cosa c'è dietro l'angolo??, per Colin

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view post Posted on 10/11/2015, 17:23
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Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

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Era un pomeriggio d'autunno come tanti. Un giorno di scuola come tutti.. insomma, sempre la solita solfa, lì alla Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo.
Il cielo grigio e nebbioso tipico dell'inizio di Novembre non metteva per nulla allegria, così come l'atmosfera severa e ligia al dovere di quei giorni. La festa di Halloween era passata, ormai, e si era portata via con sè tutto il suo clima gioioso e allegro un pò creepy che tanto aveva animato il castello nelle settimane precedenti.
Quel giorno come tutti gli altri, la giovane Matty Greenleaf era stata a lezione, aveva seguito i suoi corsi diligentemente, aveva pranzato in mensa comportandosi come la solita e un pò noiosa brava pre-adolescente che era, e aveva finito col notare che.. oh, santa miseria Arcimaga, di lì a due giorni avrebbe dovuto consegnare la sua dannata ricerca di Storia della Magia, e ancora doveva cominciare a "ricercare"!
Il terrore di finire sul libro nero del professor Peverell la spinse quindi a finire di ingurgitare il pranzo il più velocemente possibile per poi recarsi di filato al quarto piano, con come obiettivo preciso della propria corsa la Biblioteca.
Per fortuna, le scale malandrine di Hogwarts non ci misero troppo lo zampino, costringendola a fare avanti e indietro solo due volte. In genere ci si perdeva, su quei gradini di marmo incantati, finivano sempre per portarla da tutt'altra parte rispetto al luogo dove voleva dirigersi.
Senza avere il tempo di salutare i fantasmi come faceva di solito, spinta dall'ansia, la ragazzina si buttò quindi nell'enorme accozzaglia di libri, chiedendo per piacere al custode se le indicasse il settore dei libri di Storia riguardanti l'Antica Grecia. Il numero immane di tomi che le venne piazzato sul tavolo le fece capire che quello sarebbe stato un eterno pomeriggio di studio. Oh, beh.. prima cominciava, prima avrebbe finito, giusto?
Si mise buona buona in un angolo un pò isolato dal resto degli studenti, in fondo a uno dei grandi tavoli affollati di gente, sperando che non piombassero lì troppe persone tutte insieme. Già si distraeva facilmente da sola, se poi qualcuno veniva e le dava a parlare, avrebbe finito quel lavoro di ricerca l'anno prossimo, altro che entro la scadenza!
Stette china con la testa sui libri a far frusciare la penna d'oca sulla pergamena per un tempo praticamente infinito, tanto che alla fine, in Biblioteca, era rimasta praticamente solo lei, insieme a pochissimi, sparuti individui. Alla fine, quando risollevò gli occhi dai ben cinque fogli che aveva riempito fittamente di muri e muri di parole, gli occhi le si incrociavano gli uni con gli altri. Perchè le ricerche di Storia dovevano sempre essere così stancanti?!
Decise che era il caso di fare una pausa, o meglio, di chiudere i libri per quella sera: avrebbe continuato l'indomani. Ma non le andava di uscire subito da quella stanza. La Biblioteca l'aveva sempre affascinata, ma purtroppo non aveva mai avuto modo di esplorarla tutta come si conveniva.. e dato che in quel momento erano quasi a tu per tu lei e il custode, tanto valeva andare a farsi un giro, giusto?
Lasciò libri e piuma d'oca sul tavolo a cui era stata seduta tutto il pomeriggio, e senza nemmeno sapere dove i piedi l'avrebbero condotta, si incamminò tra i muri fatti di scaffali e tomi impilati gli uni sugli altri. Pareva quasi una vera e propria foresta.. e considerata quanta carta c'era in tutta la sala, probabilmente se tutti i libri fossero stati messi insieme, se ne sarebbe creata una più grossa della Foresta Proibita!
C'era di tutto: reparto romanzi, reparto naturalismo, reparto creature magiche.. incantesimi, pozioni, trasfigurazione... per non parlare dei vari settori storici... oh, ma era per caso un romanzo fantasy Babbano quello che aveva visto nell'angolino in fondo?
In sintesi, nemmeno un quarto d'ora di girovagare, che la ragazzina finì letteralmente col perdersi. Passava tra uno scaffale e l'altro alzando la testa all'insù per controllare il nome del reparto in cui si trovasse, ma gira e rigira finiva sempre per arrivare a quello di Storia della Magia Medioevale. Che razza di persecuzione, eppure quella doveva essere semplicemente una stanza!
Sbuffando contrariata, la ragazzina decise di prendere un corridoio che non aveva ancora imboccato. La luce delle candele appese, probabilmente la ingannò, perchè non si rese conto che, svoltato l'angolo, c'era...

Oh.. ma che...
Poteva essere? Davvero? Sì, c'era scritto proprio così: era finita nientemeno che di fronte al più celebre reparto librario di tutta la scuola, quello dei Libri Proibiti. Che poi, proprio non capiva perchè diavolo li tenessero lì a scuola, se erano così Proibiti, comunque..
Gli occhioni verdi le si fecero enormi e pieni di stupore, mentre con una certa buona dose di fifa guardava il corridoio che le si stendeva davanti al naso. Era lungo, più buio di quelli in cui era precedentemente passata, e polveroso più di tutti gli altri messi insieme, chiaro segno che lì dentro entravano meno persone possibili.
Sapeva, la ragazzina, che non era autorizzata ad entrare là dentro, e d'altro canto non ne aveva nessuna intenzione. Rimase lì ferma imbambolata per un tempo indefinibile, a guardare il corridoio stracolmo di tomi e scaffali farsi sempre più stretto verso il fondo della gigantesca sala.
Pareva un corridoio esattamente come tutti gli altri, solo più trasandato e trascurato. D'improvviso, guardandolo, le venne da chiedersi come mai lo ritenessero così pericoloso. Erano solo libri, in fondo... stava al buon senso di chi leggeva non lasciarsi condizionare da cosa c'era scritto.
E a quel punto, forse spinti proprio da quei pensieri, i suoi piedi si mossero da soli, in un paio di lenti passi, fino a che lei non si ritrovò a sfiorare con le dita il legno del primo degli scaffali di quel reparto off limits.
Cosa poteva mai esserci di così tanto pericoloso, in un paio di libri antichi?
 
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Colin Barkley
view post Posted on 11/11/2015, 19:34




