Il Nuovo Mondo, Tenochtitlàn, Atene V Incontro

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view post Posted on 14/10/2016, 21:06
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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La Riscoperta dei Saperi del Passato:
Il Nuovo Mondo.



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Venerdì 9 Ottobre, 8.00 p.m

Sino a quel momento era stata una serata tranquilla, il cielo trapunto di stelle era ormai in procinto di ricevere il testimone dall'Astro, giunto al termine del suo spossante turno, pronto con rinnovate energie a ricominciare dall'altra parte del Globo. Il Castello, silente spettatore d'eccezione, ormai da mille anni a quella parte, assisteva a quel trapasso di consegne, come sempre era stato, beandosi del sopraggiungere della Notte, e di un meritato riposo. La settimana volgeva al termine, le lezioni concluse, con netto anticipo per molti dei più fortunati, in fondo quella giornata consacrata così tanto tempo prima a Venere sembrava che ancora ne conservasse un intimo, quanto fantasmatico attributo, e che volesse trasmetterlo, a piccole dosi, ma durevolmente nel tempo. Vestigia, di chi un Tempo aveva dominato il Mondo, da così lontano, nelle profondità del continente Europa.
La facciata del Castello ad intermittenza prendeva e perdeva vita, animata da curiosi giochi di luce, luce lasciata filtrare dalle finestre, oscurata temporaneamente ora ed ancora dal passaggio di questo e quel passante che correva da un angolo all'altro, certo dell'urgenza del suo incedere, e del conseguente affare, che lo conduceva così lontano dalle calde ed accoglienti due Torri, rilucenti nelle loro luci. Certo, quattro Sale Comuni, ma chi si fosse trovato a passeggiare in lontananza, avrebbe potuto ammirare il rifulgere di unicamente due, com'era stata intenzione, sin dall'origine, dei Fondatori. Nonostante il procedere errabondo di questo o quello sparuto Studente, il Venerdì sera non aveva mai avuto particolari incombenze, ed i corridoi erano destinati a rimanere vuoti sino al sopraggiungere del coprifuoco, e del mattino successivo. Quella sera, un impegno comune sembrava voler aggregare e portare a convergere l'errabondo peregrinare di più d'uno di quei solitari visitatori, che dagli angoli più remoti del Maniero, pareva si fossero dati appuntamento a metà strada, al I Piano, per non scontentare nessuno.
Silenziosi, meditabondi, una fenice, ed un Anziano Mago miravano il rifulgere della Notte, e del levarsi degli Astri, fuori dalle grandi vetrate, in paziente attesa, non poteva ormai mancare molto. Quasi in risposta, un pendolo iniziò a battere il primo di otto armoniosi rintocchi, era quasi ora, sì. Dietro la scrivania, in quello che era e non era il più classico dei formati, di spalle alle porte, assorto, in un inedito completo blu notte, di quella che sembrava lana, ma non certo seta. Che fosse fuori luogo, per dove erano diretti? Innanzi alla scrivania, il secondo colpo di teatro, la comoda e famigliare coppia di poltrone aveva ceduto il passo, per una sera, a quello che era indubbiamente un legio, un pesante libro, chiuso, troneggiava al centro dell'Ufficio, quasi aspettandosi, e pretendendo, il suo momento di Gloria.
Il camino scoppiettante, e la porta socchiusa, sembravano voler accogliere il primo che fosse giunto. Non doveva ormai mancare molto.



Buongiorno (Buonasera?) a tutti, dal momento che anche questa volta può considerarsi il I Incontro per molti, una serie di veloci, seppur banali, considerazioni:
a) Per partecipare dovete essere Ateniesi, ed essere tra gli Evocati, nulla di strano;
b) Aggiungete in coda sin da ora le vostre statistiche, ed aggiornate qualora lo riteneste necessario le schede, faranno testo da quando avrete postato, per tutto l'Evento, quindi eventualmente verificate acquisti, o lezioni, o statistiche, o varie ed eventuali;
c) Aggiungete sempre in coda tutti gli oggetti magici che ritenete vi possano essere utili, come vi è già stato detto sono sconsigliati scafandri, armature complete (e se poi affogate?), asce bipenni, scrivete solo l'inventario attivo, o che effettivamente portate, e non tutto l'armamentario del vostro casato;
d) Andremo meno spediti, di quanto vorrei, ma per una lunga serie di ragioni tant'è. Non siete tenuti tutti a postare ogni turno, salvo disposizioni contrarie, ma dovrete mantenere comunque una buona media, chi si dà alla macchia, verrà espulso al III richiamo della Tuke (con 'Ammoniti' si faceva riferimento a questo dettaglio), dal momento che siete molti più del previsto anche i tempi della Tuke saranno conseguenti;
e) Vi ricordo essere un Evento, quindi tecnicamente non ci sono problemi con altri Eventi, Quest, Duelli o Apprendimenti che abbiate in corso, ma è comunque una faccenda relativamente impegnativa, e non siete pochi, quindi regolatevi sul da farsi;
f) La porta è volutamente socchiusa, nonostante siate soliti bussare, attendere ed entrare, per questa volta, cercate di entrare tutti nel I post;
g) Mi è stato domandato, a buon diritto, e ci avevo già fatto un pensierino, di chiedervi di chiudere ogni post oltre che con la solita sfilza di Oggetti, con un riassunto di due righe in Off, di quanto abbiate scritto più diffusamente in On nel post. Penso sia un'ottima prassi che dovrebbero adottare tutti, anche se volete delle risposte in tempi accettabili;
h) Oggi è il 14 Ottobre, il 17 la discussione verrà aperta, il 22 si prosegue, insomma, non c'è fretta, avete tutto il tempo, ma non fateci l'abitudine!


Edited by Ignotus Albus E. Peverell - 26/4/2018, 23:23
 
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view post Posted on 17/10/2016, 16:44
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Tutti i buoni propositi di non farsi incastrare una seconda volta con le scampagnate da trip allucinogeno del professor Peverell - meglio conosciute come "missioni della scuola di Atene" - furono gettati in massa fuori dalla finestra quando Elhena afferrò il pomello della porta, aprendo l'uscio quando bastava per infilarsi nell'ufficio del vicepreside. Chissà, forse avrebbe potuto vincere il premio di “idiota dell’anno”. Una vocina le disse che era ancora in tempo a fingere un’influenza improvvisa o la morte del gatto di casa per fare dietro front e tornare al sicuro del proprio dormitorio.
“Buonasera”
salutò invece, muovendo qualche passo verso il libro che sapeva sarebbe stato il loro mezzo di trasporto verso il passato. Uno zainetto leggero pendeva dalla spalla sinistra della ragazza.
La precedente avventura aveva insegnato alla Tassina come fosse inutile portare con sé interi arsenali o passare ore a scegliere l'abbigliamento più consono per l'avventura, se poi la magia del libro trasformava qualsiasi vestito perché passasse inosservato nel luogo e tempo prefissato per la missione. Andava detto che erano mesi che Elhena non parlava vis-à-vis col professore, limitando i suoi contatti col docente alle lezioni di Storia. Nonostante ciò, aveva studiato la civiltà azteca abbastanza da sapere che non uno dei suoi indumenti sarebbe rimasto immutato. Pertanto non aveva perso il sonno per decidere di indossare una gonna di jeans il cui orlo arrivava appena sopra il ginocchio e una maglietta a maniche corte, insieme a un paio di scarpe da ginnastica e a un mantello in caso di acquazzoni messicani. Dubitava però che il potere del libro avrebbe potuto fare qualcosa per la sua fisionomia che gridava "Europea!" da tutti i pori. Con i capelli biondi, gli occhi verdi e la pelle chiara o gli Aztechi l'avrebbero sacrificata a qualche divinità o avrebbe deciso di venerare lei come tale. Stesso dicasi per il 99% degli altri ateniesi. Il pensiero fece corrugare la fronte alla Tassina.
Comunque Elhena si era impegnata a togliere tutto quanto non fosse strettamente necessario. Così il bracciale celtico che di solito la Tassa portava al polso destro era stato spogliato. Lo stesso dicasi per il plettro regalo di Oliver o il bracciocchio. Anche la spilla da Prefetto era rimasta sul comodino e sul petto della ragazza scintillava solo quella degli Ateniesi. Gettati alla rinfusa nello zaino stavano la lanterna magica - che Elhena non aveva mai occasione di usare ma che si ostinava a portare con sé per scaramanzia - l'avversaspecchio e il decotto al dittamo, anch'esso ormai un cimelio, tante erano state le volte in cui era tornato intonso nel baule della ragazza.
Elhena pescò dalla tasca un elastico per legare i capelli in una coda bassa. Guardandosi attorno notò che il vizio di un'eccessiva puntualità non l'aveva abbandonata. Per il momento, infatti, non c'erano altri Ateniesi nella stanza. Elhena spostò il peso del proprio corpo da un piede all'altro, sperando che i propri compagni di scampagnate arrivassero prima che ella si trovasse costretta a dover instaurare una conversazione con Peverell. Non era certa di averne voglia.
Lì, in piedi a pochi centimetri dal libro – questa volta era stata previdente, mangiando a cena il minimo indispensabile per non crollare come un sacco di patate al momento meno opportuno – rifletté sull’affascinante assurdità delle loro missioni. Tornare indietro nel tempo per lasciare messaggi che da ultimo non avrebbero cambiato il corso della Storia era qualcosa sufficiente per provocare un’emicrania a chiunque avesse voluto riflettere sulla faccenda più di qualche secondo. L’avvertimento ai templari non aveva salvato l’ordine dall’essere annientato, perciò la ragazza dubitava che gli Aztechi avrebbero avuto più fortuna. A meno che da quei viaggi non si venisse a creare un bivio temporale il cui esito sarebbe per sempre rimasto sconosciuto agli Ateniesi perché appartenenti a un diverso futuro. E se un battito d’ali in Perù poteva provocare un tornado in Cina, allora una parola aveva il potere di cambiare il corso del tempo.

* Ci dispiace, ma l’uomo bianco vi sterminerà. I pochi sopravvissuti perderanno la loro cultura e saranno per sempre discriminati *
La Tassina si chiese se fosse un messaggio simile quello che Peverell avrebbe dato loro da consegnare. Oppure quella volta non ci sarebbero stati messaggi, ma oggetti da recuperare o eventi di cui essere testimoni.

Statistiche

PS: 187
PC: 134
PM: 136
Esperienza: 27


Equipaggiamento
- Zaino di tela contenente la lanterna magica, l’avversaspecchio e il decotto al dittamo (Elhena ipotizza che si trasformerà in una cesta di vimini intrecciato una volta messo piede nel Messico del XV secolo).
- Bacchetta magica infilata nella cintura
- Gonna di jeans, maglietta di cotone a maniche corte, mantello e scarpe da ginnastica (Elhena immagina che gli abiti cambieranno per adattarsi alla moda azteca del 1500. Tuttavia, qualora ciò non succedesse, ritiene che siano abbastanza comodi per una scampagnata nella giungla.)



Elhena arriva nell'ufficio di Poverell, saluta e aspetta in maniera molto disagiata vicino al libro magico
 
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view post Posted on 17/10/2016, 18:04
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olivergiacca
Erano trascorsi due giorni dal compleanno di Sirius, suo mentore nonché suo grande amico. Due giorni da quando conviveva con un pensiero piuttosto strano, frutto del vuoto che aveva notato nel dormitorio maschile numero uno, non il suo che invece era poco distante, ma proprio quello del concasato appena citato. Un anno prima, non chissà quanto lontano nella linea del tempo, Oliver si era divertito a preparare tanti bigliettini sui quali aveva trascritto degli auguri, dei sogni, delle speranze; li aveva racchiusi uno dopo l'altro in un barattolo dei Desideri e subito dopo li aveva lanciati - letteralmente - sul letto di Sirius con un unico secco colpo della bacchetta magica. In conclusione: si erano rotti, i frammenti di vetro erano stati sparsi ovunque e lui si era affrettato a riparare ogni cosa con l'ausilio di altra magia. Si stava allenando, nessuno avrebbe potuto metterlo in dubbio; ma non si stava affatto allenando all'assenza, che tranquillamente sfumava nella nostalgia più assoluta. Sarebbe stato piacevole festeggiare un altro compleanno insieme, sicuramente, ma Oliver sapeva bene che il vero motivo per il quale cercava la presenza di Sirius fosse un altro, uno più grande di qualsiasi preoccupazione e sentimento contrastante. Aveva bisogno di un consiglio, forse perfino di una rassicurazione. Le visioni erano più forti del previsto, l'una dopo l'altra facevano breccia nella sua mente come memorie di altri tempi, di altre epoche, di altri mondi. Non avrebbe potuto dire che quelle immagini, quegli spezzoni tanto vaghi, fossero parte di sé, eppure lo erano per davvero. E, ancora una volta, non sapeva interpretarli. Un unico pensiero riuscì a scalfire quella solita serale riflessione: che ci fosse un legame autentico con un evento imminente? Deglutì, prima di infilarsi a letto, al sicuro tra le calde coperte dai colori Rosso ed Oro, tanto familiari ormai da essere parte di una routine vera e propria. E così iniziò una notte insonne, una delle solite.

