Orme nella Neve ~, Per Nieve ♦

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/2/2017, 13:48
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


tumblr_static_tumblr_static_gif_4

L'aveva fatta grossa, di questo era certa.
Mentre ripercorreva all'inverso il sentiero che le aveva condotte dritte tra le braccia di un estraneo dai modi cangianti, Nieve realizzò di aver perso completamente il controllo delle proprie emozioni, com'era tipico del suo carattere in un continuo alternarsi di luce ed ombra. Nieve rischiava, rischiava continuamente contro ogni suggerimento della logica e del buonsenso a volte; altre, invece, rimaneva prigioniera di una nebbia di compostezza che le risultava difficile domare, sicché, quando infine vi riusciva, il sollievo per non essere perita si trasformava in gioia, la gioia in esuberanza, l'esuberanza in sconsideratezza. Avrebbe potuto trovare mille ragioni - e forse anche di più - cui imputare la dissonanza dei suoi modi, ma non avrebbe avuto alcun senso, non in quel momento. Nessuna delle spiegazioni che fosse riuscita a fornirsi avrebbe cancellato la consapevolezza di aver sbagliato sotto ogni fronte e, nel farlo, di aver messo in seria difficoltà la sua giovane accompagnatrice.
Un gran bel ringraziamento per la gentilezza dimostratami, si disse, rimbrottando se stessa con una reprimenda che avrebbe suscitato il suo senso di colpa, ferendola laddove faceva più male. Proprio lei, che d'ingratitudine aveva vissuto una vita, era caduta nel circolo vizioso che si era promessa di interrompere e nel quale, invece, era finita al pari di tutti gli altri. Mentre prestava attenzione al suono dei loro passi contro la neve fredda, un moto di rabbia la colse tanto intensamente quanto aveva fatto la sconsideratezza di poco prima: da quando era arrivata a Hogwarts, uno strano meccanismo aveva preso possesso del suo modo d'essere, cambiando i connotati che, da tre anni a quella parte, le facevano da guida. La spirale di nuove emozioni in cui la scoperta di essere una strega l'aveva gettata si era dimostrata una bestia difficile da domare e quelle erano le conseguenze.


-Perdonami,- esordì, quando il silenzio le risultò insopportabile. -So di aver sbagliato... tutto, praticamente; e so anche di non avere alcuna giustificazione. Ci ho quasi messe nei guai, guai grossi.-

Mentre parlava, sperando che Amber percepisse l'entità del suo dispiacere - ma senza, per questo, volersi discolpare -, ebbe l'impressione, per la prima volta nella vita, di identificarsi nelle ragioni di chi la evitava. Era una mina vagante, pericolosa e incomprensibile a tratti. Come spesso accadeva quando un'emozione la stordiva con virulenza, i suoi occhi mutarono appena la loro sfumatura e il dolore che ne seguì la costrinse a strofinarli con le dita. Mai come in quel momento avrebbe dato l'impressione di essere la bambina che, in realtà, non era mai stata.

-Sono mortificata, Amber, davvero. E' che...- Per un attimo, l'idea di renderla partecipe del ricordo che le aveva suscitato tanta indignazione, spingendola a vedere nell'inquietante sconosciuto una persona del suo passato, le sfiorò la mente, ma fu soppressa poco dopo. Era già abbastanza patetica in quel modo, senza che ci fosse bisogno di aggiungere altro. I suoi occhi, ora più oscuri di quando lei e la Tassorosso si era incontrate, cercarono quelli della sua interlocutrice, mentre si fermava un istante per riprendere fiato. -Posso fare qualcosa per farmi perdonare, oltre a prometterti di non disturbarti mai più?-
©harrypotter.it


Edited by ~ Nieve Rigos - 22/2/2017, 13:27
 
Top
view post Posted on 19/2/2017, 10:14
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,505
Location:
Hyperversum

Status:


no
Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ Song

Christmas-Dividers-PNG-HD

Voltare le spalle allo straniero non era propriamente la sua idea preferita, ma dovevano allontanarsi da lì, quello era certo. I nervi di Amber erano pronti a scattare al minimo comando, era sull'attenti da almeno una decina di minuti e probabilmente avrebbe impiegato il doppio del tempo per potersi considerare "al sicuro". Avrebbe voluto dire che la colpa di tutto fosse di Nieve, ma non sarebbe stata la più sincera delle verità. La realtà era che la piccola Grifondoro era sotto la sua responsabilità e se le fosse successo qualcosa, a pagarne le conseguenze sarebbe stata solo la Tassorosso. Trattenne il fiato finché non furono al sicuro, dietro lo steccato, in un luogo più vicino al centro del villaggio, le cui vie erano certamente più trafficate.
L'espressione sul suo volto era indecifrabile, volta a mascherare il timore provato poco prima, quando aveva passato in rassegna tutti gli incantesimi conosciuti per togliersi dai guai. Non c'era da annoiarsi, quello era ormai inconfutabile. Se prima aveva creduto che fare due passi per il Villaggio avrebbe rischiato perfino di annoiarla, data la frequenza con cui si ritrovava a vagare per quel posto... ora era certa che la noia non si sarebbe fatta viva tanto in fretta. Amber non era il tipo da prendere per mano uno studente più giovane, non era il genere di persona che prediligeva il contatto fisico, in generale, e dunque aveva sperato che la sua sola postura ed il cambio del tono di voce, bastassero per far muovere Nieve al suo seguito. Ancora rifletteva sul comportamento dell'undicenne, ripensando a quante cose lei avrebbe fatto in modo differente. La piccola biondina che era stata, quasi sette anni prima, probabilmente sarebbe rimasta paralizzata, ma in realtà era anche difficile che si sporgesse oltre lo steccato. Il senso di ricerca del pericolo era sbucato fuori d'improvviso, dopo i quattordici anni, ed aveva trovato pane per i suoi denti, con i Draghi. Ma per quanto quella potesse essere una similitudine, che avrebbe potuto legarle in qualche modo, la bionda volle convincersi che niente le accomunasse.
Il silenzio che accompagnava i loro passi lenti, era l'elemento in cui Amber si ritrovava di più, le dava un senso di calma ed il modo migliore per tranquillizzarsi era proprio riuscire ad archiviare mentalmente la faccenda. Poteva farlo solo se circondata da tranquillità e silenzio. Ma le parole di Nieve giunsero inaspettate, tanto che la bionda rallentò il passo per accostarsi alla Girfondoro ed ascoltare con più attenzione cosa avesse da dirle.
«.. quasi»
Sottolineò, osservando forse con meno durezza la bimba, che comunque aveva fatto un passo avanti verso delle sincere scuse. Amber non poteva pensare di tenerle il broncio per tutto il giorno. In fin dei conti, la curiosità andava certo inquadrata ma non soffocata. E fu un attimo. In un attimo comprese che forse la prima persona in grado di ridimensionare Nieve, poteva essere lei. Chi meglio di qualcuno che era presente?
Stava ancora formulando un discorso decente per iniziare ad arginare il "problema", quando altre parole fluirono rapide. La mortificazione era evidente, ed era il centro di tutto. Ma fu solo quando la bimba le chiese se poteva fare qualcosa per discolparsi, che un sorriso addolcì il volto del Prefetto giallo-nero. I passi si fermarono, sincronizzati a quelli di chi le camminava accanto, ora si che stava a lei dire qualcosa.
« Mi hai fatto prendere un infarto, lo sai? ». Ok, forse non era il modo migliore per iniziare, ma il tono di voce avrebbe fatto comprendere da sé che, per quanto lievemente infastidita, la Tassa non era arrabbiata. « Però non importa, ce la siamo cavata, hai messo alla prova i miei nervi. » Detto questo, venne poi il momento di un discorso ben più serio, qualcosa che forse avrebbe detto solo una sorella maggiore. « Ascoltami, io non so perché hai deciso di sfidare quell'uomo, ma ti è andata bene che ci fossi io. In qualche modo probabilmente ce la saremo cavata, se avesse voluto attaccarci. Ma non puoi fare queste cose. Non ti dico di temere il prossimo, non sarebbe giusto, ma non puoi fidarti di tutti quelli che incontri, non tanto da concedere loro di vederti agguerrita » Dove stava andando a parare esattamente? Ma poi, chi era lei per dare quei consigli? « Piuttosto aspetta, osserva, impara a capire cosa ti comunicano anche senza parlare, e solo dopo potrai decidere se mostrarti per ciò che sei, oppure no.» Ed una bimba di undici anni aveva sicuramente un'idea ben vaga di chi fosse. Lei aveva sperimentato quel concetto in prima persona. E così, involontariamente le svelò il segreto delle sue mosse.. in modo blando, perché Amber invece non si fidava proprio di nessuno. Ma le era sembrato più corretto indirizzare Nieve, senza immobilizzarla dentro la campana di vetro che lei stessa aveva tanto odiato. Aveva dato un consiglio probabilmente valido, che però lei stessa faticava sempre di più a seguire, quindi implicitamente la bionda stava riprendendo entrambe. « Puoi promettermi che non andrai in giro per il Villaggio a sfidare la gente che ti sembra scontrosa? »Le chiese infine, ritrovando il sorriso gentile con cui tutto aveva avuto inizio. Un altra cosa che ci sarebbe stata bene? Una cioccolata calda! E forse un giro da Mielandia..

