Twist the Twister, Missione C.R.E.P.A.

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view post Posted on 24/7/2016, 17:26
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redoliver

La barzelletta della Megera che entrava in un bar pieno di Asticelli non aveva fatto ridere nessuno, men che meno Oliver. Elijia l'aveva raccontata così tante volte durante le cene di famiglia, in passato, da averla piantata come un seme nella stessa testa di suo cugino; eppure, qualcosa mancava, quel collegamento fra le parole e l'ironia non si era palesato e il Grifondoro di stava ancora chiedendo se fosse colpa sua, della sua espressione e della sua narrazione, oppure se non fosse la barzelletta vera e propria ad essere un fiasco. Non era neanche certo del motivo per cui quel pensiero lo avesse abbindolato per l'intero pomeriggio, accompagnandolo fra un pasto e l'altro e fra un corso dietro l'altro come un vecchio ma stupido amico. Alle quattro e mezza aveva avuto modo di liberarsi di quella particolare forma divertente (per chiunque tranne che per lui, in effetti) per dedicare tutta la sua attenzione all'incontro con una delle sue Tassorosso preferite in assoluto. Era felice, ancora una volta, di partire per un'avventura con Thalia. Di sicuro non sarebbe stata una grande esperienza all'insegna della scoperta e del pericolo, come spesso si augurava la parte più temeraria del suo spirito, ma nulla lasciava presagire che potesse essere un insuccesso come la storia della Megera e delle povere creaturine simili a bastoncini di legno. Avrebbero dovuto tessere una bella conversazione con i lavoratori di Zonko, in particolare con il negoziante che Oliver non aveva mai avuto il piacere di conoscere per davvero; tuttavia, la stima che nutriva nei confronti di Daddy, commesso del negozio di scherzi dove lui e Thalia erano diretti, avrebbe potuto facilitare il tutto. Perlomeno, Oliver vi sperava con tutto se stesso, altrimenti aveva già una mezza idea di come sfruttare il tanto amato microfono eco regalatogli da Daddy al suo compleanno, a Maggio: un acuto in stile Signora Grassa avrebbe fatto cambiare punto di vista da parte del Corvonero, in ogni caso, sia con le buone sia con le cattive. Avere un elemento così vicino al negoziante di Zonko dalla loro non sarebbe stato affatto male, era uno dei punti principali studiati da Oliver durante la preparazione di quella missione, per così dire. Non era da lui presentarsi ad un qualsiasi appuntamento d'affari in maniera impreparata, figuriamoci, ma nell'ultimo periodo era diventato troppo instabile e ansioso perfino per i suoi stessi gusti. Prima finiva la giornata in corso, meglio sarebbe stato per la sua già precaria salute mentale. Proprio per l'occasione, comunque, aveva portato con sé alcune cose che gli sarebbero tornate utili di sicuro: nella mano destra stringeva una busta di carta con dentro uno strano pacco a forma rettangolare, tutto colorato come se fosse stato immerso in un arcobaleno liquido; nella sinistra, di preciso nel palmo, la Spilla Tremordicchiante faceva la sua bella figura, segnalando ancora la data e il luogo dell'incontro di quel pomeriggio. La classica e inseparabile borsa a tracolla di pelle era poggiata sulla spalla destra con nonchalance, all'interno risiedevano diverse cose, fra cui fogli, manufatti magici e la bacchetta magica, oltre che il Galeone dell'ES, da cui difficilmente Oliver si allontanava per davvero. T-shirt rossa con righe di una chiara sfumatura tendente all'ocra, un paio di jeans a sigaretta stretti alle gambe appena muscolose e Converse rosse dipingevano il suo semplice outfit, coronato da un sorriso che non tardava a fare capolino in presenza di Miss Moran. Era tutto pronto, ben presto avrebbero ballato. Uscire dai confini di Hogwarts non fu difficile, non per un Caposcuola, così non restava che affrettarsi verso le caratteristiche stradine acciottolate di Hogsmeade, svoltando angolo dopo angolo mentre piacevoli chiacchiere scorrevano tra i due interlocutori. Oliver chiese a Thalia diverse cose, tra cui come stessero andando le lezioni e se ci fosse qualche novità nella sua vita: non aveva ancora dimenticato il loro strano ultimo incontro, ma non era momento per riportarlo alla luce. Girò a sinistra, la vicinanza da Zonko sempre più concreta. Presto qualcuno avrebbe riso, ma non di certo per la barzelletta della Megera.

 
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view post Posted on 25/7/2016, 10:23
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Aveva trovato Oliver nella Sala d'Ingresso, il punto d'incontro più scontato di sempre per gli studenti appartenenti a Case diverse come loro. L'aveva accolta con un sorriso e, iniziando ad incamminarsi all'esterno, aveva cominciato a spiegarle i dettagli di quell'assurdo connubio tra la loro causa benefica e il negozio di scherzi situato ad Hogsmeade, il valido rivale dei Tiri Vispi Weasley: Zonko.
Non ci era mai entrata e, ad onor del vero, un po' se n'era sempre pentita. Doveva ammettere che l'assenza di un degno compagno di scherzi l'avesse limitata molto e, se solo Desmond fosse rimasto ad Hogwarts più a lungo, era certa che sarebbe stato lui ad introdurla in quel mondo così affascinante.
Non aveva dubbi che Oliver conoscesse il luogo, il proprietario e i suoi garzoni: per esperienza, aveva imparato che il Caposcuola Grifondoro non agiva mai senza motivazione o soluzione alcuna. Non le restava che fidarsi e cercare di supportare la causa come meglio avrebbe potuto.
Includere il Twister, che lui stesso aveva inventato, nella campagna di raccolta fondi per il Comitato era stata un'idea geniale e dovette dargliene atto, senza riserve. Ora restava da capire come avrebbero dovuto agire per far sì che il proprietario accettasse di includere il gioco tra le merci di cui molti studenti facevano uso. Aveva l'impressione, dettata da un vago pessimismo inconsueto per lei, che le cose non sarebbero filate lisce, ma risparmiò Oliver della sua opinione, continuando ad attraversare i giardini del Castello sotto un sole tiepido e accarezzati da una brezza ancora troppo estiva per esser considerata piacevole.
Ricordava bene la prima occasione in cui il Twister era comparso nella sua vita: non era un giorno qualunque, bensì il suo compleanno, e l'Aula Abbandonata era stata teatro di innumerevoli risate proprio grazie al gioco inventato dal quindicenne accanto a lei. Certo, i Vermi Sibilanti e gli altri piccoli tranelli lo avevano reso ancor più interessante, ma non sapeva dire con assoluta sicurezza se, effettivamente, sarebbe stato uno svago degno di Zonko e dei suoi clienti.
Il centro di Hogsmeade non era affollato, non più del solito, e i negozianti della via uscivano dai rispettivi esercizi commerciali per sistemare le locandine, le merci o semplicemente per pulire le vetrine. Alcuni rimanevano impassibili sulla porta d'ingresso, osservando i passanti e salutando, di tanto in tanto, qualche conoscente. Si riconosceva nei volti dei garzoni che, al contrario dei proprietari, si muovevano all'interno dei negozi, indaffarati come sempre nel tentativo di sbrigare le proprie mansioni rapidamente.
Dopo aver scambiato qualche informazione in merito al compito previsto per loro dall'azione del Comitato, Oliver le chiese di raccontarle qualche novità. Non ne aveva poi molte, niente più di quanto non fosse stato già detto in occasioni precedenti. Tuttavia, il pensiero corse all'Anello dei Gemelli che Mike le aveva regalato: si trattava di un prodotto Weasley, non poteva assolutamente entrare da Zonko con quell'anello in bella vista.
Fosse stato per lei, l'avrebbe sfoggiato con naturalezza, ma sapeva fin troppo bene che i negozianti potessero avere la capacità di notare i dettagli più insignificanti. Scusandosi mentalmente con Mike, tolse l'anello e lo ripose nella sua fidata borsa a tracolla nera, svuotata di tutti i libri e gli appunti usati quel giorno durante le lezioni.


