Orme nella Neve ~, Per Nieve ♦

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view post Posted on 10/3/2017, 09:28
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Amber Serenity Hydra
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Inquietudine, era ciò che avvolgeva la Tassa in quel momento. Dietro la premura di non spaventare Nieve, c'era invece il timore che si era insinuato in lei, prepotente come sempre. E se davvero avessero scampato di un soffio una trappola? Era forse il caso di coinvolgere autorità competenti?.. magari proprio Killian..? No, lui no. E poi Amber doveva convincersi che fossero solo farneticazioni di due ragazzine in preda a manie di persecuzione, nulla di preoccupante. Magari quell'uomo era solo inquietante ma non era lì per fare male a nessuno, cosa ne potevano sapere loro due? E pensare che quella doveva essere una semplice passeggiata per il borgo, senza infamia e senza gloria. Per un attimo, Amber ebbe anche il tempo di chiedersi per quale strana ragione il fato era sempre in agguato con lei, pronto a scombinare i suoi piani.
L'attenzione tornò presto sulla Grifondoro, che sembrava desiderosa di spiegare la ragione di una sua precedente frase, una frase che aveva lasciato anche il Prefetto un po' titubante, poco prima alla staccionata. "Pena", diceva davvero di provare pena per i Mannari. La Tassa non poteva dire di comprendere bene quel sentimento.. non aveva mai provato a mettersi nei panni di chi riceveva quella maledizione, ma di certo non avrebbe compiuto l'errore di sottovalutare qualcuno con quelle capacità, ancor meno se poi la luna piena li rendeva incontrollabili. Fu sul punto di ribattere con qualcosa che la sua memoria aveva prepotentemente portato a galla, ma la consapevolezza di cui Nieve volle renderla partecipe, poco dopo, spense tutto. Aspettarsi il male dai migliori, si.. quella bambina aveva qualcosa che poteva davvero accomunarla a lei. Il cuore rallentò i battiti, come se in quel momento anche il solo rumore degli stessi contro la cassa toracica, potesse essere un disturbo. Fidarsi del prossimo non era un'abitudine di Amber, ma al contrario di Nieve, lei sapeva che c'era parecchia oscurità in quel mondo e l'aveva vista con i suoi stessi occhi, non veniva da nessuno con un aspetto rassicurante. Gli occhi vennero attirati dal movimento della mano dell'undicenne, mettendo alla prova lo spirito della Tassa. Cicatrici, piccole e concatenate, quella mano così giovane ne era piena! * Cosa ti hanno fatto..* Quella domanda non uscì mai oltre la soglia dei suoi pensieri, ma rimase incastrata lì, tra il timore di scoprire qualcosa di troppo su qualcuno appena conosciuto e la sottile rabbia che da sempre riversava verso il mondo esterno, in molte forme. Qualcuno doveva aver tradito nel profondo la fiducia di Nieve e lei non poté non pensare a Zia May, che aveva fatto lo stesso con lei. Il fato ci aveva proprio messo lo zampino in quell'incontro.
« L'oscurità può prendere possesso di chiunque.. ma non sottovalutare anche quelli che vivono con il morbo della licantropia, non lasciare che la pena che provi li renda meno pericolosi. » Da quale pulpito. Amber era riuscita a riciclare un vecchio discorso di John, adattandolo con un tono più sicuro possibile ma che, come sempre, tradiva la sua difficoltà nel mostrarsi responsabile per altri. Forse non ci era proprio tagliata. Forse non era il suo campo quello del conforto altrui. Non che avesse mai sperimentato la cosa, aveva sempre considerato di non essere in grado di indagare nei problemi degli altri. Il fatto però che Nieve, a soli undici anni, avesse già sperimentato un tradimento profondo, la rattristò comunque.

Proprio lì, nel mezzo del Villaggio, in una panchina, Amber aveva rischiato di contraddirsi, ancora una volta. Non voleva che la piccola Grifondoro abbandonasse le sue difese, ma temeva che consigliarle di stare sempre allerta potesse creare allarmismi eccessivi.. in fondo, ad Hogwarts, non le era mai successo nulla in cinque anni. «Mi sembra giusto.» rispose infine, abbozzando un mezzo sorriso, e concedendosi un secondo fagottino alla burrobirra, una piccola ancora di salvezza. «Allora, che te ne pare di questo posto? Se ho capito bene la magia per te è una recente novità, sbaglio?» Cambiare argomento era qualcosa che riteneva indispensabile, prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso il Castello, anche per scrollarsi di dosso lo spavento che si era tramutato in subdolo timore di sottofondo.

