| Nonostante le diverse opinioni e le diverse ottiche con cui i due guardavano il mondo, così come la prospettiva dell'insegnamento, riuscirono comunque ad avere un piacevole scambio di idee. E questo gli fece certamente piacere, sentiva di avere di fronte a se una persona aperta al dialogo, con una visione delle cose diversa e certamente interessante. Forse la conversazione sarebbe potuta proseguire ancora per un po', con qualche altro bicchiere magari.
Anche io penso la medesima cosa. Nonostante entrambi abbiamo vissuto esperienze diverse e abbiamo due modi di approcciarsi diversi, sono contento che siamo riusciti ad avere un piacevole scambio d'opinioni, invece che sfociare futili liti su cosa è più giusto e cosa non lo è.
I moralismi pedanteschi non li ha mai amati. Durante il corso della sua vita ha sempre cercato di essere una mente aperta a opinioni diverse dalle sue, anche se questo gli è costato anni di pratica. Non è per nulla semplice imparare a rispettare un opinione diversa dalla propria, spesso quando questa va contro i propri principi morali. Ora però l'argomento stava spostandosi sempre di più verso dei particolari oscuri, e si arrivò proprio a parlare di magia, in particolare degli ultimi eventi di cronaca nera. L'osservazione di Rowena gli fece assumere un espressione leggermente perplessa, che subito dopo andò a celare sotto a un cenno di negazione.
No, purtroppo non sono stato informato su questi ultimi avvenimenti. Dopotutto, posso anche capirne il motivo: essendo entrato da poco a Hogwarts, probabilmente la Preside ha preferito aspettare un momento più opportuno per riferirmi tutto, oppure semplicemente non ha trovato il tempo per farlo. Sa, lei mi capisce, a Hogwarts ci sono tante cose da fare...
Accennò un mezzo sorriso, mentre il busto si sollevò all'indietro andandosi ad appoggiare sullo schienale della sedia, mentre le braccia assumevano una posizione conserta. La domanda di Rowena gli parve una semplice curiosità, e non si accorse certamente del secondo fine che era implicitamente presente. Se avesse potuto saperlo, avrebbe dovuto riconoscerle la sua abilità nel dissimulare e nel tessere le parole. Poi ascoltò con attenzione e curiosità le sue successive parole, a cui rispose poi così, dopo averci pensato un po su.
So che certi metodi di insegnamento per alcune materie sfruttano proprio la paura e il terrore per avere un maggiore rendimento. In effetti, concordo che la creazione di una "paura buona" possa essere utile, specie se si vuole evitare che un ragazzino possa prendere troppo alla leggera la portata degli eventi che stanno avvenendo nel mondo. Ad esempio, nello studio della Difesa delle Arti Oscure è importante avere un certo timore dell'avversario, di modo da poter effettuare strategie caute ed efficaci al tempo stesso. Tuttavia, se si esagera, la paura può diventare ossessione, che diventa poi ancora più difficile da gestire. Ma questa sta poi alla discrezione dell'insegnante.
E ora il sorriso si fece più largo. All'ultima domanda rispose emettendo un breve sospiro, quasi rassegnato e con un pizzico di amarezza.
Gli ho risposto che al mondo esistono non solo persone buone, ma anche persone capaci di compiere un omicidio. Gli dissi che non è facile riconoscere i buoni dai cattivi, e gli dissi di stare attento, e di guardarsi bene intorno. In queste situazioni, ancora più che normalmente un ragazzo deve imparare a riconoscere le persone che vogliono il suo bene e quelle che vogliono il suo male, e imparare a difendersi. Del fatto dell'omicidio non ho parlato poichè, come le ripeto, non ne sono bene al corrente.
Terminando riassunse un tono più serio. Poi, per smorzare un po l'atmosfera cupa che si era creata, le domanda più confidenzialmente:
Desidera qualcos'altro da bere?
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