Il Circo della Notte, Quest di Apprendimento

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view post Posted on 1/9/2016, 19:29
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Il Fato

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«Avanti, signori e signore, venite avanti!»
La persona che aveva appena parlato non aveva ricevuto in dono una voce invitante, niente affatto. Il tono era aspro, il suono acido, quasi gracchiante come un corvo sgozzato. Le sillabe di ciascuna parola pronunciata erano strascicate l'una verso l'altra come in un dedalo senza inizio né fine, ma il tutto veniva urlato ripetutamente ad intervalli di pochi minuti e ormai i suoni stavano popolando l'intero sobborgo di Hogsmeade. Osservando l'uomo che stava attirando sempre più anime attorno a sé, di sicuro la prima impressione sarebbe stata di puro disgusto, unita ad una buona dose di curiosità che mai avrebbe guastato. Capelli unti coprivano una testa bitorzoluta, il volto completamente bianco per via di un trucco spalmato in malo modo, dal quale spuntavano due occhi grandi e carichi di sete di guadagno, visibile anche a mille miglia di distanza; un fisico asciutto ma basso, un naso rosso per via di una pallina di quel colore che lo copriva, un vestito rattoppato in più punti e di un intenso beige scuro e, infine, una frusta legata nella mano destra, simile ad un oscuro bracciale. Soltanto un dettaglio stonava in quel quadro d'insieme che evocava la figura del pagliaccio che tanto si sbracciava: cinque Fate, svolazzanti con pigrizia in quella stessa zona ormai gremita, che poco abbinavano le loro tinte sgargianti in relazione con il signore lì vicino. Le ali battevano lentamente, non mostravano alcuna vivacità a dispetto di suoni e rumori circostanti, vittime forse di un presente che non avevano scelto. Perché non scappavano via, allora? Erano creature magiche, piccole ma comunque magiche: un solo battito e avrebbero conquistato nuova libertà. «Ragazzina, vieni a vedere lo Schiopodo Ballerino, andiamo!» riprese, ignorando le Fate che quasi formavano una corona sul suo capo. Un movimento delle mani e un cappello cilindrico apparve all'improvviso. Un colpo di bacchetta, quasi invisibile, e l'oggetto prese fuoco, mentre l'uomo lo indossava con un sorriso piuttosto macabro. Non si bruciò, ma le Fate vi volteggiarono attorno come scintille nate dalle future ceneri. Niente di straordinario, del resto lo spettacolo non era ancora iniziato. Tuttavia, qualcuno applaudì e l'espressione del clown fu meno risentita del solito. «No, io voglio vedere la Donna Rossa!» fu la risposta della bambina cui l'altro si era rivolto. Stringeva il vestitino a fiori, la mamma dietro di lei come un guardiano, mentre gli occhietti vispi e curiosi stracciavano la realtà in ogni punto.
«Uhuh, non ancora, furfantella!» disse il pagliaccio, scoccandole uno sguardo d'intesa misteriosa. Il cappello continuò a bruciare, probabilmente aiutato da un Freddafiamma castato in precedenza sul tessuto; le braccia salirono al cielo e le Fate trasportarono altri bagliori, sollevandosi all'unisono in volo, stanche della solita routine. La serata incombeva, la notte era ormai quasi calata in quelle ultime ore di tardo pomeriggio, ma era una giornata di festa e i doveri dei presenti erano stati dimenticati. Il pagliaccio gridò ancora, invitando tutti ad avvicinarsi. Dietro di sé, la scia del suo fuoco indicava il centro pulsante di artisti di strada, mangiafuochi e gabbie contenenti strani animali.

All'inizio è solo un confuso disegno di luci.
Ma via via se ne accendono altre, capisci che sono lì in fila per formare una scritta.
Si distingue una C, una q, delle e. Con l'incendiarsi dell'ultima lampadina, una volta dissolti fumo e scintille, l'insegna incandescente è finalmente completa.
Inclinando la testa per una visuale migliore, leggi...

«Avanti, signori e signore, avanti! Il Circo della Notte è qui per voi!». Il fuoco si estinse con un isolato soffio di brezza estiva, lasciando intatto il cappello, mentre risate e voci salirono in alto, sempre più in alto, come se ogni spirito al centro di quel luogo di festa fosse stato graziato del dono del volo come una Fata. Archi di luci e decorazioni regnavano intorno, i colori facevano breccia su ogni passante. Lo spettacolo era iniziato, il buio si era presentato come sfondo. Avanti, viandanti.

Non esistono più semplici favole con ideali e belve a lieto fine. Le cose vanno avanti, si sovrappongono, si confondono, la tua storia è parte della storia di tua sorella che è parte di molte altre storie, e nessuno sa dire dove potranno condurre.

 
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view post Posted on 2/9/2016, 09:00
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Amber Serenity Hydra
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Dopo aver passato più di due ore sul libro di Trasfigurazione, la tassina aveva deciso di concedersi una pausa, meritata o meno che fosse, ne aveva bisogno. Era uscita dalla biblioteca in fretta e furia, e si era diretta al suo dormitorio, per indossare qualcosa di più adatto all'esterno. Aveva dismesso la casacca ed indossato qualcosa di estremamente semplice, nonostante Settembre fosse alle porte, il caldo non aveva abbandonato quei lidi. Una semplice canotta nera, un paio di jeans non attillati, e la sua fedele tracolla, da lei non si separava mai.
Inizialmente non pensava di fare molta strada, il suo obiettivo era un tranquillo giro nel parco..Però, senza nemmeno rendersene conto, prese la strada per Hogsmeade. I pensieri che le affollavano la mente, erano anche gli stessi che la distoglievano troppo spesso dai libri di scuola. Recentemente aveva affrontato diverse situazioni, e non era certa di aver dato il meglio di sé. Le risposte migliori, le venivano in mente sempre troppo tardi.. da quando aveva smesso di pensare prima di parlare? Forse da quando aveva capito che i suoi pensieri duravano troppo, e lasciavano un silenzio imbarazzante alle spalle. Distratta da quanto stava accadendo nella sua vita, lasciò la guida del percorso ai suoi piedi, che invece sembravano conoscere la meta meglio di lei. Il suo inconscio l'aveva portata al villaggio, e se ne rese davvero conto quando sentì i rumori che ne provenivano. Alzò lo sguardo, concentrandosi davvero sulla realtà, e si accorse ben presto che c'era qualcosa di diverso.
Si era aspettata di vedere sempre il solito panorama, la strada di ciottoli, le botteghe, alcune aperte, altre già chiuse.. d'altronde il buio si stava avvicinando piuttosto velocemente. Invece, nulla di tutto ciò apparve.
Qualcosa aveva invaso Hogsmeade, e si dipanava soprattutto nella zona centrale del villaggio, era.. *un Circo?*
La biondina si fermò all'inizio dei ciottoli, che fosse il caso di tornare al Castello? Era quella la domanda che si faceva, osservando la folla che si apprestava invece a compiere l'azione contraria, le luci di quel Circo, la magia che poteva rappresentare, stavano attirando parecchie persone.
Amber non aveva mai visto uno spettacolo simile, era indubbiamente curiosa, che male c'era, in fondo, a dare un occhiata?
Forte di quella convinzione, proseguì verso il centro, osservandosi attorno, sempre più incuriosita. C'erano tante famiglie, ma anche tante coppie, ed alcuni bambini per poco non la trascinarono nella loro corsa sfrenata.
Gli occhi chiari della ragazza, vennero attirati da quello che, a prima occhiata, poteva sembrare un Clown, che stava invitando la gente ad avvicinarsi, probabilmente lo spettacolo sarebbe iniziato di lì a poco.
Lo vide dar fuoco al cappello, ma più gli si avvicinava, più qualcosa in lui l'allarmava.. non sembrava proprio lo stereotipo del pagliaccio simpatico e buffo, era piuttosto sgualcito, e ben poco rassicurante. Una bimba gli chiese di una certa "Donna Rossa", probabilmente lei ne sapeva molto più di Amber su quello spettacolo. Si accorse, in quel momento, di essere effettivamente impreparata.. era possibile che gli abitanti del luogo sapessero di quello spettacolo già da un po', ma lei si era chiusa in se stessa nelle ultime settimane, e la notizia del Circo non avrebbe potuto raggiungerla in nessuno modo. Alla fine, era sempre colpa sua.
Attorno al cappello del Clown, svolazzavano svogliatamente alcune Fate, non le sembrava che fossero al massimo della loro forma..
Seguì i gesti dell'uomo, che condussero il suo sguardo verso la scritta che le stava, lentamente, svelando il nome di quel Circo

«Avanti, signori e signore, avanti! Il Circo della Notte è qui per voi!»