 
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view post Posted on 11/3/2017, 00:48
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entropia.

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-Lo terrò a mente, Amber.-

La voce di Nieve venne fuori soffice di una pacatezza quasi innaturale. Nel sentire le raccomandazioni della giovane che sedeva al suo fianco, la piccola aveva inclinato il capo verso destra fin quasi a toccare la spalla corrispondente; poi, aveva aggrottato la fronte e, infine, per un breve arco di tempo, il suo sguardo si era perso nel vuoto. I suoi occhi non avevano abbandonato per un solo istante la zona circostante il volto di Amber, eppure la sua mente l'aveva portata - per l'ennesima volta nel corso di quella gita - lontana nel tempo e nello spazio, in luoghi ove non era mai stata prima, non con quella consapevolezza almeno. Le parole del Prefetto, infatti, avevano introdotto nella sua vita qualcosa di inedito, della cui stravaganza non si era mai accorta: fino a quel momento, nessuno le aveva mai dato un suggerimento dalle tinte sì fosche. Nieve non era del tutto certa che Amber avesse carpito appieno il significato delle sue stesse parole, né aveva la certezza di non aver frainteso, eppure ebbe l'impressione di non essere mai stata tanto vicina alla verità circa la sua persona quanto lo era in quel frangente. Da che era andata via dall'Islanda, le poche persone che aveva frequentato si erano dimostrate piuttosto caute con lei circa gli argomenti da affrontare, a volte perfino circa il suo modo d'essere: "non hai paura che possa rivoltartisi contro, Grimilde?". Ora come non mai, comprendeva il significato di quelle parole. Adesso, sapeva la ragione di tanto timore. L'oscurità poteva prendere possesso di chiunque, perfino di una bambina dal passato moralmente e socialmente disdicevole. L'oscurità avrebbe potuto prendere possesso di lei. Improvvisamente, le preoccupazioni che l'avevano assalita circa lo sconosciuto della Stamberga Strillante assunsero dei connotati assai differenti.

Nell'effetto valanga che quella frase aveva sprigionato, Nieve aveva perduto la sua capacità di osservazione, sicché non poté notare le conseguenze che il turbamento aveva continuato a produrre su Amber. Si riscosse soltanto nel sentirne la domanda successiva, captando quel tanto che bastava a formulare una risposta. Scuotendo il capo come a voler scacciare via le ultime riflessioni, tornò a sedere in maniera più composta e depose il sacchetto con la fetta di torta sulle gambe. Si erano sedute per mangiare, rifletté, e lei non aveva ancora avuto modo di scartare l'emblema della gentilezza della sua accompagnatrice. Rimediò in un paio di mosse, affondando la piccola forchetta in dotazione nel dolce che aveva in grembo e portandone una piccola porzione alle labbra. Era deliziosa, ma la verità era che non aveva alcun appetito. Si sarebbe limitata a sbocconcellarla per cortesia.


-E' tutto molto strano e normale allo stesso tempo,- disse, recuperando quella pacatezza di modi che le apparteneva ma che, quel giorno, Amber non aveva avuto la fortuna di gestire. -Tante cose che prima non riuscivo a spiegarmi e che mi rendevano...- "Un mostro", avrebbe voluto dire, ma non se la sentì di aprire ancora la porta della sua vita, dunque la richiuse. -... diversa sono perfettamente normali. Allo stesso tempo, sono diversa esattamente per le ragioni opposte.- Mentre parlava, si rese conto di aver formulato - a voce alta e con chiarezza - un pensiero che non era stata altrettanto brava a riordinare nella sua mente: che fosse a Londra o a Borgarbyggð, l'unica cosa certa era che finisse sempre per sentirsi la nota stonata di una composizione, altrimenti, perfetta. -Però, mi piace. Piuttosto, la torta è molto buona!-

Mangiò un altro piccolo boccone di torta, prima di prendere una decisione: era stato un pomeriggio insolitamente intenso per entrambe e, con quell'uomo che gironzolava per il villaggio, non era una buona idea rimanere ancora sotto tiro, qualunque fossero (o non fossero) le sue intenzioni. Inoltre, il controllo di Amber, per quanto magistrali fossero stati i suoi tentativi di ricomporsi, aveva cominciato a scricchiolare e Nieve, che non aveva potuto fare a meno di notarlo, si disse che non avrebbe voluto abusare della sua gentilezza, più di quanto non avesse già fatto. Insomma, ogni cosa militava in favore di un ritorno a Hogwarts. Nell'assumerne consapevolezza, la giovane Grifondoro ripose la forchetta nel pacchetto e lo ricompose.

