A caccia di prove., Missione C.R.E.P.A. - Fred & Percy

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view post Posted on 22/1/2017, 18:27
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Il Fato

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Il suono delle campane avrebbe attirato la gioia di numerosi fedeli; era un richiamo, un pretesto simbolico per la religione e per il Credo in generale, di quale entità fosse e di quale precisazione non sembrava essere poi chissà quanto importante. Sia chiaro: importante per i tre ragazzi appartenenti ad un mondo totalmente diverso, dove la magia prendeva vita e dove il pericolo non era contemplato come opzione, ma sempre come incredibile conseguenza. Il tintinnio squillante ad annunciare festa, nuova ed eterna, si affievolì lentamente. Era tempo per tutti di tornare alle faccende personali, che fossero domestiche o meno non faceva chissà quale differenza. Era domenica, il cielo brillava e Londra si preparava al riposto e alla condivisione. Non per tutti valeva analogo discorso, però.

» Fred
L'anziana signora parve apprezzare non poco l'aiuto del giovane ragazzo. Aveva sempre stimato con tutta se stessa la gentilezza, era un autentico valore che durante la sua vecchiaia non avrebbe potuto dire di aver sperimentato perennemente, non di certo. Era un'altra epoca, dicevano le sue nipotine, l'una di sedici e l'altra di diciassette anni. Un'altra epoca, come se la nonna fosse un'aliena di chissà quale universo, ancoratasi sulla Terra in attesa. Di cosa, tuttavia, restava ancora un mistero. Sottobraccio con l'aitante Grifondoro, si lasciò condurre con piacere all'altro lato della strada, mentre il semaforo scattava il rosso per le macchine in fila e le strisce pedonali venivano calpestata da alcuni diversi passanti. «Bravo, giovanotto, ti ringrazio» commentò, l'andatura forzata da anni ed anni. A fatica, ma non troppa, finalmente descrisse quella distanza apparentemente infinita, ma a conti fatti estremamente breve. Quando il semaforo partì nuovamente sul verde e le autovetture ripresero il loro percorso, la donna sollevò lo sguardo verso Fred, ormai sull'altro marciapiede, al sicuro. «Non troppo lontano, guarda...» Sollevò una mano, tremante, ad indicare verso destra una strada costellata da alberi ancora verdi. «Dopo quel viale alberato, c'è una bella schiera di villette e in una di quelle, caro, abito anch'io.» Sorrise, gli occhi gentili. «Il nostro quartiere non è tanto interessante per voi giovani, lo so bene. Le mie nipotine preferiscono quella zona lì» disse, la voce bassa ma comprensibile da Fred. Indicò verso sinistra, questa volta, al lato opposto. Una strada in salita, piena di macchine e negozietti laterali, era tutto ciò che descriveva la visione. «Cose strane accadono a Smithfield, ma non più strane del cimitero di White Chapel.» Annuì con fare serio, come se stesse rivelando un segreto di grande valore. E forse non aveva tutti i torti, c'era qualcosa nel tono della vecchia donna che avrebbe dovuto far drizzare i capelli ad una persona sana di mente. «Quindici minuti a piedi, verso quella direzione, e trovi la chiesa. Grazie ancora per l'aiuto, caro, buona giornata!» Aveva rivolto l'attenzione verso il lato opposto, alla sinistra, come poco prima. La schiena ricurva, l'anziana salutò e riprese la sua strada. E adesso? Poco distante, qualcuno ancora guardava, la schiena poggiata ad una cabina telefonica rossa.

» Percy
Accadde in un istante. La porta del centro di spedizioni ed ordinazioni via Internet di Amazon, situato in quella via come uno dei tanti negozietti laterali, sbatté con violenza, quasi a dare l'impressione che fosse stata scardinata dal pavimento di cemento. Le voci dei due uomini all'interno si affievolirono improvvisamente, l'una insieme all'altra, e qualsiasi discorso stessero facendo, ormai non era più chiaramente comprensibile. Ma qualcosa di strano tornò all'azione, lasciando che la tasca dei pantaloni del giovane Tassorosso tremasse istante dopo istante sempre più. La Spilla Tremordicchiante, la sua soltanto, si era attivata. Mostrava una nuova scritta, adesso, che recitava poche e semplici parole: "Hogwarts". Era tempo di tornare, poco ma sicuro. Ma gli altri l'avrebbero scoperto? E se sì, in che modo? Per Percy la missione era finita, qualcuno avrebbe detto invece che fosse solo in pausa. Tempo al tempo, adesso occorreva fare marcia indietro.

» Thalia
La ragazzina non parve apprezzare molto la reazione di Thalia. Non aveva chiesto chissà cosa, anzi la sua domanda era stata gentile, riguardava soltanto uno stupido accendino. Da parte dell'altra non c'era stato che un invito, neanche chissà quanto cordiale a detta dell'ascoltatore, a cercarne uno direttamente al mercato. Certo, come se Nancy avesse avuto tempo da perdere per immergersi in quel vortice di colori, profumi e gente antipatica pronta a spingere per avere prima di chiunque l'offerta migliore degli oggetti in vendita. Alzò un sopracciglio, poi l'altro, facendo scoppiare la gomma da masticare in una bolla rosa e dal profumo di fragola, il tutto nello stesso identico momento. «E credi che se avessi una sterlina, chiederei a te?» sbottò, un lampo quasi di divertimento nella sua espressione. Se avesse avuto un cappellino di qualsiasi genere, l'avrebbe calato in fretta sulla testa, il vento stava crescendo in modo eccessivo e le stava dando non poco fastidio. Sbuffò, palesemente irritata, ormai stava perdendo a sua volta la pazienza. «Certo che sei più strana di quel tipo che borbottava tra sé. Voleva un Lunascopio. Che razza di roba è un Lunascoppio? Se ne sta lì, nel mercato, come se fosse chissà quale pazzo. Ehy, però hai bei capelli, li tingi tu?»
Chiedo scusa per il ritardo, in parte colpa mia, in parte avevo atteso l'arrivo di Percy. Sembra sia scomparso, quindi la Spilla lo richiama ad Hogwarts, troverete modo di scoprirlo in seguito. Si continua, questa volta con attenzione e meno pause. Non c'è alcuna turnazione, siete in due, procedete pure. Le mappe sono state aggiornate in spoiler, potete vedere le zone di vostro interesse. Altri dettagli vi sono stati forniti, ricordate che la vostra sia una ricerca, almeno per iniziare. Una ricerca di una casa di Maghi con Elfi, come vi è stato detto in precedenza; non sapete chi, non sapete come, non sapete dove. Tuttavia, in un paese di soli Babbani, la magia non passa inosservata. Occhi aperti e buona fortuna!



Edited by Master Adepto - 14/3/2017, 11:03
 
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view post Posted on 23/1/2017, 15:06
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Scheda Thalia J. Moran
Il suo rapporto con i Babbani si era sempre limitato a due soli individui: Máire e Tomaas. Con loro, i problemi di comunicazione erano quasi nulli e tutto ciò che Thalia conosceva di quella comunità, l'aveva imparato proprio dai due amici d'infanzia. Accadeva di rado che la rossa si trovasse a borbottare giustificazioni per qualche dettaglio sfuggito alla propria attenzione, qualche subdolo elemento ignorato o, persino, qualche perplessità. Máire era sempre stata gentile con lei, accondiscendente quasi alla nausea e se, di tanto in tanto, l'irlandese errava in qualche comportamento ritenuto poco consono dai Babbani, si limitava a scoppiare in una risata allegra, prendendola in giro quel tanto che bastava a farle dimenticare l'errore commesso. Tomaas, d'altro canto, si limitava ad un'alzata di spalle, proseguendo con i propri discorsi o impegnandosi a fare dell'altro, quasi che i fatti antecedenti appartenessero ad un passato già lontano.
Quella ragazza, però, nella piazza del mercato di Smithfield, era tutto fuorché accondiscendente o superficiale. Anzi, pareva insistere con la storia di quell'assurdo accendino. Cosa ne sapeva lei di accendini? Aveva solo quattordici anni, era una strega alle prime armi e aveva un obiettivo ben preciso per quella giornata che, di certo, nulla aveva a che fare con le sigarette e le ragazzine eccessivamente estroverse.

«Scusami. Hai ragione, ma purtroppo non fumo... perciò...» commentò, rivolgendole un sorriso tirato, di circostanza. Dissimulare le proprie emozioni e sensazioni, crescendo, diveniva sempre più difficile, e quella ragazza iniziava a mettere a dura prova il suo autocontrollo. Cercò di evitare il suo sguardo indagatore, sentendosi privata di quel minimo di privacy necessario per cercare informazioni in un luogo totalmente estraneo.
Aveva creduto di conoscere bene la città: Londra era stata la sua casa durante ogni singola estate da quando era tornata dagli Stati Uniti, eppure per qualche assurda ragione, in quel momento si sentiva come una straniera in casa propria; era una sensazione spiacevole, irritante quasi, e quasi non udì le parole della giovane.
Continuava a blaterare qualcosa sul fatto che non avesse certo bisogno di consigli da parte sua, ma non le importava.
Intorno a loro la piazzetta pullulava di vita: commercianti intenti a scaricare pesanti scatoloni da mezzi ben più grandi di una comune auto, altri giravano per la piazza con borse e sacchetti di vario genere. Donne dall'aria stanca si affaccendavano, trasportando frutta e verdure, qualche anziano passeggiava con i nipotini al seguito e qualcun altro portava il proprio animale a fare una passeggiata. Uno scenario babbano come molti altri, più caotico - per certi versi - rispetto a quelli a cui era abituata.
La ragazzina continuava a borbottare ed il desiderio di zittirla, estraendo la bacchetta, la pungeva nel vivo. Le mani prudevano, quasi, dalla voglia di estrarre il legnetto di salice dallo zaino.