Negli occhi della ragazzina, c'era il riflesso delle fiamme dei Mangiafuoco, avrebbe accettato l'invito a farsi avanti, oramai.. la curiosità era tanta, e c'era anche quel pizzico di emozione che l'accompagnava quando faceva qualcosa di diverso dal solito, e quello, era decisamente diverso dal solito!
Il Circo della Notte, così si chiamava, si era animato tutti d'un tratto, il sole era calato, oltre l'ultima casupola, e la magia nell'aria era palpabile.
Non se lo fece, quindi, ripetere due volte, e si avviò, insieme ad altri, verso il cuore dello spettacolo ambulante, tra gabbie e giocolieri, mentre i suoi pensieri e le sue preoccupazione, si facevano sempre più lontani.

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Suoni e rumori, perlopiù frutto di risate e un crescendo di voci nei paraggi, si tramutarono presto in un dedalo confusionario, ma al contempo misterioso e meraviglioso, che spinse ogni passante in avanti, poi a destra, infine a sinistra. Ovunque. Le luci facevano il loro ingresso trionfale ad ogni sguardo che vi si posava contro, come se fossero altri giocolieri pronti ad impegnarsi nel loro numero migliore non appena fossero stati adocchiati. Le Fate svolazzavano ancora intorno il pagliaccio al centro della piazza gremita di persone, mentre nuove creature, una più strana dell'altra, saltellavano o squittivano da gabbie particolarmente grandi. Si trattava di una vera e propria baraccopoli, un insieme di casupole di legno a formare una sorta di treno dai numerosi vagoni. In ognuno di essi, era possibile osservare un'attrazione perfetta, oltre che diversa da quella precedente e quella seguente.

Il circo arriva inaspettato.
Nessun annuncio lo precede,
niente volantini né affissioni o cartelloni, nessuna menzione sui giornali.
Spunta così, semplicemente, dove ieri non c'era.

E così era successo. Non c'era stata grande pubblicità per quella riunita combriccola di artisti di strada. La loro magia sposava la bellezza, unendosi per avvicinare a sé la strada del Fascino con la lettera maiuscola. Alcuni li definivano trucchi del mestiere, qualcun altro li considerava cose di poco conto; ma i bambini e i ragazzi, oltre che l'intera categoria dei Sognatori, la pensavano diversamente. Per loro era Magia allo stato puro, una tipologia che non si insegnava in alcun luogo, non in un'accademia né in un circolo culturale. Gli Schiopodi sparavano scintille di fuoco dalle loro code biforcute, facendole schioccare contro le gabbie di ferro in accenni di una danza che stranamente non stonava con la loro precisa natura; i palloncini colorati, tanti e di tante forme, salivano in cielo come lanterne cinesi, esplodendo istante dopo istante per dar vita a fuochi d'artificio dalle svariate tonalità e figure; birilli e cerchi facevano da contorno ad un insieme di giocolieri, tutti svolazzanti come se dotati di ali invisibili: prima in alto, poi in basso, poi capriole come se i loro corpi fossero fatti di gomma malleabile. «Prego, bellezze, prego!» scandì per l'ennesima volta la voce del clown dall'aria leggermente poco ironica. Il sorriso che si stampò in faccia non aveva tanta affabilità quanto ci si sarebbe aspettati da un ruolo come il suo; si inclinò leggermente in avanti, salendo su una piattaforma rialzata, un cubo marrone che sembrava essersi tramutato in una colonna all'ingresso dell'intera zona a festa. «Il Circo della Notte apre al crepuscolo e chiude all'aurora! Avanti, signori e signore, da questa parte! Lo Schiopodo Ballerino a destra, i mangiafuochi e i giocolieri a sinistra! E... la Donna Rossa in fondo, occhi aperti!» disse, ora in bella vista da parte di tutti. Snocciolò altre attrazioni, altri nomi presaghi di misteri e segreti in grado di accendere la curiosità. Fra i tanti volti nei dintorni, una ragazza particolarmente carina sembrava essere leggermente spaesata. La folla era troppa, fermarsi non era il caso, faceva bene a procedere, anche se senza una meta. Due bambini, gemelli biondi, un maschio e una femmina, le si pararono davanti. Indossavano lo stesso completo azzurro, il primo simile ad un principino con i capelli ben pettinati in un lato, la seconda come una dama di altri tempi, i boccoli d'oro che le scendevano a incorniciare il viso a forma di cuore. Entrambi gli occhi, però, erano di un viola intenso. «Signorina, le andrebbe di vedere il nostro numero? Stiamo per iniziare, ci segua!». Avevano sorriso insieme, parlato insieme, ammiccato insieme. All'unisono, interamente all'unisono. La cosa stupiva non poco, era come una stessa anima divisa in due corpi. Ma non avevano un aspetto funesto, al contrario sembravano divertiti e divertenti. Corsero via, nella speranza che la bella fanciulla li seguisse.
 
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view post Posted on 2/9/2016, 22:53
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Amber Serenity Hydra
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Davanti a quelle luci, Amber si sentì meno sola. Era in mezzo alla folla, certo, fisicamente non si poteva dichiarare l'unica presente, ma dentro di se, il vuoto, era un eterno compagno. Ma la vivacità di quello spettacolo, lo stupore dei passanti, e la carovana animata di tendoni, cambiarono momentaneamente quella situazione. Proseguì, seguendo la via principale, senza prendere realmente una decisione, senza scegliere la prima attrazione da vedere. Non le sembrava intercorso troppo tempo da quando era uscita dal castello, a quando era giunta lì, e non se ne stava nemmeno preoccupando, il tempo aveva perso importanza, di fronte allo stupore, quasi infantile, che si ritrovava a provare. La tassina sembrava tornata una bimba e, per quanto il Clown continuasse ad inquietarla, il resto del Circo l'affascinava. Ogni gioco, ogni attrazione, sembrava richiamare la sua attenzione, voleva compiere con ordine il suo giro, eppure qualcosa glielo impediva. L'idea di tornare indietro, svanì dalla sua mente, ora che era in ballo, perché non ballare?
La voce stridula del Pagliaccio, le diede un informazione importante, per la seconda volta, difatti, egli nominò la Donna Rossa.. beh, la prima l'aveva nominata una bimba, ma il concetto era comunque quello. Sicuramente era la cosa che voleva vedere per prima. Fece appena in tempo a comprendere la direzione da prendere per proseguire, che due bambini le si pararono davanti.
Erano uguali, uno era chiaramente un maschio, ma erano praticamente identici, nel vestiario e nella fisionomia. Li trovò strani, parlavano anche in sincrono, ed erano davvero molto bravi, quasi lo facessero da sempre.

«Signorina, le andrebbe di vedere il nostro numero? Stiamo per iniziare, ci segua!» le dissero, prima di iniziare a dileguarsi nella folla. Se non si fosse data una mossa, avrebbe potuto perderli di vista. Scegliere il "da farsi" però, non era semplice, lei era un creatura particolarmente curiosa, ma cosa l'attraeva di più tra la misteriosa ed ancora mai vista, Donna Rossa.. o i bambini, tanto simili a due bambole, sincronizzati?
Si sistemò appena la tracolla, e poi decise di muoversi, ma di non seguire i due bambini, lo spettacolo stava per iniziare, forse era sciocco non seguirli, era difficile che potesse ripetersi la cosa, ma la Donna Rossa, era l'attrazione che più la intrigava in quel momento. La testardaggine di Amber era rinomata, avrebbe voluto avere un programma del Circo, per pianificare bene cosa visitare e quanto, ma non aveva visto nulla di simile, in giro, tanto valeva seguire l'istinto.*..e poi.. se hanno bisogno di attirare gente in quel modo, forse non sono poi così bravi come la Donna Rossa* , pensò, iniziando a dirigersi nella direzione indicata dal Clown.
Una parte della biondina era dispiaciuta per quei bimbi, e sicuramente si sarebbe tenuta la curiosità sul loro spettacolo, ma c'era altro che valeva di più la sua attenzione, meno sapeva di quella Donna Rossa, e più voleva sapere. Era proprio il non averla ancora vista ad attirare la tassina.
Quel Circo della Notte, era l'emozione che non si sarebbe aspettata di trovare in una semplice passeggiata..

