| ▲ Mexico | Ateniese▼Horus R. Sekhmeth La domanda di Emily lo colpì come un sasso dritto sul naso: non una pietra grande, di quelle pesanti simili a macigni, ma un sassolino piccolo e appuntito, capace, però, di colpire con molta più potenza. “No che non lo so!” avrebbe voluto ribattere, senza impedire alla permalosità di frenare i suoi tentacoli malevoli. Tuttavia decise di tacere, scuotendo lievemente il capo in un cenno di diniego e lasciandola parlare. Deglutì pesantemente, corrugando le sopracciglia ed evitando che la propria mente cominciasse a divagare, restando presente alla situazione ed ascoltando attentamente la ragazza. Mentre lei parlava, tuttavia, e il senso di offesa che aveva pervaso inizialmente la sua domanda scemava in qualcosa di diverso, che sembrava impedirle di prendere un momento per riflettere, per interrompersi, Horus cominciò a comprendere. La guardò esprimersi, lasciò che lei gli prendesse la mano, ma non parlò: la osservò soltanto, accantonando l’inutile egoismo e comprendendo, davvero, cosa Emily avesse nascosto dentro di sé tutto quel tempo. Paranoie, dubbi, pensieri sicuramente lontani dalla realtà, ma che le azioni di Horus, da lui considerate più che legittime e plausibili, avevano invece alimentato: come un vento, credutosi nient’altro che brezza, alimenta una scintilla fino a farla diventare una fiamma dirompente. Quando lei terminò di parlare, lui sentì lo stomaco stringersi in una morsa difficile da identificare con un solo sentimento: sentiva del fastidio, perché tutte quelle paure non erano riuscite ad emergere prima, complice maledetto quel Tempo che sfuggiva sempre loro, o le persone che inevitabilmente li circondavano; sentiva del risentimento, verso se stesso, per essere stato così sciocco ed infantile nel credere che tutto andasse bene, che lui non avesse nulla che non andava e che probabilmente erano tutti problemi di Emily; sentiva paura, perché tutto rischiava di andare in frantumi se solo la sincerità fosse venuta a mancare. Chinò lo sguardo, osservando le loro mani strette; dietro di loro la discussione per il caposquadra andava avanti, ma le voci dei loro compagni giungevano lontane come se fossero rimasti ad Hogwarts mentre Horus ed Emily solamente si trovavano lì, sotto al sole cocente del Messico, centinaia di secoli addietro. Infine, alzò gli occhi, posandoli su quelli di lei. Aprì la bocca, poi la richiuse. Poi la riaprì ed un sospiro, solamente, prese vita sulle sue labbra sottili. « Mi dispiace che tu ti senta così… » Esordì, a disagio, con l’unico desiderio di volerla stringere a sé per rassicurarla e non potendolo fare, costretto dalla riservatezza che quel piccolo angolino riparato donava loro e che non era abbastanza per renderli soli. Strinse, però, la mano di lei fra le sue dita e riprese a parlare, sentendosi incerto, ma deciso a spiegarle, deciso a non lasciare più nulla di inespresso, deciso a non lasciar andar via quel rapporto che avrebbe potuto trasformarsi in nient’altro che uno spettro inconsistente al primo errore. « È che… non sono abituato. Non sono abituato ad esprimere ciò che penso e talvolta ci provo e mi rendo conto solo ora che i miei gesti possano esserti sembrati sconclusionati. E no! » Esclamò con più enfasi. « Non è affatto vero che di te non mi importa, o mi importa a tratti. Quando ti ho incontrata in ufficio, tu… » *Sei scappata via prima che potessi dirti altro e… * Ed Emily non gli aveva spiegato che era in ritardo? Forse il bacio avrebbe potuto darglielo allora, rimuginò. «… Sono un imbecille. » Questo senza ombra di dubbio. Le dita carezzarono, lentamente, quelle di lei, mentre lui abbassava lo sguardo per qualche istante, per poi, nuovamente, rialzare il viso con più decisione negli occhi. « Non volevo tornare qui. Mi dà fastidio stare in gruppo, tuttavia, ero curioso. E ho pensato che se almeno ci fossi stata tu, sarebbe stato più sopportabile affrontare tutto questo. Te l’ho chiesto senza pensarci ancora, perché erano giorni che mi ci stavo logorando e perché avevo bisogno di sapere se ci saresti stata, altrimenti non ne sarebbe valsa la pena. » Confessò tutto d’un fiato, sincero. Era così: la Curiosità era stata tanta, ma l’idea di affrontare quell’avventura in un gruppo in cui il volto di Emily non sarebbe comparso, anche solo per poter scambiare con lei una battuta o sfidarsi a chi lanciava lo gnomo più lontano[cit.], non gli piaceva a tal punto da spingerlo ad accettare la chiamata di