Tu vai pazza per le parole, vero? Mi dai l’idea di essere una che va pazza per le parole. Nel senso che le prendi terribilmente sul serio, tipo come se fossero un bisturi o una motosega che rischia di tagliarti con la stessa facilità con cui taglia gli alberi.
Settembre, il mese d’inizio di un nuovo anno scolastico ad Hogwarts; in realtà sembrava essere il ricominciare di tutto, della routine, dello stress, e dell’attesa del fine settimana per divertirsi. Molto più prepotente di Gennaio, il 9° mese dell’anno era per Nathan il solito “nuovo” inizio. Solo una cosa remava contro l’ondata negativa del ricominciare il tutto, ed era l’Inverno. Addio al caldo (ormai per lui fonte di sofferenza, anche se l’odiava anche prima.) al dolce far nulla dei mesi estivi, che dopo un po’ stanca anche quello, e alle infinite giornate soleggiate. Dopo tutti questi orrori, capolino al freddo pungente, ai temporali, alle piccole giornate che volgono a sera nel primo pomeriggio, e la neve a ricoprire Hogwarts. Il tornare alla scuola significava anche rivedere alcuni visi importanti, illuminati dalle solite fiaccole dei corridoi, una cosa che ancora premeva su di lui, e lo faceva star bene. Fra le innumerevoli conquiste in quegli anni, poche si creavano una nicchia nel suo cuore, quel vampiro con pochi sentimenti, che di tanto in tanto volgeva lo sguardo l’oltre l’oscurità sperando di incrociare ancora uno di quei visi. L’inizio era anche l’arrivo di nuovi primini, sì i primini. Orde di ragazzini petulanti che emanavano felicità da tutti i pori per la loro prima lezione di Incantesimi. *Ve la faccio io un lezione* immaginava mentre i nanerottoli sfrecciavano sotto al suo naso senza un accenno di rispetto o timore, un tiepido barlume di paura, nulla. *Insomma sono un DE vampiro dopo tutto* Li avrebbe fatti rigare dritto e formati a dovere, stile accademia militare magica, con metodi che Gazza si sarebbe complimentato con lui chiedendo consigli. Purtroppo doveva salvaguardare le apparenze, almeno fin quando quel Castello fosse servito al suo scopo, ovvero migliorarsi, e diventare un mago sempre più potente. Altra nota positiva, le fanciulle di Hogwarts, una più bella dell’altra, un richiamo per Nath ancor più forte del sangue di cui aveva un bisogno vitale. Fu proprio una di loro ad attirare per un istante lo sguardo del ragazzo; con un libro sulle gambe se ne stava rannicchiata vicino ad una delle finestre, mentre distratta volgeva lo sguardo intorno a se. L’aveva già vista altre volte, ma non riusciva a ricordare dove, o se avesse un ruolo d’importanza nel Castello, ma in fondo poco importava, quelle spille non l’avevano mai fermato dal dire o fare ciò che voleva. Sfortunatamente il giovane aveva altri piani per quella sera, quindi mentre fiero percorreva il corridoio del Secondo piano oltrepassò la ragazza, incrociando per un attimo i suoi occhi, azzurri, chiari, ma non freddi come i suoi.