*Calma e sangue freddo. È solo una chiacchierona. Porta pazienza e se ne andrà per conto suo.*
Ma quanto avrebbe dovuto aspettare prima che la ragazzina levasse le tende ed importunasse qualche altro passante senza precisa occupazione? L'aveva ignorata a lungo, forse troppo, mentre la giovane borbottava ancora di quanto fosse strana. Se era lei, quella strana, forse la sua interlocutrice doveva rivedere la sua definizione di "stranezza". In fondo, non era lei quella con i capelli tinti di rosa, con un'espressione irritante e i modi di un essere umano cresciuto nella foresta più desolata del mondo. Ciononostante, quando la sentì pronunciare la parola "Lunascopio" riconsiderò l'idea di mitigare l'antipatia nei suoi confronti per diventarne l'apparente amicona del momento. Lunascopio. Un oggetto magico molto utile, se si sapeva esattamente come usarlo. E la ragazza aveva sentito un uomo parlarne.
*Sono sulla strada giusta.*
Ora doveva solamente saperne di più.
«Oh non ne ho la minima idea!» esclamò, cercando di mentire. Non le piaceva spacciare per vere storie che in realtà non lo erano, ma il fine avrebbe giustificato i mezzi. Doveva trovare quella famiglia di maghi, appurare quanto stesse effettivamente accadendo e riportare il tutto al Comitato. Era fondamentale che la missione si svolgesse nel più breve tempo possibile e con il minimo margine di errore.
«Avrà voluto dire telescopio. Era vecchio? Magari si è confuso.»
Cercare di imitare il tono della ragazza, per mettersi al suo livello, era tutto fuorché facile, ma si augurò che - con qualche sorriso e gesticolando proprio come faceva lei - forse avrebbe raggiunto qualche risultato.
E così, come un bambino si distrae dai compiti vedendo una mosca volare, anche la ragazzina rimase rapita da qualcosa: i suoi capelli. Sospirò esausta: quella conversazione la stava distruggendo e di lì a poco, questa volta per davvero, avrebbe cercato di liberarsi di lei in un modo o nell'altro.

*Un tuffo nel mondo dei babbani è più pesante di una gita in Galles con i draghi di Desmond.*
«Lo so, sono belli... non è vero? Me li tinge un'amica, credo usi roba naturale, ma non saprei. Potrei... scriverle. E magari dirti che cosa usa! Prima, però, voglio proprio vedere quel pazzo di cui parlavi.» la breve pausa doveva servire alla ragazza per valutare attentamente lo scambio e, solo allora, avrebbe pensato a che cosa dirle «Mi sembra uno scambio equo, non credi?»
Così dicendo la superò, avviandosi verso il mercato. Si fermò solamente per vedere se la ragazza avesse scelto di seguirla, nel qual caso avrebbe provveduto a presentarsi come Jane.
*Adoro avere un secondo nome. Ogni tanto serve.* constatò divertita. Era decisamente entusiasta dei recenti sviluppi della mattinata e si chiese se Fred o Percy avessero avuto la sua stessa fortuna.


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Inventario:

◊ Comune zaino, di medie dimensioni
◊ Bacchetta
◊ Spilla Tremordicchiante (appuntata all'interno della felpa perché non sia visibile)
◊ Anello Gemello (mano sinistra)
◊ Mappa di Londra
◊ Una bottiglietta d'acqua


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view post Posted on 9/3/2017, 20:05
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• A caccia di prove •

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«Si figuri, è stato un piacere. Buona giornata anche a lei» L'aitante Grifondoro sorrise cordialmente alla vecchia signora, contento di esserle stata d'aiuto. Gli sarebbe piaciuto chiederle quali cose strane accadevano al cimitero da lei nominato, ma non ebbe il tempo e non gli sembrava il caso di insistere. Le cose strane a cui si riferiva magari non erano altro che maghi e streghe che praticavano la magia. Fred però si chiese perché dei maghi o delle streghe avrebbero dovuto praticare magia in un cimitero. A quel punto la sua mente non poté che cominciare a sfornare immagini raccapriccianti che vedevano uomini incappucciati eseguire sacrifici, magari con bambini e vecchietti. Per un momento si sentì percorrere da un brivido, pensò che fosse per via della sua stupida immaginazione, ma in realtà non si era accorto che qualcuno lo stava osservando, non ancora. Scosse la testa, come a voler cacciare quelle immagini e guardò alla sua sinistra, ovvero dove si trovava la Chiesa Whitechapel e il presunto Cimitero. Al Grifone non piacevano molto i cimiteri, gli trasmettevano tristezza, ma avrebbe fatto uno sforzo, dopotutto era in missione e non in vacanza. *Dovrei avvisare Thalia e Percy?* si chiese, pensando alla cosa giusta da fare. Poi però decise che non vi era alcun bisogno di avvisarli, dopotutto non era sicuro se avrebbe trovato ciò che cercavano e per giunta non aveva modo di mettersi in contatto con loro se non facendo scaturire delle scintille dalla propria bacchetta e non era il caso di fare un simile show. Senza pensarci più prese gli occhiali da sole dallo zainetto e se li mise per poi incamminarsi a sinistra con passo svelto, ansioso di arrivare al Cimitero, chiedendosi se avrebbe veramente trovato qualcosa di interessante o di strano. Dopotutto le stranezze erano soggettive e magari per la vecchietta anche due ragazzi mano nella mano potevano sembrare strani. Sperò comunque di trovare un qualsiasi tipo di indizio, dopotutto avrebbe dovuto camminare per un quarto d'ora per raggiungere la Chiesa, forse anche di meno visto l'andatura. *Chissà come se la cavano quei due*


Inventario:
• Zainetto
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Babbana
• Occhiali da Sole
• Spilla da Prefetto
• Spilla Tremordicchiante
• Biscotti
• Bottiglietta d'acqua
 
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Il Fato

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» Fred
Allontanatosi dalla signora anziana così amabile, il giovane Grifondoro non avrebbe tardato troppo nell'individuare - come suggerito dalla stessa vecchietta di poco prima - la strada che gli avrebbe permesso di raggiungere il cimitero della chiesa di White Chapel. Perché andarci, tuttavia, restava un mistero. Forse l'accenno di stranezze aveva destato l'attenzione dello studente? Oppure era tutto legato all'innata curiosità che soltanto un discepolo di Godric avrebbe potuto dimostrare di avere in dose così eccessiva? Dubbi e domande ancora da risolvere, chissà se davvero sarebbero andati in porto, tra l'altro. Passo dopo passo, isolatosi da passanti nei dintorni e dal cicaleccio di voci di amici, conoscenti e familiari pronti a tornare alle rispettive case - insieme o meno - per dare inizio al tradizionale pranzo della domenica, il sole splendeva alto nel cielo e il tepore del giorno trasformava l'avventura di ricerca in una piacevole escursione. A prescindere dal risultato ottenuto, se ottenuto per davvero a conti fatti, Fred avrebbe potuto godere di quei momenti di pura libertà. Nessuna ronda notturna per il suo ruolo da Prefetto, nessun impegno tra le mura del castello né un invito a dover svolgere determinati compiti da parte di Caposcuola, Preside o Docenti in carne ed ossa. Lontano da tutti e da tutto, addirittura dalle sue creature magiche al riposo alla Scuola e dai voluminosi libri di studio così colmi di nozioni da mandare a memoria, il Grifondoro poteva essere tranquillamente contento. La routine non intaccava i suoi pensieri, al contrario era la fantasia a farlo. Il tardo dell'orrore non tardò a fare capolino nella sua memoria, d'altronde se la sua meta del viaggio del momento appariva essere un cimitero, quale collegamento migliore avrebbe potuto fare se non quello di zombie, spettri e barbari rituali di altri tempi? Avanzò senza ostacoli, superando negozi e semafori, senza accorgersi tuttavia della solita Ombra che ancora lo pedinava. La stessa figura maschile, scura e poco visibile a tratti, continuava a non perderlo di vista fin dal primo dialogo con l'anziana signora. Chi era? Un conoscente? Oppure qualcuno di cui preoccuparsi? Se si fosse girato, non avrebbe visto più nessuno, Fred avrebbe soltanto potuto andare avanti. Ben presto la strada divenne meno trafficata, il silenzio accese il suo fascino e i rumori di voci e macchine in corso non furono altro che un lontano sottofondo musicale. In un parco di ampie dimensioni, al centro del quale si disperdeva un tratto di ghiaia e pietre a formare un sentiero vero e proprio, si scorgeva alla fine dello stesso una chiesa di medie dimensioni, stile gotico, le guglie che toccavano il cielo e superavano le fronde più alte dei rami degli alberi circostanti. Un prete stava chiudendo la porta della cattedrale alle sue spalle, dirigendosi verso Fred subito dopo. Prima di accorgersi della presenza del ragazzino, però, qualcosa di strano parve concretizzare un gesto di quel sacerdote, riconosciuto come tale per il colletto inamidato con il classico collarino ecclesiastico. Scoccò un'occhiata verso i cancelli accanto la chiesa, ingresso dunque del cimitero associato, quindi sollevò entrambe le mani e mormorò qualcosa. Poco dopo, convinto di non essere stato visto da nessuno, avanzò verso Fred. Era il caso di fermarlo e chiedere spiegazioni? Oppure di agire indisturbati, facendo da sé ricerche personali? Ma, soprattutto, cosa confermava la presenza di un'eventuale forma di magia in quel luogo? Segreti da svelare, domande forse da trattenere o da fare. Poco distante, dietro un tronco di una quercia secolare, la figura scura era tornata visibile.