Peverell. « Scusami, davvero. Però ho bisogno che tu queste cose me le dica, proprio perché io… non sono capace, do troppe cose per scontato ed altre, invece, le tengo per me e le lascio marcire finché non diventano paranoie insopportabili. Non voglio fare passi indietro, non voglio tornare a rifugiarmi nel passato.» Asserì con decisione, rinsaldando la presa sulla sua mano. Mya faceva parte di quel Passato che lo aveva ossessionato ed Horus seppe di doverne parlare con Emily, per potersela lasciare definitivamente alle spalle. « Un giorno, lontano da qui e da tutti gli altri, ti dovrò parlare di quel Passato, ma ora, seppur… ironicamente ci troviamo proprio nel passato, non è il momento. Ti basti sapere che di te mi importa più di qualsiasi altra persona, che provo esattamente ciò che provi tu, che mi impegnerò affinché tu possa capirlo. Ma ti chiedo di dirmi tutto ciò che non ti quadra, ti chiedo di essere sempre sincera con me, anche quando le cose non vanno. Per me sei un mistero, Emily, e giuro, voglio capirti, voglio apprendere quel mistero. Ma devi aiutarmi, proprio come hai fatto ora. Va bene? » Le sorrise, sentendosi più leggero di qualche chilo dopo averle finalmente spiegato più o meno gran parte della matassa dei suoi pensieri. Sbrogliarla sarebbe stato un altro paio di paniche, ma per il momento poteva bastare. « Sono innamorato di te, Emily. Scandì, la voce bassa, appena udibile, come se quella confessione fosse uscita inaspettata, silenziosa. Resistette ancora alla tentazione di attirarla a sé, ma si portò la sua mano al petto, tenendola lì per qualche istante. Solo in quel momento si accorse dei suoi abiti, mutati di forma, come voleva il Libro: non vi badò troppo, ma seppe che il tempo loro concesso stava per scadere. Quando lei ebbe finito di parlare, con un cenno verso il gruppo —oltre il quale Peverell cominciava la sua solita dipartita — *E ti pareva, il paravento.* lasciò andare la sua mano con molta riluttanza e ripercorsero il breve tragitto che li aveva separati dagli altri. « Ora sì che sono pronto a farmi ficcare una picca spagnola in gola. » Ridacchiò divertito, raggiungendo gli altri proprio mentre Niahndra nominava Daddy suo vice. *E chi l’avrebbe mai detto?* Pensò, decisamente stupito. Tacque, voltandosi verso Daddy e annuendo col capo: non sapeva e non aveva ascoltato chi aveva votato lui come capospedizione, ma se Niahndra aveva fiducia in lui come Vice, Horus stesso non poteva che esser da meno. Daddy era cresciuto, avrebbe saputo sopportare supportare la Alistine dal polso di ferro e dagli occhi di fuoco. *Che mamma mia, se non mi ammazzano gli spagnoli, sicuro lo fa lei. Tolta la rogna la decisione delle nomine, non restava che proseguire. Avevano due sentieri dinanzi a loro, uno che proseguiva verso il lago, l’altro che, presumibilmente, li avrebbe condotti dritti dritti nella folta vegetazione. La logica spingeva Horus nel credere che la strada verso il lago fosse la più sensata: era più che ovvio che una civiltà si sviluppava in prossimità dei corsi d’acqua. Tuttavia, l’avventura a Cluny gli aveva insegnato che niente è poi così scontato quando si trattava di scegliere quale strada prendere ed il ricordo del recinto pieno di letame gli attraversò la mente, portandolo a rabbrividire e a grattarsi, convulsamente, il polso destro. *Non ce la farò mai a superarla.* « Riguardo il sentiero, io propenderei ad andare verso il lago. Ma chi era con noi in Francia sa che non è poi così facile e scontato scegliere. Quindi, così come ho deciso di affidarmi a Niahndra, mi affido anche in questo caso alla sua decisione. » Proferì, sorprendendosi egli stesso della sua diplomazia. Poco importava quale sentiero prendere, poiché Horus sapeva che gli Dei avrebbero avuto sicuramente qualcosa in serbo per loro. E, in ogni caso, Minerva sarebbe potuta giungere in soccorso: quel pennuto sembrava sapere sempre dove si trovavano. Piuttosto, l’eccitazione del momento lo spingeva ad una febbrilità, ad una voglia di muoversi, di cominciare ad avvicinarsi alla Storia a tal punto, che il caldo fastidioso che picchiava sopra le loro teste era passato in secondo piano. O forse, era perché Emily gli aveva praticamente decurtato tre quarti di paranoie in pochi secondi e lui si sentiva leggero come una piuma. E a tal proposito, ricordando l’adorabile errore che lei aveva fatto parlando di armi Babbane, si chinò verso di lei, avvicinandole le labbra all’orecchio in un sussurro: « Comunque… è fucile. » Sorrise.
