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| | Colin Barkley ▲
Il capocasa Grifondoro,nella riunione del comitato tenutasi la sera precedente, era stato particolarmente chiaro sui dettagli della missione. Il piano era semplice,il giovane serpeverde,insieme ad altri due studenti, sarebbe dovuto introdursi al ministero dove li avrebbe attesi una dipendente,pronta a guidarli nelle loro successive operazioni. Si trattava di estrapolare il maggior numero di informazioni riguardo alla presunta scarsa "cura" della sottosezione dedicata agli Elfi Domestici facente parte del dipartimento di "Cura e regolazione delle Creature Magiche".L'unica cosa che al giovane non andava a genio era il dover ritornare all'interno di quell'edificio. La prima volta, di certo,non aveva riscontrato risoltati entusiasmanti,oltre ad essersi beccato un energumeno come guardia del corpo per la durata di tutta la sua permanenza e aver intrattenuto un simpatico colloquio con un acida caporeparto. Da quando era tornato al castello,senza riuscire a trovare effettive risposte dal suo viaggio al vecchio orfanotrofio,la sua vita era ancora più confusa.Le domande erano raddoppiate,anzichè dimezzarsi e non aveva assolutamente idea da dove poter ricominciare.Sarebbe subito dovuto ripartire alla volta del nuovo indirizzo che era riuscito a ottenere dalla preside,non senza evitar di sconfiggere un molliccio, o aspettare e valutare i possibili rischi? Sarebbe dovuto restare e proseguire con gli studi di quel nuovo anno accademico o dedicarsi alla sua vita privata? Sinceramente non era il periodo giusto per interessarsi dell'incolumità di quegli elfi domestici o , semplicemente, non lo era per interessarsi a qualcun altro al di fuori di se stesso.Inoltre, com'era possibile che creature dall'intelligenza e dalla grande capacità magica, come gli elfi domestici, dovessero essere difesi con campagne similari a quelle che venivano destinate agli animali abbandonati, nel mondo babbano. Mentre pensava a ciò il ragazzo fece in tempo a vestirsi, indossando una camicia e un paio di jeans scuri, per poi uscire, una volta dopo aver raccattato la bacchetta dal comodino, dal proprio dormitorio e, successivamente, dal castello diretto verso Hogsmeade. La località era facile da raggiungere anche a piedi e, li, come il capocasa grifondoro gli aveva fatto notare, c'erano molti negozi collegati alla lotta del C.R.E.P.A, che avrebbero potuto mettergli a disposizione una metropolvere, direzione Londra. Una volta arrivato nella cittadina comiciò a girovagare per le sue stradicciole in cerca di una delle insegne che gli erano state indicate. Dopo qualche minuto di ricerche a vuoto, finalmente, si imbattè in un locale dal nome "Da Madama Piediburro". Si distingueva da tutti gli altri negozi per la sua eleganza, per le sue merlature e,soprattutto, per il suo singolare colore. Il tutto era un po' stucchevole per i gusti del serpeverde anche se non metteva in dubbio il fatto che il giovane grifondoro conoscesse quel posto,sembrava fatto su misura per il suo carattere. Una volta entrato individuò quella che doveva essere Madama Piediburro, almeno così pensava, e,senza indugiare oltre, le chiese di poter utilizzare la metropolvere in dotazione al negozio,specificando si trattasse di una missione "assolutamente urgentissima" del C.R.E.P.A. La signora, inizialmente dubbiosa, si convinse quando il giovane serpverde le mostrò la spilla del comitato e, cambiando completamente tono, gli fece strada verso la metropolvere. Una volta davanti al camino, Madama Piediburro dette indicazioni specifiche al ragazzo su come utlizzarla. Avrebbe dovuto prendere una manciata di polvere volante, entrare nel camino e pronunciare chiaramenteil nome della prorpria destinazione. Dopodichè doveva gettare la polvere ai suoi piedi e,in un attimo, sarebbe arrivato. Ad uno che non aveva mai usato quei mezzi di trasporto, potrete immaginare, che tale spiegazione lasciava molti dubbi e perplessità ma era anche vero che non c'era più tempo ed, il giovane era già in ritardo. Così,con la speranza di non rimanere carbonizzato fece quello che gli era stato indicato. Prese una manciata di polvere volante, entrò nel camino, chiuse gli occhi, fece un bel respiro e, con chiarezza, pronunciò il nome dell'altro negozio che gli era stato indicato:- Evviva Lo Zufolo! Dopodichè lanciò la polvere ai suoi piedi. Per un breve attimo sentì come uno strattone, poi il vuoto e, una frazione di secondo dopo,si ritrovava con i piedi a terra. Aprì gli occhi. Davanti a lui non si trovava più l'interno di quel negozio leziosetto in cui era entrato e l'arredamento era completamente cambiato. Ora era all'interno di quello che sembrava un negozio di musica con gli scaffali interamente sormontati da strumenti musicali di ogni genere o da dischi,tutti messi in vendita. Quasi incredulo uscì dal negozio, guardò in alto, dove l'insegna riportava il nome del negozio "Evviva Lo Zufolo". *Wow, e chi lo dice adesso ai babbani? In questo mondo hanno già inventato una sorta di teletrasporto*. Una volta in marcia per le strade di Londra non fu difficile, per il giovane serpeverde, orientarsi e ritrovare la strada che già una volta l'aveva portato alla cabina telefonica di colore rosso,la sua entrata per il ministero. Dovette camminare ancora un po' prima di giungere al piazzale da cui poteva vederla chiaramente ora, non restava che mettersi all'opera. A passo svelto si avvicinò a quella che un comune babbano, avrebbe potuto definire "La cabina di Superman" ignorando che comunque, quest'ultima, aveva proprietà non meno stupefacenti. Si accorse solo in seguito che uno di quelli che sarebbero stati i suoi compagni in quella missione l'aveva preceduto e,una volta arrivato lui stesso alla cabina, prima che lo sconosciuto potesse rivolgergli la parola,lo anticipò:
Sono in ritardo, lo so, ma questo non sarà un pretesto di conversazione. Siamo qui per una missione,non per chiacchierare, dunque non parlarmi a meno che non sia strettamente indispensabile. Spero solo che il terzo arrivi presto, voglio concludere in fretta questa storia.
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