Casa è dove si trova il cuore, Colloquio di lavoro

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view post Posted on 20/9/2016, 17:07
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Nel trovarsi di fronte l’imponente figura del castello una serenità e un calore familiare lo pervasero riempiendogli il cuore.
Sirius White era tornato a casa.
Erano trascorsi infatti diversi mesi da quando aveva raggiunto il suo traguardo scolastico e abbandonato la scuola ma non era passato giorno in cui la sua mente non fosse tornata con il ricordo a Hogwarts. Lo legavano alla scuola successi, pensieri felici e sentimenti, perfino dolori e crucci ma non c'era mai stata rifugio che non sentisse più casa di quella, il che aveva enormemente contribuito a rinforzare nei suoi propositi quella speranza che aveva confidato a Persefone nel colloquio di orientamento: prendere la strada della docenza.
Per questo motivo non aveva aspettato che l’inizio del mese di settembre per inviare il suo gufo e inoltrar richiesta formale, fiducioso che alla luce del suo curriculum non sarebbe stato affatto difficile trovare una occupazione degna della sua formazione. E così era stato o quanto meno il gufo di risposta era giunto così celermente portando notizie positive da non lasciare spazio al timore di un rifiuto. Tutte le buone premesse del caso sembravano suggerire che avrebbe fatto ritorno alla sua casa.
Fiducia.
Il sole settembrino gli arrise quando la smaterializzazione lo portò da Londra davanti al cancello della scuola, in anticipo rispetto all’orario concordato. Di lì a breve le circostanze avrebbe visto un Sirius White adulto confrontarsi con nientemeno che l’attuale vicepreside della scuola: Ignotus Peverell.
Per l’occasione aveva indossato il suo abito più costoso comperato in uno dei tanti negozi di abiti della capitale. Niente di eccessivo, si era trattato della necessità di placare una ossessione che lo voleva sempre in un abbigliamento consono alla situazione. Come tutti semplicemente aveva le sue fisime.
* Sto qui tutto ingessato come un cretino. Santi Numi è solo un colloquio! *
Ma la verità era che la presenza di Peverell lo innervosiva e la sua ricerca di perfezione ne aveva risentito spingendolo davvero sull’orlo della psicosi. E con quell’uomo chi poteva mai dire di essere al sicuro?
Solo la sua presenza incuteva paura e il timore reverenziale che l’accompagnava era sempre riuscita a indurre in lui un senso di inadeguatezza. Il suo atteggiamento, la sua preparazione, il suo abbigliamento, erano sufficienti a fronteggiare una tale autorevolezza? Cosa avrebbe pensato di lui quando varcando la soglia del suo ufficio l’avrebbe visto in piedi, ingessato e in cerca di lavoro?
Sfiducia.
Tutta quella situazione assunse la proporzione di un punto interrogativo così grande che dinanzi alla porta dell’ufficio Sirius White non riuscì a vincere la necessità di attardarsi. I due e più tentatitivi di bussare per segnalar la sua presenza si erano spenti nella paura e nei moti interiori di rabbia che l’accompagnavano.
* Sei uno STUPIDO!! *
Diamine era stato un grifondoro o no? Perché la paura riusciva a pietrificarlo a quel modo, lui che aveva visto in faccia persino la morte in più occasioni diverse?
* Uno…due…tre *
E aveva bussato. Paure a parte non poteva stare davanti a quella porta come un cretino. Doveva ricomporsi e buttarsi a capofitto in quell’ennesima avventura. Era sopravvissuto a bel altre minacce. Cosa poteva mai accadere durante quel colloquio?

