bisogno di andare più in profondità. Così in profondità da rischiare di non poter più risalire.
Quella, invece, era solo una bugia: avevano usato un'esca per farle percorrere mezzo villaggio e per cosa, poi?
Piantò gli occhi nei pozzi scuri del ragazzo e aggrottò un poco la fronte, indecisa sul come interpretare il suo tono; ad una prima occhiata giudicò che il ragazzo non dovesse essere troppo più grande di lei, forse condivideva l'età di Sam, ma qualcosa nei modi – fin troppo posati – lo faceva apparire più vecchio e stranamente fuori luogo in quella casa che più che un'umile dimora pareva un cantiere. Inarcò un sopracciglio quando l'altro addirittura si inchinò mentre lo strano appellativo ancora le risuonava nelle orecchie.
«Nessuno vive nella Stamberga. Fantasmi a parte, se si crede alle storie.» Si trovò ad asserire con semplicità ma senza incertezze, non sapeva se il suo intento fosse screditare l'altra persona o se traesse solamente un certo piacere dal contraddirlo, come a fargli intendere che non gli avrebbe più permesso di prenderla in giro. Allo stesso tempo però, nonostante quella punta di ironia, dubitava che Ylian Morton...
Il suo cuore mancò un battito, e poi un altro. La mente si svuotò del tutto, bianco accecante, sei lettere stampate a caratteri cubitali mentre una fitta al petto la privava del respiro; sbatté un paio di volte le palpebre prima di riposare lo sguardo di lui, cercando di guardare oltre lo sguardo beffardo e gli intricati capelli corvini, ma i suoi lineamenti non avevano niente di familiare, a dispetto del cognome.
«Morton.» Si lasciò sfuggire.
Benché avesse fatto di tutto per scacciare via quel ricordo, il volto gentile e pieno di Amara le pervase la mente: il suo sorriso caldo, la voce dolce; il disperato desiderio di chiamarla "mamma". Accanto a lei comparve anche la figura del marito, Dwight, un tipo eccentrico ma dallo sguardo benevolo che in pochi brevissimi incontri l'aveva conquistata.
Ma loro se ne erano andati senza di lei. Gli occhi le pizzicarono terribilmente e la Alistine deglutì per ricacciare in giù quel groppo, non si sarebbe messa a piagnucolare lì davanti per niente al mondo; la ferita però era ancora aperta, specie perché il giorno dopo anche Sam l'aveva lasciata e lei era rimasta sola all'orfanotrofio a rimettere insieme i pezzi del suo ego frantumato.
L'ultima cosa che si sarebbe aspettata era di sentire nuovamente quel cognome poco meno di dieci anni più tardi. Si chiese se Sam ricordasse, ma non ebbe il coraggio di guardarlo per non rischiare che lui la vedesse con gli occhi lucidi e le labbra serrate. Credeva fosse una questione conclusa, ma evidentemente non era così; si era sforzata di credere che fosse andata per il meglio, si era ripetuta che se i signori Morton l'avessero adottata, allora lei avrebbe rischiato di non rivedere mai più Sam e di certo non sarebbe andata a vivere con lui. Ma non bastava a lenire le ferite.
«Non è divertente.» Il coro di voci femminili proveniente dal piano superiore raggiunse un volume ragguardevole sebbene la Tassina fosse concentrata nel mantenere il contatto visivo con Ylian nella speranza di vedere la sua maschera crollare, nella speranza di scoprire le sue carte e svelare il suo bluff, ma così non fu. I secondi passavano e le probabilità che quello fosse uno scherzo di pessimo gusto calavano rapidamente e drasticamente. Ciliegina finale, avrebbero dovuto seguire il tipo allampanato su per le scale a incontrare l'allegra famigliola. «Ci sono anche loro?» Provava forse rancore? Non ne era sicura; certo, in cuor suo l'animo fanciullesco sperava di poter etichettare i signori Morton come dei mostri, ma crescendo aveva capito che in fondo non erano che umani e sotto sotto comprendeva la loro scelta. In un certo senso forse avrebbe dovuto ringraziarli perché almeno per un attimo l'avevano fatta sentire importante.