*E spera di non perderlo.*

Aveva imparato che l'arte della prima impressione fosse fondamentale, specialmente nelle questioni importanti.
C'era forse qualcosa che contasse di più del Comitato e dello svolgimento delle sue attività? Affacciandosi al negozio di scherzi, finalmente, il cuore iniziò a batterle velocemente, ma si calmò subito. Non c'era spazio per l'ansia e l'agitazione. Avrebbe dovuto dimostrarsi convincente e di certo l'animo in subbuglio non avrebbe aiutato.
Scambiò uno sguardo d'intesa con Oliver, prima di appoggiare la mano sulla maniglia del negozio e fare il suo ingresso.


*E che Merlino ce la mandi buona.*
 
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view post Posted on 25/7/2016, 10:56
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Più camminavano, più la certezza di aver scelto la giusta compagna di viaggio per quell'avventura tanto particolare si mostrava perfetta nella sua logicità. Thalia non era soltanto una buona amica, una perfetta studentessa e un modello da seguire a dispetto della giovane età, ma era una di quelle persone che padroneggiava classe ed eleganza in modo semplice, piuttosto naturale. *Una di quelle persone che mia nonna amerebbe* non poté fare a meno di pensare lo stesso Oliver. In effetti, durante la loro ultima cena di gala, prevista per la festività del Natale, Miss Moran e la sua famiglia erano stati ospiti della nobile tenuta di Adeline Brior: per avere un rapporto così stretto e sincero con i nonni della Tassorosso, Oliver aveva compreso quanto la sua, di nonna, fosse ammaliata dalla dinastia dei Moran. Strani eventi avrebbero reso quel contatto inizialmente onomastico molto più interessante di quanto i due ragazzini avessero immaginato fino a quel momento. Con un sorriso, dunque, il Grifondoro annuì al discorso che stavano per concludere: la vicinanza al negozio di scherzi, la meta di loro interesse di quella giornata, era ormai agli sgoccioli e il Caposcuola necessitava un minimo di concentrazione prima di svestire l'allegria a favore dell'affabilità, che era un valore a lui estremamente noto. Aveva intervistato con quella stessa voce e quello stesso intenso comportamento cordiale idoli internazionali come Celestina Warbeck, la donna della sua vita dopo Helen, il Vampiro Baritono e tanti altri artisti del Mondo Magico, ma nell'ultimo periodo si era dilettato anche con incontri con personaggi influenti in diversi campi del loro universo; il ricordo di Killian Resween, l'Auror con il quale aveva tessuto una piacevole conversazione da trascrivere sul Profeta, fu tanto frizzante quanto esaltante e nell'esatto momento in cui Thalia aprì la porta di Zonko, l'espressione radiosa non era ancora sparita dal volto del Grifondoro. Aveva notato l'Anello Magico al dito dell'amica ed era stato contento di scoprire che fosse un omaggio così galante da parte di Mike: aveva conosciuto il Serpeverde in diverse circostanze, forse la prima proprio durante una brevissima gita fino ad Hogsmeade, quando Oliver aveva accompagnato l'altro per compere da BiblioMagic. Il pensiero che in quello stesso negozio l'adepto di Salazar avesse scelto di lavorare come commesso, di lì a poco tempo, era una sorta di conseguenza del Fato e Oliver adorava vederla in quel modo. Strinse la busta del Twister tra le sue mani e un secondo dopo entrò nel regno del divertimento. Zonko non era un negozio di poco conto, bastava un'occhiata per rendersene conto. Il giovane Mago non avrebbe fatto collegamenti né paragoni di alcun tipo con il paradiso dei Gemelli Weasley, non era tanto stupido da perdere punti fin dal primo scambio di battute, ma doveva ammettere che in una scala da uno a dieci, probabilmente sia Zonko sia i Tiri Vispi avrebbero ottenuto il massimo. Si affrettò a raggiungere il bancone, il cuore che si stringeva all'idea di voler comprare tutte quelle cose intorno. Schivò un disco volante, due bambini ridenti e una signora di mezza età alle prese con una Nanosticca... che forse le sarebbe servita per nascondere la sua pancia immensa. Al bancone, dopo aver atteso di essere con la sua fidata accompagnatrice, Oliver si schiarì la voce. «Buongiorno, c'è nessuno?» domandò, conscio di aver utilizzato una frase di circostanza giusto per attirare l'attenzione. Provò a guardarsi intorno, nella speranza - tacita, ovviamente, perché mai l'avrebbe detta con tono udibile - di scorgere prima Daddy e poi il negoziante. Quel Corvonero da strapazzo aveva lo strano effetto di mettere Oliver di buon umore. Sia chiaro: ancor più di buon umore, il che era tutto dire.