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view post Posted on 3/9/2016, 09:49
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Era l'idea di non essere più soli a dispetto della solitudine, l'idea di non essere più in ansia a dispetto del proprio presente, l'idea di voler credere alla magia sebbene la si conoscesse per davvero da tantissimi anni, tutto quello e altro ancora evocavano potere in ogni angolo del Circo della Notte. Bastava girarsi di pochi centimetri per essere abbagliati da luci scintillanti, una più forte dell'altra come in una gara senza capo né coda; spostarsi a sinistra equivaleva osservare attrazioni straordinarie, dirigersi verso la direzione opposta avrebbe potuto condurre ai giocolieri e a chissà quali e quanti altri artisti.

Questa non è magia.
Questo è come funziona il mondo, e pochissime persone si fermano ad osservarlo.
Guardati intorno.

L'invito di non chiudere gli occhi per nessun motivo al mondo pulsava in ogni cuore dei presenti. La stessa ragazza dai capelli color dell'oro, in grado di attirare qualche sporadica Fata svolazzante nei dintorni, aveva capito fin dal principio che il tanto familiare villaggio di Hogsmeade quel giorno non fosse più lo stesso. Diverso, cambiato, stravolto: in bene o male, ecco, dipendeva dal punto di vista di ciascun viandante. Ma la bellezza dei colori, il fascino dei suoni e delle risate dei bambini, tutto non faceva che confermare la positività di quella trasformazione. Le scelte iniziali condussero Amber lontana dai due gemelli che l'avevano incontrata pochi attimi prima. La Donna Rossa aveva un'etichetta troppo interessante per poter essere ignorata. E il Circo, di qualsiasi entità e particolarità fosse per davvero, non era un posto famoso per la pazienza e l'ordine assoluto: si iniziava in un punto per arrivare in un altro senza alcuna fretta né costanza; si poteva raggiungere il traguardo per poi tornare all'ingresso, qual era l'esatto confine di quel labirinto così affascinante? Nessuno. La voce del pagliaccio tornò a galleggiare nell'aria, questa volta dando l'idea di aver preparato il suo discorso fin dal principio. Le parole fluivano veloci l'una dietro l'altra al pari dei vagoni dell'Espresso di Hogwarts, mentre le mani del clown attiravano l'attenzione come se fosse un naufrago su un atollo in mezzo al mare.

«Non un incanto, non arte finta,
signore e signori, l'anima non è estinta
ora quasi non par distinta!»

I palmi batterono l'uno contro l'altro in un suono talmente amplificato da far scattare tanti volti in quella direzione. Accadde in un attimo. Un'esplosione di luce invase l'intera zona di festeggiamenti, rendendo difficile qualsiasi visuale per ogni presente. Non appena le palpebre si sollevarono di nuovo, al posto di ogni Mago, Strega e bambino si scorsero figure identiche. Occhi viola, capelli biondi, completi azzurri indossati con grazia, statura bassa, pelle diafana e un sorriso a trentadue denti. Un bambino e una bambina, due gemelli, ovunque. Non c'era un solo Mago che non si fosse trasformato in quel principino biondo, i capelli pettinati con una fila precisissima; non una sola Strega non era stata tramutata nella damigella dal vestitino chiaro, i boccoli d'oro pendenti sulle spalle come una corona liquefatta. Identici. Tutti identici. La stessa Amber, se avesse osservato se stessa anche solo con uno sguardo verso il basso, avrebbe notato un corpo diverso, un abito carino ma non suo, niente più borsa a tracolla né altri suoi oggetti. E la bacchetta magica? Sparita anch'essa. Amber Hydra era diventata la bambina che aveva scorto poco prima. Tutti lo erano diventati. Le due figure dagli occhi viola - reali o meno? - salirono accanto al ragazzino-pagliaccio ancora sul cubo marrone. Qualcuno stava mormorando, qualcuno stava per arrabbiarsi. Faceva paura. Non era un'attrazione. Un attimo dopo, i due gemelli rialzati sulla piattaforma si mossero all'unisono: le mani avanti, come a spingere un vetro invisibile; poi in alto, come a scoprire un tetto difficile da sollevare; poi a sinistra, a destra, in ogni lato, dando l'impressione di essere stati chiusi in una scatola di vetro invisibile. Mimi. Erano mimi. Ed erano perfettamente sincronizzati. Lo erano tutti, perché ad ogni loro movimento, ogni presente, inclusa l'alunna di Hogwarts, li seguiva come un burattino appena intagliato nella realtà. Concentrati.
Un lampo. Una voce. Un pensiero.
Chi aveva parlato? Amber aveva sentito. Ma chi si era rivolto verso di lei?
Ovunque, i gemelli biondi.
Ovunque, sorrisi ed espressioni diverse, chi preoccupato e chi sorpreso.
 
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view post Posted on 4/9/2016, 16:42
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Amber Serenity Hydra
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Che quel Circo fosse affascinante, non c'erano dubbi, Amber seguiva la folla con la certezza che qualcosa di buono ne avrebbe tratto. La sua poca conoscenza di quel tipo di "arte", le faceva credere di volerne sapere il più possibile. Le luci che, ad intermittenza, la coglievano alla sprovvista, erano la cosa che più le piaceva di quel posto.
Era ad Hogsmaede, eppure non era lì, perché il villaggio era stato trasformato, perché il rampicante che il Circo della Notte aveva piantato, era cresciuto tanto da imbrigliare ogni cosa, facendole credere di essere finita in luogo totalmente nuovo..
La tassina si era ormai abituata al vociare continuo e costante della massa di spettatori e, contrariamente al suo solito, non la rifuggiva .. normalmente avrebbe cercato un posto meno affollato in cui trascorrere la serata, o comunque meno "rumoroso", ma quell'occasione era speciale, c'era qualcosa che valeva la pena vivere. Mentre si dirigeva in direzione della Donna Rossa, riflettendo tra sé e sé, sul motivo per cui le era stato attribuito quel nome, il Clow parlò ancora.

«Non un incanto, non arte finta, signore e signori, l'anima non è estinta ora quasi non par distinta!» Le fu difficile capire il significato di quelle parole, nella loro totalità, e non ebbe il tempo di farlo. Appena quell'uomo batté le mani, qualcosa di strano accadde. Amber venne accecata, momentaneamente, da un potente fascio di luce, quando ebbe la possibilità di aprire di nuovo gli occhi, pregò che tutto fosse solo un terribile incubo.
Attorno a lei, ognuno, ogni singola persona, aveva assunto le fattezze dei due bambini, proprio quelli che prima aveva ignorato.. quelli che l'avevano invitata al loro spettacolo. * non è possibile!* pensò, che fosse quello il loro spettacolo?
Se solo gli altri avessero mutato aspetto, allora si, allora vi avrebbe creduto.. ma, nel tentativo di afferrare la sua tracolla, si accorse che non c'era più. E non era solo quella ad essere cambiata, anche i vestiti, e probabilmente anche statura ed occhi, perché perfino la tassina era diventata un clone di quei bimbi.
Subito, il cuore iniziò a battere all'impazzata nel suo petto, ed i tentativi di calmarsi furono vani, sormontati da una terribile sensazione di impotenza. *..è solo un trucco.. deve essere solo un trucco! *
Sensazione che venne confermata, quando gli stessi bimbi, salirono sulla pedana davanti a lei, ed iniziarono a muoversi. I loro movimenti venivano replicati in modo identico anche dalla folla.. anche da Amber, che pareva non avere il controllo del suo corpo.
Era tesa, era spaventata, e quel che era peggio, era che non riusciva a pensare a niente, non sentiva nemmeno di possedere la sua bacchetta, e quindi come avrebbe potuto difendersi? Come sarebbe uscita da quella situazione? Più i bimbi si muovevano, e meno lei era convinta che fosse solo un trucco.. era troppo spaventoso per poter piacere davvero a qualcuno.. chi era tanto sadico da apprezzare uno spettacolo simile? E se quello era il Circo, allora no, lei non ci sarebbe tornata una seconda volta.
Con il respiro affannato, e la paura nel cuore, Amber cercò di trovare spiegazioni a tutto quello che stava accadendo, ma non ne trovò nessuna. Riuscì però, a darsi una colpa, non aveva seguito i bambini, e se quella non fosse altro che una loro ripicca?