 
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view post Posted on 20/9/2016, 22:35
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Un'altra giornata si avviava ormai a conclusione, le lezioni erano terminate, e non doveva certo mancare molto alla cena, Giusto il tempo di un colloquio, un The, e via. Le giornate dei primi giorni d'autunno già s'andavano accorciando, con precisione e minuzia fiamminga, al pari di un grande Maestro di quel piccolo Paese, avevano iniziato la loro lunga marcia verso quell'inesorabile epilogo, già da qualche pomeriggio, e la cosa non era stata che evidente. Le giornate si accorciavano, l'Astro cedeva il passo a Selene ed alle Ombre prima del tempo, o proprio nel momento in cui si sarebbe aspettato l'avesse fatto, così com'era stato da qualche milione di anni a quella parte, secondo cicli imperscrutabili, e misteriosi, aldilà dell'umana comprensione. Indispettita, imbruttita, vessata quasi dalla stagione, la nobile fenice aveva un'aria tutt'altro che nobile già da qualche giorno, e con ogni probabilità quella sera si sarebbero lasciati, il giorno del falò era tornato, instancabile anch'esso, e come meglio poteva, apatica, ed intrattabile, come Turandot, si preparava all'inesorabile, sul suo trespolo. Avevano da fare, di lì a qualche giorno, e non c'era tempo per una vacanza. Lo sapevano bene.
Sorrise compiaciuto, tracciando tre brevi segmenti paralleli nell'angolo in alto a destra del foglio, prima di impilarlo capovolto accanto, in cima ad una pila di diversi altri. Ogni tanto qualche soddisfazione, poteva anche starci. Non era chiedere troppo, per la barba di Merlino! Spinto da un improvviso guizzo, rigirò il precedente foglio, aggiunse una croce greca accanto alle precedenti tre linee, e compiaciuto tornò a leggere le prime righe della nuova intestazione. Certo, mente aperta, ed animo imparziale, ma data l'intestazione, non si doveva aspettare nulla di buono. Non tutti erano portati, e non tutti volevano nemmeno esserlo. Non una tragedia in fondo. Non doveva evangelizzare a tutti i costi, ogni Studente. Procedeva spedito, nella lunga veste blu lapislazzulo, il ricamo argenteo si sposava bene con blu cupo ed il damasco del corto mantello, un urlo, alla stagione che se ne andava, ma accettabile per l'ospite che attendeva. Studenti che tornavano da dove erano venuti, senza nemmeno attendere molto tempo. O si erano trovati molto bene colà, o molto male fuori. Nulla accadeva per caso. Era destino che accadesse? Per certi versi poteva anche essere. Quando sarebbe arrivata? Quanto di tutto quello era scontato? Perchè poi una richiesta del genere? Inutile aver fretta? E c'erano un sacco di compiti da correggere. Una linea sinuosa tracciata con sdegno, e l'espressione spazientita congedarono il nuovo foglio, senza ripensamenti, e senza Santi che tenessero. Il primo bene, il secondo male, il terzo ancora bene? Non l'avrebbe scoperto. Il quieto bussare alla porta, attirò la sua attenzione, mentre stralunato leggeva il nuovo nome, della nuova pergamena. Un'altra tragedia.
Uno Studente in cerca della solita tardiva illuminazione?
O l'ospite atteso?

 
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view post Posted on 21/9/2016, 14:11
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Considerata l’ora non era irragionevole supporre che ci fossero spiegazioni molteplici dietro le necessità che spingevano un ospite inopportuno a bussare alla porta. Uno studente o un collega docente? Un amico e confidente o uno estraneo che con cui niente s'aveva da spartire?
Niente di tutto questo. Solo un adulto, una vecchia conoscenza che sperava nel suo rientro a casa. Era così semplice!
Nonostante il mancato invito a entrare dunque Sirius White si sentì autorizzato a varcare la porta. Era atteso, un colloquio fissato per quell’ora. Perfino Ignotus non avrebbe scambiato quella licenza per scortesia o almeno così sperava. Il buon senso poi non l’avrebbe voluto dietro una porta attendendosi un permesso che non sarebbe forse mai giunto.
In due parole quel colloquio ci teneva davvero a farlo.
<< Posso ? >>
L’ampia stanza del vicepreside, calda e giustamente illuminata, accolse la sua voce senza restituirgli alcun eco. Una rapida e fugace occhiata all’arredamento poi al suo occupante ed ecco, era dentro. Ce l’aveva fatta ordunque.
<< Mi perdoni se la disturbo. >>
*Guarda quanti compiti ha da correggere? *
La pila di carte che aveva accanto era impressionante. Probabilmente il docente di storia era stato interrotto durante la correzione serale dei compiti.
* Poveri studenti! *
Lo svolgimento dei compiti di storia era un cruccio che difficilmente Sirius White aveva dimenticato, un trauma così radicato che all’ultimo anno aveva dovuto rinunciarci per la sua salute mentale. Ci aveva perso un mago ma se n’era fatto rapidamente una ragione. Perché ostinarsi in quella tortura quando Storia della Magia non era poi così necessaria per la sua futura carriera da mago adulto?
Ma stava divagando andando con la mente a ricordi ormai lontani, forse nel tentativo rilassarsi.
<< Sono Sirius White . Le ho inviato un gufo tempo addietro per fissare un colloquio…avevamo un appuntamento. >>

