Il Nuovo Mondo, Tenochtitlàn, Atene V Incontro

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view post Posted on 25/10/2016, 19:16
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- Deus ex Mazza -

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Corvonero
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Patrick si toglie il cappotto presagendo una temperatura più calda in Messico, dopo di che si concentra sul medaglione e sulla spilla di Peverell sapeno che, come in Egitto, quei simboli avrebbero potuto giocare un ruolo chiave. Ritrovatosi sulle colline atzeche, Patrick dedica la sua attenzione al panorama circostante ed individua i sentieri che portano al lago. Mentre il docente da direttive cerca di orientarsi e decide di non rivelare per il momento la sua fazione e di non partecipare all'elezione del Capospedizione.
Nell'ufficio regnava una strana atmosfera, un misto di emozioni differenti generate dalla varietà dei presenti: chi si trovava d'innanzi al primo viaggio con Peverell non nascondeva un misto di sorpresa, curiosità, eccitazione e paura; tra i più esperti, alcuni sembravano più interessati a scrutare i compagni di avventura, altri parevano concentrati sul futuro imminente, altri ancora, come Patrick, se ne stavano semplicemente in attesa, attendendo il rapido districarsi degli eventi.

Corvonero ebbe l'impressione di essere arrivato giusto in tempo, non appena egli chiuse la porta dietro di sè, il vecchio docente cominciò il sermone su cosa sarebbe successo di li a poco. Fu quando quest'ultimo pronunciò la parola Messico che Patrick cambiò la sua espressione, inarcando le sopracciglia. Certo sapeva già la destinazione del viaggio, ma solo in quel momento si rese conto che quanto stava indossando si sarebbe rivelato più un intoppo che altro. Mentre Peverell parlava, si sfilò il cappotto in silenzio e, cercando di non disturbare, lo posò sulla prima sedia disponibile. Ora la spilla del club era in bella mostra sul pettorale sinistro, proprio mentre i nuovi membri ne acquisivano una, Patrick sistemò la sua assicurandosi che fosse ben diritta, una macchia dorata sulla maglia di cotone nera. A proposito di spille, quella del docente questa volta pareva diversa, come se fosse di una fattura più antica... che fosse da ricollegare al viaggio che stavano per intraprendere? Il Corvonero strizzò gli occhi spostando il suo sguardo verso il medaglione nero che pendeva dal collo di Peverell, pareva pesante e d'oro massiccio, pensò di osservarlo per bene, se c'era qualcosa che aveva appreso nel viaggio precedente e che nulla era veramente affidato al caso, non si sarebbe sorpreso se avesse rivisto in Messico un simbolo o qualcosa di ricollegabile al prezioso gingillo.

Continuò ad osservare il gioielli mentre Peverell si alzava, seguendolo fin quando quest'ultimo aprì il tanto venerato tomo antico; così tutto prese a vorticare, il medaglione si fuse con le immagini dell'ufficio e dei presenti e tutto divenne buio.

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L'oscurità rimase nera per un breve istante, poi divenne rossa e le palpebre si fecero improvvisamente calde. Patrick aprì gli occhi lentamente, quasi accecato dalla luminosità del posto, per poi rovarsi ad ammirare un cielo azzurro e terso. Alcune nuvole si muovevano rapide del cielo, capi solitari alla ricerca del branco. L'aria tiepida e secca era permea di aromi e il silenzio quasi assoluto, interrotot solo sporadicamente dal verso di qualche uccello esotico, pareva esplodere nelle sue orecchie. Ringraziò di essersi tolto il cappotto, faceva si sicuro un gran caldo! Si rimise in piedi dopo aver recuperato borsa e bacchetta, facendo scivolare via dai suoi vestiti la polvere e alcuni fili d'erba che vi erano rimasti impigliati, rimanendo poi leggermente in disaprte quando Peverell si abbandonò alle spiegazioni del caso. Mentre egli parlava, Patrick venne rapito dal panorama circostante, una valle racchiusa in una cinta di colli, un grande lago che ai suoi piedi sembrava generare dinamica vita. Due sentieri si inoltravano nella giungla sottostante in due direzioni diverse, sparendo tra le fronde misteriose. Dunque Peverell voleva che i giovani prendessero parte a quella guerra? Sarebbe stato interessante, nonostante Patrick sapesse già da che parte stare, decise di non verbalizzarlo... in quel gruppo vi erano già dei nemici. Ignorò poi senza pudore la nomina del capospedizione, in quel momento adagiò la bacchetta sul palmo della sua mano; mentre guardava la stecca sulla carne pensò intensamente all'immagine di una bussola, cui ago avrebbe auspicabilmente puntato verso Nord:

*Guidami.*

Se gli altri volevano perdere tempo con dibattiti inutili lo stesso non si poteva dire per il Corvonero. Accolto l'appuntamento nella capitale, Patrick sapeva che raggiungerla non sarebbe stato poi facile e dovendo atraversare una giungla messicana nulla poteva essere lasciato al caso. Preparandosi per l'imminente avventura, l'ex Caposcuola aveva appreso che Tenochticlan, capitale atzeca, sorgeva in un isolotto su un grande lago, bacino che pareva distare poche miglia dalla radura in cui si erano ritovati i viaggiatori. Individuata la direzione cardinale da seguire, ammesso e non concesso che la Tuke esaudisse la sua richiesta, Patrick avrebbe intrapreso la sua strada, solitaria o meno, verso il grande varipinto lago.

• PUNTI SALUTE: 238
• PUNTI CORPO: 247
• PUNTI MANA: 258
• PUNTI ESPERIENZA: 81,5+8=89,5
• INVENTARIO:
CAPPOTTO LUNGO, FELPA E PANTALONI SCURI
VESTE DELL'ASSASSINO NOTTURNO
Copre pube, cosce e spalle, donando prontezza, agilità e mimetismo con la notte. Difficile da udire e da scorgere colui che la indossa. [+4PS, +11PM, +6PC]
CATENA DELLA NOTTE
Rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, fa sembrare le ossa più mobili. Si nota molto nell'oscurità. [+2PM, +3PC]
BORSA DI CUOIO A TRACOLLA

NELLA BORSA:
GUANTI SOSTEGNO DEL PALADINO
Proteggono le manida tutti gli elementi naturali, dagli acidi, dalle basi e da colpi fisici. [+3PS]mi più difficili [+5PC]
MANTELLO DELLA DISILLUSIONE
Reallizzato con pelliccia di camaleonte, rende un'ottima mimetizzazione: se il corpo è ben avvolto in questo tessuto sembrerà donare l'invisibilità. [+8PC, +5PM]
ANTIDOTO al VELENO di DOXY
Prodotta per un compito di Pozioni
GALEONE D'ORO FALSO
Informa i membri dell'ES riguardo incontri e riunioni tramite la modifica da parte del capogruppo delle cifre poste sui bordi della moneta.
INTRUGLIO DEL GARGOYLE
Chi la assume può godere di una protezione fisica notevole, "stile armatura", pur non avendo nulla del genere addosso.
POZIONE SCONOSCIUTA
Trovata in una soffitta del castello [Pozione essenza d'elfo]

SULLA BACCHETTA:
ZAFFIRO GREZZO PER BACCHETTA MAGICA
Una pietra preziosa che amplifica la potenza del mago. [+12PM]
 
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view post Posted on 25/10/2016, 22:09
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Lentamente la stanza si fece sempre più affollata, volti più o meno conosciuti si facevano avanti, chi più e chi meno, silenziosamente. Incredula vide entrare anche il suo ormai ex caposcuola; Patrick era diventato quasi invisibile nella casata nell'ultimo periodo, a volte sembrava non esserci affatto, ma sapeva quanto fosse pieno di impegni sia fuori che all'interno di Hogwarts, e sapeva anche quanto si preoccupasse della casata e dei suoi componenti, tanto quanto lo faceva Alice stessa. Ed era forse per questo motivo che la carica di caposcuola era passata a Daddy, che adesso si trovava al suo fianco. Sorrise all'idea di essere li in quella stanza insieme a lui, lui che sapeva essere serio e disponibile ma al tempo stesso un inguaribile combina guai. Erano giorni che si sentiva in ansia per quella sera, ma adesso, con il solo fatto che fosse anche lui insieme a tutta quella gente, si sentiva decisamente più tranquilla. Quel ragazzo era la pace e la guerra al tempo stesso, riusciva a confonderla e a rasserenarla come nessuno.
«Hei» disse dolcemente in risposta, mentre la sua mano stringeva quella del corvonero, sorridendo del dolce bacio che le aveva appena dato. Perché è sempre così dannatamente perfetto? Anche in quell'occasione, così strana sapeva cosa era giusto fare, apprezzò la dolcezza e la semplicità di quel bacio, bestemmiandosi in aramaico antico per non ne averne parlato con lui. Se lo avesse fatto non avrebbe passato ore a tormentarsi e a farsi domande inutili.
Quando anche l'ultimo partecipante fu entrato nella stanza, Peverell finalmente parlò, spiegando a grandi linee quello che sarebbe successo loro. Da quello che diceva la loro meta sarebbe stato il quindicesimo secolo, in quello che adesso è il Messico. Era così folle, eppure al tempo stesso era elettrizzante, essere li, anche se per uno spiacevole evento, riuscire a tornare indietro nel tempo, e vedere quello che era successo con i propri occhi. Uno ad uno la corvonero osservò tutti coloro che il professore stava nominando, fino a posare il proprio sguardo sulla cattedra di fronte a se, su di essa vi erano raggruppate delle spille, svogliatamente lasciò la mano del corvonero per avvicinarsi ad essa per prendere la sua.
La appuntò subito al petto, distrattamente, mentre tornava a prestare attenzione alle parole di Peverell. Ma non appena fu tornata al suo posto il libro si aprì ed ogni singola persona in quella stanza fu sottratta a quel luogo per essere catapultata in uno totalmente differente.
L'odore intenso dell'erba arrivò poco dopo l'impatto con il suolo, che per quanto rude non era l'unica cosa a stordirla. Tutto sembrava diverso, persino l'aria non sembrava essere la stessa. Si alzò poco dopo, con l'aiuto di Daddy che subito le aveva dato una mano. Il cielo era di un azzurro magnifico, limpido, segnato solo dal soffice pallore delle nuvole, che come zucchero filato si spargevano qua e la.
*Se l'atterraggio è questo non oso immaginare cosa ci succederà dopo* pensò Alice, mentre velocemente si accingeva a rialzarsi. Il panorama era bellissimo, così meraviglioso che quasi non notò il suo cambiamento d'abito. Indosso non aveva più la sua morbida blusa, al suo posto c'era una luminoso capospalla giallo scuro, di un tessuto grezzo, ma al tempo stesso finemente lavorato, lunga abbastanza da coprirla fino a metà coscia, e segnata in vita da un cinta in cuoio marrone alta all'incirca dieci centimetri. Istintivamente tastò sotto di essa, il bustino era ancora li, come anche i suoi bracciali, solo il suo vestiario era cambiato, come anche le sue scarpe, che erano state sostituite da stivaletti in tinta con la cinta che le arrivavano poco sotto il ginocchio, chiuse con spessi lacci.
Il cambiamento di abito passò immediatamente in secondo piano, quando tutti si furono rimessi in piedi si parlava di una scelta, bisognava scegliere il capo spedizione, colui o colei che avrebbe guidato e preso le decisioni per il gruppo. Di certo lei non avrebbe mai voluto prendersi un incarico del genere, ma al tempo stesso non le piaceva affatto che fosse qualcuno di cui lei non si fidava a decidere in quale burrone buttarsi. Subito il suo sguardo fu rivolto a Daddy, non c'era alcun dubbio, lui era il solo di cui si fidava e il solo a cui avrebbe dato in mano la sua vita. Ascoltò molti di loro parlare, anche Daddy, soprattutto mentre parlava alla prefetta tassorosso. Un istinto omicida le partì nella testa *Ora lo prendo a calci nel c..... calma Alice, non mi sembra esattamente il contesto migliore... anche se un bel calcio ha sempre un ottimo contesto*.
«Il mio voto va a Daddy» disse subito la ragazza incrociando nervosamente le braccia «Non c'è bisogno di ulteriori spiegazioni, oltre al fatto che concordo pienamente con Oliver»
Per quanto riguardava la fazione, beh, su quella discordava con il Corvonero. Sua nonna materna era di origini spagnole, lei non la aveva mai conosciuta, ma alcune tradizioni sono rimaste, i tratti somatici poi sono inconfondibili, aveva preso tutto da lei, ed era per questo motivo che voleva scegliere proprio gli Spagnoli, conoscere a pieno la loro cultura, il loro modo di agire,tutto quello che era una parte di se. Quindi, per quanto potessero essere cruente le loro azioni in quel periodo si sentiva in dovere, come se vi appartenesse.


Vestiario:
Giacca giallo scuro, aperta, lunga fino a metà coscia, la cinta la cinge in vita, chiudendola e creando uno scollo a V.
Scarpe di cuoio, in tinta con la cinta, lunghi quasi fono al ginocchio con spessi lacci
Borsa sempre in cuoio, sempre a tracolla, ma più grezza della precedente, con cuciture più grossolane.


Statistiche:
Punti Salute: 169
Punti Corpo: 92
Punti Mana: 103
Punti Esperienza: 12


Oggettistica:
Bacchetta magica

Perla Di Afrodite: Perla appartenente ad un collana della dea Afrodite regalatele da Zeus in persona.
[+ 8 Punti Mana + 7 punti corpo + 7 punti Salute]

Ciondolo "Giada delle Fate" [+5 Punti Mana]

Ciondolo "Scaglia di Drago": Lucente, dai riflessi perlacei il ciondolo è simbolo di grande forza [+5 Punti Mana, +5 Punti Corpo +5 Punti Salute]

Ametista Dell'Amicizia [+5 Punti Salute]

Corpetto di Morgana: Rigido e resistente agli urti, impreziosito da fili d'oro e crine di Unicorno che lo rendono elegante. Favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. [+4 Punti Salute + 5 Punti Mana]

Magia Sana in Corpore Sano: Nozioni per mantenere il corpo sano e combattere magicamente malanni comuni. Contiene le indicazioni per poter apprendere gli incanti: Fuocondro, Ferula, Epismendo, Manum Emendo, Brachium Emendo. Regalo festa di Natale della Casata [+ 1 Punto Salute, + 1 Punto Corpo]

Amuleto Protettivo con runa di Teiwaz: Amuleto propiziatorio, in bronzo ed argento, consacrato a diverse divinità appartenenti a varie epoche, che ne recano l'effigie sul fronte, questa ad esempio ha la runa di Teiwaz incisa sulla parte superiore, e in particolare questa rappresenta il coraggio e la retta azione: successo ottenuto lealmente, onore, lealtà, spirito competitivo, giudizio, verità affermata e trionfante, giustizia. [+ 2 Punti Mana +2 Punti Salute +1 Punto Corpo]

Amuleto Dorato: Funge da catalizzatore magico e da portafortuna. [+ 1 Punti Corpo + 1 Punti Mana]


Osservazioni varie sui i componenti, romanticherie con Daddy, Alice prende la spilla, arrivo in Messico, cambiamento di outfit, istinti omicidi e raptus di gelosia random, scelta del capo spedizione e della fazione con relativa spiegazione.

