Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongDistrarsi, aveva bisogno di distrarsi. Per quella, e forse anche altre ragioni, aveva accolto la richiesta della giovane Grifondoro che camminava tranquillamente al suo fianco. Il Villaggio di Hogsmeade era la loro destinazione, ed Amber non aveva mai disdegnato una passeggiatina per il borgo, soprattutto se a far da sfondo c'era un manto di neve fresca. Aveva nevicato tutta la notte, ed il risultato era tanta soffice neve posata un po' in ogni dove. Avvolta nel suo mantello invernale, poteva quasi dire di non aver freddo, anche se le sue dita gelide avrebbero detto il contrario. La sua avversità per i guanti la portava sempre a finire con le falangi congelate al minimo abbassamento di temperatura. Eppur non c'era niente che le facesse cambiare idea, lei non avrebbe mai indossato i guanti. Un paio di svolte ed il villaggio sarebbe apparso in tutto il suo splendore. Accompagnare i primini era uno dei suoi compiti, ma recentemente nessuno sembrava essere interessato. Freddo? Pigrizia? Paura? Qualunque fossero i motivi, aveva poca importanza alla fine avrebbe avuto modo di sentirsi responsabile con la testolina argentata che stava "scortando". Fino all'anno prima non avrebbe mai fatto niente di simile, assumersi responsabilità per qualcun'altro non era propriamente in cima alla sua lista di buoni propositi, ma crescendo qualcosa era cambiato. Probabilmente quello era davvero il modo migliore per non pensare ai suoi problemi, ed a quel miscuglio di sentimenti che s'intrecciavano nel suo cuore, strapazzandolo fin troppo. Piccoli e lenti fiocchi di neve cadevano dal cielo grigio, ma nulla per cui servisse ripararsi all'istante, sarebbe bastato un cappuccio per godersi quello scenario.«Io sono Amber, comunque.» disse, regalando un lieve sorriso alla bimba. La tassa non era mai stata una grande comunicatrice, e spesso finiva per dimenticare anche le basi, ma almeno cercava di recuperare con stile .. il più delle volte. Nel caso della piccola Grifondoro, si era offerta di accompagnarla con la convinzione che poi le domande sarebbero fioccate come neve, appunto. Ricordava ancora vividamente il suo primo anno, ed il giro ad Hogsmeade che aveva fatto per festeggiare il suo compleanno, avrebbe voluto riempire il Prefetto di casata di domande, ed aveva finito col non farne nemmeno una. Camminò fino a fermarsi all'inizio della via principale, ognuna di quelle vetrine illuminate invogliava ad entrare in negozio, ma lei avrebbe ascoltato il volere della sua ospite, prima di prendere una direzione. Inoltre il suo conto in banca era stato bellamente prosciugato dunque lo shopping non era proprio uno dei suoi obiettivi principali.«Allora, da dove vuoi iniziare?» chiese, tornando a rivolgere la sua attenzione sulla ragazzina dai capelli grigi.
Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongDifficilmente Amber si era trovata dall'altra parte della barricata, nonostante non fosse una novellina come Prefetto. Era in parte soddisfacente sapere di avere una certa responsabilità nei confronti di quella giovane studentessa, in qualche modo sentiva di poter aiutare qualcuno. Non che fosse l'emblema della generosità e dell'altruismo, soprattutto verso i coetanei, ma con i più piccoli era.. diverso. E poi si, era una distrazione abbastanza efficace, nemmeno il tempo di mettere piede in Villaggio che già sentiva di aver allontanato le sue preoccupazioni.«Oh,no non dirlo.. mi fa sempre piacere fare due passi in Villaggio. Ci sarei venuta comunque, tra oggi e domani. » rispose così a quel ringraziamento, era ancor più strano sentirsi ringraziare per qualcosa che per lei era stato spontaneo. Apprezzava che la ragazzina non andasse troppo per il sottile o non facesse giri di parole. Se fosse stata timida come Amber alla sua età, probabilmente l'imbarazzo avrebbe regnato sovrano. Fortunatamente non dovette preoccuparsene, alla fine la biondina aveva una certa parlantina. In men che non si dica, la vera ragione di quella richiesta venne fuori. E fu proprio in quel momento che Amber si sentì in totale empatia con Killian, e la prima volta in cui lei lo aveva contattato. Il motivo primario e dato per scontato, venne dunque soppiantato dalla realtà, che la lasciò pensierosa. « Capisco..»fu la prima parola che le uscì, prima che la serietà venisse soppiantata da un lieve sorriso, dovette