Chiuse il libro di Difesa contro le arti oscure sul quale aveva passato un irrequieto pomeriggio in preparazione dell'esame finale, il cui superamento, gli avrebbe consentito il passaggio all'anno successivo. Si distese sul letto e diede un'occhiata frettolosa all'ora. Quella sera era nervoso, aveva sprecato tutto il suo tempo libero a studiare, il che non era sicuramente da lui. No, il motivo non era solo quello, il ragazzo negli ultimi giorni non aveva avuto un attimo per rilassarsi, per pensare a se stesso, almeno così pensava. A tutto ciò si era aggiunta la nomina a Prefetto, che aveva accolto con grande entusiasmo, pur consapevole delle responsabilità che quel ruolo comportasse. Da quel momento non bastava che si assicurasse di rimanere fuori dai guai ma doveva fare in modo che il resto degli studenti, soprattutto concasati, ci restasse, il che, probabilmente avrebbe implicato una maggior interazione sociale. Ecco, questo era un problema per lui che sicuramente avrebbe preferito passare ore, chiuso nel proprio dormitorio, in compagnia di un bel libro , che in sala comune ad ascoltare i problemi dei suoi concasati. *Che se li risolvessero da soli, i loro problemi* Così, almeno, la pensava fino a qualche giorno prima della promozione. Ora la sua prospettiva era cambiata. Ad ogni modo, la sua, poteva rivelarsi una posizione di privilegio e in grado di portargli degli enormi vantaggi oltre che a un grosso carico di responsabilità. Improvvisamente il ragazzo si alzò velocemente dal letto, come colto da un'illuminazione, quanto meno geniale. * A proposito di responsabilità, non mi toccava il turno di controllo in biblioteca stasera?* Il giovane doveva, effettivamente, entrare ancora nei meccanismi di quelli che erano i suoi compiti anche se le stava provando tutte per riuscire ad adempirli al meglio. Quella sera, preso dallo studio, si era completamente dimenticato del turno che gli toccava svolgere ed era già tardissimo, doveva sbrigarsi. Velocemente, raccattate le sue cose, bacchetta compresa, uscì dalla stanza in tutta fretta. Insomma, inutile dire che fosse un po' agitato per questo suo ritardo. Se qualcuno si trovasse ancora in biblioteca, se avesse cercato di entrare nel reparto proibito? Insomma, l'opportunità era remota, chi mai sarebbe stato così stupido da infrangere le regole mettendo piede in un luogo che tutti sapevano essere costantemente controllato da prefetti. L'opportunità era minima, lo sapeva, ma la sua non poteva essere una certezza assoluta e questo lo preoccupava. Se qualcuno vi fosse entrato ? Se fosse successo qualcosa in sua assenza, quando in realtà doveva trovarsi li a controllare da una buona decina di minuti? Quali sarebbero potute essere le conseguenze? Non voleva pensarci. Quello che era certo è che non avrebbe permesso a nessuno di compromettere la serenità dei suoi studi in quel castello. Per lui era troppo importante apprendere tutto quello che avrebbe potuto da quella scuola, da quegli insegnati. Voleva quella conoscenza, la conoscenza che gli potevano trasmettere e non avrebbe permesso allo stupido errore di qualcuno di mettersi tra lui e le sue prospettive. Avvolto nei suoi pensieri, percorse la distanza necessaria a raggiungere la sua meta senza neanche accorgersene, ritrovandocisi davanti quasi per magia. All'interno era completamente deserta, solo il custode si trovava al bancone, in attesa di poter smontare dal suo turno giornaliero. * Lo sapevo, non avevo motivo di preoccuparmi, non c'è nessuno, saranno tutti a cena*. Ad ogni modo doveva svolgere il suo turno di guardia. Iniziò quindi ad esaminare che tutto fosse a posto, passando da un reparto all'altro, risistemando i libri che erano stati lasciati in disordine sugli scaffali e controllando che, effettivamente, in biblioteca non fosse rimasto nessuno. Quel posto era enorme, sembrava un labirinto e, sicuramente, se non gli fossero state fornite le necessarie indicazioni qualche giorno prima, si sarebbe perso. Dopo aver ispezionato tutti i reparti si diresse all'ultimo, quello proibito, dove avrebbe sostato per il resto del turno. Il suo ingresso era delimitato da un nastro separatore , rigorosamente al suo posto. Tutto sembrava tranquillo, fino a quel momento, almeno. Un rumore di passi, destò la sua attenzione. Sembravano provenire proprio da li, dal reparto proibito, ma chi poteva essere? C'era davvero qualcuno così ansioso di ricevere una punizione? Magari un altro prefetto aveva notato la sua assenza e lo aveva sostituito nel turno di guardia. Effettivamente, ora che lo notava, nell'ombra di quel corridoio gli parve di intravedere una figura, non doveva essere troppo lontana, forse qualche metro. Tuttavia, essendo il reparto completamente al buio, non potendo la luce della sala illuminare fino a quel punto, non riusciva a distinguerla distintamente. Prese, così, lentamente, la bacchetta fuori dal cinturino e, con decisione la puntò dritta davanti a lui pronunciando la formula desiderata:

Lumos!

La situazione fu subito più chiara. Davanti a lui, girata di spalle rispetto alla sua posizione, comparve una ragazza dalla chioma bionda. Siccome era girata di spalle gli fu impossibile identificarla anche se era quasi certo non si trattasse di un altro prefetto o di un caposcuola ne, tanto meno, di un docente. A giudicare dalla sua altezza doveva avere più o meno la sua età ma, queste, erano solamente supposizioni. Ad ogni modo, come si sarebbe dovuto comportare? Scacciò presto quel pensiero, riproponendosi di prendere una decisione con l'evolversi di quella situazione, per poi rivolgersi alla figura situata qualche metro avanti a lui:

Hey, tu, ragazzina, cosa stai facendo?



Edited by Colin Barkley - 11/11/2015, 20:50
 
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view post Posted on 12/11/2015, 00:47
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Non era stato volontario muovere quel piccolo passo in direzione del corridoio. O meglio, era stato per forza volontario, perchè non sono movimenti automatici che avvengono da soli per opera di chissà quale forza arcana, eppure, nel contempo, la piccola Tassa non si era minimamente resa conto di aver mosso il primo passo verso il lungo corridoio buio pieno di libri ritenuti proibiti per i suoi occhioni.
Aveva semplicemente mosso un piede davanti all'altro, finendo per appoggiarsi con una mano allo scaffale accanto a lei, che era il primo di quelli appartenenti al reparto Proibito, e fermandosi subito davanti al nastro separatore.
Non era propriamente entrata, quindi, si era solo fermata all'ingresso. E non si era minimamente accorta dei passi in avvicinamento di un'altra persona, perchè altrimenti avrebbe provveduto subito a balzare indietro.
Il fatto è che semplicemente era curiosa. Proprio non riusciva a capire perchè la lettura di un libro dovesse essere impedita o sottratta agli occhi di qualcuno. Per lei, o almeno, così suo padre le aveva insegnato, i libri erano patrimonio di tutti, una fonte d'acqua pura da cui bere per trarne fuori tutto ciò che era possibile apprendere.. perchè mai tenerli in una Biblioteca pubblica, se nessuno poteva leggerli?
Immersa in quei pensieri al punto da essersi estraniata dal resto del mondo, si accorse che qualcosa era cambiato quando vide una luce diversa e leggermente più intensa di quella delle candele dall'altro lato della sala accendersi e proiettare una lieve luce biancastra proveniente da dietro di lei. Tuttavia, non si rese conto di cosa quella luce potesse essere fino a che una voce non la riscosse dai suoi pensieri.*

Cos... oh!
A quel punto sussultò, si girò e... davanti a lei vide un ragazzo, che a occhio e croce doveva essere più o meno della sua età. Aveva la bacchetta accesa in mano, e la teneva sollevata per far luce, ma sul suo volto non c'era un'espressione molto rassicurante.
Aveva la stessa faccia di suo padre quando la beccava a mangiucchiare la cioccolata fuori dai pasti. Non prometteva niente di buono.. anche perchè l'aveva chiamata "ragazzina", e in genere quando le s rivolgevano con quell'appellativo era per farle la ramanzina.

Io.. niente.
Rispose, scuotendo la testolina bionda e staccando la mano dallo scaffale, come se bruciasse. Improvvisamente si chiese perchè diavolo ci si fosse appoggiata, non aveva mica bisogno del bastone!
Cominciò a torturarsi le mani le une con le altre, fissando gli occhioni verdi in quelli del ragazzo davanti a lei e ripercorrendo in direzione contraria l'unico passetto che aveva fatto in direzione del reparto dei Libri Proibiti.
In effetti, un pò si vergognava a dire che cosa ci faceva in realtà lì..

Stavo facendo un giro per la Biblioteca, ma mi sono persa tra gli scaffali e sono arrivata qui.
L'occhio tornò per un attimo a guardare dietro di sè, in direzione del lungo corridoio buio. A guardarlo così, illuminato dalla luce spettrale del Lumos, faceva ancor più paura di prima.
Non ci sarei entrata, lo giuro.. stavo solo... guardando.
Ed ecco che, di nuovo, gli occhioni verdi si puntarono in quelli del ragazzo moro davanti a lei. Non era mai stata in grado di dire bugie, il ragazzo se ne sarebbe sicuramente accorto dalla sua espressione che non stava mentendo.
Di colpo, pur sapendo di non aver fatto in realtà nulla di male e di non aver commesso nessuna reale effrazione, si sentì in colpa come un ladruncolo colto in flagrante. Sperava solo che quel ragazzo non fosse in vena di fare il bullo con una ragazzina. Nemmeno le era ancora venuto in mente che potesse essere un Prefetto, e che quindi la cosa avrebbe potuto comportare una sottrazione di punti per la sua Casata. Aveva visto solamente lo stemma verde e argento sulla giacca della sua divisa.
 