 
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view post Posted on 26/10/2016, 01:18
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Claustrofobia. Sebbene non fosse il termine adatto a descrivere lo stato mentale del Serpeverde, quello era il suo modo di chiamare la viscerale sensazione di disagio che provava ogni qual volta questo si trovasse ammassato in una stanza, circondato da altra carne da macello pronta a rubare quanto più ossigeno potesse. Menti inconsapevoli a creare un turbamento tale da costringere William a ritagliarsi un personale angolo tra quelle quattro mura, via via più strette e soffocanti all'interno della sua psiche. La volta scorsa non avevano raggiunto quel numero e - considerate le turbe mentali riportate da tutti i membri della Scuola di Atene nel viaggio a Cluny - lo studente non poté non chiedersi chi avesse sparso voci positive sul conto di quel club, una volta ristretto, atto a formare una prioritaria élite di studenti.
All'ennesimo movimento della porta d'ingresso, William lasciò che una mano scivolasse lentamente lungo il suo volto, accecandosi di fronte all'entrata in scena di nuovi partecipanti e coprendo al contempo la nausea crescente che provava in quel frangente. Che fossero volti familiari come quello della Caposcuola Rose o la figura massiccia e sconosciuta di un uomo decisamente lontano dalla carriera dello studente, poco importava; il suo sdegno fu pari per chiunque, elargito in silenzio e in modo paritario. Con immensa sorpresa la voce del docente gli parve come una brezza risanatrice, capace di mettere a tacere il brusio indistinto che si era venuto a creare tutt'attorno, quasi i più si fossero convinti di essere al prologo di una mera scampagnata tra i boschi. Eppure - se l'esperienza odierna si fosse anche solo avvicinata a quella in Francia - allora di certo non si stava parlando di andare per funghi. Era davvero l'unico ad aver fatto tesoro di quelle esperienze o la sua incapacità di mantenersi lucido in presenza di una folla molesta lo aveva fatto deragliare verso la sponda dell'insofferenza?
Lasciò che il suo sguardo si perdesse appena più in alto, intento ad osservare la maestosa fenice del docente, appena nominata nel suo discorso. Era stata una guida e un supporto per il gruppo di studenti nel loro primo capitombolare nelle insidie del passato; fu quindi un sollievo scoprire che Minerva li avrebbe accompagnati ancora una volta in quell'inferno. Quello che invece rispondeva al nome di Cooper gli parve più semplicemente il sostituto alla ormai vice-preside del castello, forse la Goodheart era troppo presa dalle nuove responsabilità per partecipare, forse troppo codarda per ripetere lo stesso errore.
*Sempre che non sia io il masochista*
Quello delle spille fu invece un rito che non lo riguardava più. Riprese la sua dalla tasca appuntandola sulla camicia, coperta dalla giacca della divisa, quasi si vergognasse di esibirla. Peccato non fosse ancora stato risucchiato dal libro dato che, in quel momento di angoscia, l'idea di potersela strappare e mettere un punto a quella avventura fu un pensiero assai seducente.
Al concludersi del monologo del docente, l'unico protagonista rimasto altri non era che l'antico tomo fruitore del controllo temporale. Non ci volle molto prima che i suoi tentacoli di arcano potere venissero risvegliati al fine di avviluppare ancora una volta il giovane William e i restanti membri del gruppo. Prima di assistere a quello spettacolo, il Serpeverde aveva creduto di esser preparato, in qualche modo abituato, ai suoi nefasti effetti. Eppure il secondo viaggio nel caos fu traumatico tanto quanto il primo, capace di disorientarlo sotto ogni prospettiva, lasciandogli scivolare dalle dita non solo la cognizione del tempo quanto più quella dello spazio. Frastornato riaprì gli occhi un'instante dopo, ritrovandosi aggrovigliato in una matassa di carne e stoffa rudimentale. Tutti, studenti e guardiacaccia, si erano incrociati tra loro nell'atterraggio - se così era possibile definirlo. In particolare William si era trovato impigliato in un rovo di gambe tra una Tassorosso e una Corvonero. Cercò compostezza in modo compulsivo e frettoloso, inorridito dall'idea di esser stato parte integrante di quella caotica accozzaglia. Spolverare il vestiario lo aiutò a prendere coscienza del cambio d'abbigliamento, questione a cui non era affatto novello e che lo incuriosì decisamente meno della prima volta.
Ne seguì il secondo monologo del docente che - in maniera analoga alla prima esperienza - precisò il dove, ma soprattutto, evidenziò il quando. 1521, l'impero Azteco intento ad intrecciare il suo destino con quello Spagnolo. Black non si era presentato impreparato in quello scenario, studiando con cura ciò che di necessario vi era sapere per quella che era stata spacciata per una gita campestre. Ciò a cui invece non era preparato era il clima. Immaginava avrebbe incontrato una temperatura cocente in Messico ma non aveva idea di cosa realmente significasse. Quel caldo penetrava muscoli e ossa, ammazzando il respiro alla radice del petto. L'altra novità di quella spedizione fu la scelta della fazione. Citando testualmente il docente, questa volta gli Ateniesi avrebbero preso parte allo sviluppo degli avvenimenti e sarebbero stati loro a scegliere se schierarsi dalla parte dei vincitori o dei vinti. Quello fu uno scenario su cui ebbe da riflettere per ben più di qualche istante. Entrambi gli imperi vantavano culture e riti assai affascinanti. Se da un lato l'Impero Azteco poteva dirsi ben più primitivo, il suo legame con gli spiriti della terra gli conferivano quell'alone di misticismo e mistero a cui William faticava a resistere. Dall'altro lato gli Spagnoli, in quel suolo, erano visti dagli indigeni come divinità. La loro superiorità tecnologica e culturale li rendevano creature trascendentali agli occhi dei primitivi, incapaci di scalfire le luccicanti armature dei soldati spagnoli. La sua scelta dunque, venne decretata da una fattore esterno, probabilmente l'antitesi dell'istruzione ma chiaro portavoce della sua natura prudente: scelse quella che a rigor di logica sembrava il percorso più semplice, quello del vincitore. In Francia avevano passato peripezie sufficienti da esser temprati anche per la vita seguente, rincorrere più minacce di quante non fosse necessario gli sembrava una scelta azzardata. Avrebbe di gran lungo preferito mescolarsi con coloro che avrebbero fatto dell'intelletto e della strategia un'arma vincente, piuttosto che mescolarsi con le primitive meccaniche di una popolazione che restò a lungo in piedi solo per il suo vantaggio numerico.
Il seguente dilemma fu quello del capospedizione. Horus si era destreggiato in quel ruolo in maniera tutto sommato degna del titolo di caposcuola che portava ma - sfortunatamente - Peverell aveva pensato bene di cambiare le carte in tavola, precludendo a lui e Rose la possibilità di ricoprire quei ruoli ancora una volta. Tolti quei due di mezzo, fu necessario riesaminare i presenti da capo. Lo scorso anno Nathan era stato il fruitore del suo voto. Era logico per lui che il leader fosse rappresentato dallo studente con maggiore esperienza ma il supporto del Grifondoro nella scorsa occasione fu quasi nullo, dunque il primo era già stato scartato. A seguire Minotaus par la sua inesperienza, così Eloise. Molti vennero cestinati per il semplice fatto di essere estranei al Serpeverde. A conti fatti non restavano che Niahndra, il caposcuola Grifondoro, l'ex caposcuola Corvonero e il suo successore. I primi due vennero scartati rapidamente; data l'ultimo incontro avuto con la Tassorosso, l'idea che un voto in suo favore potesse venire frainteso fu sufficiente a metterla da parte, Bior dal canto suo era un tipo troppo socievole e solare per i suoi gusti, qualcuno che gli dava facilmente sui nervi. Non restavano che i due Corvonero, uno dei quali sembrava voler gestire le cose a modo suo, agendo in solitaria ed autoescludendosi dalla roulette russa a cui William stava giocando.

«Voto Daddy.»
Dal suo tono distaccato fu facile immaginare quanto poco gli importasse della faccenda. I più sembravano aver già deciso di lasciare ad Alistine l'ingrato compito di guidarli. Tutto sommato, il Serpeverde era incuriosito da quella situazione e con lei al comando sapeva di essere salvo da una possibile nomina di vice, così da evitarsi un fardello gravoso che non aveva minimamente il suo interesse.
Libero dalle complicazioni burocratiche, William fu finalmente libero di guardarsi attorno. Il Messico era senza alcun dubbio un territorio assai affascinante. L'erba carezzava la suola degli stivali con dolcezza e il terreno secco lasciava intendere una scarsa umidità, qualcosa che avrebbe fatto bene di tanto in tanto alle ossa indebolite degli Inglesi. Compagni assai curiosi, per Black, furono gli sporadici cactus che di tanto in tanto balenavano all'orizzonte. Quelle piante grasse, per qualche arcano motivo, erano in grado di metterlo di buon umore.


Ps: 161 ~ Pc: 106 ~ Pm: 110 ~ Exp: 15
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Riassunto: Odio per le folle. Odio per il caldo. Odio per i grovigli. Odio per le votazioni. Amore per i cactus <3
Nessuna interazione degna di nota. Considerazioni varie sulla fazione e il capospedizione. Anche se non presenti nel post, occhiate truci a tutti.
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• Bacchetta Magica.
• Mantello della Disillusione.
• Guanti dell'Eroe Caduto.
• 1 Fiala: Pozione Scioccante.

 
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view post Posted on 26/10/2016, 12:08
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Non appena Eloise si fu sistemata vicino ai Prefetti gialloneri, nell'ufficio fece il suo ingresso un uomo di notevole stazza, imponente rispetto a tutti i presenti, Peverell incluso. La Tassa lo guardò con interesse, indugiando sullo sguardo scuro e i capelli scompigliati. La sua ipotesi venne confermata successivamente dalle parole dell’anziano professore: era il nuovo guardiacaccia, che Eloise aveva già visto durante una delle sue peregrinazioni ai piani alti della scuola. Stava seduto sulla porta della sua casupola e intagliava un pezzo di legno con un coltello che, nella sue mani, pareva di modeste dimensioni. La ragazzina aveva osservato i movimenti ritmici quasi ipnotizzata. Era lui, dunque, che avrebbe sostituita la Goodheart in quell'avventura, e chissà se sapeva a cosa stavano andando incontro.
La sua attenzione venne distratta dai successivi ingressi: vecchie leve e nuovi arrivi, tutti presumibilmente con la speranza di imparare qualcosa dal giretto nella storia. Ricambiò il sorriso di Horus, osservandolo mentre si dirigeva verso Emily. Ormai sapeva che tra quei due - i suoi “tutori” come ogni tanto le piaceva definirli a valle della precedente avventura - c'era del tenero, ma vederlo manifestato la mise in imbarazzo. Distolse lo sguardo arrossendo un pochino, chiedendosi quando sarebbe successo anche a lei che qualcuno lo salutasse in quel modo. Grata che nessuno avvertisse i suoi pensieri, si disse che era un desiderio estremamente stupido e ricominciò a scrutare i presenti ed evitando di tornare a posare lo sguardo su quei due.
Osservava William immerso nel suo solito atteggiamento elegante e superiore, e l'avrebbe salutato volentieri, ma lui si ostinava a guardare altrove. Avrebbe potuto tirargli una pallina di carta in testa per attirare la sua attenzione, ma fu presto chiaro che finalmente il gruppo era al completo e Peverell stava dando inizio alle danze.
Il primo rito fu la consegna delle spille: Eloise le guardava con una punta di orgoglio, pensando a suo padre e immaginandoselo mentre le forgiava. Dopo Cluny, la sua aveva illuminato il simbolo di Mercurio, cielo di cui faceva parte.
In mezzo istante, mentre lei stava ancora lì a pensare alle luci e alle spille, il libro si spalancò, catapultando - il termine è estremamente accurato - la Scuola di Atene verso un nuovo scenario di azione. Un ruzzolone e un capitombolo, e via nel groviglio di corpi.
«Mi fa piacere stare con voi eh, però possiamo anche stare più distanti, non importa… » Esclamò ad alta voce, indirizzandosi principalmente ad Amber ed Elhena, che parevano diventate momentaneamente un'estensione del suo corpo.«La prossima volta ci portiamo dietro un cuscino!» Strizzò l'occhio ad Amber, che le aveva chiesto scusa per una colpa che era palesemente di Peverell.
Eloise si alzò, raddrizzò, stirò la schiena, e finalmente si mise a osservare quello che aveva intorno: una distesa di vegetazione li circondava, continuando a perdita d'occhio. Oltre al tipo di piante e al momento del giorno - luce piena - era estremamente simile allo spettacolo visto a Cluny. Quel rigoglioso groviglio di strambi esseri vegetali proliferava grazie alla pesante umidità del luogo, che Eloise percepiva sulla sua stessa pelle, ormai avvolta da vestiti di foggia risalente a un periodo che poteva andare dal Basso Medievo all'inizio del Rinascimento. Spaziando con lo sguardo, notò un lago in lontananza e i cactus vicini, la versione potenziata di quelli che si trovavano nella Sala Comune di Tassorosso.
Prima di aver tempo di studiare ulteriormente il luogo che avrebbero dovuto affrontare, si voltò verso Peverell, che stava iniziando a esporre i fatti: guerra, prendere parte alla storia, Schiantesimi a tutti, e via fino alla piramide. Era tutto chiaro. Evidentemente questa volta lo scopo era portare in salvo le proprie chiappe, non recapitare messaggi. Salvarsi andando esattamente in braccio al pericolo: nulla di più semplice. Ancora una volta vennero lasciati lì, appesi alla scelta di un Capo Spedizione e della fazione da supportare.
Eloise, che aveva una certa propensione a supportare i più deboli e tifare per i perdenti, sceglieva i Mexica, gli Aztechi, coloro che avrebbero subito i soprusi del caso. Non era un'esperta del periodo - aveva giusto approfondito l'argomento quando era trapelata l'informazione sull'epoca e il luogo - e riteneva fosse necessario uno studio molto più ampio. Mentre gli altri iniziavano a discutere sul da farsi, lo sguardo della rossa indugiò sul professore e sul Guardiacaccia - Cooper, si chiamava? - che parevano confabulare in merito a qualcosa. Magari c’era una missione nascosta, un compito in più da svolgere? Non poté riflettere a lungo su quelle supposizioni perché la voce di Daddy, che esponeva la sua arringa da campagna elettorale, interruppe il filo dei suoi pensieri. Come poteva essere tanto pieno di sé da votarsi da solo?! Eloise guardò Emily e Horus, che li avevano guidati la volta precedente. Ci voleva qualcuno di nuovo, qualcuno capace di gestirsi l’onere di condurre un gruppo così numeroso, ma di esperto. L’elenco si riduceva a Elhena, Niahndra, Arya, William. Tra loro, ponderando con fiducia e capacità di scelta di discernimento, sapeva esattamente chi scegliere.
«Anche se so che mi soffocherai nel sonno, Niah, scelgo te… Prendi le redini della nostra baracca.» Il solito ghigno non tardò a palesarsi. «Tra l'altro, penso non sarebbe male mettere in comune ciò che sappiamo sul periodo, sulle civiltà e sugli scontri...»Guardò prima Elhena, poi Horus: era certa che loro avrebbero saputo fornire informazioni preziose. Lanciò uno sguardo a Minerva, che vegliava sulle loro teste come un guardiano silente. Presto avrebbero dovuto mettersi in marcia.
Statistiche
Punti Salute: 148
Punti Corpo: 84
Punti Mana: 84
Punti Exp: 15
Attivo
Bacchetta
Spilla di Atene
Fiala di Decotto al Dittamo
Fiala di Rinvigorente
Fiala di Mors Aparentis
Fiala di Addormentadraghi
Diadema della Veela
Pallottole Puzzole
Gelatine TuttiGusti+1
Azioni
Eloise studia Ethan, si imbarazza vedendo Emily❤Horus, vorrebbe salutare Will ma questi guarda altrove. È orgogliosa di suo padre per le spille, capitombola tra Elhena e Amber, studia il luogo. Sceglie mentalmente i Mexica e verbalmente Niahndra ed è mezza sconvolta di quanto Daddy è pieno di sé. Propone che si condividano le conoscenze in merito alla storia in cui sono calati.
AYPGz77
 
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view post Posted on 26/10/2016, 18:02
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Memory osservava i magnifici colori del volatile, ma più o meno di sottecchi, di volta in volta, non mancò di dare un occhio ad ognuno dei nuovi arrivati. Certo, questo non bastò ad evitarle la sorpresa quando ad un certo punto vide venire dalla sua parte Niahndra. Sua concasata e prefetta. La Prefetta. Quanto meno così era agli occhi della giovane, che per pochi secondi trattenne il fiato: non solo la ragazza le si avvicinò, ma le rivolse addirittura la parola.
Indubbiamente non fu capace di non mostrare la sua confusione.