» Thalia
«Dici davvero?»
Il tono di voce spaziava dal sorpreso all'emozionato. La ragazza non avrebbe mai potuto credere di rendere quella giornata abbastanza produttiva, almeno secondo i suoi canoni strettamente personali. La sola idea di aver incontrato un'altra persona così ben disposta, forse addirittura una sua stessa coetanea, rendeva tutto estremamente interessante. La fortuna era dalla sua parte, cercava un parrucchiere da mesi e da quello precedente, che tra l'altro era pure vicino casa, non avrebbe rimesso più piede neanche sotto tortura. Si lanciò dunque in una digressione fuori dal comune, parlando di come l'oltraggio di aver visto i suoi capelli colorati di rosa e non rosa schocking - errore madornale da parte del parrucchiere - l'avesse scombussolata a tal punto da non permetterle di uscire dalla propria camera da letto per circa una settimana intera. Favoloso. O assurdo. Dipendeva dai punti di vista, sicuramente. Se avesse potuto attivarsi da sé, scegliendo qualcosa del tutto naturale per colorare la sua chioma, allora avrebbe fatto la gioia di sua madre nonché la propria, quasi pensando di poter costruire una statua d'oro alla tipetta al suo fianco. Nel frattempo, si presentò e indicò il centro del mercato. Fece scoppiare una bolla che aveva formato con la gomma masticata e quindi accennò, finalmente, un sorriso gentile a sua volta. «Ehi, comunque io sono Mamy. Be', il mio nome è Marie, ma Mamy è più figo, no? Là in mezzo c'è il vecchio rimbambito, quello con la tunica blu, vedi? Quello di cui ti parlavo prima che-» Strabuzzò gli occhi, la bocca aperta e la gomma che pendeva dai denti superiori. «Ma che diavolo sta facendo?» Seguendo lo sguardo di sexy-baby Mamy, anche Thalia avrebbe potuto avere una visuale migliore. Circondato da occhiatacce di passanti e acquirenti gli uni accanto gli altri, quel signore anziano non più alto di un metro e sessanta, barba incolta e bianca e capelli corti dello stesso colore, vestito di tutto punto con un lungo abito blu marino come un pastore di giorni antichi, faceva battere un lungo bastone di legno al suolo istante dopo istante, come a voler creare un terremoto. Nello stesso momento, parlava in una strana lingua, aspra e ruvida, come se stesse cantando un inno vero e proprio ad ancestrali divinità. Qualcuno si lasciò scappare una risata, Mamy aggrottò solo le sopracciglia e poi sbuffò. «Mha, che tipaccio. Allora ci conto, eh, inviami un messaggio su Facebook, sono Mamy Ma, mi trovi facilmente, ho la foto di profilo con il mio fidanzato, vedessi che roba! Ciao, carina!» E senza chiedere il nome dell'altra né interessarsi più di tanto - i social avrebbero fatto il resto, a detta di Mamy - la ragazza trotterellò via con le ciocche rose che ondeggiavano sulle spalle a ritmo dei suoi passi. Dall'altra parte del mercato, accanto una bancarella di ortaggi e verdure, l'uomo con il bastone ancora cantava. E un attimo dopo, sulla punta dello strumento di legno apparve un bagliore che non tutti notarono, ma che di sicuro avrebbe potuto attirare l'attenzione della giovane Tassorosso. Un vento freddo iniziò a serpeggiare nei dintorni, ma nel cielo il sole brillava e fino a poco prima non un accenno temporalesco sembrava all'orizzonte. C'era da preoccuparsi? O era meglio tirare dritto per un'altra strada, magari seguendo la stessa Mamy per un aperitivo shocking?
Per velocizzare i tempi, prossima scadenza - senza turnazione, quindi postate quando potete - entro il 20 Marzo a mezzanotte.

 
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view post Posted on 14/3/2017, 14:09
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Scheda Thalia J. Moran
Pensava di averle viste tutte, ma proprio tutte, con la comparsa nel suo campo visivo di quell'estroversa ragazzina che, su per giù, poteva avere la sua stessa età.
Tuttavia, scoprire che un nome tanto elegante, Marie, fosse stato storpiato in Mamy... quello sì che la lasciò interdetta.
Sorrise cercando di dissimulare il proprio imbarazzo e, ancora una volta, si ricordò di non dover mai e poi mai giudicare un libro dalla copertina. In fondo, per quanto poteva saperne, Marie - si sarebbe sforzata di ricordarla con quel nome - avrebbe potuto essere una brava ragazza, con qualche vizio forse, ma pur sempre un buon elemento.
Si posizionò accanto a lei per scorgere, in bella vista, l'individuo che aveva monopolizzato la sua attenzione poco prima: un anziano signore che indossava una tunica blu marino attirava gli sguardi malevoli e sorpresi dei passanti. Se l'abito non faceva il monaco, però, il suo aspetto trasandato dava l'idea di un personaggio un po' matto; la barba incolta e i capelli corti di un candido bianco ricordavano i saggi druidi delle storie di nonna Shyneid, un prezioso retaggio della sua infanzia che non avrebbe scambiato con nient'altro. Come quelle figure dotate di antica saggezza, anche quell'uomo utilizzava un bastone e non certo come sostegno contro l'incertezza dei propri passi. Ritmicamente, il legno cozzava sul pavimento del mercato coperto, emanando bagliori sospetti.

«Decisamente strano...» commentò, scuotendo il capo e cercando di cogliere una reazione di Marie che indicasse il suo assenso «Magari è un artista di strada e ci prende tutti in giro. Non sarebbe male, no?»
Marie sembrava stanca di quel pigro passatempo e, in parte, la Tassorosso avrebbe potuto concordare con lei. Cosa poteva esserci di interessante in un vecchio strambo con un bastone che emetteva bagliori di luce anomali? Nulla, a meno che non si sapesse guardare a quell'evento nella giusta prospettiva.
Annuì alle parole della ragazzina, promettendole un contatto di cui avrebbe dimenticato l'esistenza di lì a poco. Anche perché... che diavolo era Facebook? Non indagò troppo nemmeno sul dettaglio della foto di cui aveva accennato la ragazzina, preferendo invece avventurarsi nel mercato ed avvicinarsi al vecchio mago senza destare sospetti inutili.
La loro missione prevedeva il ritrovamento della famiglia di maghi, osservarne le abitudini rispetto agli Elfi Domestici impiegati presso la loro abitazione e riportare le informazioni ottenute al Comitato. Il tutto aveva sicuramente i connotati di una missione super segreta e, per un frangente minuscolo, si chiese se i due compagni d'avventura avessero avuto più fortuna di lei o se, invece, si trovassero nei guai.
Scacciando quel pensiero negativo, passò tra le bancarelle ed i passanti, sgusciando qua e là per evitare di scontrarsi con altri elementi alla stregua di Marie o con individui poco amichevoli.
Più si avvicinava alla bancarella che esponeva con orgoglio frutta e verdura di ogni genere, si attardò ad esaminare qualche mela, sperando di udire meglio le parole di quello che, a tutti gli effetti, era un mago in procinto di evocare chissà quale strano incantesimo. Nell'osservarlo da lontano aveva richiamato alla memoria la prima lezione di incantesimi del primo anno, nella quale la Prof.ssa Bennet aveva spiegato loro l'uso di bastoni - ricavati da piante sacre e con poteri magici elevati - alla stregua di antiche bacchette. Forse quell'uomo sapeva esattamente quel che stava facendo e sapeva altrettanto bene che sarebbe stato deriso da chi, per ignoranza e superstizione, non poteva comprendere la portata di quel rituale.
Qualcosa le diceva che, presto, sarebbe accaduto qualcosa. Scelse una mela a caso dalla bancarella e si preparò ad estrarre il portamonete che nonna Martha le aveva gentilmente prestato. Sperava che, da quella distanza ravvicinata, fosse ancora udibile la cantilena del vecchio mago. Forse non avrebbe avuto i mezzi per capire le sue parole, ma tentare non poteva nuocere a nessuno.