Poi, una voce fermò i suoi pensieri. Una sola parola, ma un faro di speranza per la biondina, ora piena di boccoli.

Concentrati, le disse.
Cercò la fonte di quella voce, dove possibile, ma attorno a lei non c'erano che cloni su cloni, inquietanti piccoli bambini, e nessuno di loro pareva possedere una voce, o anche la sola intenzione di parlare. Che stesse impazzendo?
Doveva concentrarsi, sembrava quasi un ordine, ma su cosa?.. i bambini, forse.
Ma come? * come..?* chiese a se stessa, riflettendo su quell'unica parola che aveva udito, mentre il cuore ancora le batteva come un folle, e tutti i suoi pensieri volgevano al tragico.
Non sapeva se concentrarsi più sui possibili, macabri, finali di quella vicenda o sul mantenere una calma.. provò comunque la seconda, almeno per recuperare la sua razionalità.


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view post Posted on 13/9/2016, 11:13
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I primi sintomi di paura strisciarono come abili serpenti in ogni cuore, stringendo i presenti in una stretta senza inizio né fine. Asfissiante, avrebbe detto qualcuno. Potente, avrebbe pensato l'organizzatore del Circo della Notte. Il cielo era trapunto di stelle, le luci spazzavano qualsiasi preoccupazione, perfino i fuochi d'artificio facevano da sfondo ad una situazione che non avrebbe dovuto far tremare neanche una foglia. Eppure, tutto era cambiato. La folla riunitasi, volente o nolente, attorno il clown, adesso non desiderava più restare ferma in quel punto. Voleva continuare ad esplorare i vagoni di quel regno simile ad un immobile treno, di certo non si augurava di perdere le proprie fattezze a favore di quelle di due marmocchi in carne ed ossa. Stesso discorso non sembrò essere accettato, tacitamente, dai piccoli gemelli biondi, perché i loro movimenti non si interruppero né quell'ordine magico si frantumò nei corpi di tutti i presenti. La mano destra salì in alto, poi fu il turno della sinistra. Si toccarono, si sfiorarono, si unirono. Ogni gesto era scandito alla perfezione, ogni anima di quel cerchio circoscritto era comandata da un potere più grande di qualsiasi altra cosa, come se fosse un riunito gruppo di burattini i cui fili venivano tirati da due dispettosi commedianti, identici nel fisico quanto nella mente. La musica non aveva più la sua bellezza, i colori divennero spenti. Quello spettacolo non piaceva, quello spettacolo incuteva timore. I due bambini ne erano a conoscenza?

Nessuno di loro ha il minimo sentore di quali siano le cose possibili in questo mondo, e il peggio è che nessuno di loro ascolterebbe se tu tentassi di illuminarli.

Occorreva porre un freno all'intera pièce teatrale, il fascino del Circo non poteva essere distrutto a causa di un paio di spiriti infantili. Il problema era e sarebbe stato sempre uno: come interrompere un contatto del genere? Come ripristinare la realtà, senza basi sulle quali ragionare per arginare il problema? La principessina incontrò lo sguardo della studentessa di Hogwarts, ancora tramutata nella sua perfetta copia. Le sorrise e così fece il fratellino accanto. Poi spostò la gamba in avanti, prima la destra, poi la sinistra. Camminò in una marcia eterna, senza abbandonare la postazione sul cubo guadagnata in precedenza. Passeggiava su se stessa, tutti iniziarono a seguire il suo esempio. E mentre la folla diveniva esercito, le labbra della fanciulla articolarono sillabe assenti, senza parlare, soltanto mimando. Cosa diceva?
Divertiti
Un altro lampo. Veloce, fulmineo, scattante.
La mente di Amber fu stravolta per un attimo, le dita della mano destra formicolarono come se stanche di essere immobili. Tutti i presenti osservavano i gemelli, entrambe le mani alzate a formare un cerchio sulla testa. La mano destra della Tassorosso, tuttavia, era ancora abbassata nella posizione precedente.
Spezza gridò qualcuno. Ma nessuna voce era giunta alla realtà. Spezzare cosa? E la marcia riprese, riprese per tutti.


 
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Amber Serenity Hydra
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Intorno a lei, tutto era comandato dai due bimbi. Il gioco era bello finché durava poco, o così aveva sentito dire dal nonno, e quel gioco stava durando troppo.
Non le piaceva non avere il controllo del proprio corpo, e l'angoscia che si agitava nel suo petto, aveva tutte le ragioni di esistere.
Per quanto potesse davvero trattarsi di uno spettacolo, la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato, non accennava a lasciarla.
Se prima qualcuno poteva esserne rimasto stupito, ora lei vedeva chiaramente che la cosa stava assumendo un risvolto inquietante, per tutti. Le sue braccia si mossero senza che vi opponesse resistenza, secondo una coreografia inventata dai piccoli burattinai.
Era chiaro che a controllare tutto e tutti fossero proprio i gemelli diabolici, così aveva appena deciso di chiamarli. Che quello fosse tutto un "dispetto" perché nessuno li aveva assecondati prima, lei compresa?
Ma erano ancora bambini.. come potevano avere un simile potere?
Nel suo ispezionare, solo con lo sguardo, ciò che la circondava, Amber incontrò gli occhi purpurei della bimba, ed un brivido le percorse la spina dorsale.
Non era normale, niente lo era.
Tutto la inquietava, e quel contatto visivo non aveva fatto che peggiorare la situazione, convincendola che nulla di tutto quello che stava accadendo, fosse solo un incubo. Ci aveva sperato, si. Aveva sperato di risvegliarsi di lì a poco, in dormitorio, circondata dalla voce delle sue compagne di stanza. Ma non sarebbe mai successo nulla di tutto ciò.
Poco dopo, iniziò una marcia sul posto, seguita ed eseguita da tutti i presenti.. non che fosse una novità, non più.
Ma quello che le garantì un secondo brivido, fu un chiaro "Divertiti", mimato dalla piccola burattinaia.
L'odio per quei due, tranquillamente posizionati sul loro piedistallo, crebbe passo dopo passo. Quella piccola ed insulsa parola, aveva preso possesso della sua mente, e di nuovo ebbe la sensazione che il suo corpo fosse sul punto di muoversi senza controllo.
Poteva davvero lasciare che la controllassero così?
Si accorse, però, che la mano destra, quella che sembrava si stesse formicolando, non eseguiva l'ordine impartito sulla massa.
Forse un modo c'era!