E così iniziò il giorno, uno dei migliori. Non occorse alcuna sveglia, non quel venerdì, perché l'attesa per un incontro ben preciso aveva richiamato la totale attenzione nonché curiosità del giovane adepto di Godric. Non si era preoccupato di mandare via Mos, la sua Puffola Pigmea, perché quella mattina c'era altro nella mente di Oliver Brior. Fu così graziata, quella palla di pelo rossa simile ad una Pluffa, rintanandosi sotto il cuscino ancora caldo nel letto a baldacchino. Come sempre, il Caposcuola fu il primo in piedi nell'intero dormitorio: non aveva dormito che poche ore, il necessario che la magia del Filtro Sognoleggero favoriva (a tal proposito avrebbe dovuto ricontattare Daddy, la scorta stava finendo nuovamente), eppure percepiva più energia del solito. Qualcuno l'avrebbe definita esaltazione, senza dubbio alcuno, e la cosa non sarebbe stata affatto sbagliata. Si preparò ad affrontare l'intera giornata e neanche la frase dello Specchio Incantato nel bagno della sua camerata riuscì a scalfire il suo buonumore.
«Luna storta per te, stupido bamboccione!»
«Ti voglio bene anch'io, Specchio» fu la sua risposta. Il suo riflesso scomparve nel vetro di fronte, non permettendogli di pettinarsi per bene. A quanto pareva, lo Specchio si era offeso.

Era tutto pronto. La Sacchetta Medievale era attaccata alla cintura che stringeva i pantaloni, gli abiti erano stati sistemati e la Spilla del C.R.E.P.A. riposta nel quarto cassetto del suo comodino, esattamente vicino a quella da Caposcuola. Le due C non sarebbero servite quella sera, ma qualcosa gli diceva che una terza C forse non sarebbe stata male come compagna d'avventura. Un sorriso si impresse sul suo volto, mentre si augurava che ad Hogwarts non accadesse nulla. Non un incendio nella Sala Comune né un attacco oscuro tra le mura del castello; aveva dato ordine ai suoi Prefetti di presiedere il camino almeno fino all'ultimo secondo del coprifuoco, poiché avevano tutti brutte esperienze con il potere di quel fuoco sempre acceso: sarebbe stato assurdo ritrovarsi un altro Ashwinder o, perché no, il solito Kappa spuntare all'unisono dalle fiamme. E che diavolo. «Caro, dove vai?» domandò qualcuno, una voce familiare che lo accompagnò mentre si districava dal buco del ritratto a guardia della sua Casata. «Signora Grassa, vado in Messico! O almeno credo.»
Una pausa veloce, poi un occhiolino. «Le porto un sombrero!» Fu il suono di una risata gioviale a fargli strada verso i piani inferiori. Non arrivò troppo tardi al primo piano, in effetti non arrivò affatto tardi. Notò qualcuno entrare un attimo prima che potesse avvicinarsi, intrufolandosi in fretta nell'Ufficio del professor Peverell dopo aver rapidamente constatato di non dover bussare, poiché l'ingresso già era stato spalancato. «Buonasera, Sir Peverell» salutò, la voce squillante, il cuore già palpitante. Non era stato lo stesso Docente ad assodare quanto un Grifondoro potesse essere emotivamente instabile? Probabile. O almeno quella era stata l'impressione di Oliver durante un incontro passato con l'insegnante. Senza considerare di essere stato preso per pazzo per via della storia degli Elfi Domestici; fortunatamente - si sperava, chissà - non avrebbe incontrato Elfi in qualsiasi luogo sarebbe presto piombato. Omaggiò Elhena, che riconobbe subito dopo, con un cenno cordiale del capo e un altro sorriso. Incuriosito dai prossimi partecipanti, lo sguardo fu rapito dal Libro in posizione d'onore. Potere, sembrava urlare. *Via alle danze!*


Statistiche
Punti Salute: 178
Punti Corpo: 150
Punti Mana: 162
Exp: 18

Riassunto
Oliver entra in Ufficio, niente di straordinario. Indossa un paio di jeans con cintura alla quale ha legato la Sacchetta Medievale, una felpa
leggera arancione, un cappotto che presto metterà via nella borsa e un paio scarpe da
trekking semplici. La sacchetta è incantata per contenere max 5 oggetti, non risente del peso.
Inventario Attivo
• Bacchetta magica
• Anello del potere
blocca l'avversario per due turni; indice.
• Nanosticca
rimpicciolisce fino a 30cm. Un turno.
• Bracciale di Damocle +5 PM +5 PC
doppio incanto in un post, valido una volta ogni 6 post. Polso destro.
• Bracciale Aspide Notturna +3 PM +3 PC
capacità di percepire se nell'ambito di gioco sia presente un oggetto sotto Incantesimo, incrementa la resistenza contro la magia nera.
• Detonatore Abbindolante
distrae per un turno, ottimo diversivo.
• Sacchetta Medievale + 3 PC +1 PM
Incanto Estensivo Irriconoscibile, max 5 oggetti
- Mantello della Disillusione +8 PC + 5 PM
- Cuore della Banshee + 5 PM

controllo sulle emozioni (istigare un'emozione, far sentire dolore). Un turno.
- Corno Vichingo +2 PM
suonato, allontanerà tutti gli animali magici e non (ad eccezione di quelli con un intelletto pari a quello umano) nel raggio di 800 m dal suonatore.
- Nano Arcibaldo: unicum. Riconosce piante venefiche, diventando bianco.
 
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view post Posted on 17/10/2016, 20:39
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Se qualcuno avesse visto Memory in quel momento, avrebbe giurato di vederla imbronciata. Invece la ragazzina era solo molto concentrata.
C'era silenzio nella stanza; di sicuro le sue compagne stavano chiacchierando in qualche altro punto del castello. Lei invece, quella sera, aveva scambiato solo qualche fugace sorriso durante la rapida cena. Subito dopo la quale, era corsa a prepararsi.
Si, tanta fretta per poi starsene lì, in piedi, a fissare il baule aperto...
Non dipendeva dal contenuto. Era solo che cominciava a chiedersi cosa fosse a pungolare nello stomaco. Paura?

*Oppure gli elfi hanno messo qualcosa nelle patate!*
Naturalmente un pizzico di paura c'era. In fondo in cosa s' era andata a cacciare? Non aveva idea di cosa l'aspettasse. Come faceva spesso, si era prontamente buttata; a differenza delle altre volte però, il tempo che aveva ancora a disposizione le permetteva di farsi quelle domande.
*Veramente non hai tutto 'sto tempo! *
Si chinò a cercare nel baule. In fin dei conti, dentro di sé sapeva già cosa voleva prendere. Uno alla volta infatti degli indumenti furono scaraventati sul letto. Per ultimi uscirono dal baule degli oggetti verso i quali fu più attenta, quasi tenera: recuperato il primo, lo tenne con la mano, verso il petto, per non rischiare di lasciarlo scivolare. Solo quando li ebbe entrambi, si avvicinò al letto per poggiarli sulla coperta. Quindi prese a cambiarsi gli abiti.
Si, ne era sicura. Voleva andare. Punto e basta.
Quella leggerissima sensazione non era un "desisti", piuttosto si trattava solo di un naturale "sta' attenta".
Indossò i pantaloni blu; le avevano detto essere un'utile protezione contro il fuoco.

*Mi auguro di non dover scoprire se è vero o no...*
Aveva scelto una maglia molto semplice, bianca, meglio evitare fronzoli, a mezze maniche. Per il momento era a posto. Restava comunque una leggera felpa azzurra sul letto. Questa aveva lunghe maniche e un cappuccio. La piegò bene, in modo da ridurne il più possibile il volume, quindi si guardò intorno alla ricerca della sua borsa.
No, non poteva portare la borsa con sé così com'era. Lasciò la felpa nuovamente in attesa sul letto; afferrò la borsa, capiente ma dalle dimensioni tutto sommato pratiche; l'aprì e la rivoltò sopra al baule ancora aperto, così che pergamene, penne e cianfrusaglie ricaddero all'interno. Bene, ormai poteva anche chiudere il baule.
Perciò ripose nella borsa gli oggetti che aveva scelto. Si trattava di ben poco in realtà: una fiala con del Dittamo; un piccolo contenitore al cui interno scivolava una grossolana polvere.
Il pensiero che davvero avrebbe potuto crearle problemi era quello a cui stava cercando di non dare il minimo spazio:
e se non sono all'altezza del compito? Tutto sommato, cominciava a farci l'abitudine a questo timore e per quell'occasione aveva deciso che non le importava della sua esistenza. Era decisa ad andare. Del resto, non era quello il solo modo per conoscere il risultato?
Sentì il primo rintocco e sollevò il capo. Sembrava fosse l'ora di andare dunque.
Mise nella borsa la felpa e afferrò la bacchetta che stava sul comodino. Mentre la riponeva nella tasca esterna della borsa si era già incamminata.
Sembrava più una marcia, visto che aveva adottato un passo piuttosto deciso per muoversi. In questo modo, giunse abbastanza velocemente al primo piano. C'era quasi.
La meta altro non era che l'ufficio del professor Peverell.
Non si aspettava di trovare la porta aperta. Bussò ugualmente, contro il battente, senza tuttavia attendere la risposta per entrare.
Buonasera. - salutò.
Poi si sistemò, in attesa, appoggiando le spalle contro la parete, presso un angolo dal quale poteva ben osservare lo scenario, insolito per quella stanza. Un grosso tomo, posto su un gran leggìo, attirava lo sguardo. Anche se allo stesso tempo era difficile non lasciarsi travolgere della magnifica figura della fenice che vi stava di fianco.
Proprio vicino al libro, stava una ragazza. La riconobbe, essendo una delle prefette della sua Casa.
Mentre del ragazzo non sapeva proprio dire chi fosse.

*Non resta che stare a vedere.*
STATISTICHE
Punti Salute: 124/124
Punti Corpo: 60/60
Punti Mana: 57/57
Punti Esperienza: 6
ATTIVO:
Borsa
Bacchetta {Legno di Larice, piuma di Fwooper e goccia di rugiada, 10 pollici e un quarto, abbastanza elastica.}
Bracciocchio {Piccolo ed elegante bracciale che, in caso dimentichiate o rischiate di perdere un oggetto, suonerà attirando la vostra attenzione. Il minuto occhio incastonato rimane, solitamente, chiuso, mimetizzandosi ad arte ed aprendosi solo in caso di bisogno.} ~ per adesso, finché non le passa, non lo toglie mai XP
Pantaloni Chiari ♦{Proteggono dal fuoco non magico e dal calore. Sono comodi ed elastici. Blu.}
Maglietta molto semplice, bianca, a maniche corte. {babbana}
Felpa a maniche lunghe con cappuccio, leggera, azzurra. Chiusa da zip. {babbana}
Artiglio del Drago Sminuzzato {♦ Monouso. Protegge per due turni dall'attacco del nemico.}
1 fiala di decotto al Dittamo.
Scheda

O.T. Lunga preparazione. Una volta giunta all'ufficio di Peverell entra saluta e si sistema alla parete di fronte al leggìo.