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Mentre camminava in direzione della Chiesa Fred decise di mangiare qualche biscotto, l'ansia gli faceva venire fame. Non era sicuro di cosa avrebbe trovato al cimitero o di chi vi avrebbe trovato e un parte di lui aveva quasi paura di non essere all'altezza di quella missione. Ma l'altra parte era entusiasta, voleva mettersi alla prova e aveva coraggio da vendere, non si sarebbe fatta fermare da niente. Ma il Prefetto decise di calmarsi un pochino, se anche avesse trovato qualcuno o qualcosa non si sarebbe cacciato dai guai, avrebbe seguito gli ordini di Thalia e in caso avesse trovato la famiglia che cercavano non avrebbe tardato nell'avvisare sia lei che Percy. Era però vero che in ogni caso avrebbe seguito l'istinto, non avrebbe fatto sciocchezze ma avrebbe comunque fatto ciò che era giusto fare. Dopo aver mangiato qualche biscotto decise di riporre il sacchetto nuovamente nello zainetto, voleva conservarne alcuni per dopo. Ad un certo punto sentì uno strana sensazione alla noce del collo, una specie di prurito, si sentiva osservato. L'istinto lo portò a voltarsi ma non vide niente di anomalo, quelle strade in effetti erano meno popolate e se ci fosse stato qualcuno ad osservarlo se ne sarebbe accorto, o no? *Devo smetterla di immaginarmi le cose* si disse riprendendo il cammino. Man mano che procedeva notava che i rumori della città si attenuavano, ed intorno a lui regnò il silenzio, fatta eccezione per i rumori che potevano provenire dalla natura. Proprio quando cominciò a chiedersi quanto mancasse per arrivare a destinazione davanti agli occhi vide un parco dalle grandi dimensioni al centro del quale vi era un sentiero e alla fine di quest'ultimo si poteva scorgere perfettamente una chiesa di stile gotico e dalle medie dimensioni. Fred adorava lo stile gotico: le vetrate colorate, lo slancio verticale come a voler toccare il cielo e la sua infinità, il naturalismo che presentavano le statue, i loro volti le loro espessioni. Fred non era cattolico, in verità non seguiva alcuna religione ma il padre lo era e comunque le chiese lo affascinavano, l'arte in generale lo faceva rimanere di stucco. Dopo aver preso la macchina fotografica dallo zaino, scattò qualche foto per poi metterla al collo e continuare il suo cammino. Non poteva di certo scordarsi della sua missione. Intrapreso il sentiero poté notare un figura che chiudeva le porte della cattedrale. Doveva essere un prete. Ma poi quest'ultimo fece qualcosa di strano, sollevò le mani verso il cancello che doveva portare al cimitero e Fred poté notare le labbra dell'uomo muoversi. Ovviamente non perse tempo e scattò una foto visto che l'uomo non si era ancora accorto della sua presenza. La macchina fotografica tornò a posarsi sul petto del Grifo giusto in tempo. Ma ora che doveva fare? Non poteva di certo lasciarlo andare via così? Quel prete doveva essere un mago, oppure era una semplice coincidenza? Lo studente sapeva che doveva fare qualcosa e proprio mentre il sacerdote cominciò a dirigersi nella sua direzione decise di recitare. Le gambe cominciarono a correre, non troppo velocemente, e l'espressione mutò. Quando si ritrovò di fronte l'uomo dal collarino bianco si fermò, l'aria triste, gli occhi lucidi e il cuore palpitante.«S-Signore... mi può accompagnare al cimitero? Devo andare a vedere mio nonno... ma.. ecco... ho paura da solo» Fece un piccola pausa strofinandosi gli occhi, come a voler trattenere delle lacrime che in realtà non erano veritiere. «I miei amici mi hanno detto che succedono brutte cose al cimitero... hanno detto che ci sono streghe e stregoni... o-ovviamente io non gli ho creduto ma potrebbe accompagnarmi... per sicurezza ecco» era sicuro che un Padre non avrebbe potuto rifiutare una richiesta da parte di un bambino impaurito. La sua indole gentile lo avrebbe portato a fare la cosa giusta e nel frattempo Fred avrebbe potuto fargli delle domande, continuando a fingere di essere un semplice bambino terrorizzato. Sperava solo di non essersi cacciato nei guai... come al solito.


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» Fred
Il collarino stringeva troppo, lo stesso prete tentò in tutti i modi di allentarlo prima con la mano destra, poi con la sinistra, sempre senza esito veramente positivo. Avrebbe dovuto sostituirlo presto con una cravatta, perlomeno nel tempo libero, quando non era d'ufficio alla sede sacra del suo operato. Oppure avrebbe dovuto agire in modo diverso, scegliendo un abito che non prevedesse fuori dalla Chiesa alcuna forma del genere. Sovrappensiero, non si accorse della presenza di qualcuno fin quando lo stesso non gli si rivolse. Per un attimo il prete parve sussultare, certo di essere da solo. La messa si era conclusa da un pezzo, i fedeli erano rientrati per il classico pranzo domenicale e anche lui aveva un appuntamento: la signora Elizabeth aveva preparato le chiocciole ripiene, la sola descrizione gli faceva venire l'acquolina in bocca. «Cimitero?» ripeté, senza riuscire a nascondere una punta di fastidio. Fra tanti momenti, fra tante ore di buca che aveva avuto fra una messa e l'altra, proprio in quel momento - quando tutto era finito e l'appetito lo invitava altrove - doveva ritrovarsi alle prese con una legittima richiesta da parte di un ragazzino? Si trattenne dal dire qualcosa di poco gentile, ritenendo la domanda dell'altro abbastanza gentile da poter vincere il suo aiuto, così come sufficientemente religiosa per il suo desiderio di far visita al riposo eterno del nonno di domenica. Era sempre bello, doveva ammetterlo, quando i giovani non dimenticavano i loro antenati; si sarebbe trattenuto giusto un altro po', non avrebbero tardato. «Bene, facciamo in fretta, che il cimitero è già chiuso. Farò un'eccezione, ma solo per questa volta. Per il futuro, il cimitero è aperto dalle otto alle dodici e dalle tre alle sei di pomeriggio. Tutti i giorni tranne il mercoledì. Intendevi il cimitero... cimitero, giusto?» Per un attimo l'uomo parve fare un occhiolino, ma si trattò di un gesto talmente impercettibile da poter essere soltanto immaginato. La sua domanda, però, era strana. Si affrettò a ripercorrere la strada verso i cancelli accanto la chiesa, le chiavi già prese dalla tasca per poter aprire l'ingresso. «Come si chiama tuo nonno? Vuoi che ti accompagni fin lì?» domandò, questa volta più gentile di prima. Le storie che giravano su quel luogo erano interessanti. Paurose, ma forse non del tutto false. Dietro di loro, a pochi metri, qualcuno continuava a seguirli. Si nascose in fretta dietro l'ennesimo albero, coperto da qualsiasi visuale. C'erano visite, a quanto sembrava.


» Thalia
Prospettiva.
Quella sarebbe stata la parola d'ordine per accedere alla comprensione del momento, senza dubbio alcuno. E Thalia, che di esperienza e conoscenze non era a digiuno come una studentessa qualsiasi alle prime armi, aveva considerato esattamente l'approccio migliore. Di certo non sarebbe stato usuale piombare accanto ad un vecchio apparentemente impazzito - perlomeno agli occhi degli altri Babbani nel mercato variopinto - né lo sarebbe stato tentare di porre altre domande ai passanti. Cosa avrebbero potuto dirle rispetto a quanto lei stessa potesse assodare? Che l'uomo fosse uno dei tanti barboni fuori di testa? Forse. Che si trattasse di uno Stregone vero e proprio? Probabilmente una risposta del genere non sarebbe stata partorita da nessuno dei presenti, neanche la fantasia più fervida avrebbe tessuto Ragione e Realtà, in quel frangente, insieme per davvero. Così la Tassorosso decise per la pazienza, dote che non tutti avrebbero potuto vantare fin nel profondo. Mentre la mela le veniva offerta al costo di pochi centesimi, monete che la ragazza aveva con sé per un altro punto a suo favore nella scala della furbizia di cui si era fatta amica, la litania dell'anziano signore continuava a salire di tono. Cosa sarebbe successo di lì a poco? O meglio, qualcosa sarebbe accaduto veramente? O era solo una pièce teatrale degna di attenzione? La punta del bastone si incendiò, letteralmente, evocando una fiammella dai colori stravaganti: non arancio né rosso né giallo, ma un intenso blu cielo che sfumava verso il bianco. La folla non si era accorta dell'azione, alcuni ridevano, altri si giravano altrove, ma nessuno pareva affascinato da quell'eccezione fuori dalla norma. Non riuscivano a vederla, quella era l'impressione. Ma Thalia, lei sì che poteva. E presto, data la vicinanza, percepì anche la sinfonia che l'uomo stava sussurrando. Lentamente, da parole in una lingua sconosciuta, antica, misteriosa, il messaggio passò all'Inglese moderno e si comprese meglio.
«Scatola di latta... Scatola di latta... destinazione...» furono gli stralci di conversazione che il vecchio Stregone condivideva esclusivamente con se stesso. Il vento sferzò verso le bancarelle del mercato londinese, sollevando qualche tendone senza danni veri e propri. Un attimo dopo, l'uomo puntò il bastone verso una scatola di latta contenente olio di oliva. «Portus» esclamò, mentre la fiammella azzurra si accendeva maggiormente per poi spegnersi, dando l'impressione che l'oggetto di latta fosse divenuto improvvisamente dello stesso colore elettrico, risucchiando qualsiasi potere fosse in corso d'opera. Soddisfatto, l'anziano accennò finalmente ad un sorriso e poi si girò esattamente verso Thalia. «Ti serve un passaggio dal tuo amico? E' al cimitero, sai. E le cose si metteranno male per lui.» Aveva parlato con un tono di voce serio, come se fosse esattamente a conoscenza di chi o cosa stesse considerando nel suo discorso così astratto. Prospettive. Ancora una volta, Thalia aveva ragione. La scatola di latta attendeva di essere presa sul bancone di una bancarella di verdure, ma lo sguardo severo del proprietario alle spalle dello stesso sembrava pronto ad intervenire per davvero; non capitava tutti i giorni di vedersi i propri oggetti incantati. Non che avesse capito per bene, figuriamoci.
Prossima scadenza: 28 Marzo a mezzanotte.

