| Scoccò uno strano sguardo in direzione di Daddy, di sicuro un'espressione poco lusinghiera. Quanto si sbagliava, quel Corvonero da strapazzo! Non solo aveva appena affermato qualcosa estremamente fuori luogo, del resto gli Elfi Domestici non potevano essere odiati per nessun motivo al mondo grazie alla loro affabilità e gentilezza, per non dire remissività, ma aveva anche articolato un pensiero che per fortuna non era stato pronunciato ad alta voce. Se solo avesse sentito, se solo avesse compreso, Oliver avrebbe avuto la risposta immediata, quasi visibile sulle sue stesse labbra: essere Grifondoro non significava affatto essere chiusi di mente, al contrario voleva dire considerare, fra le varie idee, quella più consona alla propria personalità per poi battersi a suo favore fino alla fine dei tempi. Lo spirito da guerriero, l'esuberanza rivolta verso la ragione scelta, ecco, davano l'impressione errata di essere fermi e restii ad accettare qualsiasi opinione da parte di altri. Au contraire, avrebbe detto Oliver. Impegnarsi fino in fondo per un ideale, escludendo ogni ostacolo nei paraggi, rappresentava il nocciolo della questione. Prima aperti a tutte le riflessioni, poi immobili sul percorso della propria scelta, in modo tale da non essere contraffatti né abbindolati. Forza ed energia trasparivano da un qualsiasi adepto di Godric degno di tale definizione. Tutto questo, però, non aveva molto senso ai fini del presente; il ragazzo percepì se stesso come dietro un vetro appannato, difficile da frantumare, mentre i volti degli altri individui nel negozio di scherzi si facevano sempre più nebulosi. Si riscosse appena in tempo per sentire al volo i vari scambi di battute. Sua nonna aveva ragione, a quanto pareva: perdere l'attenzione a favore dei sentimenti non era mai la giusta soluzione. A causa di un minuscolo accesso di rabbia dovuto ad un contrasto verso un Comitato nel quale credeva fermamente, Oliver si era distratto. Non perdonò se stesso per quella mancata concentrazione totale, ma fu tacitamente grato a Thalia per averlo riportato con i piedi per terra, lei prima di qualsiasi altro lì accanto. Sorrise, acquistando rapidamente controllo di se stesso, della sua affabilità e delle sue movenze ben gestite. «Maggiorenni? Se lei lo desidera, signor Zonko, lo saremo» rispose, un'espressione ironica dipinta sul suo volto nuovamente radioso. Chi meglio dell'uomo stravagante che aveva di fronte avrebbe afferrato al volo una buona dose di semplici battute? Un altro cenno del capo, mentre si liberava della borsa a tracolla, e Oliver fu pronto per mettersi all'opera. Una scatola marrone, di cartone e di forma rettangolare, era stata appena estratta dalla Sacchetta Medievale che portava sempre con sé, prelevata a dispetto delle sue dimensioni da quel contenitore così piccolo: la magia faceva miracoli, ovviamente. La poggiò sul bancone, un ultimo sguardo d'intesa verso Thalia prima di procedere con il suo discorso.«Qui è custodito un tesoro!» scherzò, le mani poggiate con fare cospiratorio sulla scatola. Sollevò il coperchio e un attimo dopo lanciò il resto della confezione in aria, davanti a tutti. «Voilà!» disse, un'unica parola che fece da anteprima ad un breve spettacolo. Immediatamente, grazie ad un attento lavoro già fatto in precedenza tra le mura rassicuranti di Hogwarts, il cartone si distese come un tappeto, allungandosi in avanti per poi distendersi, volteggiando, fin sopra il pavimento. Non appena toccò il suolo, la superficie di un beige astratto si trapuntò di colori, dal rosso al verde, dal giallo al blu, tutti racchiusi in cerchi delle stesse misure che formavano una sorta di figura ben delineata. E questo era quanto visto, nulla di più e nulla di meno. «Un Twister, signor Zonko. Un gioco molto in voga perfino tra i Babbani.» Mosse il coperchio rimasto tra le sue mani, piegandolo come se fosse una pergamena da stilare, mostrando una sorta di tavolozza delle stesse tinte presenti sul tappeto di cartone in basso. Lo passò al proprietario del negozio, lo sguardo interamente rivolto alla sua persona.«Spiego brevemente come funziona, prima di tutto. Questa tavoletta, come vede, è divisa in quattro sezioni: piede destro, piede sinistro, mano destra e mano sinistra.» Indicò l'una dietro l'altra, senza toccarle, le parti annunciate, quindi riprese con un sorriso luminoso. «Ciascuna di queste quattro sezioni si divide a sua volta in quattro colori: rosso, giallo, blu e verde, le stesse presenti sul Twister, quel tappeto che vede disteso. Si tratta di un gioco di gruppo, diciamo da un minimo di due persone in poi. Ogni partecipante fa ruotare la lancetta di questa tavoletta che punterà su uno degli arti e uno dei colori. La combinazione di colore e arto che uscirà, ecco, sarà quella che il partecipante dovrà concretizzare sul Twister vero e proprio». Invitò il Mago a permettergli di girare la freccia, la quale si posò sulla mano sinistra, colore rosso. «Si parte da destra come lato iniziale oppure da sinistra, basta che si decide all'inizio del gioco. Osservate» concluse, dirigendosi al tappeto. Si abbassò leggermente, il braccio sinistro verso la prima casella rossa a partire dal lato destro. La mano scattò verso quel cerchio colorato e un attimo dopo... Attualmente così visibile.
Come spiegheremo a breve, ogni casella racchiude una sorpresa attualmente non visibile.
|