*Almeno potresti evitare le smorfie!*
In realtà era un mezzo sorriso. Anche perché altro non fu capace di fare.
Rispondere? Ma scherziamo? !

Ciao. breve; esile; e fu tutto.
Il professore iniziò a parlare. Memory gliene fu grata, anche se prese nota mentale: alla prossima vedi di reagire, grazie!
Oddio, l'uomo parlava, ma non si prodigava affatto in spiegazioni.
La giovane fece del suo meglio per non perdere il filo, ma la vista dell'involto che tirò fuori, ahimè, non fu affatto d'aiuto. La curiosità l'assalì, voleva sapere di che si trattava, ma dalla sua posizione non distingueva facilmente il metallo che rifletteva di deboli bagliori. Fu un sollievo quando infine poté avvicinarsi e prendere anche lei uno di quegli oggetti. Nel tornare indietro alzò lo sguardo proprio su Niahndra. Con naturalezza, inspiegabile animo esattamente opposto a quello di pochi attimi prima, le venne da chiederle a cosa si riferisse il professore menzionando la loro utilità. Purtroppo però non fece affatto in tempo.
Un'improvvisa forza l'afferrò, la avvolse e la strattonò. La stanza vorticava e l'ultima cosa che vide, prima che la luce l'accecasse, fu il volto del vecchio.

*Ma cosa..?
Sorride? *

Si ritrovò ad occhi serrati, riversa su qualcosa che era fresco contro la pelle. Forse perché percepiva l'aria come molto calda. Si sentiva strizzata.
Riaprì gli occhi, allentò la presa di una mano e si puntellò fino ad alzarsi in piedi. Tuttavia non mollò quello che la mano stringeva. Si trattava di una sacca, la cui apertura era stretta da un lungo cordino. Evidentemente ciò in cui era mutata la sua borsa. Non male tutto sommato, anche perché poteva ancora usarla a tracolla. La passò oltre la testa, facendola scendere a destra, e poi controllò: era ancora tutto integro. Adesso la bacchetta era nel fondo, insieme al resto. Strusciò tra le dita un lembo di quella che era la sua felpa, sembrava diversa, morbida ma diversa. E con piú sfumature. Decise che l'avrebbe scoperto quando sarebbe stato necessario. Nel frattempo si rese conto che l'altra mano aveva invece continuato a stringere qualcosa. Allargò il palmo e vide la spilla. Istintivamente cercò la prefetta intorno a sé.
Con quell'ampio sguardo Memory notò gli altri compagni dello strano viaggio, insieme al luminoso paesaggio che li circondava.
Il professore era già ben dritto. Ma c'era qualcosa che lo poteva scomporre?
Riprese a parlare. Erano in Messico. E c'erano dei combattimenti.

*Come sarebbe? Dovremmo decidere da che parte stare?*
La ragazzina non ebbe dubbi in merito. Sin dal primo momento si era sentita attratta dal popolo appartenente a quei luoghi.
Fissò il lago. Un punto non troppo lontano. Acqua.
No, non le importava della sconfitta. Se era lì voleva in qualche modo essere utile, almeno provarci. E ad essere al fianco degli spagnoli non si sarebbe sentita tale.
Nonostante i suoi pensieri, non le sfuggì la voce di qualcuno che parlava di una guida. Capì a cosa si riferivano. Si riavvicinò un poco al gruppo; quanto bastava per esprimersi - prima di perderne il coraggio:

Anch'io vorrei che fosse Niahndra Alistine.
Subito si spolverò gli abiti per distogliere l'attenzione ed accorgersi che la sua maglietta adesso era una veste smanicata, che ricadeva sui pantaloni, lunga fin quasi al ginocchio, leggermente svasata e bordata in basso con un motivo di triangoli neri.
Finalmente trovò un posto per la spilla che appuntò all'altezza della vita, sul lato sinistro della stoffa.


È distratta dal fascino di Niah; incuriosita dalle spille. Ne prende una. Si ritrova in Messico. Decide che sta con i messicani. Vota per Niah. È asociale persino verso i suoi stessi vestiti, tanto che li scopre solo alla fine.
Interazioni solo con Niah

STATISTICHE
Punti Salute: 124/124
Punti Corpo: 60/60
Punti Mana: 57/57
Punti Esperienza: 6
ATTIVO:
Sacca con cordino/tracolla
Bacchetta {Legno di Larice, piuma di Fwooper e goccia di rugiada, 10 pollici e un quarto, abbastanza elastica.}
Bracciocchio {Piccolo ed elegante bracciale che, in caso dimentichiate o rischiate di perdere un oggetto, suonerà attirando la vostra attenzione. Il minuto occhio incastonato rimane, solitamente, chiuso, mimetizzandosi ad arte ed aprendosi solo in caso di bisogno.} ~ per adesso, finché non le passa, non lo toglie mai XP
Pantaloni Chiari ♦{Proteggono dal fuoco non magico e dal calore. Sono comodi ed elastici. Blu.}
Veste lunga fin quasi al ginocchio, leggermente svasata nella parte inferiore, bianca con motivo a triangoli neri ai fianchi, senza maniche. {babbana}
Cappa più lunga dietro che davanti, con bordo triangolare, leggera, colorata nei toni dell'indaco, . Chiusa da fibbie. {babbana}
Artiglio del Drago Sminuzzato {♦ Monouso. Protegge per due turni dall'attacco del nemico.}
1 fiala di decotto al Dittamo.


©harrypotter.it
 
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view post Posted on 26/10/2016, 20:52
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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wuspkJ5


Le faceva sinceramente piacere vedere la Tassina (Memory) coinvolta in un'attività comune, ritenendola una fanciulla d'indole riservata e solitaria; e non a torto, perché la Tassina non parve troppo contenta del suo ridicolo tentativo di attaccar bottone se l'accenno di panico che le lesse negli occhi poteva esser indicativo di qualcosa. Ma Niahndra la capiva.
L'espressione benevola che le stava rivolgendo tremò un istante quando distinse la voce di William Black che, con tutta probabilità, avrebbe preso parte a quella seconda gitarella spensierata.
Nonostante lo sforzo disumano che le parve di sostenere, le spalle si incurvarono un poco nell'infantile tentativo di occupare ancora meno spazio e non attirare l'attenzione, mentre il sorriso rivolto alla MacWood si allargava un po' troppo rispetto ai suoi standard.
*Più che "va tutto bene", il tuo sorriso dice "ho appena fatto una plastica facciale"* Ma era umana anche lei e mantenere una perfetta poker face quando era già intenta a cercare di domare ogni fibra del proprio corpo per evitare di accartocciarsi su se stessa era un po' oltre il limite; almeno era di spalle e nessuno tranne la primina avrebbe assistito alla scena, anzi con un po' di fortuna il Serpeverde non l'avrebbe notata. *È codardia quella che sento?*
Una volta iniziata l'avventura avrebbe trovato il modo di mettere da parte tutte le questioni in sospeso, conscia che il ritmo serrato – se fosse stato il medesimo della volta precedente – non le avrebbe dato occasione di pensare.
*Ci confidi davvero?*
Fortunatamente ci pensò Peverell a sedare quella conversazione mentale e per la prima volta la Alistine osservò con attenzione la stanza, senza azzardarsi tuttavia a lasciar correre indisciplinate le pupille che invece si fermarono sulla figura del docente e della fida fenice, preziosa alleata. Qualcun altro li avrebbe accompagnati in quel viaggio, un certo Cooper che almeno inizialmente Niahndra non fu in grado di ricollegare a niente; poi, d'un tratto, l'illuminazione e la figura massiccia dell'uomo che lei ed Eloise avevano distrattamente sorpassato si sovrappose all'avviso della preside circa l'assunzione di un nuovo guardiacaccia. Specialmente prefetti e caposcuola, ai quali in parte era affidata la protezione del castello, la comunicazione era arrivata velocemente in quanto i recenti avvenimenti avevano diffuso un certo allarmismo. Il prefetto aggrottò le sopracciglia, ma qualunque pensiero stesse per formarsi nella sua testolina, la distribuzione delle spille se lo portò via come una foglia in una giornata ventosa.
Attese che Memory prendesse la sua prima di farle una seria raccomandazione.
«Non la perdere.» Non occorreva fare gli eroi, la Storia di certo non avrebbe arrestato il proprio corso a causa loro.
I convenevoli a quel punto avrebbero dovuto essersi esauriti, no? Come a volerle rispondere, l'anziano mago aprì il Libro su una pagina minutamente intarsiata (benché da dove si trovasse Niah non potesse vederlo) e quell'unico gesto fu sufficiente a sprigionare il potere di quelle pagine antiche; spirali di energia emersero dal tomo, avvolgendo il leggio e poi tutta la stanza che prese quasi a vorticare mentre il Tempo masticava suoni, odori e colori per poi risputarli fuori scombinati.
La cena, ancora una volta, le tornò sullo stomaco.


Macchie scure le danzavano appena dietro le palpebre che a fatica riuscivano a trattenere fuori tutta quella luce; il piacevole tepore le rilasso le membra, carezzandole il viso ed il tutto sarebbe stato romanticamente idilliaco se i capelli non le fossero finiti in bocca o se non avesse sbattuto la nuca contro il ginocchio di qualcuno nell'atterraggio tutt'altro che morbido. Rotolò su un fianco prima di alzarsi con una smorfia e sbattere delicatamente gli occhi, ancora abituati alla semi oscurità che permeava il castello all'ora di cena, e il sole – che prima le era parso piacevole – già iniziava a farle appiccicare i vestiti addosso; come pronosticato, gli indumenti si erano adattati alla foggia del tempo e con gran rammarico non prevedevano vasti lembi di pelle scoperta.
Avrebbe aiutato Memory a rialzarsi prima di dedicarsi ad un sopralluogo se la ragazzina avesse voluto: come il tatto le aveva suggerito, erano finiti sul docile versante di una cunetta, gemella di quelle che insieme a lei andavano a formare una lunga catena che a sua volta si ergeva in difesa di una estesa radura lussureggiante, raggiungibile solo attraverso una foresta pluviale.
*Non di nuovo.* Ma pareva essere una costante.
*Di male in peggio.* Un certo timore le attanagliò la bocca dello stomaco quando il vecchio professore rivelò loro di averli catapultati nel bel mezzo della insignificante scaramuccia tra Indios e Conquistadores che presto o tardi avrebbe portato al tramonto dei grandi imperi nativo americani in favore di quello spagnolo per una fugace ed effimera parentesi storica che in nessuno modo avrebbe potuto giustificare la serie di atrocità messe in atto. E non pago, l'Uomo non aveva neanche saputo imparare dal passato.
Che loro fossero lì per quello? A che pro? L'esito della Storia non concedeva alcun margine di riparazione, a meno che... a meno che – nel quadro ben più ampio ed immutabile di quel delicato ingranaggio di cause ed effetti – il loro compito non fosse quello di dar spazio al dettaglio, a quei particolari che molto spesso l'ottica macroscopica degli annali non poteva assaporare del tutto. Forse non potevano fare la differenza per "il grande", ma per "il piccolo" ci avrebbero sicuramente provato.
Le venne naturale pensare al plurale, credendo con una certa spontaneità che Horus – se anche per motivazioni differenti – avrebbe condiviso la medesima scelta. In fondo, la volta precedente era andata bene e "squadra che vince non si cambia".
Quasi le avesse letto nel pensiero il Caposcuola (Horus) attirò la sua attenzione, commettendo un errore che con tutta probabilità Niahndra non avrebbe dimenticato per il resto dell'esistenza. E neppure lui. Quando vicino a "capo spedizione" sentì il suono del proprio nome, la testa iniziò a muoversi orizzontalmente in segno di diniego, appena percettibile, nel disperato desiderio di inviare un messaggio telepatico (?) al ragazzo che suonava più o meno come "nonlofarenonlofarenonlofareoktenefaròpentire".
Il ritmo del cuore, improvvisamente accelerato, parve stabilizzarsi quando un secondo nome venne fatto e in qualche modo il rischio di quella responsabilità si distanziò un po'; si trattò tuttavia di una consolazione di assai breve durata perché Elhena rincarò la dose che si appellava alla sua determinazione; da lì, fu un effetto domino: il suo nome passò di bocca in bocca, non solo tra i concasati, ma anche tra altri compagni. E Niahndra li osservò tutti, uno ad uno, per scrutare le loro espressione e meravigliarsi di trovarvi quella fiducia che lei sotto sotto non era certa di meritare.
«Io non-»
«Sembra che tutti confidino in te Niahndra, ma tu confidi in te stessa?»
*...*
Aveva capito male, non c'era altra spiegazione.
Perché non era possibile che quella fosse la voce di Daddy Toobl, tutto intento a cercare di attentare alla sua credibilità in maniera così spudorata. Come
osava?
C'era una cosa che la Alistine odiava più che ricevere un complimento o vedersi affibbiata una responsabilità non gradita, e questa era che si mettessero in discussione le sue capacità; non importava quanto poco potesse crederci lei stessa, non gli avrebbe permesso di giocare quella carta.
Contro ogni aspettativa, il capo non s'alzò di scatto come in parte avrebbe voluto; l'esile collo invece venne drizzato con deliberata lentezza, nell'arduo tentativo di gestire quel calore improvviso che le stava corrodendo braccia, gambe, polmoni: l'espressione, al contrario, era gelida e non mostrava alcuna traccia della debolezza che poteva averla sfiorata poc'anzi e di cui il Corvonero l'aveva accusata.
Come osava Daddy Toobl, tra tutti, minare la sua autorevolezza in pubblico, davanti ai Tassini e agli studenti delle altre casate? Come osava rivoltare contro di lei una sua debolezza,
conoscendola? Bruciava. Bruciava perché, a dispetto di quel che poteva apparire dal di fuori, quell'affronto era personale, nel senso più intimo del termine.
*Eppure tu stessa stavi per dire lo stesso.* Ma quello era diverso.
Non le poteva importare di meno del fatto che il Caposcuola non la ritenesse adatta ad un ruolo del genere, ma c'erano un centinaio di altri modi di porre la questione e quello che lui aveva intenzionalmente scelto non aveva niente a che fare con l'interesse comune. Aveva a che fare con lei e basta. Ed era inammissibile.
Inspirò a fondo, controllando gli spasmi che le percuotevano il corpo (forse era solo una sua sensazione), gestendo l'ira che le scoppiettava nelle viscere; approfittò del tempo che il Caposcuola spese col suo monologo per valutare freddamente la situazione: c'era una qualche remota possibilità che Daddy avesse ragione? Possibile che la sua indole costituisse un probabile pericolo per gli Ateniesi?
*No.* A dispetto dell'opinione che Niahndra potesse avere di sé, i fatti parlavano chiaro: si era sempre dimostrata all'altezza delle aspettative, persino superiore in certi casi, e di sicuro non sarebbe stata la conoscenza di un incanto o due in più a fare la differenza. In quegli anni si era resa conto di quanto il suo coraggio aumentasse se da ciò dipendeva non solo la sua incolumità ma anche quella altrui; senza contare che non si sarebbe mai sentita tranquilla nell'affidare a lui la carica. Forse al Daddy bambino, quello della guferia, ma di certo non al Daddy che aveva dato prova di esser in grado di calpestare quello che doveva essere un compagno pur di ottenere ciò che voleva. *E poi sarei io la serpe.* No lei era il tasso, innocuo finché non stuzzicato, feroce quando occorreva.
Sperò che la sua espressione rendesse la forza che in quel momento, paradossalmente, provava; sembrava che l'insinuazione del ragazzo avesse acceso quella grinta che fino ad allora le era mancata.
[Da qui Niah si rivolge più o meno a tutti, pur rispondendo in particolare a Daddy.]
«Non abbiamo più dodici anni, Daddy.» La voce era controllata, ma sotto i bordi delle parole era possibile percepire il tono di chi non era disposto a lasciarsi mettere i piedi in testa. Un inizio criptico per chiunque non fosse a conoscenza dei loro trascorsi... e cioè, supponeva, tutti. Lasciò la frase sospesa per poco, dando ad intendere al ragazzo che quanto seguiva era solo una parte di ciò che gli voleva comunicare, la parte "adatta al pubblico" «Ed è ora di finirla con le favole. Dici di poter fare in modo che non ci venga torto un capello, ma questa è pura e semplice demagogia; fai promesse che non potrai mantenere e non occorre che ti dica come faccia a saperlo, o come facciano a saperlo tutti coloro che erano a Cluny con me. Non so se tu ne sia davvero convinto o se semplicemente desiderassi persuaderci a seguirti, in entrambi i casi non mi interessa, ma una cosa la so: questo è esattamente il tipo di ingenuità che non possiamo permetterci.»
Lasciò vagare lo sguardo.
«Se siete qui c'è un motivo, si presuppone che Peverell vi reputi abbastanza in gamba da non necessitare di un principe azzurro in una scintillante armatura, ma ciò non significa che siate soli; guardate alla vostra destra e alla vostra sinistra: questi sono i vostri compagni, questi la vostra forza, questi la vostra migliore possibilità di arrivare alla fine della giornata. Se non ve la sentite, nessuno vi biasimerà quando vi strapperete la spilla per tornare indietro.» Non era il suo compito indorare la pillola e di certo non aveva voglia di rimetterci perché la gente era in vena di ottimismi o iniziava a fare come voleva fregandosene altamente.
«Non vanificherò il voto della maggioranza rinunciando al ruolo.» Soprattutto se questo l'avrebbe fatta apparire debole. Eppure non ci voleva un genio per capire che i sostenitori di Daddy fossero un numero tutto sommato considerevole; la sua nomina avrebbe compromesso alcune dinamiche interne? Non era idiota, sapeva di avere questioni irrisolte con alcuni dei presenti, ciò avrebbe influito? Non era davvero il caso di partire già con dei dissapori interni.
E l'Orgoglio, predatore, esigeva la sua parte.
«Tuttavia sussiste ancora la necessità di un vice.» Si chiese se fosse una scelta saggia, visto il teatrino appena imbastito. Poteva contare su di lui? Se non altro se lo sarebbe tenuta vicino, costantemente sott'occhio, pronta a schiacciargli la testa non appena avesse dato cenno di voler spargere ancora il suo veleno.
«Sarai il mio secondo, Toobl?» Assaporò per un istante quella parola, prima di concedergli un certo merito. «Su richiesta del popolo, s'intende.» Ci mancherebbe.