©harrypotter.it
 
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view post Posted on 18/10/2016, 19:30
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*Meglio non fare tardi* pensò Mike mentre addentava l’ultimo boccone di quella squisita Apple Pie. Durante la cena aveva cercato di tenersi leggero ma non aveva potuto resistere al richiamo del suo dolce preferito. Quando ormai i primi studenti della sua casata stavano iniziando ad alzarsi dal tavolo per tornare nei sotterranei, il giovane Prefetto si unì a loro, inoltrandosi nei lunghi e bui corridoi che portavano alla sala comune.
Durante quel percorso pensò mentalmente a come prepararsi per quell’imminente incontro nell’ufficio del Professor Peverell. Era il primo raduno da quando aveva scoperto l’esistenza di quel circolo presieduto dall’anziano vicepreside, e, sebbene avesse capito che la serata avrebbe riguardato una non meglio precisata “avventura in Messico”, poco sapeva di come si sarebbe svolta la faccenda. Le poche cose che aveva scoperto riguardavano alcuni dei partecipanti; tra loro vi era Thalia e qualche suo concasato. Quando raggiunse la sala comune, prese subito il corridoio che lo avrebbe portato al suo dormitorio. Alex non era presente, probabilmente ancora impegnato a finire di mangiare o a gironzolare per il castello prima dell’inizio del coprifuoco.
*Poco male* pensò Mike, mentre velocemente si cambiava di abito.
Lascò sul letto la luccicante spilla da Prefetto e piegò la sua uniforme scolastica, in favore di un paio di normali pantaloni e della preziosa Veste dell’Imperatore, acquistata tempo prima a Londra; il colore verde smeraldo sembrava donare particolarmente al ragazzo, ma decise di indossare sopra la veste una leggera giacca estiva, nel caso l’avventura li avesse portati ad uscire all’aperto durante la serata. Gran parte del lavoro sembrava già fatto, e, dopo aver calzato un paio di comodi scarponcini, Mike
stava quasi per uscire quando si ricordò che forse, un paio di quelle fialette che custodiva con tanta cura nel suo cassetto avrebbero potuto aiutarlo in caso di pericolo. Prese così velocemente il Decotto al Dittamo e la Mors Aparentis per metterle rispettivamente nella tasca destra, e sinistra, della giacca, mentre nella tasca dei pantaloni mise un sacchettino di Polvere Buiopesto.
Istruì il suo Zuccastrello Insolente in modo da far allontanare eventuali intrusi e partì spedito, in direzione del piano terra. Qui infatti, avrebbe avuto un appuntamento con una giovane tassina.
Mentre a grandi passi raggiungeva la sala di ingresso, un po’ di agitazione iniziò a circolare nel suo corpo; non poteva nascondere di avere alte aspettative su quella che sarebbe stata la sua prima partecipazione a quella particolare “Scuola”.
Non ebbe tuttavia il tempo di rimuginarci molto, visto che il familiare volto della Tassorosso era lì, in attesa di compiere la strada che li separava dal primo piano assieme.
Prima di stringerla in un leggero abbraccio la salutò, e, dopo averle preso una mano tra le sue, iniziò a muovere i primi passi verso le scale. Mancava veramente poco alle otto, e non voleva di certo arrivare tardi a quell’appuntamento!
Gradino dopo gradino, l’emozione lasciò spazio alla curiosità, e quando arrivarono dinnanzi alla porta la trovarono già leggermente aperta. Assecondando quella che era la normale cortesia, lasciò la mano della tassina per bussare sull’uscio, prima di entrare nella stanza con lei.


Buonasera Professore! Salutò per primo l’anziano professore, per poi rivolgere un cenno anche agli altri studenti già presenti. Alcuni erano volti conosciuti, altri li aveva visti solo di sfuggita mentre diversi non li conosceva affatto. Probabilmente avrebbe aspettato l’inizio della riunione vicino alla ragazza che lo aveva accompagnato od ai suoi concasati, e nell’attesa iniziò a farsi qualche domanda su quella che sarebbe stata la funzione di pesante libro posto così in bella vista al centro dell’ufficio.


Statistiche:

Punti salute: 142
Punti corpo: 87
Punti mana: 88
Punti exp: 11


Inventario:
Pantaloni e scarponcini comodi
Veste dell’Imperatore
Normale giacca estiva, con tasche
Fiala di Decotto al Dittamo
Fiala di Mors Aparentis
Sacchetto di Polvere Buiopesto Peruviana
Anello Gemello (mette Mike in comunicazione con Thalia Moran)
Bacchetta


Riassunto:
Mike si prepara e si incontra con Thalia al piano terra. Da lì, raggiungono assieme l’ufficio del Professor Peverell ed entrano (presumibilmente entrambi). Mike saluta e resta in attesa degli altri partecipanti.

 
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view post Posted on 18/10/2016, 19:56
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Scheda Thalia J. Moran
Nessun dubbio, nessuna indecisione.
Il buon senso aveva scelto di tacere, quella sera, dopo aver constatato che qualsiasi suggerimento fornitole sarebbe scivolato velocemente nel dimenticatoio.
Quante volte aveva soppesato che cosa fosse giusto e che cosa non lo fosse affatto? Sempre. E per questo si era guadagnata il diritto di silenziare la voce della propria coscienza, almeno per una volta, che le diceva di continuo di prestare attenzione, di non essere precipitosa e di selezionare accuratamente, in maniera quasi chirurgica, quale fosse il modo migliore per condurre quell'avventura così imprevedibile.
Sul letto a baldacchino giaceva abbandonata la bacchetta di salice, insieme alla fidata borsa a tracolla nera di cuoio. La spilla del C.R.E.P.A. non le sarebbe servita in quella missione e il rischio di perderla sarebbe stato probabilmente troppo; aprì il primo cassetto del comodino, riponendovi il simbolo dell'appartenenza al Comitato senza pensarci troppo. Svuotò la borsa del suo contenuto, libri e pergamene, piume e inchiostro. Nulla di tutto ciò sarebbe servito quella sera.
Non aveva idea di che cosa sarebbe accaduto, come avrebbe potuto? La mano destra corse al ciondolo di famiglia, mentre le dita correvano lungo la catenella sino a raggiungerne la chiusura dietro al collo. Uno scatto veloce e la Stella dell'Eire cadde sul palmo della mano. Anche quell'oggetto sarebbe rimasto ad Hogwarts, sebbene fosse il punto da cui la calma - per qualche assurdo motivo - si diramava in ogni particella del suo corpo ogni volta che lo indossava. Sarebbe rimasta lucida, lo aveva promesso a se stessa nel momento stesso in cui era stata invitata a partecipare all'incontro, pianificato per quella sera, del Professor Peverell. Al suo posto, indossò uno dei recenti acquisti, un ciondolo che - almeno nella teoria - non le avrebbe permesso di percepire l'assenza di quello di cui si era appena liberata. Il valore affettivo per quell'oggetto era inesistente, ma si augurava che in qualche modo si sarebbe sentita a proprio agio pur essendo spoglia di quel simbolo che per lei si era fatto portatore di gioie e sventure.
L'abbigliamento non aveva costituito un grosso problema: un maglioncino sintetico bianco, un paio di jeans e scarpe sportive. Infilò la bacchetta all'interno della borsa, dopo aver recuperato dal baule la fiala di Decotto al Dittamo preparata quasi due anni prima durante il corso di Pozioni. Non aveva mai avuto motivo di portarla con sé, ma qualcosa le suggeriva che qualche precauzione, in fondo, non avrebbe guastato. Al suo arsenale incluse un paio di guanti, ignifughi e dalle svariate funzioni. Non sarebbero stati certo quei guanti ad appesantirla negli spostamenti. Indossò un cappotto blu, giusto per evenienza, dopodiché si guardò velocemente intorno per controllare di aver preso tutto il necessario.
Lo sguardo all'orologio da polso le suggerì di accelerare il procedimento di preparazione, così una volta chiusa la borsa a tracolla e dopo un sospiro veloce, si avviò verso l'uscita del dormitorio.

*Si parte.*

La Sala d'Ingresso era semivuota, eccezion fatta per qualche fantasma di passaggio e gruppetti di studenti di ritorno dalla cena. Tra loro, anche Fiona, sua sorella. La primina la vide immediatamente, regalandole l'usuale sorriso malandrino e lo sguardo dubbioso. Come prevedibile la Grifondoro lasciò il gruppo per sapere quale ragione avesse spinto la sorella maggiore a cambiarsi e a restare sola, in apparente attesa, nella Sala d'Ingresso.
«Lascia perdere, non capiresti. Torna al tuo dormitorio.» aveva risposto, quasi in un ringhio. Inutile negare che la tensione la stesse divorando dall'interno e che le domande di Fiona non facessero altro che aumentare il suo nervosismo. La ragazzina doveva aver intuito il rischio di una sfuriata, quindi si congedò in pochi istanti, con un saluto distratto e un'espressione contrita.
Da quando era arrivata ad Hogwarts, Fiona non faceva altro che tenerla d'occhio, come se i ruoli tra loro fossero stati invertiti per magia. Nulla di strano: chissà quante volte le era stato suggerito dai genitori di vigilare e riferire del suo comportamento entro le mura scolastiche.
Attese con pazienza che Mike sbrigasse i propri compiti e, quando arrivò, non poté che sorridere.
Qualsiasi cosa fosse accaduta, avrebbe potuto contare sulla sua presenza. Anche se, a conti fatti, averlo accanto significava anche preoccuparsi per lui prima ancora che di se stessa. Si chiese se sarebbe stata in grado di scendere a patti con il proprio istinto sul quel fronte. Non appena si salutarono, abbracciandosi velocemente e tenendosi poi per mano, quei dubbi svanirono e i due iniziarono a salire la rampa di scale che li avrebbe condotti all'Ufficio di Peverell.

Varcata la soglia, si sentì sollevata nel constatare che non fossero i primi ad arrivare. Vicino al leggio sostava una ragazza bionda, dalla pelle chiara. Elhena, una dei Prefetti di Tassorosso, nonché la prima persona incontrata al suo arrivo ad Hogwarts. Più in là, Oliver si guardava attorno estasiato.

*E figuriamoci se poteva mancare!* pensò divertita.
Nello studio era presente un'altra ragazza che non aveva mai visto prima di allora, ma aveva l'impressione condividesse la stessa Sala Comune.

«Buonasera a tutti e buonasera Professore.» esordì, scambiando un fugace sguardo con i presenti ed, infine, con Mike. Si avvicinò ad Oliver, salutandolo con un cenno del capo, e rimanendo in silenzio accanto a lui.
Non restava che attendere l'arrivo di ulteriori partecipanti, mentre il suo sguardo sondava il libro adagiato sul leggio.


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Statistiche:
PS: 140
PC: 86
PM: 84
Exp: 9,5

Inventario:
◊ Bacchetta Magica
◊ Ciondolo Capello di Veela
(incanta l'avversario in quest per un turno)
◊ Anello Gemello
(la mette in comunicazione con Mike T. Minotaus)
◊ Fiala di Decotto al Dittamo
◊ Guanti Sostegno del Paladino
(Guanti ignifughi, impermeabili, resistendi all'acido, alle basi, al freddo. Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici)


Lunga fase di preparazione, attesa dell'arrivo di Mike al piano terra, ingresso nell'Ufficio. Un saluto generico ai presenti, dopo il quale Thalia prende posto accanto ad Oliver.