 
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view post Posted on 25/7/2016, 22:10
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Lavoro, sempre e solo lavoro.
Da quanto stava lavorando li dentro? Da tanto, ma non gli interessava perché doveva lavorare.
Spostandosi velocemente lungo il bancone del negozio nel quale faceva il garzone, il giovane si avvicinò a tutta rapidità verso una signora che fissava le Nanosticche.
Erano oggetti interessanti quelli che vendeva, ma in molti non capivano quali fossero i reali effetti


-Signora questa pasticca non la farà dimagrire, ma semplicemente rimpicciolire. Stia attenta.-

Lasciando la donna alle prese con quell’oggetto tanto semplice da usare quanto divertente, si avviò dietro al bancone per valutare gli incassi della giornate.
Quel giorno le vendite erano state tante, ma non abbastanza. Lui voleva dominare sui Tiri Vispi e in qualche modo ci sarebbe riuscito.
Proprio mentre effettuava quei pensieri di rivalsa nei confronti dei gemelli Weasley, i quali avevano più che lucrato sulla sua creatività giocosa, sentì la porta aprirsi.
Sollevandosi per guardare chi fossero i clienti, notò prima una piccola ma graziosa studentessa dai capelli rossi e poi un giovane a lui fin troppo noto


-Pennuto! Come stai?E’ da tempo che non ti si vede da queste parti.-

Disse ad alta voce quando questo domandò davanti al bancone se vi fosse qualcuno.
Quel ragazzo, tanto diverso da lui nei modi e negli atteggiamenti, gli era molto simpatico. Sicuramente aveva qualcosa di straordinario in quella monotonia scolastica.
Senza aggiungere altro osservò con attenzione la ragazza. Era decisamente più esile di lui, ma non era male affatto.


-Ti sei portato la ragazza? E’ molto bella, complimenti.-

Senza starsi troppo a preoccupare se avesse messo in imbarazzo i due, dato che era abituato a fare quelle domande inopportune, proseguì a parlare

-Cosa ti porta da queste parti? Vuoi provare qualche nuovo scherzetto? -

Con il sorriso stampato sul volto, attese una risposta da parte del Caposcuola.
Era proprio curioso di sapere quale insana idea lo avesse portato in quel luogo con quella fanciulla. Sicuramente qualcosa di interessante stava per nascere.

 
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view post Posted on 25/7/2016, 22:49
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Non era mai entrata da Zonko, ma nemmeno i Tiri Vispi l'avevano ospitata un granché. Ci aveva fatto un salto da bambina, accompagnando Desmond e suo padre, e non era rimasta troppo colpita dagli scherzi in esposizione. Non era possibile per lei, quindi, fare un confronto tra i due negozi. Di certo Zonko era affollato e sorrise ai ragazzini che uscirono proprio nel momento del loro ingresso. Ricordava fin troppo bene l'espressione di Desmond e rivederla negli occhi di altri bambini era sempre una visione piacevole.

*Bando alle ciance Moran, hai un compito da portare a termine.*

Tolse gli occhiali da sole, portandoli sul capo, e aspettò che gli occhi si adattassero alla luce fioca del negozio. Una signora piuttosto pasciuta ammirava una Nanosticca, un congegno divertente che Desmond aveva fatto provare ad uno dei gemelli convincendoli che fosse una caramella qualunque. La superò, dedicandosi ad ammirare gli espositori, mentre Oliver cercava di richiamare l'attenzione di uno dei Garzoni.

*Torrone Sanguinario...Bombe denudanti... ce n'è per tutti i gusti...*

Osservava i vari scaffali con interesse, come se fosse alla ricerca dello scherzo perfetto. Lo sguardo si fermò irrimediabilmente sulle Pasticche Vomitose. Ricordi poco piacevoli erano legati a quegli affari dall'aria succulenta, ma dagli effetti devastanti. Il suo stomaco ne aveva avuto qualche assaggio, si fa per dire, qualche anno prima. Prima di trasferirsi, Desmond aveva scelto di torturare i membri della famiglia con un'ultima ondata di scherzi, una sorta di cerimonia d'addio piuttosto plateale. Lei, ovviamente, si era beccata la parte nauseabonda, quella che prevedeva di dover vomitare piuttosto assiduamente. Sua madre, presa dal panico, fu l'unica a star male davvero e, da allora, Desmond aveva smesso di giocare col cibo, vero o finto che fosse.

«Pennuto! Come stai?E’ da tempo che non ti si vede da queste parti.»

Una voce rispose al richiamo di Oliver e, naturalmente, si voltò ad osservare uno dei possibili compratori del Twister. Si trattava di un ragazzo piuttosto alto, dai capelli castani e corti. Sembrava avere una certa confidenza con Oliver, ma ne ignorava l'origine.
Si avvicinò al Grifondoro, facendo intendere di essere insieme a lui, ma evidentemente la sua premura era stata vana: il ragazzo aveva davvero capito tutto.


«Ti sei portato la ragazza? E’ molto bella, complimenti. »

Era il secondo, fino a quel momento, ad averla confusa per la ragazza di Oliver. Elijia, il cugino del Caposcuola, aveva già constatato che lei non fosse Helen, eppure aveva la strana convinzione che la Moran sarebbe entrata in famiglia, in un modo o nell'altro. Quale fosse "l'altro modo" non le era dato di sapere.
All'affermazione del Garzone, un sorriso fece capolino sul viso della Tassorosso.


«Carina questa, ma... è vero che al signor Brior piacciono le rosse Tassorosso ed io sono entrambe le cose, ma non sono la sua ragazza. Piacere, Thalia Moran.» e così dicendo, con un tono sicuro, ma non arrogante, tese la mano sopra al bancone, aspettandosi di stringere quella del giovane.
Detto ciò rimase in silenzio, aspettando che fosse Oliver a pronunciare il reale motivo di quella visita che non aveva nulla a che vedere con l'acquisto da parte loro della mercanzia di Zonko. Il suo turno sarebbe giunto in seguito, era certa che non sarebbe rimasta in silenzio a lungo.

 
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Il Fato

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Quel negozio rappresentava tutta la sua esistenza. Zonko, era un uomo ormai attempato, con qualche acciacco e, quasi sempre, un sorriso beato in volto.
Gestire un luogo simile, con la concorrenza dei fratelli Weasley, era diventato più complicato. Fino al loro arrivo, non aveva mai temuto rivali, ora invece erano un altro paio di maniche.
Con gli anni, anche l’inventiva dell’uomo stava venendo meno, ed il tipo di divertimento che i suoi clienti cercavano, si evolveva costantemente. Stare al passo, non era facile.
Si fidava dei commessi del suo negozio, ma mai abbastanza da lasciarli completamente soli. chi fa da se .. fa per tre!
Dal retrobottega, Zonko poteva sentire tutto, compreso l’arrivo di alcuni nuovi clienti.
Intento, però, a confezionare un pacco per una spedizione via Gufo, lasciò a al giovane Toobl l’accoglienza.


La vostra Mini-Quest ha inizio.
Zonko vi ascolta ma ancora non lo vedete e, tranne Daddy, non sapete che si trova proprio nel retrobottega.
La porta che da sul retro è chiusa, potete vederla chiaramente, dietro il bancone.
Turno di role: Oliver – Thalia – Daddy – Master.

Buona Fortuna!