What's going on: post enorme (SCUSATE), ma non occorre che lo leggiate tutto, è indicato il momento in cui Niah prende parola pubblicamente (?). La prima parte è per Memory, inframezzata da un accenno a William (che Niah fa di tutto per non guardare) ed uno molto più breve a Ethan. Una volta arrivati in Messico, Niah aiuta Memory ad alzarsi (se lo desidera). Elucubrazioni mentali sulla parte da scegliere, interrotte dal fioccare delle prime nomine (siete finiti nel Death Note mentale); lancia un'occhiata assassina a Horus e valuta l'idea di ritirarsi; epppoi cat-fight con Daddy (mi era mancato♥) da vera assemblea ateniese. Niah si chiede se sia il caso di procedere con l'ostracizzazione, ma infine protende per il ramo d'ulivo e chiede a Daddy di essere il vice.

PS 183 | PC 121 | PM 129 | Exp 37.5
[Abiti] sì, la gonna doveva essere blu. Ho cambiato idea e non ho corretto, non è che sono daltonica. E sì, quello in basso a sx è un topo che promuove del dentifricio. Sì x3 Niah sembra una witch.
Bacchetta magica, legata alla coscia.
Pantaloni chiari, proteggono dal fuoco non magico e dal calore.genere.comodi ed elastici.
Amuleto greco, consacrato alla dea Selene di cui riporta l'effige sul fronte. Nascosto sotto i vestiti.
Anello "a miglior vita", nella forma di un orecchino; da esso si libera uno spettro che può essere ottimo per spaventare amici e non.
Spilla di Atene, appuntata al petto.
Mantello cinese, nel ricamo sono presenti fibre di Demiguise che aiutano chi indossa questo mantello a mimetizzarsi in un ambiente, arrotolato e tenuto fermo da alcuni lacci sulla schiena.
Saccoccia laterale, incantata con Verto Plumeus che contiene:
    Avversaspecchio, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte man a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio, tracolla.
    Pozione Rimpolpasangue, rimargina ferite e ricompensa gravi perdite di sangue, in un'apposita tasca interna della borsa.
    Pozione esplodente sarà sufficiente un pugnello di polvere per radere al suolo un ampio locale.
 
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view post Posted on 26/10/2016, 22:05
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Abbandonate Ogni Speranza, O Voi Ch'Entrate

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Tutto era pronto, quasi.
O quasi tutto era pronto?
Qual era la differenza tra due osservazioni simili?
Possibile che fallimento e successo potessero dipendere da un così piccolo dettaglio?
Il Gruppo si tirava insieme, chi aiutando un amico, chi rimirando la campagna, chi facendosi i fatti propri, e chi invece già pronto a proseguire. Del resto, il cielo terso, e il sole caldo ben lasciavano sperare nella frescura offerta dalla jungla. Ma a che prezzo? Cosa si annidava in mezzo a quella vegetazione? Quante probabilità v'erano che altri uomini li stessero attendendo lì in mezzo per un'imboscata? Non erano quegli stessi uomini soggetti ai loro medesimi rischi? O forse la sapevano più lunga? E da che parte andare? Se la destinazione sembrava scontata, il lago era anche sede della città, come in diversi sembravano aver già intuito, arrivarci era come di consueto un altro affare. Ed il Vecchio, altra abitudine, non sembrava aver alcuna intenzione di aiutarli, o portarli in palmo di mano sino a destinazione. Farsene una ragione? Intentare una causa? Appellarsi ai Numi? Maledirlo?
Il primo tra i dubbiosi sembrava essere il neo Guardiacaccia. In fondo, non era stato sufficientemente chiaro? Forse si era perso via qualche piccolo trascurabile dettaglio, ma il resto c'era tutto, no? Quali erano state le sue esatte parole? ... Non le ricordava. No, era passato più di un mese. E del resto, nessuno aveva mai chiesto di rischi eventuali, o potenziali. Come del resto la Serpeverde sembrava aver ben inteso. Certo, non avrebbero corso rischi eccessivi, evidentemente, ma il dove fosse stato fissato l'eccesso era un'altra Storia. Sorrise bonario, girandosi verso il giovane uomo, e battendogli gioviale una pacca sulla spalla.


Vedrà Mr. Carter, tutto andrà per il meglio.
Solitamente ci limitiamo a qualche osso rotto, ma mai dire mai.
In fondo, chi può sapere cosa la Storia abbia in serbo per noi?
Ma vedrà, ho la massima fiducia nell'operato di tutti.
Lei non si preoccupi troppo, per tutti.
Ci riuscirete.


Ciò detto, si avviò a passo spedito giù dal colle.
Evidentemente riteneva il suo compito esaurito. Era veramente così?
Forse sì. Forse no. Ormai era troppo tardi. Aveva risposto a tutte le domande?
Sarebbero davvero riusciti a cavarsela in quella nuova Missione? La guerra era già tra loro?
Man mano che la conta degli ostraka proseguiva tra sostenitori e oppositori di un modo, o dell'altro, un nome andava confermandosi. La giovane Tassorosso avrebbe condotto il Gruppo alla vittoria? Sarebbe dovuto essere un Gruppo il loro? Era più probabile farcela in solitaria, o affidandosi alla massa dei tanti? Quale sarebbe stata la migliore delle strategie possibili? E quale la meno peggiore, tra le peggiori? Chi avrebbe tenuto, e per quanto, il comando in seconda? E dove andare? Erano molte le domande cui la Giovane, e forse singolarmente ogni Ateniese avrebbe dovuto dare al Gruppo, e prim'ancora a sè stesso. Da che parte stare, se fosse stato chiamato a parteggiare? Si poteva rimanere indifferenti allo scorrere a poche yarde di distanza dalla Storia? Quale sarebbe stata la migliore delle soluzioni?
Detto fatto ormai il dado era stato tratto, nonostante qualche tentennamento la giovane Tassorosso aveva accettato l'incarico, e già il bronzeo metallo sembrava ingentilirsi in quello che era in maniera indiscutibile il giallo luccicante dell'oro. Un'arringa, tra il pericleo, e lo shakespeariano, che per un momento aveva convinto anche la sottile brezza a zittirsi per prestare orecchio. Se così stavano le cose, come avrebbe potuto il Corvonero rifiutare? L'avrebbe voluto? Lo smacco di essere rifiutato dalla maggioranza di quanti si erano ritrovati lì sarebbe stato un peso eccessivo, da spingerlo ad avventurarsi in solitaria tra le fronde lussureggianti? Intanto, buona parte del Gruppo si accingeva agli ultimi preparativi. Chi prendendo dimistichezza con i nuovi capi di vestiario, chi con le nuove calzature, chi con i nuovi badagli. Altri invece, già proiettati e concentrati sulla missione, prendevano le misure, e le dovute distanze rispetto alla meta. Quanto sarebbe stato semplice raggiungerla? Da che parte passare? Il Corvonero aveva già individuato il Nord, lo strattone improvviso verso destra sembrava indice che un primo passo fosse compiuto. Se poi avesse voluto condividere con altri quell'informazione in un secondo momento sarebbe stato tutto da definire. Avrebbe compiuto già il primo passo? Avrebbe atteso che anche gli altri fossero infine pronti? Quanto era vincolato al Gruppo? E in quanti presto o tardi avrebbero covato pensieri simili?
Restava poi la questione della Luna.
I due più o meno giovani licantropi dal loro arrivo dovevano aver percepito che qualcosa non quadrasse sino in fondo. Certo, l'iniziale sorpresa per il Messico, forse per il caldo, la luce, la foresta. Ma era anche il resto ad essere venuto meno, una normalità tanto sospetta, quanto singolare. Niente gesti da nascondere, nulla da celare, per la durata di quel viaggio sarebbero stati anonimi e sereni spettatori delle peripezie di altri. O forse non sino in fondo? Qualcosa che non era legato ai loro poteri, e al risveglio dell'antica Magia gli era rimasto, ma cos'era?
Peggio se la passava il loro amico dell'altra sponda. Nonostante l'immortalità continuasse a donargli, tra un ritorno di fiamma e l'altra, sembrava che in quel contesto avesse un celere bisogno di un qualcosa in più. Nonostante fosse capitombolato né sopra né sotto altri, e ai margini della radura, al riparo di un'esile ombra offerta da un solingo fusto, quel cocktail micidiale di caldo tropicale, e sole intenso non sembrava gli stesse risultando particolarmente salutare. Cosa avrebbe escogitato? Sarebbe stato il verde baldacchino della foresta sufficiente al suo scopo? Quando sarebbero emersi dall'altro lato della foresta, l'Astro li avrebbe scortati ancora per quanto? Che ora era?
Finalmente era iniziata la discesa dal colle.



Poverell soddisfa le perplessità del giovane Ethan, prima di filarsela, facendo ciao ciao con la manina, ma non certo per andare in spiaggia. Credo sia abbastanza evidente che allo stato attuale dei giochi il Capospedizione sia Niah, e il suo probabile Vice Daddy, ma vedremo.
Intanto, dopo che tutti si son dati da fare nelle loro faccende, e le hanno portate a termine, finalmente il Gruppo si muove, avviandosi. Scegliete un sentiero, e tanti auguri! Dal momento che abbiamo molta strada da fare vi incoraggio a prendere l'iniziativa, se non la prendete verrete sospinti comunque in avanti. Son certo si possa amabilmente discorrere, e muovere comunque qualche passo verso la meta! La Tuke ha soddisfatto le richieste di Mr. Swan, che sa da ora dove si trovi il Nord, e di conseguenza anche il resto, mentre tutti gli altri membri del Gruppo non si stavano occupando del Corvonero. Nulla da segnalare per gli altri, e per chi non ha risposto, salvo invitare Nathan a valutare i problemi sopra esposti.
Ricordo infine, come ho avuto modo di informare i singoli interessati, che siamo in fase di Eclissi di Luna, quindi i consueti bonus da Licantropia non verranno considerati, al pari del triangolo, almeno da quel punto di vista. Ma non è detto che sia male come si possa pensare in un primo momento. Concludo dicendo, che come per la nostra scampagnata in Borgogna sono aperto a rimandi e posticipi della scadenza, a patto che vi siano un buon numero di partecipanti a sentirne il bisogno, ciò nonostante eviterei gli eccessi. Abbiamo molta strada da fare, e non vorrei tirare le calende greche.