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view post Posted on 18/10/2016, 22:04
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Alla fine decise di accettare l’invito.
Non che non volesse rifiutare la proposta, ma era Venerdì sera diamine, c’era di meglio da fare!
Con tutta probabilità, se fosse stato un diciassettenne babbano, a quell’ora sarebbe stato a bere come se non ci fosse un domani insieme al suo amico Tom e poi sarebbe andato in discoteca.
“DISCOCHE?” Avrebbero domandato i suoi colleghi magici se quel monologo fosse uscito dal suo cervello.
C’era da dire che ad Hogwarts e nel mondo magico divertimenti di quel tipo non esistevano, come non esistevano quei momenti di delirio in cui si vedevano le persone ballare in modo a dir poco imbarazzante.
Sorridendo, pensando a Dean -il suo migliore amico babbano- ballare come un demente per poi andarci a provare con una tipa che rigorosamente gli diceva di “no”, scese velocemente le scale fino ad arrivare al primo piano.
Se nella capitale del mondo magico i giovani fremevano dalla voglia di entrare in qualche posto e bere alcolici simili all’Acquaviola in dei bicchieri di plastica, li si faceva di altro. Si parlava con il Prof. Peverell e si dibatteva su quale Tè fosse il migliore.
Eppure il Professore gli aveva detto che quello era un evento unico, offerto alle migliori menti di Hogwarts.
Lui, migliore mente, forse si era sbagliato il signore, forse era miglior demente, così aveva un senso.
Senza perdersi d’animo in quella infinita scalinata, che lo aveva visto più e più volte protagonista, poggiò le natiche sul lucido corrimano acquistando improvvisamente velocità.
Quanto gli piaceva fare come gli pareva, le regole per lui non contavano mai realmente.
Arrivando al primo piano, iniziando a camminare molleggiando leggermente sulle ginocchia perché faceva oltremodo figo, non appena arrivò davanti la porta la spinse notando davanti a lui un bel po’ di ragazzi.
Era strano da dire, ma aveva avuto la sensazione che non dovesse bussare quella porta fin dal principio, forse il fatto che sapeva che non era stato solamente lui invitato in quel luogo lo aveva portato a prendere quella azzardata decisione.
Sorridendo ai ragazzi, facendo un “ciao” generale con la mano e notando il suo amico Oliver, prese posto al centro della sala per poi salutare l’anziano


-Salve Professore.-

Aveva poca confidenza con l’uomo, altrimenti avrebbe anche azzardato un “Salve Prof” che faceva capire a tutti di che demenza era fatto.
Aspettando il professore, si mise le mani in tasca e attese.
Presto avrebbe scoperto a che cosa portava quell’invito, anche se sicuramente in discoteca ci si divertiva di più.




Il ragazzo si è fatto tutta la scalinata pensando a quanto fosse figo fare una serata in discoteca, arrivato al primo piano si è messo al centro della sala ed ha salutato il professore.

Statistiche:
- Punti Salute: 240
-Punti Corpo: 214
-Punti Mana: 238
-Punti Esperienza: 49

Incanti:
*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp
*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp
*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)
*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)
*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni Stupeficium e Plutonis)
*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)
*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)


- Abilità Magiche: Legilimens , Elementalista Principiante, Smaterializzazione

Oggettistica:
1)Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente
che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova
(licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo
con le creature magiche.
+ 3 salute + 9 mana

2)Anello:
Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
Mana +1

3)Guanti dell'Eroe Caduto:Resistenti, tengono un buonissimo caldo alle mani grazie al pelo di puffole pigmee, rendono la nostra presa ben salda su ogni cosa che noi indossiamo. Si dice portino il buonumore.Salute + 5, Corpo + 5, Mana + 5

4)Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.Corpo +7

5)Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.*Al momento è un fazzoletto in tasca*
 
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Mary_Evans
view post Posted on 18/10/2016, 23:54




Era infine giunto il giorno prefissato, ma Mary non aveva ancora compreso completamente le dinamiche che l’ avevano condotta ad accettare quell’ invito tanto inatteso quanto vago. Qualche giorno prima si era recata nell’ ufficio del professore di Storia della Magia alla ricerca di un editore per il libro della zia e qualche ora dopo ne era uscita con la testa ricolma di ipotesi su viaggi nel tempo o presunti tali, in cui vi erano troppi “se” per essere ritenute valide persino in quel mondo che affondava le proprie radici nella capacità di rendere possibile l’ impossibile. La Corvetta aveva riflettuto a lungo negli ultimi giorni sulla decisione da compiere: andare o non andare? Da una parte l’ idea di intraprendere quella nuova avventura che ai suoi occhi si presentava come un’ occasione più che rara, la elettrizzava; ma dall’ altra la paura di rimanere indietro con la scuola o di essere più un impaccio che un aiuto ai compagni di spedizione la facevano desistere. In fin dei conti lei era solo una matricola e come se non bastasse fino a qualche mese prima aveva condotto una vita Babbana fino al midollo. Erano due difetti che, almeno in questo frangente, non andavano sottovalutati; di certo non voleva partecipare per diventare una patetica parodia della damigella in pericolo che necessitava dell’ aiuto del “cavaliere dalla scintillante armatura” per riuscire a risolvere anche il più insignificante problema che avrebbe dovuto fronteggiare. Piuttosto che risultare di impaccio, se ne sarebbe rimasta al castello, almeno là avrebbe potuto continuare ad esercitarsi per affinare il proprio potenziale. Dopo lunghe riflessioni la ragazzina, sebbene ancora piuttosto titubante, aveva deciso di tentare la sorte e di partecipare almeno all’ incontro introduttivo a cui avrebbero preso parte gli altri membri del club, ma non prima di essersi preparata mentalmente e fisicamente all’ evento. Per quanto concerne incantesimi in generale e pozioni vi erano delle lacune nella sua preparazione tali da risultare incolmabili nel breve tempo che aveva avuto a disposizione, perciò Mary aveva deciso di concentrare le proprie energie nell’ aumentare la propria resistenza fisica (incrementando sia ritmo che distanza percorsa nelle sue corse serali attorno al Lago Nero) e la sua conoscenza, sebbene gli indizi fossero stati forniti dal Vicepreside con il contagocce. L’ unica cosa che sapeva era che il viaggio avrebbe riguardato il Nuovo Mondo, epiteto con cui ci si riferisce alle Americhe come le avevano spiegato durante le lezioni di storia seguite presso la scuola di Ballyclair. Ma oltre a ciò non sapeva nulla: in che periodo si sarebbero recati? Avrebbero visto Cristoforo Colombo sbarcare sul nuovo continente oppure avrebbero rivissuto la guerra di indipendenza? E poi, in che zona delle Americhe si sarebbero recati? Quello era un mistero. Di conseguenza la ragazzina si era ritrovata a dover ricolmare un gap di all’ incirca 600 anni di storia nell’ arco di pochi giorni, missione che già a prima vista sembrava tanto disperata quanto infattibile, e perciò aveva deciso di spulciare un gran numero dei tomi della biblioteca che trattavano il seguente tema principale, ma senza andare nel dettaglio di nessun argomento. Aveva optato per la tecnica che secondo lei pagava di più in questo genere di situazioni, ovvero quella del “Sapere un po’ di tutto e di tutto un po’ ”.
Altro tasto dolente erano le valigie, visto che lei non era mai stata brava nel farle. Non le piaceva l’ idea di dover decidere in anticipo cosa mettere, anche perché le piaceva vestirsi in base all’ umore della giornata, ma dopo aver provato infinite combinazioni ed imprecazioni si ritenne sufficientemente soddisfatta degli oggetti scelti e perciò chiuse lo zaino e si incamminò infine verso l’ ufficio del professore.
Scese rapida le poche scale che la dividevano dal primo piano, evitando quelle che sembravano più vivaci e prone al mutamento ed in pochi minuti giunse a destinazione. Timorosa di essere in ritardo, corse lungo il corridoio che la divideva dalla massiccia porta in legno e bussò. Senza attendere risposta entrò nella stanza affollata di volti alcuni più ed altri meno conosciuti e con tono squillante salutò tutti i presenti : “Buonasera professore e anche a tutti gli altri”. Non sapendo bene dove posizionarsi, si spostò rapida verso il fondo dell’ ufficio e si piazzò nell’ angolino di destra in modo tale da non intralciare i membri più avvezzi a quel genere di eventi. In fin dei conti lei a quella riunione si era presentata con l’ idea di fungere da spettatore.


Mary era molto indecisa sul fatto di partecipare o meno perché non si sente sufficientemente pronta e ha paura di essere un peso per il resto del gruppo. Per il momento ha deciso di partecipare alla riunione introduttiva e di vedere come si evolvono le cose. Si è posizionata nell’ angolo di destra della stanza, quello più lontano dalla cattedra del professore.

STATISTICHE:
Punti salute: 160
Punti Corpo: 122
Punti Mana: 124
Punti esperienza: 5,5

INVENTARIO:
- Bacchetta in tiglio, piuma di ippogrifo 10 pollici e mezzo (nello zaino);
- Copia Sacchetto Medievale (Max 5 oggetti: - 1 Aerosticca, - 1 Caramella dell’ illusione, - 1 Cappa della resistenza, - 1 Copricapo egiziano, - 1 Fiala di Pozione Dissimulante ), (legato alla gamba destra);
- 1 orecchino Blue Eyes (orecchio destro);
Con questi orecchini nulla potrà sfuggire al vostro sguardo. Nell'orbita di pietra di luna, infatti, vi è una pupilla che osserva curiosa ogni cosa che le giri intorno. Non volete perdere d'occhio qualcuno? Basta sussurrare il nome dell'individuo all'orecchino ed esso lo osserverà in ogni minimo secondo, un solo movimento sospetto e la pupilla comincerà a vibrare. Decisamente utile per chi non vuole perdere di vista nessuno. (+2 Mana).
- 1 Orecchino di Drago (orecchio sinistro);
Consente di avere successo in un’azione e di far fallire l’avversario. Usabile una volta per Quest
- Skeleton’ s Hand (mano destra);
Non invadente ma resistente agli urti, presenta uno Zaffiro sull'anulare. Favorisce l'agilità alla mano dove è posizionata. (+1 Mana, +2 Corpo).
- Anello Luminoso (dito medio mano sinistra);
Anello che acceca l'avversario per 2 turni, facendo scaturire dalla pietra incastonata in esso, un raggio di luce molto chiaro ed abbagliante.
- Anello pantera (pollice mano sinistra);
- Collana Fading in the Dark;
Permette all’ individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest. Tempo di ricarica 1 giorno on gdr.
- Cintura del Samurai;
Molto leggera. Permette di stringere a sufficienza ma, con la sua magia, riesce dare un senso di freschezza e libertà al mago nei movimenti.
- Sovrapantaloni in pelle;
Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe). Salute +1, Corpo +2

OUTFIT:
- Tuta da ginnastica nera,
- Canottiera estiva grigia,
- Scarpe da ginnastica nere.
- Semplice zainetto di modeste dimensioni al cui interno ci sono: 1 bottiglia da litro di acqua e qualche snack e la bacchetta.
 
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view post Posted on 19/10/2016, 13:23
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∴ Amber S. Hydra - Prefetto Tassorosso - 17 anni ∴

Non poteva immaginare di venir messa alla prova così presto. Aveva da poco accettato di entrare a far parte della Scuola di Atene, ed ancora doveva capire bene come funzionassero gli incontri con Peverell. Eppure questo non impedì lo svolgimento normale degli eventi, e l'arrivo dell'invito. Non sapeva dove fossero diretti, ma sapeva solo che il tutto sarebbe durato una sola notte. Era consapevole che altri Tassi facessero parte del Club, ma decise comunque di andare all'incontro da sola. Mal che andasse, li avrebbe incontrati per i corridoi.
Indossò la camicia larga e comoda che l'avrebbe protetta da incantesimi basilari, ed un paio di braghe altrettanto morbide, ai piedi degli scarponcini neri. La scelta di qualcosa di "pratico" ebbe la meglio su tutto, il bagaglio maggiore sarebbe stata la sua tracolla, incantata da tempo. Prima di lasciare il dormitorio, controllò di aver con sé tutto il necessario, ed appuntò una spilla sulla cinghia della borsetta, a portata di tocco. Ispezionò il comodino ed il baule, due volte, per essere davvero certa di non dimenticare nulla, e recuperò al volo un elastico per capelli, con cui li legò in una morbida coda alta. Diede una rapida occhiata alla sua immagine, riflessa sullo specchio appeso al muro. Non c'era traccia della stanchezza che l'aveva assalita in quegli ultimi tempi, il ritorno ad Hogwarts era andato anche meglio del previsto, e lei sapeva esattamente a chi andasse il merito. Sorrise, soprappensiero, prima di chiudersi il portone alle spalle.
I sotterranei erano casa sua, ormai aveva imparato a districarsi per quei corridoi con sufficiente maestria, ed in men che non si dica, raggiunse le scale.
Durante il tragitto fino al primo piano, cercò di svuotare la mente, di non dare importanza a quanto accaduto di recente, ma di lasciare spazio alla concentrazione.
Doveva essere in piene forze per fare.. beh, qualunque cose fosse stato necessario fare!
Il corridoio del primo piano si palesò davanti a lei, dopo l'ennesimo cambio imprevisto delle scale, non era in ritardo, ma non era nemmeno in anticipo. Avrebbe voluto essere lì un po' prima, ma la sua mania di controllo aveva avuto la meglio, e controllare che ci fosse tutto, era diventata una priorità.
Camminò a passi spediti, fino a giungere davanti all'ufficio del docente, il luogo dell'incontro. Era palese che qualcuno fosse già lì, quindi, senza indugi, la biondina aprì la porta quel tanto che bastava per passare. Individuò facilmente le persone che già conosceva, e con voce calma, salutò tutti i presenti in un'unica volta.


