| Qualche altro passo falso e si sarebbe ritrovata a dover dare spiegazioni che non era nemmeno in grado di comprendere. La velocità con cui le cose potevano sfuggirle di mano aumentava sempre in presenza di Killian. Non andava bene, Amber sentiva di non essere totalmente in grado di rinforzare lo strato di indifferenza che spesso la caratterizzava. Le sembrava di aver passato anni in compagnia del ragazzo, ma la colpa era tutta dell'intensità emotiva provata in quel dannato vicolo di Londra... quando lui era andato a prenderla. Quando l'aveva tirata fuori dal baratro in cui la sua mente la stava gettando, e l'aveva fatto senza pensarci due volte, mantenendo una promessa, ma siglando un tacito patto in maniera totalmente inconsapevole. Era chiaro ad entrambi - forse - che nessuno lì dipendeva dall'altro, ma per lei era anche cristallino che senza di lui nulla sarebbe stato uguale a prima. Aveva già varcato una linea immaginaria e tornare indietro illesi sarebbe stato impossibile. Aveva internamente pregato che il suo cambio d'espressione non lo portasse ad indagare più a fondo, anche se quello le aveva fatto fare un altro passo verso un'idea ben meno carina della precedente. Non le piaceva quando non era in grado di decifrare una situazione, solitamente era la prima a non entrare in "campo minato", però tutto quello che poteva essere normale ad Hogwarts, per lei, veniva stravolto completamente quando si trovava ad affrontare l'Auror. Lui riusciva a risvegliare una parte sopita di Amber, la più istintiva ma anche la più emotiva, quella meno menefreghista e che in realtà cercava una sua rivalsa. Quella che voleva una via di fuga dal castello di cristallo in cui era, da sempre, rinchiusa. Erano la stessa persona, ed in qualche modo la Tassa sapeva che con lui era davvero se stessa, era completa quando riusciva ad unire perfettamente le due metà della sua medaglia, però quella era anche l'impresa più difficile. Lasciarsi sfuggire quel commento a voce fin troppo alta, proprio mentre Killian si avvicinava, minò il suo equilibrio, ancora una volta. Quel "cosa?" , accennato distrattamente però, fece anche peggio, rinforzando l'immaginario filo rosso che li aveva legati da tempo, e facendo si che il suo respiro si fermasse per un breve istante, tra vicinanza ed espressione. Gli era bastato poco per inchiodarla con le spalle al muro, era bastato che la guardasse con quell'indecifrabile espressione, perché il contatto con la realtà divenisse meno saldo. «Niente..» Fu tutto ciò che riuscì a dire, prima che la tensione emotiva le rubasse la voce. Aveva commesso un errore, dire "niente" a Killian avrebbe potuto essere più controproducente del dirgli esattamente cosa passava per la sua mente in quel momento. Abbassò lo sguardo nella speranza che sorvolare su quello scivolone fosse intenzione di entrambi, ed osservò invece la giacca che le aveva appena avvicinato. Non avrebbe accettato facilmente, se non avesse visto che era imbottita e che aveva davvero un aspetto caldo ed invitante. Abbozzò un sorriso e l'afferrò saldamente, ed attese che lui si allontanasse appena, per indossarla. Con i pattini saldamente infossati nella neve, si sentì abbastanza sicura da togliere la mano dal tronco per coprirsi. Le bastò infilare entrambe le braccia nelle mani larghe per avere un tuffo al cuore. Il suo profumo, esattamente quello su cui aveva cercato di non focalizzarsi troppo quando avevano ballato a distanza ravvicinata, l'aveva avvolta. Rapita, sarebbe stato il termine adatto. Come aveva previsto anche lui, la giacca le stava davvero larga, se avesse chiuso la cerniera completamente, si sarebbe ritrovata coperta fino al naso, senza nemmeno bisogno di indossare il cappuccio. Lasciò quindi la cerniera chiusa solo fino a tre quarti, mentre una strana sensazione di calore l'avvolgeva. Le sembrava quasi di essere stretta in un abbraccio, senza via di scampo. Il barlume di razionalità, rimasto acceso come un faro in una notte buia, le gridò di togliersela prima che fosse troppo tardi, prima che quel profumo e quella sensazione mettessero radici nel suo animo. Però l'ammonimento arrivò tardi, solo indossarla la riportava alla conversazione avuta nella Tana della Serpe, perché così l'aveva indicata nella sua mente nei mesi successivi. Il calore del fuoco, l'infuso alla ciliegia, e la sicurezza che un solo sguardo le aveva trasmesso. Gli occhi di Amber rimasero ad osservare la piccola distesa di ghiaccio, mentre la sua mente metteva ordine in tutto quel groviglio di pensieri, rendendole di nuovo possibile godersi il momento. Un incantesimo di confusione avrebbe fatto meno danni di quel giacchetto nero.