sforzarsi per trattenere una risata divertita. «Parli forse della Stamberga Strillante? » domanda retorica, in realtà Amber sapeva benissimo che era quella la loro meta. In molti erano attratti da quel luogo pericolante e.. pericoloso. Ma lei, al suo tempo, aveva avuto una certa esitazione nel pensare di avventurarvisi, tanto che aveva rifiutato l'invito di un Corvo. Non era passato tanto tempo, in realtà, ma ancora niente l'aveva attratta così tanto da convincerla a mettervi piede. Si parlava anche di un passaggio segreto che conduceva proprio lì, da Hogwarts, ma anche quelle non erano altro che dicerie per la Tassorosso. Non aveva seriamente intenzione di condurre Nieve in quel posto, ma non avrebbe nemmeno costretto la Grifondoro ad una lunga passeggiata per negozi, avrebbe trovato un accordo che andasse bene ad entrambe. «Da questa parte, Nieve. » rispose infine, invitandola a fare dietrofront per partire alla volta della radura bianca appena dopo Mielandia. «Cosa dicevano esattamente quei due stranieri?»chiese, mentre proseguivano passando accanto al negozio di dolciumi, il cui profumo si espandeva per tutto il viale. Voleva capire a cosa pensava di andare in contro la coraggiosa rosso-oro, per decidere come affrontare il discorso successivo con lei.
Alcuni anni prima, quando si era trovata nella posizione opposta, ma con il padre ad accompagnarla, Amber aveva passato più di un ora davanti allo steccato, a farsi raccontare dal padre cosa fosse quello strano luogo per niente invitante. Di certo lui si era sentito alquanto sollevato nell'intendere che la figlia non avrebbe voluto metterci piede tanto presto, eppure vuoi per una ragione casuale o per un'altra, si era ritrovata a passare davanti a quella catapecchia più del dovuto. Di storie sulla stamberga ne conosceva molte, ed ogni tanto si divertiva a spaventare i suoi cugini nei ritrovi di famiglia, ma sarebbero bastate a frenare la curiosità della bimba? Lo sguardo del Prefetto indugiò sulla chioma argentata cosparsa di fiocchi di neve, ed ancora una volta comprese meglio come poteva essersi sentito l'Auror, al suo posto.
Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongCuriosità. Oh si, Nieve era sicuramente una bambina che attirava la curiosità di Amber, un po' per il caratterino che sembrava avere ed un po' per quei capelli grigi che difficilmente riusciva a spiegarsi. L'arte dell'osservare senza essere visiti la padroneggiava piuttosto bene, la sua indole l'aveva portata negli anni a farne un massiccio uso ed era davvero un bene. Non avrebbe urtato nessuno. Oltretutto non voleva che la piccola si sentisse come sotto una grande lente. I passi si susseguirono con un andatura a dir poco normale, non c'era fretta ma nemmeno troppa lentezza. La Stamberga non distava tanto ed in appena un paio di metri la boscaglia si sarebbe diradata abbastanza da permettere ad entrambe di scorgerne la sagoma. La risposta della Grifondoro non portò grandi informazioni, alla fine aveva sentito la voce più comune sul luogo infestato, quella che tutti conoscevano « Potevo scommetterci. » commentò, lieta anche di poter aggiungere qualche informazione in più a quella già ricevuta. La mano gelida uscì dalla tasca calda e confortevole per aggiustare la tracolla che, dopo un passo un poi troppo lungo, si era girata in una posizione scomoda. Quello che non si aspettava invece, fu il discorsetto successivo, che lasciò uno sguardo a metà tra l'ammirazione e lo stupore, sul volto della Tassorosso. E così Nieve non credeva troppo alle dicerie, non cadeva nel fascino dell'horror, non temeva che quelle parole fossero realtà. Era quello il coraggio dei Grifondoro? O era solo una bimba con un'anima più vissuta? Se fosse stata la seconda delle due cose, avrebbe capito perché aveva scelto di accompagnare la primina. Liberare i fantasmi, quella si che era un'idea! Con lo sguardo allo steccato sul quale poco dopo si sarebbe appoggiata, Amber sorrise.