 
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Era strano, molto strano, ma in quel preciso momento, circondato da giochi e scherzi a non finire, ad Oliver venne l'impellente desiderio di fischiettare. Sì, proprio di fischiettare. Avrebbe addirittura gonfiato le guance per farlo per davvero, se non fosse stato fermato improvvisamente da una voce fin troppo familiare. Si volse quasi di scatto, un movimento del tutto naturale come il sorriso che spuntò sul volto già di per sé radioso del Caposcuola. Non lo avrebbe mai e poi mai ammesso ad alta voce, onde evitare di far elevare a gradi indecifrabili l'ego della persona cui si stava per rivolgere, eppure Daddy era una delle conoscenze cui teneva maggiormente all'interno di Hogwarts e non solo. Il fatto che si fosse presentato a lui nella forma di un canarino, poi, traeva conseguenze particolari. Si lasciò scappare una risata gioviale, annuendo con il capo. «Ehilà, Ser Toobl!» scherzò, il ricordo del travestimento da Lord di quel Corvonero alla festa di Carnevale ben impresso nella sua mente. Come poteva essere diversamente, se quello stesso Lord in giacca e cravatta fosse una caricatura proprio di Oliver? Doveva anche constatare di esserne stato piacevolmente colpito, un'altra cosa che non avrebbe esclamato ad alta voce, non di nuovo perlomeno. «Portato la ragazza... che strano modo di dire» commentò, meno imbarazzato di quanto potesse credere. Sollevò le sopracciglia a formare un arco incuriosito, mentre concordava con le parole di Thalia. Ragazze Tassorosso e rosse... sì, il suo tipo senza ombra di dubbio. Ma Miss Moran era un'amica piuttosto speciale per poter sostituire in qualche modo i sentimenti legati al potere dell'amore, riservati per Helen. Cercò di non perdersi in troppi pensieri frivoli, conscio della loro poca utilità in quel contesto. Avere Daddy dalla loro parte, ricordò a se stesso, era di vitale importanza. Ecco perché un attimo dopo, tirando a sé la sua borsa a tracolla, vi infilò la mano all'interno, nascondendola fino al gomito (l'Incantesimo Estensivo Irriconoscibile della sacchetta medievale che portava sempre con sé faceva miracoli, non avrebbe mai smesso di pensarlo) come se stesse scovando un tesoro in profondità. Si sentì un leggero tonfo provenire dalla borsa vera e propria, come se una serie di libri fosse caduta da un ripiano invisibile, ma subito dopo Oliver estrasse un sacchetto di carta blu, che poggiò sul bancone di fronte. «La Piovra Gigante ci teneva a farti un omaggio, sai, per i tuoi servigi amorosi» ironizzò, scoccando un occhiolino divertito al ragazzo di fronte. Avrebbe capito l'allusione, sicuramente. «Ti ho portato alcuni dolci, ci serviranno per proporti una cosa e per... addolcirti, spero». Snocciolò i nomi degli articoli presenti nel pacchetto che aveva preparato con cura prima di uscire dai confini di Hogwarts: non un solo pasticcino dei Tiri Vispi Weasley era presente, d'altronde non sarebbe stato tanto stupido da inimicarsi un commesso di un negozio rivale. Tutto era stato recuperato dalle molteplici scorte di zucchero del giovane Grifondoro: Gelatine TuttiGusti+1, Ciocconocciole, Lumache Gelatinose e Calderotti acquistati da Mielandia; Biscotti al Lampone dal Paiolo Magico, in grado di far venire voglia di cantare, così da - «Seguire le mie orme!» - disse, aggiungendo altri nomi alla collezione, come Cioccostrelli e un Muffin alla Zucca da Florian Fortebraccio, rispettivamente capaci di volare via come un pipistrello e di far vedere le teste di tutti i presenti nei paraggi come tante zucche pimpanti. «Li presi ad Halloween, saranno scaduti» scherzò. Forse. «E crostatine canarine, ovvio!» concluse, un'altra risata a fare da contorno. Era certo di aver sprecato una manciata di minuti solo per spiegare il contenuto del sacchetto, quindi decise di affrettare i tempi per arrivare al nocciolo della loro visita. «Daddy, niente acquisti per il momento, anche se quel Filtro Sognoleggero ha fatto miracoli per me, ottimo articolo! Comunque, siamo qui come ambasciatori del C.R.E.P.A., il Comitato a favore degli Elfi Domestici. Sì, magari non sarai d'accordo con la causa» si velocizzò a dire, poiché a conoscenza della reticenza di molti studenti. «Ma la nostra proposta riguarda uno scambio. Vorremmo offrirvi un articolo originale che vi farà guadagnare e divertire di sicuro, posso scommetterci. C'è per caso il signor...» si fermò, incerto. Come si chiamava il proprietario? Zonko come il nome del negozio? Non ne era sicuro, anche se tutto suggeriva fosse proprio quello. «Il proprietario del negozio? Vorremmo rubarvi pochi minuti per spiegarvi, non ve ne pentirete. Vero?» concluse, scoccando un'occhiata speranzosa a Thalia. Sorrise, infine.

 
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Aveva sempre ammirato la capacità di Oliver di dissimulare l'imbarazzo attingendo dal proprio bagaglio culturale legato a doppio filo con il galateo. Quel modo pacato e falsamente sorpreso calzava a pennello sul Grifondoro che, per sviare da sé l'attenzione, aveva iniziato ad elencare una serie di dolciumi, come una sorta di pegno da pagare in cambio del tempo speso dal giovane commesso quel pomeriggio.
Appoggiò i gomiti al bancone, posizionando i palmi delle mani sul mento, mentre osservava Oliver intessere le fila di un discorso molto più che importante per la loro causa. Non conosceva affatto il loro attuale interlocutore e sperare che il Caposcuola riuscisse a solleticare la curiosità del ragazzo dietro al bancone era la sua unica scelta. Annuì silenziosamente quando Oliver ritornò al tono serio ed educato, snocciolando le informazioni richieste all'inizio di quel breve scambio di battute.
Si isolò per un istante, tornando ad ammirare l'ambiente circostante: scaffali alti correvano lungo le pareti e ogni sorta di scherzo o gioco traboccava dalle sue superfici. Non aveva mai pensato a quel tipo di lavoro, quello di inventare scherzi per l'altrui diletto: non doveva essere facile competere con i Tiri Vispi ed essere sempre sulla cresta dell'onda, per usare un modo di dire piuttosto diffuso tra i Babbani, fornendo soluzioni alternative a quelle degli avversari al solo scopo di portare nuovi clienti e nuovi guadagni.
Alla domanda di Oliver in merito al proprietario, si rese conto che in effetti la sua presenza mancava sulla scena: ripensò al proprietario di "Accessori di Prima Qualità per il Quidditch", dove ormai lavorava come Garzona da quasi un anno. Il proprietario se ne restava sempre nel retrobottega, controllando gli incassi e contando ogni misero Zellino guadagnato, redigendo l'inventario o sparendo per qualche ora per incontrare i fornitori delle diverse imprese magiche del settore. Il vecchio, insomma, lasciava parecchio spazio di manovra ai suoi dipendenti ed immaginò che il proprietario di Zonko si limitasse a restare nelle retrovie. In effetti, alle spalle di Ser Toobl, come l'aveva definito Oliver poco prima, una porta chiusa aveva attirato la sua attenzione.
Conoscendosi avrebbe chiesto delucidazioni in merito, ma era un'ospite e, come tale, non avrebbe posto domande impertinenti.
Si risvegliò dal torpore delle sue elucubrazioni solamente quando Oliver la richiamò alla realtà, chiedendole un'opinione in merito a quanto appena affermato.


