Una solita giornata di studi.

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mirtje
view post Posted on 12/6/2016, 17:43




Maeve ci aveva provato, davvero, ma quando aveva visto quei mattoni che i suoi professori si ostinavano a chiamare testi scolastici e le centinaia di pagina in arretrato da studiare, tutta la sua voglia di fare in un battito d'ali era sparito.
La ragazzina aveva occupato un intero tavolo di studio, ottenendo sin dal suo arrivo occhiatacce dai studenti più anziani, dove il caos regnava liberamente.
Il piano era ricoperto da cartacce scarabocchiate in una lingua indecifrabile e disegnini senza un apparente senso. I libri aperti in malo modo, chi buttati a testa in giù e chi aperti all'inizio di un capitolo con qualche segno di matita qua e là, lasciavano solo una vaga idea di come in realtà Maeve era disordinata.
Senza troppi ripensamenti, si era sdragliata sulle tre sedie disposte sul suo lato del tavolo.
All'inizio aveva pensato di leggersi con calma uno dei capitoli tanto noiosi che doveva studiare seriamente, ma alla fine si era addormentata con il libro sullo stomaco e un braccio sul viso per proteggerla dai raggi.
 
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view post Posted on 15/6/2016, 12:19
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Quella giornata non era iniziata bene, per niente. Si era svegliata con il terrore di non riuscire a fare tutti i compiti che le avevano consegnato poiché, doveva ammettere che era rimasta leggermente indietro. Non capiva come i professori proprio in quella settimana che era soleggiata e calda avessero iniziato a dar di matto con i compiti e ad assegnarli come se non ci fosse un domani. La piccola Grifondoro avrebbe dovuto fare ricerche molto più approfondite e la sua sola conoscenza non l'avrebbe portata da nessuna parte. Le sarebbe tanto piaciuto avere una mente come quella dei Corvonero o semplicemente la voglia di conoscenza dei Corvonero, ma per lei tutto ciò era solo un lontanissimo miraggio. Per questo quel giorno la rossa si era diretta verso la biblioteca della scuola. Lì avrebbe trovato le risposte alle sue domande. Quando era entrata in biblioteca non si sarebbe mai aspettata così tanta gente ma d'altronde non era l'unica a cui i professori avevano assegnato una miriade di compiti. Facendo banchi notò erano quasi tutti occupati, ad un certo punto uno dei tavoli colpì la sua attenzione. Era disordinatissimo, le pergamene ed i libri lo occupavano nella maggio parte e lungo tre sedie era sdraiata una ragazza dai capelli neri ed ondulati. Aveva il libro appoggiato sullo stomaco e un braccio che le copriva gli occhi. Qualcosa le faceva intuire che la ragazza si era addormentata. Forse gli sguardi intimidatori dei ragazzi più grandi, o qualche risata di altri studenti oppure il semplice fatto che la ragazza non sembrava notare e sentire nessuno perciò doveva essere veramente addormentata. Si avvicinò alle sedie dove era sdraiata la ragazza e dopo essersi accucciata al suo fianco cercò di svegliarla.Se non si sveglia farai bene a buttarle qualcosa addosso. Adorava la sua coscienza. No, non é vero la odiava perché non era nemmeno la sua coscienza. Era quella voce che le parlava nella mente e la tartassava. Lei la chiamava così poiché non aveva idea di come chiamarla. Eppure quella voce andava perfettamente contro ai suoi principi e alla sua persona ma doveva ammettere che ormai la sopportava perché era una valida compagnia. Non la pensava affatto come lei ma sembrava di pensare ad un'altra persona. Si scambiavano solo delle opinioni contrastanti e contraddittorie l'una per l'altra. Non per questo non era sana di mente, ma credeva fosse solo un modo di reagire alla morte della madre, per non soffrire. Una parte direttamente indifferente ed impenetrabile, una sorta di scudo protettivo ma era comunque una parte di lei che odiava con tutto il cuore. "Ehy, sarebbe meglio che ti svegliassi, qui altrimenti la situazione degenera se la bibliotecaria ti vede."

 
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1 replies since 12/6/2016, 17:43   41 views
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