 
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view post Posted on 22/9/2016, 22:30
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L'inizio dei giochi?
Il momento della verità?
La porta scivolò lesta sui cardini come d'abitudine, sollevando gli occhi dal foglio, mentre riponeva risoluto la piuma, scorse un'ombra occupare la soglia. Era lui. Gli Studenti sarebbero stati di una spalla più bassi, anche se non molto più colorati, quella moda del funereo nero infestava la piazza da ormai troppo tempo. Entrò. Era lui. Sollevò infine lo sguardo, i compiti avrebbero atteso. Avevano ingannato sapientemente l'attesa, ed era finita. Ci sarebbe stata occasione, tempo, e modo. Non c'era fretta. Perché guastarsi l'umore, quando si poteva fare altro? Era così semplice, immediato, a portata. Non c'era dubbio, era lui, lo ricordava. Giovane, quanti anni poteva avere? Un miracolo che fosse già uscito dal Castello a momenti, lo sguardo parlava per lui, non era nuovo, era già stato lì. Un Grifondoro che tornava all'ovile? Non l'avrebbe detto, e non vi avrebbe nemmeno scommesso, ma sembrava destinato a doversi ricredere, evidentemente voleva almeno provarci. Un Grifondoro.Ma quanto poteva aver peso? O rilevanza? In fondo sembrava la norma, per chiunque volesse mettere piede nel Castello, essere giovane, che li assumessero per quello?
Giovane, di fretta come tutti gli altri?
Ecco, la conferma ufficiale, era lui.
White, Sirius White. Sì.
Una rinfrescata era sempre utile, del resto. Gli sarebbe anche potuto sfuggire, in fondo. Ma non era il caso, se lo ricordava, avevano ripassato il programma non molto tempo prima, prima di congedare Atlante. Certo, non che corresse rischi, l'eventualità di abbandonare prima del tempo l'Ufficio per andare a zonzo per il Castello era talmente remota, che perdersi l'ospite anche se non l'avesse atteso, sarebbe stato impossibile, ma sicuramente si sarebbe fatto trovare in una tenuta meno formale, e decisamente più comoda, forse anche in attività più fraintendibili, come sovente capitava. In fondo, non gli importava. Ad una certa età era anche tempo di fregarsene. Non senza qualche difficoltà si alzò a sua volta, mentre la porta si richiudeva, e il giovane procedeva. Libri e compiti. Sì. Era prevedibile, no? Nulla di troppo strano. Era uno Storico, un Professore, vecchio per giunta, come avrebbero potuto mancare? Darsi alla macchia? Rinunciarvi? Che condividesse?
Era alta, andava riconosciuto, ma non altissimo, e comunque meno di lui, il che andava comunque bene. Avrebbe presto guadagnato la scrivania, iniziò sin da subito a issarsi, tra il tappeto, la veste, il mantello, il trono, non proprio il massimo della velocità o della comodità. Certo, lamentarsi no, se le andava cercando, pur sapendolo, ma tant'era. Sorrise al giovane, allegro. Ormai non mancava molto. Il braccio teso, la scrivania come divisorio, non ancora una parola.


Prego Mr. White.
Effettivamente la attendevo.
Credo non siano necessarie le presentazioni.
Prego, si accomodi pure. Posso forse offrirle qualcosa?


Sorrise lieto, affabile, mentre tra vocalismi, e rotacismi proseguiva in quella che aveva l'aria di essere un'orazion picciola, ormai divenuta parte della normale amministrazione, ma non per questo meno sentita, o più noiosa, ed entusiasta di quanto non si convenisse ad ogni buona circostanza. Parlava un pulito anglosassone, imbastardito di tanto in tanto da prestiti forzosi di normanno, come se in fondo, vi fosse ancora un legittimo dubbio su chi infine sarebbe prevalso, e non si volesse recar offesa a nessuno dei possibili vincitori. Non si sopravviveva ai secoli facendosi inutilmente nemici, era una lezione importante. Pause inaspettate, ed accenti strambi, condivano la vulgata non troppo volgare, in fondo, era anche bene adattarsi a chi si era destinati ad essere.

 
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view post Posted on 23/9/2016, 18:57
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L’ex caposcuola di Grifondodo fu accolto con affabilità, tra sorrisi e cortesie che non credeva né si aspettava minimamente di ricevere.
La sua esperienza con l’attuale vicepreside di Hogwarts si era sempre limitata alle lezioni e agli esami finali per cui l’autorità e il distacco avevano sempre dominato il loro reciproco affacciarsi. Tutto ciò aveva dunque contribuito a creare nel suo immaginario la figura di un uomo austero e metodico a cui il Sirius studente aveva sempre guardato con timore reverenziale. La realtà, in quel ufficio, lo prese quasi alla sprovvista restituendogli un'immagine completamente diversa.
Aveva cercato di metterlo subito a suo agio.
<< La ringrazio professore.>>
Non aveva gran voglia di bere tantomeno di mangiare. Il nodo alla gola e il peso allo stomaco non sarebbero andati via fino a quando quel colloquio non fosse finito. Sarebbe stato meglio per lui se fosse andato direttamente al punto.
<< Lei è gentilissimo ma sto bene così >>
aggiunse accettando finalmente l’invito a sedersi e iniziando la conversazione. Il trespolo alla destra della scrivania accoglieva una fenice che immediatamente attirò la sua attenzione. Pareva irritata, imbruttita da un età che la privava della nobiltà che le spettava per natura, ciononostante bellissima.
<< Non avevo mai visto una fenice da così vicino. E’ un peccato che sia così prossima alla fine. Lei crede soffrano molto nel momento in cui…beh... >>
Non sapeva come dirlo.
<< nel momento in cui ci lasciano? >>
Ricordava di esserlo chiesto ai tempi del suo studio di cura delle creature magiche senza mai essere giunto a una conclusione. L’argomento lo interessava e al tempo stesso lo spaventava. Morire e poi tornare a vivere e ancora e ancora per molti anni a venire. Un tale dono sotto alcuni punti di vista poteva apparire come una maledizione.

