Don't compromise yourself. You are all you've got.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/4/2016, 15:08
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:



Mitchell Lacroix «

  » Studente ~ Scheda | Outfit

Era uno scambio di battute divertente, anche se ormai Mitchell trovava Thalia piuttosto banle in quanto rispondeva sempre entro i ciò che Mitchell aveva previsto o comunque aveva calcolato, facendgli perdere tutto l'entusiasmo che il ragazzino aveva messo su da quando aveva visto la ragazzina in biblioteca intenta a studiare e lui pur sapendo di non andarci d'accordo era andato da lei per disturbarla, sapendo che si sarebbe divertito come le volte precedenti a discutere con lei.
Il ragazzino ormai rideva, ma era una risata di scherno più che di divertimento, trovava le parole della Tassorosso piuttosto stupide ed inutili, in primis lui non aveva mai accennato ad un'uscita romantica, e vista la sua reazione precedente era sicuramente lei che aveva avuto quell'idea per prima, ed il Corvonero non mancò di farlo notare.
«Moran, tesoro, io non ho mai nemmeno pensato ad un'uscita romantica con te, anzi, penso che sarebbe addirittura noioso uscire in quel modo con te, ma mi pare di capire, vista la tua reazione di prima che tu abbia pensato subito a quel tipo di uscita» - disse Mitchell ridendo prima di riprendere la parola quasi immediatamente - «... e poi dato che non ti do fastidio che ne dici se ci trovassimo ogni giorno a quest'ora per studiare insieme, dopotutto non ti do fastidio, l'hai detto tu».
Il ragazzino era quasi sicuro di avere messo a segno la stoccata vincente ed aver chiuso lì la discussione, salvo altre battute impreviste della ragazzina Mitchell se ne sarebbe andato vincitore quel giorno.
Ormai il discorso fatto da Thalia era in via di conclusione e il giovane Corvonero volle precisare alcune cose riguardo le ultime affermazioni della tassorosso.
«Dunque, tu trovi insulsi i duelli, ma ti diletti nel corso di Difesa contro le arti oscure, se i duelli fossero insulsi potresti fare a meno di frequentare quelle lezioni, inoltre sono quasi sicuro di batterti con pochi incantesimi Moran» - concluse il ragazzino ridendo a crepapelle per prendere in giro Thalia.

Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“we can be heroes just for one day”
© Arklys ~ harrypotter.it
 
Contacts  Top
view post Posted on 18/4/2016, 15:39
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,412

Status:




Thalia Jane Moran
Scheda




*Che pallone gonfiato!*
Era l'unico pensiero a viaggiare nella sua mente, ascoltando le parole del Corvonero. Quanto poteva essere pieno di sé per parlarle in quel modo? Non avrebbe tollerato la sua presenza un minuto di più.
Sì, era stato furbo e non avrebbe certo potuto aspettarsi niente di meno da un adepto della Casa bronzo-blu, ma questo non gli conferiva il diritto di insultarla in quel modo.
Che diavolo gli era preso? Più trascorreva il suo tempo con quel concentrato umano di sarcasmo e cafoneria, più si chiedeva quanto potesse essere sciocca. Sì, se lo chiedeva continuamente, incapace di rispondere alle invettive del Corvonero. Non che le mancassero gli argomenti, quelli non sarebbero mai mancati, la sua lacuna al momento riguardava la capacità di tenere a freno la lingua e soprattutto le mani.


*Se non ci prendiamo a botte questa volta, non so quando accadrà.*

Voleva davvero un duello? Lo voleva? Ebbene, pur di non dargli soddisfazione glielo avrebbe negato fino alla morte, se necessario. Eppure, nonostante quel pensiero fisso, non poteva fare a meno di riflettere su quanta voglia avesse, in realtà, di dargli una lezione.

...penso che sarebbe addirittura noioso uscire in quel modo con te, ma mi pare di capire, vista la tua reazione di prima che tu abbia pensato subito a quel tipo di uscita.

*Non ribattere. Non dargli soddisfazione.*

Ripeterselo non sortiva alcun effetto: a quelle parole fu scossa da un fremito, un impeto di rabbia misto a vergogna. Si vergognava nel sentirsi rivolgere tali insinuazioni, ma era furiosa soprattutto per il modo in cui erano state esposte. Mitchell si era dimostrato, ancora una volta, superbo. Un altro vizio da aggiungere alla lista di caratteristiche negative riguardanti quel Corvonero.
Il suo monologo continuò per minuti che le sembrarono interminabili e, più lo osservava, più il sangue le ribolliva nelle vene.
Non si era mai sentita così arrabbiata ed impotente allo stesso tempo, come se tutta quella situazione le fosse sfuggita di mano senza rendersene conto. Si pentiva di non essere rimasta nell'accogliente Sala Comune, dove avrebbe potuto studiare allo stesso modo evitando spiacevoli incontri come quello.


Dunque, tu trovi insulsi i duelli, ma ti diletti nel corso di Difesa contro le arti oscure, se i duelli fossero insulsi potresti fare a meno di frequentare quelle lezioni, inoltre sono quasi sicuro di batterti con pochi incantesimi Moran.

A quelle parole scoppiò a ridere, portando immediatamente la mano sulle labbra. Non poteva ridere in quel modo, non in biblioteca. Madama Pince li avrebbe cacciati via sicuramente.
Qualche istante dopo, più calma, abbassò la mano riportandola sul fianco e con voce innocente si preparò alla risposta che sarebbe seguita.


Trovo insulso duellare con te. E se ti fosse sfuggito, il corso è obbligatorio. Invece di perdere tempo a vantarti di quanto tu sia bravo, forse, dovresti concentrarti sul filo logico dei tuoi discorsi. Non stanno in piedi, Lacroix.

Detto ciò gli voltò le spalle tornando a porre la propria attenzione su ciò che davvero era importante in quel momento.
Con un po' di fortuna Mitchell l'avrebbe lasciata in pace, ma visti i precedenti poteva quasi affermare che ciò non sarebbe avvenuto affatto.