 
Top
view post Posted on 19/2/2017, 18:55
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


emma-emma-swan-26645638-500-282

Di tutte le reazioni che avrebbe potuto aspettarsi da Amber, la gentilezza non era di certo tra quelle che Nieve aveva preso in considerazione. E, probabilmente, fu proprio il fatto di essere colta alla sprovvista che, mescolandosi al turbinio di emozioni che l'incontro cui erano scampate le aveva provocato, finì per sgomentarla. Visse i momenti successivi alle sue scuse con l'empatia di uno spettatore esterno al cospetto della rappresentazione dei guai del suo personaggio preferito: provò sollievo, rabbia e, infine, commozione finché il calore che si era materializzato all'altezza del petto non rischiò di ustionarla e si vide costretta a sopprimerlo. Per un attimo, nell'assorbire la portata delle parole di Amber, Nieve si sentì sopraffare e guardò la sua interlocutrice con un'espressione che la diceva lunga circa il sollievo e la gratitudine che stava provando.

Con le labbra schiuse in un'aperta manifestazione di sorpresa, puntò i suoi occhi inscuriti in quelli del giovane Prefetto e vide in lei un'emblema della figura materna che aveva sempre auspicato di trovare; e, insieme ad essa, vide la realizzazione di uno dei desideri più grandi che avessero mai preso posto nel suo cuore, quello, cioè, di essere perdonata al di sopra di ogni errore. In quel momento, Amber rappresentò per lei la madre, la sorella, l'amica che avevano popolato le sue fantasie più gioiose, le sole che riuscivano a mettere una pezza nel suo animo già così ampiamente rattoppato quando l'ennesima delusione finiva per abbattersi su di lei. Com'era accaduto pochi istanti prima, rivisse il giorno della sua infanzia in cui, dopo essersi appiattita contro la vetrina di un panificio per i morsi della fame, si era ritrovata un'enorme pasta alle mele tra le mani che le era costata una dolorosissima punizione; il proprietario del locale, infatti, scorgendola al di là della vetrata con uno dei suoi prodotti tra le mani, era arrivato alla conclusione di essere stato derubato e non c'aveva pensato un attimo ad adottare le maniere forti. Quella sera, Nieve aveva tardato a ritornare a casa, le dita striate per i colpi che le erano stati inferti come punizione e gli occhi gonfi di un'ingiustizia che non era stata in grado di spiegare. Era così abituata ad aspettarsi il peggio ad ogni errore - perfino involontario - che la comprensione di Amber la ferì più di uno schiaffo.


-Lo farò,- disse, distogliendo lo sguardo subito dopo per rifugiarsi nella coltre di compostezza che così tanto strideva con l'atteggiamento di poco prima. La sua attenzione si concentrò per un istante sulla sagoma di un passante ingobbito dalle folate di vento, nella speranza di domare il turbine di emozioni di cui si sentiva così scioccamente preda. Ma il suo tentativo fu misero, poiché, quando parlò ancora, dovette schiarirsi la voce per recuperare una parvenza di compostezza. -E' molto gentile da parte tua darmi questi consigli. Ne farò tesoro, lo prometto!-

Quando riprese a camminare, consapevole che Amber non l'avrebbe persa nemmeno di un passo, il suo atteggiamento era cambiato. Muoveva ogni passo come se il suo corpo minuto stesse trascinando su di sé un peso di proporzioni gigantesche e, ad ogni metro che conquistavano alla volta del villaggio, quel gravame pareva assumere corposità, poiché la piegava ancora un po' di più. La lotta con se stessa, per sostituire la versione ardimentosa che si era mostrata tanto sciocca in presenza dell'estraneo, imperversava nei colori freddi di un'amara consapevolezza: per quanto desiderasse andare via e liberare Amber della sua presenza, non era corretto infonderle il turbamento di cui si stava nutrendo in quel momento. Il minimo che potesse fare era concludere quella visita in maniera dignitosa e, se possibile, fare tesoro dell'esperienza di quella giornata per non commettere ancora una volta lo stesso errore. Era così poco abituata a stare con gli altri, al contatto sociale che la sua esuberanza rischiava di essere un'arma a doppio taglio. Quando cercò la studentessa che le camminava accanto con lo sguardo, era rimasto poco o nulla del fuoco che l'aveva animata sin dall'inizio della gita a Hogsmeade. Eppure le sorrise di un imbarazzo sincero nella sua ossimorica compostezza.

-Mi permetterai di offrirti qualcosa per farmi perdonare?-
©harrypotter.it


Edited by ~ Nieve Rigos - 22/2/2017, 13:26
 
Top
view post Posted on 20/2/2017, 16:35
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,505
Location:
Hyperversum

Status:


no
Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ Song

Christmas-Dividers-PNG-HD

C'era un mondo sconosciuto, dietro quei semplici gesti.
Da una parte stava Amber, incapace di padroneggiare tutti gli ambiti della comunicazione umana, e dall'altra, Nieve, che per quanto piccola era in grado di celare in sé una personalità particolarmente complessa. Doveva essere una semplice e - forse - noiosa passeggiata per Hogsmeade, ed invece le cose erano andate diversamente. Ma anche ora, che la "retta via" sembrava ormai imboccata.. qualcosa non andava. Le parole con cui, forse fin troppo accoratamente, aveva risposto alle scuse della bimba, la fecero riflettere, e ci mise poco a capire si averle rivolte anche alla sua parte più inconsapevole. La lettura dei pensieri altrui non era una scienza perfetta, nemmeno per chi poteva dire di padroneggiarla meglio della bionda. Di certo però qualcosa stonava, l'abbinamento di compostezza e sguardo della Grifondoro non era perfetto. Impossibile non chiedersi se fosse, in parte, anche colpa sua.
Eppure era convinta di aver agito per il meglio, anzi.. probabilmente altri Prefetti al posto suo avrebbe preso provvedimenti ben peggiori, abbassando anche la Clessidra dei Rosso-Oro. Ma Ambe non era mai stata quel genere di Prefetto, non fuori dalle mura, o fuori dalle ronde. E poi, un po' doveva ammettere di capire la curiosità che animava un corpicino così reattivo, ma lì non si trattava solo di quello. Nieve era una bomba pronta ad esplodere, nessuno avrebbe potuto assicurarle che non si sarebbe ripresentato un episodio simile a quello appena passato. Solo la bimba poteva farle una promessa, e dallo sguardo cristallino del Prefetto ella avrebbe potuto comprendere che si aspettava venisse mantenuta. Se c'era una cosa che Amber proprio non prendeva alla leggera erano le promesse. Dava loro quasi l'importanza di un voto infrangibile. Poi dipendeva sempre dai vari casi, ma certamente non era consigliato non mantenere una promessa fatta a lei. Non era certa che i suoi consigli fossero davvero giunti a destinazione nel modo in cui l'aveva pensata, ma non si premurò di ripeterli. Anche ripetersi era una cosa che non sopportava. La camminata riprese, mentre le vie del Villaggio, moderatamente affollate, venivano loro in contro. Ben presto quella faccenda della Stamberga sarebbe stata dimenticata ed il suo umore sarebbe migliorato.