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Colin Barkley
view post Posted on 12/11/2015, 17:49




La giovane si girò di scatto. Sembrava a sua volta sorpresa di aver incontrato qualcuno in quel posto, a quell'ora, probabilmente ancora non consona dei controlli che i prefetti vi effettuavano giornalmente. A dirla tutta, dalla sua espressione, dopo un primo momento di smarrimento non fu chiaro se avesse compreso la situazione in cui si trovava. Insomma, come biasimarla, era difficile ipotizzare che un ragazzino, avente più o meno la sua età, fosse già stato nominato prefetto. Il castello era grande e, la nomina del giovane serpeverde, non aveva ancora avuto modo di farsi strada alle orecchie di tutti. Pensandoci bene questo sarebbe potuto essere un punto a suo favore. Esattamente, non avrebbe dovuto agire rigorosamente secondo le regole per cui avrebbe dovuto trascinare la ragazza dal suo caposcuola, a meno che non avesse voluto farlo, siccome la ragazza non conosceva la sua identità. Dunque che fare? Svelarle la propria posizione e l'attuale situazione o procedere in quella conversazione come se quelli ad infrangere le regole fossero stati entrambi? Era decisamente combattuto. Un'altra volta, dopo alcuni secondi di silenzio, si convinse di dare "tempo al tempo" e di continuare la conversazione sui binari di come l'aveva impostata. Infatti la prima cosa che doveva cercare di scoprire erano le intenzioni di quella giovane, dichiaratasi innocente e di essersi casualmente "persa tra i corridoi della medesima libreria". Doveva forse crederle? Non sembrava avere l'aspetto della cattiva ragazza, anzi, tutt'altro. Da una prima impressione, a giudicare dalla sua reazione, non sembrava mentire, forse non aveva mai mentito in tutta la sua vita. Tuttavia, la vita, l'esperienza, per quanto potesse averne avuta alla sua tenera età, gli aveva insegnato a non fidarsi delle persone, neanche di quelle dall'aspetto più innocuo. Qualche detto babbano, di cui si ricordava a malapena, sosteneva che era proprio da queste persone che bisognava guardarsi, accusate di nascondere la loro malvagità dietro una maschera di bontà e perfezione. Gira che ti rigira i pensieri del giovane tornavano sempre sullo stesso punto, come comportarsi. Doveva forse spaventarla? In questo modo, se in un primo momento avesse mentito, forse avrebbe confessato la verità. Vero anche che una giovane capace di mentire così bene poteva risultare difficilmente impressionabile. Decise allora per un'altra strategia, rivolgendosi alla giovane:

Beh, se le cose stanno così,se stavi "solo guardando", il problema non si pone, ti porgo le mie più sentite scuse per averti aggredita, tornerò alle mie faccende.

Fece per andarsene, come se non gli importasse, come se tutta quella faccenda non lo riguardasse minimamente, come se non avesse comportato delle conseguenze. Ovviamente, faceva tutto parte del piano. Era una strategia, una strategia per allentare la tensione, per far sentire la ragazza "al sicuro". Difatti, la giovane appariva leggermente tesa, doveva farle credere di non aver niente da temere, almeno in un primo momento, prima di continuare con il suo piano.

Fece qualche passo, allontanandosi, cercando di sviare la concentrazione della giovane, seguiti da alcuni lestissimi passi nel senso opposto che lo riportarono di fronte alla giovane ma questa volta molto, molto più vicino. Non adorava quel tipo di approccio, d'altra parte l'unico approccio che gli poteva permettere di stabilire la veridicità delle sue parole era quello, metterla a disagio. A parti inverse avrebbe sicuramente cercato di allontanarsi da un interlocutore fin troppo vicino ma, agendo impulsivamente, era la prima strategia che gli era venuta in mente. Puntò i suoi occhi azzurro ghiaccio,dalla solita espressione vacua, nei grandi occhioni verdi della giovane, in cerca di qualsiasi segno, di qualunque genere. Dopo di ché, prima che la sua interlocutrice potesse aprir bocca o allontanarsi, proferì nuovamente la domanda, mantenendo attentamente il contatto visivo:

Perché tu sei qui solamente per caso, non è vero, signorina "stavo solo guardando"?

Era certamente una situazione particolare. Probabilmente, il giovane serpeverde, quando avrebbe ripensato, a giochi fatti, a quel suo gesto avventato, si sarebbe odiato.

 
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view post Posted on 17/11/2015, 16:31
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Perdonami, Colin, non mi era arrivata la notifica che avevi risposto! >.< scusascusascusa ç.ç


Colta in flagrante. Mai Matty si sarebbe immaginata di potersi attribuire tale definizione. Insomma, non era il tipo da cacciarsi nei guai come una stupida, non le era mai piaciuta nemmeno l'ipotesi, di "cacciarsi nei guai". Non era in grado di sopportare la pressione, di inventare scuse, o di fingere disinteresse per le conseguenze che le sue azioni avrebbero portato. Era stata educata a fare la "brava bambina" sempre, in ogni circostanza, e non era ancora abbastanza adulta e pronta per cominciare a discostarsi dagli insegnamenti dateli dai suoi genitori.
Per questo, quando vide l'occhiata che il moretto le rivolse, le si gelò il sangue nelle vene. Per questo gli disse immediatamente la verità, ovvero che si era persa girando per i corridoi e che svoltando un angolo qualunque per cercare di ritornare all'ingresso della Biblioteca era finita proprio davanti al Reparto Proibito. Non sarebbe stata in grado di dirgli qualcosa di diverso, nemmeno ci aveva pensato all'eventualità di inventarsi una bugia.
Continuava comunque a non capire cosa ci fosse di tanto sbagliato e proibito nel corridoio di una biblioteca pubblica, ovviamente.. ma non era così ingenua, per sua fortuna, da lasciarsi scappare quell'informazione immediatamente.
Il suo interlocutore, guardandola, parve in minima parte essersi convinto del fatto che non stesse mentendo. O almeno, questo le lasciarono intendere le sue parole, quando le disse che, se non aveva intenzione di addentrarsi nel Reparto, sarebbe tornato alle sue "faccende".
La biondina inclinò la testa da un lato, dubbiosa. Faccende? Se aveva delle faccende da sbrigare perchè si era avvicinato a chiederle cosa stesse facendo?
La cosa la confondeva, forse non era ancora abbastanza esperta dei meccanismi della scuola per arrivare a pensare che quel ragazzino fosse un Prefetto. Rimase semplicemente intontita e timorosa a guardarlo mentre si allontanava di qualche passo.
Al vederlo inoltrarsi nel corridoio, sempre con la bacchetta illuminata a fargli da guida, un qualcosa scosse la ragazzina e la risvegliò dal momentaneo torpore in cui la vista del corridoio proibito e l'essere stata beccata proprio lì davanti l'avevano gettata.
Dove accidenti stava andando, il ragazzo? Di certo sapeva come fare per uscire da quel labirinto di scaffali tutti uguali. Non poteva lasciarlo andare via così..

A.. aspetta..
Avrebbe voluto parlare ad alta voce, per farsi sentire come si conveniva, ma tutta la situazione l'aveva intimidita, e quella parola che voleva essere un avviso ben udibile era finita col trasformarsi in un sussurro un pò stentato, che di certo il moro non avrebbe potuto udire, visto che si era già allontanato di qualche passo.
Lasciandosi scappare un sospiro, la biondina tornò a girarsi in direzione del corridoio buio dei libri proibiti prima di potersi accorgere che il Serpeverde stava tornando indietro verso di lei. Lo sguardo smeraldino della ragazza si puntò sul cartello logoro e storto che segnalava il Reparto dei Libri Proibiti. Chissà da quanto tempo stava lì a marcire, senza nessuno che lo addrizzasse o lo spolverasse. E dire che Mastro Gazza pareva sempre indaffarato come una formica operaia, come se ogni giorno si girasse ogni minimo angolo della scuola per rassettare.. magari si divertiva di più a rimproverare i ragazzini che a sbrigare le faccende, e quel pensiero la fece sorridere per un secondo.
Quando poi tornò a guardare in direzione opposta per tentare di ricordare che diavolo di strada avesse percorso per arrivare fin lì, quasi le prese un colpo.

Ma che..
La faccia del Serpeverde, con tanto di occhi azzurro ghiaccio che prima non aveva nemmeno notato per la scarsa luce, era a un palmo di naso dalla sua, e la fissava con aria indagatrice. Ma non si era allontanato, un attimo prima?!
Un piccolo brivido percorse la schiena della Tassina, facendole drizzare i capelli sulla nuca.. per la miseria, ci mancava poco che quel tizio le facesse venire un infarto.
Al contrario di quel che le aveva fatto credere un attimo prima, non era per nulla convinto della sua confessione sull'essersi persa in mezzo agli scaffali. Lo dimostrò chiaramente quando le chiese conferma del fatto che fosse lì per caso.