-Che ne dici di tornare al castello?- La domanda venne fuori così spontanea che Nieve non temette di aver rivelato le sue ragioni e ne fu soddisfatta. -Mi è appena sorto il dubbio di aver dimenticato una delle pergamene di Storia della Magia e temo di addormentarmi sui fogli, se fa buio prima che la finisca.-
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view post Posted on 13/3/2017, 16:19
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Ancora non era sicura di aver fatto breccia, non era certa che le sue raccomandazioni sarebbero state prese alla lettera ma, in fondo, lei cosa poteva fare ancora? Forse altri avrebbero preso Nieve sotto la propria tutela, in qualche modo avrebbero cercato di controllarla, di seguirla ed assicurarsi che non si cacciasse nei guai. Beh, era proprio tutto ciò che Amber non sopportava, ed al contempo anche tutto ciò che suo padre aveva - fin troppo a lungo - fatto con lei. No, non avrebbe sottoposto la bimba ad un controllo simile, meno che meno da parte sua, che faceva già una discreta difficoltà a controllarsi per conto proprio. Era stata ad un passo dall'ingaggiar battaglia con uno sconosciuto dai modi troppo bruschi e sospettosi, non poteva certo dirsi un perfetto esempio di equilibrio. Non fosse stato per l'incontro con quella particolare Grifondoro, la Tassa avrebbe volentieri cancellato quella giornata dagli annali, ma era proprio la studentessa che ancora le sedeva accanto ad aver fatto la differenza. Era riuscita a rivedersi in lei come anche a notare la distanza che si frapponeva tra loro, in contemporanea. Non aveva che visto la superficie di quel piccola vaso di Pandora, ma si era convinta che ci fosse fin troppo sotto perché lei potesse sentirsi in grado di indagare. No, si era detta, non avrebbe voluto scoprire cosa era andato storti nell'infanzia di Nieve. Quello era uno dei motivi per cui aveva cambiato argomento, alla fine.
Il timore di non esserne normali tra i babbani era qualcosa che Amber non poteva dire di aver provato, al contrario di Nieve, lei invece era stata capace di sentirsi strana trai maghi. Non sapeva sinceramente dire cosa fosse peggio, ma di certo il rogo delle streghe poteva darle una vaga idea del concetto espresso dalla bimba.
«Nascere maghi ti priva un po' della magia stessa, all'inizio.» Forse poteva sembrare una frase fatta, ma in realtà era proprio ciò che la bionda aveva sempre pensato. Almeno finché non era riuscita a lasciarsi meravigliare dagli altri volti del mondo magico, scoprendo la capacità di stupirsi davanti a cosa apparentemente ovvie. Aveva capito che non era l'incantesimo a rendere magico un momento, ma chi lo eseguiva e la ragione che l'aveva spinto a farlo. Ma raccontare di più sarebbe stato solo uno spoiler sul possibile futuro della Giallo-oro, che avrebbe invece avuto modo di scegliere personalmente di cosa meravigliarsi.

Dopo quella fetta di Foresta Nera, alla quale sembrava aver affidato la sua tranquillità perdita, il Prefetto accolse con un lieve sorriso la proposta di Nieve: tornare al Castello. In verità, fosse stato solo per lei, ci sarebbe tornata appena concluso lo strano dialogo con lo Straniero, ma era giusto che, come guida, lasciasse decidere alla primina quando mettere la parola "fine" alla loro uscita. Era partita senza necessità particolari, quindi non aveva grandi ragioni per rimanere al Villaggio. Avrebbe dato molto per poter leggere le intenzioni reali della bimba, ma al contempo non avrebbe lasciato che la sua curiosità le facesse superare un limite che si era ripromessa di non superare mai.
«Direi che va bene, non vorrei mai che Grifondoro perdesse qualche punto a causa mia. » concluse, scherzando appena sulla possibile conseguenza di alcune lezioni non consegnate per tempo. Si alzò dalla panchina e raccolse il resto dei suoi acquisti, prima di incamminarsi verso il Castello con Nieve. «Storia della Magia non è mai stata il mio forte, quindi ti capisco benissimo, quelle pergamene non sono facili da riempire.» Ammise in fine, concedendosi un respiro più profondo, prima di voltare le spalle ad Hogsmeade ed abbracciare l'idea di un'ottima tazza di Tè nei sotterranei.

 
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