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view post Posted on 21/3/2017, 23:32
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Rimase deluso.
O meglio, non si aspettava una reazione spropositata, pronunciò volutamente il suo cognome allo scopo di provocare un qualcosa nella giovane ragazza, un qualcosa che si manifestò quasi all'istante. Vari indizi gli fecero intendere di aver raggiunto lo scopo, non da ultimo il velo umido che parve appannare i suoi begl'occhi.
Quindi no, non rimase deluso dalla reazione di Niah quanto dalla scarsa soddisfazione che tale reazione provocò in lui.
Fino a quel momento tutto si era sviluppato come un gioco. La scelta del posto, gli stratagemmi per fare in modo da renderlo "l'ombelico" del loro piccolo mondo, il fulcro dove tutte le pedine - sino a quel momento immaginarie - sarebbero dovute confluire in un connubio accordato alla perfezione. Era stato divertente elaborare il piano, era stato eccitante intrecciare destini così diversi fra loro, era stato affascinante seguire e compiacere le folli idee di vendetta di sua sorella.


"Immagino che i fantasmi del passato possano farsi rientrare nella categoria"

Ma Niah aveva ragione, non era più divertente.
Più che altro perchè non era mai stato in grado di emulare ciò che sua sorella riusciva a fare, non aveva nessun tipo di potere se non quello della parola. Sarebbe bastato in quel frangente?

Sam aveva i nervi tesi come le corde di un violino.
Ricordava perfettamente quell'episodio, non aveva mai potuto cancellare dalla sua mente l'immagine sofferente, delusa, disperata nella sua impotenza di Niah all'indomani della mancata "scelta" della Signora Morton. Fu quell'evento che lo spinse verso una precisa direzione grazie a qualche discorso appreso clandestinamente. Non aveva idea di cosa volessero ancora quelle persone da Niah ma si guardò bene dal cercare il suo sguardo. Aveva giurato a sè stesso che più nessuno le avrebbe fatto del male, aveva giurato a sè stesso che l'avrebbe protetta.


"Loro?"

La voce dubbiosa del giovane lo richiamò al presente e ai suoi doveri di tutore.
Ylian si chiese se Niah sapesse già chi avrebbe trovato al piano di sopra. Forse conosceva tutta la storia, forse sapeva già il motivo della sua presenza lì. Poi, parve afferrare qualcosa e le rughe della fronte si distesero.


"Ah, ti riferisci ai miei genitori?"

Non era una vera domanda. E infatti non attese risposta.

"Certo che no!"

L'enfasi con cui pronunciò quelle tre parole rimarcò l'assurdità della ipotesi paventata dalla sua giovane ospite.

"Mia ... madre è molto malata. Sai, credo ... credo che ..."

La voce si abbassò notevolmente, quasi istintivamente girò su sè stesso e scese due scalini in direzione di Niah. Altrettanto istintivamente, Sam sorpassò la giovane con rapidità allarmante e si parò davanti al riccioluto, il quale parve esitare fino a bloccarsi sul posto.

"YLIAN, vuoi offrire anche thè e pasticcini??"


Una voce di donna li raggiunse come una ventata gelida.

"TU non ti MUOVERE o ti ammazzo prima del tempo"

Seguì un gemito soffocato, sempre femminile.
Ylian serrò la mascella e alzò le spalle, forse era stato meglio così, quasi gli venne da ringraziare Sam, avrebbe detto troppo e troppo presto.


"Dubito che qualcuno abbia fame. Venite"

Riprese a salire, questa volta fino alla meta. La sua espressione indifferente non mutò neanche quando, dalla sommità della scala, lo sguardo si posò sulla figura accasciata a terra, era prona e aveva la testa coperta da una specie di cappuccio, il volto rivolto verso il pavimento. I larghi indumenti neri ne deformavano la sagoma, non fosse stato per il pianto sommesso sarebbe stata scambiata per un insieme di vesti spiegazzate.

"LEI dov'è?"

La donna non riuscì a celare la propria impazienza.
Si trovava in piedi vicino alla parete sinistra della stanza, non visibile dall'entrata.
Ylian si fermò sulla soglia e fece cenno a Niah di venire avanti.