 
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view post Posted on 25/9/2016, 00:12
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A ben vedere con l'attuale ospite non avevano mai avuto particolari rapporti.
Certo, una cordiale interazione limitata ai pochi momenti d'Aula, e alle sessioni d'esame, ma fine dei giochi. Non aveva mai avuto l'ardire di spingersi molto oltre, non era arrivato ai Mago, e non aveva nemmeno mai tentato la via greca. Erano semplicemente stati inquilini sotto lo stesso tetto per sette Anni, piuttosto lunghi e tribolati, prima che quest'ultimo terminati i suoi conti in sospeso levasse il disturbo, com'era giusto che andasse. Senza che questo levasse nulla a nient'altro. Era inevitabile che andasse così, per molti versi. Erano stati fortunati, non era la sua Materia, perchè tentare per nulla? Un approccio più intelligente di molti altri, e in effetti era lì, pur sempre dalla stessa parte della scrivania, ma con le idee un poco più chiare, e in un'altra posizione. Certo, non era Ministro della Magia, non avrebbe mai pensato a lui come il più brillante degli Studenti che in un ventennio il Castello avesse sfornato, ma era pur sempre sopravvissuto alle forche caudine sulle sue gambe. E non era poco, considerando poi che...
In fila ai soliti convenevoli, la faccenda stava già prendendo una piega strana.
Cosa c'entrava in fondo Minerva?
Si voltò di lato, in direzione del trespolo.
Un cupo brontolio in tutta risposta parve accogliere quell'interesse.
Poche ore per infine ricominciare il ciclo, la titubanza di giorni, il passare inesorabile del tempo, tiranno, che ancora una volta la reclamava nell'aldilà, almeno per quei pochi secondi che le leggi dell'universo gli garantivano di buon diritto. Era un mestiere sporco, ma qualcuno doveva farlo. Come doveva essere, essere la Morte? Era maschio o femmina? Come trascorreva la giornata? In quandi mondi? Era il loro il principale mercato, o era altrove? Le creature erano coinvolte? Sino a che punto? Era una questione di sole anime, o anche altro? Eppure la domanda restava. Era la vera domanda?


Un'interessante osservazione. Credo che tutto sommato non sia così, però. Vede, una fenice è una creatura incredibilmente rara, ed allo stesso tempo una compagna estremamente fedele, ciò nonostante rimane una creatura al pari di tutte le altre, attaccata alla vita, reticente a staccarsene, malgrado tutta la sua vanità. In realtà credo che la vera domanda sia sul quanto soffrano nel momento in cui siamo noi a lasciarle, nella piena consapevolezza di quanto ciò comporti. Una fenice è tanto consapevole della sua natura, quanto della nostra, e determinate cose rimangono inevitabili.

Sorrise.
Così andava il mondo.
Presto o tardi ci sarebbero passati tutti.
Era solo questione di tempo.
Non il massimo.
Ma tant'era.

 
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view post Posted on 26/9/2016, 23:35
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Sirius White ascoltò la replica del docente senza aggiungere altro sull’argomento e così, semplicemente annuendo, ponendo fine al discorso. Gli dispiaceva non poter discorreva ancora di fenici - cura delle creature magiche era una di quelle disciplini che lo appassionavano davvero - ma non si era spinto fino ad Hogwarts per parlare di creature magiche bensì della sua futura carriera: quella di docente.
<< Ho portato una copia del mio curriculum, forse non ve ne era la reale necessità, dopotutto mi sono diplomato in questa stessa scuola ma non amo gli imprevisti. L’eccesso di zelo, spero non la disturbi >>
Avrebbe potuto? Non importava. La pergamena era piegata e conservata in una tasca del completo. Se mai il vicepreside ne avesse sentito la necessità l’avrebbe recuperata senza indugi.
Era giunto il momento di parlare del suo futuro. Paradossalmente non capiva perché mai Peverell non lo avesse ancora tolto dall’imbarazzo di dare inizio a quel discorso. Spostare l'attenzione sul trespolo e il suo abitante lo aveva reso più tranquillo ma in un certo senso aveva anche contribuito ad allontanare Peverell dal vero oggetto di quel colloquio. Ma avrebbe rimediato subito.
<< Entrare a far parte della docenza di Hogwarts è un sogno che mi accompagna fin da quando ero uno studente. Il colloquio di orientamento non ha fatto che riconfermare la mia scelta e fortificandone il proposito . Presumo quindi che il mio gufo non sia giunto completamente inaspettato. Che cosa ne pensa? Immagino che il consiglio docenti abbia già avuto modo di esaminre la mia domanda di docenza >>
Ma sì. Rapido come togliersi un cerotto. Fuori o dentro?

 
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view post Posted on 2/10/2016, 14:35
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Un'osservazione.
Era un'osservazione al pari di molte altre.
Quanto si potesse definire un esperto di fenici era un altro conto, ma in fondo di tanto in tanto trovarsi a riflettere sull'argomento risultava ineludibile. Era il destino di una convivenza tra esseri mortali, e immortali? Qualcosa che andava nettamente contronatura? Da evitarsi? Aveva senso? Com'era concepibile? Chi era il pazzo che avrebbe accettato qualcosa del genere, nella consapevolezza di quanto fosse inevitabile che accadesse? Dove voleva andare a parare il giovane Grifondoro? Qual era la soluzione? Ne esisteva una maggiormente percorribile delle altre? Probabilmente no. Restava il problema, e sarebbe continuato ad esserci. Irrisolto, tacito, e silente, ma lì.
Eppure, non era ancora tempo di pensarci, e nemmeno il Giovane sembrava di volerlo fare. Si stava tirando indietro? Un improvviso, repentino ripensamento? Non faceva per lui l'argomento, e quindi care cose, baci, e abbracci? Era davvero andata così? C'era sotto dell'altro? Com'era possibile? L'aveva inaugurato lui stesso il discorso? Non era la risposta che si aspettava? Era stato semplicemente un modo come un altro per iniziare? Nulla degno più di quel tanto di attenzione? E se sì, con che coraggio proseguire?
Restava la faccenda: detta, e non detta.
Sapevano entrambi perchè erano lì. E non era poco.
Tanto valeva ripassarci? Dedicarvi un po' di tempo? Ecco che il Giovane sembrava volersi ora dirigere verso quello, in quella che era una danza tra un argomento, e l'altro. Curriculum, che come prevedibile avrebbe rifiutato, gufo che era arrivato, collegio che si era tenuto. Come si inserisse il pretendente in tale contesto era un'altra Storia. Quello sì. Detto e non detto stavano già giocando una partita a poker d'incerto esito? Sin dove si sarebbero spinti? Era l'ora del The. E gli doveva una qualche risposta.