Spezza, un grido, nella sua mente. Di nuovo nessuno aveva realmente parlato ad alta voce, erano tutti intenti a riprendere la marcia. Ma che quella fosse la risposta alla sua implicita domanda? La risposta era spezzare quello che la legava ai bimbi, che legava tutti a loro. Doveva interrompere il controllo che avevano su di lei. La sua mano, in qualche modo, le aveva dato la speranza.. c'era una possibilità.
Amber avrebbe tentato con tutta se stessa, provando in tutti i modi consentiti.
* e va bene.. provarci non costa niente.. devo liberarmi di loro!*
Provò a chiudere gli occhi, ed a concentrarsi solo su se stessa, a non pensare al fatto che fosse circondata da piccoli cloni, identici a lei.
Visualizzò nella mente solo il suo corpo, così come ricordava di essere prima di venire trasfigurata.
Successivamente, tentò di percepire il suo corpo, partendo dalle mani, dalla destra, se aveva sentito il formicolio, voleva dire che poteva ancora sentirla, e muoverla a suo piacimento. Tentò di chiudere le dita in un pugno, un semplice tentativo, per prendere lentamente possesso del suo corpo, attraverso la sua volontà. Se fosse riuscita in quel piccolo gesto, si sarebbe poi concentrata sul fermare la marcia delle gambe. Un passo alla volta. Doveva pensare di farcela, o non sarebbe mai finita.

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view post Posted on 27/9/2016, 16:58
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Forse altre menti stavano collaborando, forse altri pensieri stavano prendendo vita, forse Amber non sarebbe stata sola per tutta la durata dello spettacolo, sempre se quella definizione potesse ormai valere ancora. Le espressioni dei presenti, condizionati alla legge invisibile dei due gemelli biondi, non erano cambiate di una virgola né avevano mostrato il minimo segno di una preoccupazione più segreta di qualsiasi altra cosa. Andava bene così, quello era il messaggio che traspariva sui loro visi; non uno soltanto avrebbe detto il contrario, non uno soltanto avrebbe espresso un parere diverso.

Vogliono credere che la magia sia solo un inganno, perché se la credessero reale passerebbero le notti in bianco, terrorizzati dalla loro stessa esistenza.

Non faceva paura, non per coloro che non esternavano alcunché. Prima un passo, poi un altro, infine un altro ancora. I piedi, quelli di tutti, procedevano su se stessi come in una marcia di un esercito appena assoldato senza alcun pagamento, alcun valore, alcuna richiesta scritta o articolata a voce. A che pro parlare, per l'appunto, se un invisibile Imperio stava prendendo potenza istante dopo istante? Non era chiaro il sistema utilizzato dai due bambini per avere tra le mani i corpi di così tanti spettatori, non si trattava affatto di stupore né di una magia visibile dai più esperti; era forse un'abilità fuori dall'ordinario? Oppure qualcosa che saltava schemi su schemi senza neanche un ostacolo? Impossibile a dirsi. Nessuno dava segni di resistenza, del resto... andava bene così. Spezza!
Il comando questa volta fu più forte. Non somigliava ad un ordine di un legislatore in carne ed ossa, quanto di un invito velato dalla paura, un monito a fare qualcosa di difficile, ma che andava fatto. A quanto pareva, "non andava più bene così". Qualcuno si stava ribellando. O qualcosa, anche quello era da prendere in considerazione. Nessuno aveva articolato quella parola, il verbo era tanto solitario quanto astratto e aveva attecchito con le sue anonime radici soltanto nella mente di una ragazza, la stessa che stava opponendo se stessa al proprio Sé: metafora, quella, che in pochi avrebbero effettivamente afferrato al volo. Partì tutto come un formicolio piacevole, che interessò le dita della mano destra e poi della sinistra, prima che il pizzicore divenne fastidioso, quasi bruciante, come se i sensi fossero stati acuiti ad invitare la fanciulla a grattarsi, grattarsi, grattarsi... Via da lì tuonò qualcuno, un lampo improvviso nei pensieri della studentessa di Hogwarts. Le mani si erano chiuse a pugno, i piedi avevano smesso di camminare. Non stava marciando, non stava seguendo ordini di due infanti sconosciuti. Doveva andare via, quello era chiaro. Ma dove? Via dal Circo? Sarebbe stata una buona idea, tuttavia diversi erano i fattori contrari alla stessa ipotesi: qualcuno aveva cercato di attirare la sua attenzione attraverso sistemi poco noti alla Tassorosso, forse era il caso di indagare; inizialmente si era interessata ad un'attrazione in particolare, forse avrebbe potuto divertirsi ancora; adesso che il controllo psichico non sussisteva più, i bambini la stavano osservando con espressione sorpresa, forse era il caso di fuggire. Il Circo era tornato a risplendere, luci e colori e ancora suoni avevano abbracciato nuovamente Amber. Non faceva più paura, era intenso e straordinario, valeva davvero la pena perdere un'occasione come quella? E i due gemelli, avrebbe dovuto interromperli in qualche modo? La folla continuava a marciare, rapita. A lei la scelta, come sempre.
 
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view post Posted on 29/9/2016, 07:57
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In sospensione, Amber attese.. sperando di riuscire a sentire nuovamente il proprio corpo, sperando di poterne avere di nuovo il controllo. Intorno a lei, nulla era cambiato, i burattini venivano mossi sempre dai due bimbi, e nessuno di loro sembrava voler fare diversamente, nessuno tranne lei.
Spezza!, ancora quella voce, ancora quella parola, la tassina era l'unica a sentirla? Probabilmente si, perché nessuno sembrava stranito quanto lei.
Usò ogni briciolo di determinazione presente nel suo corpo, per fare ciò che era richiesto, per spezzare la corda che la teneva legata, assieme al resto della mandria. Il formicolio alla mano destra, iniziò ad espandersi, raggiungendo prima la sinistra.. e poi, via via, il resto del corpo. Poteva sembrarle un buon segno, e probabilmente avrebbe anche sorriso, sollevata dal fatto di potersi muovere.. se non avesse iniziato a sentirsi una torcia umana.
Non era proprio una sensazione piacevole, anzi, ed era un bruciore ben diverso da quello del fuoco in sé, era qualcosa che veniva da dentro, ed i suoi battiti aumentarono, tra paura e senso di impotenza, ancora presente, in parte. L'istinto le suggeriva di porre fine a quel bruciore, di porre fine al prurito, di grattarsi finché non fosse tutto finito. Se ci fosse riuscita, lo avrebbe fatto..
Poi, sentì di nuovo la voce.

Via da lì era chiaro che, ancora una volta, aveva sentito solo lei quelle parole, risuonarono come un imperativo, dandole il via per qualcosa che avrebbe comunque voluto fare. Andarsene.
Si rese conto di potersi muovere, di aver smesso di marciare, e di essere l'unica a comportarsi in quel modo. Ci era riuscita, in qualche modo aveva "spezzato" la corda, ed ora non poteva rimanere ferma. L'ultima cosa che voleva, era che i due bimbi la scoprissero e la riportassero in mezzo ai loro burattini.
Per quello, però, era tardi.
Amber incontrò lo sguardo dei gemelli, incuriositi dal fatto che lei avesse smesso di essere sotto il loro controllo.
Non rimase lì, non rimase a guardarli, ma cercò in tutti i modi di farsi largo tra la folla, per uscire dall'area di controllo, non si premurò nemmeno di vedere se avesse assunto di nuovo le sue vere sembianze, finché non raggiunse un punto "sicuro".

Con il cuore che ancora galoppava nel suo petto, ed una sensazione fastidiosa addosso, la tassina provò a ragionare, osservando la folla, ancora rapita ed in marcia.
Come era possibile che due bambini riuscissero a comandarli tutti?... senza apparente sforzo, per giunta! Chi erano? Era quello il numero che aveva previsto? Era qualcosa di "normale" per un Circo?
Era davvero ignorante in materia, era la sua prima volta e non sapeva quanto lo spettacolo potesse essere considerato reale.
Esagerare era normale? Forse si.. forse in quell'ambiente funzionava così.
Che fosse un trucco o una truffa, non le importava più, ne era uscita, e tanto le bastava per potersi calmare.
Il suo istinto primario sarebbe stato quello di andarsene, di uscire dal Circo, da Hogsmeade, e tornare dritta in dormitorio, ma non lo fece.
C'era alcune cose che voleva capire, per prima cosa: la voce guida, così l'aveva definita lei.
Chi era? Dov'era? Non poteva essere distante, e poi, la Donna Rossa, il suo primo obiettivo, era il caso di andare da lei?
Il fascino di quel Circo era tanto, e forse era quello il motivo per cui la ragione di Amber si stava perdendo. Il primo spettacolo, non era stato divertente, ma forse era solo lei ad essere esagerata. Magari di lì a poco i bimbi avrebbero smesso, ringraziato e tutto sarebbe tornato normale anche per gli altri.
Era un'occasione troppo unica per essere sprecata, avrebbe passeggiato ancora per il Circo, in direzione della Donna Rossa.. sperando di non rimanere intrappolata in altro.
Avrebbe voluto capire da dove venisse "la voce", giusto per premurarsi di non essere totalmente impazzita.