«Assolutamente. Abbiamo in serbo qualcosa di praticamente introvabile. Sarebbe un peccato non volerne sapere di più.» mormorò, dopo aver ricambiato lo sguardo di Oliver e aggiungendo un gran sorriso in direzione del Garzone.
Aveva appena gettato l'amo, ora non restava altro che attendere che il pesce abboccasse.

 
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view post Posted on 2/8/2016, 21:36
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Stringendo con vigore la mano della ragazza, la quale non si era imbarazzata alla sua domanda, disse con cordialità

-Se non sei fidanzata con Oliver il piacere è tutto mio. Daddy Toobl.-

Effettuando un grosso sorriso, mostrando tutti quanti i suoi denti bianchi, continuò a parlare con la ragazza. In fin dei conti, legare con chi non si conosce è sempre un bene no?

-Ah quindi sei una Tassorosso? Strano che non ti ho mai visto nel castello, solitamente le belle ragazze le noto subito.-

Facendo l’occhiolino alla giovane attese una sua reazione.
Ovviamente non voleva provarci con la ragazza, era troppo piccola per lui, ma perché non sondare il terreno? Alla fine il futuro la poteva rendere ancora più carina.


*CBCR. Cresci-bene-che-ritorno.*

Era cosi che diceva il suo amico Tom quando finiva di chiacchierare con qualche ragazza più piccola facendo il finto macho.
Secondo lui, era sempre buona cosa mantenere il terreno “fertile”. Da una piantina può uscire un albero giusto?


*Come sei squallido Toobl, ti sputerebbe in faccia se sapesse*

Disse a se stesso, sperando che la ragazza non avesse la sua stessa abilità nel leggere nella mente delle persone.
Distogliendo lo sguardo, cosi da dare il tempo di metabolizzare i complimenti alla ragazza, si girò verso Oliver il quale gli porse svariati dolci.
Abbastanza sorpreso dal gesto, dato che a suo parere ci doveva essere un “do ut es” in qualsiasi situazione iniziò a parlare per poi fermarsi al sentire la parola C.R.E.P.A


-Ma non dovev…Ah…-

Rimanendo a bocca aperta, dato che odiava immensamente gli elfi e pensava che tutto il mondo lo sapesse, cercò di completare la frase cercando di risultare meno strano di quello che già sembrava.

- …Interessante...-

*Manco per il cacchio è interessante! Dovrebbero solo cucinare quei nani orecchioni.*

- …Io odio gli Elfi...-

Senza aggiungere altro alla sua frase, sfruttando la richiesta del ragazzo, il quale cercava il titolare del negozio per proporgli un articolo, si girò di scatto per poi dire

- Non è un problema, te lo chiamo subito.-

Avviandosi verso il retrobottega, bussò tre volte alla porta attendendo risposta.
Non sapeva come Oliver avesse preso la sua affermazione, ma lui non si era sentito di negargli quel suo lato caratteriale. In fondo omettere il suo odio verso quei “cosi” era come nascondergli una parte di se stesso.
Attendendo una risposta, iniziò a pensare a quello che i ragazzi avevano con loro.
Quella giornata poteva avere risvolti interessanti, toccava solo pazientare un altro paio di minuti per vedere cosa sarebbe successo.

 
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view post Posted on 7/8/2016, 20:03
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Il Fato

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Con un orecchio volto alla conversazione dei giovani avventori, Zonko richiuse la scatola di vermi sibilanti, prima che uno di questo sfuggisse al suo controllo.
Quando il giovane, dal volto sconosciuto, chiese di parlare proprio con lui, un sorriso incurvò le labbra del vecchio negoziante, ed egli finse di essere totalmente concentrato sulla fiocco verde di abbellimento, finché Daddy non bussò tre volte alla porta.
Facendo leva con le mani sul tavolino, l’uomo si resse in piedi, si spolverò il variopinto mantello e si raddrizzò il cappello, una tuba violacea adornata da diversi gingilli, alcuni rumorosi ed altri meno, lo aveva incantato lui stesso, era una sua invenzione.
Nonostante l’età, ed il capello niveo, Zonko non smetteva mai di sperimentare nuovi scherzi, ma pochi, di recente, lo convincevano davvero.
Uscì allo scoperto poco dopo, mostrandosi in tutta la sua “altezza”. Sicuramente la visione di quel mago vecchiardo, avrebbe suscitato sensazioni differenti negli avventori.
Era alto, poco più di Daddy, i capelli bianchi sembravano elettrizzati e sparati a tutta velocità da sotto il cappello.
Le braghe marroni tenute su da improbabili bretelle verde acqua, si abbinavano perfettamente ad una maglia bianca con il logo nel negozio. In fine, il mantello dai colori psichedelici concludeva il suo look strampalato.
Al centro del cappello vi era una sfera, sembrava contenere un fumo biancastro in continuo movimento, quello stesso fumo assunse una sfumatura verdognola appena il vecchio chiuse la porta del retrobottega.
Il volto neutrale dava ad intendere poco o nulla di quello che gli passava per la mente. Diede una poderosa pacca sulla spalla a Daddy, il suo fedele commesso, e si presentò loro con un semi inchino.

«Zonko, qui per servirvi e divertirvi! E voi siete..?»

 
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view post Posted on 17/8/2016, 11:14
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redoliver

