Il lento incedere del tempo sembrava fagocitare inesorabilmente i due oratori, sotto l'occhio vigile ma sempre più sonnolento di un pubblico ora rado, ora folto. Il colloquio proseguiva, lungo un sentiero che sembrava già tracciato, ora in salita, ora in disceso, mentre i due si studiavano, prendendosi reciprocamente le misure. Era il Giovane veramente pronto a fare il balzo della quaglia, e cambiare definitivamente casacca? Avrebbero mai potuto verosimilmente scoprirlo tergiversando? E se fosse stato solo una fugace idea, prima dell'inesorabile redenzione? Poteva esservi una qualche certezza nel prendere una decisione del genere, o tutto si riduceva semplicemente a un atto di fede? E se così non fosse stato? Quanto si sarebbe del resto potuto professare a favore di riaprire il campionato di quello sport infernale? Ma in fondo, per quanto la domanda stessa fosse stata almeno originariamente il più classico dei trabocchetti, in cui era incappato pacificamente il Giovane, come avrebbe potuto in tutta coscienza dargli torto? Il campionato era stato qualcosa di tanto naturale, da scandire per secoli il susseguirsi dei mesi, e dei semestri dell'anno scolastico, il suo improvviso venir meno era suonato in un primo tempo come un vero e proprio trauma, una privazione, l'imporre da parte di terzi l'agenda al Castello. Il tempo poi aveva contribuito nel far digerire tale evento, e con cognizione di causa non si sarebbe potuto certo affermare che mancasse sinceramente a più che qualcuno.
Avrebbe potuto rifiutarsi.
Sarebbe stato il secondo ad esser ricordato per il gran rifiuto? Un no più morbido, più in sordina, strisciante e meno tombale, un invito a ripresentarsi di lì a qualche anno, in fondo, era davvero troppo giovane. Eppure, come comportarsi? Implicitamente non aveva già ricevuto sponda? Non era praticamente già tutto fatto? Non mancava soltanto il rinomato 'calcio', perchè tutto cominciasse a girare? Cosa avrebbe dovuto presupporre nell'agire? Per quanto fosse in buona fede, quali sarebbero state le conseguenze prevedibili, e imprevedibili? Quanto stava per influenzare uno dei futuri possibili quella singola, solitaria, monocratica azione? Era già stata presa dal Fato? O la Tuke gli aveva comunque concesso libera facoltà di decidere?
Tornò a sorridere.
In fondo, poteva starci.
Ho capito Mr White, non concordiamo su una serie di punti, ma immagino le sue siano posizioni pienamente legittime, che forse un tempo avrei potuto avere anch'io. Del resto, non deve nemmeno prendere questo mio esitare come un qualcosa di personale. Sono contrario da sempre a Professori eccessivamente giovani, e sono altrettanti anni che noto con piacere nessuno si preoccupi troppo del punto. A mio avviso è un errore anticipare troppo i tempi, ad ogni cosa il tempo giusto, per capire sè stessi, prima ancora che gli altri. Lei è incredibilmente giovane, forse il più giovane di sempre, ma immagino di non potergliene fare un biasimo, e la classe che chiede non è nemmeno delle più alte. Qualora si attuasse il programma che si prefigge, mi preme sottolineare, la nostra prima preoccupazione dovrebbe essere la sicurezza. Lo tenga a mente.
E sin lì.
Non gli aveva risposto.
Era un sì? O forse un no?
Un tuffo carpiato.
Un salto triplo.
Ad ogni buon conto, se questo è ciò che vuole, immagino di non poterglielo negare.
La sua classe è pronta ad accoglierla.
La aspettiamo già lunedì.
Si alzò.
Ormai era finita.
Tese la mano, era il congedo?
In fondo, soddisfaceva tutti.
Era già qualcosa.