 
Top
view post Posted on 18/4/2016, 16:58
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:



Mitchell Lacroix «

  » Studente ~ Scheda | Outfit

"Stai calmo, non usare quell'incantesimo, non strapparle le corde vocali, stai calmo anche se lei ride di te" - pensò Mitchell visibilmente stizzito. Poche cose lo facevano arrabbiare e nessuna di quelle cose lo faceva arrabbiare più di una persona che rideva di lui. Il Corvonero strinse forte i pugni cambiando espressione, mettendo in mostra un volto più cubo e arrabbiato del sorriso sprezzante e da presa in giro che aveva poco prima.
Sapeva che doveva stare calmo, anche se ci volevano pochi istanti, bastava un semplice movimento del braccio e la formula e quella specie di lama invisibile chiamata Sectumsempra si sarebbe abbattuta inesorabile sul collo della ragazzina, era veramente tentato di farlo, tentato di impedirle per sempre di ridere e di parlare con un solo colpo, ma non era quello il posto e non era quello il momento.La ragazza iniziò a parlare, parole grosse dette da una ragazzina che non sapeva cosa stava dicendo probabilmente e soprattutto parole di una persona che non sapeva cosa sarebbe stato in grado di fare il ragazzino se si fosse lasciato trasportare dall'ira che stava cercando di trattenere in quel momento. Il tempo per pensare era ormai terminato ed il giovane Lacroix doveva agire..
«Moran, piuttosto che dire certe cose ammetti che sei una codarda e hai paura a duellare con me, e che sei in grado solo di castare quegli insulsi incantesimi che insegnano a Trasfigurazione o ad Incantesimi» - disse Mitchell con il tono di chi cerca di mostrarsi calmo ma evidentemente era rabbioso per un motivo o per un altro.

Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“we can be heroes just for one day”
© Arklys ~ harrypotter.it
 
Contacts  Top
view post Posted on 18/4/2016, 19:46
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,412

Status:




Thalia Jane Moran
Scheda




Per qualche minuto interminabile le sembrò che Mitchell fosse giunto alla resa, lasciandola sfogliare quel libro che, oramai, non attirava più l'interesse della Tassorosso.
Aveva la sensazione che, alle sue spalle, il Corvonero stesse riflettendo sulla mossa migliore da giocare in quello che era uno sfiancante ed inutile diverbio, senza capo né coda.
La ragione di quei continui battibecchi le era ignota: ogni volta che si incontravano sembravano obbligati a ripetere quell'assurdo cliché: saluto divertito del Corvo, risposta stizzita della Tassorosso e via di seguito. Forse era lei ad esser partita col piede sbagliato? Probabilmente sì.
In fondo, Mitchell si era presentato a lei educatamente, mentre la sua risposta al saluto era stata fredda, cattiva e maleducata.


*Forse sei tu ad avere un problema con lui.*

Quel pensiero non la lasciava in pace. Fingere di leggere era inutile, così come convincersi che sarebbe stata in grado di terminare quel compito prima di cena.
Trattenne il respiro per un attimo, rimanendo in ascolto. Che cosa stava facendo Mitchell alle sue spalle? Perché non parlava?
Ridere di lui non era stato gentile, non era da lei. Eppure era l'unica cosa che fosse riuscita a fare, divertita da quelle insinuazioni e irata al tempo stesso. Sapeva essere tagliente quanto una lama se inviperita per qualche ragione, ma nessuno in quella scuola aveva avuto modo di sperimentarlo. L'unico a farlo era stato proprio Mitchell e, in un certo senso, si chiese se non avesse lei la colpa per quel diverbio e i precedenti.
Continuare a riflettere su chi avesse causato quelle incomprensioni non sarebbe servito e poi, iniziava seriamente a preoccuparsi di che cosa stesse pensando Mitchell in quel frangente.
Lentamente si rimise dritta, in piedi, cercando di assumere una posa rilassata e lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi.
Voltandosi a guardarlo si chiese dove fosse finito il sorriso sardonico del ragazzo, scomparso per far posto ad un'espressione seria e tesa.
In quel momento realizzò di aver superato il limite.
Il suo sguardo, fisso e penetrante, la trapassava come se non la stesse realmente guardando, le braccia rigide terminavano con i pugni serrati e il sorriso era stato sostituito da labbra altrettanto serrate. Non l'aveva mai visto così e sembrava davvero che fosse sul punto di esplodere.
Quale tasto sbagliato aveva toccato?
Se lo chiese indietreggiando appena. In vita sua non si era mai tirata indietro, ma in quel momento sapeva che era l'unica cosa da fare. Se avesse aperto bocca era certa che il Corvonero avrebbe profuso una serie di insulti irripetibili o, peggio, le avrebbe messo le mani addosso.
Quei pugni serrati dimostravano chiaramente quanta rabbia scorresse nel corpo del quindicenne.
Era dispiaciuta per quella situazione? No.
Mitchell come al solito aveva superato il limite, insistendo quando la risposta a tutte le sue domande era negativa. Lei, forse, aveva esagerato, ma non ne era poi così sicura.

Continuando a guardarla, poi, interruppe il freddo silenzio creatosi tra loro.


Moran, piuttosto che dire certe cose ammetti che sei una codarda e hai paura a duellare con me, e che sei in grado solo di castare quegli insulsi incantesimi che insegnano a Trasfigurazione o ad Incantesimi.

Il tono calmo, finto e innaturale, celava una nota di rabbia repressa, difficile da nascondere ad un orecchio attento come il suo.
Che cosa rispondere? Era stanca di quelle continue vessazioni da parte sua e dimentica della paura si fece avanti nuovamente, per fronteggiarlo.
Quel coraggio non le apparteneva o, forse, non sapeva di averlo. Non era mai stata un'impavida, ma sapeva che a volte rischiare poteva portare dei benefici. In altri casi, invece, si sarebbe dimostrata una scelta folle. In quale dei due casi si trovava ora?
Prima che potesse rendersene conto la mano destra era già in aria, pronta a schiantarsi sulla guancia del ragazzo.
Si sarebbe pentita di quella mossa dettata dall'orgoglio? Probabilmente sì.




