| Amber Serenity Hydra Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ SongDue parole ed un punto di domanda, non servì altro per sciogliere il nodo stretto attorno a quel piccolo mistero che Nieve rappresentava. Ma prima che il fiume di parole irrompesse in quella valle, una domanda echeggiò nell'aria, colpendo l'angolo più remoto della Tassorosso. Una freccia eterea, il cui colpo non mancò di centrare il cuore. Diretta, senza vie di mezzo, un po' come qualcuno di sua conoscenza. Le iridi verdi tremarono per un solo istante. Oh si, Amber aveva un desiderio ben radicato nella profondità della sua anima, era potente, era micidiale.. ma era ben lungi dal trovare una sua realizzazione. Però si, lei teneva a quel desiderio più che ad ogni altra cosa, lo aveva scoperto negli anni, e via via che vi aveva preso confidenza, aveva trovato quella via, dissestata, da percorrere. Sapeva cosa doveva fare per raggiungerlo, più o meno, ma questo non avrebbe reso il percorso meno accidentato e pericoloso. Non aveva idea di quanto tempo avesse occupato quella visione, ma probabilmente la sua sola espressione pensierosa avrebbe risposto a Nieve molto meglio di futili parole. E no, non avrebbe espresso a voce alta quello che provava, non poteva farlo in quel momento, ed in effetti non era nemmeno quanto la bimba le stava chiedendo. Rimase in ascolto di quanto invece la Grifondoro aveva da "confessare". Rimanendo via via più allibita, restando a dir poco sconcertata dall'alternarsi di momenti pessimi a momenti ancora peggiori. A soli 11 anni, Nieve aveva sperimentato emozioni complesse ed aveva vissuto come una bambina non avrebbe dovuto vivere. La bionda non era nessuno per giudicare, e non avrebbe osato dire una sola parola sull' inadempiente o inesistente, famiglia della rosso-oro, ma non mancò di recepire ogni possibile sfumatura in quei discorsi. Le parole che venivano usate, il definirsi piccola, quando tutt'ora lo era, almeno agli occhi di Amber, il paragone tra chi aveva tutto e chi non aveva niente.. ogni cosa pesava un macigno. Si rese conto, alla fine di quei terribili racconti, che lei non avrebbe mai potuto comprendere cosa aveva passato la bimba, e meno che meno avrebbe mostrato pietà, essendo la prima a non volerne vedere nello sguardo altrui. Ma il dispiacere per quella vita già così tormentata, non mancò di avvolgerle lo stomaco in una morsa. Rinunciare ai sogni prima ancora di entrare ad Hogwarts.. quello era tremendo. La loro infanzia non era paragonabile.. per quanto dolore albergasse in Amber, ancora irrisolto e per nulla superato, non poteva dire di aver sentito la mancanza materiale di qualcosa. Eveline era tutto quanto le era mancato e le sarebbe sempre mancato, ma lei, il Prefetto biondo che ancora guardava la gente popolare il viale principale, era dalla parte dei ricchi. Non moralmente, ma materialmente.
Per nulla abituata a quel flusso di coscienza, altrui soprattutto, fece davvero del suo meglio per sembrare neutrale, per non mostrarsi eccessivamente apprensiva o per nulla interessata. Cercò un'espressione nel mezzo, e la fece sua. L'undicenne sembrava preoccupata dell'impressione che avrebbe potuto dare. Ed in effetti aveva i suoi motivi per esserlo, ma conoscere parte della storia originale servì ad Amber per aggiornare le sue riflessioni precedenti. Ora però, che la parola toccava a lei, si trovava nella condizione di non sapere esattamente come esprimersi. I discorsi di Nieve avevano una logica di base degna di un dibattito agli esami del terzo anno, ed il modo stesso in cui le aveva espresse, la fece pensare. In qualche modo, pur non avendone la certezza, si trovò a credere che quel tono "leggero" non fosse che lo scudo più a portata di mano. Non era compito di Amber raggiungere chi vi si nascondeva dietro, sarebbe stata un'invasione, una di quelle che lei stessa detestava. « Nieve.. non dovrai più preoccuparti di questo, non ora che sei qui. Sei ad Hogwarts, qui siamo tutti uguali, abbiamo tutti le stesse cose. » In parte era vero, ma lei cosa ne poteva sapere? « Qui non contano i Galeoni, o i pezzi di stoffa, qui conta la testa. Imparare ad usarla nel modo giusto, quello si che ti tirerà fuori dai guai. » Disse quella che si ritrovava a spegnerla più spesso del previsto. « Per quanto riguarda prima, anche per quello non voglio che ti preoccupi, io sono l'ultima persona che proverà mai pietà per qualcuno, credimi. » Gli occhi verdi tornarono ad incontrare quelli della Grifondoro, perché quel concetto doveva davvero essere ben chiaro. Ed un mezzo sorriso incurvò le morbide labbra. « Anche se la mia impressione dovesse davvero contare qualcosa, sappi che non è negativa, puoi stare tranquilla. » Probabilmente qualcuno avrebbe aggiunto una montagna di preoccupazioni per il passato della bimba, seguite da una serie di domande invasive e perfino del contatto fisico non richiesto, magari sotto forma di abbraccio. Ma no, Amber non era quel genere di persona, difatti difficilmente era davvero di conforto a qualcuno. Ma sentiva che Nieve meritava un trattamento più adulto, quel giorno, benché ci fosse poco spiraglio per una bambina in quegli stralci di tormentoso passato. Di nuovo l'analogia con Killian nacque spontanea. Certo quelle situazioni erano ben diverse, ma forse stava trattando Nieve come lui aveva trattato lei. Similitudini, ecco cos'erano quelle piccole considerazioni che via via prendevano vita. « Che dici, Mielandia? Ce l'hai l'album delle Cioccorane? »
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