Elhena
Punti Salute: 187
Punti corpo: 134
Punti Mana: 136
Oliver
Punti Salute: 178
Punti corpo: 150
Punti Mana: 162
Memory
Punti Salute: 124
Punti corpo: 60
Punti Mana: 57
Mike
Punti Salute: 142
Punti corpo: 87
Punti Mana: 88
Thalia
Punti Salute: 140
Punti corpo: 86
Punti Mana: 84
Daddy
Punti Salute: 240
Punti corpo: 214
Punti Mana: 238
Mary
Punti Salute: 160
Punti corpo: 122
Punti Mana: 124
Amber
Punti Salute: 161
Punti corpo: 99
Punti Mana: 107
Eloise
Punti Salute: 148
Punti corpo: 84
Punti Mana: 84
Alice
Punti Salute: 169
Punti corpo: 92
Punti Mana: 103
Horus
Punti Salute: 235
Punti corpo: 213
Punti Mana: 236
Niahndra
Punti Salute: 183
Punti corpo: 121
Punti Mana: 129
William
Punti Salute: 161
Punti corpo: 106
Punti Mana: 110
Emily
Punti Salute: 185
Punti corpo: 131
Punti Mana: 123
Ethan
Punti Salute: 162
Punti corpo: 110
Punti Mana: 110
Nathan
Punti Salute: 245
Punti corpo: 259
Punti Mana: 300
Arya
Punti Salute: 158
Punti corpo: 93
Punti Mana: 98
Patrick
Punti Salute: 238
Punti corpo: 247
Punti Mana: 257


PS: Se Mike volesse rispondere, ha ancora un'ora! Non penso farebbe comunque nulla di sconvolgente.

La prossima scadenza è fissata per il 30 Ottobre, 23.00

Edited by Ignotus Albus E. Peverell - 27/10/2016, 10:05
 
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In quei pochi attimi di attesa, l’attenzione del giovane Serpeverde passò dall’enorme libro posto al centro della stanza ai nuovi arrivati che, alla spicciolata, stavano riempendo l’ufficio. Riservò un cenno del capo principalmente ai suoi concasati, e rimase piuttosto sorpreso nel constatare che anche un adulto sembrava far parte del della Scuola di Atene. Era anche lui un Evocato o solo un accompagnatore? Ad ogni modo, pur non sapendo a cosa stessero per andare incontro, Mike non si preoccupò se ad accompagnarli si sarebbe aggiunto un adulto o meno.
Quando tutti i convenevoli tra i partecipanti furono terminati, a prendere la parola fu il Professor Peverell che diede una rapida quanto incompleta, almeno secondo Mike, spiegazione.
Tra le poche certezze che comprese dalle parole dell’anziano docente, scoprì che l’uomo barbuto era nientedimeno che il nuovo Guardacaccia della scuola che, a quanto aveva capito, li avrebbe scortati nella loro nuova avventura in Messico. Ma cosa avrebbero dovuto fare in quel misterioso viaggio nel tempo? Confrontarsi con le civiltà del tempo? Raccogliere informazioni? Mike cercò di riflettere su quello che sarebbe stato lo scopo della vicenda, ma non ne ebbe in realtà il tempo.

Alla fine di quel breve discorso, tutti i nuovi membri del Club furono invitati a prendere una spilla e ad appuntarla sulla loro giacca. Così fece Mike, non prima però di aver osservato ed esaminato la propria per qualche istante. Quel nuovo e luccicante emblema trovò posto esattamente dove di solito faceva bella mostra di sé la sua brillante spilla da Prefetto.
Mentre tutti si sistemavano quell’emblema, ebbero luogo gli ultimi convenevoli con l’anziano Vicepreside che fece in modo di attirare l’attenzione dei presenti verso il misterioso libro posto in bella vista. Stava forse per rendere noto a tutti loro l’importanza del volume per l’incombente viaggio?

Il libro si aprì, ed un enorme turbinio lo travolse. Cosa stava accadendo? Era quello il modo in cui sarebbe iniziata la loro avventura? Avvertì una forza magica che lo fece staccare dal pavimento, come se un tentacolo lo avesse avvolto interamente per risucchiarlo all’interno del libro stesso. Che strana magia era mai quella? Una Passaporta segreta? Quel che vide fu solamente l’alternanza di luce, colori e forme indistinte. Tutto sembrava incorporeo in quel grande vortice. Era l’inizio del loro viaggio verso la storia?

Accadde in un attimo. La prima cosa che percepì, dopo un rovinoso impatto con il suolo, fu il calore dell’ambiente nel quale era stato catapultato. La temperatura non era certamente quella autunnale alla quale era abituato. Provò a mettersi carponi per capire meglio dove fosse finito, ma la vista sembrava giocargli dei brutti scherzi visto che aveva il viso rivolto al sole.
Intorno a lui, tutto il resto della spedizione stava iniziando ad alzarsi, anche Thalia ed Oliver che si trovavano vicino a lui. Dopo essersi guardato intorno per un istante, accettò l’aiuto del Grifondoro per rimettersi in piedi. Raggiunta la posizione eretta, subito si preoccupò di vedere se anche Thalia stesse bene dopo quel più o meno morbido atterraggio. Vedendola illesa, le fece un rapido cenno per poi iniziare a spolverarsi gli abiti dai residui di terra.
Subito si accorse che qualcosa non andava. Si guardò velocemente in giro per averne conferma. Si, i loro abiti sembravano essersi adeguati alla moda europea di quel tempo; Mike sembrava vestire bene i panni di un normale mercante o di semplice avventuriero, con una casacca comoda a ricoprire la sua veste. Non se ne curò, tuttavia, più di tanto, vi erano questioni ben più importanti del vestiario da considerare, soprattutto dopo che la voce del Professore richiamò tutti all’ordine.

Dunque, avrebbero dovuto prendere le parti di una delle due fazioni? Beh in questo caso la scelta non sarebbe stata così difficile; lui avrebbe sicuramente patteggiato per gli spagnoli se ne avesse avuto l’opportunità. L’idea di dover prendere le parti degli sconfitti e di seguirne da vicino il triste epilogo non lo entusiasmava per niente. Nel seguire gli Spagnoli non si sarebbe sentito complice delle crudeltà che di lì a poco si sarebbero compiute, ma avrebbe agito come un attento soldato di supporto, osservando l’ambiente circostante e lo svolgimento dei fatti.
Come capo spedizione invece non aveva preferenze, ma, nell’osservare la scelta degli alti, notò che quasi tutti i suoi concasati stavano riponendo la loro fiducia in Niahndra, così, anche lui avrebbe scelto l’esperta Prefetto Tassorosso a guida del gruppo, un compito che sicuramente comportava più oneri che onori.

Terminata quella formalità burocratica, tornò ad osservare brevemente il panorama circostante; sembravano atterrati su un piccolo colle che dava su un grande lago. Gli ci volle poco per capire che quella città interamente circondata dal mare era la capitale dell’impero Atzeco. I suoi studi sulla geografia non gli avrebbero mentito. Un ultimo sguardo a Thalia, che aveva fatto più o meno la stessa sua scelta, e si sentì pronto di iniziare quella nuova avventura all’interno di una delle più significative pagine della storia.



Statistiche:

Punti salute: 142
Punti mana: 88
Punti corpo: 87
Punti exp: 11


Inventario:
Calzoni, sottile ed abbondante camicia, tunica. Questi elementi gli conferiscono l’aspetto di un mercante.
Veste dell’Imperatore
Fiala di Decotto al Dittamo
Fiala di Mors Aparentis
Sacchetto di Polvere Buiopesto Peruviana
Anello Gemello (lo mette in comunicazione con Thalia Moran)
Bacchetta


Riassunto:
Un Mike ancora ignaro di quanto lo attenderà resta sorpreso di come la comitiva viene spedita in Messico. Qui, accetta l’aiuto di Oliver per rialzarsi, si assicura che Thalia stia bene. Osserva brevemente l’ambiente, e nelle scelte propende per schierarsi dalla parte degli Spagnoli. Per quanto riguarda il capospedizione, dopo aver notato una certa convergenza sul suo nome, anche Mike da la propria fiducia a Niahndra.

 
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view post Posted on 27/10/2016, 13:12
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▲ Mexico | Ateniese▼
Horus R. Sekhmeth

La domanda di Emily lo colpì come un sasso dritto sul naso: non una pietra grande, di quelle pesanti simili a macigni, ma un sassolino piccolo e appuntito, capace, però, di colpire con molta più potenza.
“No che non lo so!” avrebbe voluto ribattere, senza impedire alla permalosità di frenare i suoi tentacoli malevoli. Tuttavia decise di tacere, scuotendo lievemente il capo in un cenno di diniego e lasciandola parlare. Deglutì pesantemente, corrugando le sopracciglia ed evitando che la propria mente cominciasse a divagare, restando presente alla situazione ed ascoltando attentamente la ragazza. Mentre lei parlava, tuttavia, e il senso di offesa che aveva pervaso inizialmente la sua domanda scemava in qualcosa di diverso, che sembrava impedirle di prendere un momento per riflettere, per interrompersi, Horus cominciò a comprendere. La guardò esprimersi, lasciò che lei gli prendesse la mano, ma non parlò: la osservò soltanto, accantonando l’inutile egoismo e comprendendo, davvero, cosa Emily avesse nascosto dentro di sé tutto quel tempo. Paranoie, dubbi, pensieri sicuramente lontani dalla realtà, ma che le azioni di Horus, da lui considerate più che legittime e plausibili, avevano invece alimentato: come un vento, credutosi nient’altro che brezza, alimenta una scintilla fino a farla diventare una fiamma dirompente.
Quando lei terminò di parlare, lui sentì lo stomaco stringersi in una morsa difficile da identificare con un solo sentimento: sentiva del fastidio, perché tutte quelle paure non erano riuscite ad emergere prima, complice maledetto quel Tempo che sfuggiva sempre loro, o le persone che inevitabilmente li circondavano; sentiva del risentimento, verso se stesso, per essere stato così sciocco ed infantile nel credere che tutto andasse bene, che lui non avesse nulla che non andava e che probabilmente erano tutti problemi di Emily; sentiva paura, perché tutto rischiava di andare in frantumi se solo la sincerità fosse venuta a mancare. Chinò lo sguardo, osservando le loro mani strette; dietro di loro la discussione per il caposquadra andava avanti, ma le voci dei loro compagni giungevano lontane come se fossero rimasti ad Hogwarts mentre Horus ed Emily solamente si trovavano lì, sotto al sole cocente del Messico, centinaia di secoli addietro.
Infine, alzò gli occhi, posandoli su quelli di lei. Aprì la bocca, poi la richiuse. Poi la riaprì ed un sospiro, solamente, prese vita sulle sue labbra sottili.

« Mi dispiace che tu ti senta così… » Esordì, a disagio, con l’unico desiderio di volerla stringere a sé per rassicurarla e non potendolo fare, costretto dalla riservatezza che quel piccolo angolino riparato donava loro e che non era abbastanza per renderli soli. Strinse, però, la mano di lei fra le sue dita e riprese a parlare, sentendosi incerto, ma deciso a spiegarle, deciso a non lasciare più nulla di inespresso, deciso a non lasciar andar via quel rapporto che avrebbe potuto trasformarsi in nient’altro che uno spettro inconsistente al primo errore.
« È che… non sono abituato. Non sono abituato ad esprimere ciò che penso e talvolta ci provo e mi rendo conto solo ora che i miei gesti possano esserti sembrati sconclusionati. E no! » Esclamò con più enfasi. « Non è affatto vero che di te non mi importa, o mi importa a tratti. Quando ti ho incontrata in ufficio, tu… » *Sei scappata via prima che potessi dirti altro e… * Ed Emily non gli aveva spiegato che era in ritardo? Forse il bacio avrebbe potuto darglielo allora, rimuginò. «… Sono un imbecille. » Questo senza ombra di dubbio. Le dita carezzarono, lentamente, quelle di lei, mentre lui abbassava lo sguardo per qualche istante, per poi, nuovamente, rialzare il viso con più decisione negli occhi.
« Non volevo tornare qui. Mi dà fastidio stare in gruppo, tuttavia, ero curioso. E ho pensato che se almeno ci fossi stata tu, sarebbe stato più sopportabile affrontare tutto questo. Te l’ho chiesto senza pensarci ancora, perché erano giorni che mi ci stavo logorando e perché avevo bisogno di sapere se ci saresti stata, altrimenti non ne sarebbe valsa la pena. » Confessò tutto d’un fiato, sincero. Era così: la Curiosità era stata tanta, ma l’idea di affrontare quell’avventura in un gruppo in cui il volto di Emily non sarebbe comparso, anche solo per poter scambiare con lei una battuta o sfidarsi a chi lanciava lo gnomo più lontano[cit.], non gli piaceva a tal punto da spingerlo ad accettare la chiamata di Peverell.
« Scusami, davvero. Però ho bisogno che tu queste cose me le dica, proprio perché io… non sono capace, do troppe cose per scontato ed altre, invece, le tengo per me e le lascio marcire finché non diventano paranoie insopportabili. Non voglio fare passi indietro, non voglio tornare a rifugiarmi nel passato.» Asserì con decisione, rinsaldando la presa sulla sua mano. Mya faceva parte di quel Passato che lo aveva ossessionato ed Horus seppe di doverne parlare con Emily, per potersela lasciare definitivamente alle spalle. « Un giorno, lontano da qui e da tutti gli altri, ti dovrò parlare di quel Passato, ma ora, seppur… ironicamente ci troviamo proprio nel passato, non è il momento. Ti basti sapere che di te mi importa più di qualsiasi altra persona, che provo esattamente ciò che provi tu, che mi impegnerò affinché tu possa capirlo. Ma ti chiedo di dirmi tutto ciò che non ti quadra, ti chiedo di essere sempre sincera con me, anche quando le cose non vanno. Per me sei un mistero, Emily, e giuro, voglio capirti, voglio apprendere quel mistero. Ma devi aiutarmi, proprio come hai fatto ora. Va bene? » Le sorrise, sentendosi più leggero di qualche chilo dopo averle finalmente spiegato più o meno gran parte della matassa dei suoi pensieri. Sbrogliarla sarebbe stato un altro paio di paniche, ma per il momento poteva bastare.
« Sono innamorato di te, Emily. Scandì, la voce bassa, appena udibile, come se quella confessione fosse uscita inaspettata, silenziosa. Resistette ancora alla tentazione di attirarla a sé, ma si portò la sua mano al petto, tenendola lì per qualche istante.
Solo in quel momento si accorse dei suoi abiti, mutati di forma, come voleva il Libro: non vi badò troppo, ma seppe che il tempo loro concesso stava per scadere.
Quando lei ebbe finito di parlare, con un cenno verso il gruppo —oltre il quale Peverell cominciava la sua solita dipartita —
*E ti pareva, il paravento.* lasciò andare la sua mano con molta riluttanza e ripercorsero il breve tragitto che li aveva separati dagli altri.
« Ora sì che sono pronto a farmi ficcare una picca spagnola in gola. » Ridacchiò divertito, raggiungendo gli altri proprio mentre Niahndra nominava Daddy suo vice. *E chi l’avrebbe mai detto?* Pensò, decisamente stupito. Tacque, voltandosi verso Daddy e annuendo col capo: non sapeva e non aveva ascoltato chi aveva votato lui come capospedizione, ma se Niahndra aveva fiducia in lui come Vice, Horus stesso non poteva che esser da meno. Daddy era cresciuto, avrebbe saputo sopportare supportare la Alistine dal polso di ferro e dagli occhi di fuoco. *Che mamma mia, se non mi ammazzano gli spagnoli, sicuro lo fa lei.
Tolta la rogna la decisione delle nomine, non restava che proseguire. Avevano due sentieri dinanzi a loro, uno che proseguiva verso il lago, l’altro che, presumibilmente, li avrebbe condotti dritti dritti nella folta vegetazione. La logica spingeva Horus nel credere che la strada verso il lago fosse la più sensata: era più che ovvio che una civiltà si sviluppava in prossimità dei corsi d’acqua. Tuttavia, l’avventura a Cluny gli aveva insegnato che niente è poi così scontato quando si trattava di scegliere quale strada prendere ed il ricordo del recinto pieno di letame gli attraversò la mente, portandolo a rabbrividire e a grattarsi, convulsamente, il polso destro. *Non ce la farò mai a superarla.*
« Riguardo il sentiero, io propenderei ad andare verso il lago. Ma chi era con noi in Francia sa che non è poi così facile e scontato scegliere. Quindi, così come ho deciso di affidarmi a Niahndra, mi affido anche in questo caso alla sua decisione. » Proferì, sorprendendosi egli stesso della sua diplomazia. Poco importava quale sentiero prendere, poiché Horus sapeva che gli Dei avrebbero avuto sicuramente qualcosa in serbo per loro. E, in ogni caso, Minerva sarebbe potuta giungere in soccorso: quel pennuto sembrava sapere sempre dove si trovavano. Piuttosto, l’eccitazione del momento lo spingeva ad una febbrilità, ad una voglia di muoversi, di cominciare ad avvicinarsi alla Storia a tal punto, che il caldo fastidioso che picchiava sopra le loro teste era passato in secondo piano. O forse, era perché Emily gli aveva praticamente decurtato tre quarti di paranoie in pochi secondi e lui si sentiva leggero come una piuma.
E a tal proposito, ricordando l’adorabile errore che lei aveva fatto parlando di armi Babbane, si chinò verso di lei, avvicinandole le labbra all’orecchio in un sussurro:
« Comunque… è fucile. » Sorrise.



