| L'eccitazione che, sebbene contenuta a stento, l'aveva pervaso durante il duello (se così si poteva definire), era calata lasciando il posto a un leggero spossamento. Quelle fitte sembravano svanite, rimanevano i quesiti sulla loro origine. Non si ricordava nulla di simile ai tempi in cui cambiava -involontariamente- tonalità ai capelli, erano passati troppi anni e non aveva mai visto colorazioni simili. Il bambino sembrava trovarlo estremamente curioso, non c'era paura o beffa nel suo atteggiamento, cosa che lo rendeva una compagnia sopportabile anche per lo scozzese. Non gli concesse studi approfonditi alla chioma di quel assurdo verde, mantenendo comunque un atteggiamento cordiale e rassicurante. Mise via la bacchetta, portandola verdo la tasca interna sinistra della giacca, concedendogli una mano, senza però stringerla. Un appiglio sicuro, senza troppe moine. “Strambi, vero? Chissà che gli prende!” Esclamò con un tono auto ironico e leggero, facendo cenno al ciuffo con lo sguardo e un colpetto del viso verso l'alto, allontanando le congetture più pessimiste. Un sorriso tra il compiaciuto e il divertito prese vita tra la barba curata a quel complimento ben accetto. “Ti ringrazio, diventa il migliore, mi raccomando… come ti chiami?” C'era una credenza strana tra i maghi più attaccati alle tradizioni: salvare una vita (o aiutare il prossimo) creava un certo legame tra i maghi. Si chiese se era vero anche per aiuti non proprio disinteressati. Alzò lo sguardo verso il cielo ormai buio, socchiudendoli leggermente per le luci improvvise dei fuochi d'artificio, riabbassandoli per constatare che il piccoletto poteva essere scaricato di lì a breve. Il pub dove lavorava la madre era tanto colmo quanto prossimo. Lo stesso poteva dire per tre galli cedroni che avanzavano con la stessa movenza di un pavone tra i piccioni. Sembravano essere interessati a lui e un brivido percorse la schiena del rosso, o meglio, del verde, come se intuisse l'avvicinarsi di altri guai. “Cimancavanoquestetretestedibubotuberostasera.” Un pensiero che guizzò rapido nella mente, come le accuse, che arrivarono alla velocità di una ghigliottina in discesa libera sul suo collo. Preso alla sprovvista, si irrigidì leggermente. Non poteva permettersi qualcosa di simile. Anche se era innocente, era comunque poco opportuno finire schedato per una rissa. Qualcosa in quel comportamento non lo convinceva, non era così che si accusava qualcuno. A pensarci, perché farlo? Si era comportato in modo fin troppo nobile. “Orclumpo! Non PlatanoPicchiatemi le MimbulusMimbletonie.” Avrebbe voluto rispondere così. Si trattenne, limitandosi a raddrizzare la schiena, tentando di picchiettare con le dita sulla mano del bambino al suo fianco, con fare rassicurante. Guardò tutti e tre negli occhi, studiandoli velocemente, fermandosi sul individuo al centro. Di solito la testa pensante era al centro, o a destra? Forse a sinistra, magari era nel loro didietro. Un guizzo apparve nelle iridi nere, simile al riflesso di una di quelle luci che illuminavano il cielo. Non si sarebbe fatto infinocchiare dai primi incompetenti di turno. Non poteva sapere se erano seriamente addetti alla sicurezza, Auror in incognito (non si sprecavano di sicuro per piccolezze simili), oppure complici di quel alcolizzato. Si schiarì la voce. La bacchetta a un mago non si levava come le caramelle a un pupo e nemmeno il suo nome dalle sue labbra. ”Temo che ci sia stato un equivoco. L'uomo che cercate è stato immobilizzato e preso in custodia dai cittadini, poco distante da qui.” Indicò col viso la direzione esatta, per poi riportarsi al trio. “Troverete numerosi testimoni, che dichiareranno di come ha lanciato un bicchiere colmo di whisky ai miei piedi, per poi continuare a scagliare schiantesimi, cercando un duello pericoloso per la folla. La sua bacchetta potrà fornire ulteriori informazioni in merito.” Parlò con un tono calmo ma ben udibile, in modo chiaro e fermo. Non aveva la coscienza sporca, sapeva di aver agito al meglio e aveva un testimone, anzi molti. La sua solita sicurezza aiutava a concedergli l'atteggiamento di chi non era colpevole. “Se non vi basta, il giovane che ha aggredito, questo ragazzino accanto a me, potrà confermare il tutto, magari in presenza della madre, che lo starà sicuramente cercando.” Tentò di alzare la mano che reggeva quella più piccola, sopra la spalla della ex lagna, come a dare un’immediata prova concreta. “Ad ogni modo, se non vi fidate, uno di vuoi può andare a raccogliere testimonianze. Non credo che eravate presenti, altrimenti avreste prontamente salvato questo giovane mago da un incantesimo potente, o notato come l'uomo vestito in nero aggredisse, senza ragione, se non ubriacatezza. Sbaglio?” Animato da un fervore crescente che rendeva più sicure e fluide le parole, li aveva messi di fronte a un bivio: affermare che erano presenti e non avevano agito, se non contro l'uomo che aveva salvato un bambino, oppure non erano presenti ed erano giunti con accuse infondate e palese abuso di potere; erano tre pagliacci. Se erano seri avrebbe portato loro non poche rogne al Wizengamot. Il suo orgoglio non perdonava certi trattamenti. Potevano anche non credergli, in quel caso avrebbe detto altro. La sua natura, legata a un concetto dove i maghi dovevano agire meglio dei babbani, gli faceva prudere le mani, come se la magia desiderasse scaturire in un bel cazzotto sul naso di quei tre caproni. Era indignato, schifato, ma poteva tentate di muovere quell’impiccio a suo favore. “Spero che la situazione vi sia già ben chiara, in quel caso, se mi mostrate qualche documento come un cartellino identificativo, sarò felice di aiutarvi ad arrestare colui che si merita la vostra punizione. Dopo aver portato questo innocente da sua madre. Per adesso, perdonatemi ma... non so nemmeno chi siete, ora che ci penso.” O si davano degli stupidi da soli o convenivano che un fomentatore di risse non si aggirava con un bambino in tutta tranquillità. Non si concesse il lusso di pensieri positivi in merito, non era decisamente giornata, chissà che altre cavolate zannute avrebbero dovuto udire le sue orecchie. Andare ad accusare gente e parlare di arresto senza nemmeno mostrare un cartellino o qualcosa che rivelasse la loro posizione. Non era possibile che gente simile fosse tra quella che impediva al Lord Oscuro di prendere il potere. Forse erano semplicemente dei nessuno.
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