| Elijia lo aveva abbandonato su due piedi. Così, come se niente fosse, aveva alzato i tacchi e adios amigos, il cugino più piccolo non lo aveva rivisto più dalle sette di sera. Non che fosse trascorso chissà quanto tempo, erano soltanto le sette e mezza, tuttavia il solo pensiero che l'altro Brior avesse deciso di non immischiarsi in una vicenda così importante per Oliver, per una persona a lui vicina nonché per un parente strettissimo, aveva la capacità di far ribollire il sangue nelle vene del Caposcuola. Non era a suo agio in un luogo... simile. Bastava guardarsi attorno per comprendere come tra quelle mura un rampollo di nobile famiglia come Oliver fosse esattamente fuori dagli schemi. Polvere ovunque, ragnatele che quasi svolazzavano per via dei loro padroni di casa ad otto zampe ancora all'opera, sporcizia in ogni angolo e mobilia che non vedeva la luce probabilmente da secoli; senza considerare, e purtroppo Oliver l'aveva fatto fin dal principio, le figure barbariche dei clienti solitari di quel pub: cicatrici a solcare braccia e volti, alcuni addirittura senza un occhio, altri ancora che avevano avuto la decenza di coprirsi la parte lesa con bende e tessuti ben stretti. Una voce, rauca come se incallita dal fumo, aveva perfino snocciolato qualcosa circa una fuga dal San Mungo con conseguente repentina richiesta di una camera in quel postaccio. Del resto, già il nome lasciava intendere più di quanto potesse essere immaginato: la Testa di Porco. Non di Fenice, di Ippogrifo o di qualche altra creatura simpatica, perfino nobile e preziosa con la sua vivace e orgogliosa identità; testa di Porco, come se quella parola risuonasse e saltasse tutto intorno senza mai fermarsi. Stizzito, Oliver aveva alzato gli occhi al soffitto, abbassandoli di scatto per evitare di rimettere per quanto visto accanto il lampadario, avvicinandosi in fretta al bancone per chiedere una camera. Forse sarebbe stato divertente vedere un tipetto come lui, elegante perfino con quel trench scuro con sotto una camicia a quadroni sulle tonalità del marrone scuro, prenotare una stanza in un locale del genere. In effetti, cosa poteva condurre il Caposcuola in giacca e cravatta, galante come l'etichetta che tanto si era plasmata sulla sua identità, in un rozzo Inferno terrestre come la Testa di Porco? Un pagamento affrettato, la richiesta di non essere disturbato e via, la sciarpa scarlatta che copriva il suo volto da eventuali riconoscimenti, come se fosse imbarazzato di per sé per una tale ordinazione. Nome: Oliver Cognome: Brior Camera Blindata: C1885 Numero della stanza: Stanza doppia - N.11 Ambientato a fine Ottobre, l'ordinazione è di pomeriggio, circa le cinque. Camera doppia, Oliver non è facilmente riconoscibile per la sciarpa che copre metà volto, ma Violet, immagino tu possa comunque vederlo, non sarà un problema. Piccola precisazione, perché la parte seguente è ambientata di sera. Amico mio, se è tutto ci vediamo lì alle otto meno venti in punto. Se tardo vuol dire che sono morto nel tragitto.Rassicurante. Quasi lo era davvero, se paragonato al luogo circostante. Che Camillo fosse una persona speciale, a tratti stravagante come nessun altro conosciuto da Oliver, era di certo una caratteristica che lo rendeva uno degli amici più interessanti di sempre. A dispetto del locale che per nulla sposava il suo stile con quello del giovane Brior, fu la parola "amico" a far nascere un improvviso quanto sorprendente sorriso sul suo volto. Lo erano davvero, lui e il Tassorosso? Forse sì, del resto non occorreva un'etichetta, non in quel caso, per confermare qualcosa di così bello. Immaginare Camillo alle prese con il "Problema" accennato in precedenza da Magie Sinister da Oliver, tuttavia, avrebbe probabilmente ribaltato i ruoli: ad essere stravagante sarebbe stato Oliver, poco ma sicuro, se non avesse scovato in fretta il giusto sistema per comunicare l'intera faccenda al ragazzo. Aveva chiesto un menù, nell'attesa che l'altro studente lo raggiungesse alla Testa di Porco, il luogo del loro appuntamento, ma era bastata una rapida occhiata alle pietanze e alle loro descrizioni per far sì che il Grifondoro ignorasse quella lista tanto variopinta, promettendosi di prendere un piatto che, a pelle, dava l'impressione di non essere chissà quanto... disgustoso. Avrebbe offerto la cena a Camillo, quello era il minimo, e magari dopo qualche chiacchiera cordiale avrebbe sollevato la questione della Bambolina. O forse lo avrebbe fatto prima, all'inizio, o forse ancora durante il pasto. Sempre se non fossero stati ricoverati prima per un attacco improvviso di qualche malattia dovuta alla carne essiccata con Vermicoli che la Testa di Porco presentava come piatto d'eccezione. Oliver deglutì, sedendosi sulla panca dell'ultima postazione in fondo al locale, lontano da occhi indiscreti e da volti poco cordiali. Da quell'angolatura avrebbe visto Camillo non appena varcata la soglia. Il tempo scorreva e anche le immagini di diversi pensieri seguivano il corso nella mente del Caposcuola. La frase del Tassorosso di poche ore prima risuonò nella sua memoria mentre Oliver lanciava un'ennesima occhiata impaziente all'ingresso. Sperava davvero che Camillo non morisse durante il tragitto, era così simpatico!
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