"The more you know about the past, the better prepared you are for the future."

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



Previously In the Walking Dead: chiarimenti con Emily. Dopodiché ritorno dal gruppo proprio quando Niah nomina Daddy. Consenso in direzione di Daddy per la sua nomina a Vice (daje se dici de no te meno).
Infine Horus espone la propria preferenza per il sentiero verso il lago, ma si rimette alla decisione di Niah.
The cherry on the cake: piccolo perculo ad Emily e ai suoi fuceli. ♥

ATTENZIONE ATENIESI Al fine da coordinare le nostre azioni (o, eventualmente nel caso di chi come Patrick preferisce agire in solitaria, al fine da evitare di intralciarci), vi invito a dare un'occhiata QUI: non siete obbligati a postare, ma se avete qualcosa da dire riguardo delle decisioni che sicuramente più avanti dovremo prendere in OFF per un ON più veloce e scorrevole, potete farlo in quel topic. Le chat sono un casino e abbiamo optato, noi vecchi Ateniesi, per un semplice e più comodo topic.
Chi non avesse l'accesso, mi mandi un PM. Grazie per l'attenzione, dlindlon.



» Statistiche:
PS: 235
PC: 213
PM: 236 ▼
EXP: 54

» Incantesimi & Abilità:
• Smaterializzazione
• Abilità Runica: Capacità di creare lame/proiettili d'aria compressa ad altissima velocità, provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. Capacità di generare onde d'urto distruttive. Capacità di creare un "muro" invisibile e impenetrabile, controllando la gravità delle molecole d'aria e la loro struttura, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi.
Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest.
• Classe Incantesimi-
Prima Classe – Completa.
Seconda Classe – Completa.
Terza Classe – Completa, escluso Fattoriam.
Quarta Classe – Completa, esclusi Circumflamma, Ignimenti, Mucum and nauseam, Napteria, Neptuno/Aqua Eructo.
Quinta Classe*Stupeficium
Sesta Classe*Perstringo

» Equipaggiamento:
• Mantello della Resistenza: Indossato;
• Artiglio del Drago Sminuzzato (x2): Monouso. [Protegge per due turni dall'attacco del nemico]; → Nella tasca dei pantaloni.
• Pugnale Normanno (copia): [Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. Ottimo ausilio per la preparazione di pozioni di semplice e media difficoltà. Può correggere lievi errori nella preparazione, almeno in fase preparatoria degli ingredienti. Parigi, X Dc]; → Infilato nella cintura.
• Anello della Gorgone: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. Utilizzabile solo in Quest ed Eventi. → anulare della mano destra.
• Anello Difensivo, pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. Usabile 1 volta per Quest. → Medio della mano sinistra.
• Bacchetta; → Nella tasca dei pantaloni.
• Una collana con la Runa Hagalaz: indossato e nascosto sotto la maglia.
• Girocollo con un ciondolo d'oro a forma di Ankh: indossato e nascosto dentro sotto la maglia.
• Spilla de La Scuola di Aten: in tasca.
• Sacchetta Medievale (Copia: + 3 Corpo +1 Mana): comoda sacca in cuoio e pelle conciata, presenta robuste cuciture e due piccole cinghie sul davanti che assicurano la chiusura. Agganciabile alla cinta tramite due passanti posti sul retro. All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile. → Agganciata alla cintura.
• Mantello della Disillusione [(+ 8 Corpo + 5 Mana) Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona , anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità]; → All’interno della sacca.
• Polvere buiopesto peruviana; → All’interno della sacca.
• Artiglio della Fenice; → All’interno della sacca.

 
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view post Posted on 28/10/2016, 15:20
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DqLScuw


Mentre gli altri membri della comitiva esprimevano la propria preferenza sul capo spedizione, con parentesi degne di una campagna elettorale, l'attenzione di Elhena fu attirata dalle parole di Eloise e dal suo sguardo su di lei. Nel guardare l'amica non poté evitare di pensare a quanto fosse - a quanto fossero cresciute negli ultimi anni, dalla loro prima avventura insieme. Sembravano passati secoli da quel pomeriggio trascorso in biblioteca a inseguire un libro volante scritto da nonsiricordavachi su una certa battaglia degli alberi. Avrebbe dovuto proporlo a Peverell come prossima scampagnata, ci sarebbe stato da divertirsi.
“Questa volta Peverell non mi ha dato un libro da studiare” si avvicinò a Eloise parlando con un tono di voce normale. Chi si trovava a pochi metri da lei avrebbe sentito qualcosa, per quanto gli altri sembrassero più impegnati a decidere dove andare e come. Aveva udito Horus dire qualcosa a proposito di un lago.
Già, Tenochtitlan era stata costruita in mezzo a un lago per motivi difensivi e per una certa profezia di cui aveva un vago ricordo da qualche documentario di History Channel messo di sottofondo nei pomeriggi estivi.

“E non sono molto ferrata sull'argomento” confessò, ricordando a flash i paragrafi evidenziati del proprio libro di storia Babbana, pieni di note per distinguere gli Aztechi dai Maya e dagli Incas. No, gli Inca stavano in Perù. Su quello almeno era sicura.
“Allora, vediamo. So che se anche noi li chiamiamo Aztechi, loro si identificano sotto il nome di Mexica. Mechica” specificò, secondo la pronuncia corretta. “Non erano nativi di queste aree, sebbene non ricordi esattamente da dove si fossero spostati. Comunque nel XIV secolo giunsero qui, decidendo di fondare la loro capitale dove un aquila si era posata su un cactus. Aspetta …”
Elhena fece cenno all’amica di pazientare qualche secondo perché potesse raccogliere i propri ricordi in una spiegazione coerente. C’entrava una profezia, ne era abbastanza sicura.

“Credo che fosse per via di una profezia. E il fatto è ricordato ancora oggi sulla moderna bandiera messicana. Per quanto riguarda l’organizzazione sociale, non erano poi molto diversi da una società medievale. Cioè, avevano anche loro le varie classi sociali e gli schiavi. Li dipingono come molto bellicosi, sebbene in verità l’esercito servisse più a mantenere il dominio sui territori già conquistati che ad invaderne di nuovi.”
Era strano come nell’affrontare la Storia di una popolazione extra europea d’improvviso le date e la logica temporale di colpo perdessero di significato, soprattutto quando tali culture finivano con l’essere sfruttate come base per qualche film. Ne conseguivano edifici distanti secoli o costumi di società diametralmente opposte posti nella stessa inquadratura perché entrambi precolombiani.
“Ci sono tantissimi pre-concetti. Per esempio i sacrifici umani. Sono qualcosa di cui tutti siamo a conoscenza, no? Tuttavia dubito che il nostro senso di repulsione sia lo stesso che provavano loro. Provano. Alcuni storici credono che anzi fosse un onore essere offerti in dono alla divinità, come il Grande Serpente piumato.”
Oltre le sue conoscenze non andavano, se non in quella maniera troppo frammentaria e superficiale che avrebbe finito col causare più danni che benefici. Allora mosse qualche passo verso il gruppo.

"Sono d’accordo con Horus. Sappiamo che Tenochtitlan è costruita in mezzo al lago, quindi si tratta di decidere se vogliamo puntare direttamente là o adottare un approccio meno diretto. Ho piena fiducia in Niahndra, ma se in Francia avevamo il vantaggio della notte e di essere in Europa, qui siamo molto più visibili.”
Bianchi
Giovani
Donne e uomini insieme.

"Penso che se ne debba tenere conto."
Poi tacque, rimettendosi a fianco a Eloise. Non era il suo ruolo quello di fare arringhe a favore di una posizione che forse condivideva solo lei. A Cluny avevano scelto la via lunga, come esortava a fare il proverbio, ed erano stati ripagati con una moneta di ostacoli infiniti. Il Minotauro Elhena lo sognava ancora. Spesso si era chiesta se la missione sarebbe potuta essere più rapida e indolore se avessero imboccato l’accidentato sentiero tra le fronde o se la via corta si sarebbe rivelato infine ben peggiore.
Non riusciva nemmeno a comprendere quale fosse lo scopo Peverell nel mandarli in mezzo alla mischia. Desiderava forse che fossero testimoni diretti di una delle più grandi svolte della Storia? Ambiva a sentire le opinioni di Mexica e spagnoli direttamente dalle loro bocche, non filtrate da secoli di trascrizioni storiografiche?
Più rifletteva sulla questione, cercando di prenderla da più punti, come un cubo girato tra le mani di un bambino, è più la faccenda le appariva illogica r incomprensibile. Eppure Dubitava assai che pev sperasse che avrebbero posto fine ai conflitti tra conquistadores e natovi con belle parole o al suono di incantesimi. Portò una mano a schermare gli occhi e guardò verso l'orizzonte, verso la città che sarebbe diventata la capitale di uno stato chiamato Messico qualche secolo più tardi. Il centro di tutto.
Elhena sfiorò la spilla sul suo petto, quasi con nostalgia, concedendosi per un attimo il lusso di essere cullata dalla consapevolezza che restava loro un'ultima speranza. Quindi si sporse appena verso Eloise, parlando questa voce molto bassa.

“Se sopravviviamo, alla faccia della correttezza storica ti invito a casa mia e ti faccio vedere La strada per Eldorado.”



Statistiche e inventario
PS: 187
PC: 134
PM: 136
Esperienza: 27

-Zaino di tela contenente la lanterna magica, l’avversaspecchio e il decotto al dittamo
- Bacchetta magica infilata nella cintura
- Vestiti aggiornati: Gonna di panno, blusa di cotone grezzo a maniche corte, mantello e calzari.


Azioni: mentre quelli che hanno postato dopo Nih danno il loro voto e cominciano a discutere, Elhena dà ad Eloise qualche nozione sparsa sui Mexica. Chi si trova vicino potrebbe sentire qualcosa se è interessato. Finita la parentesi culturale, Elhena dà il suo parere sul dove andare e infine torna al fianco di Eloise.
 
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view post Posted on 28/10/2016, 17:35
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VII Anno

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Pochi istanti da quando sopraggiunse nell’ufficio e finalmente Peverell iniziò la sua arringa, presentando l’ignoto barbuto, tale Mr. Cooper il nuovo guardiacaccia. Un tipo enigmatico, che non ispirava per niente fiducia a Nathan, sentiva puzza di marcio in lui, ma d’altronde lui vedeva marcio chiunque, più o meno. Dopo le ultime direttive del professore la potente magia del libro risucchiò tutti gli avventurieri portandoli indietro nel tempo, periodo in cui il Messico non era proprio il massimo del viaggetto. Due fazioni e una scelta, in qualche modo loro doveva prendere parte alla storia, e per cominciare doveva eleggere un capospedizione, che in teoria aveva il compito di accumunare le idee di tutti o almeno prendere la miglior decisione possibile per garantire a tutti il completare della missione e il felice ritorno ad Hogwarts. Appena catapultati nel luogo, un caldo come raramente aveva percepito il ragazzo fu la prima cosa a destabilizzarlo. La specie di passaporta l’aveva fatto atterrare sotto un albero, dove un po’ d’ombra lo riparava alla ben in meglio, ma quel sole opprimente era più fastidioso di un gruppo di primini. *fantastico sgrr* pensò rantolando leggermente, un viaggio in quelle condizioni era quasi impensabile per lui, già odiava il sole da umano, ora era proprio un fatto fisiologico. Sicuramente la prima cosa da fare era coprirsi il capo con il cappuccio, con la divise del castello trasformata in un vestiario Europeo molto vicino a quello Spagnolo dell’epoca. L’importante spilla puntata in petto e l’aria di superiorità a distinguerlo, riprese la vicinanza con gli altri, che senza il buon Pev dovevano compiere i loro primi passi in territorio ostile. Il punto di incontro era la Piramide e per arrivarci avevano alcune strade da percorrere, sì ma quale la più sicura? o si puntava sulla più veloce?. Volgendo lo sguado, uno studente che riconobbe come Swan ex caposcuola Corvonero, non perse tempo e iniziò ad andare per fatti suoi, già ben deciso sulla direzione da prendere. Nathan conosceva le sue capacità, avendo più o meno la stessa età, poteva essere un buon elemento da nominare come guida, ma quel che pensava il Grifondoro si rivelò l’opposto del comune sentimento. Nihandra Alistine, o come si chiama, una ragazzina del secondo? massimo terzo anno, che doveva prendere in mano il gruppo, sotto l’occhio di Horus che annuiva e degli altri primini che doveva fidarsi, gli toccava. *Mah* storse la bocca, scettico, forse la nominavano per meriti ignoti al ragazzo, magari in quella situazione sapeva muoversi meglio di quelli più grandi, d’altronde non era una novizia del Club di Atene. Il vampiro era tentato di voler fare di testa sua o quanto meno rifiutare una decisione della Tassina nel caso la valutasse assurda, ma nella condizione in cui stava non poteva partire e andarsene da solo, la sua magia era potente, ma chissà quali pericoli poteva incontrare oltre a Spagnoli, Mexica e il Guardiacaccia strano. Non era il caso di rischiare, per ora meglio far comunella e attendere l’evolversi degli eventi, e che piano piano quel sole scendesse come la fiducia che aveva per Niah. Purtroppo ancora non era così potente come mago da far calare la notte a suo piacimento, ma almeno poteva cambiare le condizioni meteo, far scoppiare un bel temporale non doveva essere un’impresa impossibile no? *Un po’ di pioggetta, che sarà mai* Se fosse riuscito a creare un bel temporale, proprio come piacevano a lui, il calore e il sole li avrebbe di sicuro avverti molto meno. “….sì, un approccio più diretto…. apri la strada NiahDra” farfugliò avvicinandosi al gruppo e riprendendo le parole dell’ultima ragazza, un’altra del secondo anno, forse. Poi con nochalnce dovette concentrarsi e utilizzare il massimo del suo potere per l’incanto che voleva evocare. Estraendo la bacchetta dalla tasca eseguì due giri in senso orario e due in senso antiorario materializzando a mente la formula magica, doveva metterci tutto in quel gesto
*Atmosfèria!*
ponendo l’accento sulla E. I movimenti fluidi e precisi come se ne costasse la vita, nella sua mente il pensiero e i ricordi di numerosi temporali a cui i suoi freddi occhi avevano assistito, doveva concentrarsi per ricreare le esatte condizioni, e far sì di avvicinarsi al meglio ad un evento naturale di tale proporzioni. Cielo grigio scuro, nero a tratti, che incuteva quasi paura, timore, profondo e bellissimo. Potente pioggia battente, anche se un bel diluvio non avesse avvantaggiato il gruppo, lui aveva fiducia in loro, erano in gamba, e dopo tutto lui non aveva molte carte da giocare per migliorarsi l’avanzata.