 
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view post Posted on 24/3/2017, 15:06
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Scheda Thalia J. Moran
Il tempo sembrava scorrere a rallentatore, mentre consegnava il giusto importo in monetine in cambio di quella mela scelta un po' per caso. La sua attenzione era stata assorbita completamente dall'anziano mago - perché i dubbi sulla sua natura ormai erano svaniti - e dal tentativo di captare nelle sue parole suoni noti ed assonanze con termini di uso comune nella "loro" comunità. E benché l'udito, in quel frangente, fosse il senso più sotto pressione non mancò di notare i mutamenti nel comportamento e nella litania del vecchio uomo.
Se i passanti lo ignoravano o fingevano di non osservarlo, dal canto proprio l'Irlandese aveva percepito un aumento della tonalità di quell'assurda cantilena sconosciuta. Che stesse invocando forze oscure o meno, l'unico dato certo era che - presto o tardi - qualcuno avrebbe chiamato i rinforzi, scortandolo altrove e lasciandola lì, sola, a cercare altri indizi sulla famiglia magica accusata di maltrattamenti sugli Elfi Domestici.
Riposto il borsellino nella tasca della felpa e la mela nello zainetto, si attardò per qualche altro minuto, fingendo che una cerniera non si fosse chiusa a dovere. In quel modo, osservando di sottecchi il mago, riuscì a scorgere la fiammella azzurra sulla cime del bastone che - ora non c'erano dubbi - rivestiva il ruolo di una bacchetta. Che fosse un reperto magico di antica fattura? Non seppe rispondere a quella domanda, ma ben altro quesito aveva trovato risposta: nessuno dei presenti aveva colto la comparsa della fiamma su quel vecchio bastone. Ogni essere umano nel raggio di qualche metro procedeva nel suo passo più o meno spedito, nei suoi acquisti e nelle chiacchiere con i conoscenti e commercianti.
Qualcosa non tornava, nemmeno su questo potevano esservi dubbi.
Finse di aver trovato finalmente pace, chiudendo definitivamente la cerniera della tasca inferiore dello zaino, dove la mela aveva trovato un alveo sicuro, ed apprestandosi ad avanzare di qualche passo verso il vecchio uomo pur mantenendo il capo chino. Scontrarsi più o meno casualmente con lui sarebbe stato un buon modo per attaccare bottone, iniziare una conversazione e comprendere chi egli fosse in realtà. Continuava a brontolare qualcosa riguardo ad una scatola di latta, ma in fondo, su quelle bancarelle articoli simili erano praticamente ovunque. Il linguaggio era mutato, dapprima antico e misterioso, e via via sempre più comprensibile. L'inglese contemporaneo, finalmente, aveva espresso quelle tre parole: scatola, latta e destinazione.
Che cosa voleva dire quello strambo vecchio con quelle parole? Se solo avesse prestato maggiore attenzione, forse, avrebbe compreso il reale significato delle intenzioni dell'anziano uomo.
Si avvicinò ancora un po' e, finalmente, udì ciò che da almeno dieci minuti aspettava: la prova che un incantesimo sarebbe stato castato di lì a breve.
Non riconobbe la formula, né fu in grado di capire che cosa fosse accaduto - non subito - ma il bagliore bluastro che la scatola di latta aveva assunto dopo la pronuncia della parola "Portus" risvegliò nella sua memoria una ricordo che credeva di aver dimenticato. Un'altra città, un'altra piazza, un altro anziano uomo. Dunblane, Scozia. All'epoca non si trattava di una scatola di latta per la conservazione di frutta o verdura, ma di una semplice scatoletta di cibo per gatti. Ed il vecchio bibliotecario aveva salvato la vita a lei ed alle sue compagne con quella semplice Passaporta. Non avrebbe dimenticato quel gesto, non avrebbe potuto, ma si chiese se poteva davvero fidarsi di quell'uomo, quando questi si rivolse a lei in tono indecifrabile.

«Come, prego?» chiese infine, dopo qualche secondo di silenzio, mostrando un'espressione perplessa ed uno sguardo accigliato. Di quale amico parlava? E poi... che cosa c'entrava il cimitero?
Avrebbe dovuto cercare di saperne di più su quell'uomo prima di farsi trasportare chissà dove da una passaporta creata appositamente per l'occasione.

«Posso chiederle qual è il suo nome? Non capisco di chi stia parlando...»
Sperò che quella domanda dissipasse i suoi dubbi e, stringendosi nelle spalle a braccia conserte, rimase in attesa di risposte.
A quel punto avrebbe potuto solamente aspettare di capire quale fosse la più sicura via di fuga.
Inutilmente si chiese se i suoi compagni di avventura stessero bene e si augurò che nulla fosse capitato loro.




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Inventario:

◊ Comune zaino, di medie dimensioni
◊ Bacchetta
◊ Spilla Tremordicchiante (appuntata all'interno della felpa perché non sia visibile)
◊ Anello Gemello (mano sinistra)
◊ Mappa di Londra
◊ Una bottiglietta d'acqua
◊ Una mela


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Essendo Percy fuori dai giochi in off, in on considero che Thalia non sia consapevole del suo "ritorno" ad Hogwarts. Credo sia lecito, per lei, pensare di non sapere a chi si riferisca l'anziano e spera di ottenere risposta alle sue domande. Inoltre ho inserito in inventario la mela, può sempre tornare utile :fru:
 
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view post Posted on 25/3/2017, 20:21
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Per un attimo Fred temette che il suo piano non avrebbe funzionato e che il prete lo avrebbe mandato via, rifiutando la sua richiesta. Ma quando questi rispose il volto del Grifo si illuminò. Proprio come aveva previsto inizialmente il prete rispose alla sua richiesta d'aiuto.«Grazie, non se ne pentirà» disse come un bambino che aveva appena avuto il permesso di andare sulle giostre.«Beh si, il cimitero dove ci sono i morti. Perché, ci sono altri tipi di cimiteri?» La domanda del prete lo aveva veramente confuso e per giunta era quasi sicuro che l'uomo gli avesse fatto un occhiolino o lo aveva immaginato? Decise di non farci caso abbastanza sicuro che il cimitero centrava davvero con la missione che era venuto a svolgere con Percy e Thalia. Era sulla giusta strada, o almeno era quello che pensava. «Se non le dispiace si. Mio nonno si trova in fondo» disse rispondendo alla domanda del religioso, o almeno all'ultima. Aveva volutamente evitato di rispondere alla prima poiché avrebbe potuto tradirsi se avesse detto un nome a caso e non era il caso di commettere certi errori, specialmente adesso che era così vicino a scoprire qualcosa. Mentre camminavano decise di cominciare a fare qualche indagine. «Signore... lei ci crede a tutte le cose che dicono su questo cimitero? E' vero che ci sono le Streghe? I miei amici hanno detto di aver visto qualcuno fare degli incantesimi» Doveva riuscire a scoprire qualcosa prima che l'uomo scoprisse che in realtà non c'era nessun nonno a cui far visita. Magari avrebbe potuto indicare una tomba a caso e sperare che il prete non conoscesse il morto in questione. In caso contrario gli rimaneva sempre l'opzione "Fuga". Era sicuramente più veloce del Prete e magari quest'ultimo non avrebbe nemmeno provato a seguirlo. In un modo o in un altro doveva farsi dare qualche informazione e poi tornare da uno dei suoi compagni e sperare che anche loro avessero trovato qualcosa di utile. Una parte di lui era sicuro che si era cacciato in un bel guaio, ma ormai il gioco era cominciato e non gli restava che giocare fino in fondo e mettercela tutta per vincere, come faceva sempre.