 
Top
view post Posted on 19/4/2016, 15:50
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:



Mitchell Lacroix «

  » Studente ~ Scheda | Outfit

La ragazza era evidentemente alterata dall'affermazione di Mitchell e la reazione non tardò ad arrivare.
Fu un movimento rapido e fulmineo Mitchell non potè fare nulla per evitarlo. Il Corvonero vide la mano della ragazza alzarsi ed arrivare a tutta velocità sul suo volto, che per l'urto si girò di lato. Erano anni che non succedeva una cosa del genere, che qualcuno alzasse le mani contro il ragazzino che in un primo momento sembrò non reagire, sembrò mantenere la calma, ma solo finchè non ebbe effettivamente cosa era successo.
Il dolore causato da quello schiaffo si fece sentire e l'idea che la ragazza avesse osato a tal punto si era consolidata nella mente di Mitchell, che a quel punto si lasciò andare. Sentiva una specie di calore venire dentro di se, una rabbia incontrollata, come quella volta con la Serpeverde sulla torre di Astronomia.
La mano destra che poco prima era stretta a pugno andò rapidamente nella tasca dei pantaloni e tirò fuori di scatto la bacchetta, mentre la mano sinistra scattò in avanti afferrando Thalia per una spalla per poi tirarle verso di sé.
Sentiva il sangue ribollire dentro le vene ed il cuore che gli batteva all'impazzata, e l'espressione sul suo volto mutò per l'ennesima volta. Le pupille di quegli occhi azzurri si dilatarono andando quasi a coprire il colore del cielo che formava quelle iridi e sul volto del Corvonero si formò un'espressione che mostrava tutta la rabbia contenuta nel suo animo. Il ragazzino stava per strattonare Thalia quando ricordò di avere la bacchetta in mano.
"
Ci vorrebbe davvero poco, un semplice movimento, e lei sarebbe a terra ad affogare nel suo sangue, però non è il luogo giusto, che ragazza fortunata<i>" - pensò Mitchell mutando nuovamente la sua espressione in un ghigno quasi malvagio, prima di posare nuovamente lo sguardo su Thalia e con un forte strattone tirarla verso di sé.
«Moran, stai sbagliando tutto, ma sei fortunata, non ti faccio nulla perchè provo una certa simpatia nei tuoi confronti, ma ricordati... La prossima volta non ti andrà così bene. Fallo un'altra volta e non farai in tempo nemmeno ad avvicinare la tua stupida mano al mio volto e ti ritroverai a terra con la gola tagliata.» - disse il Mitchell con fare minaccioso tenendo il tono di voce basso ma udibile dalla Tassorosso, mentre le premeva la bacchetta contro la gola.<i/>
Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“we can be heroes just for one day”
© Arklys ~ harrypotter.it
 
Contacts  Top
view post Posted on 19/4/2016, 16:39
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,412

Status:




Thalia Jane Moran
Scheda




La violenza non era la soluzione dei conflitti, semmai ne costituiva il principale elemento.
Era cresciuta secondo ben altri principi e, mentre la sua mano incontrollata si sollevava a colpire il ragazzino, la memoria aveva portato a galla i trascorsi litigi con le sorelle minori. Mai, nemmeno una volta, le sorelle Moran erano state punite in quel modo per aver risposto in maniera scortese o agito in un modo poco consono alla loro posizione. Eppure, non era riuscita a trattenersi di fronte a Mitchell. Sembrava la cosa giusta da fare: esprimere a parole la sua rabbia sarebbe stato totalmente inutile. Il Corvonero non l'ascoltava mai, viaggiava su frequenze diverse e sembrava vivere in un mondo tutto suo, dove le parole altrui erano udite come se fossero state pronunciate da una distanza incalcolabile.
Era chiaro che l'unico modo, dunque, per esprimere quel fastidio pungente, fosse quello di ricorrere a metodi estremi. Non aveva pensato di prendere la bacchetta, non aveva senso farlo, dato che era rimasta nella borsa a terra, alle sue spalle.

Aveva sperato, per un secondo, che il ragazzo dimostrasse di avere, oltre alla lingua tagliente e l'atteggiamento arrogante, dei buoni riflessi. Buoni quanto bastava per evitare quello schiaffo che, inesorabile, arrivò dritto al bersaglio.
Il viso di Mitchell, colpito, virò a sinistra spinto dalla piccola mano della Tassorosso.
Inutile ammettere che si sentisse in colpa per quel gesto istintivo e avventato, portato avanti dalla rabbia e non dalla razionalità.
Thalia, quella razionale, non avrebbe mai agito in quel modo: avrebbe cercato di superare il conflitto con le parole, con la diplomazia e, forse, con qualche frecciatina non meno generosa delle precedenti. Ora, invece, si ritrovava diversa, più istintiva e meno incline a seguire il filo logico dei suoi pensieri che, in quel momento, sembrava un groviglio impossibile da dipanare.
Non si aspettava clemenza da parte del Corvonero. Sapeva di aver varcato nuovamente il limite e molto più di quanto non avesse fatto in precedenza.
Stava per pronunciare poche frasi irate contro di lui, a giustificazione del proprio gesto, quando inaspettatamente Mitchell reagì immediatamente.

La mano sinistra l'afferrò per una spalla, sgualcendole il maglioncino grigio con i decori della casata giallo-nera, spingendola indietro senza violenza, ma quel tanto che bastava a farla appoggiare al tavolo alle sue spalle; la mano destra, ora, teneva la bacchetta puntata minacciosamente contro di lei. Era stato tutto così veloce che ebbe appena il tempo di notare il mutamento, repentino, nello sguardo del ragazzo: era davvero arrabbiato, non c'erano dubbi che lo fosse. Cosa sarebbe successo? Si augurava che il buon senso tornasse a manovrare le menti di entrambi e che la questione finisse lì.
Un ghigno malvagio si disegnò sul volto di Mitchell e Thalia non fu in grado di guardare altro, finché con un forte strattone non la tirò a sé. Istintivamente portò la mano, quella incriminata per quel violento schiaffo, al petto del Corvonero, come se quel gesto avesse potuto minimamente costituire una difesa.
Sarebbe stato sciocco negare di non aver paura, ma non voleva farglielo sapere. Ne avrebbe approfittato, lo sapeva bene.


Moran, stai sbagliando tutto, ma sei fortunata, non ti faccio nulla perchè provo una certa simpatia nei tuoi confronti, ma ricordati... La prossima volta non ti andrà così bene. Fallo un'altra volta e non farai in tempo nemmeno ad avvicinare la tua stupida mano al mio volto e ti ritroverai a terra con la gola tagliata.

La stava minacciando? In Biblioteca?Dove chiunque poteva sentirlo?
Cercò di allontanarsi, ma la bacchetta del ragazzo, puntata alla sua gola le impediva persino di aprire bocca. Se gli occhi azzurri di Mitchell ardevano di rabbia, quelli di Thalia non erano molto diversi. Nonostante la vicinanza tra i due, c'era abbastanza spazio perché il braccio sinistro della ragazzina riuscisse ad infilarsi tra loro, aiutandola a liberarsi della sua presa.


La...sciami.