S-sì.. è la verità!
Confermò lei, annuendo freneticamente e sentendosi stranamente spaventata. Perchè aveva la sensazione che ci fosse qualcosa che le stava sfuggendo? Non era normale che un ragazzino sconosciuto fosse così interessato a sapere che diavolo ci facesse vicino al Reparto Proibito...
A-anzi.. ti.. ti volevo chiedere..
Deglutì un attimo a vuoto, la ragazzina, cercando di convincere il suo cervello a collegarsi alla bocca per permetterle di parlare da persona civile e non da balbettante babbuina balbuziente (?). Per farlo, però, dovette abbassare lo sguardo un secondo.. quegli occhi azzurri erano un tantino troppo freddi, di certo non l'aiutavano a rilassarsi.
Non è che.. per caso.. potresti aiutarmi a uscire da qui?
Riuscì infine a tirar fuori, anche se fu capace di tornare a guardare il ragazzino negli occhi solo dopo averlo chiesto. Probabilmente era anche leggermente arrossita d'imbarazzo, a giudicare dal fatto che sentiva le guance più calde del normale.
Sono sicura che se ci riprovassi da sola farei di nuovo il girotondo e tornerei esattamente qui. Ti prego..
 
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Colin Barkley
view post Posted on 18/11/2015, 21:03




Lo stratagemma sembrava aver prodotto il risultato sperato, la ragazza era sicuramente a disagio e, con tanta pressione addosso, sicuramente non avrebbe avuto il tempo materiale per sostenere una bugia credibile, a meno che non fosse una bugiarda patologica. La sua reazione, ad ogni modo, sembrò smentire quell'ultima ipotesi. Sembrava spaventata, a disagio ed imbarazzata al tempo stesso mentre cercava di balbettare qualcosa sul fatto che quello che aveva detto, fosse, effettivamente, la verità. Forse aveva esagerato con quell'atteggiamento, avrebbe potuto insistere in modo diverso ma, doveva ammetterlo, aveva trovato leggermente divertente osservare quella reazione. La reazione di una persona buona, d'animo puro, che sicuramente non aveva niente da nascondere e che, soprattutto, non aveva la consapevolezza di essersi potenzialmente cacciata nei guai. Tutto dipendeva dalla decisione del prefetto di credere alle sue parole oppure no. Se. per qualche motivo, gli fosse sorto qualche dubbio non doveva fare altro che portarla dal suo caposcuola e, a quel punto, sarebbe stata la parola di un prefetto contro quella di una semplice studentessa. Era la soluzione più comoda, più sbrigativa ma anche più approssimativa. Quel poco che aveva vissuto gli aveva insegnato a non fidarsi della gente ma quella ragazza, in quel momento, non stava mentendo, ora ne era certo. D'altra parte, lui, che predicava sul fatto che il mondo fosse così ingiusto e che occorresse un intervento, una rivoluzione, operato da una forza superiore, non poteva certo agire ingiustamente. Certo, ovviamente il suo ideale di giustizia poteva considerarsi "distopico" rispetto a quello riconosciuto dall'umanità ma non poteva definirsi il "grande lupo cattivo" che godeva delle sfortune altrui. Nonostante l'ora fosse tarda, nonostante volesse terminare a breve quella sua ronda notturna, nonostante volesse al più presto coricarsi sul suo candido letto, decise di intraprendere la strada più lunga, la più faticosa ma che sicuramente lo avrebbe fatto uscire, da quella situazione, con una coscienza candida, proprio come quel letto che in quel momento bramava così tanto. Così si rivolse alla ragazza maniera leggermente teatrale, quasi stesse interpretando una parte:

Oh, scusa, dove avrò lasciato le mie maniere? Non intendevo metterti a disagio. Ad ogni modo il mio nome è Colin, Colin Barkley, serpeverde. E tu sei? O forse preferisci che ti ricordi come "la ragazza della biblioteca"?

Tralasciò il fatto di essere un prefetto nella sua presentazione. La giovane non lo aveva notato e siccome aveva deciso, avendo constatato la sua sincerità, di non prendere alcun provvedimento nei suoi confronti,sarebbe stato molto meglio non accennare all'argomento. Dopo averla per un attimo interrotta, sembrò che la giovane volesse riprendere il discorso. Distolse per un momento lo sguardo, come a cercare le parole giuste dentro di se, per poi chiedergli di aiutarla ad uscire dalla biblioteca, posto che molti consideravano un vero e proprio labirinto e non avevano tutti i torti. Il giovane sorrise all'idea. In fondo sarebbe stata una buona scusa per poter terminare anticipatamente il suo turno di guardia e dirigersi, una volta accompagnata la ragazza, ai dormitori. Ad ogni modo, quella, era anche un'occasione in più per conoscere meglio quella ragazza dall'aspetto candido che si trovava davanti. Una volta che la giovane finì il discorso, replicò:

Uscire dalla biblioteca? Si, direi che non ci sono problemi, effettivamente non sei la prima a considerarlo un labirinto.

 
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view post Posted on 19/11/2015, 01:08
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Pareva proprio che alla fine fosse riuscita a convincere il ragazzo della sua sincerità. Strano, di solito era abituata ad avere a che fare solo con persone che lo davano per scontato, il fatto che fosse assolutamente sincera. Era una brava bambina, in fondo, nessuno avrebbe mai potuto immaginarla nella veste di una bugiarda.. almeno non a casa.
A mente fredda, probabilmente, si sarebbe resa conto del fatto che agli occhi di un estraneo quel suo essersi fermata giusto davanti all'ingresso del Reparto Proibito sarebbe potuto sicuramente apparire come una violazione, ma al momento era semplicemente sollevata.
Sollevata soprattutto del fatto che il ragazzino di fronte a lei paresse essersi leggermente "addolcito" nei modi.
Oh, beh, non che fosse cambiato poi di molto.. era semplicemente passato dall'assoluta e un pò agghiacciante freddezza inquisitoria da giovane Sherlock a un teatrale e plateale tentativo di presentazione. Probabilmente era solo curioso di sapere chi lei fosse, e il modo in cui le fece notare che se non gli diceva il suo nome avrebbe potuto ricordarla come "la ragazza della biblioteca" le fece spuntare un sorriso.

No, no, molto meglio il nome.. io sono Matty Greenleaf, Tassorosso.
Che cosa inconsueta, quel ragazzo era passato dal sembrarle un pò inquietante al parerle divertente. Sarà stato il suo tono di voce o l'enfasi messa nelle parole, comunque le pareva proprio preso da ciò che diceva. O forse semplicemente la stava prendendo in giro e lei non se ne accorgeva neanche, anzi, finiva per trovare la cosa divertente.
Sia come sia, alla fine, dopo aver esitato un pochino a guardarlo in viso a causa della freddezza dei suoi occhi color del ghiaccio, era riuscita a chiedergli una mano per uscire da quell'intrico di scaffali e libri polverosi chiamato Biblioteca. E, con sua somma sorpresa, pareva quasi che lui fosse intenzionato a darle una mano anche con una certa buona dose di piacere, come se anche lui volesse uscire da quel luogo il prima possibile.
In effetti, la Tassina non aveva idea di quanto tempo avesse passato a vagare senza riuscire a tornare indietro, quindi non sapeva che ore fossero. In ogni caso non pensava di aver fatto particolarmente tardi e che fosse già cominciato il "turno di notte" dei Prefetti.

Oh, grazie mille, Colin!
Commentò immediatamente, il sorriso sempre più largo e raggiante sulla sua boccuccia da pre-adolescente. In effetti, forse, anche lei aveva voglia di tornare nella sua Sala Comune, al calduccio.. magari si sarebbe fermata un pò sulle poltrone davanti al camino.. le piaceva quell'angolo (o meglio, quel non-angolo, visto che la Sala Comune dei Tassi era a pianta rotonda).
Si trattenne perciò dall'abbracciare il Serpeverde in uno slancio di gratitudine, limitandosi a guardarsi per l'ennesima volta attorno.