Inventario:
• Zainetto
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Babbana
• Occhiali da Sole
• Spilla da Prefetto
• Spilla Tremordicchiante
• Biscotti
• Bottiglietta d'acqua
 
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view post Posted on 23/9/2017, 13:52
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» Fred
Alla fine il giovane sacerdote riuscì nel suo intento, sfilando il collarino che stringeva troppo al collo. La messa era ormai finita da tempo, l'abito tra l'altro non faceva il monaco, come si era soliti dire, quindi non sarebbe stata una grave colpa sentirsi più liberi e leggeri. La lunga veste scura che indossava lo faceva sembrare una sorta di uomo medievale, uno di quei preti pronti a porgere consigli con semplici letture di Bibbia o testi sacri, spesso passeggiando fra villaggi vivaci soltanto per favorire tranquillità e pace con la sua presenza. Non era quello il periodo né più il modo, l'ufficiale religioso lo sapeva bene. Sua moglie lo attendeva a casa con un pranzo degno di nota, la domenica era un giorno di festa anche per lui, ovviamente. E il fastidio di aver trovato un ragazzino con una richiesta così fuori luogo, per l'orario e non solo, non poteva che risultare evidente nel suo sguardo. Ma era un uomo di fede e di clemenza, di sicuro non avrebbe potuto negare il suo aiuto ad una povera anima innocente, non ad un giovane pronto a porgere il suo omaggio al defunto nonno anche in un giorno di festa. Annuì con un rapido cenno del capo alla prima affermazione piuttosto stravagante del ragazzino: il cimitero era stato inteso come luogo di morti. Non di riposo, non di accoglienza del corpo materiale, soltanto posto dove la morte regnava sovrana. Aveva arricciato il naso a quella definizione: per quanto potesse effettivamente essere reale, per il sacerdote spezzava una sorta di armonia che aveva da sempre contraddistinto il suo spirito. Il colletto che pendeva ormai libero dal collarino della sua figura, l'uomo accompagnò il ragazzino verso i cancelli in ferro battuto del cimitero dietro la chiesa, aprendo poi la serratura con una chiave lunga e spessa che aveva recuperato da un grande mazzo estratto dalla tasca destra della divisa. Parve sorpreso dalla domanda dell'altro, perché si soffermò ad osservarlo per un istante abbastanza intenso, fin quando trafficò per bene con l'ingresso e lasciò libero il varco di fronte. «Streghe? Giovanotto, credi di essere davvero al Medioevo? La fede è magia e la magia è fede. Se intendi questo, allora direi che le Streghe siano persone buone, se la loro magia è magia buona.» Poche frasi, moltissime metafore: per Fred quel messaggio non avrebbe avuto chissà quanto valore, ma per fortuna il cimitero era stato aperto e la cappella bianca di cui la signora incontrata in precedenza aveva parlato ora era visibile in prossima lontananza, a quel punto avrebbe comunque potuto dare un'occhiata da vicino. «Devo venire con te o sai la strada? Ti aspetto qui, se preferisci, ma non metterci troppo perché già sto facendo un'eccezione.» Indicò le file e file di tombe, mentre il profumo forte di cipressi e fiori invadeva come atmosfera vera e propria l'ambiente circostante. Di certo non era il percorso migliore, ma con la coda dell'occhio, forse come scherzo di luce o di natura, dietro la cappella qualcosa si mosse. Per un attimo un cipresso vicino si mosse, ma non c'era alcun soffio di vento.

» Thalia
L'anziano signore passò le mani sulla lunga veste che indossava, quasi intenzionato ad eliminare tracce invisibili di pieghe e granelli di polvere. Nella mano destra ancora il bastone impugnato con leggerezza, mentre una nuova brezza di vento soffiava attorno gli stand e la figura dell'uomo. Londra non era mai stata una città anonima, lo dimostrava la storia ma ancor più, per Thalia, l'esperienza in prima persona. Avrebbe potuto elencare nozioni su nozioni, Incantesimi su Incantesimi, perché di certo era tra le studentesse migliori del suo corso e forse della stessa intera Hogwarts, ma per l'anziano Stregone di fronte quella ragazzina non era altri che una sconosciuta. Interessante da scoprire, anche da analizzare, eppure sempre e soltanto una figura anonima per la sua ormai lunga esistenza. Tamburellò le dita della mano destra sulla punta più alta del bastonee, facendolo poi cozzare tre volte con il pavimento di sampietrini. Uno, due, tre colpi soltanto e parve che il vento si soffermasse come all'improvviso, trascinando a sé suoni e rumori dei dintorni. Il mercato all'orizzonte divenne del tutto silenzioso, sebbene uomini e donne e bambini, venditori inclusi e passanti di circostanza pure, fossero alla mercé dei loro impegni, continuando come se niente fosse. Un problema d'udito oppure qualcosa di più interessante e particolare? Lo Stregone indicò la Passaporta che aveva realizzato, la stessa che stava colorandosi di un azzurro più brillante del previsto. Non rispose per davvero alla domanda della ragazza, si limitò ad un sorriso che illuminò il volto coperto di rughe, rendendolo più umano e meno misterioso di quanto non apparisse realmente. «Il tuo amico con il ciuffo lungo e scuro si trova in pericolo.» Come potesse dirlo non era dato sapere, non ancora perlomeno. Che parlasse di Fred o di Percy, a pensarci bene, poteva dare adito ancora a diversi dubbi, ma capelli scuri e ciuffo erano dettagli che descrivevano in particolar modo il giovane Grifondoro. Percy era biondo e aveva un taglio di capelli corti, inoltre era quasi una sensazione concreta capire che l'uomo si riferisse ai compagni di avventura di Thalia e non ad un discorso di amicizia in generale. La scatola di latta riverberò di un azzurro già più luminoso, tendente al bianco. L'uomo vi posò sopra la mano, invitando Thalia tacitamente a seguire l'esempio. Forse fidandosi, la Tassorosso sarebbe dunque stata trasportata via da quel luogo fino ad una nuova zona di Londra, poco trafficata per quell'orario ormai vicino pranzo di un'anonima domenica mattina, ritrovandosi a diversi metri di distanza da un cimitero ormai vuoto, dove soltanto un prete avrebbe attirato la sua attenzione in prossimità di un ampio cancello. Lo stesso sacerdote sarebbe apparso in attesa, mentre giocherellava con un collarino legato al suo compito. Dell'anziano signore che aveva pronunciato frasi misteriose non ci sarebbe stata più traccia né del suo bastone né del mercato colorato del centro di Londra, perché soltanto la scatola di latta si sarebbe spenta e fermata accanto ad un tronco dove Thalia sarebbe apparsa. Da sola e distante a sufficienza da non essere vista, Thalia avrebbe però osservato un altro uomo avvicinarsi al prete di spalle. Sembrava camminare rapidamente, passo dopo passo senza farsi sentire né vedere, vestito di nero e con una bacchetta stretta nella mano destra, puntata alla schiena del prete. Prima che potesse anche solo pensare di agire, Thalia si ritrovò ad assistere ad un raggio di luce bianca partito dall'arma magica dell'uomo sconosciuto verso il prete, disteso a terra privo di sensi. Subito dopo, senza guardarsi attorno, l'uomo sarebbe entrato nel cimitero aperto. Un amico in pericolo che poteva essere o non essere Fred, un nuovo luogo da esplorare alla ricerca di qualcosa di utile, un Mago che aveva attaccato un Babbano. Quella missione sembrava più uno scherzo che altro di veramente legato al Comitato di cui Thalia si faceva portavoce. Ma cosa avrebbe potuto fare, a quel punto? Fred aveva parlato di cimiteri prima di dividersi? E quell'uomo perché aveva usato la magia in pieno giorno? Nei dintorni, nessun passante, soltanto la brezza piacevole di quella soleggiata mattina. Se Thalia avesse seguito l'anziano signore nella Passaporta, avrebbe visto e partecipato a tutto quello. Altrimenti, un giro al mercato sarebbe stato comunque altrettanto piacevole e di sicuro meno preoccupante. Restava da capire, in ogni caso, come la magia fosse stata tanto visibile - viaggio in Passaporta e attacco dell'uomo, se visto di persona dopo aver seguito l'anziano signore - senza ancora alcuna conseguenza come da legge.
In grande ritardo, ma ci siamo. Non vi tratterrò a lungo, promesso. Prossima scadenza: 30 Settembre a mezzanotte.
 
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view post Posted on 30/9/2017, 16:43
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Scheda Thalia J. Moran
Esisteva, forse, qualcosa di più avvilente di una mancata risposta? Era stata cresciuta secondo un principio basilare che, in quel frangente, era stato semplicemente ignorato. Trattenne a stento il fastidio, conscia di aver di fronte un perfetto sconosciuto e, per di più, anziano. C'era qualcosa nel suo atteggiamento che la faceva ben sperare sulle intenzioni tutt'altro che negative dell'uomo, almeno in apparenza, dunque si accontentò di osservarlo, cercando di assimilare quante più informazioni possibili sull'aspetto del mago che, ora, sembrava intenzionato ad offrirle il suo aiuto. La veste lunga, il bastone adibito all'uso di una bacchetta e la precisa esecuzione di un incantesimo complesso - per quel che ne poteva sapere - erano tutti segni di una persona rispettabile, capace di manipolare la magia a proprio piacimento.
Non era sua abitudine affidarsi a degli sconosciuti, i suoi genitori e la famiglia in genere l'avevano redarguita a dovere in tal senso, ma le parole successive dell'anziano la convinsero definitivamente a dargli una possibilità. Seppur criptica nelle fasi iniziali, quella descrizione era palesemente rivolta al volto di Fred Zoungla: non lo conosceva affatto e non si sarebbero potuti certo definire amici, ma si era presa la briga di studiarne i lineamenti durante le numerose riunioni del Comitato; il ciuffo di capelli scuri sulla fronte, tra l'altro, sembrava un marchio distintivo del giovane Grifondoro al quale si era rivolta in modo tanto rude all'inizio di quella missione.