«Buonasera a tutti.»

Proferì, per poi ispezionare meglio la stanza, e trovare il punto esatto in cui posizionarsi per ingannare l'attesa. Affiancò Elhena, e le rivolse un ulteriore cenno di saluto, la conosceva ormai da molto tempo, erano colleghe in ben due campi, sia dentro che fuori Hogwarts. Incrociò le braccia ed il suo sguardo cristallino venne rapito dal tomo in bella mostra.
L'ultima volta che era stata lì dentro, non ricordava di aver visto quel libro, il che non fece che incuriosirla maggiormente.
Avrebbe atteso lì, gli altri Ateniesi, alternando lo sguardo dal portone principale, ai presenti già in stanza.


Amber si prepara, arriva in stanza ed affianca Elhena.
Rimane quindi in silenzio, in attesa degli altri Ateniesi.


Statistiche:
PS: 161
PC: 99
PM: 107
Exp: 13,5


Equipaggiamento:


Bacchetta: Legno di Sorbo, Crine di Thestral, 12 pollici e mezzo, leggermente rigida

Avversaspecchio: (in borsa) lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte man a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio

Anello Difensivo:(indossato) Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza

Spilla Luna Calante: (appuntata alla tracolla)La spilla della luna calante pare essere in grado di evocare al tocco una coltre di fumo nero che circonda e immobilizza l’avversario.

Camicia della Protezione:(indossato) Gli incantesimi della prima classe non fanno effetto su chi la indossa. Li spedisce direttamente al mittente

Guanti del Minatore: (indossati)Garantiscono una presa saldissima, pressoché impossibile da staccare se non da colui che li indossa

Decotto al Dittamo: (in borsa)1 Fiala.

Tracolla piccola: X Tracolla in pelle, incantata con un incantesimo di estensione.


 
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view post Posted on 19/10/2016, 13:46
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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FVG9FHb
L'immagine nello specchio restituiva lo sguardo spaventato di una preda che cerca di evitare il proprio destino. Tutta la spavalderia che Eloise Lynch aveva costruito attorno alle avventure della Scuola di Atene, tutto il trasporto che mostrava ogni volta che le ripercorreva per narrare questo o quell'aneddoto, sembravano spariti. L'unico dettaglio che il suo riflesso lentigginoso sembrava ricordare erano lividi, ferite e terrore nel vedere qualcuno dei suoi amici in difficoltà. Con la consapevolezza di poter fare ben poco per loro.
La verità era che le peripezie vissute a Cluny le avevano lasciato dentro una profonda e dolorosa cicatrice, ed Eloise non era del tutto sicura di aver digerito completamente la paura vissuta in quei momenti. Non l'avrebbe mai ammesso, ma ogni tanto nei sogni si sentiva afferrare da tentacoli, si perdeva nella nebbia o camminava a rallentatore come in quella strana gelatina che avevano dovuto attraversare. Alla mattina, quando la luce filtrava dalle tende, scacciava via quel timore residuo, fingendo che non fosse nulla di grave.
A mitigare la sua preoccupazione per ciò che avrebbero dovuto affrontare era la consapevolezza che le sue abilità magiche erano notevolmente migliorate da allora: si sentiva molto più padrona del suo potere, conosceva molti più incantesimi e si considerava decisamente più utile, più all’altezza del compito. Pensò alle nuove leve che si sarebbero unite alla missione: era abbastanza sicura che si sarebbero rivelate più utili di lei nell'avventura precedente - prima tra tutte Amber, che era per certo una risorsa preziosa.
Disse al suo riflesso di pensare agli aspetti positivi: avrebbero avuto modo di studiare da vicino un'antica civiltà, sarebbero stati scienziati, archeologi e antropologi. Avrebbero interagito con una cultura completamente diversa dalla loro, cultura che non avrebbero avuto modo di conoscere in altre occasioni nella vita. E avrebbero imparato, ancora una volta, a fare squadra, a supportarsi l’un l’altro, quasiasi fossero le Casate di provenienza. Eloise si era accertata della presenza di quasi tutti i suoi vecchi compagni: il suo staff di Casata sarebbe stato al completo (ragion per cui rimpiangeva l'occasione di poter instaurare un regime di completa anarchia nella Sala Comune giallonera, ma temeva seriamente le conseguenze), ci sarebbero stati tre dei Serpeverde e quel tizio svenevole con cui non aveva mai scambiato nemmeno una parola.
Mancava Versus. E non mancava solo in un senso fisico, a Eloise mancava la sua allegria, il suo approccio a tutto ciò che apparteneva al mondo magico e la sua spontaneità. Erano quasi due anni che lei se n’era andata, ma la Tassorosso ancora non si capacitava della sua sparizione nel nulla. Per l’occasione aveva deciso di riprendere l’Anello dei Gemelli, anche se ormai aveva smesso di portarlo. Voleva celebrare quell’amicizia che, dal canto suo, continuava a esistere.
Fu solo allora che il suo riflesso le restituì un sorriso spontaneo. Si appuntò la spilla realizzata da suo padre sulla spalla destra, lanciandosi un’ultima occhiata e convincendosi di essere pronta ad andare. Un fruscio dietro di sé attirò la sua attenzione: non era l’unica di quella stanza che si stava preparando per quell’avventura.

«Pronta a rimettere la tua vita in pericolo per una missione che non cambierà la storia?» Domandò con una smorfia alla sua Prefetta di fiducia. Neanche lei sembrava troppo felice di quel che stavano per affrontare, ma la banale consapevolezza di essere circondata da individui di cui potersi fidare placava qualsiasi timore, lasciandogli cedere il passo all’eccitazione. Eloise si spostò verso il letto, raccogliendo gli oggetti che aveva scelto per la missione e gettandoli alla rinfusa nello zaino. «Il letame l’abbiamo fatto. I lupi tenebrosi anche. Il Tranello pure. E i temibili mostri dai superpoteri possiamo depennarli.» Per ogni oggetto che inseriva citava una disgrazia che avevano dovuto affrontare la volta precedente. «Certo, pagherei per rivedere le facce di Horus e Black quando siamo capitombolati in mezzo agli escrementi… Pronta?»
Si sistemò lo zaino sulla spalla e si voltò a guardare Niahndra. Lo sguardo che si scambiarono prima di uscire dal loro antro sicuro era carico di significati: lasciavano le loro certezze nel Dormitorio Femminile di Tassorosso e si lanciavano ancora una volta nelle braccia dell’ignoto. L’unica certezza? Il supporto reciproco, quel taciuto “io ti copro le spalle, tu mi copri le spalle”. Probabilmente quando avrebbero rimesso piede in quella stanza sarebbero mezze rotte.
Nel tragitto verso l’ufficio di Peverell, Eloise non seppe trattenersi dal rievocare i migliori aneddoti della volta precedente, evitando accuratamente di citare troppe volte il nome Versus. Era il suo modo di sdrammatizzare quel trauma che non aveva ancora superato, di non demonizzare troppo gli avvenimenti.

«Io penso che all fine di tutto la cosa che mi aveva spaventata di più» Diceva a Niah mentre apriva la porta, «Sia stata l'Anatra assassina... Quei proiettili erano pericolosissimi! Sera a tutti!» Entrando Eloise aveva spostato lo sguardo dalla Alistine alla stanza assumendo un tono allegro e gioviale. Il gruppetto di persone che già si trovava nell’ufficio era numeroso. Le prime che attirarono la sua attenzione, di cui già aveva appurato la presenza, furono Elhena e Amber, vicino alle quali Eloise decise di posizionarsi. Gli altri, più o meno noti, sorpresero la tassina. Notò Daddy, a cui fece un cenno di saluto sollevando il mento. Dall’altro lato c’erano la ragazzina che aveva vinto il premio di Be My Double, di cui non ricordava il nome, un ragazzo che sapeva di aver visto da qualche parte e Brior, che salutò con un mezzo sorriso. Infine, vide Mary, l'amica di Sophia che aveva convinto a prendere la Puffola Pigmea ribelle. Il sorriso che le dedicò fu sincero, accompagnato da un gesto di saluto della mano. Ultimo, ma non meno importante, Peverell, in forma smagliante.
Già così erano tantissimi… Ma gli altri compagni di avventure dove si erano cacciati? Il suo sguardo corse alla porta, nel tentativo di scoprire chi sarebbe entrato dopo di lei e Niahndra.


Statistiche
Punti Salute: 148
Punti Corpo: 84
Punti Mana: 84
Punti Exp: 15
Attivo
Bacchetta
Spilla di Atene
Fiala di Decotto al Dittamo
Fiala di Rinvigorente
Fiala di Mors Aparentis
Fiala di Addormentadraghi
Diadema della Veela
Pallottole Puzzole
Gelatine TuttiGusti+1
Azioni
Entrai nellufficioEloise dicoAvventure ne abbiamoE attesi la risposta?
In buona sostanza quanto detto dagli altri: struggimento per la partenza, timore del letame, preparazione mentale e arrivo. Eloise indossa una t-shirt (bianca) e una felpa morbida (verde), dei leggins (grigi) e degli stivaletti (neri).
 
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view post Posted on 19/10/2016, 15:08
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Cosa esattamente la stava spingendo ad uscire dalla sala comune quella sera era ancora un mistero per Alice, qualche giorno prima aveva ricevuto un particolare invito, e quel venerdì sera, puntualmente si stava avviando verso l'ufficio del suo mandante. Era passato davvero molto tempo, ma ciò non le aveva impedito di essere ancora molto presa dalle parole che aveva scambiato con lui, il professor Peverell, un uomo alquanto particolare, che, a dirla tutta, Alice non era riuscita per niente a decifrare, tanto quanto lo scopo di quell'incontro. Ma in effetti come si può capire qualcosa di cui non si sa praticamente nulla? E forse era proprio quello il motivo per il quale ci stava andando, forse proprio grazie a quell'incontro avrebbe dato risposte ad alcune delle domande che aveva posto lei stessa al professore, ma come? Non ne aveva idea, sapeva solo che la curiosità la spingeva a fare qualsiasi cosa, anche andare a questo fantomatico incontro.
Erano le otto in punto quando scese l'ultimo gradino che portava al primo piano, a grandi passi percorse il corridoio che portava al suo ufficio e quando la porta fu visibile rallentò. Si sistemò velocemente i capelli, controllando che tutto fosse in ordine, per quell'occasione non sapeva esattamente cosa mettersi, aveva infine deciso di indossare una morbida camicia di un arancione scuro, che copriva perfettamente il corpetto di Morgana che aveva deciso di indossare sotto di essa, con dei pantaloni neri, semplici, taglio dritto, con delle tasche a riga ai lati, molto comodi.
A tracolla portava la sua inseparabile borsa, in morbida pelle nera, al cui interno vi erano la sua bacchetta, una calda felpa nera, nel caso sentisse freddo, la pietra Ametista, rinchiusa gelosamente nel suo cofanetto, e un libro che stava leggendo in quei giorni, che non aveva ancora tolto dalla borsa, ma che sarebbe potuto esserle sempre utile.
Dato che in realtà non sapeva esattamente cosa aspettarsi da quell'incontro, decise di indossare alcuni dei suoi oggetti magici, al collo aveva la meravigliosa perla di Afrodite, una meravigliosa collana che aveva acquistato molto tempo prima, di una bellezza immensa, l'anello vittoriano al dito, e al braccio il bracciale alla quale aveva appeso il ciondolo "Giada delle Fate ", il ciondolo "Scaglia di Drago", l'Amuleto Protettivo con runa di Teiwaz, e l'amuleto dorato.
Quando fu di fronte alla porta guardò l'orologio che portava al polso, erano le otto e due minuti, non era decisamente in ritardo, non rispetto ai suoi standard almeno. Alzando lo sguardo notò che la porta di fronte a se non era totalmente chiusa, nonostante ciò bussò delicatamente lasciando che il rumore dei ciondoli la accompagnasse. Senza aspettare alcuno invito entrò, immediatamente fu sovrastata dall'intenso odore che già una volta l'aveva colpita, odore di tè e vecchi libri, un profumo assai dolce e pieno di ricordi passati, così intenso che quasi dimenticò dove in realtà fosse. Riscaldata ed illuminata dal fuoco che scoppiettava all'interno del camino vide che c'erano molte persone all'interno della stanza, riconobbe molti dei loro volti, molti li conosceva di persona, altri solo di vista o per sentito dire.

