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| Non seppe spiegarsi il motivo, ma in quel preciso istante il ricordo del suo primo incontro con Violet fece capolino nella mente, stracciando le barriere che lo attanagliavano ad uno dei tanti cassetti della memoria. Una splendida giornata primaverile, forse estiva, non ne era certo, in realtà; lui che si divertiva a chiacchierare, semplicemente, con i suoi attuali compagni di stanza: Fred e Fabio lo avevano davvero visto nelle occasioni migliori così come in quelle peggiori, doveva molto a quei tipetti dall'aria spesso stralunata. La compagnia, quel lontano giorno del passato, si era ampliata facilmente e rapidamente con l'arrivo di Alice e Violet, due Corvonero che Oliver aveva già intravisto nei paraggi, fra una lezione e l'altra. Forse stava tralasciando qualche dettaglio o forse no, ma era trascorso davvero molto da quel famoso nascondino condiviso insieme. Il pensiero di Violet che soffriva un doloroso e improvviso mal di pancia per colpa di una scorpacciata di bacche (chissà se erano velenose!) non tardò ad ampliare la visione che aveva appena avuto, mentre un sorriso si dipingeva sul volto all'idea che bastasse poco, davvero poco, per unire quei ragazzi così amichevoli sotto un cielo di ironia e divertimento. Bei ricordi, sicuramente. «Come ai vecchi tempi» ripeté quasi in risposta alla sua stessa memoria. Un altro sorriso, questa volta più affettuoso del dovuto, fece il suo ingresso senza essere richiesto, stampandosi sul volto ridente del giovane Mago. Attese il caffè, non vedeva davvero l'ora di assaggiarlo, quell'ingrediente segreto lo aveva colpito e aveva destato la sua curiosità; probabilmente era meglio non sapere, ricordava i suggerimenti di Versus, ex lavoratrice e cameriera della Testa di Porco nonché Grifondoro persa chissà dove. Avrebbe dovuto scriverle o forse avrebbe dovuto attendere, semplicemente, il suo rientro al castello. Ma quel locale era pieno di sorprese per Oliver e, nonostante non fosse assolutamente uno dei suoi preferiti per mancata brillantezza e galanteria, doveva ammettere di aver creato e vissuto esperienze particolari e spesso carine tra quelle stesse pareti dall'aspetto - personalmente - apparentemente rozze. Anche l'incontro con zia Aislinn non mancò, aggiungendosi alla fila come un vecchio amico. Sospirò, le mani strette attorno la tazza appena arrivata. «C'è tanto lavoro qui? Come ti trovi con la clientela?» Domande semplici, forse dettate più dalla curiosità che da un reale interesse. Eppure, Oliver nutriva affetto profondo nei confronti di Violet, era sinceramente propenso ad ascoltarla. Lo sarebbe stato sempre. Non bevve ancora, intenzionato a riscaldare le dita delle mani stranamente ghiacciate. E pensare che la Primavera fosse ormai giunta in maniera completa. «Speriamo bene per l'incontro, sarebbe di sicuro un passo avanti. Un notevole passo avanti» commentò, portando il bicchiere di carta alle labbra e lasciando scorrere in gola un lungo sorso di liquido scuro. Non era male, il sapore era forte e il caffè era ristretto, quasi piccante. Gli ricordava un po' la menta piperita, la sua preferita. «Ottimo! Qual è l'ingrediente segreto? Dai, dai, voglio saperlo!»
No prob
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