Sì, è una vera trappola, questo posto. Tutti i corridoi tra gli scaffali sembrano identici!
Tra l'altro, per una come lei, che già di suo aveva scarso senso dell'orientamento, trovare la strada in quel groviglio era ancora più difficile.
Credo che mi farò accompagnare da qualcuno ogni volta che verrò qui.. non sono molto brava ad orientarmi in certi posti.
Ridacchiò, nel dirlo, immaginandosi con la scorta ad ogni sua visita alla Biblioteca. Sì, certo, roba che neppure la Regina Elisabetta... modesta, la fanciullina!
 
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Colin Barkley
view post Posted on 21/11/2015, 22:59




Mentre la ragazza si presentava il giovane serpeverde scrutò da una parte all'altra il corridoio come cercando le tracce di qualcuno altro, li con loro, in quella biblioteca. Inutile dire che, dopo qualche secondo, il giovane realizzò che anche il custode aveva abbandonato la sua postazione, probabilmente per andare a mangiare il suo pasto in sala grande, abbandonandoli all'interno. Fortunatamente, anche se avesse chiuso a chiave la porta, cosa che si dimenticava sempre di fare, al giovane prefetto ne era stata consegnata una copia. Effettivamente ogni prefetto o caposcuola ne aveva una, per non parlare dei professori. Che cosa si sarebbe inventato se uno di essi fosse entrato? Ovviamente lui non aveva problemi, era un prefetto, aveva l'autorizzazione, anzi il dovere, di trovarsi in quel luogo, a quell'ora. Purtroppo non poteva dire lo stesso della ragazza. Certo, se avessero fatto qualche domanda indiscreta l'avrebbe difesa, probabilmente inventandosi che la stava portando proprio in quel momento dal caposcuola, sperando che nessuno avrebbe indagato più a fondo. L'unico modo per non rischiare tutto questo, era, effettivamente, uscire al più presto da quella biblioteca. Ora che ci pensava, cosa ci faceva quella ragazza li a quell'ora? Non aveva fame, sonno, voglia di dialogare con qualche concasata? Perchè mai una tassorosso, famose per il loro carattere socievole, almeno queste erano le voci che giravano, se ne stava li tutta sola in un buia biblioteca. Immerso nei suoi pensieri solo dopo qualche minuto si accorse che stava ancora puntando la sua bacchetta , che poco tempo prima aveva utilizzato per fare luce, verso la ragazza, nonostante si fossero spostati in un punto già illuminato dalle candele della biblioteca. Così, dopo un attimo di esitazione, riposò la bacchetta nel cinturino. La giovane, ora, sembrava a suo agio, consapevole di avere più davanti una figura ostile ma un possibile aiutante.Con gioia aveva appreso l'appartenenza di quest'ultima alla casata di tassorosso dopo aver accettato la sua richiesta di riaccompagnarla in sala comune.Il dormitorio dei tassi, infatti, si trovava proprio accanto a quello della sua stessa casata, nei sotterranei, questo gli avrebbe risparmiato un bel po' di strada e di fatica. Non era abituato ad aiutare gli altri, solitamente non lo faceva mai e, questo, lo metteva a disagio. D'altra parte occuparsi della sicurezza degli altri studenti, specialmente di quelli della sua casata, non faceva parte delle regole per essere un buon prefetto? Almeno così credeva, anche perchè, queste regole, nessuno le aveva scritte da nessuna parte. Ad ogni modo, conservare le apparenze, in quella scuola in cui avrebbe dovuto soggiornare per svariati anni, era da considerarsi importante per questo avrebbe continuato a recitare la parte del bravo studente, almeno finché lo avesse considerato opportuno. Ascoltate le parole della bionda, accennando un sorriso, rispose:

Se vorrai sempre farti accompagnare da qualcuno assicurati di variare i tuoi orari di visita. Siamo d'accordo che i libri e la conoscenza sono "un alimento perfetto" per il nostro cervello ma non vogliamo neanche che i nostri studenti diventino degli appendi abiti viventi., o sbaglio?

Fece una breve pausa per poi riprendere il discorso:

Ad ogni modo per saltare la cena pur di rimanere in biblioteca devi avere un grande amore per i libri o, se si tratta di una qualche ricerca per la scuola, un grande senso del dovere.
 
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view post Posted on 22/11/2015, 00:15
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Fu contenta di notare che anche il giovane Serpeverde parve essersi finalmente rilassato del tutto. Per un momento le aveva fatto seriamente prendere paura, quando le si era avvicinato con quegli occhiacci indagatori. Insomma, neanche avesse avuto a che fare con una bugiarda matricolata.. a lei che di bugie ne aveva detto sì e no una decina in tutta la sua esistenza -e nove volte su dieci si era fatta beccare alla prima domanda di conferma- rischiava quasi di venire un infarto, a essere inquisita come una giovane criminale appena evasa dalle segrete!
Fortunatamente non fu quello il caso. L'interrogatorio si era protratto per pochissimo, e Matty era già pronta, dal canto proprio, a far finta che non fosse accaduto nulla. Anche perchè, tralasciando quel breve episodio un pò angosciante, il ragazzo non le sembrava affatto male. Un pò serio, forse, ma era una cosa che lei considerava molto adatta a un Serpeverde, anche se forse in parte si sbagliava.
La bacchetta illuminata venne spenta e rimessa a posto, il che le diede la definitiva conferma che i dubbi di Colin erano stati finalmente dissipati del tutto dalle sue parole. Lo aveva convinto, per fortuna. Sia di essere innocente sia a riaccompagnarla almeno all'uscita da quel posto così dannatamente intricato e contorto.
Era un vero sollievo per la giovane Tassorosso, che ora che la tensione e la paura di non riuscire a uscire era sparita, poteva concentrarsi un pò meglio sul ragazzo che era di fronte.
Le pareva un tipo a posto. Stava giusto sottolineando che il suo orario di visita fosse un tantino anomalo, e a quelle parole la piccola Tassa non potè che strabuzzare un attimo gli occhi. Ma come, era passato così tanto tempo? Lei credeva fosse da poco passata l'ora di cena, o qualcosa del genere.
Ma soprattutto.. perchè mai sarebbe dovuta diventare un appendiabiti?

Appendiabiti?
Chiese infatti, inclinando la bionda testolina da un lato.
Le cose erano due: o lei era troppo stanca dopo il pomeriggio passato immersa nei libri fino ai capelli, oppure Colin aveva un senso dello humor tutto suo.
Ad ogni buon conto, passò direttamente oltre, dritta alla seconda parte del discorso del moretto, che in effetti un pò la imbarazzò.

Beh, ecco... sì, mi piacciono molto i libri, soprattutto i romanzi.. ma...
Abbassando per un attimo lo sguardo sui suoi piedi, e portandosi un lungo ciuffo dorato dietro un orecchio, la ragazzina si ritrovò per un attimo a sentirsi davvero in difetto. Perchè il senso del dovere ce l'aveva, sì.. in genere e non sempre. E quando le veniva a mancare per qualche motivo -che in genere era il fatto che finisse sempre con l'essere distratta da qualcosa di più interessante e meno impegnativo di ciò che aveva da fare-, finiva sempre col sentirsi drammaticamente colpevole. Proprio come un bambino che viene beccato con le mani infilate nel barattolo dei biscotti che la mamma gli aveva nascosto il giorno prima, insomma.
Diciamo che se avessi avuto tutto questo senso del dovere non sarei rimasta qui tutto il pomeriggio.
Una piccola risatina, forse in parte nata dal nervosismo che il pensiero della scadenza del compito le dava, le uscì dalle labbra, mentre il suo sguardo si rialzava su quello azzurro intenso del giovane Prefetto, la cui vera identità lei ancora ignorava quasi del tutto.
Mi sono ricordata a pranzo che tra due giorni ho una grossa ricerca di Storia da consegnare al prof Peverell.. non so nemmeno per quanto tempo ho studiato qui.. so solo che alla fine volevo farmi un giro tra gli scaffali, visto che le altre volte che sono venuta non ne ho mai avuto il tempo.
Ecco, gli aveva raccontato anche la "versione lunga" della storia. Ora di certo il povero Colin l'avrebbe presa per la pazza logorroica che era, oppure avrebbe mandato al diavolo lei e il suo cosiddetto "senso del dovere", Matty se lo sentiva...
Comunque, prima che lui la mandasse al diavolo (?), una domanda voleva assolutamente fargliela, tanto per capire quanto il suo senso del tempo si fosse dilatato a dismisura, là dentro.