«Buonasera professore»salutò educatamente la corvonero, dirigendosi al centro della stanza.

Statistiche:
Punti Salute: 169
Punti Corpo: 92
Punti Mana: 103
Punti Esperienza: 12


Oggettistica:
Bacchetta magica

Perla Di Afrodite: Perla appartenente ad un collana della dea Afrodite regalatele da Zeus in persona.
[+ 8 Punti Mana + 7 punti corpo + 7 punti Salute]

Ciondolo "Giada delle Fate" [+5 Punti Mana]

Ciondolo "Scaglia di Drago": Lucente, dai riflessi perlacei il ciondolo è simbolo di grande forza [+5 Punti Mana, +5 Punti Corpo +5 Punti Salute]

Ametista Dell'Amicizia [+5 Punti Salute]

Corpetto di Morgana: Rigido e resistente agli urti, impreziosito da fili d'oro e crine di Unicorno che lo rendono elegante. Favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. [+4 Punti Salute + 5 Punti Mana]

Magia Sana in Corpore Sano: Nozioni per mantenere il corpo sano e combattere magicamente malanni comuni. Contiene le indicazioni per poter apprendere gli incanti: Fuocondro, Ferula, Epismendo, Manum Emendo, Brachium Emendo. Regalo festa di Natale della Casata [+ 1 Punto Salute, + 1 Punto Corpo]

Amuleto Protettivo con runa di Teiwaz: Amuleto propiziatorio, in bronzo ed argento, consacrato a diverse divinità appartenenti a varie epoche, che ne recano l'effigie sul fronte, questa ad esempio ha la runa di Teiwaz incisa sulla parte superiore, e in particolare questa rappresenta il coraggio e la retta azione: successo ottenuto lealmente, onore, lealtà, spirito competitivo, giudizio, verità affermata e trionfante, giustizia. [+ 2 Punti Mana +2 Punti Salute +1 Punto Corpo]

Amuleto Dorato: Funge da catalizzatore magico e da portafortuna. [+ 1 Punti Corpo + 1 Punti Mana]


Alice era molto indecisa sul da farsi, ma è al tempo stesso molto curiosa soprattutto dopo il colloquio che ha avuto con il professore tempo prima. Arriva due minuti dopo le otto,e si posiziona al centro della stanza affianco a Daddy.

 
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view post Posted on 19/10/2016, 15:45
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▲ Hogwarts | Ateniese▼
Horus R. Sekhmeth

L’estate era passata veloce come una nuvola sospinta dal vento. Non aveva fatto in tempo a finire la Scuola, che Horus si era ritrovato a metterci piede nuovamente nel giro di un soffio.
Tre quarti delle sue vacanze, del resto, le aveva passate al lavoro: Lysander era più in fermento che mai, fra inventari, carichi di merci, vendite sottobanco —ma questo non bisognava dirlo a voce troppo alta—, e pulizie varie —su pressante insistenza di Horus. Con la mancanza di Mya, quegli impegni erano sembrati più pesanti, il carico più frenetico, ma ad Horus non era stato affatto dispiaciuto. Dopo quanto accaduto al Ballo sotto le acque del Lago Nero, meno la pensava, più era felice e l’assenza di Mya non gli doleva più del necessario.
Durante le notti insonni, passate sdraiato sul prato del giardino ad osservare le stelle (o direttamente sul tetto, quando Ainsel andava a dormire), Horus si era spesso ritrovato a ricordare quell’inaspettato incontro, alternando momenti d’ira e fastidio a momenti di sollievo nel pensare che, in fin dei conti, lei stava bene, sembrava fregarsene altamente di tutto quello che era accaduto e lui poteva, finalmente, considerare quel capitolo della sua vita chiuso, senza scrupoli, senza rammarichi. Tornandoci su, non faceva neanche così male avere la consapevolezza che fra lui e lei quell’amore era svanito, proprio come quell’estate che si era lasciato alle spalle. Del resto, s’era sempre detto, aveva degli obiettivi per quell’anno scolastico e un pensiero in meno era più che gradito. Ne aveva fin troppi.
Dunque, la Scuola era ricominciata frenetica come al solito e gli impegni, numerosi a tal punto da rallentare lo studio, gli tenevano la testa sufficientemente occupata per non distrarsi troppo, non permettendogli di divagare troppo su binari troppo pericolosi per la sua mente fragile.
Aveva quasi finito il quarto anno, ormai, il quinto con i G.U.F.O. era alle porte e Horus non doveva fare altro che continuare a testa bassa ad andare avanti, accumulare conoscenze finché non sarebbe stato pronto per partire.
Ed a proposito di partenze, una mattina, uscendo dall’aula di Storia, Horus si accorse di un avviso nella bacheca del professore che lesse con una stretta di panico allo stomaco.
La Scuola di Atene ripartiva di lì a qualche settimana e il disagio si impadronì del ragazzo e gli corse lungo la schiena come un brivido.
*Aiuto.* Fu il primo, eloquente pensiero che attraversò la mente del Tassino ed, ostinato, Horus voltò le spalle all’avviso e si allontanò in gran fretta, ricordando i momenti vissuti l’anno addietro con l’organizzazione creata da Peverell. Che quell’uomo fosse fuori di brocca era ormai appurato ed Horus aveva benedetto tutti gli Dei per non essere uscito da Cluny con un braccio in meno e ancora tutto intero. In compenso il suo Disturbo Ossessivo Compulsivo si era aggravato ed Horus, nel ricordo della pozza di letame, aveva passato i mesi seguenti l’avventura a strofinarsi le gambe, sotto la doccia, con talmente tanta veemenza da procurarsi diverse ferite sulle cosce e sugli stinchi. Era stato l’evento più traumatico della sua vita? Sicuramente no. Ma lo stress accumulato era stato così determinante da spingerlo a negarsi qualsiasi altro coinvolgimento: s’era ripromesso che ci avrebbe pensato a lungo e a modo prima di dare il proprio consenso ad un’altra partecipazione. Così, quella notte, si era coricato più che convinto delle proprie motivazioni: che si suicidassero gli altri, lui non aveva alcuna voglia di farsi bruciare le chiappe da qualche matto secolare.
I giorni s’erano quindi susseguiti ed Horus non aveva cambiato minimamente la propria idea: cocciuto, continuava ad ignorare quell’avviso ogni qualvolta che entrava nell’aula di Storia e, con apparente non-chalance, si defilava ogni qualvolta sentiva nominare “Scuola di Atene”.
Fu, poi, il giorno prima dell’incontro che l’ostinazione di Horus venne messa a dura prova: già dalle prime ore del mattino era stato colto dal dubbio, sfogliando il libro di storia. Si era soffermato a vagare con la fantasia nei luoghi e nelle epoche dove, presumibilmente, gli Ateniesi si sarebbero ritrovati l’indomani, e lì, una punta di rammarico s’era insinuata nella sua sicurezza. Il colpo finale arrivò nel pomeriggio, quando nell’ufficio dei Caposcuola, Horus riuscì ad incontrare Emily per qualche secondo. Per tutta l’estate, a causa degli impegni, non erano riusciti a vedersi e solo uno scambio di Gufo aveva permesso loro di tenersi in contatto. Lui era entrato proprio nel momento in cui lei stava scappando a lezione e anziché uscirsene con un saluto, o un abbraccio o un “we”, s’era ritrovato stupidamente a dire tutto d’un fiato e colto da un’improvvisa illuminazione: ”Emily aspetta! … Ma ci vai all’evento della Scuola di Atene?”



» Venerdì 9 Ottobre, h. 7.50 pm

Alla fine era stato bellamente fregato. Guardandosi allo specchio, Horus sbuffò contro la figura che lo fissava stancamente. I suoi stessi occhi argentei lo fissavano pieni di rimprovero e la bocca era piegata in una smorfia di disapprovazione: tutto di lui sembrava volergli dire: “Sei un deficiente, complimenti”.
Scosse la testa e voltò le spalle al proprio riflesso, cercando di lasciar dietro di sé anche il proprio malcontento. Ciò che gli andava meno giù di tutto, probabilmente, era ritrovarsi, nuovamente, a far parte di un gruppo e mai come nella precedente occasione Horus aveva avuto la conferma di essere un lupo solitario. Odiava dover dipendere dagli altri, odiava che gli altri dipendessero da lui, ma soprattutto, odiava più o meno diffusamente tre quarti degli esseri umani.
*La positività è importante. * Si disse ironicamente, mentre afferrava il mantello che aveva buttato sul letto e se lo metteva sulle spalle. Salutò con una leggera carezza sulla testa la piccola Syr, che dormiva beata sul suo comodino, e si avvicinò al baule, dove prese la sacchetta medievale, già precedentemente riempita con i pochi oggetti che pensava gli sarebbero potuti esser utili.
La mano, di riflesso, controllò che il pugnale fosse ben appuntato al retro della cintura —nascosto dal mantello— e le dita risalirono prima al petto, dove, sotto la stoffa della maglia, sulla pelle nuda, Hagalaz lo marchiava, e poi all’Ankh tenuta al collo. Aveva tutto.
Uscì dalla Sala Comune, tirandosi su il cappuccio del mantello, affatto incline a parlare con qualcuno e fu fortunato: il venerdì sera vedeva ben pochi studenti in giro, troppo occupati a godersi la promessa di un weekend di relax che Horus avrebbe presumibilmente passato in stato vegetativo per riprendersi dall’avventura.
Mentre camminava in direzione del primo piano, Horus cominciò a sentire, suo malgrado, una stilla di curiosità per quell’imminente gita fuori porta. In fin dei conti, uno dei motivi principali che l’aveva spinto a ritrattare le proprie convinzioni, era stata proprio la sua avidità di conoscenza, l’interesse per i meandri e gli intrecci del Tempo altrimenti sconosciuti: erano un’opportunità troppo grande per essere accantonata da qualche stupida esperienza di proto-suicidio.
Sorrise fra sé e sé e quando arrivò alla porta dell’ufficio del docente, bussò un paio di volte, prima di entrare.
La stanza non era poi così diversa dall’ultima volta in cui l’aveva vista: al centro troneggiava un grosso leggio con il libro che li avrebbe catapultati nella Storia, oltre il quale c’era la sorniona fenice che vegliava, silente, su tutti loro. Peverell era in piedi, agghindato come la notte, in attesa.

« Buonasera, professore. » Lo salutò Horus, tirando giù il cappuccio del mantello. Una veloce occhiata bastò per identificare gran parte dei presenti che conosceva, più o meno tutti, di vista. Li salutò con un cenno del capo, soffermandosi su Daddy e accennando un sorriso ad Elhena, Eloise e a Mary, la ragazza con cui aveva ballato allo scorso Ballo.
Mya, ovviamente, non c’era.
Emily era in attesa, in disparte rispetto agli altri ed Horus, intimamente, sorrise: adorava quella sua propensione, così simile alla sua, nell’isolarsi. E fu in quel momento che, vedendola lì, in piedi, Horus si rese conto di quanto le era mancata in tutto quel tempo e quante cose erano accadute nel misero corso di un anno. Senza rendersene conto, avanzò verso di lei, raggiungendola.

« Ciao. » Le disse, sfiorandole la guancia con un veloce bacio, ignorando per un istante tutti i presenti, per poi porsi al suo fianco.




"The more you know about the past, the better prepared you are for the future."

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



Riassunto: Preparazioni mentali varie, che schifo i poveri, blablabla.
Interazioni: Emily, Elhena, Daddy, Mary, Eloise, Pervy.

» Statistiche:
PS: 235
PC: 213
PM: 236 ▼
EXP: 54

» Incantesimi & Abilità:
• Smaterializzazione
• Abilità Runica: Capacità di creare lame/proiettili d'aria compressa ad altissima velocità, provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. Capacità di generare onde d'urto distruttive. Capacità di creare un "muro" invisibile e impenetrabile, controllando la gravità delle molecole d'aria e la loro struttura, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi.
Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest.
• Classe Incantesimi-
Prima Classe – Completa.
Seconda Classe – Completa.
Terza Classe – Completa, escluso [color=firebrick]Fattoriam.