«No, non te lo posso permettere, è un usanza di noi Prefetti.. forse... offrire al primo giro. Magari al prossimo toccherà a te. » rispose alla richiesta buffa della bimba. In genere era difficile che chiunque potesse offrire qualcosa alla Tassa, mene che meno se si trattava di studenti più giovani. Non capiva nemmeno lei a fondo la meccanica di quel concetto, ma così era e sempre sarebbe stato. Certo restava da capire dove esattamente volessero andare. Ambe non aveva dimenticato che Nieve non aveva espresso davvero un interesse per visitare il Villaggio, quindi non poteva nemmeno più essere certa che quella fosse la direzione giusta. « Stai bene? » chiese infine, fermandosi poco prima di imboccare la vera via principale, prima che Mielandia le accogliesse fino a fuori con il dolce profumo del caramello. Forse nemmeno lei voleva davvero immergersi nella folla, e forse anche per quella ragione si era fermata. Ma nulla di quanto pensava sarebbe poi apparso leggibile all'esterno, aveva imparato a celarsi molto bene. « Se preferisci possiamo tornare al Castello.. magari con calma. O, altro. Possiamo anche restare qui, ecco magari non proprio in questo punto preciso ma.. Beh, dimmi tu Nieve. » Un sorriso gentile fu quanto rimase da aggiungere.

 
Top
view post Posted on 22/2/2017, 13:25
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


tumblr_o7fugobD8G1u48jbbo1_500

-Hai mai desiderato qualcosa con tutta te stessa, Amber?-

Quando quella domanda le uscì di bocca, Nieve seppe esattamente quale sarebbe stato il seguito, quali parole avrebbe aggiunto per dare una risposta ad un quesito in parte retorico, in parte intriso di autentica curiosità. Mentre osservava le vie di Hogsmeade a qualche metro da lei, gremite dei personaggi più vari e interessanti, la giovane arrivò alla conclusione diametralmente opposta rispetto ad Amber senza esserne consapevole: come la Tassorosso rifuggiva il pensiero di mescolarsi alla folla in un tratto che ben si addiceva a quel che traspariva all'esterno del suo carattere, Nieve si sarebbe gradevolmente lasciata trasportare dal fiume di esseri umani che stava a poca distanza dal punto in cui si trovavano. Era una gioia che aveva sperimentato con l'arrivo a Londra, il piacere di un contatto casuale con un estraneo, di sentirsi parte di qualcosa che è in grado di sconfiggere la solitudine. Per una persona come lei, che dell'isolamento non aveva mai sofferto la fame, era di conforto percepire il pizzicorio di un contatto del tutto casuale, pur con la consapevolezza che non avrebbe avuto un seguito. Le ricordava costantemente che la sua esistenza aveva intrapreso un percorso diverso rispetto al passato, un percorso che si sarebbe srotolato dinanzi a lei sulla base delle sue sole scelte.

-Da piccola, io ho desiderato tante cose che non ho mai potuto avere, finché non ho smesso di volerle, finché sono mi sono arresa.- C'era qualcosa di profondamente ossimorico nel distacco apparente con cui pronunciò quelle parole, come se stesse attingendo al baule dei ricordi senza lasciare che il suo contenuto riuscisse a toccarla. -Una vita migliore, un amico, qualcosa da mettere in pancia, vestiti per corpirmi, essere considerata normale...- Mentre procedeva con quell'elencazione, Nieve ebbe l'impressione di sentire la sua voce da molto lontano, un tocco di parole sommesso che venivano dalla versione più pacata di sé. -Una volta, quando ero più piccola, trovai una catenina d'argento in mezzo alla neve: col senno di poi, non era niente di speciale, ma per me era un tesoro, qualcosa da considerare solo e soltanto mio, addirittura qualcosa che gli altri bambini avrebbero potuto invidiarmi fino a pensare che fossi... fica. Ma la verità è che non fece altro che attirare attenzioni sbagliate su di me e, per farla breve, il figlio di uno degli abitanti più ricchi del paese disse che era stato lui a trovarla e che io gliel'avevo sottratta. Riesci a immaginare come andarono le cose?-

Stavolta, il suo sguardo si volse a cercare quello della sua interlocutrice, le labbra inclinate in un sorriso dolceamaro. Non sapeva per quale ragione avesse improvvisamente cambiato idea, decidendo di condividere con Amber il racconto che aveva suscitato la sua indignazione in presenza dell'inquietante estraneo. Una parte di lei credeva che il Prefetto meritasse di sapere quantomeno per quale ragione Nieve avesse messo a repentaglio la loro incolumità senza riuscire a controllarsi; un'altra parte desiderava interrompere il circolo vizioso che la vedeva sempre ricoprire la parte della strana; un'altra ancora, infine, anelava alla libertà che solo la verità è in grado di dare.


-E' per questo che ho reagito in quel modo sconsiderato, è per questo che non sono riuscita a chiudere la bocca quando sarebbe stato più saggio farlo. Mi sono sentita nuovamente derubata di qualcosa di mio, anche se immaginavo che non me l'avresti comunque fatto tenere.- Sospirando, scosse il capo e rise di sé. -La verità è che non importa quante cose siano cambiate nella mia vita da allora: rimango ancora la bambina povera che perde nel confronto col bambino ricco.- Era un'ammissione così difficile da fare a voce alta e, insieme, così liberatoria che, quando le parole le uscirono di bocca, sentì di essersi alleggerita. -Non voglio giustificare il mio comportamento sconsiderato, né vorrei mai che tu provassi pietà per me. Volevo solo che non ti facessi un'impressione completamente sbagliata, per quello che può valere.-
©harrypotter.it
 
Top
view post Posted on 22/2/2017, 15:58
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,505
Location:
Hyperversum

Status:


no
Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ Song

Christmas-Dividers-PNG-HD

Due parole ed un punto di domanda, non servì altro per sciogliere il nodo stretto attorno a quel piccolo mistero che Nieve rappresentava. Ma prima che il fiume di parole irrompesse in quella valle, una domanda echeggiò nell'aria, colpendo l'angolo più remoto della Tassorosso. Una freccia eterea, il cui colpo non mancò di centrare il cuore. Diretta, senza vie di mezzo, un po' come qualcuno di sua conoscenza. Le iridi verdi tremarono per un solo istante. Oh si, Amber aveva un desiderio ben radicato nella profondità della sua anima, era potente, era micidiale.. ma era ben lungi dal trovare una sua realizzazione. Però si, lei teneva a quel desiderio più che ad ogni altra cosa, lo aveva scoperto negli anni, e via via che vi aveva preso confidenza, aveva trovato quella via, dissestata, da percorrere. Sapeva cosa doveva fare per raggiungerlo, più o meno, ma questo non avrebbe reso il percorso meno accidentato e pericoloso. Non aveva idea di quanto tempo avesse occupato quella visione, ma probabilmente la sua sola espressione pensierosa avrebbe risposto a Nieve molto meglio di futili parole. E no, non avrebbe espresso a voce alta quello che provava, non poteva farlo in quel momento, ed in effetti non era nemmeno quanto la bimba le stava chiedendo. Rimase in ascolto di quanto invece la Grifondoro aveva da "confessare". Rimanendo via via più allibita, restando a dir poco sconcertata dall'alternarsi di momenti pessimi a momenti ancora peggiori. A soli 11 anni, Nieve aveva sperimentato emozioni complesse ed aveva vissuto come una bambina non avrebbe dovuto vivere. La bionda non era nessuno per giudicare, e non avrebbe osato dire una sola parola sull' inadempiente o inesistente, famiglia della rosso-oro, ma non mancò di recepire ogni possibile sfumatura in quei discorsi. Le parole che venivano usate, il definirsi piccola, quando tutt'ora lo era, almeno agli occhi di Amber, il paragone tra chi aveva tutto e chi non aveva niente.. ogni cosa pesava un macigno. Si rese conto, alla fine di quei terribili racconti, che lei non avrebbe mai potuto comprendere cosa aveva passato la bimba, e meno che meno avrebbe mostrato pietà, essendo la prima a non volerne vedere nello sguardo altrui. Ma il dispiacere per quella vita già così tormentata, non mancò di avvolgerle lo stomaco in una morsa. Rinunciare ai sogni prima ancora di entrare ad Hogwarts.. quello era tremendo. La loro infanzia non era paragonabile.. per quanto dolore albergasse in Amber, ancora irrisolto e per nulla superato, non poteva dire di aver sentito la mancanza materiale di qualcosa. Eveline era tutto quanto le era mancato e le sarebbe sempre mancato, ma lei, il Prefetto biondo che ancora guardava la gente popolare il viale principale, era dalla parte dei ricchi. Non moralmente, ma materialmente.