Lo mormorò sottovoce, ma non era una richiesta. La ragazzina gentile era svanita, almeno in quel momento, per lasciare il posto ad altro. Non voleva più avere a che fare con lui e dopo quel pomeriggio avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non incontrarlo nuovamente.


 
Top
view post Posted on 19/4/2016, 17:02
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:



Mitchell Lacroix «

  » Studente ~ Scheda | Outfit

Mitchell era immobile, stava puntando la bacchetta alla gola della Tassorsso, quando come un sussulto al suo interno lo fece tornare in sé, non capiva cosa fosse successo, ma era molto simile a ciò che era successo altre volte, ma mai così, certo Mitchell non era uno stinco di santo e non aveva nessun problema a far del male alla gente e l'aveva già dimostrato ma non l'avrebbe mai fatto a Thalia, dopotutto anche se la cosa non era reciproca la considerava un'amica, ed ora il loro già difficile rapporto era definitivamente rovinato da quel gesto di Mitchell, da quello scatto d'ira che ha rischiato di nuocere così tanto alla Tassorosso.
Mitchell non ricordava nemmeno a ciò che pensava poco prima di scattare, come se avesse qualche istante di vuoto nella memoria, e si rinchiuse in sè stesso per alcuni istanti.
Venne riportato alla realtà dalla ragazzina che parlò chiedendo di lasciarla, il Corvonero ebbe come un tremito ed immediatamente lasciò sia la presa che la bacchetta che cadde al suolo. Il ragazzino smise di guardare la ragazza, non aveva più nemmeno il coraggio di guardarla, e senza parlare tornò a sedersi in quel tavolo poco lontano in solitudine, posando la testa nelle mani.
"
Che cosa ho fatto? Potevo farle del male, cosa mi sta succedendo? Questo non sono io!" - pensò Mitchell mentre sentiva quella specie di groppo in gola formarsi. Era difficile capire cosa gli stesse succedendo in quel momento, non riusciva a capacitarsi di questi scatti che gli venivano ogni tanto, ed ora aveva paura di nuocere ad un'amica.
«T-Thalia.... Scusami... Davvero... Non capisco cosa mi sia successo....» - disse Mitchell con la voce leggermente rotta da quel groppo in gola che gli si stava formando.
Se la Tassorosso avesse potuto vedere gli occhi del ragazzino in quel momento avrebbe visto la tristezza che portava con sè, e gli occhi lucidi pronti a grondare lacrime.

Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“we can be heroes just for one day”
© Arklys ~ harrypotter.it
 
Contacts  Top
view post Posted on 19/4/2016, 17:50
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,412

Status:




Thalia Jane Moran
Scheda




Se avesse anche solo immaginato che per ottenere nuovamente la propria libertà restando illesa sarebbe bastato chiedere, non ci avrebbe creduto.
Non appena quella semplice parola carica di determinazione ebbe raggiunto Mitchell, la stretta del ragazzo alla sua spalla si sciolse, così come la bacchetta abbandonò l'incavo del suo collo, cadendo a terra rumorosamente.
Cos'era accaduto?
In una frazione di secondo si era vista in serio pericolo, a parole il ragazzo l'aveva minacciata pesantemente, ed altrettanto velocemente Thalia era stata liberata dalla sua presa.
Portò una mano al collo, nel punto in cui l'estremità della bacchetta si era appoggiata, massaggiando delicatamente con la punta delle dita quella parte. Nel frattempo cercò di scrollarsi di dosso quella sensazione di disordine, provocata dal maglione sgualcito, senza mai staccare gli occhi di dosso dal Corvonero.
Come aveva potuto dirle quelle cose? Da dove saltava fuori tutta quella crudeltà? Lo sguardo cristallino si era appannato per un istante, come se la dolcezza consueta che li animava fosse stata celata da un velo appena visibile. Al suo posto la rabbia, aveva ravvivato quelle iridi azzurre, alimentando la fiamma che lei stessa aveva acceso con le sue parole taglienti.
Lo stesso sguardo lo aveva visto qualche settimana prima, sulla Torre di Divinazione, in una situazione molto simile a quella di quel giorno. Era strano, non capiva proprio perché Mitchell si comportasse così.
Una cosa era certa, non voleva averlo intorno se ad ogni sua parola fosse stato capace di scattare in quel modo. Era spaventoso, doveva riconoscerlo. Sembrava che un altro Mitchell, più cattivo, freddo e distaccato dalla realtà, avesse preso possesso di lui.
Il ricordo tornò al primissimo incontro e alla festa di carnevale. Quel Mitchell era svanito per minuti che erano sembrati secoli e, all'improvviso, era tornato in possesso del proprio corpo.
Senza raccogliere la bacchetta, si diresse al lato del tavolo occupato fino a poco prima, sedendo pesantemente sulla sedia e sorreggendo la testa tra le mani.
Thalia non sapeva che cosa dire o fare. Doveva davvero dire qualcosa? C'era bisogno di fare qualcosa?
Gettò uno sguardo alla bacchetta a terra e poi ai tavoli vicini. I pochi studenti rimasti non si erano nemmeno accorti di quel trambusto o, più probabile, avevano finto di non essere interessati allo svolgimento degli eventi.
Smise di sfiorarsi il collo e passò a sistemare la camicia e il maglioncino, interrogandosi sul da farsi.
Per quanto poco le piacesse l'idea, avrebbe dovuto dire qualcosa. Temeva di iniziare con la sua solita trafila di insulti e la voglia c'era, non poteva negarlo a se stessa.
Si voltò appena verso il ragazzo, ancora seduto nella medesima posizione, e il senso di colpa la invase completamente.
Che Mitchell avesse qualcosa di strano era chiaro, più del Sole, ma che lei fosse stata la causa di quello squilibrio era altrettanto lampante. Si voltò nuovamente, puntando lo sguardo sullo scaffale, per portarlo nuovamente sulla bacchetta abbandonata sul pavimento vicino ai suoi piedi.
Si chinò e la raccolse, dapprima sfiorandola con le dita, titubante. Prima di consegnarla al legittimo proprietario la rigirò tra le mani: quella bacchetta avrebbe potuto farle del male. L'idea le attraversò la mente, riportandola ad uno stato di lucidità e aggressività. Come aveva potuto farle una cosa simile? Solamente per una frecciatina o una battuta infelice?
Più rigirava quel legnetto tra le mani, però, più l'aggressività spariva lasciando il posto alla calma. Era una strana sensazione, come se ora, avendone possesso almeno temporaneamente, potesse controllare la situazione.
Si voltò del tutto, questa volta, verso Mitchell e delicatamente posò la bacchetta di fronte a lui. Non aveva mai avuto intenzione di tenersela, non avrebbe potuto, ma l'idea di riconsegnargliela così presto non le piaceva affatto, eppure non poteva agire diversamente.
Rimase in piedi a guardarlo, con un cipiglio serio e taciturno. Non sapeva che cosa dire e pur di evitare qualsiasi conflitto, avrebbe taciuto ancora.