Vestiario:
• Camicia della protezione
• Mantello della Disillusione
• Stivali drow

Oggetti:
• Bacchetta magica
• Anello Difensivo
• Anello del Potere
• Anello del troll
• Orecchino di Drago
• Ciondolo della Fenice

In borsa:
• Pozione Rimpolpasangue
• Pozione Essenza d'Elfo

Statistiche:
Punti Salute: 245/250
Punti Corpo: 259
Punti Mana: 300
Punti Esperienza: 41.5


Per ora non si schiera, e decide di rimanere al fianco del gruppo. Deciso a nominare Swan, non lo espone, vedendo quest'ultimo andasene e la fiducia degli altri nel nominare Niah. è propenso a passare per la foresta per ripararsi dal sole, ed esorta Niah a guidarli. Come carta finale evoca un incanto che modifica le condizioni meteo, intento a far scendere un bel temporale.

 
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view post Posted on 28/10/2016, 19:09
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olivergiacca
«Suggerisco anch'io di andare verso il Lago, magari evitando quella giungla.»
Aveva fatto un solo passo in avanti, come a voler entrare in quell'apparente cerchio senza una forma ben distinta, per ascoltare meglio le parole dei vari presenti, tuttavia il discorso di Niahndra non gli piacque particolarmente. A pensarci bene, fu intenso, senza ombra di dubbio, ma lui aveva troppi ricordi contrastanti legati alla figura del Prefetto in questione per poter affermare, anche solo a se stesso, che tutto sommato la ragazza non fosse male. Avrebbe assolto il ruolo di capo-spedizione, data anche la maggioranza dei voti a suo favore, ma Oliver si sarebbe lasciato condurre da lei? Forse. O forse no. La memoria non lo tradiva, non avrebbe potuto in nessun modo, e quella pièce teatrale, lontana nel tempo a tutti gli effetti, lo conduceva nuovamente all'ufficio dei Caposcuola, alla presenza di Horus la cui espressione non era delle più cordiali. No, Niahndra non vantava la totale fiducia di Oliver. Avrebbe potuto chiudere un occhio, del resto il Grifondoro aveva soltanto spedito una lettera nel bel mezzo della notte, violando il coprifuoco e gironzolando come se niente fosse tra le mura spettrali e mai completamente silenziose del castello di Hogwarts. Poco dopo anche lui sarebbe diventato Prefetto della sua Casata e poco dopo ancora avrebbe ricevuto la massima onorificenza scolastica, ottenendo l'etichetta di Caposcuola. Si sarebbe accorto delle sciocchezze che aveva farfugliato in passato, sicuramente. C'era stato un altro incontro, piuttosto diretto nella sua semplicità, fra lui e Niahndra in occasione della festa di fine anno dello scorso Dicembre, durante la celebrazione del Natale. Come organizzatore di quell'evento, Oliver aveva avuto il piacere di incoronare la Tassorosso come Reginetta della serata. *Magari non lo dico adesso oppure mi ammazza* si ritrovò improvvisamente a pensare, tentando di nascondere un sorriso che gli era spuntato inconsapevolmente sul volto. Raggiunse Alice nelle vicinanze, dopo essersi assicurato che sia Thalia sia Mike stessero effettivamente bene; la caduta non era stata delle migliori, non per il Grifondoro perlomeno.
«Il nostro probabile capo-spedizione è la stessa ragazza che ci scoprì in Guferia, non è strano?» sussurrò a voce appena udibile, abbastanza per far sì che soltanto la Corvonero, sua amica, lo sentisse. Anche lei era stata protagonista di quell'illegale notte, tuttavia lo spirito cavalleresco - qualcuno avrebbe detto "da idiota", ma erano punti di vista - di Oliver, ecco, aveva spinto lo studente a nascondere la presenza di Miss Lastrange con una banale esplosione di fumo. E le conseguenze erano state disastrose solo per lui. Avrebbe atteso un'eventuale risposta da parte dell'ormai Prefetto Corvonero, prima di interessarsi alle varie decisioni che si stavano prendendo. Certo, Daddy come Vice-Leader o qualsiasi altra etichetta simile non sarebbe stato male, ma in generale Oliver avrebbe preferito lui come guida vera e propria, magari senza quell'Ego pronto a salire in superficie in ogni istante, in senso positivo e quasi ironico, s'intendeva. Aveva fatto pochi passi nei dintorni, cercando di osservare per la prima volta con attenzione i vari compagni di avventura. Conosceva la maggioranza di loro, alcuni soltanto di vista, altri meglio, ma fu il nuovo Guardiacaccia di Hogwarts ad interessarlo. Chi era per davvero? Non sapeva molto sul suo conto, tuttavia era interessante averlo in quel gruppetto variegato. Aveva smesso di preoccuparsi di Peverell, invece, nell'esatto momento in cui aveva pronunciato la parola "massacro": ancora non aveva capito se fosse uno scherzo o meno, nonostante propendesse - dati i discorsi e le varie reminiscenze da parte di alcuni di un viaggio in Francia - a pensare che fosse qualcosa di poco piacevole. Si accorse di essere nelle vicinanze di qualche Tassorosso solo quando la parola Profezia raggiunse il suo udito. Deglutì, mentre una sensazione strana cominciava a strisciare sul suo corpo. «Elhena» chiamò, schiarendosi subito la voce, che notò essere troppo bassa per i suoi standard. «Scusami, ho sentito solo una parte della tua spiegazione, ma...» - "Sai, sono un Divinatore e mi interessa da morire" non suonava bene come risposta - «Ecco, cosa intendi con profezia? Quale sarebbe?» domandò, perdendosi lentamente in se stesso. Fu solo la vista di Amber poco lontana che gli permise di ancorarsi nuovamente alla realtà. In attesa di un'eventuale delucidazione da parte di Elhena, Oliver si premurò di salutare con un cenno anche Eloise lì vicina e poi con la mano invitò Amber a raggiungerli, se avesse voluto. Sperava di non essere... invadente. O forse intendeva fare gruppo prima che fosse troppo tardi?


Statistiche
Punti Salute: 178
Punti Corpo: 150
Punti Mana: 162
Exp: 18

Abilità
Divinatore Base
Riassunto
Quadro generale sui presenti, riflessioni varie su Niahndra come capo-spedizione, poiché Oliver non ha ottimi ricordi di lei a causa di uno spiacevole incontro passato (quando Oliver era semplice studente), durante il quale la donzella lo ha scoperto a violare il coprifuoco e dunque portato dal suo Caposcuola. Si rivolge ad Alice proprio per rispolverare la memoria con divertimento, infine continua l'esplorazione e si avvicina ad Elhena e Eloise, rapito da una parte del discorso della prima. Saluta Amber, invitandola ad avvicinarsi con un cenno della mano. Vestiario aggiornato: click
Inventario Attivo
• Bacchetta magica
• Anello del potere: blocca l'avversario per due turni; indice.
• Nanosticca: rimpicciolisce fino a 30cm. Un turno. Tasca sinistra.
• Bracciale di Damocle +5 PM +5 PC
doppio incanto in un post, valido una volta ogni 6 post. Polso destro.
• Bracciale Aspide Notturna +3 PM +3 PC
capacità di percepire se nell'ambito di gioco sia presente un oggetto sotto Incantesimo, incrementa la resistenza contro la magia nera.
• Detonatore Abbindolante
distrae per un turno, ottimo diversivo.
• Sacchetta Medievale + 3 PC +1 PM
Incanto Estensivo Irriconoscibile, max 5 oggetti
- Mantello della Disillusione +8 PC + 5 PM
- Cuore della Banshee + 5PM

controllo sulle emozioni (istigare un'emozione, far sentire dolore). Un turno.
- Corno Vichingo +2PM
suonato, allontanerà tutti gli animali magici e non (ad eccezione di quelli con un intelletto pari a quello umano) nel raggio di 800 m dal suonatore.
- Nano Arcibaldo: unicum. Riconosce piante venefiche, diventando bianco.



 
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view post Posted on 29/10/2016, 00:31
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Emily Claire Rose Clothes
Se c'era una cosa di cui Emily Rose andava fiera era la sua Mente con le dovute capacità logiche eppure, dinanzi al fallimento di quella stessa Ragione, al cospetto della propria insolvenza che permeava le parole del Tassino, dovette ammettere il suo principale limite.
L'abisso profondo in cui avevano danzato paranoie e paure era stato dissolto e di ciò, restava soltanto della fastidiosa nebbia, quel senso di incompiuto dovuto ad una discussione che non poteva esser portata a termine, non in quel momento. Quasi tutto il dolore, tuttavia, era stato curato ed Emily non avrebbe mai creduto che, un giorno, sarebbe bastato così poco, che sarebbe bastato
qualcuno.
Ma Horus non era una persona come tante ed in quel momento aveva compreso quanto poco desiderasse farle del male. Nulla era come aveva creduto e la consapevolezza di essersi sbagliata non fu mai tanto dolce.
Era innamorata di lei, davvero non era riuscita a capirlo?
Ora sembrava così vero. Delle poche e sentite parole avevano spazzato via, come la più forte delle tempeste, il fitto strato di polvere fatto di timori e paure che avvolgeva segretamente quel cuore che ora batteva forte, tanto da renderle difficile persino respirare.
Premette forte la mano sul petto su di lui stringendo poi la stoffa che avvolgeva la candida pelle accaldata; una carezza invadente che voleva irrompere nel profondo, afferrare la melodia di quei sentimenti cantati con la costanza di rapidi battiti e custodirli gelosamente ma al sicuro.
Gli zigomi alti e coperti di efelidi della Serpina si colorarono di un commosso rossore, colpa dell'emozione e dell'eccitazione a cui era ormai assoggettata.
Anche io, Ra. Anche io sono innamorata di te., avrebbe voluto rispondere con ardore e le parole si spinsero a mordere le labbra rosse per la brama di essere udite. Limitandosi ad un coinvolto sguardo intenerito e ad un sorriso felice, tra i più rari, Emily tuttavia si trattenne, colpa di quel Tempo che, nuovamente, diveniva loro nemico; ma lei, se anche ora veniva forzata ad abbandonare la mano del suo compagno, lo avrebbe sfidato ed avrebbe dato ad Horus ciò che chiedeva, ciò che meritava: la sincerità e quella di sentimenti troppo a lungo celati.

Mi sento così stupida per aver frainteso tutto, rispose imbarazzata Semplicemente... Non voglio perderti ed è per questo che sì, te lo prometto., asserì accompagnando le parole con un impercettibile movimento del capo come a voler dare ancora più importanza a quell'impegno. Ciò che Horus le chiedeva, dopotutto, non era così difficile da portare a termine: mentirgli non rientrava affatto nei piano, non ci sarebbe riuscita e per il bene di entrambi, avrebbe cercato di svelargli ogni segreto anche se ciò poteva significare che non avrebbe più voluto avere niente a che fare con lei. Un vincolo determinato da poche promesse che avrebbe voluto significare molto, persino la salvezza di quel rapporto che per Emily voleva dire più di quanto era stata mai capace di ammettere a se stessa. Sconfiggendo il desiderio di stringersi a lui, poggiando il capo vermiglio sul suo petto come tanto amava fare, in quel misto di imbarazzo, adorazione e senso di protezione che percepiva grazie a quel semplice contatto, aumentò le distanze. Sul viso che ancora per poco avrebbe conservato l'espressività donatale dal momento, comparve una piccola smorfia, accennata con un broncio, come quello di una bambina a cui non viene accordato il suo capriccio ma alla battuta del giovane, il cielo torno sereno e quieto.
Sempre che non ci pensi prima una freccia azteca., rispose scoppiando in un sorriso mentre insieme raggiungevano il gruppo. Scegliere di stare dalla parte dei Messicani comportava anche il rischio che questi non li vedessero, fin da subito, come alleati e che decidessero di eliminarli per prevenire ogni pericolo. I loro abiti, Emily ebbe il tempo di notare tornata tra le fila ateniensi, si presupponeva fossero più simili al costume occidentale e questo di certo non poteva esser visto di buon occhio dai Nativi.
Nel frattempo, sembrava che la sua scelta fosse stata condivisa dai più e Niahandra aveva accettato il ruolo che le era stato cucito addosso nominando persino il suo Vice - una sorpresa che non influenzò minimamente Emily, nuovamente pronta a studiare i duei sentieri offerti loro dalla collinetta.

E' chiaro che dobbiamo dirigerci al Lago, pronti al rischio che non troppo tardi incontreremo qualcuno, considerato il terribile *afoso, atroce, pestilenziale* caldo.
Parlò aggiungendo parole a quanto già detto dal Caposcuola al suo fianco.
Almeno uno dei due sentieri dovrebbe condurci lì. Passare accanto alla giungla, incamminandoci per la strada battuta, sembra essere la migliore delle ipotesi, piuttosto che esaurire le energie nell'attraversarla.
Rifletté seguendo quanto la praticità suggeriva. Dopo la missione cluniacense, Emily non poteva sapere quanta veridicità ci fosse nelle sue parole: la strada più semplice e percorribile poteva rivelarsi la più pericolosa e lunga, nonostante quanto suggerissero i sensi. Non sembrava parlare o rivolfersi a qualcuno in particolare e mentre le sue parole prendevano vita, lo sguardo chiaro, concentrato si spostava continuamente sulle due strade offerte loro dall'efficacia dei mezzi e necessità del tempo.
Opterei per il sentiero alla nostra sinistra, in tal caso.
Aggiunse concludendo senza troppe spiegazioni, lungi da lei il darsi delle arie o valicare la posizione del Capo-spedizione da lei stessa scelto. Toccava difatti a lei la decisione finale ma la Serpina, guardando il lago, immobile tra i due sentieri aveva notato una piccola differenza nella disposizione naturale dell'insieme: lungo le direzioni Nord ed Ovest, il panorama sembrava splendere di una luce più calda e lussureggiante, spingendosi verso quella che, per quanto Emily poco potesse intuirne, una conca ricca e affatto arida. Verso Sud ed Est, ciò che più attirava la sua attenzione era un maggiore schierarsi di collinette le cui figuri culminavano nell'entroterra. Se proprio dovevano compiere una scelta, tanto valeva esporre una preferenza, che fosse sensata o meno.
Attese dunque l'emanazione del verdetto e, considerando che non aveva la minima intenzione di separarsi dal gruppo così in fretta, si sarebbe incamminata verso la meta indicata dai più, nonostante i suoi favoritismi. C'erano persone di cui si sentiva in dovere di prendersi cura, come Mike ed Arya ma anche altre, colpevole la premura che aveva serbato loro nella spedizione precedente. Fu proprio in quel momento che, per inconscio flusso di coscienza, posò la sua attenzione su Eloise rendendosi conto del fatto che, Vice o meno, volente o nolente, le avrebbe prestato attenzione.
Sentendosi richiamare da un dolce formicolio che le infastidì piacevolmente il collo, Emily si ritrovò a voltarsi appena verso destra, scoprendo il volto di Horus così vicino al suo da mordersi le labbra per spegnere la placida agitazione che l'aveva colta all'improvviso. Le iridi argentee presero a fissare con falsa attenzione un'ape che le ronzava già da un po' intorno al ventre mentre ascoltava le poche parole sussurrate dal giovane. Sorrise appena per l'imbarazzo, optando per il fatto che, con ogni probabilità era lui ad aver ragione, e tornò a torturarsi per un ulteriore breve istante il labbro inferiore prima di prendere la parola.