Per nulla abituata a quel flusso di coscienza, altrui soprattutto, fece davvero del suo meglio per sembrare neutrale, per non mostrarsi eccessivamente apprensiva o per nulla interessata. Cercò un'espressione nel mezzo, e la fece sua. L'undicenne sembrava preoccupata dell'impressione che avrebbe potuto dare. Ed in effetti aveva i suoi motivi per esserlo, ma conoscere parte della storia originale servì ad Amber per aggiornare le sue riflessioni precedenti. Ora però, che la parola toccava a lei, si trovava nella condizione di non sapere esattamente come esprimersi. I discorsi di Nieve avevano una logica di base degna di un dibattito agli esami del terzo anno, ed il modo stesso in cui le aveva espresse, la fece pensare. In qualche modo, pur non avendone la certezza, si trovò a credere che quel tono "leggero" non fosse che lo scudo più a portata di mano. Non era compito di Amber raggiungere chi vi si nascondeva dietro, sarebbe stata un'invasione, una di quelle che lei stessa detestava.

« Nieve.. non dovrai più preoccuparti di questo, non ora che sei qui. Sei ad Hogwarts, qui siamo tutti uguali, abbiamo tutti le stesse cose. »
In parte era vero, ma lei cosa ne poteva sapere? « Qui non contano i Galeoni, o i pezzi di stoffa, qui conta la testa. Imparare ad usarla nel modo giusto, quello si che ti tirerà fuori dai guai. » Disse quella che si ritrovava a spegnerla più spesso del previsto. « Per quanto riguarda prima, anche per quello non voglio che ti preoccupi, io sono l'ultima persona che proverà mai pietà per qualcuno, credimi. » Gli occhi verdi tornarono ad incontrare quelli della Grifondoro, perché quel concetto doveva davvero essere ben chiaro. Ed un mezzo sorriso incurvò le morbide labbra. « Anche se la mia impressione dovesse davvero contare qualcosa, sappi che non è negativa, puoi stare tranquilla. » Probabilmente qualcuno avrebbe aggiunto una montagna di preoccupazioni per il passato della bimba, seguite da una serie di domande invasive e perfino del contatto fisico non richiesto, magari sotto forma di abbraccio. Ma no, Amber non era quel genere di persona, difatti difficilmente era davvero di conforto a qualcuno. Ma sentiva che Nieve meritava un trattamento più adulto, quel giorno, benché ci fosse poco spiraglio per una bambina in quegli stralci di tormentoso passato. Di nuovo l'analogia con Killian nacque spontanea. Certo quelle situazioni erano ben diverse, ma forse stava trattando Nieve come lui aveva trattato lei. Similitudini, ecco cos'erano quelle piccole considerazioni che via via prendevano vita.

« Che dici, Mielandia? Ce l'hai l'album delle Cioccorane? »


 
Top
view post Posted on 23/2/2017, 12:35
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


giphy

Le sue parole avevano colpito Amber.
Nieve se ne rese conto nell'istante in cui i suoi occhi tornarono sui lineamenti delicati del volto della sua interlocutrice e colse una riflessione profonda insinuarsi tra i suoi pensieri, estraniandola dal mondo quel tanto che bastava a non renderla del tutto assente. Nell'osservarla, la piccola Grifondoro comprese per la prima volta gli intrichi dell'animo umano, poiché li vide uno ad uno inspessirsi e portare Amber sempre più giù. Distolse lo sguardo. Non aveva alcuna fretta di ottenere una risposta. A dirla tutta, non sapeva nemmeno che reazioni aspettarsi al fiume di parole con cui aveva travolto l'altra. La verità era che aveva voluto quantomeno collocare l'esteriorità del suo comportamento agli occhi dell'altra, nella speranza che quanto aveva visto non pregiudicasse l'idea che aveva di lei. Mentre osservava distrattamente una vecchia ambulante armeggiare dietro la sua strana bancarella, Nieve rise di sé ancora una volta nel realizzare quanto peso avesse ai suoi occhi l'opinione degli altri. Era sempre stato così, da che aveva memoria. Non importava quante volte si fosse ripetuta - e si fosse sentita ripetere - che l'unico giudizio rilevante era nient'altro che il suo: alla fin della fiera, il suo stomaco si stringeva e il suo cuore mancava qualche battito se le capitava di avere l'impressione di non essere piaciuta a chi aveva di fronte. Era una deformazione fisiologica, risultato dell'abbandono e delle domande che questo portava con sé. A volte, nel silenzio della sua stanza, quando le ragazze dormivano e lei non riusciva a chiudere occhio nel timore di essere risucchiata nello stesso, tormentoso incubo, si diceva che le cose sarebbero state diverse, se solo avesse saputo quali erano le sue origini. Così, invece, le pareva di brancolare nel buio, astro reietto destinato a una rapida, distruttiva caduta.


-Trovo che sia un'ottima idea,- disse quando si fu ridestata dal flusso di pensieri ed ebbe colto la domanda di Amber. -Il cioccolato è una delle gioia che ho da poco riscoperto. Ne vado matta!-

Era grata ad Amber per il tatto che aveva dimostrato e, in cuor suo, non seppe immaginarsi una reazione migliore alla confessione di cui l'aveva resa destinataria. Non l'aveva compatita, né si era sentita in diritto di invadere i suoi spazi alla luce dello spiraglio che Nieve aveva aperto sul suo passato. C'erano, nella persona che Nieve aveva di fronte, una delicatezza e un riserbo al limite della freddezza, che in questa, tuttavia, non sfociava mai. In più occasioni, nel corso della loro gita, alla piccola era parso di scorgere nell'altra lo stesso, irrefrenabile tremore di chi vive una lotta intestina ai propri sentimenti e non sempre è in grado di coniugare ciò che è con ciò che vorrebbe essere. Era estenuante, Nieve lo sapeva bene.

-Davvero esiste l'album delle Cioccorane?- le chiese con espressione curiosa, mentre muoveva il primo passo in direzione del villaggio dal quale, fino ad allora, si erano tenute debitamente a distanza. -Comunque, volevo ringraziarti, Amber,- fece d'un tratto, come ridestatasi dal torpore che l'aveva portata a sorvolare la questione alla prima occasione utile. -Chiunque altro, al posto tuo, avrebbe mostrato un piglio più severo e non mi avrebbe mai dato l'opportunità di spiegarmi, men che meno quella di capire.- E, di quello, Nieve era certa poiché lo aveva sperimentato sulla sua pelle per tutta la vita: ad ogni suo errore, seguiva immancabilmente il biasimo, mai la comprensione. -Sei una delle persone più gentili che abbia mai conosciuto. Sono contenta di aver pensato a te come accompagnatrice.-
©harrypotter.it
 
Top
view post Posted on 23/2/2017, 16:09
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,505
Location:
Hyperversum

Status:


no
Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ Song

Christmas-Dividers-PNG-HD

Si sarebbe persa in nuovi pericolosi pensieri, se Nieve non l'avesse nuovamente portata alla realtà. Anni prima tutte le incertezze, tutti i muri contro cui era andata a sbattere ripetutamente, l'avevano infastidita a tal punto da portarla quasi a credere che suo padre fosse nel giusto. L'idea che John potesse avere ragione a tenerle nascosti i più sciocchi segreti di famiglia, era davvero stata ad un soffio dall'essere accettata dalla Tassina. Ma no, impedirle di trovare la verità, impedirle di scavare per qualcosa che normalmente avrebbe dovuto trovare in superficie, non le avrebbe mai fatto bene. Era servito l'intervento di outsider perché quelle che prima le erano sembrate sciocche pretese, divenissero dei diritti da far valere. Proprio in quel frangente aveva scoperto di avere un desiderio di rivalsa ben maggiore del previsto, di non essere solo una fragile bambola di cristallo, ma di avere anche la forza per portare avanti i suoi progetti. Forse ne aveva anche troppa, il controllo su quell'emozione era blando, le redini non si trovavano da nessuna parte, ed il manuale di istruzioni era probabilmente andato in fiamme anni prima. Lei stessa sapeva di non riuscire a domare quel lato meno cauto, quindi difficilmente gli dava modo di prendere il controllo. Al contempo, erano però quelli i momenti in cui si sentiva più.. viva. Mielandia - ironico a dirsi - fu l'approccio migliore, alla fine, e divenne la loro destinazione.
« Concordo, il cioccolato ha un potere tutto suo. » rispose, affabile, mentre il portone del negozio si faceva via via più vicino. Nei suoi sogni più tormentati, vedeva ancora il tendone di un circo, poteva vedere la via di ciottoli riempirsi di artisti di strada, la neve sparire ed un fiume di persone invadere ogni anfratto del Villaggio. Il Circo della Notte... un'altra cosa che non avrebbe dimenticato.