Per curiosità, che ora è? Sono entrata che ancora era giorno...
 
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Colin Barkley
view post Posted on 27/11/2015, 20:51




Alla risposta della ragazza un leggero sorriso solcò le sue labbra. Le ricerche per il prof Peverell,temute da tutti gli studenti del castello, lui compreso ovviamente, che portavano ogni studente a passare ore sui libri di quella biblioteca in cerca di risposte che potessero soddisfarlo.Insomma, non era di certo una novità, forse, quello che mancava una volta iniziato a frequentare il primo anno era l'abitudine. Gli studenti più grandi ormai vi si erano rassegnati ed evitavano di parlarne mentre, i più piccini non potevano evitare di lamentarsene. Dove ricadeva il giovane serpeverde? Probabilmente tra le due parti. Come molti altri del suo corso di studi non poteva vantarsi di aver trascorso così tanto tempo nel castello da essersi "abituato" alle consegne del professore ma riteneva che la materia insegnata da quest'ultimo fosse indispensabile.Molti, probabilmente, preferivano materie più "coinvolgenti" come, ad esempio, DADA , Incantesimi o, persino, pozioni ed, effettivamente, non gli si poteva dar torto, erano davvero avvincenti. Tuttavia quella materia, quella del prof. Peverell, era una delle poche in grado di attirare la sua curiosità, di fargli porre delle domande e di fargli cercare le relative risposte. Insomma, per capire l'enigmatico mondo in cui vivevano comprendere le sue basi era fondamentale, almeno così la pensava il giovane serpeverde. Il corso dei suoi pensieri fu arrestato dalla voce della ragazza, la quale pareva avergli posto una domanda. Tuttavia, pur vergognandosi, dovette ammettere a se stesso di non aver prestato attenzione, cosa che non era certamente da lui. In qualità di prefetto avrebbe dovuto evitare, come in quel caso, di estraniarsi dalle conversazioni o non sarebbe stato capace di notare segnali, che magari, in un modo o nell'altro a uno spettatore più vigile sarebbero saliti all'occhio. Quello non era, in ogni caso, il tempo e il luogo per rimproverarsi. Si ritrovava difronte una giovane ragazza alla cui domanda non aveva prestato attenzione, che fare? Sicuramente sarebbe stato troppo maleducato palesare la situazione. Il giovane convenne che la scelta migliore sarebbe stata quella di continuare nel proprio discorso, senza far scaturire nella ragazza il dubbio che non avesse capito la sua domanda. In suo aiuto, venne alla sua mente il ricordo delle parole che la giovane aveva proferito pochi secondi prima, riguardo a non essere stata tanto ligia al dovere. La sua modestia avrebbe potuto fornirgli un piccolo appiglio, molto fragile si, ma presente, per continuare la conversazione senza destare nella ragazza il minimo sospetto. Non capiva per quale motivo, proprio in quel momento, ci tenesse così tanto a non far notare la sua disattenzione ma non importava, ormai aveva deciso e così avrebbe agito.

Beh, posso assicurarti che sono poche le ragazze che si soffermano a studiare fin dopo l'ora di cena. Non puoi certamente negare che questo sia un punto a tuo favore. Cerca solo di non affaticarti troppo altrimenti saremo costretti a mandarti in prepensionamento al posto del nostro caro signor Gazza.

"Cerca solo di non affaticarti troppo"? Evidentemente stava scherzando ma non riusciva a credere che certe parole fossero uscite dalla sua bocca,neanche per scherzo. Da quant'era che non si interessava alla salute di qualcuno? Mesi? No, forse anni? Ad ogni modo non aveva importanza, c'erano comunque delle apparenze da mantenere.

Scusa tantissimo il ritardo ma ero sommerso dagli impegni ma, grazie al cielo, mi sono liberato. Insomma, meglio tardi che mai
 
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view post Posted on 28/11/2015, 00:43
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Tranquillo, caro <3 la vita reale prima di tutto

Dopo l'ora di cena?
Oh, per la sottogonna di Tosca! Davvero si era trattenuta in Biblioteca per tutto quel tempo?
Improvvisamente un brivido le passò lungo la schiena, quando le tornò in mente una piccola, insignificante regola che la scuola prevedeva come tassativa e rivolta a tutti gli studenti che non avessero cariche particolari all'interno dell'edificio.

Oh, cielo.. il coprifuoco!
Una piccola mano un pò impallidita le si posò davanti alla bocca. Se era "dopo cena" voleva dire che o il coprifuoco sarebbe scattato di lì a poco, oppure... beh, oppure era già scattato e lei non se n'era minimamente accorta. Per scoprirlo avrebbe dovuto conoscere l'orario preciso, ma a quanto pareva Colin non aveva orologi, o forse non glielo voleva dire per mantenere quella sua aria così enigmatica e mistica da Serpeverde misterioso..
Sia come sia, a quel punto la povera, giovane Greenleaf, si sentiva in colpa non solo per essere arrivata a fare la gigantesca ricerca all'ultimo momento, non solo per essersi fatta beccare alle porte del Reparto Proibito della Biblioteca, ma ANCHE (melius abundare) per essere arrivata a violare perfino il coprifuoco. Perfetto, poteva partecipare al Festival del Senso di Colpa, sempre che esistesse da qualche parte.
Fortuna che le parole successive del moretto furono abbastanza ironiche da riuscire a strapparle un sorriso.

Tranquillo, non c'è pericolo che mi affatichi troppo.
Considerato quanto le piacesse poltrire... no, non c'era affatto pericolo al riguardo. Stessa cosa valeva per occupazioni più "sedentarie" come lo studio. Si buttava anima e corpo sui libri come quel giorno solo quando sentiva la pressione delle scadenze sul collo, altrimenti veleggiava con serenità in un tranquillo "faccio il minimo indispensabile per non restare indietro". Lo aveva sempre fatto, e probabilmente sarebbe rimasto il suo modo di agire fino a quando le scadenze in questione non avrebbero cominciato a farsi più pressanti e le cose più serie per il suo futuro. Ma aveva ancora tempo, non poteva definirsi ancora nemmeno un'adolescente, per la miseria!
Però il prepensionamento non lo escludo.
... Come non detto. Evidentemente si sentiva vecchia dentro, o forse troppo stonata per essere in grado di rimanere lucida fino alla vecchiaia.
Insomma.. non sono propriamente la persona più precisa e aggraziata del mondo.
Spiegò, facendo spallucce e alzando gli occhi al cielo, dandosi, in fondo, della poco affidabile, così facendo, o della stonata, per l'appunto. In realtà era tutt'altro che poco affidabile, anzi, forse era anche troppo affidabile, su certi argomenti. Il problema era la distrazione facile e la pigrizia cronica, che, sommate alla naturale e intrinseca goffaggine, facevano di lei una sorta di bomba ad orologeria pronta a fare qualche danno in qualsiasi momento. Come quella sera in Biblioteca, per l'appunto, anche se per chissà quale miracolo era riuscita a fermare l'istinto in tempo, per quella volta.
Sicuramente finirò per cacciarmi in qualche guaio molto prima di arrivare alla vecchiaia.
Detto ciò, dopo aver tirato fuori quest'ultima, bellissima perla di (poca) saggezza, la ragazzina sentì di nuovo la pressione dell'orario e del coprifuoco imminente o già scattato, e qualcosa le fece muovere un passo, affiancando il Serpino e forse avanzando di poco.. giusto qualche centimetro, dato che non sapeva dove accidenti dirigersi.
Che dici, andiamo? Non vorrei combinare altri guai, per questa sera.
 