T-Thalia.... Scusami... Davvero... Non capisco cosa mi sia successo....

Fino a pochi istanti prima le puntava una bacchetta al collo, minacciandola di farle del male... ed ora si scusava?
Qualcosa che non andava c'era eccome, ma cosa?
Sedette al proprio posto, di fronte a lui, in silenzio. Le mani giunte, quasi in segno di preghiera, davanti al viso tuttavia senza coprirlo. Aspettò, prima di parlare. Se aveva altro da dire, quello era il momento.


 
Top
view post Posted on 19/4/2016, 18:14
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:



Mitchell Lacroix «

  » Studente ~ Scheda | Outfit

Era scombussolato, immobile con la testa fra le mani, voltò la testa di lato lasciando vedere i suoi occhi, lasciando vedere quella debolezza che aveva in quel momento in quegli occhi lucidi che sembravano dover iniziare a sgorgare lacrime da lì a poco.
Si sentiva strano, anzi si sentiva come se avesse un problema come se qualcosa non andasse, e MItchell stesso sapeva la verità, difficile da ammettere, ma aveva un problema, causato da cosa? Non lo sapeva.
Quel momento sembrava quasi irreale, Mitchell non avrebbe mai voluto che succedesse una cosa del genere, era arrivato a minacciare di morte una persona senza alcun motivo, non avrebbe mai dovuto farlo e non se lo sarebbe mai perdonato.
Tornò nuovamente alla realtà quando vide Thalia avvicinarsi alla sua bacchetta e raccoglierla, il senso di colpa in questo momento si fece ancora più forte vedendo lei che si massaggiava il collo proprio dove lui aveva puntato quel legno che sarebbe potuto diventare la sua macchina di morte se solo avesse voluto, se solo non fosse tornato in sè immediatamente.
Vide Thalia avvicinarsi al tavolo e sedersi nuovamente di fronte a lui.
Il ragazzino tolse le mani dal suo volto e si decise a guardare in viso la Tassorosso, anche se fu una delle cose più complesse fatte da Mitchell da quando era arrivato ad Hogwarts.
«Thalia... Dico sul serio, non so cosa mi sia preso, so che mi odiera e non vorrai più parlarmi.... vorrei solo che accettassi le mie scuse.... non so cosa sia successo, era come se non fossi io a parlare, non capisco....» - concluse il ragazzino con un tono di voce molto basso.

Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“we can be heroes just for one day”
© Arklys ~ harrypotter.it
 
Contacts  Top
view post Posted on 19/4/2016, 20:45
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,412

Status:




Thalia Jane Moran
Scheda




Osservava quella figura china in silenzio, incapace di profferir parola.
Non le mancavano le parole, anzi, conoscendosi ne avrebbe potute dire fin troppe e di una certa importanza.
Respirava lentamente, incamerando quanta più aria possibile che, raggiunti i polmoni, risaliva per uscire dalla bocca, socchiusa.
Intrecciò le dita, mantenendo la medesima posizione, e si limitava a mantenere un religioso, quanto salvifico per il suo interlocutore, silenzio.
Provava uno strano turbinio di sensazioni ed emozioni, mescolate insieme e che, analizzate singolarmente, non avrebbero mai coinciso l'una con l'altra.
Era arrabbiata? Certo che lo era. Come non esserlo, dopo che quel ragazzo le aveva puntato contro la bacchetta, minacciando di "tagliarle la gola"?
E se da un lato si sentiva percorrere da un certa "elettricità", dall'altro percepiva che l'adrenalina in circolo diminuiva vistosamente di minuto in minuto. Una sensazione di rilassatezza la stava invadendo... o si trattava solamente della tensione accumulata che stava scivolando via, lentamente, lasciando il posto alla spossatezza?
Allungò le gambe sotto la tavola, cercando di rilassarsi totalmente, ma senza per questo avvicinarsi a lui.
Si stava scusando. E allora? Bastavano delle semplici scuse per farle dimenticare l'accaduto? No. Non avrebbe dimenticato, ma forse, con le dovute spiegazioni e il tempo necessario ad elaborare il fatto, sarebbe riuscita a perdonarlo.
Non capiva, dal suo modo di vedere, che cosa avesse mai potuto spingerlo tanto al limite.
Non si era risparmiata, di questo era fortemente consapevole, ma non le sembrava di aver varcato tanto la soglia della sua sopportazione. Non credeva, quella era la parola giusta, di averlo fatto.
In quel momento, cercava di capire maggiormente se stessa e non quel ragazzo così strano. Era lei a causare quei mutamenti nel suo modo di essere? Separarsi da quell'idea si stava rivelando estremamente difficile, così che era più facile addossare la colpa a se stessa, piuttosto di riversare ogni suo sentimento avverso su di lui.
Più lo guardava e più si sentiva responsabile, almeno in parte, di quanto accaduto.


...non so cosa sia successo, era come se non fossi io a parlare, non capisco....

Non ci capiva nulla nemmeno lei, di questo poteva esserne certo.
Di tutta quella storia, che cosa sarebbe rimasto? Le scuse, le parole grosse, le minacce... probabilmente la rabbia e il risentimento. E poi? Sarebbe stata in grado di rivolgergli un saluto o di scambiare due parole con lui? Non sapeva dirlo.
C'erano troppe cose che non sapeva e non capiva.
Forse avrebbe dovuto raccogliere i suoi libri e la sua borsa, tornando in silenzio e da sola al dormitorio, restandoci per tutta la serata. Non aveva fame, la cena le sarebbe rimasta sullo stomaco e la sola idea di incrociarlo in Sala Grande le faceva gelare il sangue.
Voleva andarsene e allora... perché restava?
Chiuse il manuale di Storia della Magia, rimasto aperto fino a quel momento, e tornò a posare gli occhi azzurri su Mitchell che, finalmente, ricambiava il suo sguardo.
Occhi lucidi, i suoi, occhi pentiti.
Ma lo era davvero? Se lo chiese, continuando a scambiare quello sguardo in silenzio.