Regola numero sette: ogni giudizio è parimenti valido a prescindere dall'interlocutore. Fu un lapsus, tanto rapido quanto fastidioso, quello che sfrecciò nella mente del giovane ragazzo non appena sentì una precisa frase da parte del Corvonero che aveva di fronte. Non seppe dire quale espressione avesse assunto in quel frangente, per un solo attimo - un assurdo attimo - Oliver ebbe la certezza di aver perso il controllo di se stesso. Forse per la prima volta da sempre, chissà. Difatti, aveva lasciato che l'emozione, perlopiù lo sdegno, pulsasse come una calamita, facendo sì che le labbra si stirassero in una buffa smorfia, mentre gli occhi si assottigliavano come quelli di un serpente pronto a mordere. «Tu non odi gli Elfi» sibilò a quel punto, lo sguardo fisso sul volto di Daddy. Non ebbe modo di indagare sulle origini di quello stato d'animo, ma una parte segreta, molto remota di sé, ecco, dava l'idea che ad averlo offeso non fosse stata la constatazione ascoltata, quanto la persona ad averla pronunciata. Daddy era un portento, una delle figure più ironiche e divertenti che Oliver avesse mai incontrato al castello. Non avrebbe potuto ferirlo né offenderlo, ne era convinto, perché era stato lo stesso ragazzo che aveva quasi fatto passare il Grifondoro come un uccellino avvolto da un sgradevole puzzo di Caccabomba. Il galateo era stato distrutto in quel momento, ma Oliver vi aveva riso come mai prima di quel giorno. E ora Daddy diceva di odiare gli Elfi. Scosse il capo, quasi intenzionato a credere di aver sentito male. L'entrata in scena del proprietario del negozio fu un vero e proprio toccasana, perché un'ondata di adrenalina invase ogni fibra del corpo del giovane Mago. Nell'esatto istante in cui la sua attenzione abbracciò la presenza del signor Zonko, un campanello d'allarme si accese nella sua mente: il bon ton sarebbe stato poco vantaggioso, probabilmente. L'uomo che aveva di fronte era la reincarnazione vera e propria della stravaganza: per quanto ne fosse entusiasta e colpito all'estremo livello, Oliver si chiese quanto a lungo avrebbe resistito senza il suo fidato protocollo. Con Madama Piediburro, durante un'altra missione per il Comitato del C.R.E.P.A., era stato di sicuro più facile, d'altronde la donna era l'emblema dell'affabilità e il suo spirito si sposava perfettamente con quello del Grifondoro. Con Zonko, vedendolo, Oliver si domandò quali dettagli e caratteristiche potessero avere in comune. Di certo Elijia, il suo svampito cugino piuttosto ironico, avrebbe avuto più successo di lui, tutto lindo e pinto con quelle parole dall'accento fluido, leggero, soffice come lo zucchero a velo. Scacciò la preoccupazione, sperando che dietro quella marionetta umana, in senso positivo, si celasse comunque un anziano Mago dall'animo attento ai problemi del Mondo. *Il C.R.E.P.A. non è un problema del mondo, secondo molti idioti* fu il pensiero che stracciò ogni calma ancor presente. Un respiro veloce, un sorriso, un'espressione di piacevole meraviglia. La pièce teatrale iniziava e Oliver era stato istruito a menadito a tessere ottime conversazioni con qualsiasi interlocutore. Il suo giudizio legato al C.R.E.P.A. sarebbe stato parimenti valido, anche se si fosse trovato di fronte un bisonte con bava e Vermicoli sulla pelliccia indossata. Per fortuna gli era andata bene e ringraziò il Fato per quello. Osservò l'uomo con un interesse prezioso, ammirato, frutto sia di verità che di un pizzico di fittizia lusinga. «Signor Zonko, quale piacere!»
Leggero come un colibrì, diceva sua nonna. Così doveva essere il suo tono di voce.
«Ha un cappello straordinario, mi permetta di farle i miei complimenti!»
Generoso nei pregi come una civetta verso i suoi figli.
«Oliver Brior, sire. Oliver Brior e Thalia Moran, siamo studenti di Hogwarts»
Affabili e sinuosi come il verso di un delfino che emerge dall'acqua.
«Siamo rappresentanti di un'associazione particolare e avremmo una proposta molto interessante da farle.» Pausa. Tedioso, al punto giusto, come un ippopotamo (quello era stato detto da Elijia durante le lezioni di bon ton di sua nonna).
«Ma prima» - il sorriso raggiunse gli occhi, misteriosi e cordiali come quelli di una fluida pantera - «vorremmo omaggiarla con la migliore bottiglia di BoomBear di Hogsmeade. Frizzante e dolce al punto giusto!» e in un solo movimento, dalla Sacchetta Medievale che portava in spalla come una borsa, prelevò una confezione di legno rettangolare con all'interno uno degli alcolici più in voga nel Mondo Magico. Si domandò se Thalia ricordasse quella bevanda dalla cena di Natale. Era stata anche un dono di Oliver per Elijia, era abbastanza sicuro che potesse piacere anche al signor Zonko. C'erano più affinità fra quest'ultimo e suo cugino che con lui. Attese, conscio che troppe parole sarebbero state dispersive.

Dolci, bottiglia ecc sono stati regolarmente acquistati e prelevati dal mio Inventario.

 
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view post Posted on 17/8/2016, 13:14
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Le missioni riguardanti il C.R.E.P.A. non erano mai facili o scontate: questa era la prima regola da imparare se il desiderio era quello di avere successo. Immaginare un contesto roseo, di semplice interpretazione e di fronte ad interlocutori identici ad ogni occasione era un atteggiamento da sciocchi e da sprovveduti.
Ad una prima analisi, Daddy - il Corvonero dietro al bancone - aveva un'aria simpatica, ironico al punto giusto e modi piacevoli, se non avevi il senso dell'umorismo di un pezzo di legno rinsecchito. Tuttavia, mentre Oliver enunciava la lista di averi all'interno della sua fedele sacchetta medievale e annunciava con altrettanta emozione nella voce di avere qualcosa in serbo per Zonko che di certo il proprietario non avrebbe potuto rifiutare, Daddy aveva pronunciato parole contrastanti, che si allontanavano anni luce dalla sua personalità giovale.
"Odio gli Elfi" aveva detto. Una semplice frase di tre parole che la lasciò basita di fronte al cambio di espressione del giovane Corvonero e che, poco ma sicuro, avrebbe fatto infuriare il nobile Oliver Brior. Sembrava di trovarsi tra due fuochi e l'unico metodo per sedare la rivolta imminente del Grifondoro sarebbe stato quello di lasciargli sbollire la rabbia da solo. Confidava, infatti, nella capacità di Oliver di ritrovare la calma grazie alle numerose lezioni di galateo che Adeline Brior si era prodigata tanto ad impartire. E, se la metà di quelle ore trascorse tra inchini, saluti e scelte di argomenti più o meno adeguati, somigliavano vagamente alle ore trascorse a Casa Moran nella sua infanzia non lontana, Thalia era certa che l'amico rosso-oro si sarebbe risolto a distendere i nervi, regolarizzare il respiro e procedere nuovamente con più efficaci argomentazioni.
L'ingresso del proprietario diede il tempo a tutti loro di calmarsi: Oliver si rilassò appena, iniziando a scegliere parole più o meno adeguate per interagire con l'anziano uomo che aveva tutta l'aria di essere un arzillo vecchietto a cui piaceva giocare scherzi audaci alla sua attuale età così come aveva fatto, probabilmente, in gioventù. Fu attratta dal cappello calcato sui capelli bianchi e irti, ma anche dal resto del suo abbigliamento. Non si soffermò ad analizzare la commistione improbabile di colori, il verde acqua delle bretelle e il marrone dei pantaloni, la stravaganza del mantello o di quel copricapo dalla funzione ignota.