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Colin Barkley
view post Posted on 1/12/2015, 18:40




Apprezzava il carattere di quella ragazza, almeno quello che in quei pochi minuti era riuscito a percepire. Educata, solare, forse leggermente impacciata nelle situazioni di maggior tensione.Nei suoi occhi brillava ancora quella scintilla di vivacità propria della gran parte dei ragazzini a loro coetanei. Quella scintilla, negli occhi del ragazzino si era spenta come gran parte di quelle qualità che tanto ammirava nella ragazza.Dopo quello che era successo, che aveva compreso, non era più stato in grado di manifestare certe emozioni,almeno, non sinceramente.Insomma, quella ragazzina, che poteva si ricordargli il se stesso del passato, turbolento e vivace per antitesi ora poteva benissimo avvicinarsi alla rappresentazione del suo alter-ego. Probabilmente se si fossero rincontrati, se avessero avuto modo di approfondire la loro conoscenza, se avessero avuto il modo di osservarsi in azione, l'un l'altro, quell'ipotesi si sarebbe spontaneamente palesata. La ragazza non era la prima ,incontrata nel castello, che gli aveva trasmesso tale sensazione. Aveva provato esattamente lo stesso solo qualche mese prima, o giù di li, quando aveva fatto conoscenza di quel "Grifondoro Canterino" e del suo buffo animaletto. Alla fine, entrambe le loro presenze, non gli avevano dato sui nervi come, probabilmente, sarebbe successo prima del suo arrivo al castello. I loro ideali, i loro principi, erano completamente differenti, ne era consapevole ma, in quelle occasioni, sembrava non importargli. Forse era il castello, la consapevolezza che si trovassero li perché, in fondo, erano tutti uguali. Forse era lui che stava crescendo, stava cambiando la sua mentalità, stava imparando a rispettare quella degli altri. La cosa, sicuramente, non gli dispiaceva poiché, era vero, un silenzio valeva più di mille parole ma, nel suo caso, qualche conoscenza in più non avrebbe potuto far altro che agevolarlo. Alle parole della ragazza riuscì a stento a trattenere una risata. Era la prima volta che incontrava qualcuno capace di darsi da solo dell'imbranato, senza motivo apparente. Ok, forse non aveva usato precisamente quelle parole, ma questo non rendeva la situazione meno ilare. Decisamente la tensione che si era andata a creare qualche minuto prima era completamente svanita. La ragazza era riuscita a districarsi agevolmente tra le domande del giovanissimo prefetto sciogliendo ogni dubbio ed ogni sospetto nella sua mente. Muovendo alcuni passi avanti a lei, che non aveva perso tempo incamminandosi verso uno dei lunghi corridoi che portavano all'uscita, replicò sorridendo:

Devi essere meno modesta ragazza mia. Ogni tanto fa bene "tessersi le proprie lodi", ovviamente senza esagerare. Ad ogni modo, chi non si è mai cacciato nei guai in vita sua? L'importante è che tu abbia qualcuno pronto ad aiutarti per venirne fuori, giusto?

Fece una breve pausa. Già, tutti prima o poi finivano nei guai. C'era chi che per essere poco cauto ed impulsivo ci finiva più degli altri ma, alla fine, tutti prima o poi avrebbero avuto bisogno di aiuto, soprattutto in quel mondo. Non aveva dubbi che la giovane, se non l'avesse già fatto, avrebbe presto trovato un buon numero di ragazzi pronti ad aiutarla in ogni occasione ma poteva dire lo stesso per lui? Aveva sempre sostenuto di non averne bisogno, di non aver il bisogno di nessuno. Aveva sempre pensato che sarebbe riuscito a percorrere da solo la sua strada, senza alcun aiuto.Se non fosse stato così? Se si fosse trovato in difficoltà?Chi lo avrebbe aiutato? Ci sarebbe stato qualcuno? Come un fiume in piena quelle domande, improvvisamente, attraversarono la mente del giovane serpeverde facendolo sussultare per un attimo sul posto. Riprendendosi, cacciò quelle idee dalla sua mente ritenendo che non fosse quello il tempo e il luogo per affrontare l'argomento e, riprendendo il passo, si rivolse nuovamente alla ragazza:

Sono d'accordo, si è fatto tardi, meglio che ti accompagni all'uscita della biblioteca, seguimi!
 
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view post Posted on 2/12/2015, 00:26
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Incredibile ma vero, alla fine era riuscita a strappare anche una mezza risatina soffocata, al giovane Serpeverde dagli occhi di ghiaccio. Non lo avrebbe mai detto possibile, quando le si era avvicinato per scrutarla e farle l'interrogatorio pochi minuti prima. Bene, forse non era un'imbranata senza speranza, allora!
Glielo confermò anche Colin stesso, quando se ne uscì con quella storia sul tessere le proprie lodi e sul fatto che fosse troppo modesta.
Non aveva idea del motivo, ma, da quando era entrata in quel castello, quella frase l'aveva sentita molte più volte di quanto si sarebbe mai immaginata fosse possibile. E tra l'altro proprio non aveva idea di cosa ci fosse di così tanto "poco modesto" in lei.
Insomma, a guardarsi allo specchio non si sarebbe affatto definita una bellezza stratosferica. Di ragazze carine al Castello ne aveva viste moltissime, e tutte di gran lunga molto più femminili e aggraziate di lei, su questo non aveva dubbio alcuno. Riguardo ai voti, sì, beh, erano discretamente buoni, non poteva lamentarsi, ma non si era mai considerata un genio, nè tantomeno una secchiona. Faceva ciò che sentiva di dover fare e si fermava quando la sua coscienza era a posto con sè stessa, il voto che le veniva appioppato dopo lo riteneva un semplice riconoscimento dell'impegno dimostrato. E ovviamente, dato che pareva soddisfare appieno le esigenze degli insegnanti, non aveva alcuna intenzione di fare una sola briciola di più di ciò che non stesse già facendo.
Per cui, ricapitolando: bellezza riteneva di non averne, e di cervello credeva di possedere giusto il minimo indispensabile per non essere paragonata a un Troll autistico... che altro ci poteva essere per cui dovesse così tanto vantarsi? Il carattere, forse?
Beh, su quello i suoi qualcosina da ridire ce l'avrebbero avuta.. forse era un tratto che ancora non si era fatto vivo spesso, ma la Tassina aveva il brutto vizio di non essere in grado fisicamente di dire nulla di diverso da ciò che pensava. Omettere, al massimo.. ma mentire o ingentilire la pillola non era nella sua natura, e questo, per quanto fosse anche considerabile come pregio, a volte poteva comportare grossi guai, specie visto il fatto che non era in grado di tenere a freno la lingua nemmeno quando sarebbe stato in teoria necessario.
Dunque, ancora una volta, quell'invito a non fare la modesta le fece spuntare un sorriso sul volto e la portò ad alzare gli occhi al cielo, con fintissima esasperazione.

Non sono "modesta"..
Disse, mimando il gesto delle virgolette con le dita, per poi lasciarsi scappare anche lei una mezza risata, nel continuare la frase che aveva appena cominciato.
Solo consapevole della mia sbadataggine. Che è palese, considerato che sono riuscita a perdermi in Biblioteca.
Sì, beh, in effetti... suo padre si sarebbe sicuramente fatto una risata, se solo l'avesse vista chissà quanti minuti prima, intenta ad aggirarsi tra gli scaffali come una piccola anima in pena.
Era comunque felice di aver rallegrato un minimo la serata della giovane Serpe. Pareva un tipetto serio e concentrato sulle sue cose, non avrebbe nemmeno giurato che fosse davvero disposto ad accompagnarla fuori da quel labirinto di libri, fino a che non l'aveva sentito accettare poco prima. Era rassicurante, ora averlo al fianco, pronto a farle da guida e insegnarle la strada per permetterle di cavarsela da sola in futuro.
A dire il vero, prima che si avviasse con lei, lo sorprese in un atteggiamento un pò pensieroso che le fece venire un paio di dubbi, o meglio, molta curiosità. Chissà che gli frullava per la testa?
A un certo punto parve quasi sussultare, o riscuotersi da chissà quale ragionamento mentale, e solo allora prese la via giusta verso l'uscita da quell'intrico di legno e vecchia carta impolverata.
Chissà, probabilmente gli era venuto in mente qualche cosa che si era scordato fino a poco prima.. a lei succedeva spesso, dopo tutto!
Povera, ingenua Matty.. proprio non aveva idea del fatto che la gente potesse avere qualche pensiero un pò più serio di quelli che di solito si aggiravano nella sua testolina bionda. Era troppo abituata a doversi preoccupare solo di star bene, per potersi immaginare che qualcuno avesse dei problemi più seri a cui pensare.

Sì, andiamo!
Seguì quindi i passi di marcia di Colin, saltellandogli dietro e cercando di guardarsi intorno e di fissarsi nella mente il percorso, magari trovandosi dei punti di riferimento tra i vari reparti per memorizzare la strada più facilmente.
Uhm.. da qui ci sono passata prima, se non sbaglio...
Borbottò, indicando con un dito indice ben teso il reparto "storia medioevale", davanti al quale era passata almeno settanta volte, prima di arrendersi al fatto di essersi smarrita tra gli scaffali.
Fortuna che c'era Colin, so si sarebbe sicuramente persa di nuovo nel giro di qualche minuto.
 