Mi premurerò di chiederlo. Se ho ragione io però, vinco un fucile.
Scarico, possibilmente.




Dopo la discussione avuta privatamente, Emily torna insieme ad Horus al cospetto del gruppo felice come una bimba che ha appena vinto il peluche più grande di tuuutto il Luna Park.
Reduce da Cluny, non crede sia una buona idea infrattarsi nella giungla e opta per uno dei due sentieri senza scomporsi in spiegazioni per rispetto nei confronti del Capo-Spedizione che segue nel momento in cui prenderà una decisione.
Infine apre il tavolo delle scommesse col Caposcuola Tassorosso perché vuole un fucele.




Punti Salute: 185
Punti Corpo: 131
Punti Mana: 123
Punti Esp.: 28,5

~ Emily indossa un morbido corsetto di pelle chiara, morbida, le cui tasche contengono: contenitore di vetro infrangibile, fialetta contenente aconito; fialetta di Decotto al Dittamo; fialetta di Pozione Rinvigorente, fialetta di Pozione Mors Aparentis
~ Pantaloni chiari aderenti - proteggono dal fuoco non magico e dal calore.
~ Anello luminoso. Sull'anulare destro - acceca l'avversario per due turni.
~ Catena della notte. Nascosta dagli abiti - rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, facendo sembrare le ossa più mobili.
~ Mantello della Disillusione. Non avvolge interamente il corpo - realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità.
~ Anello del Coraggio. Medio destro - Attacco e difesa raddoppiati nei confronti di un unico avversario – 2/5 azioni
~ Anello Vittoriano - inseparabile monile privo di effetti.
La bacchetta (Legno di Salice, Crine di unicorno, 11 pollici e un quarto, rigida) è riposta nel centurino di pelle legato poco sotto il bacino.
 
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view post Posted on 29/10/2016, 00:45
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L’aveva colpita.
Ne era certo mentre osservava Niahndra Alistine guardarlo con sufficienza. L’aveva colpita nel profondo e probabilmente l’aveva anche ferita.
Poteva fingere quanto gli pareva con lui, ma non ci sarebbe cascato. La conosceva fin troppo bene e sentiva di averla mandata al tappeto con quella semplice domanda.
Ascoltando la sua risposta, decisa e concisa, sorrise felice nel constatare che dentro di lei si era accesa quella fiammella che poteva solo che portarla a dimostrare a tutti che era un degno leader.
Era proprio quello che ci voleva nel loro gruppo, un leader con del carattere, e se non poteva ufficialmente esserlo lui tanto valeva che lo fosse qualcuno su cui poteva far leva in qualche modo.


-Sarò il tuo Vice, sempre che tu sia disposta a sentire il mio parere.-

Rispondendo divertito alla domanda della Tassorosso, la quale più di una volta lo aveva messo in difficoltà con i suoi occhi di ghiaccio,ottenuta la carica, osservò uno ad uno i suoi compagni di avventura per notare quanto fossero giovani.

*Bene*

Pensò il ragazzo, constatando la bella gatta da pelare che avevano tra le mani.
Ora che Peverell se ne era andato, le persone con le capacità magiche superiori alla media in quel luogo si contavano sulle punte delle dita.
Respirando a fondo, cercando di captare quale fosse la mossa migliore per raggiungere quel lago senza venir colti in flagrante da qualche spagnolo o messicano, disse


-Penso che quanto detto da Horus sia corretto. Bisogna andare in direzione del lago, magari utilizzando la selva per mimetizzarsi.
Sono certo che se passassimo per la foresta saremmo dei bersagli meno facili da individuare e forse non rischieremmo di venir schiantati con la stessa facilità con cui potremmo venir colpiti sul sentiero.
Tuttavia passando tra le fronde rischiamo tutti quanti slogature e di essere meno precisi nel colpire l’avversario nel caso in cui si spostasse, senza tener conto che potremmo incontrare entrambe le fazioni.
Probabilmente vestiti così potremmo anche confonderci con gli spagnoli, ma la lingua praticamente nessuno di noi la conosce e quindi potrebbe saltare la nostra copertura.
Alistine tu cosa pensi? -


Domandò come se gli potesse interessare il parere della donna.
In realtà, in quel preciso momento, lui aveva già preso la sua decisione, ossia andare verso il lago passando dalla boscaglia, ma aveva comunque domandato alla ragazza cosa fare così da capire di che pasta fosse fatta.
Effettivamente, non avevano più dodici anni. Oramai erano maggiorenni e dovevano sapersela cavare anche in quelle situazioni critiche.
Per Daddy, la scelta di andare all’interno della foresta era la migliore per due motivi. Il primo era perché effettivamente non poteva aiutare tutti quegli studenti di secondo/terzo anno, alcuni di loro per salvarsi avrebbero dovuto nascondersi e la foresta offriva molti rifugi. Il secondo era che il percorso sarebbe stato inferiore rispetto a quello del sentiero.
Tagliare la strada poteva si essere un rischio, ma anche la mossa migliore per arrivare al loro obiettivo.
Osservando la numerosità del gruppo, consapevole del fatto che forse erano stati già individuati da qualche fazione, estrasse la bacchetta dalla sua tasca per poi dire a tutto il gruppo


-Prima di muoverci, dobbiamo organizzarci sul come entrare nella radura.
E’ necessario che ci disponiamo in una formazione in maniera tale da poterci aiutare a vicenda semmai venissimo attaccati, anche se sono convinto che Peverell non ci abbia mandato qui per diventare carne da macello, ma per vedere con nostri occhi come si è sviluppata la storia.-


Ovviamente la seconda parte del discorso era stata detta dal ragazzo al fine di far rilassare i più giovani di lui.
Se c’era una cosa che aveva capito del mondo magico era che non ci si poteva fidare di nessuno, neanche del più insospettabile.
In fin dei conti quante volte era stato attaccato e ferito? Quante le persone che lo avevano deluso?
La risposta era tante, ma non si era mai abbattuto, il suo sorriso era sempre stato stampato su quella faccia da demente.
Senza attender oltre, si preparò psicologicamente a quello che sarebbe arrivato.
Presto avrebbero dovuto agire e muoversi in quella che sembrava essere una missione senza eguali.



Daddy accetta il ruolo offerto da Nia cosi che non ha nessuno che lo possa comandare a bacchetta oltre a lei.
Inizia a lanciare epiteti vari perché nota molti marmocchi attorno a lui.
Dice che preferisce passare per il bosco ed evitare il sentiero che li rende visibili ai più e propone di procedere in formazione in maniera tale da rendere minori i rischi di imboscata.


Statistiche:
- Punti Salute: 240
-Punti Corpo: 214
-Punti Mana: 238
-Punti Esperienza: 49

Incanti:
*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp
*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp
*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)
*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)
*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni Stupeficium e Plutonis)
*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)
*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)


- Abilità Magiche: Legilimens , Elementalista Principiante, Smaterializzazione

Oggettistica:
1)Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente
che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova
(licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo
con le creature magiche.
+ 3 salute + 9 mana

2)Anello:
Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
Mana +1

3)Guanti dell'Eroe Caduto:Resistenti, tengono un buonissimo caldo alle mani grazie al pelo di puffole pigmee, rendono la nostra presa ben salda su ogni cosa che noi indossiamo. Si dice portino il buonumore.Salute + 5, Corpo + 5, Mana + 5

4)Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.Corpo +7

5)Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.*Al momento è un fazzoletto in tasca*


VESTIARIO: X
 
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view post Posted on 29/10/2016, 09:27
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∴ Amber S. Hydra - Prefetto Tassorosso - 17 anni ∴

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Con il passare dei minuti, Amber iniziava a sentirsi più tranquilla, per quanto quella situazione fosse più assurda del previsto. In silenzio, come al suo solito, osservò le votazioni, sentendo effettivamente anche le voci e le opinioni di chi non conosceva. Poteva farsi un'idea di qualcuno in così poco tempo? No di certo, ma sicuramente ci avrebbe provato. Erano un gruppo numeroso e di qualcuno avrebbe dovuto fidarsi per arrivare al punto di incontro con Peverell. C'era anche da considerare che il suo senso dell'orientamento era veramente scarso, ma fortunatamente esistevano incanti in grado di risolvere il problema.
Fu sollevata nel vedere Niahndra prendere il controllo della situazione, ed un lieve sorriso sarcastico passò per il le sue labbra quando la tassina scese in campo in quel breve duello verbale con Daddy. Non conosceva bene l'altro caposcuola, l'aveva visto ogni tanto, qua e là, ma non era abbastanza per dire di conoscerlo. Molti in quel gruppo erano alla prima "uscita", come lei, altri invece erano più esperti e tra le righe del discorso della sua collega Amber lesse un pericolo più grande di quanto avesse immaginato. Avrebbe fatto meglio a farsi raccontare per bene cosa era accaduto a Cluny, prima di accettare. Rimuginare su quello però non aveva molto senso, tempo da perdere non ce n'era. Apprezzò l'intero discorso del capo spedizione, l'avrebbe seguita fin dove avesse ritenuto necessario.
La decisione sul sentiero da prendere, la lasciò perplessa.. non aveva idea di cosa scegliere, si sarebbe sentita più protetta in mezzo alla giungla, al tempo stesso era chiaro che lì in mezzo potessero esserci bestie di ogni genere, ma potevano essere più pericolose degli Spagnoli?
La voce di Horus la sorprese mentre compiva quelle considerazioni, sistemandosi il borsello, lo aveva visto spostarsi in disparte con la sua compagna e non si aspettava un ritorno immediato, dovette costringersi nuovamente a farsi i fatti suoi, per poi concordare con il Caposcuola di Tassorosso. Rivolse il suo sguardo verso Niah e ribadì il suo concetto di base,

« Io ti seguirò, Niah.» Poteva non essere di molto aiuto per far pendere l'ago da una parte o l'altra della bilancia, ma non si sentiva in grado di esprimersi davvero, in mezzo a tutte quelle voci poteva scegliere solo di chi fidarsi, difficilmente sarebbe emersa, non finché non fosse stato davvero necessario. Voleva solo che il capo spedizione sapesse di poter contare su di lei.
Era già tanto che riuscisse a fidarsi di qualcuno, non sapeva quanto avrebbero davvero fatto gioco di squadra, lei non ne era molto capace, ma la presenza dei compagni di casata era di immenso aiuto, soprattutto per quanto riguardava Elhena e Niah, che erano anche colleghe oltre che Tassorosso.
Non troppo distante da Eloise, Amber udì parte della spiegazione di Elhena, che per quanto poco ne sapeva comunque più di lei sulla situazione storica attuale. Si avvicinò loro un poi di più quando la spiegazione entrò nel vivo, preferiva sempre ascoltare piuttosto che parlare, sopratutto se non aveva niente di costruttivo da dire. Si concesse un altro sguardo su quella piccola "folla" prima di iniziare a fare le sue considerazioni. Ebbe davvero appena il tempo di chiedersi chi fossero davvero almeno una decina di persone su cui aveva posato lo sguardo, prima di incontrare quello di Oliver.
Lo aveva visto entrare nell'ufficio del Vice Preside, ma in quel momento era talmente tesa che non lo aveva forse nemmeno degnato di un saluto. Accolse volentieri la richiesta di avvicinarsi un po' di più. Il Grifondoro non sembrava minimamente preoccupato quanto lei, era raggiante, come sempre. Quale fosse il segreto della sua felicità era un mistero! Non era davvero troppo distante da loro, ma si avvicinò di qualche passo, abbastanza da affiancare il ragazzo.

« Ciao Oliver » lo salutò con la solita tranquillità, « .. prima volta anche per te? » chiese poi, considerando che la risposta potesse essere positiva. Non sapeva il nome di tutti i veterani, ma credeva di poterli riconoscere dalla tranquillità con cui si muovevano, consci in parte di quanto Peverell potesse avere in progetto per tutti loro.
Non avrebbe perso però di vista Niahndra, ovunque si fosse mossa, lei l'avrebbe seguita.
Non le dispiaceva nemmeno l'idea di muoversi secondo uno schema preciso, avrebbe avuto senso tenere i più esperti all'esterno e quelli come lei all'interno. La mano libera corse velocemente verso l'avversaspecchio che aveva nel borsello. C'erano due fazioni in ballo, ma chi sarebbero stati i nemici? Le avrebbe mostrato sia Mexica che Spagnoli? o solo quelli che lei stessa riteneva un pericolo? Nel dubbio era bene tenerlo a portata di mano.


Osservazioni su quanto sia sociopatica, e poco incline a parlare a vanvera. Gioisce per la salita al "potere" di Niah ed trova sensata l'idea di muoversi in formazione. Pensa a quanto possa essere vantaggiosa per lei la foresta come "copertura" piuttosto che il sentiero.
Si rivolge a Niah rinnovano la sua fiducia.
Origlia i discorsi di Elhena ed Eloise.
Si avvicina ad Oliver ( dialogo)
In conclusione, ovunque si muoverà Niahndra, lei la seguirà.

Vestiario.(X niente pelliccia, ovviamente.)

E che Iddio Tassista.




Statistiche:
PS: 161
PC: 99
PM: 107
Exp: 13,5


Equipaggiamento:


Bacchetta: Legno di Sorbo, Crine di Thestral, 12 pollici e mezzo, leggermente rigida

Avversaspecchio: (in borsa) lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte man a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio

Anello Difensivo:(indossato) Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza

Spilla Luna Calante: (appuntata alla tracolla)La spilla della luna calante pare essere in grado di evocare al tocco una coltre di fumo nero che circonda e immobilizza l’avversario.

Camicia della Protezione:(indossato) Gli incantesimi della prima classe non fanno effetto su chi la indossa. Li spedisce direttamente al mittente

Guanti del Minatore: (indossati)Garantiscono una presa saldissima, pressoché impossibile da staccare se non da colui che li indossa

Decotto al Dittamo: (in borsa)1 Fiala.

Tracolla piccola: X Tracolla in pelle, incantata con un incantesimo di estensione.


 
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