« Non solo esiste, ma devi assolutamente averlo! » affermò con convinzione, mentre lo sguardo tornava alla strada, ed alle persone che lentamente l'affollavano, nessuno sembrava avere fretta. « Fare la collezione delle figurine è una del- ... Oh » avrebbe proseguito spiegando quanto in effetti lei stessa si impegnasse a riempire tutti i buchi dell'album e quanto in effetti le mancasse poco a finire la collezione, quando quei sinceri ringraziamenti la privarono dei suoi ragionamenti. Serrò le labbra e rimase in ascolto, non senza che un certo, classico, imbarazzo si impossessasse di tutto.
Insieme a quei ringraziamenti, che già così sarebbero stati difficili da "gestire", c'erano anche dei complimenti, ed una piccola parte di Amber si rese conto di quanto le facesse piacere sapere di non essere stata invadente, e di averle dato quello di cui aveva bisogno in quel momento. Il suo orgoglio si fece largo in tutto quel caos di emozioni, prendendosi la parte che più gli spettava.
Lo sguardo del Prefetto si fece appena più intenso, Nieve le aveva davvero detto che era la persona più gentile che avesse mai conosciuto? Non poteva crederlo. Non aveva mai pensato che quella fosse una delle sue qualità. Come poteva esserlo? Era convinta che l'idea che altri potevano farsi non avesse nulla a che vedere con la "gentilezza". Era quasi certa che la prima cosa a trasparire fosse una certa aura di distacco. Però la piccola giallo-oro non sembrava mentire. Era quindi un complimento? Sembrava lo fosse.. impossibile però recepirlo davvero come tale. Confusa da quella sincerità, la Tassa provò a focalizzarsi di più sulla frase precedente. Il ruolo di Guida, in quell'ambito, le era parso nuovo. Era un Prefetto da più di un anno, eppure non si era mai sentita tanto responsabile per qualcuno come quel giorno. Avrebbe rimandato a poi la decisione se fosse un qualcosa di positivo o negativo.
« Sono solo brava ad ascoltare, tutto qui. » Si affrettò a dire, sperando che non venisse percepito come un eccesso di umiltà, ma piuttosto un suo modo - molto strano a dir il vero - per ringraziare. Ancora non ci sapeva fare con i complimenti e, beh, anche il Ballo di Fine anno ne era stato una prova. Ancora echeggiava nella sua mente quello che le aveva detto Killian, ed ancora lei non trovava il modo migliore per replicare. « Entriamo? » Chiese, cercando di scacciare dalla mente il valzer che stava iniziando a suonare. Non era quello il momento di lasciarsi andare ai ricordi.


 
Top
view post Posted on 24/2/2017, 13:40
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


emma-swan-reaction

L'espressione di Nieve, quando furono uscite da Mielandia, era un concentrato di emozioni assai differenti tra loro. Era chiaramente grata ad Amber per l'ennesimo sfoggio di gentilezza avuto nei suoi confronti ed era altrettanto stupita, poiché una parte della sua mente aveva rimosso le parole della Tassorosso circa l'usanza invalsa tra i Prefetti a Hogsmeade. Allo stesso tempo, però, si agitava in lei un senso di disagio che, per quanto desiderasse domare, prese a stringerle lo stomaco in una morsa ferrea. Dopo essere stata accolta in casa da Grimilde, Nieve aveva giovato d'un trattamento regale per gli standard cui era abituata e, nei limiti della sua condizione psicologica, era anche riuscita a gioirne: dall'oggi al domani, era passata dal non possedere nulla all'avere a disposizione anche troppo. Così, a mano a mano che il tempo era trascorso, aveva cominciato a percepire il peso della sua condizione, ove tutto ciò che le apparteneva non lo sentiva mai veramente suo. Viveva, se così vogliamo dire, il complesso di chi sente di pesare sulle finanze altrui senza poter fare nulla per ricambiare anche solo in minima parte. Dopo lo sfoggio di comprensione di cui Amber l'aveva resa destinataria, il fatto che si fosse perfino presa la briga di comprarle da mangiare era quasi troppo da sopportare.

-Senti...- fece d'un tratto con espressione corrucciata, mentre si voltava per fronteggiarla, sul viso i segni della battaglia che stava imperversando dentro di lei: per un verso, desiderava non seccare la ragazza più di quanto non avesse già fatto in futuro; per un altro, desiderava ricambiare la cortesia. Un'idea le balenò in mente d'improvviso, sicché la sua fronte si distese e la sua bocca si aprì in un sorriso genuino. Sapeva esattamente cosa fare! -Mi mette un po' in imbarazzo il fatto che tu mi abbia offerto la torta, considerato lo spavento che ti ho fatto prendere. Ma ti sono molto, molto grata!- Qualcosa le suggerì che Amber non avrebbe saputo come reagire a quell'ennesimo complimento, ma, invece che sgonfiare la situazione, decise di rincarare la dose in un atteggiamento tipico della sua età. I suoi occhi brillarono di un divertimento malizioso, tuttavia, quando pronunciò le seguenti parole: -Te l'ho detto che sei molto gentile!-

Fondamentalmente, il loro evidente contrasto la divertiva. Superato il momento d'imbarazzo iniziale e, soprattutto, quello successivo all'episodio della Stamberga Strillante, Nieve aveva cominciato ad assaporare l'agio di trovarsi in compagnia di qualcuno di così particolare nel suo essere piacevole. Grimilde e i suoi genitori erano delle persone deliziose, ma le usavano la condiscendenza tipica degli adulti. Amber, invece, aveva il pregio di lasciarsi stupire senza essere vittima degli schemi anagrafici imposti dalla società. E questo a Nieve piaceva.

-Ti andrebbe di sederci da qualche parte e assaggiare quello che abbiamo comprato?- chiese, guardandosi intorno come per trovare un posto idoneo a dare seguito alle sue parole. -Sono sollevata di sapere che non mangiate le rane vive, comunque. Ma devo ammettere che la vista di quella rana saltellante rimane ancora raccapricciante. Quel bambino l'ha morsa mentre era ancora animata!!!- I suoi occhi scorsero un gruppetto di ragazzi dell'età di Amber con le braccia stipate di oggetti di tutte le forme. Non poté fare a meno di notare, poco dopo, che Zonko fosse una delle principali attrazioni del villaggio. Ne aveva sentito parlare in Sala Comune, ora che ci pensava. -Aspetta,- fece come colta d'improvviso da uno strano pensiero, -è vero che da qualche parte vendono una bevanda fatta col burro?-
©harrypotter.it
 
Top
view post Posted on 28/2/2017, 14:32
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,505
Location:
Hyperversum

Status:


no
Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ Song

Christmas-Dividers-PNG-HD

Non poteva farle tutte giuste, già lo sapeva.. in qualche modo qualche errore doveva commetterlo. Se così non fosse stato, avrebbe nutrito troppo il suo ego.
Forse era stato indelicato offrire il primo giro da Mielandia, ma Amber aveva il pregio di essere coerente, anche se la linea seguita non era delle migliori. E dunque, avendo promesso di offrire, proseguì nei suoi intenti. Rimase però interdetta nel sentirsi in qualche modo riprendere da Nieve. Sapere in maniera così schietta di averla messa un po' in imbarazzo, non le piacque per niente, ma incassò il colpo al meglio. Non era abituata ad essere tratta così, non da tutti almeno. Solitamente in Sala Comune si sapeva come lei non fosse amante delle lunghe chiacchierate, e quindi al minimo segno di disappunto il tassino di turno spariva con una certa abilità. Fuori, in giro per il Castello, era lei la prima non incrociare a lungo lo sguardo di chi non desiderava incontrare, e bene o male chiunque un po' la conoscesse o ne percepisse l'aura non andava mai oltre la sottile linea di una conoscenza formale. Certo, se non si considerava Killian, ed al solo pensiero il cuore mancò un battito. No, lui aveva un permesso più unico che raro, ormai era difficile negarlo. Ma.. Nieve?
Dopo l'exploit di prima, Amber si sarebbe dovuta aspettare quel livello di schiettezza priva di filtri. Eppure, nonostante tutto, rimase senza parole. Non serviva nemmeno che parlasse perché era evidente anche al Prefetto quanto la bimba fosse combattuta in quel momento. E fu solo quel " ti sono molto grata" a frenarla dal chiedere scusa e tornare di corsa al Castello. Poteva vendersela come meglio credeva, ma il suo incarico non avrebbe celato tanto a lungo anche il suo spirito. Era un abile travestimento, certo, ma non era completo.
Sotto a quello che era lo strato più superficiale, nulla di lei era cambiato, le sue battaglie, i suoi demoni, era sempre tutto lì, semplicemente lontano da sguardi indiscreti, lontano da domande scomode e spiegazioni inutili.