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view post Posted on 30/9/2016, 19:13
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Si trattava di una scelta, tanto per cambiare. Si trattava sempre di scelte. Andare via da quel luogo di colori e vivaci esplosioni non sarebbe stato difficile, bastava girare i tacchi e considerare una strada diversa, probabilmente più sicura per l'assenza di avventure e visioni fuori dall'ordinario. Oppure si poteva proseguire, avanti oppure a destra, ma anche a sinistra oppure in alto, in basso, di lato... qualcuno avrebbe detto ovunque, qualcun altro avrebbe semplicemente scosso il capo, nella speranza che quel cenno banale divenisse monito a qualsiasi stolta viandante, invitandola a fuggire l'abbraccio di suoni misteriosi il più in fretta possibile. Un giocoliere volteggiò sui suoi grandi e alti trampoli gialli proprio di fronte la figura della giovane studentessa di Hogwarts, riservandole un sorriso che quasi somigliava ad un'espressione macabra per via della maschera bianca che indossava. Il suo volto era a diversi metri distanti, il corpo era allungato come se fosse stato quello di una molla: gli Incantesimi non avevano capo né coda, non in un posto del genere dove la magia non era una novità, ma una variante. L'artista borbottò qualcosa, il vestito variopinto a fare da sfondo ad una personalità tutto sommato allegra. Tra le mani stringeva una corda spessa e ad anelli, interamente di ferro, che faceva giungere da un palmo all'altro con rapidi colpetti dalle due estremità. Spogliati!
La Voce, se così poteva essere definita per davvero, giunse inaspettata, questa volta. Se nelle prime occasioni poteva essere stata scambiata dalla Tassorosso come una sorta di sussurro da parte di qualcuno vicino alla sua persona, adesso non avrebbe avuto legami di alcun genere. Il giocoliere era troppo in alto, la bocca era rossa per la tempera sulla grande maschera. Il viso era coperto, i suoni circostanti troppo alti per poter essere stracciati e poi distinti come fila di un abito incantevole. Quel verbo utilizzato, poi, non aveva molto senso: spogliarsi di cosa?

Sono stanco di cercare di tenere insieme le cose che non possono essere tenute. Cercando di controllare ciò che non può essere controllato. Sono stanco di negare a me stesso quello che voglio per paura di rompere le cose che non sono capace di risolvere. Si romperanno, non importa quello che facciamo.

La corda si tese, saltò verso l'alto con un ultimo colpetto da parte dell'uomo sui grossi trampoli color girasole. Il cielo ormai velato dalla Notte parve oscurarsi ancor di più per un solo istante, prima che la frusta scendesse a serpeggiare verso l'esile corpo della bella bambina bionda, la stessa che era sfuggita alla sua fasulla gemella. Il petto e il torace furono avvolti dalla fune, lo stesso accadde per una donna e un giovane ragazzo nelle vicinanze. «Volate, colombe, volate!» disse qualcuno. La voce era udibile, non era un pensiero, ma difficile affermare se fosse stato il giocoliere o meno: la maschera celava la sua identità, rappresentandone un'altra. E in un ultimo suono squillante, la corda tornò al suo palmo e i tre prigionieri salirono in alto, volando per davvero. I piedi lasciarono quel caldo suolo, librandosi insieme come tre splendide falene. Le stesse Fate scintillanti intraviste all'inizio tornarono di nuovo, interessate a nuovi compagni di avventura nel loro mondo lontano dalla terra calpestata. Danzarono l'una verso l'altra, giocando con i capelli biondi di una ragazza ancora bambina. Letteralmente.
La situazione è chiara, sei partecipe di un'altra attrazione. Presta ancora attenzione ai comandi che riesci a percepire nella tua stessa mente. Non sono sempre chiari, prova ad interpretarli secondo il tuo parere. E attenzione a quanto detto e non detto.
 
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view post Posted on 3/10/2016, 08:27
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Uscita dalla follia di quello spettacolo di burattini, si perse di nuovo, tra le esibizioni itineranti. Non era ancora il momento di tornare in dormitorio.
Osservò, rapita, un trampoliere a pochi passi da lei, faceva volteggiare degli anelli, all'apparenza enormi, tenuti da una corda, ed era sempre più difficile staccargli gli occhi di dosso.
La magia non era certo una novità, per lei, ma era particolare il modo in cui veniva adoperata in quel Circo, era sicuramente quello, uno dei motivi che l'aveva convinta a rimanere.
Poi, la voce tornò, proprio mentre i grandi occhi verdi tornavano a riempirsi dei colori di quella notte..

Spogliati!
Un altro imperativo, decisamente più assurdo da assecondare, la costrinse a guardarsi attorno. Ancora una volta, però, quella voce non sembrava appartenere a nessuno nelle vicinanze. Riusciva a sentirla, ma non poteva dargli un volto.
*Cosa?.. non esiste!* replicò, più a se stessa che alla voce, di certo lei non si sarebbe spogliata.
Aveva ancora gli abiti della piccola burattinaia, ed in effetti, anche la statura era rimasta la stessa, uscire dalla folla non era bastato a far svanire l'effetto di quell'incanto, almeno non totalmente.
Ebbe appena il tempo di chiedersi se non fosse quello, ciò a cui la voce cercava di dirle, che una corda le si avvolse attorno al corpo.
Spostò lo sguardo verso l'alto, e vide che era stato il trampoliere stesso a legarla, e che non era la sola in quella condizione. Come lei, c'erano anche una donna ed un ragazzo.
Non ebbe però, nemmeno il tempo di pensare a come agire, che si ritrovò sospesa, a metri dal terreno. Stava volando, non certo per sua volontà, ma su indicazione di una voce ben più real, che fosse quella del trampoliere o meno, non era proprio riuscita a capirlo. Il terreno si allontanò gradualmente dai suoi piedi, e lo stupore lasciò pian piano il posto al senso di nausea che la prendeva in momenti simili. Amber aveva sempre sofferto di vertigini, e quel caso, beh, non faceva eccezione.
In men che non si dica, fu circondata da piccole fate, incuriosite dai capelli biondi, ancora acconciati in boccoli biondissimi.
La situazione poteva ritenersi migliore di quella precedente?
La tassina non sapeva come rispondere a quella domanda, ma certamente non avrebbe voluto rimanere sospesa in quel modo molto a lungo.
Quel posto era vivo, sul serio! Non poteva credere di essere finita "in trappola" un secondo dopo essersi liberata da quella precedente. Non era nemmeno nella posizione ideale per replicare troppo.. alla fine, stavano facendo qualcosa di male quegli artisti? Probabilmente no, forse il Circo era quello, e forse lei avrebbe dovuto solo imparare a godersela, una volta tanto.
Qualcuno, di sua recente conoscenza, avrebbe sicuramente reagito in modo differente, e già poteva immaginarselo con un sorriso stranito e divertito al tempo stesso.
Ma per lei era differente.
Cercò il volto di colui che la teneva legata ad una corda, come un palloncino in mano ad un bambino. Dopo aver dato una rapida occhiata anche ai suoi compagni di avventura, ed alle fatine, che ancora giravano attorno ai suoi capelli, come fossero un parco giochi.