*Prima o poi, con la scusa di aiutare il prossimo, ci resterai secca.*

Ti è già successo, non è vero? chiese, infine, con un tono piatto e senza entusiasmo.
Aveva l'impressione che quella non fosse la prima volta che Mitchell si trovasse in quella situazione. Non solo con lei, magari era successo con i suoi compagni Corvonero o con altri studenti di altre Case.
Che cosa non andava in lui?
Curiosità, altruismo, masochismo... qualunque fosse la forza motrice a spingerla ad indagare, sicuramente non l'avrebbe fatta schiodare da quella sedia tanto facilmente.
Si sentiva molto come sua madre Leanne, in quel momento: una donna dolce, ma dal carattere determinato, che sapeva difendersi e, allo stesso tempo, sapeva mettere da parte le ostilità. Thalia aveva sempre creduto di somigliare al padre, ma in quegli istanti realizzò quanto somigliasse, in realtà, alla madre.





 
Top
view post Posted on 20/4/2016, 20:30
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:



Mitchell Lacroix «

  » Studente ~ Scheda | Outfit

Era strano per Mitchell riuscire a parlare con quella ragaza ma gli veniva facile, forse era un modo per mascherare il senso di colpa provato o forse era semplicemente un senso strano di fiducia nei confronti della Tassorosso, ma il ragazzino riusciva ad esprimersi tranquillamente con lei.
Era davvero strana come sensazione in quanto fino a pochi istanti prima stavano litigando con quel Mitchell così diverso, così strano che nemmeno lui stesso fu in grado di riconoscere, come, era come se effettivamente fosse un'altra persona.
«Si... Mi è successo un'altra volta....» - disse Mitchell rimanendo immobile, cercando con tutta la forza che aveva nel suo corpo di tenere lo sguardo fisso sugli occhi di Thalia.
Dopo una piccola pausa il Corvonero riprese a parlare: «... È successo un po' di tempo fa con una Serpeverde del secondo anno, l'ho incontrata sulla torre di astronomia e abbiamo iniziato a bisticciare perchè lei ha iniziato ad offendermi e ho reagito allo stesso modo, però non sono arrivato a puntarle la bacchetta contro» - concluse il ragazzino abbassando il capo r appoggiandolo fra le mani.

Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“we can be heroes just for one day”
© Arklys ~ harrypotter.it
 
Contacts  Top
view post Posted on 20/4/2016, 22:13
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,412

Status:




Thalia Jane Moran
Scheda




Tendere la mano a Mitchell sembrava la mossa meno scontata in quel preciso momento.
Chi le assicurava che non sarebbe scattato in piedi, di nuovo, puntandole la bacchetta contro? Le minacce, quelle di morte, l'avevano spaventata fino ad un certo punto: in un altro contesto, sarebbe potuto sembrare un battibecco tra amici senza drammaticità.
Quella situazione, però, era diversa. Lui le aveva puntato alla gola un'arma e non c'era nulla di più pericoloso di una bacchetta lasciata nelle mani di un ragazzino inesperto ed in preda alle emozioni.

A quel pensiero riportò la mano sinistra al collo, dove l'estremità di legno era stata appoggiata. Non credeva ne fosse rimasto il segno e, onestamente, non le importava. Se le avessero fatto qualche domanda, avrebbe inventato una scusa.
Denunciare l'accaduto sarebbe stato facile, ma non avrebbe aiutato Mitchell a risolvere il suo problema.
In parte si chiedeva perché, in fondo, sprecare il proprio tempo per aiutarlo a risolvere i suoi problemi, quando lui non si era posto il minimo dubbio agendo come aveva appena fatto; dall'altro, perché non farlo?
Non doveva neppure porsi la questione di che cos'avrebbe guadagnato nel prestargli soccorso. Nulla, se non una dose massiccia di pensieri in più e un bagaglio di esperienze negative. Era stata testimone di un evento che, a quanto pareva, non era stato unico nel suo genere.

Mitchell sembrava turbato nel raccontarle l'accaduto, tanto quanto lo era lei nell'ascoltare quel racconto.
Era assurdo, totalmente assurdo.
Quel pomeriggio si stava rivelando un completo disastro e la causa scatenante, suo malgrado, era stata proprio lei.
Lei, con quel suo modo di fare arrogante e così diverso dalla sua consueta indole.
Non era capace di agire diversamente in sua presenza: assumeva quell'atteggiamento, sempre sulla difensiva, come se temesse che lui la intaccasse, in qualche strano modo. Il loro rapporto si basava sulla diffidenza, una sensazione che lei stessa aveva contribuito a sedimentare nel corso dei mesi; non che ci fosse modo di giustificare quella reazione nei confronti del Corvonero, semplicemente "a pelle" non le piaceva la sua compagnia, sebbene all'inizio ne fosse incuriosita.
Curiosità scaturita dalle letture del ragazzo, quel pomeriggio al Lago Nero di quasi un anno prima. Cos'era accaduto da allora? Quali eventi avevano contribuito a quel cambiamento così repentino? Si trattava davvero di un mutamento improvviso o più semplicemente era stato sempre così?
Con tutta probabilità le risposte che cercava non erano in suo possesso e tanto meno Mitchell avrebbe saputo fornirgliele.
Sembrava smarrito, come se il suo stesso corpo e la sua mente fossero terra straniera, una landa inesplorata scoperta casualmente. Aveva paura di se stesso. Esisteva, forse, sensazione peggiore?

Provava pena per lui: in quello stato non sarebbe stata in grado di affrontare il proprio riflesso allo specchio, sapendo di aver minacciato un altro studente in quel modo.
Non poteva restare ancora in silenzio, non sarebbe riuscita a trattenersi ancora. Posò delicatamente entrambe le mani sul tavolo, aprendo e stringendo i pugni, in un gesto nervoso.
Avrebbe voluto rassicurarlo, ma che cosa avrebbe mai potuto fare lei, nei suoi dodici anni? Non poteva dirsi "matura" per affrontare una simile esperienza, non una di vasta portata come quella. Eppure non poteva restare inerme.
La voglia di allungare una mano, raggiungere la sua e stringerla per confortarlo era straziante. Non sopportava la sofferenza e Mitchell, il ragazzo dolce in riva al Lago Nero e quello seduto di fronte a lei, ora soffriva.
Il desiderio di scuoterlo dal profondo era così forte e, al tempo stesso, così debole. Come si entrava in contatto con un'anima in subbuglio? Non lo sapeva.