❝ "The more you know about the past, the better prepared you are for the future."
Previously In the Walking Dead: chiarimenti con Emily. Dopodiché ritorno dal gruppo proprio quando Niah nomina Daddy. Consenso in direzione di Daddy per la sua nomina a Vice (daje se dici de no te meno). Infine Horus espone la propria preferenza per il sentiero verso il lago, ma si rimette alla decisione di Niah. The cherry on the cake: piccolo perculo ad Emily e ai suoi fuceli. ♥
ATTENZIONE ATENIESI Al fine da coordinare le nostre azioni (o, eventualmente nel caso di chi come Patrick preferisce agire in solitaria, al fine da evitare di intralciarci), vi invito a dare un'occhiata QUI: non siete obbligati a postare, ma se avete qualcosa da dire riguardo delle decisioni che sicuramente più avanti dovremo prendere in OFF per un ON più veloce e scorrevole, potete farlo in quel topic. Le chat sono un casino e abbiamo optato, noi vecchi Ateniesi, per un semplice e più comodo topic. Chi non avesse l'accesso, mi mandi un PM. Grazie per l'attenzione, dlindlon.» Statistiche: PS: 235 PC: 213 PM: 236 ▼ EXP: 54 » Incantesimi & Abilità: • Smaterializzazione • Abilità Runica: Capacità di creare lame/proiettili d'aria compressa ad altissima velocità, provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. Capacità di generare onde d'urto distruttive. Capacità di creare un "muro" invisibile e impenetrabile, controllando la gravità delle molecole d'aria e la loro struttura, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi. Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest. • Classe Incantesimi- Prima Classe – Completa. Seconda Classe – Completa. Terza Classe – Completa, escluso Fattoriam. Quarta Classe – Completa, esclusi Circumflamma, Ignimenti, Mucum and nauseam, Napteria, Neptuno/Aqua Eructo. Quinta Classe – *Stupeficium Sesta Classe –*Perstringo
| » Equipaggiamento: • Mantello della Resistenza: Indossato; • Artiglio del Drago Sminuzzato (x2): Monouso. [Protegge per due turni dall'attacco del nemico]; → Nella tasca dei pantaloni. • Pugnale Normanno (copia): [Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. Ottimo ausilio per la preparazione di pozioni di semplice e media difficoltà. Può correggere lievi errori nella preparazione, almeno in fase preparatoria degli ingredienti. Parigi, X Dc]; → Infilato nella cintura. • Anello della Gorgone: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. Utilizzabile solo in Quest ed Eventi. → anulare della mano destra. • Anello Difensivo, pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. Usabile 1 volta per Quest. → Medio della mano sinistra. • Bacchetta; → Nella tasca dei pantaloni. • Una collana con la Runa Hagalaz: indossato e nascosto sotto la maglia. • Girocollo con un ciondolo d'oro a forma di Ankh: indossato e nascosto dentro sotto la maglia. • Spilla de La Scuola di Aten: in tasca. • Sacchetta Medievale (Copia: + 3 Corpo +1 Mana): comoda sacca in cuoio e pelle conciata, presenta robuste cuciture e due piccole cinghie sul davanti che assicurano la chiusura. Agganciabile alla cinta tramite due passanti posti sul retro. All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile. → Agganciata alla cintura. • Mantello della Disillusione [(+ 8 Corpo + 5 Mana) Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona , anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità]; → All’interno della sacca. • Polvere buiopesto peruviana; → All’interno della sacca. • Artiglio della Fenice; → All’interno della sacca.
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