«Conosce la Donna Rossa? » provò a chiedere, per niente sicura di ricevere una qualche risposta.
Visto che dovevano volare, perché non andare almeno nella direzione giusta?
Temeva che, divincolandosi, sarebbe caduta a terra, ed avrebbe volentieri evitato di farlo. Allo stesso tempo, mantenere il controllo delle sue vertigini, era quasi impossibile.. provava a guardare avanti, ma non sarebbe bastato così poco, a lungo andare.
Ancora stava pensando a quell'assurdo comando, all'ultima cosa che la voce le aveva detto: Spogliati!
Ma cosa voleva dire?
I primi li aveva capiti, ed era riuscita a liberarsi dai burattinai, ma spogliarsi cosa voleva dire? E come poteva ora, che non riusciva nemmeno a muoversi molto?
Avrebbe dovuto farlo prima, forse, quando ancora none era legata.. ma l'idea di togliersi quel visto, sebbene non di suo gusto, in pubblico, non era proprio di suo gradimento. Faceva fatica perfino a cambiarsi in dormitorio.
Quanta fiducia doveva riporre in quella voce? Se fosse stato tutto solo un altro trucco?

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view post Posted on 5/11/2016, 12:40
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E salirono, salirono sempre più in alto, sempre più in alto. Raggiunsero le stelle, si lasciarono avvolgere dalle stesse come se fosse la cosa più normale del mondo. Era puro incanto, qualcuno avrebbe davvero potuto osare dire il contrario? Le Fate scintillarono al chiarore della luna, lontana e vicina al contempo man mano che la corda, stretta attorno i corpi di quei partecipanti fortunati, vinceva la forza di gravità senza chissà quali ostacoli. Forse la ragazzina bionda aveva ragione, forse il Circo della Notte era di per sé magico, senza alcuna finzione. Vivido, vivo, vivace: altro che allitterazioni di poco conto, in quel frangente soltanto l'emozione avrebbe ottenuto un posto d'onore in quei diversi spiriti uniti per pura casualità. Sarebbe stata una sensazione intensa, se solo le vertigini non avessero cominciato ad infastidire quella bambolina così speciale; il vestitino luminoso che indossava quasi le donava una descrizione perfetta di Alice nel Paese delle Meraviglie, la protagonista dell'omonimo romanzo di un autore che qualcuno continuava a depennare dal Mondo Magico e che altri, forse più abili di numerosi storici, insistevano per annoverare tra i migliori Maghi della sua epoca. Probabile. Importante? Non proprio. C'era un solo dettaglio che avrebbe dovuto preoccupare la giovane studentessa di Hogwarts: non le vertigini, non il senso crescente di timori e confusione, neanche l'alternarsi di sorrisi e di espressioni preoccupate; un solo frammento ancora peccava nella sua struttura mancante: la Voce, la stessa che Amber percepiva di tanto in tanto come da lontano, nonostante fosse vicina tra i suoi pensieri. Era strano, senza dubbio, eppure era reale. O era un'altra illusione del Circo? Come avrebbe potuto comprendere il limbo fra finzione e assenza della stessa? Come avrebbe varcato quel traguardo impossibile da scorgere perfino da un'altezza ormai elevata? Dalle stelle ai vagoni di un treno abbandonato, che fungeva da dimora per tutti gli artisti di strada che stavano operando i loro incanti quella notte. Dal cielo alla terra. Amber sarebbe stata esattamente così? E per quanto tempo ancora avrebbe desiderato essere... sospesa?

La maggior parte delle ragazze è perfettamente capace di riscattarsi da sé, perlomeno quelle che valgono qualcosa, in ogni caso.

Il giocoliere si lasciò scappare una risata grossa, profonda, che quasi si infranse per una manciata di secondi nell'immaginazione piuttosto autentica che stava realizzando ormai da un po'. Le Fate erano sparite, allontanandosi lentamente con le loro ali brillanti, sfumando nel cielo gravido di profumi e suoni, oltre che di numerose luci, come se stanche di dover ammirare boccoli d'oro di una ragazzina che non degnava loro chissà quanta attenzione. Furono presto sostituite dal richiamo del pagliaccio sottostante, che con un altro scatto del braccio si premurò di spostare la corda e di conseguenza i personaggi attaccati verso una direzione imprecisata, facendoli ondeggiare come burattini. «Bimba bella, la Donna Rossa dici?» ripeté, un'altra risata ad accompagnare un volto nascosto a causa della maschera variopinta. «La Donna Rossa è ovunque!» Scattò verso sinistra, i trampoli a guidare i suoi passi, e un attimo dopo ritirò la corda con un brusco movimento, permettendo alla fila di partecipanti di quell'attrazione di ridiscendere verso terra come se sospinti da un invisibile soffio del vento. Ben presto Amber, insieme agli altri, sarebbe atterrata. E poi? Cosa avrebbe fatto? La bacchetta magica era nella tasca interna di quell'abitino che indossava e che non le apparteneva, quasi come se l'arma fosse apparsa improvvisamente. Conosceva Incanti utili per... per cosa? A pensarci bene, era vittima del potere del Circo della Notte. Come avrebbe reagito? Non prima che l'adrenalina sfumasse del tutto, la Voce tornò. Era insistente e per la prima volta, ergendosi al di sopra di tutto e tutti, si riconobbe come una voce femminile.
Devi spogliarti!
Un lampo, troppo breve per essere compreso, troppo lento per essere ignorato. Un comando, quel verbo - spogliare - che tornava di nuovo. Spogliarsi per davvero? Davanti a tutti? Era quello il messaggio della Voce? E ora che era di nuovo con i piedi per terra, Amber cosa avrebbe fatto?
Fidati!
Un altro imperativo, eppure... eppure presentava una nota di gentilezza. Lo era seriamente? Il giocoliere sparì dalla circolazione, cercando a gran voce nuovi uccelletti da far partire verso il cielo dopo averli legati alla sua corda. E la folla riprese a camminare, fin quando un bambino non tirò la manica di Amber. Un altro bambino. Occhi viola, capelli biondi. Ma non era il principino visto poco prima. Gli somigliava, tuttavia non era lui. O forse lo era? «Mi porti dalla Donna Rossa?» chiese, la voce squillante, il sorriso aperto a mostrare una finestrella nei denti davanti. La scena si ripeteva, il tempo si riscriveva. Non era accaduto qualcosa di simile prima? Il piccolino, più o meno di massimo sette anni, attendeva una risposta. E nel frattempo l'eco di quel verbo, quella richiesta di fiducia incondizionata e inconsapevole, attecchiva radici fertili nella mente della studentessa.
Perdona il ritardo, da questo momento riprenderemo rapidamente come di consueto. Situazione generale: sei ancora nella forma della bambina bionda che hai incontrato prima, hai ricevuto risposta dall'artista di strada in merito alla tua domanda (anche se la risposta non è del tutto chiara), ti ritrovi la bacchetta magica nell'abito e adesso un bambino, simile per alcuni versi a quello intravisto all'inizio, ti chiede di accompagnarlo dalla Dama Rossa. Ma dove si trova? E qual è il senso di tutto? Attenzione, ci sono dettagli che torneranno utili. Concentrati sul senso dei tuoi pensieri, sulla forma e il valore della Voce che ascolti. Poniti domande e ottieni risposte personali. Buona fortuna!
 
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view post Posted on 7/11/2016, 13:29
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Amber attese, nella speranza che qualcosa cambiasse, o che anche solo il tempo facesse cessare quello spettacolo. Ma la tassina comprese presto che ognuno è artefice del proprio destino, e che solo lei avrebbe potuto risolvere la situazione. Era riuscita a liberarsi dell'illusione dei gemellini, più o meno, ma liberarsi da quella corda voleva dire cadere. No?
Doveva pensare solo al lato positivo di quella situazione, e non farsi distrarre dalla nausea che le stava accartocciando letteralmente lo stomaco. Da quell'altezza poteva avere un'idea maggiore dell'estensione del Circo, e forse avrebbe trovato da sé la strada per raggiungere il suo obiettivo, sempre se fosse scesa da lì.
La risata con cui all'inizio il giocoliere le rispose, non la rassicurò per niente, era logico che lui si stesse divertendo, a discapito delle vertigini della biondina. Poi, con l'ennesimo strattone, venne scossa ancora da quello stato di trance aerea, in cui perfino muoversi era complesso. «La Donna Rossa è ovunque! », fu poi la vera risposta del trampoliere.
Avrebbe dovuto ringraziarlo per tanta chiarezza?
Forse intendeva che la Donna Rossa era un'attrazione ambulante, un po' come lui. Ed uno strattone dopo l'uomo tirò la corda a sé, accorciando la distanza tra lei ed il suolo, ma sempre senza troppa fretta. La tassina però non vedeva l'ora di toccare terra con i piedi, per quanto ancora non si riconoscesse in quel corpo. Prima di poter trarre un sospiro di sollievo, la voce tornò a farle visita, con una prepotenza mai usata prima. E fu chiaro che si trattasse di una donna, così come che a sentirla fosse solo lei.

