In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.
- Group:
- Grifondoro
- Posts:
- 2,056
- Location:
- District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.
- Status:
| |
| Sylvya e Katherine, Luglio 1987, Broken Arrow. Mia dolce e-ha-wee, cara amica, tempo fa mi chiedesti una foto delle gemelle, ed io oggi, nonostante non sia affatto pratica di questi aggeggi della tecnologia odierna, ti accontento con piacere. Il 4 Luglio è giorno di festa in America, ma per noi è un'altra triste ricorrenza, come diresti tu. E tuttavia, è compito di noi vecchi ricordare, non dei bambini: essi devono giocare ed essere spensierati finché è loro concesso, dunque siamo stati ben lieti di portare le nostre ni-da-wi nel bosco, per trascorrere una giornata piacevole e diversa dalle altre. Passa il tempo, mia cara amica, ma le bambine sono sempre più unite, forti, e serena; il rapporto fra loro è sempre stato così stretto...un legame del genere è difficile da spezzare, e ciò mi rincuora. Verranno tempi difficili, e avranno bisogno l'una dell'altra, dell'altra forse più che di se stesse. A volte mi chiedo, e-ha-wee, se sapranno fidarsi e contare sull'altra abbastanza a lungo da essere felici; non mi porrei il problema se fossero come tutti gli altri fratelli, ma vedo bene che il loro è un rapporto diverso. E' come se si leggessero nel pensiero; dove va una, va anche l'altra, è come se fossero un unico individuo, un'unica anima divisa in due corpi. Non ho mai visto nulla del genere, e temo che non saranno in grado di vivere la propria individualità com'è giusto che sia; ma non ho cuore di separarle, perché se lo facessi, ne morirebbero. No, verrà un tempo, un luogo, in cui io lo so, saranno costrette a distaccarsi, ma non ora. Allora sarà difficile per tutti, ma per ora...voglio che siano felici e crescano sapendo di poter contare l'una sull'altra, anche il futuro, ciò che le aspetta, mi spaventa. Diresti che sto parlando in fretta e che come al solito sto prevedendo il peggio, ma ho mai sbagliato finora? E' probabile trovino conforto, ma da separate, non saranno più le stesse. Posso soltanto augurare loro di trovare il meglio, e che la Dea le assista sempre, ad ogni passo sul loro cammino. Prega con me, amica mia, e benedetta sia, sempre. Ben trovata, ben lasciata, e ben trovata di nuovo; ti abbraccio, Willow.Le vacanze di Pasqua a casa, anche se la sua famiglia non festeggiava la Pasqua, non essendo cristiana, erano state una piacevole pausa dagli impegni scolastici che, a quel punto dell’anno, iniziavano a diventare piuttosto opprimenti. Aveva trascorso i primi giorni della settimana trastullandosi nell'ozio puro, contenta di essere tornata nel luogo che l'aveva vista nascere e crescere, ma senza fare nulla in particolare, se non rilassarsi; non era mai stata una persona particolarmente pigra, ma negli ultimi tempi aveva accumulato una tale quantità di stanchezza e stress da essere, semplicemente, troppo esausta per muovere un dito. Persino la Voce aveva deciso di prendersi una pausa, e se ne rimaneva buona e calma in qualche angolino della sua mente, osservando ogni suo movimento ma rimanendo in silenzio, cosa che Zoey apprezzava non poco. L'ultimo giorno, però, mentre faceva ordine nella sua stanza, approfittando di un momento in cui tutti erano fuori casa, aveva trovato nel vecchio armadio di sua madre una scatola colorata, piena di cianfrusaglie e oggetti più o meno antichi; non ricordava di averla mai vista, ma il fatto che non fosse impolverata le aveva fatto capire che qualcuno dovesse avervi rovistato all'interno di recente, alla ricerca di chissà che cosa. E poi, proprio in fondo a quella scatola, aveva trovato una vecchia foto, che spuntava dalle pagine di un vecchio libro in cui qualcuno aveva fatto essiccare dei fiori; la foto era vecchia e un po' rovinata, tanto che le due figurine esili delle due bambine raffigurate apparivano poco distinte. Inizialmente, aveva pensato si trattasse di qualche cugina di chissà quale grado di parentela, anche se nelle due gemelline v'era qualcosa di familiare; poi, però, voltando la foto, aveva notato che sul retro qualcuno aveva scritto una lunga didascalia. Aveva riconosciuto immediatamente la calligrafia decisa di sua nonna, e quel che aveva letto, l'aveva turbata. Varie parole in cherokee, strane elucubrazioni sul futuro di due gemelle, e poi, due nomi: Sylvya e Katherine. Ora, non si sarebbe trattato di nulla di serio...se solo Sylvya non fosse stato il nome di sua madre, e non fosse stata certa che fosse figlia unica. O almeno, questo era ciò che le era sempre stato detto. Ma quella foto sembrava mettere in discussione tutte le certezze della sua infanzia. Non aveva avuto il coraggio di dire qualcosa a sua nonna o a sua madre, per non rovinare l'ultimo giorno di permanenza insieme, ma quel dubbio lacerante l'aveva afflitta per tutte le settimane seguenti. Ed era ciò a cui pensava anche mentre, sul far della sera, saliva le scale per tornare in Sala Comune. Camminava, lasciandosi guidare dai piedi, e fissava imperterrita quella vecchia foto, come se da un momento all'altro si aspettasse che le figure prendessero vita per spiegarle, finalmente, tutto quanto. Ma i volti infantili delle due gemelle rimanevano gli stessi, e la fissavano di rimando. Quale delle due era sua madre? Non ne era certa. E chi era l'altra ragazzina? Ma soprattutto, dov'era? Perché non ne aveva mai saputo nulla? Quando finalmente alzò gli occhi da quell'immagine, si accorse di aver sbagliato percorso; era sì in una delle torri, ma in quella di Divinazione. La sua Sala Comune si trovava in quella di Astronomia, praticamente dalla parte opposta. Sospirò, irritata; ma non aveva voglia di tornare indietro, non subito almeno; si avvicinò ad una delle finestre della torre, osservando il sole che si accingeva a tramontare. La sua vita non avrebbe potuto diventare più intricata di così, e si ritrovò di colpo a rimpiangere i tempi in cui il suo problema più grande era costituito dalle lezioni di Trasfigurazione che lei odiava frequentare.
|