« Direi di si..» rispose invece positivamente alla proposta di sedersi ad assaporare i dolci. Quella Foresta nera avrebbe al massimo atteso fino a sera, quindi poco cambiava effettivamente. Inoltre le passò per la mente che, forse, a Nieve non dispiaceva passare del tempo assieme. Possibile? « non siamo dei selvaggi, anche se può sembrare. Erano le vecchie Megere ad avere quelle maniere, noi ormai ci siamo evoluti. » rispose, rimuginando un po' sulla lezione di storia che riguardava proprio quelle vecchie streghe. Amber non approvava i loro metodi, ma erano talmente poche in tutto il mondo che non poteva considerarle un pericolo, non più di quanto invece la toccasse da vicino. Si trattenne, prima di entrare nel merito dell'evoluzione di maghi e babbani, argomenti tediosi, spesso nemmeno lei riusciva a mantenere un solo filo conduttore, finendo per disperdersi nei meandri della storia e di tutte le sue interpretazioni. Nieve avrebbe avuto modo di arrivarci da sola, con gli anni.
Ognuno aveva dei limiti, ed uno di quelli di Amber era proprio il non sapere come immedesimarsi in un nato-babbano, non poteva capire quali cose del mondo magico sarebbe apparse strane, paurose, assurde o sorprendenti. Ma la Grifondoro faceva indubbiamente la sua parte nel reagire ai vari ragazzini che via via affollavano la strada, era come vedere attraverso una nuova lente.
Con il sacchetto ancora in mano e lo sguardo che vagava in cerca di una panchina in cui stare tranquille, una seconda divertente domande giunse inattesa.
« La Burrobirra! Ma certo che c'è, anzi guarda.. » indicò un cartello sospeso poco più avanti, in cui manici di scopa e lettere s'incrociavano. « E' una specialità dei Tre manici di scopa, ma ce n'è un po' anche in questi..» rapidamente estrasse la confezione di fagottini alla burrobirra. Aprì delicatamente il sacchetto e, anche se ancora non si erano sedute, glielo avvicinò. « Ti consiglio di iniziare da qui, prima di darti ai boccali. Io comunque la preferisco alla menta.»

 
Top
view post Posted on 28/2/2017, 22:02
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


tumblr_nehe2mRVLz1t0sqfgo1_500

Nieve la seguì, mentre davano esecuzione alla sua proposta e, a un tempo, catturava quanti più dettagli i suoi occhi riuscivano a carpire. La prima volta che era stata a Hogsmeade, in occasione della Tombola di Natale, la sua visita era stata così fugace - e lei tanto stordita - da non aver potuto godere dei vantaggi di quel controllato privilegio,sicché passeggiare per le vie del villaggio in compagnia di Amber aveva ancora un sapore inedito per lei, di una novità tanto fanciullesca da rasentare i limiti dell'ingenuità. Era ancora nel limbo, la giovane, un posto di mezzo tra la capacità di accettare la sua lacunosa conoscenza del mondo magico e la tendenza a vergognarsene. Non si trattava, però, di un senso di inappropriatezza dovuto al giudizio altrui, quello no; era più una forma di deprecazione verso se stessa, come se non riuscisse ancora a tollerare di non aver colmato le sue mancanze, benché di tempo ne avesse avuto.
Nonostante ciò, l'espressione che lesse negli occhi di Amber la fece arrossire, ricordandole per quale ragione si fosse ripromessa di occultare al massimo delle sue possibilità la mancanza per cui ancora si additava malamente. Non c'erano biasimo o scherno sul viso della Tassorosso, ma lo stupore e la condiscendenza che appartiene a chi ha fatto proprio un argomento a tal punto da trovarne scontate le conclusioni. Per una persona come il Prefetto, che pareva avere un'ottima conoscenza del mondo magico, i dubbi di Nieve dovevano apparire qualcosa a metà tra il divertente e l'incredibile. Distolse lo sguardo per puntarlo verso l'insegna che Amber ebbe a indicarle, il cuore che le batteva forte contro la cassa toracica e le guance imporporate a testimonianza di un imbarazzo che non si era aspettata di provare. Annuì sommessamente e arricciò istintivamente il naso. La famiglia di Grimilde aveva origini italiane, il che rendeva la cultura culinaria di Nieve carente non soltanto con riferimento alle abitudini magiche ma perfino a quelle inglesi. Una regola, in particolare, le era stata ripetuta sovente dopo il suo arrivo a Londra da parte della madre di Grimilde: niente burro in casa, se non si voleva che il nonno morisse d'infarto davanti ai loro occhi. "E' robaccia per la salute, Nieve! Assaggia un tocchetto di pane con un po' d'olio, sale e pepe e dimmi se hai mai mangiato qualcosa di migliore". Chissà se la nonna sapeva dell'esistenza della Burrobirra, si chiese.


-Oh, grazie!-

Allungò la mano in direzione del sacchetto che Amber le stava porgendo, prese uno dei fagottini che ne costituivano il contenuto e lo portò alla bocca con una certa ritrosia. Per un istante, la vocina nella sua mente la redarguì per l'inutile peccato di gola che stava compiendo e il suo stomaco si contrasse involontariamente. Dovette inspirare forte e addentare il fagottino rapidamente per evitare che i sensi di colpa glielo facessero andare di traverso. Il sapore le esplose in bocca in maniera inaspettata, al punto che il senso predominante in quel momento rimase stordito. Nieve, che per una vita era stata abituata ad un'alimentazione così povera da non ricomprendere altro che non fosse pesce arrostito, non poté apprezzare la ricchezza di sapori che quel dolce portava con sé. Deglutì a fatica.

-Credo che tu mi abbia aiutata a farmi un'idea su questa bevanda,- le disse, lanciando uno sguardo al fagottino per accorgersi di averlo addentato appena. Sapeva che, per evitare di dare troppo nell'occhio, sarebbe stato più saggio finirlo, ma sapeva anche di non potersi costringere ad una violenza simile. -Sono scortese se dico che non mi piace?!- L'espressione con cui la guardò era manifestamente apologetica: le dispiaceva di averle fatto sprecare un dolcino, quando Amber doveva andarne ghiotta ed era stata perfino così gentile da pagare la sua fetta di torta. -Non sono molto abituata ai sapori forti,- spiegò, tamponando le labbra col dorso della mano, - e questo è parecchio intenso. Più che altro, è il burro a disturbarmi. Il sapore di menta è molto gradevole.-

Gettando un'occhiata in direzione della panca cui si erano accostate, prese la decisione di sedersi e così fece. Sorrise con un po' di amarezza del vedere il loro riflesso sul vetro del negozio che stava dirimpetto: dall'esterno avrebbero dato l'apparenza di due amiche, forse perfino di due sorelle se non si fosse prestata troppa attenzione al loro aspetto; la verità, però, era che rimanevano due estranee e più passava il tempo più Nieve ne diveniva dolorosamente consapevole. Amber era stata ermetica per tutto il tempo e le uniche concessioni che erano venute da lei... Beh, Nieve aveva quasi dovuto tirargliele fuori a forza! Se c'era una cosa di cui il suo animo di bambina non poteva non rendersi conto, era la distanza.