La sensazione che più la turbava era quella di non sapere come si potesse scendere a compromessi con se stessi, dopo essere stati feriti, al solo scopo di aiutare un altro essere umano. Forse, pensava, non l'avrebbe mai capito.
A distrarla, come se tutto ciò non fosse stato sufficiente, l'incontro con quella Serpeverde senza nome. Chi era? Cos'era accaduto? Se era stato il primo episodio di quello "squilibrio", probabilmente uno dei due doveva essersi spinto ben oltre il limite. Voleva e doveva saperne di più.


E quindi? Che è successo sulla Torre di Astronomia? replicò infine, incrociando le braccia al petto ed osservandolo seria. Non avrebbe avuto pace fino a che quella questione non fosse stata sviscerata totalmente. Il suo carattere glielo impediva.




 
Top
view post Posted on 21/4/2016, 16:00
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:


7B4uxWv
Mitchell Lacroix - Studente Corvonero - Scheda


Ormai il danno era fatto ed il Corvonero non poteva più tirarsi indietro da quella discussione, cosa stava succedendo non era possibile da spiegare, Mitchell era sempre più in preda al dispiacere e al panico, aveva paure che quella specie di mostro tornasse fuori nuovamente, prendesse possesso di lui un’altra volta e facesse del male a Thalia. Quel mostro che viveva dentro di lui da qualche mese ormai, che ogni tanto faceva la sua comparsa in maniera tumultuosa e scombinava tutto ciò che il ragazzino aveva attorno.
Non si può dire che Mitchell non fosse dotato di coraggio, dopotutto aveva subito incontri con figure losche che avrebbero mandato al manicomio qualunque ragazzino della sua età ma il giovane Lacroix non aveva ceduto, era ancora lì, pronto ad andare avanti, pronto a continuare la sua vita, ma con qualcosa di diverso, era legato ad una figura più importante un essere superiore che gli aveva consegnato una conoscenza pressoché infinita.
Ma quella serie di avvenimenti non erano nulla rispetto a ciò che stava succedendo in quel momento nell’animo di Mitchell, scombussolato, in disordine, che tratteneva quel qualcosa che aveva traviato Mitchell, portandolo a puntare la bacchetta contro quella studentessa apparentemente indifesa.
Il giovane Lacroix era immobile con il volto fra le mani che ascoltava immobile le parole di Thalia.
La fatidica domanda era arrivata, Mitchell voleva raccontarle tutto ciò che era successo in passato, sulla Torre di Astronomia con quella studentessa Serpeverde, voleva dirle tutto ma le parole sembravano essere bloccate da quella specie di groppo che gli aveva annodato la gola. Le immagini scorrevano veloce, quella ragazza sulla torre, la discussione, e poi il fatidico momento. Mitchel ricordava perfettamente quella sensazione, quel senso di rabbia che aveva iniziato a pervaderlo e poi, il vuoto, tutto nero per un tempo non ben definito, ricordava alcuni flash di quei momenti, come ad esempio lui che urlava cose che in condizioni normali non avrebbe mai detto, ma nulla di più la maggior parte di quel ricordo erano una serie di macchie nere che gli offuscavano la memoria.
Lo scorrere degli eventi proseguiva fluido all’interno della mente di Mitchell, quando ormai giunto alla fine il Corvonero capì che era giunto il momento di degnare Thalia di una risposta, ma le parole continuavano ad essere bloccate in gola. Il Corvonero alzò il volto, non più protetto dalle mani e guardò negli occhi Thalia, e cercò di parlare: «Va bene… Ti racconterò cosa è successo…» - si fermò sospirando profondamente, prima di riprendere a parlare - «… Sono andato sulla torre di astronomia ed ho incontrato questa ragazza, era, anzi è tutt’ora una Serpeverde, anche lei al secondo anno… abbiamo avuto uno discussione e poi… e poi…» sembrava come se Mitchell si fosse bloccato, come se non riuscisse più ad emettere alcun suono, quando quella lacrima solcò il suo viso, ed alcuni singhiozzi gli spezzarono la voce. Dopo alcuni istanti passati a passarsi le mani sul viso per mascherare quel pianto ed essersi ripreso il giovane Lacroix si ricompose e finalmente riuscì a parlare più tranquillo: «La discussione è andata avanti, ed è successo, non l’ho minacciata come è successo con te, ma le ho urlato cose che non avrei mai fatto, era come se non fossi in me» - concluse il ragazzino abbassando lo sguardo per non mostrare altre lacrime che iniziavano a scendere.
Non capiva più chi fosse o cosa stesse succedendo, sapeva ciò che aveva fatto e si sentiva tremendamente abbattuto. Mitchell sapeva solo una cosa c’era un grande senso di colpa dentro di lui che non se ne sarebbe andato troppo in fretta.
Rimase immobile a guardare verso il basso in attesa che Thalia rispondesse, sapeva benissimo che lei non l’avrebbe mai perdonato il fatto accaduto era troppo grave, e probabilmente l’aveva spaventata, ma lui ci avrebbe provato comunque, avere il suo perdono sarebbe stato il primo passo verso la scomparsa di quel senso di colpa per ciò che aveva fatto.

 
Contacts  Top
view post Posted on 21/4/2016, 17:18
Avatar

You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

Group:
Caposcuola
Posts:
4,412

Status:




Thalia Jane Moran
Scheda




La calma, un respiro lento dopo l'altro, sembrava aver preso possesso del suo corpo: piano piano, complice il silenzio creatosi tra loro, Thalia stava recuperando il proprio equilibrio emotivo, senza lasciar trapelare nulla all'esterno. Non credeva che Mitchell si fosse accorto della guerra in corso nella mente della ragazzina: era troppo concentrato a combattere la sua guerra personale per riuscire a figurarsi i danni collaterali causati alla Tassorosso.
Quella del Corvonero sembrava una battaglia interiore, senza esclusione di colpi; più lo osservava, chino e con la testa tra le mani, e più si chiedeva a che cosa stesse pensando e in quale modo avrebbe potuto spiegarle l'origine di quel problema. Definirlo "problema" poteva sembrare esagerato, ma come diceva suo nonno « Uno è un caso. Due è una coincidenza. Tre è uno schema. ».
Il caso era avvenuto sulla Torre di Astronomia, la coincidenza si era verificata poco prima. Sarebbe accaduto una terza volta?
La sua paura più grande, perché di paura si trattava e non aveva timore ad ammetterlo, era quella di trovarsi di fronte a Mitchell e di essere per l'ennesima volta la causa scatenante del suo squilibrio. Solo che, se ciò fosse accaduto, probabilmente il Corvonero sarebbe andato fino in fondo.

