Su quali binari sarebbe viaggiata la conversazione?
Era forse quella la principale domanda che ci si doveva porre.
Ed era a quello cui stava già da qualche minuto cercando di dare risposta.
Un colloquio per sua stessa definizione sarebbe dovuto essere un momento di grande e aperto dialogo, certo, dovevano verificarsi tutta una serie di sempre più rare coincidenze, quali l'incontro di due persone mediamente intelligenti, e sufficientemente ciarliere, o bisognose di farlo, da dar vita a un minimo di qualcosa, ma non si poteva che rimanere ottimisti almeno di quello. Se la seconda era certamente una condizione soddisfatta, già sulla prima i più pessimisti avrebbero potuto avanzare dei dubbi, non c'erano garanzie. Eppure... con un minimo di consenso, e qualche saltuario incoraggiamento il Vecchio erano anni che aveva maturato una rara esperienza in soliloqui e monologhi, che conduceva con tanta impareggiabile maestria, quanta pacata indifferenza. Amava parlare, e l'aveva sempre fatto, e con il tempo doveva anche essersi abituato al suono della sua voce. Quando fosse scattata la scintilla dell'amore non era dato saperlo, e forse era ormai un anniversario dimenticato, ma quella relazione perdurava nel corso del tempo, scavallando anni e lustri con innocente fanciullezza, quasi ad ogni nuova annata volesse inaugurare una nuova stagione dell'animo. Ampi e coinvolgenti gesti, una gesticolazione fitta ed esplicativa, ora l'indice altero ammonitore, ora attento alfiere dell'inaspettato.
Nulla di nuovo, solo un'altra scena.
E da consumato attore accolse leggero il primo diniego dell'ospite.
Un inglese che si rispetti non avrebbe certamente rifiutato una tazza di The.
Quello era poco ma sicuro, da dove razza veniva? Sarà poi stato vero che avesse già bevuto? Non potevano averlo certo raggiunto a Londra le malelingue, quello lo escludeva categoricamente. Il resto era effettivamente tutto possibile. Ma in fondo, che importava? Non si sarebbe certo fatto mancare un The, o passar la voglia per un'inezia del genere, no? Come avrebbe potuto? La sola possibilità avrebbe gettato nel panico il più spavaldo degli allibratori, sino a quasi mettere in ginocchio la stabilità finanziaria del Paese stesso. Un tacito assenso, 'che passasse il The mancato', sembrò sbuffare l'indice destro, mentre la mano si posava sul gomito opposto, cercando un estremo della corta mantella sulle spalle. E poi? Ah, sì! Era un flagellatore, un ministeriale, certo, ma quello già lo sapeva. Accolse con un nuovo cenno del capo Hogwarts, e gli studi. Sapeva anche quello in fondo, come che cercassero un Guardiacaccia. Non aveva scritto di suo pugno al Profeta, ma di qualcosa l'avevano pur informato. Per quanto esser parte della tappezzeria iniziasse a solleticargli l'immaginazione, come quell'altro disastro umano del Custode. Quello doveva essere schiaffato ad Azkabam, in fretta, e serbava qualche utile consiglio sul dove riporne la chiave.
Come se il contrabbando di... potesse... Ma ehi!
Sì, la seguo perfettamente, ma ammetto che già lo sapessi.
Le confesserò che non avrei battuto ciglio se anche fosse uscito da Durmstrang, meglio qualcuno che abbia visto una Creatura magica ma di Durmstrang, che non uno di Hogwarts, ma che non sia mai uscito dalla biblioteca, non trova? In fondo di creature stiamo pur parlando, non di altro. Ma quello che volevo sapere era questo sì altro. Perchè o per come avesse deciso di finire tra i Flagellatori, ad esempio. Quali motivazioni la spinsero ad occuparsi di Creature magiche. Se ritiene di essere stato istruito adeguatamente dalla sua Scuola, a fronte di cosa è andato poi a fare in seguito. Quali sono i suoi hobby. Capisce? Per quanto sia un noto bibliofilo, spesso è anche bene conoscere le persone, lo riconosco, e non c'è modo migliore che lasciare che si presentino. Ovviamente lei potrebbe in tutta tranquillità non voler rispondere, e selezionare l'uno e l'altro argomento, ma sono altrettanto certo che per chi sappia leggere, quasi tutto sia già scritto. In maniera... diversa, se vuole.
Chi è lei, Mr. Carter, se preferisce?
Pacato, come saltellando tra una piola e l'altra, terminò.
Aveva un senso il discorso, e ormai aveva reso noto il piano.
L'ospite era messo nella migliore delle posizioni per molti versi.
I più maliziosi avrebbero aggiunto anche nella peggiore, ma non sembrava averlo considerato, dalla serena sicurezza che lasciava trasparire, o l'aveva abilmente nascosto dietro un ipocrito perbenismo di facciata. Certo, tutto poteva essere, ma che senso avrebbe avuto? Perchè qualcosa doveva pur averne di senso. Ed erano lì con un obiettivo, piuttosto preciso.
Credo comunque che prenderò un The, sì.
Due di zucchero, e una fetta di limone.
E ricordi, l'importante è esser chiari!
Se inizialmente parve assorto, quasi conversando con una terza persona.
Concluse all'attenzione dell'ospite, annuendo con fare saputo.
E la risposta non tardò ad arrivare. Il servizio di porcellana bianca, e celeste, parve prendere vita alla richiesta del Mago, come se non fosse in attesa che di quello, la panciuta teiera sbuffando iniziò a riempire una tazza, che svolazzando in piena stabilità raggiunse il Mago, adagiandosi di fronte con delicatezza. Era intanto iniziato il turno della zuccheriera, che trotterellando fuori dal vassoio, e mulinando a scimitarra il cucchiaino, sembrava risoluta a voler assolvere, sin troppo in fondo, al suo compito, inseguendo una troppo precipitosa tazza. Zelante la zuccheriera, precipitosa la tazza, sfiancato il piattino, sonnolento un paio di pinzette da limone che veleggiavano alla volta di quella che sarebbe probabilmente stata una grande bolgia.