«Piacere mio, signore.» - rispose al saluto non appena Oliver l'ebbe introdotta, simulando un mezzo inchino e sfoggiando un gran sorriso.
Era chiaro, almeno a lei, che con Zonko sarebbero servite a poco le parole eleganti, accurate e misurate che potevano essere più appropriate per conversazioni simili di fronte ad interlocutori diversi. L'abbigliamento le suggeriva che l'animo dell'uomo in piedi di fronte a loro, poco più alto del commesso, fosse tutt'altro che avezzo alle cortesie del galateo, sebbene si fosse presentato loro in maniera quasi teatrale. Per tale ragione aveva optato per un saluto particolare, diverso da quello rivolto allo stesso Daddy poco prima. Era necessario trattare Zonko con rispetto, era naturalmente scontato, ma un atteggiamento improntato all'ironia, soprattutto rivolta a se stessi, non avrebbe certamente guastato di fronte al Re degli Scherzi.
La scelta di Oliver di optare per il galateo sempre e comunque era quasi scontata, ai suoi occhi, e purtroppo non vi sarebbe stato alcun modo per interromperlo. Il ragazzo aveva molta più esperienza di lei in fatto di contrattazioni, come aveva dimostrato il risultato presso Madama Piediburro, eppure qualcosa stonava in quel momento. I sottili complimenti all'abbigliamento potevano essere appropriati di fronte a una signora zuccherosa come Madama Piediburro, ma di certo Zonko si sarebbe fatto una gran risata di fronte a tali commenti di rito. Inoltre, la frase successiva in merito alla "proposta molto interessante" le mozzò il respiro: la contrattazione richiedeva che la merce di scambio dovesse essere apprezzata dal compratore e non, come in quel caso, millantata nelle sue svariate qualità dall'ideatore stesso. A suo giudizio, quello era stato un lieve errore di calcolo del Grifondoro a cui sentiva di dover porre rimedio lei stessa. Non si trovava lì, forse, per aiutare la causa?
Attese che Oliver terminasse la propria introduzione, estraendo una bottiglia di BoomBear dalla sacchetta medievale. Quell'alcolico dolce e frizzante le suscitava un piacevole ricordo inerente alla Festa di Natale trascorsa a Casa Brior tempo addietro.
Non aveva idea che Oliver volesse ubriacare Zonko, ma questo le suggerì la mossa successiva da compiere. Le sue opinioni non contavano molto, ma sapeva per esperienza che davanti ad un bicchiere, o a più d'uno, molti uomini sarebbero stati disposti a vendere la propria anima. Si chiese se Zonko facesse parte di quella categoria.
A giudicare dall'impresa messa in piedi in quegli anni, Zonko doveva aver compiuto scelte oculate e programmate al dettaglio, così da far fiorire la propria attività. Il mondo aveva bisogno di risate e Zonko si era preoccupato di fornirle al centro esatto di Hogsmeade, poco lontano da Hogwarts, nel bel mezzo della Scozia. Considerando ogni fattore si sarebbe potuto compiere in fretta quel passaggio di merci e favori, in modo da non intralciare l'attività del negozio e lasciando loro il tempo di stabilire nuovi obiettivi e di ultimarne degli altri.

«Se posso permettermi...» - mormorò alla fine - «...credo sarebbe saggio mostrare che cosa ci ha condotti qui. Le ragioni, per il momento, potrebbero essere accantonate. Solo per un istante, naturalmente. Che ne pensi Oliver? Signor Zonko, le andrebbe di dare un'occhiata? A lei poi il giudizio sull'unicità della nostra proposta, ovviamente.»
Un sorriso affabile fu rivolto a Zonko e al suo Garzone. Se Daddy rispecchiava le opinioni di Zonko, affermare di essere lì per il C.R.E.P.A. sarebbe stato controproducente. Prima era necessario dimostrare l'unicità del prodotto presentato e poi, se a Zonko fosse andata a genio l'idea di venderlo nel suo negozio, si sarebbe potuto parlare di motivazioni e cifre.
Sperò che Oliver accennasse ad un sorriso e che le reggesse il gioco, consapevole che ogni sua frase sarebbe stata volta al conseguimento di uno scopo inerente all'associazione. Non voleva certo metterlo in cattiva luce, vanificando le tante frasi gentili con cui l'amico si era espresso, tuttavia riteneva che per quell'occasione fosse più utile un approccio diverso, maggiormente improntato alla realtà e meno alle galanterie di rito.

«Potremmo addirittura concederci qualche minuto per assaggiare questa bottiglia di BoomBear. Le assicuro che è ottima e si chiacchiera meglio con un bicchiere in mano.»
Un nuovo sorriso e il fiato sospeso.
Ora non restava che aspettare una reazione della controparte.


 
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view post Posted on 23/8/2016, 23:01
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“Tu non odi gli Elfi”

*Lo ha deciso lui*

La risposta non lo sorprese, ma ben altro risultato ebbe lo sguardo di Oliver nei suoi confronti.
Che lo stesse giudicando?

Era in quei frangenti che capiva che un Grifondoro era realmente Grifondoro.
Erano tutte balle quelle sul fatto che si può riconoscere un Grifondoro dal coraggio, l’audacia e la nobiltà d’animo. Il vero Grifondoro è colui che si ostina a credere ad una verità che realmente non esiste. Ottuso e con la testa di coccio pensa che la verità sia una sola, tutte le altre opportunità è come se non ci fossero.
Molte volte si era sentito Grifondoro Daddy, ma negli anni si era convinto che, proprio per questa inacapacità di "spaziare" negli argomenti da parte dei Grifondoro, il Cappello lo aveva messo tra i Corvonero.
Senza dar risposta al ragazzo e fissando il retro nel quale si trovava Zonko, quando questo uscì da quel piccolo retrobottega, gli diede una vigorosa pacca sulla spalla. Lanciando qualche parolina un po’ greve nella sua mente, ma sorridendo al suo titolare, pensò felicemente a come sarebbe stato bello lanciarlo su qualche scaffale, così, in amicizia.
Passarono pochi secondi dall’entrata in scena del suo datore, che i due ragazzi, che per lui con la storia del C.R.E.P.A erano diventati più o meno come i Testimoni di Geova babbani, iniziarono a salutarlo dandogli una bottiglia di qualcosa di cui non conosceva l’origine ma che forse era buona come la famosa Vulcanomenta che il suo compagno Swan amava tracannare anche di notte prima di andare a dormire.
Grattandosi la barba e piazzandosi dietro il suo datore, non proferì parola per vedere lui come agisse o la pensasse.
Non aveva mai parlato con Zonko del C.R.E.P.A e quindi non sapeva proprio che reazione avrebbe avuto. Era pro o contro il C.R.E.P.A? Gli Elfi gli piacevano? Ne aveva mai avuto qualcuno?
Erano tante le cose che non sapeva di quel vecchio in quell’ambito e sinceramente poco gli interessavano. Con l’uomo parlava solo di lavoro, affari e guadagni, nulla di più. Alla fine loro due erano legati dal solo e unico obiettivo di fare il sedere a pezzetti ai Gemelli, tutto il resto contava zero.