« Dici? Non so.. penso che i Fantasmi di Hogwarts abbiano un "lasciapassare" diverso. Quelli lì invece.. »indicò la Stamberga, la cui figura pericolante ora si mostrava in tutto il suo decadente splendore. « potrebbero essere molto pericolosi. » quello lo credeva davvero. C'erano tante ragioni per cui lei non aveva mai messo un piede oltre quello steccato, per cui le orme dei suoi piedi non si erano mai create in quei punti precisi. Celava demoni ben peggiori sotto il cappuccio e dietro quegli occhi chiari, e la voglia di comprendere quelli che abitavano la casa stregata non le era mai venuta. La fantasia che portava la bambina a preoccuparsi, quasi, degli spirito che "forse" erano rinchiusi in quel luogo era senza dubbio una cosa gradita. Come un fiume in piena, Nieve continuava a rivelare curiose informazioni sulla sua vita, come la sua terra natia: L'Islanda. Il paese delle distese di ghiaccio, delle scogliere, della caccia alle balene e dei cavalli delle pesanti frange. Aveva studiato quel posto, per pura curiosità ed aveva anche un libro sulla sua scrivania che l'aveva aiutata ad immaginarsi come si potesse vivere in quei luoghi semi desertici. Le leggende nordiche l'avevano sempre affascinata così come il dolore che portavano con loro tutti quei racconti. Non era sadismo, no.. era semplicemente empatia. Una stranissima forma di empatia. « E' il rischio di molte leggende, l'essere smentite dalla verità. A volte è più facile crede in qualcosa che non si potrà mai spiegare, piuttosto che spiegare qualcosa in cui la gente crede ciecamente. » e lei lo sapeva fin troppo bene. Era proprio grazie alla razionalità, che a volte andava oscurandosi, che Amber aveva trovato un giusto equilibrio tra credere, sperare e riflettere. Non le dispiaceva però lasciarsi andare in fantasie difficili da comprendere, ogni tanto le faceva bene entrare in quei mondi assurdi che i suoi libri le proponevano.
Poi, accadde. Dove meno l'avrebbe immaginato. Nel momento che meno avrebbe creduto propizio. Una domanda.. nulla di più, ma in grado di rivoltarle le viscere in meno di un secondo."Tu ami qualcuno?" tre parole, sufficienti a far battere il suo cuore oltre i limiti consentiti dal corpo umano. Interdetta, non aprì bocca, e lo sguardo divenne indecifrabile. Non era arrabbiata..non ne aveva motivo, però sentiva quelle parole insinuarsi nella sua mente con prepotenza. Distolse lo sguardo dalla bimba, riportandolo alla stamberga, per non doverle mostrare quell'espressione tanto strana quanto preoccupante. Le parole in sottofondo vennero ignorate, perché due occhi grigi apparvero d'improvviso davanti ad Amber, seguiti da un sorriso tanto scaltro quanto magnetico. Un immagine durata la fazione di un secondo. "Killian", quel nome rimbombò nella sua mente andando a fermare il cuore per un altro istante. Associare quel ragazzo a quella domanda fu tanto repentino quanto scioccante. Se non avesse avuto il cappuccio tirato molto in avanti, Nieve avrebbe potuto vederla arrossire. Amber non aveva ancora dato un nome a "qualunque cosa fossero", ma in cuor suo sapeva ogni giorno di più di cosa si trattasse. Teneva ancora il freno premuto, quello si. Certo era che non ne avrebbe fatto parola con nessuno, meno che meno con una bimba appena conosciuta. Non era il tipo da gossip e confidenze, ma poteva comprendere la curiosità della sua giovane compagna di passeggiata, e non l'avrebbe incolpata di nulla.. era solo rimasta senza parole. « Oh, no non ti devi scusare, la curiosità è normale.. credo. » e nulla più avrebbe detto a riguardo. Quella era il suo modo, forse un po' troppo freddo, di rassicurare Nieve. Fu comunque lieta del successivo ritorno in tema "Stamberga e Leggende".« Cosa sai dei Lupi Mannari, Nieve? » Una domanda che serviva però solo come spunto di riflessione, per la storia che stava per seguire. Amber tentò di ricordare la vecchia storia che sua padre le aveva raccontato, quasi sei anni prima.« Ci sono tante storie su quella baracca, e di quelle più recenti non bisogna mai fidarsi troppo, ma ce n'è una a cui non ho mai davvero smesso di credere. Si dice che quella fosse l'antica dimora di un Lupo mannaro. Rinnegato dal suo branco, nelle notti di luna piena entrava lì ed ululava con tutto il fiato che aveva in gola per richiamare i suoi simili. » volse lo sguardo al cielo e proseguì.« Nessuno ha mai risposto alla chiamata, ma una notte il mannaro è entrato e non vi è più uscito. Si dice che sia suo lo spirito che vaga famelico per quelle stanze. » che fosse anche quello degno di un salvataggio? Cosa ne avrebbe pensato la bimba dai capelli argentei?« Stanotte ci sarà la luna piena. » Il proposito di Amber non era solo quello di spaventarla, per quanto non avrebbe mai creduto di metterla davvero a disagio con quel brevissimo racconto, ma di certo avrebbe cercato di farla riflettere.
Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongLa vecchia storia del Lupo Mannaro le era sempre piaciuta. Non sapeva dire esattamente il perché, ma quel racconto era uno dei pochi che non avrebbe mai davvero dimenticato. Era anche uno dei pochi a cui riusciva ancora a credere. Amber aveva imparato negli anni che i confini di ogni cosa non sono mai netti. Oh, da piccola avrebbe tanto voluto che lo fossero.. sarebbe stato più semplice. Però la realtà era differente, alcune storie sarebbero rimaste vere nei secoli ed altre sarebbero svanite con l'arrivo della ragione. Il discorso stava davvero prendendo una piega molto adulta e lei non si era minimamente pensata di ridurre l'importanza delle sue parole, una volta compreso che Nieve l'avrebbe seguita, aveva proseguito. Ma parlare di anime, di morte e di spettri poteva dirsi .. troppo? La Tassorosso era l'ultima che avrebbe potuto giudicare quella conversazione visto che trovava qualche similitudine nella bimba. La morte l'aveva sempre seguita. Abbassò il cappuccio, liberando la morbida treccia bionda, lasciando che la neve le sfiorasse i capelli, i fiocchi erano diminuiti di numero, ma il paesaggio non sembrava meno incantato, era caduta talmente tanta neve da fare un esercito di pupazzi. Altra cosa che non aveva più modo di fare da anni. « Pena..» ripeto quella parola in un sussurro, mentre distoglieva ancora lo sguardo dalla studentessa. Continuava a stupirla con i suoi ragionamenti, la bionda non si sarebbe aspettata tanta razionalità una mente così giovane, ma come sempre non poté che farle piacere vedere che non era poi del tutto sola. Non era l'unica ad essere cresciuta troppo in fretta. C'era sicuramente una storia dietro quelle parole e difficilmente sarebbe stata una di quelle a lieto fine. Cosa aveva sopportato Nieve? Non era affar suo, quello era certo. «Rifiutato dagli uomini perché considerato un mostro... rifiutato dai suoi simili per motivi sconosciuti. » il mannaro tornò il centro della loro attenzione.« Di certo non sarà stato facile per lui. Se fosse furioso ne avrebbe tutto il diritto.» l'espressione si fece più pensierosa, perché lei non provava pena per quell'essere e nemmeno odio o altro. Quello che Amber poco sopportava era la ragione di base che spingeva a cercare l'accettazione. Forse perché ne era vittima inconsapevole? In fin dei conti anche la Tassorosso aveva sentito il bisogno di confidarsi con qualcuno dopo anni di silenzi, una sola persona. Ma se lui non l'avesse accettata.. avrebbe anche lei ululato alla luna in eterno? Altre domande senza risposta, per fortuna. Tenne per sé quel pensiero davvero troppo elaborato per tornare poi a rivolgersi alla bimba, che però non aveva alcuna intenzione di rimanere ferma. Qualcosa al di la dello steccato aveva attirato la sua attenzione, prima che Amber riuscisse a fermarla, aveva già superato il legno ed iniziato a correre verso la casa infestata. "No no ..NO!" come poteva aver abbassato la guardia in quel modo sciocco?
Istintivamente portò una mano alla tasca interiore del mantello estraendo la sua fedele bacchetta, con un balzo successivo superò anche lei lo steccato per andare a riprendere la fuggitiva.« Ehi!.» la richiamò poco prima di raggiungerla, non le avrebbe permesso di entrare nella Stamberga, era una sua responsabilità e se fosse stato necessario l'avrebbe pietrificata, pur di tenerla ferma. Con immenso stupore e sollievo però, Nieve si era fermata pochi metri dopo lo steccato e sicuramente non a causa di Amber. La trovò infatti accucciata ad osservare un qualcosa di inizialmente indefinito.. « Non farlo pi..» la frase che aveva assunto un tono di rimprovero sebbene il Prefetto non fosse solito usare quei toni, svanì prima della conclusione. gli occhi verde acqua si posarono sulla strisciolina di tessuto nero che aveva attirato tanto l'attenzione della bimba. « Non toccarla.» e lo disse più a se stessa che all'altra, perché il suo primo istinto era proprio quello di analizzarla per controllarne i particolari. Con una rapida occhiata verso la piccola, cercò un'intesa, prima di accucciarsi accanto a lei. « Secondo te cos'è ?»chiese più per gioco che per altro, mentre avvicinava la punta della bacchetta alla stoffa, per sollevarla ed osservare quanto lunga fosse. D'improvviso l'idea del licantropo fantasma si palesò nuovamente.
Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongUn colpo al cuore. Ecco cos'era stato, vedere Nieve correre d'improvviso e sfuggire al suo blando controllo era stato un colpo al cuore. Amber sapeva di essersi distratta, di aver ceduto il passo ai ricordi ed aver considerato quasi di parlare con una sua pari, tanto era sveglia la ragazzina. Ma la Grifondoro era lì su sua responsabilità e se le fosse accaduto qualcosa, lei non se lo sarebbe mai perdonato. Fortunatamente però la corsa di entrambe si arrestò prima che potessero finire in guai più seri. Con il fiato corto e lo sguardo allarmato rivolto alla Stamberga, la Tassina temette una possibile incursione improvvisata in quel luogo. Non sarebbe mai stata pronta per affrontare qualunque spirito vivesse al suo interno, o per andare a svelare quel mistero. Gli occhi ben più vigili del Prefetto, tornarono a posarsi sulla figura minuta della bimba, intenta a studiare un pezzo di stoffa fuoriuscito dal terreno innevato. In un primo momento, Amber aveva pensato fosse di Nieve, ma la risposta che le diede le fece comprendere quanto si stesse sbagliando. Non era saggio raccogliere oggetti da terra, ma nulla vietava di puntargli una bacchetta contro. Dopo anni di lezioni ed avventure più o meno desiderate, i nervi della ragazza erano sempre pronti a scattare alla prima occasione utile. «Oh.. capisco» rispose, quasi dolcemente, quando capì che la piccola aveva ordini non magiche. I nati babbani non erano rari, anche tra i suoi pochi amici ne contava qualcuno, ma per lei restavano sempre affascinanti. Non riusciva però ad immaginarsi come fosse nascere senza essere a conoscenza del mondo magico, e ritrovarsi a scoprirlo ad 11 anni, con tutto l'ammontare di informazioni in merito. Per alcuni poteva essere un sogno, per altri un incubo.. ma lei di certo non poteva saperlo.«Non preoccuparti.. avrai tempo per conoscere bene questo mondo.» Era solo all'inizio di quel percorso, in effetti.. il primo anno le avrebbe dato le basi per muoversi con più sicurezza, ma solo dal secondo in poi avrebbe imparato a reagire ai vari impulsi del mondo magico. L'attenzione dunque, tornò sul pezzo di stoffa scuro, a cui la bacchetta di Amber si era avvicinata.Poteva essere pericoloso? Bella domanda! Potenzialmente ogni cosa rappresentava un pericolo, in quel luogo poi.. ancora di più. Probabilmente la prima risposta sarebbe dovuta essere " No, tranquilla.. non sarà niente di importante". Ma quelle parole non uscirono mai dalle sue labbra. «Forse..» disse invece, assumendo un espressione che metteva in chiaro ogni suo dubbio. La cosa peggiore che poteva capitare era che quella stoffa fosse incantata, ma a conosceva un ovvio modo per risolvere quel dubbio. Si spostò di quale passo, alzandosi in piedi, puntò la bacchetta sulla stoffa e pronunciò due semplici parole, per una formula altrettanto semplice.«Finite incantatem!» Come se fosse stato colpito da una piccola raffica di vento, il tessuto fuoriuscì totalmente dalla neve, fece una lieve giravolta in aria, e poi tornò a posarsi dolcemente al suolo. Non sembrava ci fosse nulla di cui preoccuparsi. La tensione accumulata scemò un po', permettendole di tornare ad affiancare Nieve. «Niente di cui preoccuparsi, se era incantato.. beh, ora non lo è più.» concluse con una nota di soddisfazione, prima di tornare a preoccuparsi della sua provenienza. La Grifondoro aveva fatto un'affermazione valida che lei non avrebbe escluso. Se quello fosse stato il pezzo del mantello di qualcuno entrato in stamberga? Se sotto quello strato di neve ci fosse stata una soluzione al mistero? E se la storia del Licantropo...fosse stata reale? Qualunque cosa fosse, lei aveva il dovere di tenere al sicuro la primina ed avrebbe fatto del suo meglio, cercando di non distrarsi più. « Non penso.. ci sono ancora alcuni metri da qui a lì, ma se fosse stato qualcuno che ne è uscito.? » Forse il proprietario di quella stoffa poteva essere ancora nei paraggi, ma sarebbe stato un individuo pericoloso? Pensare sempre al peggio era una delle sue "doti", ma in quel caso, l'idea che le venne, avrebbe potuto evitare che entrambe finissero nei guai per davvero. «Senti.. se andassimo in Villaggio a cercare il proprietario?» La proposta venne fatta con gentilezza, mentre il pezzo di stoffa ancora giaceva al suolo. Se la bimba avesse accettato, lo avrebbero portato con loro, retrocedendo fino a tornare al sicuro, dietro lo steccato.
Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongPer quel che poteva dire di aver capito di Nieve, non poteva che ritenerla una bimba intelligente. La fuga oltre lo steccato però, l'aveva anche messa in guardia, aveva comunque a che fare con un undicenne vivace. Il piccolo errore che aveva compiuto credendola troppo simile a lei, l'aveva portata a maledire la sua stessa stupidità. Non avrebbe sottovalutato una seconda volta l'impetuosità della mente della Grifondoro. Forse proprio il suggerimento di retrocedere fino al villaggio, avrebbe fatto comprendere alla sua giovane compagna, che non c'era trippa per gatti. Non sarebbero entrate in Stamberga, non quel giorno, non sotto la sua supervisione. La pungente idea che il problema fosse anche legato al fatto che non si riteneva in grado di difendere Nieve da qualsiasi possibile incognita, rimase a tormentarla per un po' . Era la verità, in fin dei conti.. se davvero ci fosse stato un Licantropo lì dentro, nel migliore dei casi sarebbero morte entrambe. Nel peggiore.. Quando fu convinta di aver conquistato una piccola vittoria, una folata di vento anticipò ogni cosa, e quel che venne dopo, smorzò ogni possibile sorriso. Avrebbe ringraziato mentalmente la piccola per aver deciso di assecondarla senza fare troppe storie, ma rimase in silenzio poiché non eran più sole. Una voce maschile la sorprese di spalle, e rapida si girò a capire chi ne fosse il portatore.Un uomo, con abiti scuri ed una strana inclinazione nel tono di voce, stava davanti a loro. Istintivamente la mano libera di Amber si mosse verso Nieve, nel tentativo di afferrarle una spalla o comunque tenersela vicina. Lo sguardo sull'uomo si fece serio. Non aveva ancora detto nulla di compromettente, in realtà, nulla che potesse farle credere di essere in qualche modo in pericolo, ma l'istinto con lei aveva sempre la precedenza. Non si fidava di niente e nessuno. Fu sul punto di elogiare una frase, quando nuovamente Nieve la precedette.* No.. Nieve!*tuonò la sua mente, mentre la bimba afferrava il lembo di stoffa che l'uomo aveva dichiarato come "suo".Che non fosse felice di sentirsi dare dell'impostore, era ovvio.. ed era anche ben visibile dall'espressione che aveva assunto. La mano destra di Amber si strinse ancora di più attorno alla bacchetta. Lo scambio di battute dei due andava fermato il prima possibile. Quando la Grinfondoro dichiarò il contrario dell'uomo, la Tassorosso rimase spiazzata. La bimba stava forse superando il limite tra coraggio e stupidità? Entrambe sapevano che quel mantello non era loro, e se lui ne fosse davvero stato il proprietario, renderglielo era il minimo.Facendo un passo avanti, Amber assunse un'espressione mi cauta ma non meno sospettosa. L'idea di trovarsi davanti proprio "quel" licantropo iniziava a prendere forma nella sua mente, che fossero già spacciate? «La prego di perdonare mia.. sorella.»creò volontariamente quel fittizio legame di parentela, per lei era il modo migliore di far intendere all'uomo che se fosse stato necessario avrebbe difeso entrambe. Che poi ne fosse realmente in grado o meno, era un altro discorso. Sicuramente quella che stavano mettendo in gioco non era altro che una guerra fredda, un tastare il terreno per capire fin dove spingersi.. e all'uomo doveva essere ben chiaro che avvicinarsi troppo non gli era consentito. «E' uno splendido pezzo di stoffa, nel caso fosse suo penso non avrebbe problemi a mostrarci il punto in cui si è strappato.. giusto?»Un bluff per un bluff. Non aveva voluto proseguire seguendo proprio la linea di Nieve, ma in quel modo se lui non poteva dimostrare di possedere il resto del mantello, e loro chiaramente nemmeno, quel pezzo non sarebbe stato di nessuno. Solo allora avrebbe pensato alla mossa successiva. Se invece fosse stato suo, sarebbe stato bene cederglielo senza fare troppe storie.
Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongL'urgente bisogno di zittire Nieve in qualche modo, stava seriamente per sfuggire al suo controllo. Amber non aveva mai avuto fratelli o sorelle, e questo aveva reso molto bassa la sua soglia di sopportazione. Per lei era già complicato gestire alcuni cugini di secondo grado alle riunioni di famiglia. Era erroneamente convinta che la carica in sé le desse una certa autorità, ma anche quello sarebbe stato annoverato come l'ennesimo errore della giornata. Per un attimo aveva anche rimpianto di aver accettato la richiesta dell'undicenne, evidentemente più vispa del previsto. Sbiancò per quanto fosse possibile, nel vedere la piccola fronteggiare con un'inaudita sfacciataggine lo straniero. Ora, la Tassorosso spesso esagerava sconfinando in un pessimismo quasi cosmico, ma era possibile che solo lei ritenesse quell'uomo un potenziale pericolo? Però.. se voleva che la recita funzionasse, doveva sforzarsi di riconoscere gli atteggiamenti della "sorellina" come normali, senza dare a vedere il suo stupore. Ascoltò la spiegazione dell'uomo misterioso, ancora senza nome, sollevando appena un sopracciglio. Si, le aveva colte alla sprovvista ma No, non era stato minimamente convincente. Un rapido sguardo al tessuto, ed Amber giunse probabilmente alla stessa conclusione che Nieve aveva spudoratamente accennato a voce alta. Era evidente come l'uomo bramasse il pezzo di stoffa che ancora teneva tra le mani la bimba, ma stava giocando davvero male le sue carte. Con un "expelliarmus" in canna, Amber tentò di proseguire sul percorso illogico preso dall'uomo, ma ancora una volta fu preceduta dalla Grifondoro, ed il desiderio di immobilizzarla divenne pressante. La pressione sulla spalla di Nieve aumentò appena, era un cenno, un semplice modo per avvisarla che stava superando il limite e che mettersi nei pasticci in quel modo non era nelle sue volontà.«Ehi...» Un avvertimento sussurrato uscì volutamente dalle sue labbra, diretto alla bimba che avrebbe dovuto capire al volo che quella che stava percorrendo non era la via giusta. Fu ancora una volta sul punto di intromettersi, pronta a stoppare la vivace parlantina, ma l'ultima frase di Nieve la lasciò a bocca aperta. Con gli occhi sgranati per lo stupore, impossibile da contenere e lo sguardo fisso in quello dell'uomo, Amber credette di morire dentro. Senza alcuna ombra di dubbio, la bimba aveva dato dell'omosessuale all'uomo che avevano di fronte. Se in situazioni normali di quella cosa avrebbe riso, in compagnia di amici tra un aneddoto e l'altro, in quel momento le labbra non accennarono minimamente a curvarsi all'insù. Cosa diamine passava per quel cervello dai capelli argentei?
Nieve era agitata, Amber non avrebbe impiegato molto a capirlo. Toccava a lei togliere entrambe da quell'impiccio prima che quell'incontro si trasformasse in uno scontro. Questionare i gusti di quel personaggio era la cosa peggiore che la bimba potesse fare e non c'era grande rimedio, la bionda non aveva una pezza tanto grande da coprire per intero quell'immaginario strappo. Inspirò profondamente, prima di recuperare la falsa espressione di chi aveva tutto sotto controllo.«Ci perdoni, sul serio.. Io non so cosa abbia mia sorella stamattina, ma .. se questo lembo di mantella è suo, glielo daremo senza problemi, e poi ognuno per la sua strada.» Con lo sguardo cercò un assenso dell'uomo a quel tacito patto, andarsene da lì incolumi stava quasi diventando un'impresa, avrebbe dato fuoco a quel dannatissimo pezzo di stoffa se fosse stato necessario.«Non è vero, Elisabeth? » rivolse poi la sua attenzione a Nieve, chiamandola con il primo nome che le era venuto in mente, intenzionata a non dare alcun vero nome allo straniero. Lo sguardo si fece molto eloquente ma non lasciò trasparire la lieve rabbia che poteva provare, piuttosto tentò semplicemente di essere convincente.
Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongEra fatta, di lì a poco Amber avrebbe dovuto estrarre la bacchetta e fare sul serio. Non era quello il modo in cui voleva che andassero le cose e non era pronta, si era sentita in quel modo talmente tante volte che riconosceva l' inadeguatezza quando le si avvicinava. Negli ultimi tempi, aveva imparato molte cose, aveva certamente più nozioni utili per difendersi, ma sapeva anche di non averne abbastanza. Nonostante Killian, per primo, le avesse fatto capire che nessuno avrebbe fatto il lavoro sporco al posto suo, lei non aveva ancora raggiunto il livello di conoscenza adeguato. Forse non lo avrebbe nemmeno mai raggiunto, non si sarebbe mai accontentata di qualcosa di così vago. La corazza che era solita indossare, aveva delle crepe, in alcuni punti era rovinata a tratti perfino consumata. Qualcuno vi aveva fatto breccia, ed aveva finito col scoprire l'anima di cristallo che vi si nascondeva. Fragile e Forte in un connubio fin troppo dissonante, se mossa dal giusto ideale avrebbe spazzato via tutto, ma se sfiorata con il peggiore degli intenti, si sarebbe infranta in mille pezzi. L'uomo non sembrava voler cedere, anzi... la rabbia stava prendendo il sopravvento su di lui. Per lei il futuro era fin troppo chiaro, le avrebbe attaccate, e sarebbe finita molto male. Avrebbe detto addio alla corazza ed anche al cristallo, poco ma sicuro. Il tempo rallentò, nella sua mente, mentre l'uomo faceva lampeggiare il suo sguardo furente verso Nieve. La sequenza degli incantesimi divenne più chiara, lo avrebbe disarmato e poi avrebbe chiesto aiuto. Non erano troppo distanti dal cuore del Villaggio, se non fosse bastato a spaventare l'uomo, sicuramente sarebbe bastato a far giungere qualcuno in loro soccorso. Non era tanto sciocca da pensare di farcela da sola, benché quella consapevolezza non fosse il massimo per il suo orgoglio. « A quello penserò io. » Rispose con tono incredibilmente calmo, alla voglia dell'uomo di dare una lezione alla bimba. L'adrenalina si accese come un filo di led, nelle vene. Si, Nieve era stata sconsiderata e sicuramente Amber avrebbe discusso con lei a riguardo, ma nulla giustificava gli intenti palesati dallo sconosciuto. Mentre il momento di stallo giungeva al suo apice, la bimba parlò ancora, zittendo entrambi gli "adulti". La confessione letteralmente lanciata in quella maniera, venne seguita dall'avvicinarsi della piccola in maniera fin troppo avventata all'uomo. Amber scattò, pronta ad afferrarla per la mantella e tirarla indietro con tutta la forza che aveva in corpo, se fosse stato necessario. Le fu alle spalle, quando l'altro interlocutore concesse l'armistizio, e fece una cosa che letteralmente la paralizzò. Anzi, parve paralizzarle entrambe. Avvolse il mantello attorno a Nieve, facendoglielo indossare ed arrivando davvero troppo vicino a lei. In quel momento la Tassorosso capì di non potere nulla, ancora una volta. Lo straniero avrebbe potuto avvolgere la bimba in un sacco e portarsela via, e lei si sarebbe mossa sempre troppo tardi. La sequenza di azioni successiva passò anche fin troppo velocemente, mentre i più tragici scenari tentavano di prendere possesso della sua mente, debole. Il battito accelerò ed il respiro si fece più irregolare. Solo la voce di Nieve la riscosse da quello stato di trance. "Andiamo?" Le chiese, come a voler spazzare via quanto accaduto. Oh no, Amber non avrebbe archiviato così facilmente quella questione, ma andarsene via era la prima cosa da fare. « Si. » rispose guardando lo Straniero, per avere la certezza che non colpisse alle spalle. Si sentiva paranoica però davvero in lui c'era qualcosa che non andava, non solo per le espressioni, ma anche per il repentino cambiamento di carattere. Avrebbe desiderato non vederlo mai più. S'incamminò oltre lo steccato, assicurandosi che Nieve la seguisse senza fare troppe storie, mentre il battito riprendeva la sua regolarità. Avrebbe voluto dire un sacco di cose, inframezzate anche da qualche insolenza, ma nulla uscì dalle sue labbra. Raramente cedeva agli impulsi, avrebbe detto quel che doveva, ma avrebbe soppesato ogni parola. Non doveva dimenticare di avere accanto una bimba di soli undici anni, insolente.. si, ma giovane. Il suo opposto.