- Devi spogliarti! -
Stava insistendo, probabilmente perché Amber non le aveva dato retta prima, perché non aveva seguito quel consiglio. Ma come poteva pensare di rimanere senza vestiti in quel posto, in mezzo a tutta quella gente?
- Fidati! - Ah, la fiducia, il punto saldo di molte interazioni. Un punto che Amber osservava sempre con una certa ostilità innata. Ragionò però sul fatto che, seguire i consigli della voce, l'aveva aiutata prima, quindi forse era quello davvero il modo di liberarsi del tutto dell'illusione?
Toccò terra con i piedi, finalmente, e notò che qualcosa di familiare era tornato in suo possesso: la bacchetta.
Sentiva di non aver mai percepito la mancanza del Sorbo così tanto, in vita sua!
Doveva spogliarsi, sentiva di doverlo fare, e nonostante il Trampoliere avesse ripreso la sua strada, non se la sentì di eseguire quell'ordine nell'immediato, doveva spostarsi, togliersi dalla strada prima di compiere un gesto così sconsiderato.
La voce sembrava saperne molto più di lei su quel posto, quasi giocasse spesso a quel "gioco", dunque avrebbe davvero dovuto ascoltarla.
E fu solo quando se ne convinse abbastanza, che un bambino le tirò una manica, richiamando con forza la sua attenzione. La domanda che le pose, la fece quasi sorridere per riflesso isterico, La Donna Rossa era al centro dei suoi pensieri da quando aveva messo piede lì, e nemmeno aveva idea di dove fosse. Prendendo spunto da quanto le aveva detto il giocoliere, Amber tentò un approccio decisamente "diverso", girò attorno al bambino, constatando quanto fosse simili ad uno dei due gemelli, tanto che a prima vista le era balzato il cuore al petto. Non voleva tornare a far parte delle loro marionette.

«Non lo sai? La Donna Rossa è ovunque! » rispose infine, assumendo un tono fin troppo serio, ed iniziando a guardare quel bimbo con uno sguardo indagatore di prim'ordine, sarebbe stata attenta ad ogni sua possibile reazione, voleva capire se fosse lo stesso di prima, o un'altra marionetta in fuga, come lei.
* e va bene.. hai vinto. * portò una mano alla bacchetta, estraendola dall'interno dell'abito, prima di tentare di toglierselo. Quel pomposo vestitino la faceva sembrare una bambola, e se si fosse ritrovata in intimo, nessuno l'avrebbe riconosciuta, ed in breve sarebbe fuggita verso un riparo, a recuperare la dignità..e qualche vestito. Si figurò quel piano di riserva, prima di decidersi a tentare davvero di togliersi l'abito. Era strano, era tutto troppo strano, eppure quella stranezza era più intrigante di molto altro, era proprio quella caratteristica ad averla convinta a non fuggire verso l'uscita dopo il primo spettacolo.
* Dimmi dove sei, te ne prego.. * Chiese, nella sua mente, cercando di pensare intensamente alla voce di donna udita prima, cercando anche scioccamente, di comunicare con lei. Non sapeva se quella comunicazione fosse a senso unico o meno, ma sicuramente l'avrebbe voluto scoprire. I battiti del suo cuore stavano accelerando, mentre attorno a lei tutto scorreva come sempre. Il Circo l'aveva attratta lì, e per quanto le stessero accadendo una serie di cose assurde, sarebbe arrivata in fondo alla questione. Avrebbe trovato la Donna Rossa, ed avrebbe scoperto di chi era la voce nella sua mente.. e se fossero state la stessa persona? Quel pensiero la bloccò un solo istante, mentre tentava in tutti i modi di spogliarsi dalle vesti della Bambina inquietante dagli occhi viola.

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Mistero. Timore. Fiducia. Era forse una catena di parole le une legate alle altre? O si trattava di mera casualità? E il Mondo Magico, colmo di una fantasia che abbracciava la normalità, avrebbe davvero accettato una definizione che fosse unica? Domande, quelle, ancor più confusionarie della realtà dei fatti. Domande, quelle, che non avrebbero ottenuto risposta, senza la concentrazione, madre di tutti gli uomini dalla mente pulsante di pensieri. Era lo stesso caso della bella Tassorosso nei dintorni del Circo della Notte, lo era davvero. Prima un consiglio, poi un invito, infine quasi un comando. Doveva o non doveva spogliarsi? Ma soprattutto: doveva o non doveva fidarsi? Era un valore così prezioso, tanto straordinario e complesso nella sua semplicità, non tutti l'avrebbero colto al volo. La fiducia azzannava i timorosi, li sbranava fino a ridurli a brandelli inconsistenti, perché colpiva dritto al cuore; senza le giuste barriere, quest'ultimo non avrebbe retto, sarebbe stato sbriciolato infinitamente. Ma la Fiducia non chiedeva Comprensione, arrivava senza essere annunciata, arrivava senza annunciarsi da sola. E se non accolta il prima possibile, conduceva alla disperazione, alla distruzione più autentica. Accadde in un attimo e le Voci, silenziose o meno che fossero, frantumarono il Presente l'una dietro l'altra, in attesa di essere ascoltate e non sentite, in attesa di essere carpite al volo.
Fermati!
«Mi accompagni?»
Non spogliarti!
«Ehi, mi accompagni allora?»
Ascoltami!
«Signorina, tutto bene?»
Concitate, fulminee, indecifrabili a primo impatto. La mente di Amber implodeva ed esplodeva, l'udito era violato ma temeva di essere stato irreparabilmente e immediatamente compromesso. Chi parlava? Chi urlava? Chi chiedeva?

I segreti hanno potere. E quel potere diminuisce quando vengono condivisi, è importante dunque custodirli e custodirli bene. Condividere segreti, veri segreti, anche solo con una persona, li cambierà.

Non c'era pace per quell'Idra dalle numerose teste, l'una pronta a sopraffare con la sua voce l'altra al proprio fianco, tutte vicine e tutte lontane. Non c'era pace neanche per l'altra Hydra, che di testa ne aveva una, che di pensieri ne aveva molti. La sua richiesta venne presto assecondata, il bambino le tirò una manica come ad attirare la sua attenzione, sperando che più di una sua domanda trovasse finalmente risposta. L'avrebbe accompagnato dalla Donna Rossa? Indicò verso destra, la manina paffutella che già seguiva un percorso delineato, di sicuro conosciuto. Era in quella direzione la Donna di loro interesse? Ma poi, perché di loro? Anche Amber ne era incuriosita? E per quale motivo? Supposizioni, forse, che avrebbero scovato informazioni concrete di lì a breve. Infine, un altro comando, questa volta gentile, sembrava quasi accennare un sopito divertimento. Spogliati della falsa identità. Una pausa, un brusio, il presente che tornava più forte. Ricorda te stessa e cercami. Cos'avrebbe dovuto fare, allora? Svestirsi davanti a tutti? Oppure quell'ultimo consiglio indicava di più? E quella voce, chi era?

Sbrigati, dai
Un'altra.
Un'altra Voce.
Maschile, inconfondibile.
Infantile, familiare perché vicina, ma silenziosa per tutti.
Tranne che per la Mente. Ed ora?


Nessuna indicazione, non ancora. Il bambino ti mostra una direzione dove presuppone ci sia la Donna Rossa, ma prima la Voce ti chiede di spogliarti, dandoti un consiglio concreto per come farlo. Ragiona e agisci, riflettendo su quanto stia accadendo dentro la tua mente. Buona fortuna!
 
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