E se non si fosse trattato di lei? Se al suo posto ci fosse stata un'altra?
Il solo pensiero la faceva inorridire di fronte a tanta crudeltà: l'immagine di quelle iridi cerulee e al tempo stesso incandescenti continuava a riemergere; più cercava di rinchiuderla in un angolo remoto della mente e più questa usciva, sbracciandosi quasi, per farsi posto e terrorizzare la Tassorosso.
Non era pronta a tutto ciò. Era ancora troppo inesperta per gestire situazioni come quelle e se, da un lato, era riuscita a restare lucida e a non gridare per chiedere aiuto, dall'altro si sentiva depredata della sua ingenuità da quello stesso ragazzino.
Inconsciamente, Mitchell l'aveva resa partecipe del suo disagio, della sua situazione simile ad una matassa ingarbugliata, di cui non sapeva distinguere il principio o la fine.
Chi gli aveva dato il diritto di farle questo? La risposta più scontata, pensandoci, era "nessuno", ma la sola responsabile era lei.
Lei, che non riusciva mai ad allontanarsi dai problemi degli altri per quel bisogno incondizionato di aiutare il prossimo. La faceva sentire bene essere d'aiuto. Quello stesso bisogno, quello di sentirsi sazia del benessere altrui, l'aveva spinta ad iscriversi all'associazione del C.R.E.P.A. e, prima ancora, nella sua sfera personale, quella necessità l'aveva condotta al litigio con la sua migliore amica.


«La discussione è andata avanti, ed è successo, non l’ho minacciata come è successo con te, ma le ho urlato cose che non avrei mai fatto, era come se non fossi in me.»

Ancora quella frase. « Come se non fossi in me.»
Certo che non era in sé: l'avrebbe capito anche uno stupido. Era come se in lui vivessero due Mitchell, due facce della stessa medaglia e questo la terrorizzava. La spaventava l'idea di non sapere con quale dei due sarebbe entrata in contatto la volta successiva che si fossero incrociati, ma la intimoriva maggiormente l'idea che Mitchell potesse compiere qualche assurdo gesto.


Ti devo credere?

La voce, piatta, era uscita senza controllo. Non voleva parlare. Desiderava solamente ascoltare, lui glielo doveva. Le doveva delle spiegazioni e si augurava che sarebbero state valide. Doveva essere aiutato. Poteva riuscirci lei? Non lo credeva. Sperava di non doverlo fare, sebbene la sua indole tentasse di spingerla verso di lui.
No, non gli avrebbe teso la mano, finché non fosse stata certa di rivolgere il suo aiuto al Mitchell giusto.




 
Top
view post Posted on 21/4/2016, 18:35
Avatar

"Heroes"
just for one day
A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
14,689
Location:
Arda

Status:


7B4uxWv
Mitchell Lacroix - Studente Corvonero - Scheda


A volte le parole fanno male, come un montante che sfonda uno zigomo, anzi a volte fanno molto più male. Questo era uno di quei casi, la risposta della Tassorosso lasciò il giovane Lacroix interdetto. Non sapeva bene come comportarsi né cosa dire, perciò la sua reazione fu semplicemente quella di chiudersi nuovamente in sé stesso raggomitolandosi sulla sedia, appoggiando i piedi sul bordo di essa in modo da poter nascondere il proprio volto sulle ginocchia, usando le braccia come una sorta di cuscino.
Il Corvonero si era fidato di Thalia, le aveva svelato quel segreto, quella follia che ogni tanto appariva e prendeva il controllo del giovane Lacroix. Quel Mostro che tanto lo spaventava. I momenti difficili erano presenti nella vita di ogni persona, era il corso naturale dell’esistenza e Mitch lo sapeva bene, ma non immaginava dover ricevere schiaffi in faccia dalla vita così presto. Dover convivere con quella cosa sarebbe stato difficile per Mitchell. Quella cosa che ogni tanto si faceva viva e lo obbligava a lasciarsi andare, cedere all’ira e rischiare di ferire chi aveva attorno.
La prima volta si era limitato ad una serie di offese verbali. La seconda volta era passato alle minacce vere e proprie, e la terza? Cosa sarebbe successo se in preda ad un raptus non fosse riuscito a fermarsi? Se avesse colpito una persona innocente, o peggio una persona a lui cara. Quel viaggio all’interno della sua menta aveva completamente distaccato il giovane Corvonero dalla realtà, vi fece ritorno solo quando nella sua mente riconobbe il volto spaventato di Thalia mentre lui le puntava al collo la bacchetta.
Mitchell era immobile, non vedeva nulla se non il colore dei suoi pantaloni quando ebbe un sussulto e si lasciò andare al pianto. Singhiozzava, piangeva, aveva il volto rigato dalle lacrime, non riusciva a fermarle. Le parole di Thalia l’avevano colpito più di quanto pensava, dopotutto era assolutamente normale la diffidenza della ragazzina. Chi avrebbe mai potuto credere ad un pazzo che prima ti minaccia poi ti chiede scusa nel giro di pochi minuti?
«Thalia, lo so che non ti fidi di me e non ti fiderai mai più di me dopo quello che ti ho fatto…. Ma credimi è andata così, te lo giuro sulla mia stessa vita» disse il ragazzino con la voce rotta dal piano subito dopo aver alzato il volto e aver piantato gli occhi sul volto di Thalia. Voleva che lei se ne accorgesse, voleva che lei lo guardasse negli occhi e che capisse che era sincero, che non mentiva. Voleva mostrarle quanto era distrutto da ciò che aveva fatto. Desiderava il perdono della Tassorosso, anche se sarebbe stato difficile ottenerlo.
«Non so cosa sia quella… Cosa… Non sono io… Non volevo… Davvero… Scusami» disse Mitchell prima di riappoggiare il volto sulle sue ginocchia. Era dura, il Corvonero lo sapeva benissimo ed avrebbe fatto di tutto per far capire a Thalia che lui non era quello che le ha puntato la bacchetta alla gola minacciandola di morte, lui era quel ragazzino che aveva conosciuto sulla riva del lago nero l’anno addietro. Era quello, non quel mostro.

 
Contacts  Top
34 replies since 13/4/2016, 14:08   256 views
  Share