 
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view post Posted on 25/3/2017, 16:58
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Il sangue le bruciava nelle vene e la vista ai margini iniziava ad appannarsi; strinse i pugni e inspirò con calma intimando a se stessa di non perdere il controllo. Provava il forte impulso di passare alle mani, avvinghiarsi al tipo allampanato e strappargli via quell'espressione beffarda, e il solo pensiero che lui potesse avere un tale effetto su di lei fu come una doccia gelata.
Come osava?
Era finalmente riuscita a raggiungere un equilibrio, uno stato di attonita quiete in cui il dolore era solamente un suono ovattato ai bordi reconditi della coscienza, sopportabile se non punzecchiato; e lei aveva una cura maniacale nell'assicurarsi che non venisse punzecchiato.
Non era mai stata troppo sveglia di mente, né poteva certamente definirsi brillante, e quella storia aveva sempre meno senso.
*Concentrati sulle cose che sai.* Non erano molte, ma forse bastavano a tranquillizzarla un poco. Primo, il biglietto; Sam aveva negato con fermezza di averlo mandato, perciò era molto probabile che fosse stato Ylian ad inviarglielo, o qualcun altro per suo conto. Secondo, Sam; perché non adescarla da sola? Anche lui credeva di doverla incontrare, quindi qualsiasi cosa stesse succedendo doveva coinvolgerli entrambi. Aveva a che fare con l'orfanotrofio? Era l'unico comune denominatore a cui riuscisse a pensare. Terzo, la sorella; si trattava proprio di quella bambina scelta al posto suo? Un terribile modo di porre la questione, ma più o meno si era sentita così al tempo. Non aveva un punto quattro, però; era solo una coincidenza che davanti si trovasse il figlio (adottivo?) dei Morton? Amara e Dwight parevano non avere nulla a che fare con quella storia e anzi, anche il solo alludere a loro aveva fatto innervosire il ragazzo.
Sussultò un poco alla reazione enfatica che ebbe e quando lui si girò col chiaro intento di avvicinarsele, Niahndra indietreggiò, repentinamente superata dall'amico che le stava alle costole.
Proprio come da bambini. E nonostante il suo ego, nonostante l'orgoglio, Niahndra non poteva che esserne grata; con la sagoma delle spalle di Sam davanti agli occhi si sentiva già un po' più protetta. Prima al pub aveva voluto farci la ragazza matura, quella tosta che sa sempre cosa fare, ma la verità era che sapere di avere qualcuno che le coprisse le spalle era una sensazione a cui non avrebbe mai voluto rinunciare.
In quei brevissimi istanti di stallo, con cautela la ragazza cercò di recuperare la bacchetta quando la stessa voce femminile di prima la sorprese; un lungo e gelido brivido le corse lungo la schiena ed in un modo molto confuso si ricordò dell'algida presenza che aveva intravisto nella folla alle prime luci del tramonto. Un pensiero fugace, scacciato via dal martellare del cuore. Quella situazione non le piaceva affatto.
«TU non ti MUOVERE o ti ammazzo prima del tempo.» La testa si alzò di scatto verso l'alto, come se così facendo avrebbe potuto vedere cosa stesse succedendo al piano di sopra. Chi era quella gente? Chi ammazzava chi? E soprattutto, che diamine ci facevano loro lì? Erano i prossimi? *Tu e la tua maledetta curiosità. Dov'è la bacchetta?* Sì, recuperarla sembrava una buona idea, forse la prima buona idea avuta nel pomeriggio. Avrebbe approfittato del corpo di Sam che la sovrastava.
Riprese a salire i gradini, i movimenti rigidi ed impacciati, l'impazienza di scoprire cosa riservasse loro il piano superiore. Con chi ce l'aveva la sorella di Ylian? Era lei a tirare le redini? Supponeva di sì.
Gli occhi saettavano veloci, ma non riuscì ad individuare nient'altro che un mucchio di stracci sul pavimento e solo quando un gemito sommesso le giunse alle orecchie comprese che quella fosse effettivamente una persona.
Si strinse nelle spalle quando l'altra alzò nuovamente il tono e obbligando le gambe a muoversi si fece forza e compì gli ultimi passi.
«Sono sicura che possiamo trovare una soluzione ragionevole.» Non credeva ad una mezza parola, specie perché bisognava essere svitati a darsi tutta quella pena per farli arrivare lì, ma doveva pur tentare. «Senza bisogno di ammazzare nessuno.» In un lampo di follia quasi arrivò a sperare che la signora velettata arrivasse a salvarli. Le avrebbe lasciato strappare tutti i capelli che voleva.