-Va bene così...-

Era così assorta nei suoi pensieri che non si rese neppure conto di aver pronunciato la frase che le risuonava in mente con un forte accento islandese.
©harrypotter.it
 
Top
view post Posted on 2/3/2017, 13:29
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,505
Location:
Hyperversum

Status:


no
Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ Song

Christmas-Dividers-PNG-HD

Ancora ricordava la prima volta che aveva assaggiato la Burrobirra, a casa. Era stato lo zio a portarla, un anno prima che arrivasse le lettera per Hogwarts.
Fin da piccola non aveva mai dato tanta importanza al cibo o alle bevande, non sentiva il bisogno di aggrapparvisi per trovare conforto. Ma quella particolare miscela di sapori l'aveva colpita tanto, le era piaciuta fin da subito, e quando aveva scoperto, anni dopo, le varianti che i Tre Manici proponevano, aveva stabilito che quella alla menta era indubbiamente la sua preferita. L'espressione di Nieve, mentre assaggiava un fagottino, che di certo aveva il sapore della birra ma in parte mitigato dal dolcetto che lo racchiudeva, parlò da sola. L'avrebbe facilmente paragonata a quella di un gatto che si avvicina ad una buccia d'arancia. L'espressione della Tassa si fece appena più dolce, non era scherno, era puro interesse per quelle reazioni così nuove. Non le capitava spesso di poter osservare qualcuno così opposto e così simile a lei. La Grifondoro dava vita ad una continua altalena di reazioni contrastanti, prima gioia, poi rabbia, poi felicità e tutto condito con la genuinità con cui parlava, priva di qualsivoglia filtro. Prima di stabilire che non fossero affari suoi, Amber si chiese come sarebbe cresciuta la bimba, cosa ne sarebbe stato di lei nei futuri anni ad Hogwarts.
« Oh, no non lo sei, è un tuo gusto personale. La Burrobirra è come tante altre cose, o la ami o la odi, senza vie di mezzo.» Senza vie di mezzo, esattamente come lei. Si era trovata spesso in difficoltà nel trovare l'esatto punto di incontro tra gli estremi che componevano la sua anima, governavano la sua mente e ottenebravano il suo cuore.
Seguendo l'esempio di Nieve, volendo rispettare i suoi tempi, si sedette sulla panca alla giusta distanza. O almeno alla distanza che lei reputava giusta, che ovviamente variava in base al livello di conoscenza con chi le stava accanto. C'era una cosa che l'aveva spesso spinta a stare a debita distanza dai bambini, soprattutto quelli sotto gli undici anni, ed era proprio la loro capacità di metterla in crisi con gesti spontanei ai quali lei non sapeva come rispondere. Farsi sorprendere, da adulta, era diventato meno faticoso, ma continuava a non piacerle. La contraddizione che viveva e camminava con Amber, era evidente anche a lei. Troppo intenta ad evitare i ladri che potevano entrare nel suo giardino, eppure pervasa dal desiderio di trovare finalmente qualcuno in grado di calpestare quell'erba senza rubarne i fiori. L'una non esiste senza l'altra, o almeno così si era detta più e più volte. Mentre rifletteva, assaporando il suo fagottino e rimpiangendo quasi di non avere davanti un intero boccale di Burrobirra, i suoi occhi si fissarono sull'immagine di loro due, riflesse, allo specchio. Amber era già stata lì, tante volte, ma poteva dire che fosse la prima volta in cui si era sentita davvero "grande" guardandosi. Eppure con altri si sentiva ancora una bambina in preda alle emozioni più disparate, ed era quello che la rendeva.. reale. Però lì, con Nieve, riusciva solo a vedersi come l'adulta responsabile della situazione. Come per ogni cosa, quando si trattava di lei, ci voleva tempo. Furono le poche parole successive della bimba a farla tornare concentrata su di lei. In risposta, benché avesse davvero compreso poco, e non avesse per nulla riconosciuto l'accento, cercò di indagare con un semplice:
« Come.. quasi sussurrato.
 
Top
view post Posted on 5/3/2017, 17:37
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


tumblr_nehe2mRVLz1t0sqfgo1_500

Un alito di vento attraversò il punto in cui le due si trovavano con impudente malagrazia. I capelli di Nieve si librarono in aria per qualche secondo, seguendone il moto con condiscendenza, per poi ricadere sulle spalle mingherline della giovane. Per quanto apprezzabili fossero i tentativi del freddo anglosassone di impressionarla, rifletté la piccola, era ancora ben lontano dal riuscire nell'impresa. Benché il paesaggio tutto attorno a loro richiamasse le tinte invernali che si facevano largo anche in Islanda, era allo stesso tempo quanto di più diverso ella avrebbe mai potuto immaginare. La differenza, del resto, stava tutta nell'essenza di una terra e di un popolo che avevano alle spalle una storia le cui peculiarità non potevano essere mutuate altrove. Questo le era stato chiaro fin da subito.
I minuti trascorsero con pacatezza e nel silenzio più assoluto. Nieve non osò proferire alcuna parola e, come spesso le accadeva, entrò in una bolla tutta sua, ove le elucubrazioni presero subito a rincorrersi ad una velocità che ella non ebbe a controllare. I rumori del villaggio erano così distanti da lei - e lei da loro - che neppure il diverbio tra due maghi a pochi passi da loro riuscì a ridestarla. Impiegò un po' di tempo prima di tornare al mondo reale e, quando lo fece, rinvenne da quel torpore con la placidità con cui la natura si risveglia dopo un rigido inverno di letargo. I suoi occhi percorsero il villaggio ancora una volta senza trovare nulla che potesse risultarle particolarmente accattivante; poi, d'un tratto, le cose cambiarono e i suoi sensi tornarono dolorosamente coscienti del luogo in cui si trovava e del recente passato che sia lei sia Amber si erano lasciate alle spalle: ai margini di una viuzza, con la spalla poggiata contro il muro di mattoni, se ne stava l'uomo col quale avevano rischiato di avere una colluttazione. Ad essere sinceri, per metà nascosto dall'ombra che originava dalla proiezione dei sole contro l'angolo, Nieve non avrebbe potuto avere alcuna certezza riguardo l'identità dello sconosciuto, se non fosse stato per la morsa che le aveva preso lo stomaco nello stesso istante in cui ne aveva intravisto la figura. L'espressione di lui parve mutare, come se avesse modulato la bocca a formare un sorriso; infine, girò su se stesso e sparì nei meandri di quel vicolo. L'ultima cosa che la Grifondoro vide prima che l'altro sfuggisse alla sua vista, fu il tessuto del mantello che questi indossava librasi in aria al ritmo della sua giravolta. Batté le palpebre un paio di volte.


-Amber, pensi che quell'uomo ci stesse osservando da prima che arrivassimo alla Stramberga? Che il mantello fosse stato messo lì nella speranza che qualcuno cadesse nella sua trappola?-

Le perplessità che avevano solo sfiorato la sua mente fino a quel momento furono, alfine, rivelate. Una parte di lei aveva temuto che riprendere il discorso non potesse fare altro che mettere in cattiva luce la sua condotta; un'altra aveva spasimato all'idea di tenere per sé quegli interrogativi, desiderosa com'era di ottenere delle risposte. Non sapeva se Amber avesse scorto la sagoma dell'uomo prima che scomparisse nelle labirintiche trame del villaggio. Sapeva soltanto che quell'avvistamento non prometteva nulla di buono, il che la rese ancora più dolorosamente consapevole dell'errore in cui era incappata.