Se non le spiace prenderò un The. Su su, al lavoro!
Ma ha ragione, abbiamo ricevuto la sua richiesta, ed è stato invitato qui, ed è anche vero che non servirà alcun curriculum. In fondo, senza peccare di doti sovrannaturali credo di poter presumere sin d'ora cosa vi troverei scritto, mi corregga se sbaglio. Ma rimane una domanda: perchè il Docente, quando potrebbe tranquillamente anche fare altro? Son certo che al Ministero non avrebbero niente da ridire, o una qualunque bottega di Diagon Alley. Cosa la spinge nuovamente qui?


Da qualche parte si doveva pur cominciare.
E quello era un buon punto, almeno prevedibile.
Intanto, il raffinato, ed insospettabile servizio blu e bianco cinese, poco distante, si animò. La teiera sbuffando prese a riempire una tazzina, già in movimento, con tanto di piattino, in direzione del grazioso cliente, inseguita a ruota dalla delicata zuccheriera, che mulinando un cucchiaino d'argento, sembrava ansiosa di portare a compimento il suo uffizio, stanca di quella forzosa quiescienza, stanca delle chiacchiere, ma obbediente a quell'irrituale e vaga richiesta.
Cos'era?
Un assegno in bianco?
Erano impazziti?

 
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view post Posted on 2/10/2016, 20:27
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Pregiudizi a parte non v’erano motivi validi per credere che l’ex caposcuola grifondoro abbandonasse l’argomento per pigrizia o per carenza di argomentazioni. Negli anni che era stato a Hogwarts si era distinto per la sua disciplina e la sua istruzione divenendo tra gli insegnanti una vera e propria ragione di vanto. Forse non era un gioiello della corona ma nessun docente aveva mai avuto da ridire. A dispetto di quanto si poteva pensare aveva dunque messo da parte il discorso sulla fenice semplicemente per accorciare il suo tormento interiore. Perdere il suo tempo era qualcosa che a Sirius White non piaceva affatto.
Non era abile a gestire le proprie emozioni, piuttosto era abituato a censurarle senza farle mai trasparire e la necessità di dover mantenere una aria composta e un atteggiamento imperscrutabile, non gli rendeva mena ardua la fatica.
E allora? Fenici a parte era giunto il momento di arrivare al punto della loro conversazione. Non l’aveva già fatto? Ogni passo avanti paradossalmente lo portava indietro.
<< Perché il docente mi chiede?>>
disse sentendosi non poco ferito nell’orgoglio dinanzi al suggerimento di aprir bottega o di prendere la strada del ministero. Nel primo caso avrebbe vanificato anni di formazioni e diversi MAGO concepiti per ben altri scopi, nel secondo caso si sarebbe ridotto a essere una anonima copia del padre che al ministero aveva letteralmente donato tanti anni della sua vita senza trarne grosse soddisfazioni.
<< La verità è che sono un inguaribile idealista, con una vita da sempre orientata al prossimo e che crede di poter meglio contribuire alla crescita della comunità magica come docente che non come capo di un ufficio o proprietario di una bottega >>
E per una persona la cui vita era sempre stata orientata al prossimo non poteva esserci verità più grande di quella.
<< Cosa fa un docente se non sperare di influire beneficamente sulla vita dei suoi alunni? E' la mia natura, sono i sogni e le aspirazioni che mi riportano a Hogwarts. >>
Non sapeva quale risposta Peverell avesse sperato di sentire ma secondo la modesta opinione di Sirius una risposta corretta non esisteva. Che fossero valide o meno le sue motivazioni spettava solo al vicepreside stabilirlo. Sirius White non sarebbe stato il peggior acquisto che Hogwarts avesse fatto nella sua storia. E lui, come docente, aveva molto di dare. .