 
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view post Posted on 25/8/2016, 12:30
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Il Fato

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wMTwrq7
Il negoziante inclinò il capo da entrambi i lati, tenendo le mani ancorate alle bretelle, mentre ascoltava il giovane dai capelli castani, rispondere alla sua domanda.
I complimenti sul proprio cappello, nuova invenzione ancora in via di sperimentazione, avevano dato una bella rinfrescata al suo ego, ed un sorriso compiaciuto accompagnò il resto dell'ascolto. Aveva intuito, da dietro la porta, nominare un certo "Crepa", associato ad "elfi " ma non aveva ben compreso cosa intendessero dire, sicuramente avrebbe chiesto le dovute spiegazioni anche su quello.
Oliver e Thalia, con i nomi Zonko non aveva problemi, li ricordava tutti egregiamente, la sua memoria di ferro gli era stata molto utile nel corso della vita, e non aveva ancora perso colpi. Il fumo nel suo cappello assunse toni più arancioni, mentre il giovane davanti a lui posava sul bancone una bottiglia di BoomBear. Zonko ricordava bene il gusto di quella bevanda, e non gli sarebbe dispiaciuto farsi un bicchierino. C'era molto in sospeso, il vecchio strampalato lo sentiva chiaramente, ma apprezzava il fatto che i giovani avessero una "scaletta", un'ipotetica idea di come rivolgersi a lui, e di certo non aveva molto da perdere se si trattava di doversi ascoltare. La giovane rossa sembrava avere idee altrettanto valide, ed era anche piuttosto piacente. Osservò Daddy, immaginandosi una ragazza al suo fianco, a servire al bancone, forse avrebbe anche attirato più clienti?
Decise di non divagare troppo, una volta che la sua mente partiva era difficile fermarla.

«Oh, un dono? Questa deve essere una cosa a cui tenete molto.. ma siete almeno maggiorenni? »

Chiese, ridendo sotto i baffi, mentre apriva la scatola di cartone e ne estraeva la bottiglia. Con un colpo di bacchetta, fece comparire quattro bicchieri sul bancone, pronto però a far sparire quelli inutilizzabili. In realtà, che loro tenessero a quell'incontro era palese, ma era anche certo che i loro obiettivi non fossero ancora in sintonia con i suoi. Complice anche il fatto che Daddy fosse una statua di sale in negozio, silenzioso e fermo.
Era il suo fidato commesso, aveva grandissime capacità, c'erano due persone da convincere il quel negozio.
Versò da bere nei quattro bicchieri, ed il vetro da cui erano composti assunse una colorazione verde scuro, facendo apparire il liquido al suo interno come del magma viscido. Era un'altra delle sue nuove invenzioni.

«La rossa ha ragione. »

Disse infine, dopo una pausa silenziosa servita soprattutto ad assaporare la bevanda. Per quanto l'aspetto fosse mutato grazie ad un piccolo incantesimo di illusione, il gusto era quello di sempre: Ottimo.

«Mostrate al vecchio Zonko cosa vi porta veramente nel suo negozio. »

Diede una seconda pacca sulla spalla a Daddy, porgendogli uno dei bicchieri, e chiedendosi quanto di sospettoso ci fosse dietro quelle proposte, data l'espressione del commesso.
Guardare ed ascoltare non sarebbe costato nulla, tanto valeva dare loro modo di dire tutto quanto volevano.
Con un agitar di bacchetta, chiuse a chiave il negozio, vuoto all'infuori dei quattro presenti, e voltò il cartello " chiuso" verso l'esterno.
Si girò poi verso il giovane Corvonero, sussurrando in modo che solo egli potesse udirlo, una semplicissima raccomandazione:

«Occhi aperti, figliolo.»


Il Negozio è a vostra disposizione, il pavimento è libero ed il Negoziante vi sta osservando, attento e curioso.
Considerando la role in atto, ritengo corretto cambiare turnazione, avremmo quindi:

-Master
-Daddy
-Oliver
-Thalia
-Master


 
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view post Posted on 26/8/2016, 11:39
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Sicuramente quello schizzato di Zonko ne stava pensando una più del diavolo.
Lo sapeva bene Daddy, il quale oramai conosceva abbastanza bene il vecchio che non riusciva mai a stare calmo, sempre iperattivo.
Fissandolo con indosso un cappello che probabilmente sarebbero riusciti a vendere giusto a qualche mago da strapazzo scappato dal San Mungo, il giovane lo vide acciuffare con felicità la bottiglia offerta da Oliver e Thalia.


*Ci manca solo che sia alcolico e non solo accetta la loro proposta, ma balla anche nudo sul bancone*

Cercando di eliminare velocemente l’immagine di Zonko sopra il bancone, felice di mostrare alla clientela le sue nudità, tornò al mondo non appena vide il suo titolare versare il contenuto all’interno dei bicchieri di sua invenzione.
Non appena il contenuto della bottiglia venne versato nei bicchieri, il liquido divenne verde scuro, simile al magma.


*Speriamo che non sia un modo come un altro per rendere la sostanza più alcolica*

Nella mente del ragazzo oramai non era l’unico Zonko che ballava con le terga al vento, ora c’era anche lui assieme ad Oliver e Thalia e stavano facendo il trenino.

*Ma cosa diamine ti prende?*

Scuotendo la testa, cosi da poter solo immaginariamente togliere dalla sua mente quei pensieri tanto divertenti quanto disgustosi ritornò al mondo tramite un’altra poderosa pacca del vecchio il quale gli porse un bicchiere dell’alcolico.
Sorridendogli, senza dare troppo nell’occhio,prese il bicchiere e rispose all’affermazione del gestore con quanto mai serio


-Sempre-

Era risaputo al mondo come lui distinguesse gli affari dai suoi pareri personali.
Se l’offerta di Thalia e Oliver era buona e gli faceva avere un ritorno buono nelle tasche poteva essere sicuramente presa in considerazione, con o senza elfi domestici.


*Elfi…Domestici*

Pensò con aria schifata, mentre si spostava leggermente per dar la possibilità ai due ragazzi di mostrare quello che avevano da mostrare.
Tracannando avidamente il contenuto del bicchiere, sentendo un sapore frizzantino solleticargli il cervello, poggiò il tutto sul bancone aspettando di vedere cosa gli stava per venir proposto.
Da quel momento, l’attenzione era tutto.

 
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