-E' che...- Le parole le morirono in gola, mentre cercava la soluzione migliore per dar forma ai suoi pensieri. Con lo sguardo, cercò la Tassorosso e, inconsapevolmente, il suo corpo si mosse per accondiscendere alla sua necessità. -Non ti è sembrato che fosse più interessato a noi che non al mantello?-
©harrypotter.it
 
Top
view post Posted on 6/3/2017, 13:53
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,505
Location:
Hyperversum

Status:


no
Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ♦ 17 Anni ♦ Song

Christmas-Dividers-PNG-HD

Amber non poteva davvero credere di aver archiviato la questione dello straniero. Eppure era convinta di aver intrapreso la via giusta, tra Burrobirra e dolciumi vari, per evitare di tornare sull'argomento. Generalmente i primi che aveva visto si distraevano molto facilmente quando si trattava di imboccare la via principale del Villaggio. Ma Nieve aveva una sensibilità del tutto particolare, e non c'era voluto molto perché anche la Tassa lo capisse. Ah, no, la questione dello straniero non era conclusa per niente. Si pentì un secondo dopo aver chiesto in punta di piedi cosa avesse cambiato lo sguardo della bimba. Non era affar suo, lei era solo l'accompagnatrice, non era un'amica e non era una sorella. Ma il danno era comunque stato fatto, le conveniva quindi ascoltare ancora una volte quei leciti dubbi, e trovare il modo migliore per rispondere alle implicite domande. Se c'era una cosa che Amber sapeva di avere, erano proprio le manie di persecuzione. A volte indotte dalla storia della sua famiglia, e dai buchi neri contenuti nei vecchi libri dei suoi ricordi, ed altre volte date dagli incubi che, anche in se con minor frequenza, la tormentavano. Quando era piccola era solita svegliarsi parecchie volte di notte, convinta che gruppi di ombre incappucciate la seguissero. Con gli anni, acquisendo più sicurezza, il numero di ombre si era ridotto ad uno. Ma l'intensità dell'incubo era aumentata, rendendole impossibile dividere il mondo reale da quello onirico. Nessuno ancora sapeva nulla di quella faccenda, e forse nessuno l'avrebbe mai saputo. Ma tutto quanto era ben rinchiuso nella sua mente, venne riportato a galla dalle insinuazioni della Grifondoro. Chiaramente Nieve non aveva idea del tumulto che agitava ora il cuore di Amber, e di quanto fosse stata proprio lei a dargli il "via". «N-no.» Il tentativo di essere, almeno in parte, rassicurante, fallì miseramente. Avrebbe potuto facilmente dire alla ragazzina che tutta quella sua immagine mentale non era che fantasia, e probabilmente avrebbe avuto anche ragione. Ma Amber non ne era in grado. Chi era lei per eliminare davvero l'ipotesi che il mantello non fosse lì per caso?
L'idea che fosse una trappola, le gelò il sangue nelle vene. Non aveva dimenticato che, spesso e volentieri, avrebbe dovuto sentirsi in pericolo. Lo sguardo del Prefetto intercettò quello di un uomo che aveva l'aspetto proprio dello Straniero della Stamberga. Fu un attimo, durò talmente poco che credette di averlo solo immaginato.
« Non credo, sarebbe da pazzi.. Lasciare un mantello come esca » Ma mentre le sue parole erano volte a negare l'ipotesi, il suo sguardo mostrava altro. Stava davvero valutando la cosa, stava pensando che in effetti il genere umano era così vario che trovare un folle simile, accanto ad un luogo del genere, non poteva essere poi una cosa tanto assurda. Però la lotta che imperversava tra la sua spilla, e dunque il suo dovere, e quello che invece lei era, non sarebbe finita tanto presto. Doveva ricordarsi che, per quanto si dimostrasse più grande, Nieve aveva solo undici anni e spaventarla avvallando quelle ipotesi non doveva essere un'opzione valida. Aveva sempre creduto di essere un Prefetto atipico, ma mai come quella volta ne era stata certa. Lo sguardo paralizzante della bimba tornò in cerca del suo, e quella volta Amber non si negò, ma non trasmise che incertezza. « Si lui aveva uno sguardo anche troppo invadente. Abbiamo fatto bene ad andarcene, anche se non penso ci avrebbe fatto del male.. » balle, la Tassa era quasi certa che quello straniero non avesse buone intenzioni ed era stata proprio la vocina nella sua testa a suggerirle di mettere più distanza possibile tra loro e l'uomo. Fantasticare con Nieve, avallare quelle ipotesi aggiungendovi le sue, non avrebbe portato a nulla di buono. Era quasi certa di non dover nemmeno proseguire con quell'argomento, ma non riuscì davvero a smettere di pensarci. « Non possiamo sapere cosa avesse in mente, ma è davvero importante? Si è portato via il mantello, e con quello anche la possibile prova che avremmo potuto avere contro di lui. Forse non dovevo raccontarti la storia del Mannaro della Stamberga.. » Quella fu una riflessione volta più a se stessa che alla bimba, che almeno in quello non aveva colpe. « .. sono solo leggende, ma faresti bene a non cercare il fondo di verità che si cela dietro. Almeno non adesso. » Stava iniziando ad arrampicarsi su uno specchio anche troppo alto. Il mix di frasi fatte e preoccupazioni personali, non avrebbe portato grandi risultati. Ma spiegare le sue paure a Nieve sarebbe stato ancora meno saggio. Forse avrebbero davvero fatto bene a rientrare. Tornare al sicuro tra le mura protette del Castello avrebbe consentito anche a lei di calmarsi.

 
Top
view post Posted on 6/3/2017, 22:44
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


tumblr_inline_n1koit5eel1saz9om

Mentre si faceva spettatrice del tumulto esibito sul palco degli occhi di Amber, Nieve realizzò di aver colto nel segno, ma lo fece senza alcun barlume di stupore. Sin dal momento in cui la voce dello sconosciuto era arrivata a lei, il suo istinto, dapprima, e il suo raziocinio, dopo, avevano compreso che i guai l'avevano trovata ancora una volta e senza fare troppa fatica. Come avrebbero potuto mutare forma i suoi convincimenti, d'altra parte, quando erano stati largamente confermati dall'aura dell'uomo che aveva avuto perfino l'ardire di seguirle fino al villaggio? I suoi grandi occhi verdi si poggiarono sulla sua accompagnatrice e le regalarono un'espressione di sincera tenerezza che poco si addiceva ai suoi anni: non conosceva la persona che aveva di fronte, ma conosceva la paura e il senso di ottenebramento che porta con sé.
In un gesto al quale si abbandonava tutte le volte che era in difficoltà, portò la mano destra alla fronte e la carezzò distrattamente con le lunga dita affusolate, quasi a voler placare il moto sedizioso del quale la sua mente era in balia. Fu solo in quell'istante, mentre ascoltava le parole di Amber venire fuori in un farfugliare assai poco convinto e ancor meno convincente, che un particolare del quale spesso dimenticava l'esistenza le tornò alla mente. Portando l'arto dinanzi a sé e voltandolo quel tanto che bastava ad osservarne il dorso, carezzò con la delicatezza di uno sguardo i tre segni netti che facevano bella mostra sulla sua pelle, posti a mo' di raggiera. Amber non lo sapeva, ma Nieve era abituata ad aspettarsi il peggio dalle persone, sicché lo sgomento, che la prendeva sempre quando la rendevano destinataria di una gentilezza, non sortiva su di lei la stessa presa dinanzi a uno sfoggio di crudeltà.


-Ricordi cosa ti dissi, quando mi domandasti cosa sapevo dei lupi mannari?- Attinse al passato solo per poter guardare al futuro. Non si aspettava che la Tassorosso potesse averne davvero memoria, in quanto aveva intenzione di venirle in soccorso. -Che provavo pena per loro. Beh, non ti stavo mentendo! La storia che mi hai raccontato non potrebbe mai farmi paura, Amber. Sta' tranquilla!- Sapeva bene che, messa in questi termini, la sua sarebbe suonata come una giustificazione puerile e priva di contenuto e che difficilmente sarebbe riuscita a calmare ciò che si agitava negli occhi di ragazza che la stavano fronteggiando. -Se c'è una cosa che ho imparato, è che il male devi aspettartelo dalle persone normali, quelle il cui aspetto suggerisce le cose migliori.-

Nel pronunciare quelle parole, il suo sguardo corse involontariamente alle cicatrici che le adornavano il dorso della mano destra, ma, per quanto brevemente fosse durato quel momento, seppe che non sarebbe sfuggito alla persona che aveva innanzi. Per questa ragione, non tentò di nascondersi. Per questa ragione, roteò il polso finché la tela che era la sua epidermide non fu visibile anche alla sua interlocutrice.

-Ti prometto che non indagherò sui misteri della Stamberga,- disse ed era sincera, -ma non posso prometterti che non starò in guardia. Il male ha un modo tutto suo di sorprenderti e io non voglio che mi colga troppo impreparata.-

Non le disse che, quella stessa sera, sarebbe corsa in biblioteca nel disperato tentativo di prepararsi ad un eventuale futuro incontro con quell'individuo. Non le disse che, quella stessa settimana, avrebbe interrogato i fantasmi di Hogwarts per carpire ogni informazione possibile. Non le disse che, in cuor suo, sperava addirittura di ottenere un altro incontro per tentare di ribaltare i colori di cui si vestiva la sorte.
©harrypotter.it
 
Top
32 replies since 23/12/2016, 09:39   456 views
  Share