«Come, prego?» ripeté, questa volta lievemente scioccata dal messaggio di cui l'anziano si era fatto portavoce. Se era nei guai, allora non aveva capito nulla di quanto lei stessa aveva preventivato una volta scesi dall'autobus solo pochi attimi prima.
*Non si possono lasciar soli nemmeno cinque minuti!* pensò irata, lasciando che il suo sguardo seguisse quello dell'anziano, mentre la mano di quest'ultimo si appoggiava delicatamente alla scatolina di latta. Il bagliore azzurrognolo cambiava istante dopo istante: la Passaporta si sarebbe attivata in breve tempo e di lui non sarebbe rimasta traccia. E con lui, del resto, sarebbero svanite nel nulla le informazioni su Fred. Non poteva permettersi di perdere di vista il compagno e tanto meno quello che sembrava il loro custode.
Gettando alle ortiche ogni buon proposito, stese il braccio in direzione del contenitore di latta, posandovi le dita sulla superficie.
Immediatamente percepì uno strappo all'altezza dello stomaco, mentre i piedi perdevano il contatto con il pavimento del mercato coperto; anche i suoni di sottofondo e le voci si attutirono fino a sparire. Non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi dove fossero, perché riuscì a malapena a rimanere in posizione eretta non appena la Passaporta li materializzò altrove.

«Dov-... ma, dov'è finito?» si ritrovò a sussurrare quelle parole al vento, trovandosi sola in una zona di Londra mai vista prima di allora. Ad uno sguardo più attento e scrupoloso, avrebbe notato una figura di spalle vestita in un modo a lei sconosciuto. Se ne stava solo, in piedi di fronte ad un cancello in ferro, osservando le lapidi poste in file ordinate.
*Il cimitero. Almeno questo è chiaro.*
Trafficò per qualche istante cercando la bacchetta, riposta di fretta prima di farsi trasportare in quel luogo dalla Passaporta, ignorando la figura vestita di nero in rapido avvicinamento. Una volta trovato il legnetto di Salice, la rossa sollevò lo sguardo nuovamente, giusto il tempo di osservare il rapido svolgersi degli eventi: l'uomo aveva una bacchetta e, senza troppe remore, aveva eseguito un incantesimo in pieno giorno. Non credeva che l'uomo, steso a terra e privo di sensi, fosse morto. Quel pensiero la fece rabbrividire, mentre l'uomo si avviava a passo spedito all'interno del cimitero.
Qualcosa non tornava. Fred dov'era? E perché si era fidata di un perfetto sconosciuto che aveva avuto la brillante idea di svanire nel nulla?

*Fred, se non sei in quel cimitero, ti ci trascino io stessa.*
Con quel pensiero nella mente, avrebbe atteso che l'uomo si fosse addentrato sufficientemente all'interno del luogo sacro prima di muoversi da quel punto apparentemente sicuro, dapprima accertandosi della salute della vittima ancora distesa sul selciato e, poi, seguendo l'altro individuo con discrezione.






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view post Posted on 7/10/2017, 23:09
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Il prete non sembrava tanto felice di dover riaprire le porte che portavano alla terra dei morti per il giovane ragazzino, ma il suo spirito religioso gli imponeva di aiutare il prossimo quindi si ritrovò praticamente costretto a dimostrarsi disponibile nei suoi confronti. D'altro canto a Fred non interessava molto come dovesse sentirsi il sacerdote, aveva una missione e per portarla a termine aveva bisogno di qualche informazione che però non arrivarono dall'uomo come invece il grifo aveva sperato. La sua domanda non aveva ricevuto una risposta utile quindi Fred non poteva far altro che sperare di imbattersi in qualcosa una volta entrato nel cimitero, poiché dubitava fortemente che porre altre domande al suo accompagnatore lo avrebbe portato a scoprire qualcosa. E stavolta la sorte sembrava volergli dare una mano. «Non c'è bisogno, preferirei stare... solo» da buon attore qual'era, intinse l'ultima parola di tristezza, cercando di far capire all'uomo che aveva bisogno di privacy in un momento come quello. Una volta varcati i cancelli del cimitero il Rosso-oro fu invaso dall'odore dei fiori e dei cipressi ma stavolta quel contatto con la natura non gli riscaldò il petto come faceva solitamente, stavolta gli trasmise un brivido di freddo, una strana sensazione non molto piacevole. Decise però di non farci troppo caso, consapevole che probabilmente era giusto una sua reazione involontaria a quel luogo fatto di lacrime e addii. Ricordandosi le parole del prete il Grifone cominciò ad avanzare tra le tombe quando con la coda dell'occhio notò qualcosa di strano... un movimento. Dietro la cappella che tanto aveva sperato di raggiungere da quando aveva parlato con la signora, notò un cipresso muoversi. La cosa strana però non era il movimento in sé, dopotutto ogni giorno o quasi il vento faceva danzare la natura a suo piacere, la cosa strana era che in quel preciso momento il vento non aveva emesso alcun respiro. Come poteva quindi un albero muoversi senza il suo abituale compagno di danze? Il mago sapeva di non esserselo immaginato, era sicuro di ciò che la sua vista aveva scorto anche se solo di striscio. Inutile chiedersi quale fu la sua prossima azione. Come sempre, si fece guidare dagli istinti e si diresse proprio in quella direzione, aumentando leggermente il passo visto che tempo da perdere non ne aveva.
Dove lo avrebbe potato stavolta la sua curiosità?


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Perdonatemi per eventuali errori ma non ho avuto tempo per rileggere
 
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view post Posted on 3/1/2018, 12:40
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» Fred
Vinto dalla curiosità che per ogni Grifondoro quasi poteva dirsi innata, il giovane Zoungla camminò a passò spedito verso il centro del cimitero babbano. Forse alla ricerca di un parente cui portare omaggi, forse per una semplice passeggiata domenicale con carattere piuttosto tetro, forse per altri motivi non chissà quanto fuori dagli schemi, agli occhi di qualsiasi passante, la presenza di Fred in quel posto non dimenticato da Dio non sarebbe stata troppo ingiustificata. Strana di certo, ma perfino possibile. Nessuno avrebbe potuto effettivamente comprendere i reali motivi che invitavano lo studente di Hogwarts ad addentrarsi sempre più tra cipressi e tombe incrostate dal tempo. Ormai prossimo alla distesa di cespugli senza fiori che delimitavano un'ampia zona di altri mausolei di famiglie importanti e ormai decedute da anni, Fred poté dunque accorgersi di un altro movimento, simile a quello visto in precedenza: un fruscio, tanto leggero quanto inaspettato per l'assenza di vento. E tra l'altro, ora che era più vicino, il Prefetto avrebbe potuto anche notare come quell'ondeggiare riguardasse soltanto parte di quelle foglie già spente in colore e luce. Nei dintorni non c'era nessuno: non una persona, non un visitatore, non un uomo né una donna né un bambino alle prese con sentimenti di dolore e sofferenza. Non un prete, non un sacerdote, non un ufficiale della Chiesa poco lontana. Nei dintorni non c'era anima viva. Prima ancora che Fred potesse fare qualcosa, il movimento tra l'erba di fronte a sé, tra i rametti dei cespugli solitari, si fece maggiore e divenne ancor più innaturale di quanto già non fosse. Era come se dietro si nascondesse qualcosa e se Fred avesse allungato con coraggio una mano per spostare quell'ostacolo di foglie, avrebbe notato rapidamente non più una distesa di tombe, quanto una sorta di cappella in marmo grigio. Non imponente, non grande, non come quelle classiche già viste in precedenza nei dintorni: la cappella era minuscola, sembrava una di quelle rappresentazioni in miniatura, tanto apprezzate dai collezionisti di ogni parte del mondo. In basso, piantata dietro il cespuglio come se fosse oggetto di un gioco senza logica, la cappella arrivava in altezza alla caviglia di Fred. Tuttavia, se si fosse abbassato a sufficienza, il ragazzo avrebbe notato qualcosa di strano: la porta della cappella in miniatura era aperta e al suo interno, invece di buio o di vuoto, come ci si sarebbe aspettati, si scorgevano bagliori veri e propri. Forse un gioco elettronico oppure qualcosa di più particolare?