 
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view post Posted on 9/10/2016, 20:57
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Un inguaribile idealista.
C'era sempre necessità di idealisti.
Certo, era anche più urgente la necessità di trovare un contrappeso.
Sul perché stessero cercando proprio lui, e del perché fosse il candidato ideale era un'altra faccenda, radicalmente differente. Qual era la trigger strategy vincente per scoprire l'arcano? Era o non era? In fondo, c'era qualcosa di male nel fare altro? Quanto poteva essere invece utile dedicarsi ad altro? C'era un costante bisogno di energie fresche, nuove idee, di interscambio tra quella che era la parentesi offerta dal Castello, e il resto del mondo, tra incertezze, e ricerca di nuovi punti di riferimento. Era quello il problema? C'era poco ricircolo? Era un mondo che stava morendo per quella ragione? Un mondo in via d'estinzione, per quella forzata clausura che si era autoimposto? Sarebbe stato opportuno e nell'interesse di tutti, in primo luogo del Giovane, rientrare dalla porta, da dove era uscito pochi mesi prima? Non gli avrebbe giovato maggiormente occuparsi di altro, almeno inizialmente? In fondo, fare nuove esperienze, era stato per lungo tempo tradizione, ogni nuovo Mago compiva un lungo viaggio intorno al globo. Rompere la tradizione, quanto era legato alla decaduta stessa della società magica? E qual era il possibile rimedio a quella stessa decaduta? Una nuova palingenesi era qualcosa di realmente percorribile? Come vi sarebbero arrivati?
Quanto valeva l'accademia fine a sè stessa? Avrebbe mai potuto un teorico rinchiuso nella sua torre d'avorio portare nuova linfa all'ormai albero morente? E se quella non era la via? Come avrebbe potuto in un qualche qual modo farlo presente al giovane Grifondoro, senza che il tutto non suonasse tra lo strambo, e il teorico a sua volta. Era tutta una Teoria che si fagocitava, alimentandosi di sè stessa? Come frenarne il processo? E la forza distruttrice che da essa andava dispiegandosi in altri campi?
Era quello il dilemma innanzi cui si erano trovati molti dei suoi predecessori?
Era solo un problema legato all'età? Lui stesso in precedenza non se l'era posto.
Certo, erano altri tempi, cos'era cambiato di così sottile, eppur sostanziale?
Qual era la decisione migliore, per cui valesse la pena di prendere posizione?
Esisteva un giusto, e uno sbagliato?
Tutto era consentito?
Forse no.


Vede, a farmi riflettere era semplicemente la sua età. Per quanto apprezzi il suo voler tornare in questo Castello, per molti versi anche esplorare, e conoscere quello che è fuori potrebbe essere un'ottima prosecuzione dell'istruzione di un buon Mago, capisce? E sarebbe nell'interesse di tutti, in primo luogo proprio suo Mr. Black di quello che non esiterei a definire capitale umano. Suo, del Castello, della Società tutta, persino della Magia. Mi segue? In una scuola non tutto può e deve essere oggetto di studio, è il presupposto di una buona educazione. Ma se questo è il suo volere, se è sicuro della sua scelta, immagino sarà anche possibile trovare un accomodamento, una soluzione che soddisfi tutti.

Era fatta?
Una possibile via di fuga.
Un buon modo di salvare la faccia per tutti.
La migliore delle soluzioni, senza alcun dubbio.
Che poi l'avesse presa, o letta per tale era un'altra Storia.
Lui ce l'aveva messa tutta, anche nel far chiarezza.
Non era necessaria una lunga lezione.
Era meglio sorvolare su Teorie e Storie.
Il rischio era non uscirne.
Sorrise al Giovane.

 
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view post Posted on 15/10/2016, 18:08
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L’ex caposcuola grifondoro ascoltò il vicepreside con il giusto rispetto che si addiceva al suo ruolo, mai distogliendo lo sguardo dal suo volto ma altresì ponderando ogni parola. Lo stava studiando? Lo invitava a far altro per sondare la determinazione che l’accompagnava? I suoi ideali? Il suo modo di essere ed apparire? Le sue probabilità nel mondo magico?
Probabile, forse nemmeno importava. Il sentirsi appellare come signor Black aveva infatti appena spezzato il filo logico dei suoi gravi pensieri sostituendo ai quesiti un sorriso appena percettibile ma interpretabile come genuina cortesia.
<< Me ne rendo conto perfettamente professore. Viaggiare per il mondo, esplorare, potrebbero allargare i miei orizzonti, verissimo, forse anche offrire alla società i frutti migliori dell’esperienza ma vede, temo di non poter davvero essere utile lontano da casa dove ritengo sia indispensabile il mio aiuto >>
Viaggiare per il mondo avrebbe completato la sua educazione? Lo avrebbe reso più forte ed esperto? Non c’era motivo di dubitarne ma Sirius aveva fatto delle promesse che intendeva e gli premeva mantenere, promesse che lo volevano attivo quotidianamente in una lotta che non aveva mai fine. Il mondo magico avrebbe potuto ben più giovare dalla sua educazione se questa avesse goduto i frutti dei suoi viaggi ma cosa ne sarebbe stato di questo piccolo mondo che era Hogwarts, l’ordine, l’esercito degli studenti e Londra negli anni in cui egli sarebbe stato via? Il male non riposava, si celava in agguato pronto a colpire. Tramava tessendo la sua tela anche lì, in quella scuola dove gli studenti erano i soldati più facili da reclutare, le menti più facili da deviare e plasmare. E lui questo non poteva permetterlo. Sarebbe stato un insegnante, un amico, un garante della giustizia facendo da contrappeso all’allargarsi dell'ombra scura della malvagità. Era forse un ingenuo? Si sopravvalutava? Come già aveva detto lui era un inguaribile idealista.
<< Sono sicuro che sia questa la mia strada. Non ho dubbi a riguardo. Sono una persona ostinata oltre che idealista >>