Quarta Classe – Completa, esclusi Circumflamma, Ignimenti, Mucum and nauseam, Napteria, Neptuno/Aqua Eructo.
Quinta Classe*Stupeficium
Sesta Classe*Perstringo

» Equipaggiamento:
• Mantello della Resistenza: Indossato;
• Artiglio del Drago Sminuzzato (x2): Monouso. [Protegge per due turni dall'attacco del nemico]; → Nella tasca dei pantaloni.
• Pugnale Normanno (copia): [Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. Ottimo ausilio per la preparazione di pozioni di semplice e media difficoltà. Può correggere lievi errori nella preparazione, almeno in fase preparatoria degli ingredienti. Parigi, X Dc]; → Infilato nella cintura.
• Anello della Gorgone: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. Utilizzabile solo in Quest ed Eventi. → anulare della mano destra.
• Anello Difensivo, pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. Usabile 1 volta per Quest. → Medio della mano sinistra.
• Bacchetta; → Nella tasca dei pantaloni.
• Una collana con la Runa Hagalaz: indossato e nascosto sotto la maglia.
• Girocollo con un ciondolo d'oro a forma di Ankh: indossato e nascosto dentro sotto la maglia.
• Sacchetta Medievale (Copia: + 3 Corpo +1 Mana): comoda sacca in cuoio e pelle conciata, presenta robuste cuciture e due piccole cinghie sul davanti che assicurano la chiusura. Agganciabile alla cinta tramite due passanti posti sul retro. All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile. → Agganciata alla cintura.
• Mantello della Disillusione [(+ 8 Corpo + 5 Mana) Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona , anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità]; → All’interno della sacca.
• Polvere buiopesto peruviana; → All’interno della sacca.
• Artiglio della Fenice; → All’interno della sacca.

 
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view post Posted on 19/10/2016, 21:00
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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"Se mi freghi una volta è colpa tua, se mi freghi una seconda volta è colpa mia", recitava così il detto? Niahndra non ne era sicura. Ciò di cui era sicura invece era il fatto che non potesse incolpare assolutamente nessuno della scelta che stava intraprendendo; la prima volta poteva incriminare la sua inconsapevolezza oppure le parole lusinghiere del professore o una generale ingenuità... ma adesso?
Se chiudeva gli occhi poteva ancora percepire il leggero strato di sudore che le inumidiva la schiena, il chiaro olezzo di
natura mescolato all'odore di un gruppo di adolescenti in salute, il freddo metallico della notte e soprattutto le imprecazioni che si erano susseguite in loop nella sua testa per tutta la durata del viaggio.
Eppure, nonostante tutti i contro della situazione, inspiegabilmente i nomi dei volontari per quella seconda uscita si erano moltiplicati esponenzialmente.
*La gente è masochista.* Ma in fondo non lo era stata anche lei? Tuttavia credeva che i racconti dei reduci della prima trasferta sarebbero bastati a far da deterrente e invece avevano avuto l'effetto di un buon fertilizzante. *Come quello in cui siamo finiti l'ultima volta?*
C'era da dire però che Peverell li aveva tentati con una meta esotica (?) e ancor più fuori porta; la Alistine non aveva mai messo naso più in là della Gran Bretagna (con la superba eccezione della Cluny del milletrecento), figurarsi metter piede in America!
E poi... le "matricole" quasi superavano in numero i veterani (ma si poteva essere considerati veterani?) e questo, conoscendo l'inclinazione di Peverell a lavarsene le mani, l'agitava più di quanto desiderasse ammettere. In fondo, un qualche beneficio l'aveva ricavato: i voti a storia iniziavano a migliorare, l'esame era stato superato e un po' era forse merito di quell'avventura che l'aveva spronata a impegnarsi maggiormente: perdio, si era anche decisa ad ampliare il suo repertorio di incanti di guarigione! E se ufficialmente la scusa era "non si smette mai di imparare", la motivazione più sincera e impellente era il terrore che l'aveva assalita nel momento in cui si era resa conto di non essere in grado di aiutare le compagne più giovani; il viso di Eloise, ora così pulito e fanciullesco davanti allo specchio, si sostituiva al volto ferito, arrossato e spaventato che Niahndra le aveva visto durante la precedente spedizione. E in quegli istanti che le stava rubando, osservandola di sottecchi senza che la piccola – piccola? – Lynch se ne fosse accorta, la Tassorosso comprese con un certo timore che se alla fine si era arresa all'idea di partecipare era anche un po' per lei. Ad onor del vero, quel piccolo demonio aveva dato prova di sapersela cavare, ma il Prefetto proprio non riusciva a fare a meno di provare quell'apprensione tipicamente materna.
Fu con quei pensieri aggrovigliati tra i capelli e l'ombra scura sul volto, riflesso di quella della compagna, che Niahndra si fece scivolare dalle mani il prezioso avversaspecchio che con un leggero tonfo finì sul letto; quel debole rumore fu sufficiente a spezzare il filo dei pensieri della rossa che si voltò verso di lei, ma non prima che lo specchio le avesse regalato un fugace sorriso.
«Non si è mai abbastanza pronti, ma sapere che c'è chi ti copre le spalle migliora la situazione.» In effetti era stata proprio la fanciulla, insieme alla caposcuola di Serpeverde e ad un altro ragazzino (ragazzina?) ad aiutarla nelle battute finali di quell'assurda escursione.
Non poté fare a meno di smorfia-ridere mentre l'altra elencava tutte le splendide esperienze che avevano potuto aggiungere al proprio curriculum; certo era che forse forse pensare a quella pozza di fango e letame faceva un poco meno male che pensare ad una certa notte d'inverno nei pressi di un salice innevato, ma con un leggero scossone del capo la Alistine tentò di sradicare quel metallico pensiero dalla testa.
Stirò le labbra in un sorriso e annuì, temendo che se avesse dato voce ai pensieri sarebbe rimasta in camera per l'intero weekend.
«Pronta.» Arrotolò le maniche della maglia pregustando in un qualche modo il clima estivo che con tutta probabilità le attendeva. Si lasciò distrarre dalle chiacchiere di Eloise, annuendo o rispondendo a monosillabi quando richiesto, ma non fornendo mai una vera e propria risposta; la sua testa ronzava, sintonizzata probabilmente su altri lidi mentre la voce della Tassina la stordiva in maniera piacevole.
Quando arrivarono la porta era aperta, la stanza già gremita di partecipanti; come si aspettava molte facce erano nuove, ma rimaneva ancora qualche espressione amica.
Come sua abitudine dopo il saluto generale cercò un posticino defilato dove sorprese una primina di casata altrettanto schiva.
«Memory? Non avevo capito che saresti venuta anche tu.» Le sorrise mordicchiandosi inconsciamente le labbra mentre un leggero rimprovero le saettava nella mente, ma d'altronde come poteva tener conto di ogni cosa?

What's going on: l'intero post è sostanzialmente inutile, a meno che non vi chiamiate Nih. Se non avete questa fortuna, vi basterà sapere che Niah è entrata insieme ad Eloise; ha salutato con un cenno professore e conoscenti e proprio nelle ultime quattro righe attacca bottone con Memory ~♥

PS 183 | PC 121 | PM 129 | Exp 37.5
Bacchetta magica, legata ai pantaloni.
Pantaloni chiari, proteggono dal fuoco non magico e dal calore. Sono comodi ed elastici.
Amuleto greco, consacrato alla dea Selene di cui riporta l'effige sul fronte.
Anello "a miglior vita", nella forma di un orecchino; da esso si libera uno spettro che può essere ottimo per spaventare amici e non.
Tracolla di tela, incantata con Verto Plumeus che contiene:
    Avversaspecchio, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte man a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio, tracolla.
    Mantello cinese, nel ricamo sono presenti fibre di Demiguise che aiutano chi indossa questo mantello a mimetizzarsi in un ambiente.
    Pozione Rimpolpasangue, rimargina ferite e ricompensa gravi perdite di sangue, in un'apposita tasca interna della borsa.
    Pozione esplodente sarà sufficiente un pugnello di polvere per radere al suolo un ampio locale.
 
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view post Posted on 19/10/2016, 22:44
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Seduto sul letto, con la schiena curva, William fissava la punta delle sue scarpe. Erano di pelle, nera, la punta arrotondata e la suola rinforzata. Le osservava da diversi minuti ma la sua attenzione era altrove. Lo sguardo spento lasciava intendere quanto la sua mente fosse concentrata sui ricordi, pronta a passare al setaccio le esperienze passate a Cluny e il conseguente ciclo di esperienze che lo avevano accompagnato, portandolo a maturare e a proseguire fino a quel giorno, lì, sul letto del dormitorio numero cinque. Quella del Club di Atene era stata un'esperienza disastrosa, lo aveva sfiancato fisicamente e psicologicamente ma - col passare del tempo - aveva dovuto ammettere quanto quel viaggio fosse stato d'insegnamento, proprio in virtù della sua natura cruenta.
Si passò una mano tra la lunga chioma; ciocche corvine riempirono di colore le dita mentre un sospiro abbandonava le sue labbra e i suoi occhi si socchiudevano, precedendo quella che sembrava una decisione ma che, a conti fatti, era l'inizio di una resa. Due pacche sulle ginocchia con entrambe le mani e infine si alzò, cercando con lo sguardo la sedia su cui aveva appoggiato la giacca della divisa da Serpeverde. Quell'anno conosceva in anticipo i poteri del libro dunque non si scomodò di scegliere un'abbigliamento adeguato al luogo in cui sarebbero finiti, sarebbe stata la magia a metterci a lavorare per lui. Si preoccupò unicamente di preparare un borsello con dell'acqua, per poi coprire il tutto con il mantello della disillusione, qualora avessero dovuto nascondersi nuovamente ad occhio indiscreto. Era impossibile prevedere quale lezione il professore di Storia volesse impartirgli quella volta, così come impossibile era anche solo provare ad immaginare in quale scenario sarebbero stati lasciati allo sbaraglio. Di certo il docente li avrebbe abbandonati ancora una volta, lasciando loro l'ingrato compito di comprendere il percorso adeguato all'adempimento del loro scopo.
Si avvicinò alla maniglia della porta con fare rassegnato e, prima di girarla, si passò ancora una volta la mano tra i capelli, pettinandoli all'indietro e confermando quello che sembrava essere un nuovo tic da aggiungere ad una lista ormai troppo lunga. Aperta la porta, William sentì la gamba destra avvolta in un tepore piacevole, sensazione che aveva imparato da tempo a ricollegare allo strofinarsi di Ares. Anche lui vi aveva messo del buono per spronarlo a partire di buon umore, probabilmente consapevole di quanto la cosa turbasse uno studente il cui ultimo periodo era stato turbolento a sufficienza da far vacillare persino una roccia solida come Black. Un accenno di sorriso ad un gatto preoccupato, una mano che cercava rassicurazione nel pioppo della bacchetta e la porta della sua camera era già alle sue spalle, pronta ad accoglierlo un po' più maturo di quanto non fosse quando lo aveva lasciato.