» Thalia
Non c'era stato ostacolo, non un duello né uno scontro con l'uomo intravisto poco prima; per Thalia la strada era libera da ogni problema, ma non da ogni preoccupazione. Studentessa modello, la ragazza non aveva sottovalutato quanto stesse accadendo nei paraggi e con fare arguto, quasi in silenzio, si era addentrata a sua volta nel cimitero. Passando accanto all'uomo colpito dal sortilegio dello sconosciuto, Thalia avrebbe potuto facilmente accorgersi del fatto che quel tizio fosse un prete: il collarino ecclesiastico e la croce che pendeva sul petto, riversa sulla sinistra, erano chiari indizi di quel ruolo. E per sua fortuna e forse anche sollievo, la studentessa avrebbe potuto anche vedere il petto del sacerdote alzarsi e abbassarsi lentamente, segno che stesse respirando senza problemi, sebbene svenuto per via dell'Incantesimo subito. Poiché non in immediato pericolo, Thalia continuò per la sua strada, ignara di cosa o chi stesse cercando. Non c'era stata tanta ragione a descrivere la giornata che aveva vissuto fino a quel momento e per lei, più di tutti gli altri, le risposte ancora tardavano a palesarsi come avrebbero dovuto invece fare. Era piuttosto singolare la sua capacità di non arrendersi all'incertezza, di non cedere alla confusione e di non essere vinta, in tutto, dalla confusione del suo presente. Forse per ripagarla di così tanta determinazione e soprattutto pazienza, il Fato la spinse fino al limitare di un'ampia distesa di tombe bianche, di tanto in tanto puntellate di fiori. Poco più avanti, a qualche metro di distanza, l'uomo che aveva attacco il prete si era accovacciato dietro una lapide, la bacchetta puntata contro dei semplici cespugli. Sembrava in attesa di qualcosa o di qualcuno, pronto all'attacco. Non si era accorto di Thalia, ma la ragazza avrebbe dovuto fare in fretta a nascondersi, perché in linea d'aria era esattamente sulla visuale dell'uomo, se solo quest'ultimo si fosse voltato. Al centro dei cespugli si scorse un movimento innaturale e poi uno strano bagliore. Qualcosa stava succedendo, qualcosa di singolare. Era forse Fred l'artefice di quel mistero?
Attenzione: Fred e Thalia, le vostre azioni da questo momento sono concatenate, anche se ancora non vi siete visti e incontrati. Fred è ormai oltre i cespugli, nascosto da questi: la scoperta fatta è difficile da comprendere, ma potrebbe essere una svolta decisiva alla vostra missione. Alle tue spalle, se ti giri, puoi notare l'uomo che ti punta la bacchetta contro; allo stesso tempo, sempre se ti giri, Thalia potrà vederti in piedi, riconoscendoti. Attenzione: la tua azione potrebbe far nascere nuove azioni immediatamente, Thalia pure ne subirà le conseguenze, quindi nei limiti del "giustificato ongdr", giocate di squadra. Ovviamente potete agire in qualsiasi modo, ma qualsiasi azione avrà una reazione. Per dubbi o domande, scrivetemi per mp. Prossima scadenza: 10 Gennaio a mezzanotte.
 
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view post Posted on 10/1/2018, 23:07
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• A caccia di prove •

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Stavolta il fruscio si palesò davanti ai suoi occhi, non era stato una sua fantasia, aveva visto bene già in precedenza e negarlo a quel punto sarebbe stato impossibile. Essendosi avvicinato il Grifone notò anche che solo una parte del cespuglio senza fiori si muoveva leggermente, come un corpo che isola le varie parti del corpo. Non un singolo soffio di vento si manifestò rendendo inspiegabile quel frusciare. Qualcuno doveva aver causato quel leggero movimento, ma Fred era quasi sicuro di essere solo in quel vasto cimitero. Una parte di sé era ovviamente in allerta, dopotutto la sua curiosità avrebbe potuto farlo cadere in una trappola, come la maggior parte delle volte. Prima che potesse effettivamente mettersi in guardia e puntare la bacchetta contro il cespuglio quest'ultimo cominciò a danzare con più vigore come se avvertisse la presenza del piccolo prefetto. La mano di Fred si allungò istintivamente verso i rami per spostarli dalla sua visuale e svelare il mistero nascosto dalle sue foglie. Quello che trovò lo lasciò perplesso, da una parte aveva sperato che ci fosse un elfo o addirittura un "nemico" dopotutto avrebbe potuto ricavarne delle informazioni preziose. Invece trovò una rappresentazione in miniatura di una cappella in marmo grigio, molto carina e realistica a vederla. Ma ad attirare la sua attenzione non fu tanto la struttura in miniatura, quanto più le luci che provenivano dal suo interno. Era forse un souvenir con dentro delle lucine colorate a batterie, tipiche degli alberi di natale? Forse un bambino l'aveva lasciata lì per sbaglio, o forse era un regalo da mettere sulla tomba di uno dei numerosi defunti che lo circondavano, o forse no. Le opzioni era molte e cercare di indovinare era completamente inutile; fu proprio per questo che il Grifo si inginocchiò e abbassò maggiormente il busto per arrivare con l'occhio sinistro all'entrata della cappella. Cosa sdi nascondeva al suo interno? quelle luci erano veramente frutto di lucine colorate o erano qualcos'altro? Fred era così preso da quel piccolo oggetto di non essersi accorto della presenza di due persone alle sue spalle, non molto lontano da lui.


Inventario:
• Zainetto
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Babbana
• Occhiali da Sole
• Spilla da Prefetto
• Spilla Tremordicchiante
• Biscotti
• Bottiglietta d'acqua
 
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view post Posted on 12/1/2018, 16:57
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Scheda Thalia J. Moran
Non avrebbe saputo esprimere a parole il sollievo provato nel constatare che la vita di quell'uomo non fosse in pericolo. L'immagine del suo petto, coperto dalla tonaca nera, che si sollevava ed abbassava nel ritmo lento del respiro, scacciò dalla sua mente lo scenario cruento che, ad ogni passo in direzione della figura a terra, era andato delineandosi sempre più nettamente rischiando di far vacillare la sua determinazione. La Morte, almeno quel giorno, aveva risparmiato una vita.

Si guardò attorno, cercando di individuare qualcuno che potesse aiutare quel pover'uomo, ma la via era sgombra e non un'anima sembrava affiorare in quel luogo apparentemente dimenticato. Si prese ancora qualche istante, per assicurarsi che l'uomo respirasse davvero, dopodiché si rimise in marcia.
La bacchetta, stretta nel pugno destro, era stata celata alla vista dalle braccia conserte al petto; non avrebbe dovuto sottovalutare la propria presenza in un luogo babbano: chiunque avrebbe potuto scorgerla e la probabilità di essere scoperta aumentava, metro dopo metro.
Si chiese ancora una volta perché l'anziano l'avesse condotta sin lì - per poi sparire senza lasciare traccia - e, mentre sfilava tra le file di lapidi ornate da fiori in vasetti grandi e piccini, provò un'inquietudine indescrivibile. Dimentica della ragione della propria presenza a Londra, associò quel cimitero alla profezia che avrebbe cambiato la sua vita in un punto imprecisato del suo futuro.
Camminò a lungo, senza preoccuparsi di dove mettesse i piedi, osservando il lugubre paesaggio alla ricerca di indizi, in quel luogo permeato dall'innaturale calma che solamente la Morte può garantire.

Giunse in un quadrante del cimitero ben diverso dal precedente: in precedenza, le tombe differivano per forma e misura, a seconda dello status sociale della famiglia che ivi aveva donato riposo ai propri cari estinti; ora, si affacciava su una serie di lapidi bianche, disposte ordinatamente in quello che ai suoi occhi appariva come un giardino. Fiori e cespugli balzavano agli occhi di chiunque si fosse trovato lì, conferendo al cimitero un aspetto diverso, più moderno - forse - e meno triste.
Sapeva che per alcune culture la Morte era solamente un rito di passaggio, ma ciò che accomunava tutte le visioni possibili sull'argomento era un solo fattore: la separazione dalla vita terrena e dagli affetti sinceri, un concetto di per sé sufficiente a tenerla ancora alle proprie convinzioni.

La colpì l'assenza del vento. Poco prima, su quel marciapiede davanti all'ingresso del cimitero, le era sembrato che un leggero alito di vento le avesse solleticato la fronte e la nuca, come una carezza. Ora, però, tutto appariva ai suoi occhi come immutabile ed immobile, quasi intoccabile.
Tutto, tranne una macchia di rovi e cespugli a qualche metro in linea d'aria da lei.

Fu allora che vide l'uomo: cercò di metterlo a fuoco, ma tutto ciò che riuscì a notare furono le sue vesti ed un'inconfondibile bacchetta tra le mani. Il legnetto, di qualunque origine fosse, era puntato sul cespuglio e, probabilmente, quello era il punto d'origine della forza che ne favoriva il movimento.
Ripensò immediatamente all'uomo dall'abito talare nero, disteso sul selciato, e cercò una connessione tra i due; un collegamento facile e scontato, come bere un bicchier d'acqua. Sicuramente l'uomo, chino dietro una lapide, non aveva avuto buone intenzioni sin dall'inizio e tanto bastò per convincerla ad abbassarsi dietro la lapide bianca più prossima. Avrebbe cercato un punto di osservazione meno scoperto, una volta rannicchiata dietro la lastra di quella che sembrava pietra calcarea, dopodiché avrebbe atteso pazientemente una mossa da parte dell'uomo misterioso.

L'altra incognita riguardava i suoi compagni di viaggio: dov'erano finiti?
Se fosse accaduto loro qualcosa, con ogni probabilità, non se lo sarebbe di certo perdonata.







Inventario:

◊ Comune zaino, di medie dimensioni
◊ Bacchetta
◊ Spilla Tremordicchiante (appuntata all'interno della felpa perché non sia visibile)
◊ Anello Gemello (mano sinistra)
◊ Mappa di Londra
◊ Una bottiglietta d'acqua
◊ Una mela




Chiedo scusa per il leggero ritardo :fru:
 
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49 replies since 30/9/2016, 20:10   743 views
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