 
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view post Posted on 26/10/2016, 22:02
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E così un altro figliol prodigo voleva tornare all'ovile, ancora prima di esserne uscito.
In tutta franchezza se i tempi non fossero stati quelli avrebbe invitato il Giovane a ripresentarsi di lì a qualche anno, in fondo era sin troppo giovane, e il mondo ancora troppo grande e inesplorato. Sarebbe arrivato sino a imporgli quel niet, che era sicuro sarebbe pesato più che significativamente nei loro rapporti, di lì a qualche decade. Come l'avrebbe preso un no? Avrebbe voluto delle motivazioni? Si sarebbe accontentato, facendo buon viso a cattivo gioco? Cosa stava pensando di quella discussione? Si aspettava un tappeto rosso sulla scalinata, che invece non aveva trovato? Era eccessivamente sicuro di sé, e dei risultati ottenuti, da non poter nemmeno valutare l'ipotesi remota di un rifiuto? E per fare cosa? Aveva la stoffa dello studioso? Dello scartabellatore da biblioteca, barricato tra volumi vecchi e polverosi? Certo, l'aveva fatto, ma probabilmente non vi sarebbe tornato volentieri. E in tutta onestà chiunque avrebbe ammesso che il Ministero era una gran perdita di tempo, un'istituzione più pletorica che altro, che si reggeva in piedi nella speranza che non soffiasse il vento. Ma era tutto quello che avevano a disposizione.
E se non fosse invece andata così?
In fondo, perché no?
Tentare.


Ottimo, allora mi dica.
Qualora la assumessi, come si figurerebbe la sua giornata tipo?
Nonostante quanto si affermi spesso, un Docente non smette di esserlo fuori dall'aula, nonostante nel suo caso non sarebbe comunque già propriamente un'aula. E non sarebbe nemmeno un'attività che le richiederebbe una frazione infinitesimale del suo tempo, e delle sue energie, nonostante sia giovane, e aitante come Grifondoro ha avuto modo di apprezzare. Mi segue? Spesso gli studenti non hanno bisogno solamente di un docente, ma anche di un insegnante.


Ipotesi?
In fondo non era nemmeno così strampalata come richiesta.
Se l'eventualità non era così remota, e se era il Giovane ad essersi candidato, evidentemente doveva essersi già fatto un'idea di come e in che misura la sua vita sarebbe potuta cambiare, di lì a pochi giorni. In fondo l'Anno scolastico non aspettava i comodi di nessuno. Ed ogni lasciata, era comunque sempre persa. I supplenti erano sempre un'odiata soluzione di ripiego, che infastidiva il Corpo docente, e prim'ancora gli studenti stessi. Quello di cui avevano veramente necessità era qualità, qualcosa che di quei giorni era più che rara.
Tornò ad osservare il Giovane, in attesa della sua risposta.

 
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view post Posted on 13/11/2016, 15:45
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Preso ormai da quella discussione l’ex caposcuola di grifondoro sosteneva lo sguardo del vicepreside senza mostrare insicurezza. Lo incalzava con domande, lo spingeva a valutare la possibilità di una alternativa più valida, di un posto di lavoro con maggiori ricompense e soddisfazioni ma era forse possibile convincere un testardo?
Nient’affatto e lui non voleva saperne di cedere.
<< Ho seguito il quidditch per diversi anni e al di là delle occasioni di studio ho coltivato tale passione con costanza. Ho ricoperto diversi ruoli nella mia squadra di casata per cui ho maturato una certa esperienza che spero di poter tramandare a nuovi volenterosi studenti >>
rispose lasciando che le parole fluissero con naturalezza. All’ennesima domanda avrebbe risposto con la speranza di convincere Albus alla assunzione. Che si trattasse della cattedra di volo non sembrava aver molto importanza ma ad Hogwarts, si sapeva, non si assumevano dipendenti da quattro soldi.
<< Quanto alla mia giornata tipo, posso dirle di non essere molto avvezzo alla programmazione e come si addice a un grifondoro vivo alla giornata ma non intendo glissare la domanda.
La mia giornata tipo includerebbe le lezioni e la correzione dei compiti, gli esercizi di volo, la pratica del Quidditch che in questi anni è stata decisamente carente. Al di fuori delle ore di lezione la mia porta sarebbe sempre aperta. Sono stato in primis uno studente, non uno qualsiasi ma uno di questa stessa scuola, e so di cosa potrebbero avere bisogno gli studenti. Un amico, una guida, un docente severo ma giusto, un confidente. >>