Camminando a testa bassa, si rese conto di quanto esagerato fosse il suo mal contento in vista del nuovo viaggio con la Scuola di Atene. Indice e pollice strinsero la base del naso mentre gli occhi si strizzavano e la sua mente vacillava, ancora una volta. Non stava certo andando in guerra, aveva passato momenti ben meno felici, specie in villa Malfoy eppure, in quel momento, avrebbe gradito mille volte di più rivedere il ghigno malefico dell'oscuro piuttosto che l'aria compiaciuta di Ignotus. Certo i problemi non si limitavano a lui. Vi era la forte possibilità che anche la Alistine partecipasse all'evento e - dall'ultima volta al Lago Nero - non sapeva bene come comportarsi con lei. Cosa avrebbe dovuto fare una volta entrato in aula? Cercare il suo sguardo? Salutarla? Probabilmente avrebbe finito con l'ignorarla o col punzecchiarla con uno dei suoi commenti stizziti e teatrali. Certo la tensione si era allentata dall'ultima discussione ma tra maschere e mostri era difficile comprendere chi o cosa dovesse fare un passo verso l'altro - sempre se un passo dovesse esser fatto. A preoccuparlo vi era anche una carica da Prefetto in meno, con le conseguenti occhiate di corridoio di chi si chiedeva cosa fosse successo, perché mai fosse accaduto. Certo, William si sentiva sollevato ora che poteva sfruttare il tempo libero per se stesso piuttosto che occupasi dell'ennesimo primino pronto a mettersi nei guai perché curioso di fare la conoscenza del Platano Picchiatore, ritrovandosi inevitabilmente con una ramo tra i denti e una penalizzazione in casata.
*Gira e rigira erano sempre Serpeverde* Le voci di corridoio, poi, non avevano mai raggiunto i suoi interessi ma avere gli occhi di tutti puntati addosso, quello sì che lo infastidiva. Cos'altro poteva mai aggiungersi ad una lista già abbastanza ridondante di ansie e problemi? Oh, certo, un signore oscuro col fiato sul collo, speranzoso di grandi risultati da uno studente che - solo per essere entrato nella casata sbagliata - aveva per principio lo sguardo indagatore dei più puntato addosso. Chissà, in mezzo a tutte queste grane forse la Scuola di Atene si sarebbe rivelata una vacanza di piacere, un luogo in cui lasciarsi i malumori alle spalle e ricominciare con un nuovo spirito. *A chi dovrei darla a bere?*
Immerso nei suoi pensieri non si era neanche accorto di aver colmato la distanza che lo separava dall'ufficio del professore. Davanti a lui una porta in legno appena socchiusa, attraverso la quale era possibile intravedere la luce della nuova élite di Hogwarts. Prese una lunga boccata d'ossigeno prima di appoggiare la mano sulla porta, spingendola quanto bastava da farsi spazio all'interno.
«'sera.»
Nel vedere un gruppo già folto la sua ansia sociale impazzì. Quanti erano e quanti ancora dovevano arrivarne? Rapido, Black si spostò dall'uscio per infrattarsi nell'angolo più appartato dell'ufficio. Erano decisamente troppi, tanti da togliergli il respiro. Come gli era venuto in mente di rifiondarsi in un'esperienza di gruppo, specie viste le problematiche che aveva incontrato già durante la prima escursione? Ma soprattutto come era venuto in mente al docente? Oh, domanda stupida, a parte l'incipit lui li avrebbe abbandonati al loro destino una volta giunti nel passato. Trovata illustre la sua, tanto brillante quanto passabile per un delitto.
Cercò di darsi un contegno, ricercò compostezza raddrizzando schiena e collo, alzò lo sguardo e cercò qualche volto familiare tra i presenti. Quello che per primo saltò all'occhio fu il caposcuola Tassorosso che, vuoi per la sua altezza, vuoi per il colore dei capelli, non era difficile da individuare. La seconda fu la piccola Eloise la cui figura tranquillizzò quella più spaesata di William. A seguire eccola, Niahndra, che dall'atteggiamento sembrava averlo preceduto appena di qualche minuto. Nell'osservare i suoi movimenti Black appoggiò la schiena alla parete, rilassando delle gambe che da quel momento in poi ne avrebbero viste di cotte e di crude, concentrandosi quindi sullo sguardo. Non fece in tempo a preoccuparsi troppo del modo in cui comportarsi di fronte alla Tassorosso che un'altra ragazza della stessa casa attirò la sua attenzione: Amber Hydra, se la sua memoria non lo ingannava, senza dubbio la sua prima ed unica vittima al Club dei Duelli, avversario ostile abbastanza da meritarsi un'astio indiscriminato da parte del Serpeverde. Lei fu l'unica onorata nel ricevere un suo sguardo accigliato prima che lo sguardo del giovane potesse andare alla ricerca dell'artefatto protagonista di quella vicenda: il libro. Tra vecchie leve e nuovi arrivati, quella seconda esperienza era ancora lontana dal poter essere scritta. Impossibile immaginarsi risvolti più ardui di quelli affrontati a Cluny ma se il docente di Storia era folle anche solo la metà di quanto si dicesse per i corridoi, era bene iniziare aspettandosi il peggio.


Ps: 161 ~ Pc: 106 ~ Pm: 110 ~ Exp: 15
------------------------
Riassunto: William entra, non giusto uno sguardo truce ad Amber, qualche cenno qua e la, un po' d'ansia sociale e poi via nell'angolino a sperare che tutto finisca presto prestissimissimo.
Riassunto vero: William entra in un bar, cade e muore di profilo.
------------------------
• Bacchetta Magica.
• Mantello della Disillusione.
• Guanti dell'Eroe Caduto.
• 1 Fiala: Pozione Scioccante.

 
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view post Posted on 19/10/2016, 23:40
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Professor Peverell, buonasera.
Varcata la soglia dell'ufficio del Docente, Emily cadde preda di una sorta di déjà-vu. Come molti mesi prima era entrata in quella stanza, curiosa di sapere chi vi avrebbe trovato, estasiata dalla possibilità di rompere quel circolo di noia e paranoie nel quale viveva, e come allora, decisa nel convincere se stessa che, partecipare ad una spedizione - di qualunque genere questa fosse, non era stata una scelta azzardata, bensì ben ponderata.
A differenza della prima missione che l'aveva vista testimone di incredibili eventi, la giovane Rose era accompagnata da una maggiore consapevolezza della situazione, piccolo vantaggio che adombrava il suo sguardo fiero ad ogni passo verso l'ufficio - conoscenza derivante da passati accadimenti che tuttavia, come purtroppo immaginava, non le avrebbe salvato facilmente il nobile ciapèt da qualsiasi nemico c'era ad aspettarli in quel libro.
Di una cosa era dunque certa: loro si stavano immischiando in affari che, normalmente, non avrebbero dovuto riguardarli e qualcuno, dall'altra parte, avrebbe fatto probabilmente di tutto per non permetterlo.
Riaccostata la porta, sperando che alcuna emozione fosse presente sul volto pallido nel momento in cui il breve saluto annunciava la sua presenza, raggirò il leggio, compiendo un semicerchio che l'avrebbe portata ad avanzare dinanzi ai primi arrivati, più o meno conosciuti. Ad alcuni, la cui sanità mentale sembrava esser danneggiata quanto la sua per decidere di presenziare dopo Cluny, lasciò un piccolo cenno del capo vermiglio e raggiunto Mike, a cui serbò un breve sorriso compiaciuto, si lasciò scivolare silenziosamente lungo la parete vuota dell'Ufficio, lì dove poteva osservare tutti e conservare, al contempo, la dovuta distanza.
Le iridi di granito si posarono nel luogo conosciuto e solo in quel momento, osservatrice più che osservata, poté constatare, con calma, l'effettiva identità di chi l'aveva preceduta.
Era stato semplice individuare i veterani ma l'indifferenza della sua entrata aveva reso non necessario - almeno in quel momento - capire chi fossero i nuovi. Ecco dunque che, soffermatasi sui due Caposcuola come lei in attesa, aggrottò la fronte alla vista di Daddy e se solo lui avesse incrociato il suo sguardo, avrebbe lasciato che l'angolo delle labbra rosse si curvassero in un piccolo sorriso infantile e di sfida. Non aveva mai dimenticato il loro primo incontro e come fosse stato facile puntarsi le bacchette contro.
Di Horus, quindi, nessuna traccia.
*Se non si presenta, vado a prenderlo in Sala Comune per la sua orribile cravatta gialla*, pensò; eppure si sentiva tranquilla: aveva detto che l'avrebbe raggiunta e lei, miracolo!, ci credeva.


Emily aspetta! … Ma ci vai all’evento della Scuola di Atene?
Stava scappando a lezione, dopo aver sbrigato alcune scartoffie nell'Ufficio dei Caposcuola, e quando alzò lo sguardo incrociando il viso di Horus - che non aveva incontrato per tutta l'estate - quasi pregò che lui non fosse realmente lì.
Forse fu per questo o per il "caloroso saluto" che lei si limitò ad annuire con un Mh sommesso e a scivolare via assicurando la tracolla sulla spalla.
Solo svoltato l'angolo del piano terra, diretta di corsa ed in ritardo ai Sotterranei, si rese effettivamente conto di ciò che le era stato chiesto.
*Atene*
Aveva pensato di partecipare, certo, ma aveva anche posticipato la decisione finale. Il Chaos, tuttavia, sembrava averle reso tutto più semplice.



Nonostante la Serpeverde fosse propensa a sospettare un imminente cambio d'abito una volta varcata la porta del Passato, aveva comunque deciso di organizzarsi nell'improbabile caso in cui avesse avuto torto. E quindi, grazie alla mancanza di ottimismo che l'aveva salvata da spiacevoli situazioni più di una volta, si decise ad indossare i pantaloni blu ed aderenti che aveva comprato tempo addietro da Zarathustra - finalmente sarebbero tornati utili, forse - legando, poco più in basso del bacino, il cinturino di pelle che serviva a tenere a portata di mano dominante l'arma in Salice. Sotto un fine e mediamente lungo pullover di cashmere blu notte, era stato nascosto un aderente gilet, stretto al petto ed intrecciato alla schiena, di pelle chiara e flessibile, simile a quello che l'aveva accompagnata a Cluny. Il Mantello della disillusione, poggiato appena sulle spalle, risultava al momento inutile, addirittura fastidioso: stringendo le mani dietro la schiena e stiracchiando appena le gambe in avanti nell'attesa, questi scivolò lungo il braccio sinistro della Serpina che si distrasse per un momento nel tentativo di assicurare gli alamari.
Un istante che le fu, per così dire, fatale.
Alzate le iridi argentee dinanzi ad un'attesa voce, Emily scoprì che Horus aveva fatto la sua entrata e si stava dirigendo proprio verso di lei. Dopo quanto accaduto prima che l'estate interrompesse la loro vita scolastica, non capiva perché ci fossero delle rare circostanze in cui l'ansia di vederlo ancora predominava su tutto il resto.
*Eh, ti sei risposta da sola, bimba.*
Ingoiando la pillola e palesando una splendida ed imperturbabile rilassatezza, la Caposcuola incrociò nuovamente le braccia dietro la schiena, osservando, con una calma tanto controllata da esser convincente, il giovane avanzare.
Ciao.
Un veloce bacio sulla guancia bastò, paradossalmente, per donarle nuovamente la serenità. Nonostante Horus avesse agito dinanzi a tutti i presenti - cosa che prima l'avrebbe turbata non poco - e nonostante l'intimo contatto, si era tranquillizzata e aveva capito che nulla, dopo il loro allontanamento forzato, era cambiato.
Riaprendo gli occhi dopo aver ricevuto il tenero gesto del ragazzo ora al suo fianco, si limitò a punzecchiarlo per dargli il benvenuto.

Cerca di fare attenzione o potrei esser costretta a lasciarti in Messico.
Azioni affatto salienti: Emily entra, piccolo flashback, saluta, guarda in cagnesco il libro e Daddy, fa un cenno ai masochisti compagni di avventura e si vergogna 'n attimo contro la parete.



Punti Salute: 185
Punti Corpo: 131
Punti Mana: 123
Punti Esp.: 28,5

~ Emily indossa un morbido gilet, stretto al petto ed intrecciato alla schiena, di pelle chiara, flessibile e nascosto dal pullover di cashmere blu notte, le cui tasche contengono: Contenitore di vetro infrangibile, fialetta contenente aconito; fialetta di Decotto al Dittamo; fialetta di Pozione Rinvigorente, fialetta di Pozione Mors Aparentis
~ Pantaloni chiari aderenti - proteggono dal fuoco non magico e dal calore.
~ Anello luminoso. Sull'anulare destro - acceca l'avversario per due turni.
~ Catena della notte. Nascosta dagli abiti - rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, facendo sembrare le ossa più mobili.
~ Mantello della Disillusione. Non avvolge interamente il corpo - realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità.
~ Anello del Coraggio. Medio destro - Attacco e difesa raddoppiati nei confronti di un unico avversario – 2/5 azioni
~ Anello Vittoriano - inseparabile monile privo di effetti.
La bacchetta (Legno di Salice, Crine di unicorno, 11 pollici e un quarto, rigida) è riposta nel centurino di pelle legato poco sotto il bacino.

 
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