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view post Posted on 18/5/2017, 21:06
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Entrando nella stanza del piano superiore, tutto sommato molto più luminosa dell'antro buio che aveva appena percorso, Niah provò un indicibile senso di angoscia. Si sentì completamente sopraffatta da quanto stava captando, improvvisamente le mancò l'aria, come se qualcuno o qualcosa l'avesse agguantata per il collo e avesse preso a stringere sempre di più, sempre di più, fino all'estremo.
Era forse lo sguardo gelido della ragazza che non riusciva a scrollarsi di dosso?
La Tassorosso la riconobbe subito.
Così esile, diafana e con quei lunghi capelli dorati ad incorniciarle il volto delicato, pareva incapace di qualsiasi atto violento.
Dava le spalle a una delle finestre, ferma, immobile. Le mani unite in grembo stringevano orizzontalmente la bacchetta ma con una tale forza che le nocche si erano sbiancate.
Benchè Sam non fosse stato invitato ad entrare, Niah potè udire nitidamente i suoi passi, appena dietro di lei.
Ylian non proferì verbo. Le parole della Tassorosso si persero nell'aria senza che nessuno accennasse una qualche forma di risposta. Solo il respiro difficoltoso della sagoma a terra cadenzava quello studio reciproco.
Il senso di angoscia crebbe, per qualche strana e inspiegabile ragione Niah fu certa che di lì a poco qualcuno sarebbe morto e niente e nessuno avrebbe potuto impedirlo. Era così che doveva andare.
E altrettanto inspiegabilmente, quella improvvisa consapevolezza mitigò il senso di angoscia, si sentiva fortemente attratta da quella stanza e dalle persone che vi campeggiavano nonostante il chiaro pericolo che emanava la figura diafana.


"La vita, a volte, sa essere crudele, non trovate?"

Melanie Morton parlò e la sua voce arrivò a tutti i presenti come un'insolita carezza.

"Ti concede una gioia giusto il tempo per fartela assaporare e poi te la strappa via senza alcun rimorso"

La carezza divenne un graffio e i lineamenti del volto delicato si snaturarono in un ghigno di rabbia.

"Dovrei quindi, io, provare rimorso?"

Inclinò la testa di lato e tornò la Melanie di prima, innocente, incerta, quasi lamentosa. Inaspettatamente prese a scuotere la testa con eccessiva foga, i lunghi ciuffi biondi oscillarono fin quasi a coprirle il volto.

"No, NO. Nessuna soluzione ragionevole"

E parve una bambina capricciosa di fronte ad una legittima punizione.
La giovane si rivolse al fratello.


"Ylian, fatti consegnare la bacchetta"

Appena udì il suo nome, il ragazzo parve risvegliarsi da uno stato ipnotico. Si mosse come un automa andando a fermarsi davanti a Niah, il palmo della mano rivolto verso l'alto. Cercò di comunicare con lo sguardo, implorandola di fare quello che la sorella le aveva chiesto.
Fu in quel preciso momento che Niah captò un rumore. Era così lontano e sommesso che quasi dubitò di averlo sentito davvero. Veniva da fuori ma nessuno dei presenti sembrò averci fatto caso.
La mano di Ylian pareva un gigante esigente, cosa doveva fare? Privarsi della bacchetta non sarebbe stata una mossa saggia ma se si fosse rifiutata qualcuno sarebbe morto lì dentro. E quel qualcuno avrebbe potuto essere Sam
.



Stai iniziando a percepire il presagio. Questo può essere scaturito dal luogo in cui ti trovi o dalle persone con cui ti trovi. Si tratta ancora di un'abbozzo nebuloso e inspiegabile ma che ti porta a conclusione certa, ovvero che presto qualcuno dei presenti ci lascerà le penne. Arrivi anche a percepire rumori che agli altri sfuggono.

A questo punto hai una scelta da compiere. Consegnare o non consegnare la bacchetta a Ylian. Naturalmente ciò che deciderai determinerà conseguenze e situazioni diverse.
 
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37 replies since 25/10/2015, 10:58   992 views
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