 
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view post Posted on 7/12/2016, 17:05
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Restava la questione.
Difficilmente avrebbe potuto invitarlo a ritentare.
E in fondo, con quale motivazione, al netto dell'età e dell'esperienza? Da studente si era sempre fatto valere, sino a quando era stato lì in quella veste non erano giunte lamentele da parte di Grifondoro. Tutto tranquillo? A posto così? Era un'equazione sempre verificata in tutto il suo dominio che un buono studente, divenisse obbligatoriamente anche un buon Professore? Certo, era anche vero che fosse difficile che un pessimo studente, divenisse un ottimo docente, ma era altresì vero che un ottimo studente potesse non essere affatto tagliato per il ruolo di docente. Poteva starci, non era un obbligo, per legge nessuno er obbligato a tentare quella strada. Anzi! Allo stesso tempo, andava pur considerato che di Volo stessero parlando. Un Giovane non era anche il perfetto insegnante di Volo? Non avevano mai avuto un collega in là con gli anni che anche solo accettasse di occuparsene. Era talmente tanto tempo che non vedeva una scopa, che probabilmente non sarebbe nemmeno più stato in grado di combinarci qualcosa. Aveva sempre cordialmente detestato il Quidditch. Era un'inutile perdita di tempo. Non tutti la pensavano così, certo, una postilla? E quanto sarebbe stato in grado di fare, quanto sosteneva? Non era semplice, non tutti erano portati. Non tutti lo sarebbero sempre stati.


Ottimo, Mr. White, e mi dica, in merito al campionato scolastico di Quidditch come consiglierebbe di procedere? Come immagino saprà, da prima che lei concludesse il suo ciclo di studi, ad ancora adesso è stato sospeso sine die, non senza la soddisfazione di alcuni, e il dispiacere di altri. Allo stesso tempo, mi trova concorde nell'assegnare a un Docente qualche valenza in più, di quanto non possa limitarsi a uno sterile scambio in aula. Per quanto a parole sia tutto abbastanza chiaro, e lineare, non è detto che anche realmente sia una strada percorribile. Potrebbe non essere la sua strada, potrebbe non esserlo ancora, come potrebbe non esserlo mai. Mi segue? Come agirebbe in tale circostanza?

Il discorso era chiaro?
Lo stava mettendo in difficoltà?
E cosa avrebbe consapevolmente risposto?
Era tutto semplicemente destinato a sparire in una bolla di sapone?
O la questione non poteva essere coscientemente risolta?
Sorrise al Giovane. Era una tacita e silenziosa battaglia.
Chi avrebbe infine vinto?
Era vera vittoria?

 
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view post Posted on 11/12/2016, 19:54
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Il coloquio seguiva scandito dal lento incedere del tempo. Gli esami di storia erano ormai finiti. Sirius non era più più un giovane studente eppure stranamente, sebbene quei tempi fossero solo un ricordo, non poteva fare a meno di sentirsi sotto interrogatorio. Il vicepreside sapeva incalzarlo a dovere di domande su domande e anche quando queste giungevano ripartiva alla carica come nel tentativo di voler dimostrare qualcosa. Che cosa stava sperando di fare? Spingerlo a rinunciare? Fargli capire al contrario di poter essere un valido collaboratore ?
L’ormai ex studente di girondolo aveva rinunciato a capirlo. Se di risposte Perverell aveva bisogno lui gliele avrebbe fornite. Niente avrebbe fatto cambiare idea a una persona testarda di natura. E lui la sua decisione l’aveva già presa tempo prima.
<< Ho in mente un programma settimanale di allenamenti che coinvolga tutte le casate. Quel che è andato perduto è l’entusiasmo per la materia e per lo sport in generale. Inizialmente dovrà essere mia premura spingere le casate alla competizione ma una volta innescata la miccia e riesumato il loro entusiasmo sarà lo stesso spirito della competizione a fare la differenza. Come per i duelli e la coppa delle case così per il campionato di Quidditch. Io stesso mi occuperò degli arbitraggi se necessario.
Pretenderò dunque oltre alla loro presenza in campo per le lezioni anche la partecipazione agli allenamenti. Ciascuna squadra si occuperà delle selezioni naturalmente ma ogni cosa avverrà sotto la mia guida. Riprenderanno ad amare il quiddich così come io lo amavo e lo amavano gli altri, ne sono convinto. >>

A riguardo Sirius aveva diverse assi dalla manica. Si trattava solo di partire. Il resto sarebbe naturalmente venuto da sé.
<< La seguo signor vicepreside… >>
aggiunse poi in riferimento alle successive considerazioni di Peverell. Sirius cercava di rimanere impassibile ma internamente avvertiva non poco fastidio per quel genere di domande. Di cosa si stava parlando? Di presente, del futuro? La rosa delle possibilità era tremendamente ampia. Come poteva sapere cosa sarebbe successo se non fosse andata come lui sperava? E sopratutto come avrebbe potuto iniziare e sperare di riuscire partendo dal presupposto che poteva anche non riuscire?
<< Per natura non considero mai di fallire ancora prima di intraprendere una impresa. Se lo facessi quali possibilità potrei mai avere di riportare un successo? Potrei accorgermi di non essere all’altezza? E’ possibile, tutto è possibile ma si può davvero credere di poter avere tutto sotto controllo? Sono tornato a scuola seguendo l’indirizzo del mio orientamento e i miei sogni. Posso dirle che niente resterà intentato e che in questa occupazione riverserò tutto il mio impegno. Quanto al resto non saprei. Non ho il dono della veggenza e francamente non amo pensare agli imprevisti ancor prima che essi si siano presentati. Finirei per impazzire. >>

 
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