Di nuovo l'ironia venne loro in contro, salvandoli - forse. Giocavano in maniera via via più pericolosa, man mano che Amber imparava a conoscerlo, riusciva ad intuire il numero crescente di carte coperte messe in tavola. Il campo su cui muovevano le loro pedine, diveniva sempre più impervio. Prima o poi, inevitabilmente, quel campo avrebbe preso fuoco, lasciandoli soli con le loro scomode verità, ma non era quello il giorno. La risposta, stavolta pronta, di Killian, tirò in ballo anche John Hydra, mutando l'espressione della figlia in qualcosa di ben più facile da decifrare: sfida. Ormai lui conosceva perfettamente quello sguardo e forse non si sarebbe nemmeno stupito nel vedere che lo stava osservando in quel modo. «Ah è così allora?» Storse le labbra ed assottigliò lo sguardo, segno evidente di come fosse pronta a ricambiare con una battuta ad effetto, che però di vero aveva molto più di quanto pensassero entrambi. «Credimi, se dovesse succedere qualcosa di simile, ti consiglierei di lasciare il mio corpo agonizzante fuori dalla porta.» proseguì guardandolo con aria divertita, mentre ormai anche lui finiva di prepararsi. Scosse il capo, prima di rincarare la dose. Se davvero quella scena fosse divenuta reale, probabilmente John avrebbe scagliato ogni possibile maledizione su quel ragazzo. Ma, in cuor suo, Amber sapeva anche che Killian sarebbe stato ben in grado di affrontare un orefice con poca pratica in incantesimi. Però questo non le impedì di punzecchiarlo con la sua stessa ironia. «Ma non ti preoccupare, John Hydra detesta chiunque mi si avvicini. Ci ho fatto l'abitudine. » Il tono con cui lo disse fu leggero, benché il peso di un padre così protettivo fosse evidente. Un recente scontro con quell'uomo l'aveva portata a spezzare una catena, ma non era ancora uscita da quella gabbia dorata ed il percorso si stava dimostrando più complesso del previsto. Se avesse prestato attenzione, perfino Killian avrebbe potuto percepire il disappunto della biondina. In parte era anche dovuto al fatto che avrebbe voluto potergli raccontare di quel ragazzo, senza che la prendesse male, senza che le proibisse di vederlo. Ma quell'idea doveva avere una premessa, che era attualmente confusa.. Si stavano vedendo? Avrebbe detto di "si", ma non poteva più esserne troppo certa. Etichettare quel rapporto avrebbe rovinato tutto? Oppure avrebbe dato il via ad una nuova versione della sua storia? Non passò comunque inosservato il fatto che lui tirasse spesso in ballo le possibili reazioni di suo padre, dalla prima volta fuori da Pub, a quando l'aveva riportata a casa, più o meno. Ed ora anche lì.. sarebbe stato un altro indizio da valutare? Ma a che pro? «Nessuno è mai riuscito a fargli cambiare idea. » Aggiunse infine, forse in un momento un po' troppo distante dal precedente. Erano tante le cose che avrebbe dovuto specificare perché quella frase non suonasse troppo equivocabile. Quanti ci avevano davvero provato? Perché non ci erano riusciti? Ma volutamente non proseguì, lasciando il volere di indagare, a terzi. A livello inconscio, aveva appena reso palese la sfida delle sfide, quella che solo qualcuno davvero intenzionato a frequentarla avrebbe potuto cogliere, ma non essendone davvero consapevole, forse non avrebbe colto un segnale da parte di Killian. Un sospiro amareggiato sfuggì al suo controllo, mentre le iridi cristalline tornavano a riflettersi nella distesa di acqua gelata. Difficile dire se le dispiacesse o meno quel fatto, la protezione su cui da piccola si era appoggiata, era divenuta via via più traballante, e l'ultima volta che aveva parlato con lui, a Natale, aveva finito con lo scoprire che era il contrario. Lui aveva bisogno della protezione di Amber, aveva bisogno che lei rimanesse all'oscuro di tutto.Con tutta l'intenzione di non guastare troppo l'atmosfera, la Tassa, riprendendo un'espressione più serena possibile, rivolse di nuovo il suo sguardo all'improvvisato non-del-tutto-capace maestro di pattinaggio, per capire come proseguire. Ora che erano pronti, almeno per quanto riguardava l'abbigliamento, quale sarebbe stato il passo successivo? Avrebbero finalmente messo piede sul tanto temuto ghiaccio? Sometimes darkness can show you the light
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