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Colin Barkley
view post Posted on 5/12/2015, 22:05




Quella giovane iniziava a stargli sempre più simpatica. Aveva un modo di fare particolare. Non c'era affermazione che il ragazzo avesse potuto pronunciare senza che lei trovasse un difetto che la confutasse o che la sminuisse. Non sapeva se lo facesse per semplice modestia, perché in imbarazzo quando il suo comportamento veniva elogiato o perché non si rendesse conto di quando, effettivamente, fosse una ragazza di "animo puro" e "sani principi". Non capiva il perché ma sentiva che era proprio le persone come lei che doveva proteggere da quel mondo corrotto. In qualche modo la sua mente collegava quella purezza d'animo a una sorta di ingenuità, incapace di far comprendere a quelle persone quali, effettivamente, fossero i mali di quel mondo. Insomma il giovane sembrava essere completamente convinto di dover cambiar il mondo perché le persone come quella ragazza, che aveva appena incontrato, mantenessero la loro purezza e non venissero contagiate dal mondo circostante. Tali persone, nella loro purezza, dovevano considerarsi ormai come, fiori rari, da preservare, essenziali per la nascita e la crescita di un mondo migliore. Se il giovane serpevede, e quelli con una mentalità alla sua affine, avevano il gravoso compito di cambiare il mondo, una volta svolto quest'ultimo per loro, nella nuova società, non c'era più posto. L'essere riusciti ad "aprire gli occhi", riconoscendo la corruzione di quel mondo, gli aveva portati alla consapevolezza di fare inevitabilmente parte della stessa corruzione che volevano sconfiggere. Il loro pensiero, totalitario, era adatto a dei condottieri in tempo di guerra, di rivolta ma sicuramente non di pace. Per questo motivo, come il giovane sapeva bene, una volta portato a termine il loro obbiettivo sarebbero dovuti sparire e lasciare la guida del "nuovo mondo" a quei "fiori rari" che avevano l'obbiettivo di preservare. Tuttavia,il discorso era relativamente complicato.Poteva essere aperto a numerose interpretazioni e rielaborato a seconda delle convenienze.Sicuramente qualche, così detto, rivoluzionario avrebbe voluto continuare ad esercitare il suo potere totalitario ad,eventuale,"insurrezione" compiuta, il che, agli occhi del serpeverde, lo faceva cadere dalla parte del torto. Immerso nei suoi pensieri si accorse di aver appena superato il reparto di "Storia Medievale". Un sorriso seguito da una lieve risata gli scappò quando la bionda ammise di non aver un grande senso dell'orientamento, proseguendo sostenendo di essere già passata da quel reparto. Quell'affermazione gli ricordò il se stesso di qualche tempo prima.Anche il giovane non aveva mai avuto un grande senso dell'orientamento e se non si fosse studiato meticolosamente, per ore, la pianta di quella biblioteca probabilmente, il giorno seguente, li avrebbero trovati li. I due sorpassarono ancora una decina di reparti per poi ritrovarsi all'ingresso della biblioteca. Come previsto nessuno era all'interno, nemmeno il custode, che ormai aveva dovuto raggiungere la sua branda da un pezzo. Il giovane serpeverde, sorridendo, si rivolse nuovamente alla buffa ragazza:

Non devi preoccuparti, nessuno è perfetto. D'altronde devo confessarti che neanche io, pur non avendo un grande senso dell'orientamento, devo ammetterlo, non sarei riuscito ad orientarmi in questo labirinto senza aver studiato la sua composizione per ore.

Fece una breve pausa e poi riprese:

Bene, eccoci qui, l'ingresso della biblioteca.Penso che tutto quello che ti serva ora sia un po' di riposo. Sai arrivare al tuo dormitorio da qui, vero?
 
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view post Posted on 5/12/2015, 23:57
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Pareva proprio che sotto sotto quel Serpino dagli occhi di ghiaccio non fosse poi tanto algido come voleva sembrare! Era una soddisfazione... dieci punti a Tassorosso!
Sì, vabbè, magari le avessero dato qualche punto per così poco.. si sarebbe messa a fare il pagliaccio in giro per il Castello tutto il giorno, in quel caso. Anche se in realtà si può dire che lo facesse comunque, a modo suo.
Sentir ridere la gente le comportava in automatico di sorridere a sua volta, come una sorta di riflesso incondizionato. Non sapeva se le risate fossero contagiose come gli sbadigli, o se magari fosse lei ad avere qualche problema psicologico sull'argomento, ma le piaceva sentire la gente ridere. A dire il vero le piaceva anche solo vederla sorridere, giusto perchè anche quello era comunque segno di essere riuscita a rallegrare la giornata a qualcuno.
Era quindi inevitabile che accogliesse la risatina di Colin con un'altra lieve risatina.

Lo so, sono un caso perso... me lo dicono sempre.
Annunciò, facendo spallucce mentre continuavano a camminare tra gli scaffali. Il Serpeverde si destreggiava tra gli scaffali come se avesse la mappa tatuata nel cervello, e lei non poteva far altro che seguirlo passo passo, cercando nel frattempo di memorizzare la via nel caso le fosse mai venuto in mente di fare un altro giro nel labirinto. Chissà perchè, ma qualcosa le diceva che la volta successiva si sarebbe limitata a studiare nell'ala principale e a lasciare che fosse il custode ad andare a prenderle i libri.
Anche se, a dir la verità, forse un pò le sarebbe piaciuto perdersi di nuovo, se alla fine del corridoio avesse trovato di nuovo un ragazzo simpatico a salvarla. Poteva anche vederla come una cosa divertente da ripetere, da un certo punto di vista... o forse i libri e il troppo studio l'avevano rincitrullita del tutto.

E' consolante sapere che anche tu ti sei perso qua dentro, sai? Mi fa sentire meno stupida.
Il tono era scherzoso, in risposta alle parole di Colin, ma la sostanza era assolutamente quella. Forse resa un pò più diretta del dovuto, ma tant'è.
Si era sentita un pò sola e sperduta, come un piccolo topo, o come un ragnetto solitario.. anche se forse il paragone col topo le andava più a genio di quello con un aracnide.
Sapere che anche ad altri succedeva la faceva sentire meno imbranata. Ma forse era semplicemente Colin che si stava prendendo troppo disturbo nel cercare di toglierle di dosso quella cosiddetta "modestia" che lei vedeva semplicemente come obiettività.

Oh, eccoci.
Alla fine, dopo tanto vagare e tantissimi libri, erano arrivati di nuovo al punto da cui la Tassina era partita. L'inizio dei cunicoli, l'anticamera del labirinto.. mille e uno soprannomi le saltarono in testa mentre si guardava attorno e scopriva che perfino il custode aveva deciso di arrendersi e andarsene da quel posto.
Accidenti, non c'è più nemmeno il custode..
Constatò, con un velo di preoccupazione, o forse più di un velo.
Il buon Colin le chiese se sapesse tornare al suo Dormitorio da lì, e lei non potè che annuire, ma c'era una luce di dubbio nei suoi occhi, mentre osservava il corridoio che si intravedeva dalla porta della Biblioteca lasciata aperta. Era quasi totalmente buio, solo qualche fiaccola sparsa era rimasta accesa a illuminare le scale traditrici di Hogwarts. Cavolo, lei odiava camminare da sola al buio... e non era neppure quella la cosa che al momento le faceva più paura.

Sì, la strada la so, ma... Accidenti...
Le scappò un sospiro, mentre si avviava di un paio di timidi passi e poi si fermava, indecisa.
Ok, ammettiamolo, era quasi terrorizzata. Non dal buio o dai quadri parlanti che ogni tanto si divertivano a spaventarla. Nemmeno l'eventualità che Pix le facesse qualche scherzo per strada le pareva così terribile, quanto il pensiero che...

Il coprifuoco dev'essere passato da un pezzo... e se mi becca qualche Prefetto?
Nel fare quella domanda, tornò a guardare la sua ancora di salvezza per quella serata, ovvero il povero Colin -che croce che ti è capitata, fratello.. I feel you.-
 
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